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Domenica, 22 Luglio 2018 15:23

Tutta colpa di “Alfredo”... Salvini

Ma che brutto spettacolo quello che la politica & C. ci sta offrendo. Dalle morti in mare alla bufala dell'OMS la compagine politica sta mostrando il peggio. Meglio sarebbe spegnere gli smartphone e accendere i cervelli.

di Lamberto Colla Parma 22 luglio 2018 -
L'ennesima bufala scatena il putiferio e dà il là a sciogliere le lingue contro il Governo e Salvini in particolare.

A onor del vero lo stesso Matteo Salvini, sempre pronto a schiacciare sulla tastiera di Twitter, è stato indotto a reagire pesantemente contro la notizia, attribuita all'ONU e all'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) secondo cui il Parmigiano Reggiano, l'Olio Extra Vergine di Oliva e vari altri prodotti dell'eccellenza alimentare nazionale, sarebbero da paragonare al "fumo delle sigarette" e perciò tassabili e etichettabili con diciture e immagini analoghe a quelle orribili che fan bella vista pacchetti di sigarette.

"Parmigiano reggiano, twittava Matteo Salvini il 18 luglio, ma anche prosciutto, olio, pizza e altre eccellenze italiane dannose come il fumo??? All'Onu sono matti, giù le mani dai prodotti italiani!"

Una ghiotta occasione per sparare contro le azioni del Governo e attribuire ad esso anche questa responsabilità, oltre ai 947 morti nel mediterraneo (peraltro circa 1/5 del 2016 e la metà del 2017).

Così il web si è scatenato e messaggi del tipo "Non sarà - per caso - che queste nuove idee salutistiche sono collegate all' incredibile atteggiamento sovranista e negazionista del nostro nuovo governo, che ogni giorno dà lezioni a tutto il mondo su qualsiasi argomento ben farcite di arroganza (e ignoranza economico sociale)..."
hanno preso possesso dei social, spesso affiancati alla discussione sull'accordo CETA stipulato poco più di un anno fa tra Canada e UE.

Ma sopra a tutto c'è da dire che la notizia è una "BUFALA" terribile, e ancor più terribile è la genesi, involontaria scaturita da una pessima interpretazione e poi diffusione, attraverso gli organi e le agenzie di stampa (non solo WEB e social!), delle raccomandazioni dell'ONU e dell'OMS riguardo le "Non communicable diseases" (NCDs)
ovvero quella gamma di malattie (cardiovascolari e tumorali) derivanti dagli stili di vita e non da agenti patogeni (Leggi il Foglio "Bufatlite Cronica sull'OMS" di Giordano Masini del 19 luglio 2018).

Così si è montati tutti in gara a chi la sparava più grossa contro l'ONU, l'OMS, e ovviamente "Alfredo", colpevole di tutto ciò che di peggio sta accadendo nel mondo intero.

Come se il piccolo statista italiano, che sia Salvini, Di Maio, Renzi, Mattarella, Letta (Giani e Enrico) piuttosto che Monti o qualunque altro delle precedenti prima e seconda repubblica, fosse accreditabile a essere un soggetto influente nella politica internazionale, al punto tale che una sua dichiarazione verbale possa scatenare una guerra, seppur commerciale.

Non illudiamoci, non contiamo nulla e conteremo sempre meno se le reazioni saranno di questa natura.

Invece di fare fronte comune e dimostrare che l'Italia è una, solida e coesa nelle questioni che riguardano il proprio popolo, le proprie imprese e le proprie tradizioni, si è scatenata una guerra in"civile" offrendo uno spettacolo a dir poco vomitevole.

Al contrario Trump ha immediatamente preso le difese della loro GOOGLE sanzionata dalla UE con quasi 5 miliardi di € per "abuso di posizione dominante".

Noi al contrario siam capaci di scatenare il caos sulla base di una "BUFALA". Complimenti a tutti!

 

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Domenica, 15 Luglio 2018 09:56

ONG e migranti, qualcosa non torna.

