La solidarietà arriva persino da "PornHub", disposto a sostenere il server di INPS per meglio far fronte agli accessi contemporanei per prenotare l'indennità. Il 1° d'aprile, al caos dell'INPS, si è associato quello sulla interpretazione della circolare esplicativa del Gabinetto del Ministero dell'Interno in merito alle autorizzazioni alle uscite che ha avuto necessità di una ulteriore esplicitazione.
Di Lamberto Colla Parma 5 aprile 2020 - 44esimo giorno dell'anno 1 dell'era COVID-19 e 25° pandemico - Non bastasse il coronavirus, ci si mettono anche le strutture governative a sostenere il caos. Vero che gli italiani sono abilissimi a gestire le complessità, ma quello che è accaduto il 1° d'aprile non doveva accadere.
Una combinazione straordinaria di inefficienze e di difetti comunicativi che, in epoca diversa, avrebbe potuto far pensare a un ben riuscito Pesce d'Aprile.
Partiamo dalla circolare del Ministero dell'Interno del 31 marzo che nella esplicazione dell'interpretazione sulle modalità di uscita di casa per bambini, inabili e anziani ha fatto trascorrere una notte insonne a diversi Governatori (Fontana e De Luca i più inalberati) e ai sindaci in prima linea a combattere l'invisibile e micidiale nemico venuto dalla Cina.
Come già avevamo sottolineato in un passato recente che di "demagogia si può morire", altrettanto si può dire della "Burocrazia" e del suo inconfondibile e inqualificabile linguaggio a uso e consumo dell'estensore.
Nello specifico il passaggio incomprensibile che ha scatenato l'ira di molti e le speranze dei reclusi ai domiciliari è il seguente (in allegato l'intera circolare del 31 marzo):
"Resta non consentito – si legge nella circolare del Viminale – svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto ed accedere ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici". Inoltre "l’attività motoria generalmente consentita non va intesa come equivalente all’attività sportiva (jogging), tenuto anche conto che l’attuale disposizione tiene distinte le due ipotesi, potendosi far ricomprendere nella prima camminare in prossimità della propria abitazione".
L'interpretazione che si è immediatamente diffusa è stata di un allentamento della maglia delle disposizioni, che secondo i detrattori, avrebbe potuto vanificare i pregressi sacrifici. Una spiegazione talmente mal compresa che in giornata lo stesso Presidente del Consiglio è dovuto intervenire a rimarcare che nulla era cambiato e che si doveva stare a casa.
Ma il 1° d'aprile è stato anche il giorno del varo della piattaforma INPS abilitata a ricevere le domande per l'indennità dei 600 euro COVID-19.
L'aspettativa dell'esercito degli autonomi era alta e così, appena aperta la piattaforma, posto che era trapelato che la domanda fosse particolarmente semplice da compilare, seppure si fosse già diffusa notizie dallo stesso Pasquale Tridico presidente dell'Ente, sulla limitazione dei fondi per cui avrebbero potuto goderne solo i primi arrivati, grazie al Click Day, notizia poi smentita dagli esponenti governativi, si è scatenato l'inferno.
Chi avesse tentato di accedere al sito nelle prime giornate ha potuto toccar con mano l'inconsistenza del portale. Nella migliore delle ipotesi sarebbe caduto sulla videata che riportava il messaggio: "la pagina richiesta non è al momento disponibile , si prega di riprovare più tardi. Per ritornare al sito cliccare www.inps.it" altrimenti sarebbe rimasto in attesa per lunghi minuti a fissare la rotellina che indica il caricamento, o si veniva deviati a altre pagine, non sempre nobili e eleganti.
Nessun messaggio di "scuse", né dal sito e tantomeno dai vertici dell'istituto. Addirittura, il giorno seguente, la Ministra del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, intervenuta alla trasmissione del mattino di Radio 102.5, condotta da Pierluigi Diaco, Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi, ha dichiarato che il presidente dell'Inps "ha già spiegato che il sito ha subito diversi attacchi che si sono intensificati nella giornata di ieri e per questo è stato messo in sicurezza per alcune ore, alla riapertura le domande sono continuate ad arrivare. Stamattina all'una le domande pervenute erano già 517.529 e contemporaneamente il sito, sino a mezzanotte, ha subito un ulteriore attacco molto importante ma è riuscito comunque a rimanere in piedi.”
Quindi una giustificazione bella che pronta per scaricare, ancora una volta, responsabilità su altri. In questa circostanza a essere accusati sono stati i terribili Hacker intervenuti a intralciare i piani del Governo.
Ma nemmeno dalla Ministra è giunta una parola di scuse, anzi una perentoria difesa dell'operato di Tridico e del suo staff.
Vale perciò la pena di ascoltare l'intervista rilasciata ai conduttori di Non Stop News.
Al minuto 2,25, a seguito della domanda posta del giornalista Fulvio Giuliani, così risponde la Ministra delle Politiche del lavoro:
"Innanzitutto mi consenta di ringraziare il presidente dell'INPS e il suo staff che hanno lavorato giorno e notte per affrontare una emergenza totalmente fuori dalla quotidianità a metter su procedure che riguardano e arriveranno a milioni di italiani…".
Sogno o son desto? Chiunque avesse ricevuto una domanda come quella posta da Giuliani che riproponiamo, non avrebbe dovuto e potuto rispondere in quel modo per rispetto del conduttore ma ancor più di tutti gli italiani: "Ci permetta di tornare da dove siamo partiti, - sottolinea Fulvio Giuliani - vale a dire alla terribile giornata di ieri del sito dell'INPS. Non solo il crash, ma anche addirittura, per alcuni minuti, la diffusione di dati sensibili, conti bancari, numeri di telefono di utenti. Possiamo dire Signor Ministro che non si tratta di cercare il colpevole ma di assumersi la responsabilità e che è ingiustificabile quello che è accaduto e onestamente non sarebbe dovuto accadere: dovevamo organizzarci meglio" .
A fronte di un così dettagliato e vergognoso quadro la risposta della Ministra è quella sopra riportata, nessuna scusa, anzi elogi all'inefficienza a dimostrazione di quanto sia distante la realtà da chi ci governa.
Ben venga quindi la provocatoria offerta di PornHub ,che con i suoi 40 milioni di utenti giorno, si è offerto di prestare i suoi server per gestire la complessità di non più di 4 milioni di utenze.
Che dire? Solo Vergogna!
Purtroppo questa è una guerra e da qui ... l’Italia s’è desta e “andrà tutto bene”!
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Video Reggio Emilia deserta dal drone di Marco Pesci: https://www.youtube.com/watch?v=M6HdMJ-mSmw
Video auto con megafoni:
sissa https://youtu.be/9nYpLedfLj4
Felino: https://youtu.be/pd7A3p45bnI
Video Parma deserta Francesca Bocchia:
https://youtu.be/mHsEb7Rlk9Q
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