di Matteo Landi
Sarà ricordato come il Gran Premio dei Record. Quello conquistato da Kimi Raikkonen, a quota 323 gare disputate, e quello tanto atteso e certamente non imprevedibile di Hamilton, 91 volte vincente come Michael Schumacher. A fine gara Mick consegna all'inglese il casco del padre, Hamilton sembra commosso. Lo porta sul podio e mentre festeggia non può non pensare a quanto raggiunto. Il pilota n°44 è il Campionissimo della sua Era. Difficile fare confronti con l'Epoca di Michael, ancora da raggiungere nel numero di mondiali conquistati, sette. Sarebbe ingiusto dire che con la prossima vittoria Hamilton sarà il più grande di tutti. Sicuramente sarà il più vincente. Storie diverse quelle dei due Supercampioni. Da una parte quella del pilota tedesco, che ha corso anche con vetture non da vertice, vedi Jordan e le "sue" prime Benetton. Senza dimenticare quella Ferrari che prese per mano nel 1996, capace (si fa per dire) di vincere solo due gare fra il 1991 ed il 1995. Il Kaiser la riportò al mondiale al suo quinto anno di permanenza in Rosso. Dal suo arrivo a Maranello al primo iride, datato 8 ottobre 2000, Michael contribuì pesantemente alla ricostruzione di una squadra che, appunto, prese ben lontana dai vertici. Nel suo percorso incappò anche in quel grave incidente che nel 1999 lo tenne a lungo lontano dalle piste. Ripreso dal difficile episodio instaurò una serie vincente, ma non sempre dominante, che lo portò a cinque mondiali consecutivi con la squadra allora condotta da Jean Todt.
Oggi Hamilton raggiunge il vertice assoluto dopo un dominio incontrastato Mercedes che dura ormai dal 2014. L'addio del compagno di squadra Rosberg, capace di battere tutti nel 2016, gli ha spianato la strada. In un epoca in cui i campionati vantano 4-5 gare più di quelli disputati da Schumacher. Tutto questo non per sminuire la grandezza di Hamilton, assoluta, ma per evidenziare quanto sia veramente difficile stabilire chi sia il più grande di tutti i tempi. Questa considerazione possiamo farla senza disturbare i Grandi degli anni 50: a titolo di esempio Ascari due volte campione fra il 1952 ed il 1953 corse quando i calendari contavano meno di 10 gare stagionali. Oggi celebriamo il Grande Hamilton, capace di vincere il confronto con il compagno Alonso nel 2007, nell'anno del suo debutto. Campionato che vide vincente Raikkonen, in grado di artigliare l'ultimo mondiale piloti targato Ferrari. 11 ottobre 2020, i destini di due dei tre sfidanti 2007 si incontrano ancora, nei festeggiamenti per due risultati che trasudano storia ed emozionano.
Nurburgring: "nuovo-vecchio" teatro dello Show dei Record
Il Nurburgring ha fatto questo weekend il suo ritorno nel calendario della massima Formula. L'ultima apparizione era datata 2013, in piena Era Vettel/Red Bull. Oggi il pilota tedesco ha mestamente tagliato il traguardo in undicesima posizione, appena davanti a Raikkonen e dietro all'altra Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi. Complimenti all'italiano ma giornata amarissima per un quattro volte campione del mondo che non riesce ad uscire dal suo momento sportivamente drammatico. Ben lontano da un Leclerc buon settimo al traguardo e capace di un exploit in qualifica che lo ha issato fino alla quarta posizione in griglia. La gara ha poi visto Leclerc arrancare già allo start, quando si è ritrovato fra le mani una vettura due secondi al giro più lenta dei leader. Il monegasco non si è dato per vinto ed ha resistito a Ricciardo fino al nono giro, quando è scalato in quinta piazza. Le vincende di gara non lo hanno demoralizzato ed ogni volta che ha potuto Leclerc ha attaccato. La malata Ferrari è ancora lontana dalla guarigione, piccoli aggiornamenti aerodinamici hanno prodotto lievi miglioramenti. Progressi che ancora non possono collocare le Rosse ai livelli che, per blasone, le competono. E pensare che lo scorso anno i piloti del team di Maranello lottavano con Hamilton mette i brividi. L'inglese oggi ha disputato una gara magistrale. Ha prima lasciato sfogare Bottas, poi lo ha passato approfittando di un suo errore. Il finlandese è definitivamente uscito dalla contesa quando ha subito un guasto alla sua Mercedes che lo ha costretto al ritiro. La grinta non è bastata a Verstappen per complicare i piani di record di Hamilton, l'olandese ha quindi artigliato il massimo a disposizione arrivando secondo alla bandiera a scacchi.
