Al muretto azzeccano la strategia giusta ma la power unit tradisce Leclerc. Anche Sainz stoppato da un problema tecnico. La classifica Rossa ora piange. A Baku trionfa la Red Bull, che si invola nel mondiale.
di Matteo Landi
In casa Ferrari temevano la maggiore velocità delle Red Bull sul rettilineo di Baku. Ma con la meravigliosa pole position conquistata sabato da Leclerc, l'ennesima, si dimostra la velocità del pilota, senza dubbio il più rapido fra i venti del massimo campionato, e la performance di una vettura nata veramente bene. Binotto e soci, prima della gara, sapevano che sarebbe stata dura contro Verstappen e Perez, entrambi in forma smagliante e al volante di una monoposto sul giro forse appena inferiore alla Rossa, ma tendenzialmente più veloce sul dritto. Al via lo scatto di Leclerc non è stato impeccabile, e Perez è riuscito agevolmente ad involarsi in prima posizione. Paradossalmente Charles si è ritrovato nella posizione ideale per potersi difendere dagli attacchi del giovane olandese: sul dritto il monegasco ha sfruttato la scia offerta dalla Red Bull leader e Max non è mai riuscito ad avvicinarsi troppo. La prima doccia fredda per il box Ferrari arriva al nono giro, quando la vettura di Sainz si ammutolisce per un problema idraulico. La sfortuna dello spagnolo si trasforma però in un assist prezioso per Leclerc che imbocca la corsia box appena la direzione gara congela la corsa con una virtual safety car. I due piloti Red Bull invece perdono l'attimo, o semplicemente optano per una diversa strategia. Al termine del primo giro di soste box dei leaders Charles si ritrova primo, con ampio margine, avendo il monegasco effettuato il cambio gomme mentre gli altri erano costretti ad un'andatura a velocità ridotta. Nonostante un tentennamento dei meccanici nell'esecuzione delle operazioni ai box (Binotto garantisce che i tecnici eseguono moltissime prove, ma gli errori, sotto pressione, non mancano) finalmente Leclerc sembrava poter concretizzare in punti quanto ottenuto al sabato, ed il team di Maranello poter gioire per una strategia corretta, dopo gli errori compiuti nel Principato di Monaco. Una soddisfazione durata solo una manciata di giri. Al 20esimo una fumata bianca è uscita dal posteriore della F1-75 di Leclerc. Una nuvola che oscura pesantemente le ambizioni iridate del monegasco. L'ennesima doccia fredda per la Ferrari, mai così inaffidabile negli ultimi 13 anni circa.
Leclerc, a quota 15 pole position, meriterebbe di meglio
Una furia quando contano concentrazione, velocità ed instinto. Fra i migliori sul passo gara. Raramente Leclerc sbaglia, eppure adesso si ritrova a 34 punti di distacco dal leader del mondiale Verstappen. Avrebbe potuto vincere quasi tutte le gare di questa prima parte di stagione. Ed invece, a fronte di ben 6 (!) pole position, può vantare "solo" due successi di tappa. Sono numeri che avrebbero fatto gioire Binotto e compagni la scorsa stagione, quando con una vettura zoppicante e poco sviluppata Leclerc e Sainz sono riusciti ad issare in terza piazza fra i costruttori il team di Maranello, ma che gettano nello sconforto l'intera Scuderia nel tanto atteso 2022, l'anno "della riscossa". Ancora è presto per gettare la spugna (con una monoposto del genere sarebbe un errore incredibile) ma in Ferrari qualche domanda dovranno pur farsela. Che fine ha fatto la tanto osannata affidabilità, dimostrata sul campo, delle prime gare? Gli sviluppi hanno consentito alla Rossa di rimanere al top in termini di prestazioni, a discapito però della tenuta? Quanto erano evitabili queste battute d'arresto?
Red Bull, non vincono i più rapidi (forse) ma, ai fini della classifica, che importa?
Ride bene chi ride ultimo, mai detto è stato così calzante per Verstappen e Perez! Di poco dietro al compagno in qualifica, Max in gara, beneficiando di qualche pasticcio del box del messicano e di una maggiore costanza nel passo, è riuscito a far meglio del vicino di garage e tanto gli è bastato per portare a casa l'ennesima coppa riservata al primatista di tappa. Fortunati, forse, ma in fondo che colpe hanno gli anglo-austriaci se i fortissimi rivali sgretolano le loro ambizioni sulla distanza? Ed adesso entrambi comandano il mondiale guardando tutti dall'alto. Le uniche preoccupazioni per Horner potrebbero derivare dalle lecite ambizioni di Perez, mai così vicino alle prestazioni del campione del mondo in carica, mentre i team radio sembrano confermare delle gerarchie di squadra che vedono in Verstappen il pilota di punta. Una lotta interna che in Red Bull proveranno a rimandare, in attesa degli sviluppi del campionato. Problemi che, al momento, Binotto vorrebbe avere.
Mercedes inguardabile, ma Russell va ancora a podio!
Alle spalle del duo vincente è arrivato un incredibile George Russell. Vero, guida una Mercedes, ancora non in grado di vincere ma pur sempre una monoposto prodotta dagli ultimi trionfatori seriali. Ma basta guardare le immagini in televisione per renderci conto di quanto sia difficile da domare questo mostro di inefficienza, un progetto stranamente sbagliato da una compagine abituata a vincere dal 2014, ovvero dall'inizio dell'Era turbo-ibrida. Una vettura che sta distruggendo fisicamente (non ancora psicologicamente) Hamilton, in difficoltà a fine gara (quarto al traguardo) a scendere dalla sua auto. Una monoposto che fatica a stare in strada in rettilineo, protagonista di una successione di saltelli così accentuata da non consentire ai piloti che la guidano di comunicare con il loro box sul dritto.
Gasly e Vettel i migliori degli altri. Ferrari, anche i clienti soffrono
Alle spalle del duo Mercedes è arrivato quinto Gasly, che ha portato alla classifica AlphaTauri un ottimo bottino di punti, e sesto l'inossidabile Vettel, autore di una prestazione convincente e arcigna al volante della sua Aston Martin. Sorpassi, staccate a ruote fumanti, dritti nelle vie di fuga, il tedesco ci ha fatto divertire. Dietro al quattro volte iridato è arrivato Alonso, la sua Alpine è parsa imprendibile in rettilineo, ed il duo McLaren, con Ricciardo (bella prova dell'australiano!) davanti a Norris. Nessuna gioia per i colori del Cavallino: neanche una monoposto cliente è riuscita a cogliere punti. Bottas, 11esimo, e Mick Schumacher, 14esimo, sono stati gli unici piloti motorizzati Ferrari a vedere il traguardo.