Sulla bagnata Interlagos Verstappen impartisce lezioni di guida e vince, avvicinandosi al titolo. McLaren sciupona, Ferrari solo quinta con Leclerc ma contiene i danni.
di Matteo Landi
Pioggia, incidenti, sorpassi, scommesse strategiche che cambiano un'intera stagione, genio e crisi isteriche. Il GP del Brasile ha riportato lo show (quello senza DRS) in F1, esaltando il lato umano delle corse. Un ruolo fondamentale lo ha giocato il meteo sconvolgendo la pianificazione del weekend e le gerarchie di un campionato che vedeva ormai la Red Bull soccombere, sul piano prestazionale, a McLaren e Ferrari. La sprint race del sabato aveva confermato le forze in campo, con la McLaren a dettare legge, permettendosi anche di ordinare a Piastri di cedere la vittoria a Norris, lanciato alla conquista della preda Verstappen ferita da una vettura che ormai non l'assiste più a dovere. Dietro di loro la Ferrari di Leclerc, avvantaggiata da una penalità che faceva retrocedere Verstappen in quarta posizione davanti a Sainz. Sull'asciutto lo status quo sembrava chiaro: McLaren imbattibile, Ferrari a giocare in difesa su una pista a lei poco congeniale e Red Bull buona ma non eccezionale nelle mani di Verstappen, inesistente in quelle di Perez. Poi è arrivata la pioggia. Qualifiche rinviate alla domenica mattina, incidenti che condizionano il risultato, Norris in pole position, Verstappen solo 17esimo, al netto di una penalità di cinque posizioni in griglia da dover scontare in seguito alla sostituzione del motore endotermico. In prova Max si scalda al volante, la sua è una crisi isterica, in seguito ad una situazione che metterebbe al tappeto chiunque nelle sue condizioni. Un'annata vissuta in un team sventrato dalle polemiche, da guerre di potere intestine e dall'addio di Adrian Newey. I suoi pugni sul volante non sono altro che energia pronta a sprigionarsi in concentrazione massima da mettere in campo sulla bagnatissima Interlagos. Nella gara domenicale, quella che ricompensa con i punti grossi, Verstappen mostra il suo lato migliore, una classe che ha del genio, inscalfibile se non da quel nervosismo che a volte frega lo stesso olandese, ma oggi tenuto a bada. La McLaren crede di avere comunque la gara in pugno ed invece l'isteria che sembrava gettare nello sconforto Max dopo le qualifiche colpisce Norris e Piastri, dando un indirizzo deciso al campionato del mondo.
Impresa memorabile di Verstappen. Norris al tappeto
Quanto mostrato da Verstappen è un qualcosa che rimarrà nella Storia della massima Formula. Un'impresa memorabile, seppur non avvicinabile a quelle compiute da alcune leggende della corse, come Senna o Schumacher, in quanto parzialmente facilitata da una bandiera rossa che ha spostato l'inerzia della gara decisamente verso l'olandese, che però ha fatto di tutto per ritrovarsi nella giusta condizione. Quando al 32esimo giro viene esposta la bandiera rossa fra i piloti davanti erano in tre a non aver ancora effettuato la sosta ai box: Ocon, Verstappen e Gasly. Non è un caso che questi siano poi saliti pure sul podio, ma fra di loro non ce n'è uno che abbia demeritato. Verstappen risalito come una furia già soffiava comunque sul collo dei primi. Mentre i due alfieri della Alpine dopo aver scommesso in un'interruzione di gara hanno comunque messo in mostra un bel passo, tanto da renderli alla ripartenza imprendibili per chiunque, tranne appunto per il campione del mondo in carica, unico capace di sopravanzare un'Alpine, quella di Ocon. Aveva la gara in pugno Norris ed invece non ne ha azzeccata una. In primis ha cannato completamente la procedura di partenza, interrotta per recuperare la vettura di Stroll spiaggiata nel giro di ricognizione. Il pilota McLaren invece di rimanere fermo è scattato per un nuovo giro di ricognizione e per questo è stato investigato dai commissari. Al secondo start si è poi fatto sopravanzare da Russell e da lì la sua corsa ha preso una piega sbagliata. La sua McLaren era nettamente la vettura più veloce ma anche dotata di una configurazione aerodinamica così carica da rendergli difficilissimi i sorpassi in rettilineo. Dopo la già citata bandiera rossa ha addirittura perso diverse posizioni, senza riuscire più a risalire ed alla fine il sesto posto, subito dietro a Leclerc, è la pietra tombale per i suoi sogni di gloria. Verstappen adesso si trova a +62 punti e già nella prossima gara potrebbe matematicamente aggiudicarsi il suo quarto titolo, e sarebbe il suo più meritato, colto in inferiorità tecnica, gestendo il tesoretto di punti conquistato ad inizio stagione e sigillato con una vittoria, quella brasiliana, da antologia.
