Editoriale: -Ma che simpatiche canaglie son questi splendidi alleati! - Lattiero caseari. Latte spot in gran risalita - Cereali e dintorni. Mercati confusi e decisioni emotive. - A Forlì torna SAPEUR, la kermesse del gusto - The Craftsman – L'artigiano del dettaglio a Reggio Emilia - CETA, "PresaDiretta" ha fatto tappa a Parma - Intervista a Claudio Guidetti -
SOMMARIO Anno 18 - n° 03 20 gennaio 2019
1.1 editoriale
Ma che simpatiche canaglie son questi splendidi alleati!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte spot in gran risalita.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Latte spot in gran risalita. - grafici
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Crop forecaster, prevede un calo del 5%?
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Crop forecaster, prevede un calo del 5%? GRAFICI di TENDENZA
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati confusi e decisioni emotive.
7.1 eventi e sapori A Forlì torna SAPEUR, la kermesse del gusto
8.1 Londra anni 30 a Reggio Emilia The Craftsman – L'artigiano del dettaglio a Reggio Emilia
9.1 agroalimentare commercio "Nave del Sadino", torna a splendere il gioiello sul torrente Recchio
9.2 CETA e export formaggi CETA, "PresaDiretta" ha fatto tappa a Parma - Intervista a Claudio Guidetti
10.1 export Arabia saudita Parmigiano Reggiano "On Air" nei Paesi Del Golfo
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Da Novembre a oggi oltre 11.000 iscritti e 20 coordinamenti regionali. I Gilet Gialli Italiani raccolgono consensi e facebook è ancora una volta lo strumento più efficace per aggregarsi e condividere informazioni. Giancarlo Nardozzi, cofondatore insieme all'ex deputato grillino Ivan Della Valle, ci ha rilasciato una dichiarazione sul movimento e gli obiettivi che si prefigge.
Intervista Di Nicola Comparato - 14 gennaio 2019 -
Le "gesta " dei Gilet Gialli francesi, quelli originali, che da due mesi stanno tenendo sotto scacco Emmanuel Macron mettendo, purtroppo, anche a ferro e fuoco Parigi, altre città della Francia con qualche puntata anche a Bruxelles, stanno raccogliendo consensi ammirevoli un po' in tutta Europa e l'Italia non è da meno.
E' infatti da novembre scorso, all'indomani dei primi moti transalpini, che da Torino sono state gettate le basi per un movimento nazionale. A mettere a dimora il primo seme italiano sono stati Giancarlo Nardozzi, venditore ambulante torinese, presidente del GOIA (Gruppo Organizzato Indipendente Ambulanti), e Ivan Dalla Valle ex deputato del Movimento 5 Stelle che hanno dato vita al "Coordinamento Gilet Gialli Italia".
Per saperne di più, abbiamo contattato Giancarlo Nardozzi, uno dei fondatori del movimento, che ci ha rilasciato un'intervista, sintesi della origine e dell'obiettivo del movimento dei Gilet Gialli domestici.
(Giancarlo Nardozzi)
Buon giorno Signor Nardozzi, quando e con quale scopo è nato il coordinamento dei Gilet Gialli Italiani?
Siamo nati a fine Novembre prendendo spunto dai Francesi. Abbiamo creato questo coordinamento per poter avere una cassa di risonanza verso le istituzioni tutte , per generare attenzione ai veri problemi del popolo.
Ponete delle condizioni particolari per entrare a far parte del coordinamento?
Possono entrare tutti , anzi è di tutti purché non ci siano scopi personali, secondi fini e zero violenza. Nel qual caso verranno allontanati.
Attualmente dove siete attivi e quali i punti di contatto e di differenza con i francesi?
Nonostante il tempo trascorso sia stato breve, abbiamo creato coordinamenti in tutte le regioni italiane. Il punto in comunione con il movimento francese è nel ritenere prioritaria la sovranità del popolo. Le differenze tra noi e i Francesi, sono che loro stanno attraversando una situazione che avevamo noi con il governo passato e con grande coraggio si stanno battendo. Noi invece stiamo creando una situazione anche per far si che non accada mai più.
Avete un sito internet di riferimento?
Al momento no, siamo su Facebook e Whatsapp con un gruppo per ogni regione.
Per caso puntate ad eventuali elezioni?