Dalla vicenda dell'ammutinamento sul rimorchiatore Vos Thalassa qualcosa da imparare ci sarebbe. Un campanello d'allarme da tenere in considerazione. La storia sugli inquietanti rapporti tra alcune ONG e gli scafisti era già stata portata alla luce anche in passato.

di Lamberto Colla Parma 15 luglio 2018 -

"Abbiamo le prove dei contatti tra scafisti e alcuni soccorritori" - Il procuratore di Catania (Carmelo Zuccaro - ndr): "Ci sono telefonate con chi organizza gli sbarchi e gruppi finanziati da personaggi discutibili. Ma deve intervenire la politica".

Era il 23 aprile 2017 e a riportare quelle dichiarazioni era "La Stampa". Dal 2013 il procuratore di Catania stava indagando sull'ipotesi che vi fossero accordi tra trafficanti di esseri umani o scafisti che dir si voglia e alcune ONG. "Su Ong come Medici senza frontiere e Save the Children davvero c'è poco da dire, affermava il procuratore catanese, discorso diverso per altre, come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte".

Una precisa e netta distinzione tra Ong buone e Ong cattive che non lasciava dubbi sul fatto che sarebbe stato indispensabile intraprendere un nuovo indirizzo politico sulla vicenda dei migranti a salvaguardia degli esseri umani e delle ONG stesse.

"Abbiamo evidenze - sottolineava Zuccaro - che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti, non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all'improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati".

Ma la politica non intervenne, non si volle scindere "il bene dal male" e le ONG, la cui etica è tutta da ricercare, addirittura prendevano in giro il nostro Governo esponendo bandiere di cattivissimo gusto, come la nave tedesca Juventa che metteva in bella vista un'elegante "Fuck Irmcc" (l'Irmcc è il centro ci coordinamento italiano).

Molti quindi gli elementi che giustificano il cambio di marcia, imposto da Matteo Salvini, sulla questione del complesso scenario che vede coinvolti i migranti, le ONG e i rapporti con gli alleati.

E non si capisce la ragione per la quale qualcuno vorrebbe che tutto il marcio restasse ancora ben nascosto.

Più si attende a intervenire e più pericolosa si fa la questione. L'episodio dei giorni scorsi che ha visto coinvolto il rimorchiatore "Vos Thalassa" è un elemento da considerare con molta attenzione e bene ha fatto il Ministro dell'Interno a far fare delle indagini direttamente sulla nave militare Diciotti intervenuta a seguito del sequestro dell'equipaggio del rimorchiatore che aveva tratto in salvo i 67 naufraghi, poi "ammutinati".

"Se non ci fai sbarcare in Italia, ti ammazziamo" questa sarebbe una delle frasi indirizzate all'equipaggio della Vos Thalassa da parte di alcuni facinorosi migranti che non volevano essere riconsegnati alle autorità libiche.

Forse è veramente il tempo di usare maggiore determinazione a beneficio di tutti, richiedenti asilo e migranti economici compresi.

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Domenica, 08 Luglio 2018 08:03

L’ultima zampata di Marchionne?

All'orizzonte una alleanza strategica tra FCA e Hiundai che porterebbe il nuovo gruppo a svettare sul mondo dell'automotive. A tecnologia e centri di ricerca coreana si affiancherebbe l'appeal dei marchi FCA.

di Lamberto Colla Parma 8 luglio 2018 -

Si chiude il sipario per Sergio Marchionne alla guida di FCA. Sarà il 2019 l'anno che segnerà la fine dell'era Marchionne, ma c'è da esserne certi, l'originale AD italo - canadese riuscirà a sorprendere tutti con una uscita di scena eclatante, da prima donna del palcoscenico. Intanto, come promesso a gennaio scorso, è riuscito a azzerare il debito del gruppo, annunciando una posizione netta industriale positiva.

Non ha mai fatto segreti di essere interessato a una fusione con GM, alla cui guida c'è saldamente quella Mary Barra, che dall'alto dei suoi quasi 23 milioni annui di stipendio, guarda tutti i CEO dall'alto al basso. Una fusione che molto probabilmente avrebbe fatto molto piacere anche allo stesso Trump. Un invito a "cena" per ora sempre declinato dalla "Signora" di Detroit che in tutta risposta, lo scorso anno, decise di cedere Opel ai francesi di PSA.

Nelle ultime ore invece sembra più plausibile l'ipotesi di un interessamento di Hiundai.

Alcuni rumors indicavano, già un anno fa, la possibilità di alleanze nel segno delle tecnologie a idrogeno, piuttosto che a una, poco convincente, ipotesi di trasferimento al colosso coreano del solo marchio JEEP.

