Domenica, 30 Giugno 2024 20:07

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In Austria è scontro al vertice fra Verstappen e Norris. Gioisce Russell che ottiene la sua seconda vittoria in carriera. Sainz va sul podio. Leclerc fuori dai punti

di Matteo Landi 30 giugno 2024 -

Evidentemente mancavano l'episodio e le circostanze necessarie a scalfire le sicurezze di Verstappen tanto da riportarlo a quell'aggressività, da tutti quasi dimenticata, così grande da sconfinare nella scorrettezza. Nelle ultime gare ho elogiato la grandezza dell'olandese, abile a passare sopra a tutte le debolezze di questa Red Bull non più imbattibile. Una vettura, quella concepita dal team anglo-austriaco, ancora velocissima ma non più da vertice in tutte le situazioni. Difficile da assettare e da guidare, come dimostrano le scarisissime prestazioni del compagno Perez. Con il progredire della stagione gli sviluppi apportati sulla McLaren stanno rendendo la monoposto papaya la più costante sul passo gara. Quello che manca al team condotto da Andrea Stella è un pilota all'altezza di Verstappen, come dimostrato appunto dalla Sprint Race di ieri vinta con caparbietà dal tre volte iridato davanti alle due McLaren di Piastri e Norris. Oggi però quest'ultimo si è mostrato finalmente determinato e focalizzato su un obiettivo che pareva realisticamente alla sua portata: la vittoria. Si è fatto sotto al leader Verstappen provando a superarlo più d'una volta. Davanti a delle tribune completamente orange, con tutto il pubblico ad inneggiarlo, al giro 64 qualcosa di sbagliato è scattato nella mente di Max. Si è rivisto quel pilota veloce e (troppo) tosto dei duelli con Hamilton datati 2021, anno del primo titolo conquistato dall'olandese al termine di un lungo duello rusticano in cui il figlio di Jos ha tante volte mostrato gli artigli, al limite della correttezza. Si è rivisto anche il giovanissimo pilota che nel 2016 fece arrabbiare spesso i colleghi per le sue difese estreme. La stessa difesa messa in atto al giro 64, quando Norris ha affondato il colpo all'esterno curva. Verstappen si è spostato verso l'avversario arrivando allo scontro, ribadito pure nella via di fuga. Manovra talmente rude da mettere fine alla gara di Norris e da costringire ad un pit stop aggiuntivo Verstappen, poi quinto al traguardo. Certamente l'hanno gradita Russell e Sainz, fra i pochi a non sbagliare una virgola. Il primo si è ritrovata servita un'inattesa vittoria, il secondo un podio meritato per la solidità espressa in pista dallo spagnolo, non certo per la velocità mostrata dalla sua Ferrari ancora quarta forza. A sandwich fra i due è passato sotto alla bandiera a scacchi un Piastri veloce ma falloso: in qualifica si è visto cancellare il miglior tempo per aver superato i limiti della pista, alla prima curva dopo il via un suo sorpasso all'esterno, molto deciso, ha distrutto l'alettone anteriore della Ferrari n°16 e la gara di Leclerc. Se il contatto con il monegasco non ha rallentato l'australiano, la sbavatura in qualifica ha invece compromesso in parte la sua corsa. Fosse partito più avanti probabilmente adesso il box McLaren starebbe festaggiando il primo trionfo di Piastri, alleviando il dispiacere per il ritiro di Norris.

Russell, un regalo guadagnato

Dopo i titoli ottenuti in GP3 e Formula 2 Russell, già pilota all'interno del programma giovani Mercedes, ha atteso a lungo la chiamata del team di F1 della Casa della Stella. Mentre la squadra di Toto Wolff vinceva titoli a ripetizione lui si faceva le ossa in Williams. Sfiorando persino una vittoria nel 2020 in Bahrain, in veste di sostituto dell'assente per malattia Hamilton. L'arrivo in Mercedes nel 2022 avrebbe dovuto permettergli di eccellere, ed invece è coinciso con l'inizio del declino di una squadra che non è riuscita ad interpretare al meglio il regolamento tecnico introdotto proprio quell'anno. Al volante di una vettura non al top è riuscito più volte a mettere in difficoltà il blasonato compagno Hamilton, cogliendo però una sola vittoria, in Brasile nel suo primo anno in Mercedes. Oggi il pilota di King's Lynn ha ricevuto dal destino un inatteso regalo. Un dono comunque guadagnato se si considera che, prima dello scontro Verstappen-Norris, era buon terzo, riuscendo nel finale a contenere il recupero di Piastri. La gara di Russell acquista valore se paragonata a quella del futuro ferrarista Hamilton, sprofondato alle spalle di Sainz dopo essere incappato anche in una penalità per aver superato la linea bianca entrando in pit lane per uno dei suoi pit stop. Oggi possiamo dire che la fortuna ha aiutato davvero gli audaci ed i saggi.