Non siamo nati con l'intenzione di fare politica anche se, vedendo lo scenario attuale, sarebbe una cosa buona un terzo partito che tenesse lontano le vecchie lobby partitiche, ormai da anni nelle istituzioni e che hanno portato il nostro paese a questi bassi livelli. Chi vivrà vedrà!
Che genere di persone militano nei Gilet Gialli Italiani?
Di tutti i generi dal disoccupato al laureato affermato.
Avete già fissato una data per un raduno ufficiale dei Gilet Gialli Italiani?
Da quando io e Ivan Dalla Valle abbiamo pensato di fondare il movimento il gruppo ha superato le 11000 presenze. Per ora intendiamo farlo crescere ancora e che sia un popolo unito e sulla stessa linea ideale.
Riuscirete a sensibilizzare l'opinione pubblica italianai?
Se riusciremo a sensibilizzare l'opinione pubblica lo vedremo, diamo per scontato che ci isolino. Siamo in Italia il paese dei venduti.
Un'ultima domanda: si è sentito parlare di un altro gruppo di Gilet Gialli Italiani, con tanto di marchio depositato, hanno qualcosa a che fare con voi?
Come già detto prima, noi non ci siamo costituiti con l'intenzione di dar vita a un partito, se sarà lo condivideremo apertamente. Non abbiamo idea di chi siano quelle persone cui fate riferimento.
Il link della pagina Facebook dei Gilet Gialli Italiani https://www.facebook.com/Coordinamento-Nazionale-Gilet-Gialli-Italia-293057177993124
Giancarlo Nardozzi e Ivan Della Valle si presentano e presentano il programma del movimento. https://www.facebook.com/MovimentoGiletGialli/videos/1968652113170641/
(Giancarlo Nardozzi e Ivan Dalla Valle)
(Ivan Dalla Valle)
#giletsjaunes #giletgialli
Editoriale: - Il 2019 si è aperto con una nuova crisi bancaria- Lattiero caseari. Riapertura positiva per Grana e Parmigiano - Cereali e dintorni. Mercato in balìa delle voci di corridoio. - Soddisfazione per i primi dati sui saldi. - Monster frozen! -
SOMMARIO
Anno 18 - n° 02 13 gennaio 2019
1.1 editoriale
Il 2019 si è aperto con una nuova crisi bancaria
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Riapertura positiva per Grana e Parmigiano
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato in balìa delle voci di corridoio.
5.1 cereali e dintorni grafici.
6.1 saldi Soddisfazione per i primi dati sui saldi.
6.2 zootecnia e ricerca Lattiero Caseario: all'Università di Parma 587mila euro per due progetti di ricerca
7.1 agroalimentare commercio I Centri agroalimentari Caab, Caar e Cal vanno in rete per migliorare competitività ed efficienza
7.2 vini bio e biodinamici Vini bio e biodinamici sono una realtà?
8.1 sfide Monster frozen!
9.1promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners
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Questa volta è toccato a CARIGE. Per molto tempo è stato il quinto istituto bancario del Paese ed ora è inciampato nuovamente nello "Stress Test" di novembre scorso dove è emersa tutta la criticità delle gestioni precedenti.
di Lamberto Colla Parma 13 gennaio 2019 -
Sono infine venuti al pettine i nodi delle precedenti gestioni di una delle più importanti banche del Paese.
Carige, la Cassa di risparmio di Genova e Imperia, sino al 2012 controllata dalla Fondazione CARIGE, non ha superato lo stress test di novembre scorso e, a fronte del rifiuto dell'azionista di maggioranza (Malacalza) di provvedere al rifinanziamento dell'istituto con 400 milioni di fresche liquidità, Banca d'Italia e BCE sono immediatamente intervenute commissariando l'Istituto e subito dopo, il Governo giallo-verde, è sceso in campo per offrire le garanzie di salvataggio nel tentativo di mettere al riparo i risparmiatori.
Con un decreto fotocopia (vedi analisi AGI) a quelli che furono emanati dal PD in passato, il Governo Conte ha provveduto a creare un Fondo di Garanzia «al fine di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell'economia e preservare la stabilità finanziaria [...] il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato [...] a concedere la garanzia dello Stato su passività di nuova emissione» della banca in questione. Nel caso di Carige, l'articolo 1 fissa il limite della garanzia a 3 miliardi di euro.
Le differenza tra i due provvedimenti così posti a confronto riguardano il valore del fondo e la destinazione. I 20 miliardi di Gentiloni sarebbero serviti per tutte le banche in difficoltà, mentre i 3 disposti da Conte sono a esclusivo riscontro delle difficoltà di CARIGE.