Col passare delle ore invece si starebbe concretizzando l'idea di una acquisizione da parte del gruppo di Seoul (quinto mondiale nell'automotive) di FCA, che invece sta guidando le classifiche per valore.

Hiundai, che controlla anche Kia, è un mega gruppo multisettoriale che controlla diverse risorse strategiche per una impresa automobilistica. Oltre alla forte capacità di accedere a delle ingenti risorse finanziarie, Hiundai, ha accesso diretto a tecnologie di punta (robot industriali ed elettronica, ad esempio) e persino a materie prime come l'acciaio. Hyundai Steel, infatti, è una vera e propria major dell'acciaio, quindi partner chiave per una industria automobilistica.

Se da parte coreana c'è valore finanziario e una alta gamma di proposte, soprattutto del segmento SUV, Hiundai sconta invece un minor appeal dei propri prodotti che invece riceverebbe in dote da FCA grazie ai marchi , Alfa Romeo, Jeep e Maserati ad esempio.

Insomma, per quello che era una realtà automobilistica tutta italiana, oggi invece con sedi a Londra e in Olanda, si prospetta una nuova e florida stagione che potrebbe coincidere con il passaggio di consegne tra Sergio Marchionne, che anche recentemente ha dichiarato di essere stanco, e il suo successore di cui si saprà il nome solo nel 2019.

Unico neo è che i soldi dei contribuenti italiani, sin dai tempi della "prima rottamazione" sono finiti nelle tasche altrui e non son serviti per creare occupazione e benessere nazionale.

Chissà che presto o tardi torni di moda l'orgoglio nazionale!

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(Foto Quirinale - 2016- presentazione della nuova Giulia al presidente della Repubblica)

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Domenica, 17 Giugno 2018 09:09

Ma che splendidi alleati (4)

Ipocrisia dominante e scellerati attacchi a una nazione "amica". Questa è l'europa degli "Antipopulisti" dei leader, stupidi e arroganti, dell' "Europa che non c'é", parafrasando la canzone di Edoardo Bannato, "L'isola che non c'è".

di Lamberto Colla Parma 17 giugno 2018 -

E' stato sufficiente un commento, appropriato e assolutamente elegante, del portavoce Attal del presidente francese Emmanuel Macron per ricompattare tutta l'Italia, per di più orfana della nazionale di calcio che è il vero e quasi unico collante dell'unità d'Italia.

"Vomitevole" è la parola utilizzata da Attal nei confronti del Governo Italiano in occasione del caso "Aquarius". Il suo primo pensiero, ha dichiarato nell'intervista televisiva, è verso le donne incinta e i bambini ospiti della nave "respinta" nel mediterraneo.

E' certamente lo stesso pensiero che hanno avuto i gendarmi francesi, lo scorso febbraio, meno di 120 giorni fa, quando avrebbero avuto l'occasione di salvare una madre incinta, pronta al parto, e invece venne respinta alla frontiera di Bardonecchia. La donna, colpita anche da una massa tumorale che le impediva di ben respirare, è infine morta, un mese dopo, all'ospedale di Torino dove era stata portata d'urgenza.

"Abbiamo soccorso la signora che era in evidente stato di difficoltà non solo per la gravidanza ma anche per una voluminosa massa tumorale che non le consentiva di respirare bene. Tutti i giorni i gendarmi francesi respingono donne, bambini e malati senza guardare in faccia a nessuno. Spesso mandano indietro anche persone con tutti i documenti in regola, attaccandosi a dei cavilli." Parlava così, ai mircofoni di Radio Capital Paolo Narcisi, presidente dell'associazione Rainbow4Africa che aiuta i migranti che vengono bloccati al confine con la Francia mentre tentano di passare.

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Pochi giorni dopo il decesso della donna, non paghi della loro fama e "Humanitè", cinque agenti delle dogane francesi hanno fatto irruzione armati in una sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, costringendo un migrante nigeriano, sospettato di essere uno spacciatore, a sottoporsi al test delle urine.

"Legalitè e humanitè" sono sempre al primo posto tra i pensieri francesi; questo è evidente. Così come, correva l'anno 2011, quando la Francia attaccò, peraltro senza alcuna autorizzazione internazionale, Gheddafi per impadronirsi del petrolio libico gettando nel caos la Libia. Le conseguenze di quella scelta scellerata sono ancora visibili.

