di Matteo Landi
La quiete prima della tempesta. Apparentemente. Le vetture non hanno ancora calcato l'asfalto, non ci sono ancora evidenze cronometriche, eppure per molti degli attori della massima Formula questo è il periodo dell'anno più importante. Da metà dicembre il Circus ha vissuto un periodo di pura follia. Una serie di annunci a cascata che hanno cambiato faccia a Ferrari, McLaren, Alfa Romeo e Williams. Inoltre, sempre meno sottotraccia si sta consumando una battaglia fra FIA e Liberty Media che sta alzando un polverone che potrebbe offuscare tutto il mondo del motorsport, con il rischio di una serie di azioni in grado di colpire tutta la F1, e non solo. La Federazione strizza l'occhio ad Andretti che, trovato l'appoggio di Cadillac, si propone con ancora più forza come 11esima squadra del mondiale. Andando contro le idee di Liberty Media, intenzionata ad accontentare le squadre già presenti, poco vogliose nel voler dividere la fetta degli introiti con qualcun'altro. Mentre la FIA rinvendica il suo potere decisionale, Liberty Media la vuole relegare a semplice organismo normativo. In realtà dietro a tutto questo si cela una "semplice" guerra di soldi, con FIA che dall'arrivo alla presidenza di Mohammed Ben Sulayem vuole non solo risanare delle casse tutt'altro che stracolme, ma vivere di luce propria. Il superamento del budget cap ad opera di Red Bull ha gettato un'ombra sul Sistema Formula 1, ma, allo stesso tempo, ha fatto sorridere la Federazione, beneficiaria della bella multa inflitta alla squadra anglo-austriaca. Vicende, quest'ultime, che annoiano il pubblico, curioso di vedere quale sarà il seguito della stagione 2022. Un campionato stravinto da Red Bull, nonostante un avvio "a bomba" di Ferrari, con quest'ultima in cerca di riscatto. La squadra italiana dovrà però vedersela anche con Mercedes: i più vicenti dell'Era Turbo-Ibrida possono sbagliare un progetto, ma due di seguito sarebbe clamoroso. Andiamo quindi ad analizzare brevemente la composizione delle 10 squadre del mondiale 2023, e quali cambiamenti ci sono stati rispetto alla chiusura della scorsa stagione.
Red Bull Racing: Max Verstappen – Sergio Perez
Squadra che vince non si cambia. Red Bull dopo un anno di gioie, mondiali piloti e costruttori in saccoccia, e dolori, non dimentichiamo la scomparsa del cofondatore Dietrich Mateschitz ed il danno d'immagine derivante dallo sforamento del budget cap 2021, ha ancora (e ci mancherebbe!) come punta di diamante il pupillo due volte iridato Max Verstappen, supportato da colui che ormai è senza dubbio un degno scudiero, e niente più: Sergio Perez. Senza nulla togliere alla classe del messicano, Mad Max è ovviamente su un altro livello. Al comando vi è sempre Christian Horner. Ex pilota britannico conduce Red Bull dal lontano 2005: a quel tempo la Ferrari aveva appena smesso di dominare con Schumacher ed ancora non aveva vinto il suo ultimo titolo iridato con Raikkonen. Da allora, fate voi il conto, quanti Team Principal si sono avvicendati nella squadra del Cavallino. Red Bull sarà la squadra da battere, di nuovo. E, il 3 febbraio, sarà la seconda squadra a svelare la monoposto 2023.
Ferrari: Charles Leclerc – Carlos Sainz Jr.
Il campionato del 2022 doveva rivoluzionare la Formula 1, ma in conclusione ha sconvolto soprattutto i piani della Ferrari. Ha vinto ancora Verstappen, e Red Bull ha continuato a fare la voce grossa. In sostanza, lo scorso anno, è cambiato tutto (le regole) per non cambiare nulla (le gerarchie). Abbiamo estremizzato, in realtà la Ferrari ha fatto un bel passo avanti rispetto al 2021, ed al tempo stesso la Mercedes ne ha fatto uno indietro. La partenza lampo delle prime gare ha portato i tifosi a sperare nel ritorno al titolo, e lo stesso avrebbero voluto i vertici della Rossa. Questo, come noto, non è avvenuto ed a farne le spese è stato Mattia Binotto, costretto alle dimissioni dopo 28 anni in Rosso. Fred Vasseur si sta ambientando a Maranello proprio in questi giorni. La sua impronta sulla squadra la vedremo solamente nel corso della stagione, e la vettura che correrà sarà completamente frutto della gestione Binotto. Il team di Maranello beneficerà delle indubbie doti manageriali dell'ex Sauber Alfa Romeo, che comunque si trova di fronte alla sua più grande sfida professionale. Sono noti i progressi compiuti negli ultimi anni dalla squadra elvetica marchiata Alfa, così come non possiamo dimenticare i successi ottenuti dal francese classe 1968 nelle formule propedeutiche. Detto questo, Vasseur, ha anche alle spalle un'esperienza difficile in Renault F1 ed è da dimostrare che saprà farsi valere al comando di una compagine da sempre sotto una pressione mediatica soffocante. Si dice un gran bene della Ferrari 2023, che sarà svelata nel giorno di San Valentino. Per soddisfare i rumors dovrà partire forte, come l'anno scorso, ma dimostrarsi più affidabile. Mentre la squadra dovrà dimostrare di saper gestire meglio le strategie, nella speranza che i piloti continuino a mantenere il solito bel rapporto. Il nuovo Team Principal dovrà inoltre riportare la Ferrari ad aver quel potere politico che ormai appartiene al passato più lontano. La direttiva anti-porpoising introdotta a Mondiale 2022 in corso aveva azzoppato le speranze Ferrari e rivitalizzato quelle Mercedes. Maranello, politicamente messa nell'angolo, deve tornare a fare la voce grossa. Insomma, la strada verso il successo iridato è ancora lunga. La vera impronta di Vasseur la vedremo quindi nel 2024, ma intanto una squadra come quella di Maranello non può puntare alla mediocrità. Non dimentichiamo che durante la scorsa stagione, come ammesso da Binotto, la squadra ha interrotto presto lo sviluppo della F1-75, concentrandosi sul modello 2023. Insomma, la squadra è un cantiere, ma le aspettative devono comunque essere alte.