Ricciardo e Hulkenberg: che gara!
Tralasciando i recordman non possiamo che incoronare come piloti del giorno Ricciardo e Hulkenberg. Hulkenberg? Si, avete letto bene. Sabato mattina il pilota tedesco era a Colonia, si stava bevendo un caffè con un amico, quando alle 11 ha ricevuto la chiamata della Racing Point: Stroll era indisposto, serviva un pilota! Il tedesco ha percorso l'autostrada a 300 all'ora, si è messo la tuta ed ha disputato le qualifiche. Senza avere la possibilità di prendere confidenza con mezzo e pista non ha potuto far altro che classificarsi 20esimo. In gara ha familiarizzato con la "sua" Racing Point ed è risalito fino all'ottava posizione finale! Ricciardo invece ha portato alla Renault un podio che le mancava da nove anni. L'australiano ha corso con grinta e determinazione arrivando nel finale anche a contendere la seconda posizione a Verstappen al restart dopo una fase di safety car. Adesso disegnerà il tatuaggio che il Team Principal Cyril Abiteboul dovrà farsi, come da lui promesso in caso di podio!
Quale futuro per la Formula 1?
"Grande Kasino". Furono le parole coniate dal primo Niki Lauda ferrarista, commentando il metodo di lavoro che trovò presso la squadra di Maranello. E' la situazione in cui presto si troverà la F1. Prima del Gp dell'Eifel è arrivata la notizia del ritiro, a fine 2021, della Honda. Tornata per il Mondiale 2015 come motorista si dichiara pronta ad andarsene proprio adesso che iniziava a raccogliere i frutti di quanto, con fatica, seminato. Dalle offese di Alonso, ricordiamo il celebre "GP2 Engine", alle vittorie conquistate con Verstappen e con la faentina AlphaTauri ne è stata fatta di strada dagli ingegneri della casa di Tokyo. Nel 2008 Honda lasciò alla vigilia di un campionato che l'erede Brawn GP vinse grazie ad una soluzione innovativa. Fu una beffa, ma i giapponesi non sembrano aver imparato la lezione. Le ragioni economico-finanziarie e la crisi che accompagnia l'attuale pandemia hanno suggerito al colosso nipponico un altro addio. Quale futuro per la galassia Red Bull? Helmut Marko è stato chiaro: senza un motore vincente anche noi ce ne andiamo! Se non ci saranno nuovi arrivi (ipotesi realistica) la F1 rischia di ritrovarsi nel 2022 con solo 3 costruttori di power unit: Mercedes, Renault e Ferrari. Considerando poi che nell'ultimo Patto della Concordia la Mercedes ha fatto inserire una clausola d'uscita, inizialmente non prevista, ecco che le nubi sul futuro della massima Formula si addensano come non mai. L'attuale regime turbo-ibrido instaurato nel 2014 ha evidenziato un dominio Mercedes asfissiante e tenuto lontano tanti costruttori dalla massima Formula, ritenuta troppo costosa e con una visibilità non molto superiore ad una Formula E in netta crescita e ben meno dispendiosa. Dal 2021 il nuovo Presidente Stefano Domenicali avrà molte gatte da pelare. Un imolese al comando della categoria top del motorsport, nel momento peggiore, con molta esperienza di F1 e stimato da tutto l'ambiente. Stefano, siamo nelle tue mani!