Le polemiche, esclusivamente strumentali di cui si riempie la bocca l'opposizione in queste ore, sono solo il tentativo maldestro di riabilitarsi da un passato poco chiaro in ordine ai rapporti con le banche e le accuse che a loro furono rivolte non riguardavano certamente i provvedimenti salva banche, piuttosto tutte le interferenze nelle varie gestioni degli istituti bancari caduti in disgrazia, e le presunte o conclamate posizioni di conflitto di interesse.
Ma quello che continua a sconcertare è la costante posizione di scontro tra maggioranza e opposizione, su qualsiasi tema anche di irrilevante importanza. Al contrario mai si riesce a trovare una posizione di equilibrio per portare a casa qualche risultato positivo a favore della massa economica e della popolazione di questa bellissima penisola.
Tornando al caso CARIGE, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rifiuto di Malacalza Investimenti, società finanziaria principale azionista di Carige con una quota del 27%, di sostenere un aumento di capitale da 400 milioni di euro che sarebbe servito all'istituto ligure per dotarsi di nuove risorse finanziarie e rimettersi in sesto. Un rifiuto motivato dal fatto che da poco la banca era stata rifinanziata con un bond da 320 milioni emesso dalla stessa banca e sottoscritto dal Fondo Interbancario, un organismo di garanzia partecipato dai maggiori istituti di credito nazionali, che serve per tutelare i correntisti e la stabilità del sistema finanziario, motivo per il quale i Malacalza, non ritennero che l'Istituto versasse in una pesante crisi di liquidità.
Ma la genesi del dissesto risale a prima del 2012, quando il deus ex machina era Giovanni Berneschi e l'azionista di maggioranza (45%) era la Fondazione CARIGE.
Il 2012 può essere considerato come l'apice ma anche il capolinea di quel poderoso e lungo progetto di crescita e di espansione della Banca ligure, infine incappata nella crisi economica globale e fortemente strozzata dal crescente peso dei "prestiti deteriorati". E' così che vennero messi in cantiere diversi aumenti di capitale che consentirono a Malacalza di crescere all'interno della quota azionaria e alla Fondazione invece di disimpegnarsi.
Ed ora siamo all'epilogo, pronta a essere acquisita da uno dei grandi gruppi nazionali, il primo che si farà avanti.
Auguriamo ai risparmiatori e soprattutto agli investitori "inconsapevoli" miglior fortuna dei loro predecessori.
Siamo comunque alle solite, a pagare è sempre "Pantalone" mentre i reali responsabili continueranno a svolazzare di banca in banca, da industria a industria, da società di rating a società di rating e a far man bassa di stipendi milionari anche in difetto di risultati se non addirittura responsabili della mala gestio.
Ai miseri mortali resta invece da versare il contributo di solidarietà!
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Cesari protesta per il fondo imu-tasi, ma e' stato il PD a cancellarlo. Cavandoli e Campari (Lega): "Il nostro Governo invece lo ha rifinanziato".
Parma, 6 gennaio 2019 - I parlamentari leghisti Laura Cavandoli e Maurizio Campari rispondono agli attacchi di Cesari al Governo.
"Il segretario provinciale PD accusa il Governo Conte di avere tagliato fondi agli enti locali e invece i tagli di cui parla sono colpa del Governo PD:, dunque finanziato solo fino al 2018. Pertanto il PD ne aveva previsto la cancellazione totale da quest'anno: dal 2019, tutti i Comuni avrebbero dovuto arrangiarsi e farne a meno
Il Governo Conte invece lo rifinanzia con 190 milioni di euro per il 2019 e si è impegnato a mantenerlo con risorse aggiuntive fino al 2033, dando così la possibilità ai Comuni di programmare i propri bilanci anche per il futuro.
Un'altra misura a favore degli enti locali da parte del Governo, dopo lo sblocco degli avanzi di gestione, il salvataggio del Piano Periferie, lo stanziamento di 400 milioni per le opere dei comuni medio-piccoli e i 3.750 milioni erogati fino al 2033 per le province, prima svuotate di ogni risorsa dalla legge Delrio e poi completamente abbandonate a se stesse dopo la bocciatura del referendum costituzionale. Con che soldi avrebbero dovuto fare la manutenzione di strade e scuole superiori cui sono obbligate? Evidentemente anche qui si aspettavano i "populisti" a rimediare ai danni del PD.