Mercedes: Lewis Hamilton – George Russell
Alzi la mano chi un anno fa avrebbe creduto in una stagione Mercedes tanto fallimentare! Ecco, proprio questo stupore deve far riflettere e pensare che gli uomini in grado di dominare dal 2014 al 2020 (con vittoria fra i costruttori pure nel 2021) difficilmente possono sbagliare due progetti consecutivi. E comunque se si pensa ai progressi compiuti dagli anglo-teutonici nell'arco della stagione 2022 si capisce perché la squadra di Wolff sia ancora così temuta. Hamilton vuole l'ottavo titolo, ma al suo fianco ha un giovane che scalpita. Russell è diventato titolare Mercedes nell'anno sbagliato, adesso ha ancora più fame e difficilmente si metterà al servizio del blasonato compagno. La squadra si avvale ora del supporto di Mick Schumacher, pronto a subentrare nel caso Lewis o George dovessero essere indisponibili, ad esempio causa malattia. Vedremo la nuova arma Mercedes il 15 febbraio.
Alpine: Pierre Gasly – Esteban Ocon
Vive la France! Team francese, piloti francesi. Tutto bello, tutti felici? Mica tanto. La ex-Renault ha perso i servigi di Fernando Alonso, scappato in Aston Martin, e di Piastri, pilota che ha allevato, cullato, ed adesso è finito alla McLaren. Insomma squadra tutta tricolore, ma non per scelta. Alpine ha avuto un buon 2022, quarta al termine delle ostilità, davanti proprio alla squadra che gli ha soffiato il promettente giovane australiano, gestito dall'ex F1 driver Mark Webber. Nel 2023 i francesi vorrebbero confermarsi, e magari puntare più in alto. Ma sono consapevoli di quanto sia dura scalzare una fra Red Bull, Ferrari e Mercedes dalla top three. Saranno gli ultimi a mostrare la nuova creatura, il 16 febbraio.
McLaren: Lando Norris – Oscar Piastri
Ricciardo è tornato a casa Red Bull, sia pure nelle vesti di pilota di riserva. Ora McLaren ha una line-up tutto giovane e carichissimo. Lando Norris non ha ancora vinto una gara, lo meriterebbe. Oscar Piastri dicono tutti sia un campione del futuro. Ha vinto in Formula Renault, in Formula 3 ed in Formula 2. Speriamo che l'anno in panchina in Alpine non lo abbia arrugginito. McLaren si avvale ancora della power unit Mercedes, punto di forza ma meno determinante. Il Team Principal Andreas Seidl se n'è andato in Alfa Romeo Sauber, nell'attesa che la stessa squadra diventi Audi, nel 2026. Salto in avanti quindi per l'italiano Andrea Stella, pronto a dirigere la gloriosa squadra inglese, fondata nel 1963 dal grande pilota neozelandese Bruce McLaren. Un bel riconoscimento per l'ex Ferrari, ma anche una grandissima responsabilità. La squadra britannica ha tifosi in tutto il mondo che attendono la sua rinascita. Vedremo le forme della nuova vettura il 13 febbraio.
Alfa Romeo: Valtteri Bottas – Zhou Guanya
La squadra cambierà pelle nel 2026. Intanto ha cambiato Team Principal. Il posto lasciato vacante da Vasseur lo prende Alessandro Alunni Bravi (ufficialmente Team Representative). Manager e avvocato italiano, fa parte della squadra italo-elvetica dal 2017, dopo essersi fatto le ossa nelle formule propedeutiche. Le prestazioni della vettura che vedremo il 7 febbraio dipenderanno molto dalle performance della power unit Ferrari. Lo scorso anno la Sauber ribrandizzata Alfa Romeo è partita forte, salvo perdersi nel corso della stagione a causa dei pochi sviluppi tecnici. Il sesto posto nella classifica finale è però stato il miglior risultato dal 2012. La squadra è sempre meno "sotto l'ala" Ferrari, che non può più imporsi nelle scelte dei piloti. Bottas ha dimostrato di essersi rigenerato, ed è felice di aver lasciato la Mercedes per andar a fare la prima guida, dalla scorso anno, in Alfa Romeo. Il cinese Zhou si è mostrato più di un onesto mestierante. Quest'anno dovrà ripetere la buona stagione 2022, e magari fare qualcosa di meglio.
