Lunedì, 23 Marzo 2020 12:02

Rischi per Diritti e Privacy che cedono il passo all’emergenza In evidenza

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di Mario Vacca Parma 23 marzo 2020 - I cambiamenti che vengono concepiti durante un’emergenza solitamente sopravvivono alla fine della stessa divenendo pian piano una consuetudine.
Ne abbiamo avuto ampio esempio a seguito degli attentati terroristici attuati nei vari paesi europei il cui risultato è stato un drastico aumento dei tempi di controllo negli aeroporti o nelle stazioni e l’implementazione del registro dei viaggiatori.

Nell’ultimo periodo si assiste invece ad un conflitto tra Privacy del cittadino da un lato ed utilizzo dei Big Data o dell’intelligenza artificiale dall’altro. Di fronte all’emergenza sanitaria Asstel (associazione che rappresenta le imprese della telecomunicazione) si è detta pronta a mappare gli spostamenti per riuscire a dare un apporto nella lotta alla diffusione del coronavirus; quindi big data e “prodotti simili di analisi di grandi quantità di dati” come sostegni di una strategia che attraverso i dati generati dalle telecomunicazioni potrebbe beneficiare di analisi relative a presenze, mobilità e flussi. Per il momento in Italia i dati sarebbero comunicati ed utilizzati soltanto in forma aggregata e generalizzata partendo dagli smartphone.

La tecnica è stata utilizzata con successo in Corea del Sud ed in Cina (benché nel primo Paese l’utilizzo dell’app è stato palesato e facoltativo) . Il tema è da maneggiare con estrema cautela, la questione della privacy resta quindi uno degli argomenti più importanti del tavolo richiesto con le TelCo da Alessandro Morelli presidente della Commissione Tlc alla Camera “Big Data contro Coronavirus”.

Contrariamente a tutti i pregi che tali mole di dati posso apportare alla lotta contro il virus occorre pensare a cosa accadrà dopo l’emergenza, come tutti questi dati verranno trattati ed a quale fine, non dimenticando – come scrive il professore di Political Science dell’Università degli Studi di Milano - che “Big Data ed intelligenza artificiale sono parte integrante per alimentare quello che in letteratura viene chiamato totalitarismo post-moderno che non ricorre più in modo visibile alla repressione esplicita, ma sceglie metodi più soft, meno problematici e più efficaci”.

In conclusione bisogna studiare molto attentamente la possibilità di abolire diverse disposizioni della legge sulla privacy al fine far circolare informazioni e dati nel tentativo di sconfiggere il coronavirus o affrontare qualsiasi altra emergenza perché “una volta che si abolisce qualcosa, tornare indietro non è mai facile” ed al momento non abbiamo alcuna notizia di quale sia il trattamento che questi dati potranno ricevere al termine dell’emergenza.

(PH. Francesca Bocchia -"al tempo del Coronavirus") 

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