Spiace che uno come Cesari, che è stato sindaco fino a poco fa parli a vanvera e si presti ad attacchi gratuiti pur di avere un po' di visibilità sul giornale. Pensi piuttosto ai danni che il suo partito ha fatto ad enti locali e cittadini in questi anni.
Del resto, la sinistra mostra la stessa faccia tosta con cui, dopo aver riempito le città di disperati e delinquenti, pretende di dare lezioni al Governo su come si fa la Sicurezza.
Ancora una volta, il Governo "populista" rimedia ai danni dei Governi PD".
Sommario Anno 18 - n° 01 06 gennaio 2019
1.1 editoriale
L'epifania, tutte le feste si porta via.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Gran tonfo per il latte spot
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. 1° gennaio col "riso" in bocca...
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 02/01/2019 - nuovi grafici -
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in fibrillazione e logistica ancora assente.
7.1 difesa idraulica Sulla difesa idraulica di Colorno. La posizione di AIPO
7.2 difesa idraulica La replica di AMO COLORNO a AIPO
8.1 ambiente Ambiente - lotta alla plastica, si comincia dai cotton fioc.
8.2 salute e consumi Snack al supermarket: via dalle casse dei supermercati.
9.1 ambiente Nuovo allarme ambientale.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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Il conto alla rovescia è iniziato. Il 2019 sarà politicamente intenso e economicamente impattate se l'Italia in primis e l'Europa poi non dovessero incanalare correttamente le proprie risorse e potenzialità.
di Lamberto Colla Parma 06 gennaio 2019 - L'epifania è il confine tra il vecchio e il nuovo anno che avanza troppo rapidamente.
Da domani si entrerà, a tutti gli effetti, nel nuovo esercizio amministrativo che vede l'introduzione della fatturazione elettronica anche tra privati. Un ulteriore barriera posta a salvaguardia delle entrate dello Stato che va a incrementare i controlli su coloro che sono di per sé già controllabili e sottoposti a un peso burocratico e fiscale ormai insostenibile.
Ma così è, e il Governo Gentiloni dovette accettare l'introduzione anticipata della fatturazione elettronica per ottenere in cambio maggiore flessibilità da Bruxelles.
Il 2019 sarà però un anno storico per la concomitanza di due importanti eventi elettorali e per la definitiva separazione del Regno Unito dalla Unione Europea, completando l'ultima fase della Brexit dopo la ratifica dell'accordo sottoscritto, con non poche difficoltà interne, da Theresa May a pochi giorni dalla fine del 2018.
Si inizierà con l'elezione del Parlamento Europeo, quell'organo di Governo dell'Unione che dovrà nominare i nuovi commissari che andranno a sostituire l'accozzaglia capitanata da Jean-Claude Juncker, ennesima espressione della fallimentare impostazione europea voluta dall'asse Franco - Tedesco, e infine le elezioni amministrative che nel corso dell'anno vedranno impegnati circa il 50% dei comuni, 26 capoluoghi di provincia (di cui 5 di regione) con più di 100.000 abitanti e ben 6 regioni (tra le quali l'Emilia Romagna i cui elettori saranno chiamati alle urne presumibilmente a Novembre 2019).
Il Pd sarà quindi chiamato alla conta e alla resistenza dovendo difendere gli scranni di tutte e 6 le amministrazioni regionali in palio.
Mentre Lega e M5S dovranno cercare di mettere qualche bandierina in più rispetto al passato per poter "cantare vittoria". Le prime sconfitte che PD e "azzurri" dovessero registrare, potrebbero innescare una effetto domino e una diaspora dai due ex principali partiti nazionali contribuendo a alimentare i due movimenti di Governo, Lega e M5S, che si potrebbero così polarizzare ancor più segnatamente, l'uno verso destra e l'altro verso sinistra, portando però in eredità una maggiori difficoltà a proseguire la collaborazione sul contratto di governo.
Ma il 2019 sarà un anno cruciale anche per gli USA e Trump in particolare. La tenuta solida del Tycoon alle elezioni di medio termine deve aver spaventato i suoi detrattori che, pur cantando vittoria per la riconquista della Camera, stanno cospirando per un "impeachment" già in corso d'anno, nella funesta convinzione che il miliardario possa vincere nuovamente nel 2020.
