Domenica, 23 Giugno 2024 19:51

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Formula Verstappen Fotografia "Oracle Red Bull Racing" Facebook page

In Spagna la differenza la fa la classe dell'olandese. Beffato il poleman Norris al volante di una velocissima McLaren. Ferrari, quinta e sesta, mai in lotta per il podio

di Matteo Landi

Dopo la gara le espressioni dei loro volti erano completamente diverse. Max sorridente, raggiante come non mai, consapevole di aver vinto una gara con le sue forze (poco) supportate da una vettura ormai non più dominante, e forse inferiore alle "nuove" dirette rivali. Lando scuro, abbattuto, consapevole di aver perso un'occasione d'oro nel momento in cui la sua McLaren si rivela essere una vettura rapida quanto la Red Bull, e forse di più. Lewis è solare, felice e consapevole di aver dato il massimo tornando sul podio e battendo il compagno di squadra Russell, al volante di una Mercedes in alcuni momenti di gara fra le vetture più veloci in pista. Red Bull conta ormai unicamente sulle capacità di Verstappen per continuare a vincere e tenere la leadership anche nel campionato costruttori. Perez è da sempre considerato un buon pilota, ed il suo team gli ha da poco rinnovato il contratto evidentemente consapevole che le brutte prestazioni, come quella odierna (ottavo), sono frutto di una vettura difficile ed al tempo stesso non più dominante. Spicca allora sempre di più la grandezza del tre volte campione del mondo olandese. Persa la pole position ieri per un'inezia, a vantaggio di Norris, oggi ha lasciato sfogare per un giro Russell, abile a beffare tutti allo spegnimento dei semafori ed issarsi dalla quarta alla prima posizione, salvo rimettere in chiaro le gerarchie dopo pochi chilometri andando a prendersi la leadership. Subito è parso evidente quanto questa Red Bull non sia più quella vettura capace di fare grande differenza nei confronti delle monoposto rivali. Verstappen non è scappato via, e la gara si è vissuta sulle strategie che hanno premiato il pilota più solido e costante. Red Bull (solo nelle mani di Verstappen), McLaren e Mercedes hanno mostrato un passo simile mentre per le Ferrari la gara è stata ben più sofferta. Leclerc e Sainz hanno concluso la corsa rispettivamente quinto e sesto e devono ringraziare il brutto weekend di Perez e Piastri, sonoramente battuti dai rispettivi team mate, per non essere terminati ancora più indietro in classifica.

Ferrari quarta forza

Nel dopo gara Leclerc si lamenta di aver perso inutilmente del tempo nei primi giri lottando con un arrembante Sainz quando, a detta del monegasco, entrambi avrebbero dovuto correre al risparmio. La lotta interna è stata poi vinta ampiamente da Leclerc, nel finale ad un passo dallo strappare la quarta posizione a Russell. Anche senza questa battaglia (c'è stato pure un lieve contatto fra la n°55 e la n°16) comunque né Charles né Carlos avrebbero avuto qualche chance di salire sul podio. La Rossa, caduta in disgrazia in Canada, è tornata agevolmente in top ten (sembra paradossale parlare in questi termini di una squadra e di una vettura che comunque si sono aggiudicate due gare) in Spagna ma adesso è la quarta forza. Lo è stata questo weekend, lo è probabilmente in termini assoluti considerando che il tracciato a pochi chilometri da Barcellona, con le sue curve veloci, è in grado di esaltare pregi e difetti aerodinamici e telaistici delle varie monoposto. I distacchi sono comunque minimi e magari il prossimo fine settimana, su un tracciato più "stop and go" tutto frenate e accelerazioni, la Ferrari tornerà della partita. Intanto queste ultime due performance devono far suonare un preoccupante campanello d'allarme a Maranello, considerando anche che già molti aggiornamenti sono stati apportati sulla SF-24.

Briatore torna protagonista. La F1 ne aveva davvero bisogno?

Campione del Mondo con Schumacher prima ed Alonso poi. La carriera di Briatore in F1 subì una brusca interruzione con la radiazione a lui inflitta dalla Federazione Internazionale Automobilistica a seguito di quanto emerso dopo la fatidica gara di Singapore del 2008. A detta delle varie testimonianze raccolte (e confessioni) lo schianto di Piquet Jr., che propiziò la vittoria del compagno di squadra in Renault Fernando Alonso, fu voluto e deciso a tavolino dal geometra di Cuneo, allora direttore del team, con la complicità dell'ingegnere Pat Symonds. Nel 2010 il Tribunal de Grande Instance di Parigi annullò la squalifica di Briatore e Symonds, non perché dichiarati innocenti ma per, di fatto, vizi di procedura. Ne scaturì un accordo con la Federazione, secondo il quale Briatore sarebbe rimasto lontano dal Circus fino al 2012. Classe 1950, il noto imprenditore torna alla ribalta in F1 in seguito all'assunzione in Alpine in qualità di Executive Advisor. Ultima spiaggia per un team in grande difficoltà, capace di esaltarsi per il nono e decimo posto archiviati in Spagna nonostante il budget di cui dispongono, non certo da team di bassa fascia. Con Briatore o la va o la spacca. Un personaggio di cui questa F1 aveva bisogno? Probabilmente no. Vero, Flavio era recentemente rientrato nel Circus con il ruolo di "Ambassador" ma dalla brutta vicenda citata non aveva più recitato un ruolo da protagonista. La F1 ha varie questioni irrisolte, vive guerre di potere intestine, fra Liberty Media e FIA. Avere Briatore fra i propri attori, beh, no, non è probabilmente quello di cui aveva bisogno.

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