Con l'appena disputata gara austriaca possiamo (forse) dichiarare concluso l'incessante e asfissiante dominio Mercedes. Oggi l'accoppiata Red Bull-Verstappen ha macinato gli avversari, staccando Hamilton di 35 secondi, potevano essere meno, ma Lewis ha giocato la carta del pit stop supplementare per stabilire il giro veloce. L'olandese ha mantenuto il comando alla prima curva, e suonato una sinfonia meravigliosa per il box di Christian Horner. Disturbante per quello di Toto Wolff. Al manager di Vienna non resta che vedere i fantasmi, presunte irregolarità tecniche degli avversari, a suo dire troppo rapidi in rettilineo. La realtà è che la Honda, in vista dell'addio alla massima Formula, ha tirato fuori dal cassetto un motore eccellente. La Mercedes nonostante l'accesa lotta mondiale dovrà presto interrompere lo sviluppo dell'attuale vettura, focalizzandosi sul progetto 2022. E mentre Hamilton si lecca le ferite Verstappen si gode la testa della classifica iridata. Sempre più dall'alto.
Bottas buon terzo dopo la gaffe in corsia box
Dietro le prime due posizioni, ben definite ed incontrastabili, abbiamo assistito alla lotta per l'ultimo gradino del podio fra Bottas e Perez. Il finlandese è ormai sull'orlo di una crisi di nervi, complici anche le pressanti voci che lo vorrebbero fuori dal team Mercedes al termine di questa stagione. Durante le prove libere è riuscito ad andare in testacoda in corsia box, beccandosi tre posizioni di penalità in griglia di partenza. Sembrava l'errore della svolta, la pietra tombale sulla carriera di un'eterna promessa mai sbocciata, invece oggi ha sfoderato una prestazione davvero convincente, riuscendo nel finale a tenere dietro il rimontante Perez, quest'ultimo al volante di una velocissima Red Bull dotata di pneumatici più freschi. Il messicano è quindi transitato sotto la bandiera a scacchi appena dietro al rivale. Una quarta posizione, quella di Perez, che tuttavia non lo mette in buona luce se si pensa alla gara dominante del compagno di team Verstappen. La Red Bull ha una vettura molto veloce e solida, ma ancora non così superiore da consentirle quelle doppiette annichilenti con cui Mercedes dal 2014 al 2020 ha addormentato la Formula 1.
Ferrari, bene ma non benissimo. Leclerc prima sbaglia, poi regala spettacolo
Fortuna che c'è la Rossa! Strano a dirsi, specialmente se guardiamo alla classifica finale di questa gara. Sesto Sainz, settimo Leclerc, addirittura doppiati e dietro a Norris, quinto con la rivale McLaren. La pessima gara di Ricciardo (in crisi nera) ha tuttavia consentito alla squadra di Maranello di recuperare qualche punto sul team inglese, adesso distante 12 lunghezze in classifica costruttori. Tralasciando i freddi numeri ed una situazione prestazionale non da top team possiamo esprimere gratitudine ai piloti della Rossa in quanto veri animatori di un gran premio altrimenti piuttosto soporifero. Sainz ha guidato in modo solido e consistente, mostrando gli artigli quando necessario. Leclerc ha invece iniziato la gara con un errore grossolano che lo ha fatto precipitare in fondo al gruppo. Una leggera tamponata rifilata all'AlphaTauri di Gasly ha compromesso la gara di entrambi, con il francese costretto al ritiro in seguito alla foratura subita. L'errore non ha però abbattuto il monegasco che dopo il primo pit stop si è prodigato in una rimonta spettacolare. Uno ad uno ha superato gli avversari che lo dividevano dalla zona punti, ed infine Alonso e Stroll, portandosi alle spalle del team mate Sainz. La Ferrari può quindi guardare con relativo ottimismo al futuro. La brutta gara francese, determinata dalla pessima gestione degli pneumatici da parte delle due vetture del Cavallino, può finalmente essere archiviata con maggiore serenità. La pioggia caduta sul Paul Ricard prima della gara ed un asfalto relativamente freddo avevano portato a galla tutte le pecche di una vettura che in condizioni ottimali può dire la sua. Certo non per la vittoria, ma almeno nella lotta per la terza piazza fra i costruttori. Fra una settimana il Circus replica: avremo un'altra gara sulla stessa pista. L'occasione per mostrare quello che il team di Maranello avrebbe potuto ottenere senza l'errore di Leclerc e con una maggiore incisività in qualifica.