Infine è molto probabile che il 2019 sarà segnato dalla definitiva incoronazione dell'economia cinese ai vertici mondiali e la perdita del -10% in un solo giorno di Apple, trascinando Wall Street a chiudere a -2,8% lo scorso giovedi, è solo una antipasto di quello che potrebbe avvenire nei prossimi mesi.
E in tutto ciò, l'Europa è troppo debole, politicamente e economicamente, per reggere l'onda d'urto dello scontro titanico tra USA e Cina.
Qualcuno ci lascerà le penne se l'UE non si ricompatterà rapidissimamente, alienando l'asse franco tedesco, tornando a ragionare da federazione di Stati, ognuno dei quali con risorse e potenzialità elevatissime, ma inespresse e ripristinando i valori fondamentali che furono la ragione della costituzione della idea di una Europa comune dei popoli.
Il conto alla rovescia è iniziato.
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Palazzo del Quirinale, 31/12/2018 - Care concittadine e cari concittadini, siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana.
Tempi e abitudini cambiano ma questo appuntamento - nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi - non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo.
Permette di formulare, certo non un bilancio, ma qualche considerazione sull'anno trascorso. Mi consente di trasmettere quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell'anno da parte di tanti nostri concittadini, quasi dando in questo modo loro voce. E di farlo da qui, dal Quirinale, casa di tutti gli italiani.
Quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l'esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l'affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che è il nostro comune destino.
Proprio su questo vorrei riflettere brevemente, insieme, nel momento in cui entriamo in un nuovo anno.
Sentirsi "comunità" significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri.
Significa "pensarsi" dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese.
Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore.
So bene che alcuni diranno: questa è retorica dei buoni sentimenti, che la realtà è purtroppo un'altra; che vi sono tanti problemi e che bisogna pensare soprattutto alla sicurezza.
Certo, la sicurezza è condizione di un'esistenza serena.
Ma la sicurezza parte da qui: da un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune.
La domanda di sicurezza è particolarmente forte in alcune aree del Paese, dove la prepotenza delle mafie si fa sentire più pesantemente. E in molte periferie urbane dove il degrado favorisce il diffondersi della criminalità.
Non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata e si ha talvolta l'impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi.
La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza.
Sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l'un l'altro.
Qualche settimana fa a Torino alcuni bambini mi hanno consegnato la cittadinanza onoraria di un luogo immaginario, da loro definito Felicizia, per indicare l'amicizia come strada per la felicità.
Un sogno, forse una favola. Ma dobbiamo guardarci dal confinare i sogni e le speranze alla sola stagione dell'infanzia. Come se questi valori non fossero importanti nel mondo degli adulti.
In altre parole, non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società.
Sono i valori coltivati da chi svolge seriamente, giorno per giorno, il proprio dovere; quelli di chi si impegna volontariamente per aiutare gli altri in difficoltà.
Il nostro è un Paese ricco di solidarietà. Spesso la società civile è arrivata, con più efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti non raggiunti dalle pubbliche istituzioni.
Ricordo gli incontri con chi, negli ospedali o nelle periferie e in tanti luoghi di solitudine e di sofferenza dona conforto e serenità.
I tanti volontari intervenuti nelle catastrofi naturali a fianco dei Corpi dello Stato.
È l'"Italia che ricuce" e che dà fiducia.
Così come fanno le realtà del Terzo Settore, del No profit che rappresentano una rete preziosa di solidarietà.
Si tratta di realtà che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto.
Anche per questo vanno evitate "tasse sulla bontà".
È l'immagine dell'Italia positiva, che deve prevalere.
Il modello di vita dell'Italia non può essere – e non sarà mai – quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi.
Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo.
Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare.
Lo sport è un'altra cosa.
Esortare a una convivenza più serena non significa chiudere gli occhi davanti alle difficoltà che il nostro Paese ha di fronte.
Sappiamo di avere risorse importanti; e vi sono numerosi motivi che ci inducono ad affrontare con fiducia l'anno che verrà. Per essere all'altezza del compito dobbiamo andare incontro ai problemi con parole di verità, senza nasconderci carenze, condizionamenti, errori, approssimazioni.
Molte sono le questioni che dobbiamo risolvere. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L'alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta, pur con risultati significativi di imprese e di settori avanzati. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio.
Dobbiamo aver fiducia in un cammino positivo. Ma non ci sono ricette miracolistiche.
Soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimirante produce risultati concreti. Un lavoro approfondito, che richiede competenza e che costa fatica e impegno.
