Hamilton domina la gara fino all'incredibile errore di strategia che consegna la vittoria a Rosberg ed il secondo posto a Vettel. -
Parma, 25 maggio 2015 - di Matteo Landi -
Dopo un gran premio di Spagna che ha visto la rinascita di Rosberg, finalmente vincente davanti al compagno di squadra, il gran premio di Monaco, vinto dal tedesco nelle edizioni 2013 e 2014, poteva essere l'occasione per consacrare il definitivo ritorno dopo un opaco inizio di stagione. Invece, sia in qualifica che in gara è risultato costantemente più lento di Hamilton. L'inglese ha vissuto un weekend da assoluto protagonista, pronto a fare il bello ed il cattivo tempo, fino a pochi giri dalla fine. Non si sa se per "arroganza", come l'ha definita Arrivabene, o semplicemente per una cattiva interpretazione di quello che stava accadendo in pista, al 66° giro Mercedes richiama ai box Hamilton, incontrastato leader del Gran Premio. La decisione è stata presa dopo che un terribile incidente fra Verstappen e Grosjean, entrambi illesi, aveva portato i commissari ad esporre il cartello della Virtual Safety Car, salvo rimangiarsi la scelta optando, pochi istanti dopo, per l'ingresso in pista della vettura di sicurezza. Da quest'anno, in considerazione delle condizioni che avevano portato al terribile incidente di Bianchi nello scorso gran premio del Giappone, è stata introdotta una nuova possibilità di neutralizzazione di gara, appunto la Virtual Safety Car: nel momento in cui viene chiamata in pista la "vettura di sicurezza virtuale" i piloti devono immediatamente rallentare andando ad una velocità imposta di assoluta sicurezza. Se il direttore di gara avesse mantenuto il regime di V.S.C. la scelta del box Mercedes non avrebbe cambiato le sorti di Hamilton, il quale avrebbe meritatamente vinto. Invece la sosta supplementare è costata all'inglese non solo la vittoria ma anche il secondo posto, a vantaggio di un Vettel ancora una volta bravissimo a farsi trovare pronto a sfruttare l'occasione.
Vettel: la forza della Ferrari
Il tedesco di casa Ferrari è stato impeccabile per tutto il weekend. In qualifica ha ottimizzato il potenziale della monoposto di Maranello, in leggera crisi a causa della bassa temperatura dell'asfalto, in gara è rimasto sempre a pochi secondi da Rosberg, il quale non si è mai innervosito nonostante la costante spina nel fianco. Sono stati così i piloti, ed i rispettivi box, che hanno sbagliato meno ad arrivare davanti a tutti. Per Rosberg si è trattata di una vittoria che lo avvicina ad Hamilton in classifica mondiale, per Vettel un secondo posto che lo tiene in lizza per il titolo e da morale alla squadra. L'altro ferrarista, Raikkonen, ha vissuto un weekend sottotono, penalizzato dall'ennesima qualifica poco convincente. Giunto sesto al traguardo, il finlandese, a ragione, richiama l'attenzione sul sorpasso subito da Ricciardo, il quale avrebbe meritato una sanzione soprattutto considerando la penalità di cinque secondi inferta ad Alonso, reo di aver spedito involontariamente contro le barriere Hulkenberg. Sorte che sarebbe potuta toccare anche a Raikkonen se non fosse stato abile a tenere la vettura in pista. La mancanza di uniformità di giudizio dei commissari è un fattore che non dovrebbe condizionare l'esito di un gran premio, anche se la storia della Formula 1 è ricca di decisioni dubbie che sono arrivate a stravolgere persino il risultato di più di un campionato del mondo.
McLaren finalmente a punti ma non con Alonso
Alonso ha così subito prima la scure della giustizia sportiva, poi un problema meccanico che lo ha privato dei primi punti mondiali. La McLaren però ha finalmente mosso la classifica grazie al piazzamento di Button, ottavo. McLaren-Honda, un tempo dominatori incontrastati dei gran premi, oggi davanti solo alla piccola Manor-Marussia.
Per i numeri, Rosberg fra i grandi
Chi ride è Rosberg: ringrazia la squadra che gli ha consegnato su un piatto d'argento un'insperata vittoria, la terza consecutiva sul cittadino più famoso del mondo, questo lo pone in assoluto fra i grandi della Formula 1. Il figlio d'arte dovrà però dimostrare di poter stare costantemente al vertice anche senza disgrazie altrui. Gioiscono anche Vettel e tutta la Ferrari, tornata vicina alla Mercedes a beneficio di un campionato che si spera possa rimanere combattuto fino alla fine.