Ferrari contiene i danni
E la Ferrari? Dopo due trionfi consecutivi per la Rossa arriva una mezza battuta d'arresto che tuttavia non spegne le sue ambizioni iridate. Se il titolo piloti è ormai quasi nelle mani di Verstappen, e comunque non più raggiungibile da Leclerc, quello costruttori resta un obiettivo ambizioso ma non impossibile. Su una pista più favorevole alle caratteristiche tecniche della McLaren a Maranello riescono a contenere i danni, malgrado la prova ampiamente negativa di Sainz. Lo spagnolo è andato a muro prima nelle qualifiche, poi in gara ed il suo apporto si è limitato al quinto posto della sprint race. Decisamente poco per chi deve supportare il suo team nella lotta mondiale. Il Messico per Carlos sembra un lontano ricordo. La squadra di Vasseur ha comunque potuto contare su un grande Leclerc, abile a restare in pista su una vettura inguidabile (la Ferrari soffre la pista bagnata e le basse temperature, ed è ormai un problema cronico), e addirittura a terminare quinto. Un mezzo miracolo che permette alla Ferrari di contenere in 36 punti il distacco dalla McLaren.
Alpine: una scommessa che profuma di miracolo. Williams, una tragedia sportiva
Il vero miracolo del weekend lo hanno compiuto i piloti ed il box Alpine. Se l'impresa di Verstappen è pura classe aiutata da un pizzico di fortuna, la percentuale di contributo della dea bendata è più importante nel risutato Alpine. Ocon e Gasly hanno comunque guidato senza sbavature, soprattutto nella seconda parte di gara, quella che ha determinato il loro incredibile doppio podio. La squadra ha scommesso su un'interruzione di gara che è arrivata ed i suoi piloti sono stati bravi a concretizzare un risultato che permette al team francese di passare da penultima a sesta nel campionato costruttori. Un bottino di punti che salva la terribile stagione Alpine, caratterizzata da cambi al vertice, polemiche e legittime vertenze sindacali, dato il prossimo smantellamento dell'intero reparto power unit. Le mosse del team sembrano davvero indirizzate verso una futura vendita. Intanto Ocon e Gasly regalano un pò di gioia a meccanici ed ingegneri dell'ex team Renault. Nessuna luce invece sul weekend Williams. A Grove già lottano con il budget, gestendo comunque in modo eccezionale risorse non illimitate, ma se i suoi piloti non si danno una regolata difficilmente vedremo un minimo sviluppo tecnico sulle vetture del fu glorioso team inglese. In Brasile il giovane Colapinto e l'esperto Albon ha fatto tutto quello che non serve ad una squadra che cerca di ritrovare il posto al sole che merita. Entrambi si sono schiantati in qualifica. La squadra non è riuscita a ricostruire la vettura di Albon ma è riuscita a consegnare a Colapinto una vettura integra per la gara. C'è chi lo vede già in una Red Bull ormai alla ricerca di un sostituto dell'impalpabile Perez. Forse in un futuro prossimo riuscirà a trovare davvero un posto in qualche top team ma intanto dovrebbe concretizzare in risultati le sue buone doti di guida. Un incidente ci sta, due, e belli grossi, in un weeekend sono decisamente troppi.