Aston Martin: Fernando Alonso – Lance Stroll
Per il figlio del Boss la vita continua ad essere dura. Vettel si è ritirato, al suo posto è arrivato l'arcigno e mai domo Alonso. Fernando ancora spera e crede di poter tornare a vincere gare, possibilmente campionati. Classe 1981, non si da per vinto. Lo spagnolo ha dimostrato, anche nella stagione 2022, di avere ancora più di qualcosa da dire. Aston Martin è nel limbo. Le promesse continuano a rimanere tali, nonostante di soldi ce ne siano, eccome, da spendere. Paradossalmente la squadra ha brillato più in passato sotto le vesti di Racing Point, piuttosto che sotto il nome del prestigioso costruttore automobilistico. Il 13 febbraio vedremo la monoposto che scenderà in pista quest'anno.
Haas: Kevin Magnussen – Nico Hulkenberg
Nel 2022 la squadra ha compiuto un passo avanti clamoroso. Addirittura, in alcune gare, si è ritrovata a battagliare con Mercedes. Ha raccolto 37 punti, è salita all'ottavo posto fra i costruttori, ha arpionato la sua prima pole position. Ha però anche sbagliato spesso le strategie, con Mick Schumacher penalizzato dalle scelte del muretto. Il giovane tedesco, lo scorso anno, è partito in sordina, protagonista di più di un errore. Poi, come fatto nelle formule "minori", è cresciuto sensibilmente, e le critiche si sono placate. A punti in Gran Bretagna, addirittura sesto in Austria, gara in cui ha combattuto con Hamilton. Questo non è però bastato alla squadra condotta da Gunther Steiner, e per il 2023 gli ha preferito l'usato (in)sicuro Hulkenberg. Il tedesco del 1987 da anni non è pilota titolare in F1, ma la squadra americana ha voluto premiare la sua esperienza. Scelta discutibile, perché Hulk dovrà dimostrare di essere rapido come un tempo. Glielo auguriamo. Nessun dubbio invece su Magnussen, vichingo inossidabile. Vedremo la nuova Haas il 31 gennaio.
AlphaTauri: Nyck De Vries – Yuki Tsunoda
Il debutto in F1 compiuto a Monza 2022 lo ha portato alla ribalta anche nella massima competizione automobilistica, dopo aver brillato in Formula E, categoria che lo ha laureato campione del mondo. Aveva però vinto ovunque, ed infatti non si capiva come l'olandese fosse rimasto fuori dal giro del Circus. La ex-Toro Rosso recupera quindi De Vries, e lo affianca al giapponese Tsunoda, quest'ultimo chiamato ad un salto di qualità. La squadra faentina è caduta davvero in basso nel 2022, nonostante il suo stretto rapporto con mamma Red Bull. Dovrà migliorarsi assolutamente e tornare a competere per la sesta/settima piazza nel costruttori. Presenterà la nuova vettura l'undici febbraio.
Williams: Alexander Albon – Logan Sargeant
Ricordate la Williams di, solo per citarne alcuni, Jones, Mansell, Prost e Hill? Ecco, di quella squadra è rimasto solo il nome. Adesso ci sono il buon Albon, ex-Red Bull (rimasto comunque gestito dagli austriaci), talento forse inespresso, forse no, non lo sappiamo. E Sargeant, americano che ha fatto vedere qualcosa di buono, e niente di più, in F3 ed in F2, ottenendo con fatica la superlicenza per correre in F1. Con l'assunzione dello statunitense la Williams si è assicurata una bella visibilità per le gare di Miami, Las Vegas e Austin. La squadra di proprietà di Dorilton Capital poche settimane fa pareva allo sbando, dopo l'addio del Team Principal Jost Capito. Ed invece è arrivato al suo posto nientemeno che il capo delle strategie Mercedes, James Vowles. Non sarà abbastanza per rivedere la Williams ai livelli che meriterebbe per la sua storia. Però è un buon segno ed un bel punto di partenza. Il 6 febbraio vedremo la nuova nata.
A parte qualche rapida sgambata in eventuali "filming day", le squadre avranno la possibilità di provare le nuove monoposto solamente nei tre giorni di test pre-stagionali, dal 23 al 25 febbraio in Bahrain. Dove il Circus sarà anche per la primo weekend di gara della stagione, dal 3 al 5 marzo. Sarà un campionato lungo, lunghissimo, nonostante il forfeit della Cina avremo 23 GP, con chiusura il 26 novembre ad Abu Dhabi. Ferrari cercherà di interrompere il lungo digiuno iridato, Red Bull vorrà confermarsi, Mercedes rifarsi. Con tutti gli altri pronti ad approfittare di eventuali passi falsi dei primi tre. Il menù è in tavola: in attesa della prima gara, l'antipasto delle presentazioni si preannuncia gustoso.