Infine un "promemoria" anche alla Spagna che ha dimenticato di contare i proiettili sparati contro i tentativi dei migranti di calpestare le loro coste. Era il 3 ottobre 2005 quando il premier socialista spagnolo Zapatero diede ordine di presidiare le coste e sparare ai migranti. Cinque morti e un centinaio di feriti.

In conclusione, giusto per sottolineare l'ipocrisia politica che attraversa tutta l'europa, certa politica italiana compresa, mentre tutti si preoccupavano delle condizioni dei migranti ospitati nella nave Aquarius, che certamente non una "carretta dei mari", assistiti da medici e riforniti di viveri, l'ennesima tragedia del mare, con decine di migranti affogati in prossimità delle coste africane finisce fra le brevi di cronaca così come i circa 1000 sbarcati a Catania (due già morti) e salvati da 7 operazioni della Guardia Costiera.

L' "Europa che non c'é" - Ma che splendidi alleati!


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(Foto Presidenza del Consiglio - http://www.governo.it/media/il-presidente-del-consiglio-conte-al-vertice-g7-canada/9525 )

(Bennato: https://youtu.be/HypyE4wHGgY )

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Domenica, 10 Giugno 2018 07:08

Che confusione! Peggio il PD o la NATO?

Le crisi identitarie ormai sono un malessere che contamina tutti, dal PD alla NATO attraversando anche i partiti tradizionali. La confusione e la banalizzazione sono i temi dominanti dell'attualità.

di Lamberto Colla Parma 10 giugno 2018 -

In attesa di poter disporre di elementi utili per giudicare il comportamento del nuovo, quanto originale, Governo Conte, non possiamo non rilevare come da parte delle "sinistre" gli attacchi siano violenti e quasi sempre imperniati sulla questione "democratica".

Una volta l'accusa è di essere una compagine di Governo con al suo interno elementi "fascisti" e un'altra volta il PD si erge a ultimo baluardo della resistenza democratica. Il segretario reggente e ex Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina così si esprimeva lo scorso 1 giugno: "Noi saremo l'alternativa. Noi popolari alternativi ai populisti. Noi europeisti alternativi ai nazionalisti. Serve un nuovo patriottismo democratico per battere gli estremisti. Noi siamo il popolo, noi siamo il popolo!"

Stesse corde toccate durante la discussione sulla fiducia al Governo dove l'apice fu raggiunto da Graziano Del Rio. Il filosofo Diego Fusaro, la cui collocazione "marxista" è nota a tutti, così commentò questo ennesimo sproloquio di un alto rappresentante dell'ex governo:

""Piersanti si chiamava, Piersanti!". In questo disperato e disperante grido di Graziano Delrio è racchiusa tutta la pochezza, tutta l'impotenza, tutta l'insignificanza, tutta l'irrilevanza delle sinistre. Che letteralmente nulla hanno più da dire. Esse hanno tradito i lavoratori per difendere i dominanti, hanno abbandonato la lotta contro l'imperialismo per appoggiare l'imperialismo stesso. Esse pensano di essere la soluzione al problema. E invece sono il problema stesso."

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Per meglio identificare la figura di Fusaro, già nel novembre del 2014,, di sé stesso diceva: "Mi muovo nel solco della tradizione dialettica Hegel-Marx: dalla parte del lavoro contro il capitale, dalla parte dell'umanità contro le merci. Poi se uno è confuso, che sia di destra, sinistra o centro, è un problema suo".

A quanto pare di confusione identitaria è piena l'Italia così come il resto mondo che dal giorno del crollo del muro di Berlino non ha più trovato riferimenti chiari, sia nell'ambito dei valori (di destra o di sinistra come era all'epoca dei due blocchi) sia nell'ambito dell'identificazione dei nemici e degli amici, consentendo così all'allargarsi di posizioni estremiste e radicali in ogni parte del mondo.

E in questo stato confusionale diffuso, qui in Europa, buona parte della responsabilità della crisi Ucraina / Russia la si deve alla NATO e alla sua ingorda velleità espansiva verso est. Una minaccia per la Russia che Putin non ha più potuto tollerare a causa della estrema riduzione della zona franca di sicurezza a a "difesa" di Mosca. Una situazione di tensione internazionale alla quale si aggiungeva la questione tutta interna che vedeva la Crimea (regione ucraina dal 1954) opporsi alla scelta di passare nel blocco occidentale.

