Uno-due Ferrari, al trionfo con Leclerc. Il monegasco si prende la leadership alla prima curva e domina alla grande. Verstappen bastona Norris.
di Matteo Landi
Sul podio Leclerc sorride. Si mostra composto dopo aver esultato appena sceso dalla sua vettura. Ha il volto sereno del dominatore, di chi sa di essere stato il migliore in pista, di chi ha ottenuto un successo pieno, raggiunto senza affanno, grazie alla sua gran performance al volante e ad un mezzo velocissimo e solido. Un privilegio nel recente passato toccato solo ai piloti Red Bull (vabbé, Perez a parte..) e McLaren. In Texas come d'incanto la Ferrari sembra rinata, pare quella McLaren che durante il campionato in corso ha recuperato il gap dalla Red Bull, issandosi poi in testa nel campionato costruttori. Sembra quella Red Bull che sapeva dominare, ma ora lotta, solo grazie a Verstappen, con il coltello fra i denti per un posticino sul podio, nello specifico il gradino più basso. Là davanti la doppietta è Rossa. Non siamo a Maranello ma Austin per l'occasione sembra trasformarsi nella dimora della Ferrari.
Ferrari, che salto in avanti!
Dopo quasi un mese di pausa la Formula 1 si tinge di Rosso. Al termine di queste settimane di inattività la Ferrari si è presentata in Texas senza sviluppi, senza alcun aggiornamento tecnico. Aveva già provveduto a portarli in pista nelle ultime uscite ma solo negli States gli ultimi upgrades hanno reso al meglio. Sembra questo il segreto della mentalità dell'equipe di Vasseur: azzeccare gli sviluppi, più che portarne a raffica senza costrutto come successo negli ultimi anni. La Rossa negli USA è rinata: non più una vettura da piste stop and go, tutte frenate ed accelerazioni, ma una monoposto capace di tenere il passo della concorrenza anche nelle curve veloci. E senza saltellare. A Maranello sembrano davvero aver svoltato, o per lo meno tutto è andato a meraviglia sul tracciato di Austin. Molto potrebbe cambiare fra una settimana in Messico. I tre top team dispongono ora di monoposto piuttosto vicine nelle prestazioni. Certo è che con una Rossa così ed un Leclerc così è dura fare i conti per chiunque. Lo è persino per Verstappen, alle prese con una Red Bull che grazie a lui raggiunge il podio, l'unico pilota del team austriaco in grado di compensare alle carenze di una vettura ben più rapida sul giro secco piuttosto che in gara. Max è rinato nella Sprint del sabato. L'olandese ha artigliato il successo nella gara corta, davanti a Sainz, Norris e Leclerc. Nella corsa domenicale invece ha dovuto arrendersi alla superiorità della Ferrari ed alla saggezza di Leclerc, abile nella prima curva ad issarsi in prima posizione beffando prima Sainz, e poi in un sol colpo i duellanti Verstappen e Norris. Il pilota Ferrari in una frazione di secondi ha osservato i due piloti partiti dalla prima fila ostacolarsi a vicenda, facendo poi il classico terzo che gode fra i due litiganti. La cavalcata di Charles è stata poi solitaria, seguito a distanza dal compagno Carlos, davvero in gran spolvero sui saliscendi texani.
Verstappen batte Norris. Nettamente.
Se la Ferrari con questo stupendo passo in avanti può nutrire qualche piccola speranza di lottare per il titolo costruttori (-48 dalla McLaren, -8 dalla Red Bull), lo stesso non si può dire per la lotta all'iride piloti. L'affare continua ad essere ristretto fra Verstappen e Norris, con l'olandese avvantaggiato, e non di poco. Un vantaggio non solo di punti ma pure di classe e "tigna". La verità è che servono due Norris per fare un Verstappen, e lo dimostra tutto lo svolgimento della gara americana. Alla prima curva l'inglese si fa beffare da Max, che lo accompagna all'esterno facendogli perdere trazione e posizioni. Nell'ultima parte di gara poi la difesa di Verstappen ha mandato al manicomio Norris. Il pilota Mclaren è poi riuscito a sopravanzare l'avversario, ma superandolo fuori dalla pista. Doverosa quindi la penalità di cinque secondi subita dal pilota britannico, quarto al termine della corsa, una posizione dietro a Verstappen che consolida la sua leadership mondiale.
Il nuovo che avanza
Detto dei primi è necessario evidenziare la gran corsa di Hulkenberg, Lawson e Colapinto. Il primo ha messo la ciliegina sul gran weekend Haas, a punti anche nella Sprint Race. Il secondo è riuscito ad andare a punti (nono) nel fine settimana del suo rientro in pista, in sostituzione dell'esperto Ricciardo, a cui la galassia Red Bull ha definitivamente tolto il sedile. Il giovane neozelandese non ha fatto rimpiangere il blasonato australiano, ed anzi ha persino fatto meglio di Tsunoda, quel pilota che ultimamente stava dando diversi grattacapi a Daniel. Grande è stata la gara anche di Colapinto. L'argentino al momento non ha un volante per la prossima stagione ed è un vero peccato. A punti, decimo, ha surclassato Albon, un pilota che non aveva nettamente battuto il precendete team mate Sargeant. Adesso per l'anglo-thailandese la musica è cambiata ed in F1 si inizia a respirare una ventata di aria fresca.