E’ il dubbio che mi ha spinto ad raggiungere diversi obiettivi, nell’evitare molti errori non credendo immediatamente “all’oro che luccica” ed è quello stesso dubbio che non mi permette di avallare chi porta avanti la lotta al contante. Certo, sono un fervente sostenitore della legalità, ma non ho mai creduto che la lotta al contante serva per combattere la criminalità che non muore ma si trasforma.
Pochi giorni dopo l'invasione dell'Ucraina e le prime sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali, lunghe file di persone si sono formate in Russia fuori gli sportelli bancari e gli ATM, i cosiddetti "bancomat". Scene simili si sono viste anche in Ucraina e presso le filiali nei paesi dell'Unione europea di alcune banche russe. Una classica corsa agli sportelli.
E’ lecito domandarsi il motivo per il quale i risparmiatori corrono a ritirare contanti o, addirittura, a svuotare il conto corrente.
Il primo motivo è la paura di perdere i risparmi a causa di una possibile crisi della banca dove sono depositati e, quindi, l'idea di metterli (relativamente!) al sicuro.
Le banche sono solitamente molto solide, ma in circostanze eccezionali, possono entrare in crisi. Spesso, il solo fatto che le persone corrano a ritirare i contanti può mettere le banche in seria difficoltà.
Un altro motivo della corsa a ritirare contante è probabilmente dovuto al timore di possibili difficoltà nell'effettuare pagamenti con mezzi elettronici (carte, bonifici, app). Quando tutto funziona, sono comodissimi e sicuri, ma i pagamenti elettronici hanno bisogno di complesse infrastrutture per funzionare, che, ad esempio, richiedono il funzionamento della rete elettrica. Appare evidente come in una zona di guerra, quale oggi l'Ucraina, il contante come precauzione o come unico mezzo di pagamento disponibile svolga un ruolo essenziale. In Russia, i grandi circuiti di pagamento internazionali, Visa, Mastercard e American Express, hanno sospeso le operazioni rendendo inutilizzabili molte carte di pagamento e molte app che su tali carte spesso si appoggiano (tipo Apple Pay e Google Pay).
E’ questo caso che mi ha spinto ad elaborare l’articolo che state leggendo. Qualche giorno fa ho letto in un social uno scritto intitolato “Un Nuovo Che Guevara Contro le Banche Assassine: La Rivoluzione del Popolo per la Libertà Finanziaria” inizialmente senza darvi peso, in primis per non aver trovato il nome di chi lo avesse redatto. Per completezza ne riporterò il testo in calce all’articolo. Dopo neanche 24 ore, mi giunge da un istituto di credito la comunicazione relativa all’interruzione dei servizi di pagamento dovute a cause imprecisate:
Gentile Cliente,
le comunichiamo che giovedì 28 novembre si è verificata un’interruzione dell’infrastruttura di comunicazione di Worldline, fintech che gestisce soluzioni di pagamento in Europa, con ripercussioni importanti sui servizi di pagamento in Italia. Al momento si stanno verificando problematiche relative a:
- operazioni effettuate tramite carte di pagamento;
- pagamenti POS;
- prelievi presso ATM;
- mancata ricezione di bonifici in ingresso e mancato regolamento dei bonifici in uscita effettuati dal 28.11.24;
- mancata ricezione e invio di addebiti diretti SDD;
- problematiche in ricezione di Instant Payments.
Specifichiamo che il problema non è legato all’infrastruttura di Banca XXX e questo ci impedisce di fornire delle tempistiche di risoluzione. Inoltre, segnaliamo che il Servizio Clienti sta ricevendo molte richieste e questo potrebbe allungare i tempi di risposta.
Restiamo a disposizione per assisterla nella gestione di eventuali problematiche riscontrate e le forniremo aggiornamenti non appena disponibili.
Ci scusiamo per il disservizio e porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Dinanzi all’impotenza di poter effettuare diverse operazioni, ma anche di poter prelevare il contante allo sportello, non ho potuto trattenermi dallo scrivere due riflessioni. Partendo da quanto letto.