Una posizione antica, tant'è che la decisione del leader sovietico Nikita Chruščёv del 1954 è stata permanentemente osteggiata da gran parte della popolazione di origine russa.

Da qui la guerra civile ucraina e le sanzioni verso la Russia volute e mantenute dalla NATO ma i cui riflessi economici negativi ricadono prevalentemente sull'Unione Europea.

Comunque, nessuno del mondo occidentale si sdegnò quando,nel 1995, le forze speciali ucraine (SBU) e le forze armate ucraine (ZSU) sbarcarono in Crimea, a Sebastopoli, per ristabilire «la legge e l'ordine dell'Ucraina» prendendo con la forza la sede del Consiglio Supremo della Repubblica, nel quale si trovava il quartier generale del Presidente in carica della Crimea, Yuriy Meshkov, e chiesero che gli venisse consegnato.

Insomma oggi il PD fa opposizione dura alle ipotetiche intenzioni di un Governo che ancora deve partire e la NATO continua nel voler espandersi a EST nonostante gli accordi del 1992 e soprattutto in contraddizione con la sua istituzione che era di Difesa e non certo espansiva.

NATO prima e dopo

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Domenica, 25 Marzo 2018 09:20

La gran farsa della “privacy”

Controllati, spiati giorno e notte in barba alle dichiarazioni di diniego d'utilizzo dei dati sensibili, e pure la Foto di Classe rischia di sparire a causa della privacy.

di Lamberto Colla Parma 25 marzo 2018 -
Siamo costantemente obbligati a sottoscrivere moduli connessi alla privacy e a autorizzare l'uso dei propri dati personali, sensibili o meno, per ogni più insignificante transazione economica o partecipazione alla vita sociale.

La "privacy" sembra essere diventata un'ossessione.

Poi, se si alza la testa dallo smartphone, si scopre che ogni passo è controllato da una videocamera di sorveglianza privata o pubblica. Il percorso autostradale è tracciato dalle telecamere di ingresso, uscita e ogni 10 chilometri dai "tutor".
La semplice operazione di prelievo dal bancomat è video-registrata e le tessere di raccolta a punti altro non sono che eccezionali metodi di analisi dei comportamenti di spesa, segmentati per area geografica e perfettamente individuati nell'anagrafica personale.

Tutti noi siamo straregistrati e iper monitorati nonostante il continuo diniego al consenso d'uso dei dati personali, al punto tale che dopo una navigazione in internet, alla ricerca di un prodotto o una visita fisica a un centro commerciale, ecco che veniamo immediatamente tampinati da pubblicità del prodotto poco prima ricercato o dalle offerte promosse dal centro commerciale.

Il consumatore è nudo e indifeso da non accorgersi nemmeno più di questa stretta sorveglianza alla quale è sottoposto.

Però la privacy è sacra!
E allora ecco che ogni tanto un nuovo "talebano" della privacy riesce a far parlare di sé.
Il più recente, e forse anche ridicolo, è quel dirigente scolastico fiorentino che ha vietato, per questione di privacy ovviamente, la foto di classe.

Una delle tradizioni della infanzia e della adolescenza che ha emozionato generazioni e generazioni. Quella cartolina, in bianco e nero al tempo delle mie elementari e medie, poi già stampata a colori al liceo, commentata, spesso in modo molto originale, e autografata sul retro da tutti i compagni di classe, rischia l'alienazione in favore della privacy.

Se invece ci fosse qualcuno disposto a "comperare" il prodotto "foto di classe" per farne un ottimo affare, sono sicuro che si troverebbe la scappatoia di aggirare l'ostacolo etico e formale.

Sappiamo tutti, infatti, che ogni nostro movimento viene registrato e catalogato e infine venduto alle aziende di marketing che a loro volta ne fanno uno strumento commerciale che rivendono alle aziende clienti sotto forma di consulenza di marketing e/o di comunicazione.

Ecco quindi che lo scandalo Facebook, altro non è che la vendita di un proprio servizio. L'unica differenza, sempre che venga accertata, è che il cliente era un politico rampante invece di una azienda commerciale e comunque, almeno alle prime battute, non sembra esserci stato dolo o illeciti vari.