Sainz si accontenta e la fortuna lo premia con un podio. Leclerc scalpita e sbaglia

Potremmo appunto definire saggio ed avveduto l'intero weekend di Sainz. La dea bendata ha sicuramente baciato la sua gara ma a differenza del team mate Leclerc ha fatto di tutto per trovarsi nella posizione giusta per beneficiare dello scontro avvenuto al vertice. Lo spagnolo per tutto il fine settimana è parso sereno e consapevole dei limiti della sua vettura. In gara ha inoltre evitato duelli inutili. Il quinto posto della Sprint ed il terzo di oggi non saranno memorabili ma comunque sono il meglio che potesse ottenere. Per contro il compagno monegasco nel suo non arrendersi ha mostrato una certa fragilità ed impazienza. Nella gara corta ha colto un misero settimo posto. Insoddisfatto del rendimento della sua monoposto, durante le prove, ha stravolto più volte l'assetto della sua vettura. In qualifica ha poi esagerato facendo un paio di errori nel giro decisivo. Costretto a partire dalla sesta posizione in griglia si è ritrovato quindi coinvolto in uno di quei frequenti scontri che avvengono nella pancia del gruppo. A parziale giustificazione del weekend nero di Charles vanno le scarse prestazioni della Rossa. Dopo la vittoria di Monaco sono seguite solo brutte prestazioni, ottenute fra l'altro su tracciati piuttosto diversi fra loro. Non ci sono attenuanti del caso: al momento la Ferrari non è all'altezza di Red Bull, McLaren e Mercedes.

Ridono i piloti Haas e Ricciardo. Alonso, qualcosa non va

Perez ultimamente non è un fulmine ma duellare con lui è stata una grandissima soddisfazione per i due piloti Haas. Magnussen alla fine non è riuscito a resistergli, Hülkenberg invece ha fatto le spalle larghe tanto da riuscire a portare al traguardo la sua Haas davanti alla Red Bull n°11. Il tedesco, sesto, ed il danese, ottavo, hanno portato alla piccola squadra americana ben 14 punti in un colpo solo. In classifica costruttori la Haas è quindi addirittura settima, davanti anche ad una squadra con un budget ben più elevato come Alpine (oggi decima con Gasly). Festeggia anche un Ricciardo che da quando ha capito che non sarà più nei piani Racing Bulls ha ingranato una marcia in più, risultando finalmente (e purtroppo tardivamente) più concreto del giovane Tsunoda. Il nono posto odierno dell'australiano è il massimo che potesse ottenere. Se le prestazioni del pilota di Perth sono in miglioramento lo stesso non si può dire di quelle di un altro (ancor più) vecchio leone. Ultimamente se la gioca in termini di velocità con il non irresistibile Stroll, ed anche se è vero che rimane il faro del team bisogna ammettere che le ultime prove di Alonso lasciano qualche perplessità. Esagerando potremmo dire che la pensione per lui sembra avvicinarsi. Probabilmente i suoi errori e le sue scarse performance sono semplicemente frutto di una situazione frustrante per un due volte iridato che sperava di meglio per i suoi ultimi anni in F1. Comunque sia lo spagnolo sta compiendo troppi errori, sbagli che non rendono merito alla sua storia. Oggi ha malamente speronato la Kick Sauber di Zhou, ricevendo per questo anche una penalità. Singolo episodio a parte fa comunque specie vederlo lottare costantemente nelle retrovie. Probabilmente ci stupirà presto con qualche exploit che potrebbe però non bastare alla lunga per giustificare la sua presenza nel Circus, mentre tanti giovani scalpitano in attesa della loro occasione.

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