Il contante, in circostanze eccezionali, può diventare una riserva di valore ed uno strumento di pagamento essenziale, anche nell'economie moderne dove l'uso degli strumenti elettronici è sempre più diffuso, dall’altra parte, tale utilizzo estremo dei pagamenti elettronici espone al rischio di un monitoraggio continuo di terze parti, che utilizzano tali dati per profilare usi ed abitudini della persona, tracciare le disponibilità economiche, etc. E se questi dati vengono rubati cosa succede? A quanto pare è proprio il caso del problema che ha generato il blocco poc’anzi riportato e comunicato dall’Istituto di Credito.
Bisogna meditare, va bene utilizzare i pagamenti elettronici ma senza limitare o addirittura eliminare l’uso della moneta fisica.
Segue lo scritto comparso sui social:
“Un Nuovo Che Guevara Contro le Banche Assassine: La Rivoluzione del Popolo per la Libertà Finanziaria”
Immaginate un uomo, un leader del popolo, un nuovo Che Guevara. Non un rivoluzionario armato, ma un guerriero della giustizia economica. Un uomo che si erge contro le banche, quegli usurai legalizzati che strangolano le famiglie, distruggono le piccole imprese e trasformano il denaro in un’arma contro i cittadini. Un uomo che accende la fiamma della rivolta contro una dittatura invisibile, quella digitale, che promette comodità ma nasconde un controllo totale.
Le Banche: I Nuovi Oppressori
Le banche non sono più semplici istituzioni finanziarie. Sono diventate il simbolo dell’arroganza del potere economico, uomini senza fede, privi del senso della collettività. I recenti disservizi ai sistemi di pagamento digitali sono solo la punta dell’iceberg. Mentre predicano innovazione, seminano precarietà. Mentre spingono per un mondo senza contante, costruiscono prigioni digitali in cui il popolo è controllato e vulnerabile.
Questi moderni oppressori non si fermano. Impongono il POS come obbligo, criminalizzano l’uso del contante, e spingono verso una società in cui ogni transazione è monitorata, tracciata, tassata. Ma questa loro avidità non è senza conseguenze. Come Che Guevara si scagliava contro gli imperialisti del suo tempo, oggi il popolo ha bisogno di un condottiero che sfidi gli imperatori del denaro.
Il Contante: L’Arma della Libertà
Il contante è molto più di un pezzo di carta o una moneta. È l’ultimo baluardo di libertà in un sistema economico che tenta di renderci schiavi. Quando le reti digitali crollano, il contante resta. Quando le banche si rifiutano di concedere prestiti, il contante circola. È l’ancora che tiene a galla la dignità delle persone.
Ma non basta preservarlo: bisogna trasformarlo in un simbolo di resistenza. Come la bandiera rossa del Che, il contante deve diventare il vessillo di chi non si piega, di chi rifiuta di essere un numero nei bilanci di una banca.
Un Appello alla Rivoluzione
Questo nuovo Che Guevara non sarà solo. Sarà sostenuto da un popolo stanco, esasperato, tradito. Famiglie che vedono i loro risparmi svanire, commercianti strozzati dalle commissioni sui pagamenti elettronici, giovani che non riescono a costruire un futuro. Sarà un movimento che combatterà con l’arma più potente: la consapevolezza.
Questa rivoluzione non si limiterà alle parole. Sarà fatta di gesti concreti: pagamenti in contante come atto di disobbedienza, boicottaggi contro le banche usuraie, sostegno a leader politici che difendono il diritto alla libertà economica. Sarà un grido collettivo che dirà: “Non ci avrete mai come schiavi digitali!”
Il Futuro Appartiene al Popolo
Che Guevara diceva: “Sii sempre capace di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo.” Oggi, l’ingiustizia è davanti ai nostri occhi: sono le banche che tolgono, il governo che tace, il sistema digitale che ci controlla. Ma un popolo unito può vincere ogni battaglia.
Il tempo dell’attesa è finito. È ora che il popolo si alzi, che reclami il contante come simbolo di libertà e che dica basta a un sistema che ci vuole solo servi. È ora di trovare il nostro nuovo Che Guevara, un leader che non teme di sfidare le banche assassine e di lottare per un futuro più giusto. Perché il denaro è del popolo, e il popolo non si piegherà mai!
(*) La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di "start-up", M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell'innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati alla carità ed alla fratellanza anche attraverso club ed associazioni locali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”
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