Dolo e illeciti invece erano ben emersi nello scandalo Telecom ai tempi in cui l'azienda telefonica era guidata da Tronchetti Provera (Pirelli).
Era il 2005 quando scoppiò lo scandalo dei "dossier", raccolti attraverso intercettazioni (molte delle quali non autorizzate ovviamente) a favore di vari esponenti dell'industria, di manager, dell'editoria ecc..., effettuati attraverso Telecom e coordinati da vari professionisti , un tempo al soldo dei servizi segreti (SISMI o SISDE). Un'azione di "dossieraggio", in alcuni casi ben condito da falsità utili a "far fuori " il nemico come ad esempio il caso di un ex alto dirigente della Coca-Cola.

Cosa vogliamo dire sulla riservatezza dei documenti custoditi nei tribunali e le fughe di notizie che raggiungono prima la "stampa" del diretto interessato"?

E stiamo qui a discutere sulla foto di classe!

Concludendo, è tutta una gran farsa, utile a affibbiare responsabilità e sanzioni per questioni formali piuttosto che a salvaguardare l'interesse privato del cittadino comune, il più indifeso e impossibilitato a proteggersi. Quello stesso che prima o poi incapperà in qualche sanzione per aver fatto un selfie dove, inavvertitamente, ha inquadrato un ladro in azione senza aver ottenuto dallo stesso la liberatoria.

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Il caso della ex spia doppiogiochista russa, avvelenata con la figlia nei giorni scorsi a Londra, sembra uscita dalla fantasia di Ian Fleming, l'autore della fortunata serie di spionaggio, "007" (James Bond).

di Lamberto Colla Parma 18 marzo 2018 -
Dalla location, Londra, all'arma utilizzata, un agente Nervino, sembrano elementi scelti ad arte per attrarre l'interesse mediatico e orientare la presunta colpevolezza verso la Russia, tornata prepotentemente e inspiegabilmente alla ribalta come nazione nemica dell'occidente.
Così, USA e ovviamente Francia e Germania si schierano a favore di Sua Maestà la Regina Elisabetta sottolineando come "L'attacco del 4 marzo è il primo caso di uso offensivo di un agente nervino in Europa dalla seconda guerra mondiale, ed è un attacco alla sovranità del Regno Unito".

La prima cosa che salta all'occhio è la stranezza dell'arma utilizzata, per il cui impiego occorre la mano di personale altamente qualificato. Il secondo fatto strano è che Il micidiale agente "nervino", nonostante la letale tossicità non sia riuscito nell'intento di uccidere l'ex agente KGB Sergei Skipral e la figlia Yulia, nella cui valigia sembra fosse stata nascosta la sostanza velenosa. Infine lascia perplessi che Russia abbia voluto lasciare una traccia così evidente del suo coinvolgimento.

Ma altrettanto incredibile sarebbe credere in una così goffa messa in scena da parte di qualche servizio occidentale allo scopo di mantenere accesa l'ostilità verso Putin, prossimo a essere rieletto.

Tutta una serie di elementi che fanno propendere per la posizione sostenuta dallo scrittore e attivista politico Eduard Limonov in un'intervista all'ANSA nella quale sottolinea che "Il caso Skripal è una messa in scena. La Russia non avrebbe avuto nessun tornaconto ad ammazzarlo, anzi: se fosse stato davvero pericoloso, non lo avrebbero liberato per poi tentare di ammazzarlo. Col nervino si muore in pochi minuti mentre lui invece è ancora vivo".

Comunque sia, il caso Skipral sta andando rovinosamente verso incomprensibili rotture diplomatiche, le ultime che dovrebbero interrompersi, anche in caso di conflitto.

Il fattore prudenza che avrebbe dovuto governare il caso sin dall'inizio, attivando ad esempio i corridoi diplomatici, non sia stato minimamente preso in considerazione, lasciando invece il campo alla comunicazione più avventata e orientata.
Al contrario invece, ecco che già a pochi giorni dal fatto avvenuto, emergere con sicurezza il coinvolgimento del "nemico" dell'occidente (La Russia non era più nella lista nera dal 1991) e senza rilasciare alcun documento che accerti la responsabilità russa, come ad esempio il tipo di agente nervino utilizzato e trovato sulla scena del crimine, il Regno Unito arriva addirittura a espellere 23 diplomatici. Una mossa che determinerà una reazione di pari violenza facendo arretrare il tempo all'epoca della cortina di ferro.

