Domenica, 27 Settembre 2020 18:09

F1, Russia: una Bottas di vita nel giorno di Raikkonen In evidenza

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F1, Russia: una Bottas di vita nel giorno di Raikkonen Fotografia "Alfa Romeo Racing ORLEN" Facebook page

Hamilton manca l'aggancio al record di Schumacher e Bottas ottiene la tanto attesa seconda vittoria stagionale. Leclerc è buon sesto. Raikkonen da record: 322 gare disputate!

di Matteo Landi

Doveva essere la gara dell'aggancio al vertice. Con il primo posto Hamilton avrebbe raggiunto il record di Schumacher, a quota 91 vittorie. La festa dell'inglese è invece rimandata. Arriverà presto ad eguagliare il sette volte campione del mondo, almeno nei numeri, i quali parlano ma non dicono tutto. Troppe le differenze fra la F1 del Kaiser e quella del pilota che ha debuttato nel 2007 al volante di una McLaren da vertice, beneficiando in seguito dell'enorme superiorità che la Mercedes si è assicurata dall'inizio dell'era ibrida, nel 2014. Il settimo anno di schiacciante dominio anglo-teutonico è in corso ed ancora siamo lontani dal termine della stagione. In Russia Hamilton ha pasticciato, mettendosi da solo i bastoni fra le ruote. A beneficiarne è stato così Bottas, uno specialista della pista di Sochi, alla seconda affermazione sul tracciato russo. Una secondo trionfo che avrebbe potuto far suo già nel 2018 se non avesse regalato la gara al compagno Hamilton, al tempo in lotta con Vettel per il titolo.

Una Ferrari in lotta per il vertice. Accadeva solo due anni fa. Oggi Leclerc ha invece dovuto spremere tutto il potenziale della sua SF1000 per raggiungere una sesta posizione finale che, considerate le ultime prestazioni, è tutto grasso che cola. Vettel, l'ex sfidante di Hamilton, non è andato oltre la 13esima posizione. Il tedesco vorrebbe togliersi delle soddisfazioni in questi suoi ultimi mesi a Maranello ma probabilmente tornerà a gioire solamente il prossimo anno quando vestirà i colori Aston Martin. In Russia, però, il suo rendimento non è stato migliore delle (scarse) performance Ferrari.

Hamilton e Vettel: quanti errori!

Hamilton e Vettel. I due piloti più titolati della F1 odierna sono fra coloro che più hanno deluso. In un fine settimana particolare in cui il primo cercava la definitiva consacrazione ed il secondo una piccola rinascita dopo gare di sofferenza. L'inglese ha sbagliato in prova, quando a causa di un lungo gli è stato tolto il suo miglior tempo. Questo lo ha costretto a superare il Q2 con le gomme più morbide, con le quali è poi partito in gara. Seppur scattato dalla pole position si è ritrovato costretto ad una strategia non ottimale, consapevole che avrebbe dovuto effettuare il cambio gomme prima del compagno Bottas. A peggiorare il quadro della situazione ci hanno pensato ben due penalità, per un totale di 10 secondi da scontare in occasione del pit stop. Prima della gara l'inglese aveva inspiegabilmente provato delle partenze in zone, per ragioni di sicurezza, non consentite. Il pilota n°44 ha poi tentato la rimonta ma il suo ritmo non è mai stato all'altezza di quello di Bottas, per una volta leader Mercedes anche a livello prestazionale. Hamilton ha così concluso al terzo posto, alle spalle anche di un ottimo Verstappen, mostrandosi, nel post gara, scuro in volto, forse arrabbiato con il suo box. L'inglese è già fra i grandissimi della categoria ma dovrà ripassarsi il regolamento. Errore ben più marchiano è stato quello commesso da Vettel in qualifica, quando si è malamente schiantato contro le protezioni. Uno sbaglio che ha compromesso la sua posizione in griglia di partenza, 14esimo, ed ha intralciato i piani di Leclerc, costretto agli straordinari negli ultimi due minuti di prove ufficiali ed alla 10ima piazza al via (i ferraristi hanno guadagnato una posizione in seguito ad una penalità subita da Albon).

A Sochi è stato infatti Leclerc a riportare la luce a Maranello. Una gara consistente la sua. Mentre Vettel vivacchiava nella parte bassa della classifica il monegasco ha mostrato un passo sorprendente. Si tratta comunque di una prestazione non degna del blasone del Cavallino Rampante, ma ben al di sopra di quanto mostrato nelle precedenti gare. Il giovane pilota alla corte di Binotto in partenza ha tirato fuori gli artigli, arrivando anche al contatto con Stroll. Si è poi reso autore di un passo costante, combattendo con le Renault e mettendosi, alla fine, alle spalle quella di Ocon. La Racing Point di Perez, quarto sotto la bandiera a scacchi, è parsa inarrivabile. Con Ricciardo ha invece duellato per quanto ha potuto, poi l'australiano si è involato verso la quinta piazza finale.

Gran gara di Ricciardo e delle AlphaTauri

Gran gara quella dell'australiano di casa Renault, l'appuntamento con il podio per lui è ancora rimandato ma, con un pò di fortuna, potrebbe arrivare presto. In Russia ha gioito anche la ex Toro Rosso, ottava con Kvyat e nona con Gasly. AlphaTauri continua così ad insidiare la sesta posizione in classifica costruttori alla Ferrari: niente male per i faentini!

Kimi: 322 volte grazie!

Se per Hamilton l'appuntamento con la storia è rimandato lo stesso non si può dire per Kimi Raikkonen. Classe 1979, debuttante nel lontano 2001, ultimo campione del mondo Ferrari 2007. Al termine del 2009 abbandonò momentaneamente la massima Formula per darsi ai rally, con risultati più che dignitosi, e persino alla Nascar, disciplina che ha assaggiato nel 2011. Iceman, quello del "leave me alone" urlato in team radio mentre si accingeva a regalare un incredibile successo alla Lotus dopo il suo rientro in F1. Kimi, frizzante fuori dal paddock, "essenziale" durante i weekend di gara, con le sue poche parole sussurrate in conferenza stampa. Un inconsapevole idolo delle folle, un involontario personaggio. Oggi ha concluso la gara in 14esima posizione, dopo un errore in qualifica che lo ha costretto a scattare dall'ultima fila e ad una gara tutta d'attacco in mezzo a ragazzi ben più giovani di lui. Il pilota di Espoo al Mugello aveva addirittura concluso in top ten e sarebbe stato meraviglioso se fosse riuscito a ripetersi. Ma poco importa. 322 volte grazie Kimi, contiamo di vederti in griglia ancora per un po'!

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