Traguardi consistenti sono stati raggiunti nel tempo. Frutto del lavoro e dell'ingegno di intere generazioni che ci hanno preceduto.
Abbiamo ad esempio da poco ricordato i quarant'anni del Servizio sanitario nazionale.
E' stato – ed è - un grande motore di giustizia, un vanto del sistema Italia. Che ha consentito di aumentare le aspettative di vita degli italiani, ai più alti livelli mondiali. Non mancano difetti e disparità da colmare. Ma si tratta di un patrimonio da preservare e da potenziare.
L'universalità e la effettiva realizzazione dei diritti di cittadinanza sono state grandi conquiste della Repubblica: il nostro Stato sociale, basato sui pilastri costituzionali della tutela della salute, della previdenza, dell'assistenza, della scuola rappresenta un modello positivo. Da tutelare.
Ieri sera ho promulgato la legge di bilancio nei termini utili a evitare l'esercizio provvisorio, pur se approvata in via definitiva dal Parlamento soltanto da poche ore.
Avere scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità.
La grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento.
Mi auguro – vivamente - che il Parlamento, il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto.
La dimensione europea è quella in cui l'Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro; e al suo interno dobbiamo essere voce autorevole.
Vorrei rinnovare un pensiero di grande solidarietà ai familiari di Antonio Megalizzi, vittima di un vile attentato terroristico insieme ad altri cittadini europei.
Come molti giovani si impegnava per un'Europa con meno confini e più giustizia. Comprendeva che le difficoltà possono essere superate rilanciando il progetto dell'Europa dei diritti, dei cittadini e dei popoli, della convivenza, della lotta all'odio, della pace.
Quest'anno saremo chiamati a rinnovare il Parlamento europeo, la istituzione che rappresenta nell'Unione i popoli europei, a quarant'anni dalla sua prima elezione diretta. È uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne.
Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l'occasione di un serio confronto sul futuro dell'Europa.
Sono rimasto colpito da un episodio di cronaca recente, riferito dai media. Una signora di novant'anni, sentendosi sola nella notte di Natale, ha telefonato ai Carabinieri. Ho bisogno soltanto di compagnia, ha detto ai militari. E loro sono andati a trovarla a casa portandole un po' di serenità.
Alla signora Anna, e alle tante persone che si sentono in solitudine voglio rivolgere un saluto affettuoso.
Vorrei sottolineare quanto sia significativo che si sia rivolta ai Carabinieri. La loro divisa, come quella di tutte le Forze dell'ordine e quella dei Vigili del fuoco, è il simbolo di istituzioni al servizio della comunità. Si tratta di un patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini.
Insieme a loro rivolgo un augurio alle donne e agli uomini delle Forze armate, impegnate per garantire la nostra sicurezza e la pace in patria e all'estero. Svolgono un impegno che rende onore all'Italia.
La loro funzione non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione.
In questa sera di festa desidero esprimere la mia vicinanza a quanti hanno sofferto e tuttora soffrono – malgrado il tempo trascorso – le conseguenze dolorose dei terremoti dell'Italia centrale, alle famiglie sfollate di Genova e della zona dell'Etna. Nell'augurare loro un anno sereno, ribadisco che la Repubblica assume la ricostruzione come un impegno inderogabile di solidarietà.
Auguri a tutti gli italiani, in patria o all'estero.
Auguro buon anno ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese.
Rivolgo un augurio, caloroso, a Papa Francesco; e lo ringrazio, ancora una volta, per il suo magistero volto costantemente a promuovere la pace, la coesione sociale, il dialogo, l'impegno per il bene comune.
Vorrei concludere da dove ho iniziato: dal nostro riconoscerci comunità.
Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita.
Ne cito uno fra i tanti ricordando e salutando i ragazzi e gli adulti del Centro di cura per l'autismo, di Verona, che ho di recente visitato.
Mi hanno regalato quadri e disegni da loro realizzati. Sono tutti molto belli: esprimono creatività e capacità di comunicare e partecipare. Ne ho voluto collocare uno questa sera accanto a me. Li ringrazio nuovamente e rivolgo a tutti loro l'augurio più affettuoso.
A tutti voi auguri di buon anno.