Nel frattempo il caso si sta ulteriormente allargando. Boris Berezovski, oligarca russo anti Putin, riparato da diversi anni in Gran Bretagna, è stato trovato morto nel suo appartamento lo scorso lunedi. Una coincidenza inquietante, seppure parrebbe di non doversi escludere l'ipotesi del suicidio per depressione, problemi economici e problemi cardiaci. Forse sarà così, ma certe coincidenze qualche dubbio lo pongono.

In conclusione, lo scacchiere internazionale rimane a altissima tensione. Mentre sembra raffreddarsi il fronte Coreano, quelli medio orientale e europeo, al contrario, trovano sempre nuovo carburante per essere alimentati.

Una domanda sorge spontanea: "a chi giova tutto ciò?" Non certamente all'Europa e alla sua unità sempre più lontana.

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Domenica, 11 Marzo 2018 10:04

Elezioni 2018 - “Annamo bene, propio bene”

4 marzo 2018 - il ritorno delle comiche. Dal tagliando antifrode che "frega" Bersani alle code ai CAF di gente che chiede il modulo per fare richiesta del reddito di cittadinanza.

di Lamberto Colla Parma 11 marzo 2018 -

Non sembra proprio che tutto abbia girato secondo copione. Da una legge elettorale (Rosatellum, dal nome dell'On Rosato - PD) che avrebbe dovuto mettere fuori uso il M5S e invece lascia fuori il partito di Governo, al tagliando antifrode che mette fuori il voto di Bersani, alla composizione del Parlamento che non consente a nessuno di governare con una certa stabilità salvo rimangiarsi gli slogan della campagna elettorale.

In attesa delle decisioni di Sergio Mattarella guardiamo il lato comico di questa tornata elettorale.

Due sono le immagini che rimarranno nella memoria a ricordare le elezioni 2018: l'attivista "Femen" che salta sull'urna a seno nudo mentre Berlusconi sta votando e la foto di rito di Pierluigi Bersani mentre infila la scheda elettorale nell'urna con il tagliando antifrode ancora ben in vista e saldamente attaccato alla scheda. Un voto in meno a sé stesso che comunque non avrebbe cambiato il volto della sconfitta personale. La "tenera" figuraccia di cui è stato vittima l'ex segretario PD non è rimasta isolata ma altri illustri colleghi sono stati colti dalla mala sorte.

Alessandro Di Battista, l'uomo immagine dei grillini, quello che si è fatto tutte le piazze a sostenere Di Maio, si è invece presentato al seggio sbagliato, dimenticando la circostanza di aver cambiato residenza qualche mese prima. Le immagini ritraggono un "Dibba" piuttosto imbarazzato mentre gli addetti al seggio cercano invano il suo nominativo nella lista degli aventi di ritto.

Molto meno grave, ma pur sempre imbarazzante, l'episodio capitato all'ex Presidente del senato Pietro Grasso, ripreso dalle telecamere mentre abbandona il seggio senza aver ritirato la carta di identità.

Ma la ciliegina sulle torta elettorale è stata messa da Bari e dintorni, una volta usciti i dati ufficiali che hanno visto stravincere il M5S al Sud. Centinaia di persone si sono presentate ai CAF e a 'Porta Futuro', il centro servizi per l'occupazione di Bari, a reclamare i moduli per fare richiesta del reddito di cittadinanza.

Quello che, a così poche ore dalle elezioni, poteva sembrare solo l'opera di qualche buontempone o una fake news confezionata ad opera d'arte dagli avversari sconfitti, è invece risultata una notizia vera, diramata dal sindaco Giovinazzi (Bari) e diffusa anche dall'agenzia ANSA .

Come direbbe la Sora Lella: "Annamo bene, propio bene!"
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(Foto Tempi moderni credit: Di movie studio - ebay, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29131104  )
(Video votazione Bersani: https://youtu.be/oEYEz0fkwZs )
(Video votazione Di battista: http://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13315027/alessandro-di-battista-sbaglia-seggio-cambio-residenza-umiliazione-da-andarsi-a-nascondere.html 

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Domenica, 31 Dicembre 2017 07:22

Sciolte le Camere e anche lo Ius soli.

Coscienze a posto e elettorato intonso. Molto meno "pericoloso" approvare la legge sul testamento biologico che dare soddisfazione allo Ius Soli.

di Lamberto Colla Parma 31 dicembre 2017 - La diciassettesima legislatura è finita. Come previsto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sciolto le Camere il 28 dicembre. Alle urne, quindi, si tornerà il 4 marzo del 2018, mentre la prima seduta del nuovo Parlamento sarà il 23 marzo per eleggere i nuovi presidenti, come deciso dal consiglio dei ministri.

E con lo scioglimento delle Camere si è dissolto anche lo Ius Soli al quale è stato preferito il "Testamento Biologico".

L'opportunismo elettorale ha avuto la meglio.

Molto meno "pericoloso" approvare la legge sul testamento biologico, che aprirà la strada al percorso che condurrà all'eutanasia, piuttosto che "scontentare" quella parte consistente di elettorato che ancora non è pronta per "digerire" il riconoscimento della cittadinanza ai figli nati in Italia da coppie immigrate.

E pensare che, solo a ottobre, tre leader del PD (Renzi, Gentiloni e Veltroni), nella iper-mediatica occasione della ricorrenza del l decennale del partito (2007 - fusione tra DS Margherita), avevano dichiarato che era "centrale il Sì allo Ius Soli".

Alla fine, invece, lo scorso 23 dicembre, nell'ultima seduta pre-natalizia, anche 29 senatori (su 89) del PD e 3 su 16 del MPD si sono assentati dalle votazioni facendo così definitivamente franare l'ultima speranza di vedere approvato un provvedimento di cui quasi per un anno si è discusso e spesso ventilata la promessa d'approvazione o meno, pur di agevolare i lavori parlamentari e assegnare le numerosissime occasioni di fiducia al Governo.

20171228 8031 1Le coscienze, sempre che ancora ne esistano, sono state accontentate con un provvedimento etico dell'ultim'ora, seppure il meno influente in termini di voti.

Priorità quindi alla "campagna elettorale" vera e propria.
Già perché da oltre due anni abbiamo dovuto subire, una intensa quanto demagogica, inutile e banale, conflittualità dialettica tra i rappresentanti dei maggiori partiti e le frattaglie del Pd, prevalentemente incentrate a autocelebrarsi o a insultare gli avversari, piuttosto che a risolvere questioni riguardanti gli interessi dei cittadini.

Finito il "renzismo", almeno quello di governo palese, è stata la volta di Paolo Gentiloni che, molto meno incline del suo predecessore a fare annunci e promesse, ha saputo magistralmente tessere una tela di consensi raccogliendo così i favori sia all'interno del suo partito, il PD, sia di quella parte di sinistra che non si rispecchia nel nuovo percorso imposto da Matteo Renzi e forse anche da altra quota di moderati, qua e là sparpagliati nei vari schieramenti.

In silenzio e con l'aplomb da navigato politico della prima repubblica, Gentiloni è riuscito a cavalcare l'onda e a portare a termine i lavoretti di Renzi, lasciando a quest'ultimo lo spazio per raccontare le sue "favolette" in qualità di segretario del partito di riferimento governativo, ma riuscendo a tenergli testa nelle questioni più importanti come ad esempio la nomina del Governatore della Banca d'Italia.

Ma quello che maggiormente l'elettorato, da questa legislatura, pretendeva non si è concretizzato.
Alla tanto auspicata e peraltro più volte promessa di annullare o quantomeno ridurre i vitalizi dei parlamentari non si è avuto notizia. In compenso il 2018 porterà in dote un incremento di spesa di circa 952€ annui per famiglia.
Dalle bollette della luce ai pedaggi autostradali, passando per assicurazioni, servizi bancari, prodotti per la casa e spese scolastiche il portafoglio degli italiani, già abbondantemente alleggerito, verrà ancora una volta sfrondato.

Buon Anno e... che il 4 marzo ce lo mandi buono!

(Immagini dalla conferenza stampa di Paolo Gentiloni prima dello scioglimento delle Camere)

(per restare informati - editoriali )

Pubblicato in Politica Emilia