Video LINK: https://youtu.be/3Y2zP0Oy64c
Editoriale: - Buon 2019, senza il bazooka di Draghi. - La maschera della felicità - Alcuni chiarimenti sulla fatturazione elettronica - Parmigiano Reggiano: il MIPAAFT approva le modifiche integrative al piano delle regolazione dell'offerta 2017-2019 -
SOMMARIO Anno 17 - n° 52 30 dicembre 2018
1.1 editoriale
Buon 2019, senza il bazooka di Draghi.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato "sospeso".
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 18/12/2018 - nuovi grafici -.
6.1 lavoro marketing La maschera della felicità
7.1 amministrazione e fisco Alcuni chiarimenti sulla fatturazione elettronica
7.2 amministrazione e fisco Consiglio e Fondazione nazionale dei commercialisti: la fatturazione elettronica tra privati, ecco il manuale d'uso
8.1 ambiente Coltaro (PR), impianto di bonifica e canalizzazioni rimessi a nuovo
9.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano: il MIPAAFT approva le modifiche integrative al piano delle regolazione dell'offerta 2017-2019
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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Con il 2018 termina anche l'azione di sostegno della BCE all'economia europea (QE Quantitative Easing), e a quella italiana in particolare, senza che i governi ne abbiano sfruttato appieno le potenzialità. E il futuro non per niente roseo.
di Lamberto Colla Parma 30 dicembre 2018 - C'è poco da stare allegri, se in questi ultimi quattro anni l'economia del nostro Paese ha chiuso la fase deflattiva e raggiunto quei risultati di leggera positività, lo si deve principalmente a tre fattori:
il primo in assoluto è il Bazooka di Draghi, ovvero il Quantitative Easing, QE per gli appassionati di finanza, quindi per il traino della crescita dell'economia mondiale che ha consentito alle nostre imprese di migliorare le performance estere e infine, ma non da ultimo, l'abbattimento di circa due terzi del prezzo del petrolio e conseguentemente dei costi industriali a esso legati.
Ma il pezzo da 90 l'ha giocato Mario Draghi, peraltro contro il volere della Germania e dei suoi vassalli, abbattendo i tassi interesse (per un certo periodo addirittura negativi) e promuovendo l'acquisto dei titoli di Stato dei Paesi dell'UE e in particolar modo dell'Italia.
A fine novembre era di 2.563 miliardi di euro il consuntivo dell'APP (Asset Purchasing Program), che ha consentito di trasformare la Bce in uno dei più grandi asset manager mondiali, imitando la BoJ (Banca Centrale Giapponese) e la Federal Reserve americana.
Un programma che però nei 4 anni, causa la mancanza di strategie d'investimento, non ha consentito di consolidare la ripresa economica per la zona euro e in modo particolare per l'Italia che non ha colto la palla al balzo per aggredire le politiche strutturali e incidere realmente sul debito pubblico e sugli investimenti.
Un obiettivo totalmente fallito (dai Governi pre giallo-verde, per la precisione), tant'è che il deflatore dei consumi privati (era all'1,1% nel 2015), dovrebbe attestarsi alla medesima percentuale del 2015 anche quest'anno, mentre per il 2019 ed il 2020 si prevede rispettivamente l'1,4% ed il 2,2%, come si desume dagli allegati alla lettera con cui il governo ha da pochi giorni concordato con la Commissione europea le modifiche alla manovra di bilancio.
Un 2019 che si preannuncia amaro se da Strasburgo non si inventeranno una politica monetaria che, facendo tesoro dell'esperienza QE appena conclusa, possa non solo tamponare ma promuovere una vera e propria strategia finanziaria, accantonando l'idea teorica e onirica che i mercati siano in grado di autoregolarsi.
A 10 anni dal Trattato di Lisbona (2008), quella che doveva essere la più grande e dinamica area del pianeta, con i suoi 500 milioni di abitanti ad elevata scolarizzazione, coesione sociale e forte delle comuni radici storiche, oltre a contenere un concentrato di potenze economiche mondiali (Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna) di prim'ordine, si è trasformata in brevissimo in un'area ad elevata conflittualità dal punto di vista istituzionale, politico e sociale. Brexit, Gruppo di Visegrad e spinte autonomiste varie e Gilet Jaune sono il risultato delle politiche finanziarie, che hanno sostituito quelle sociali/economiche, responsabili della distruzione dei valori fondanti che i padri fondatori dell'Europa Unita avevano iniziato a coltivare a partire dal Trattato di Roma del 1958.
In mezzo a questo caos non resta che augurare un Buon anno a tutti e che la ragione torni a occupare i cervelli dei politici europei.
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