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Editoriale: - Buon 2019, senza il bazooka di Draghi. - La maschera della felicità - Alcuni chiarimenti sulla fatturazione elettronica - Parmigiano Reggiano: il MIPAAFT approva le modifiche integrative al piano delle regolazione dell'offerta 2017-2019 -

SOMMARIO Anno 17 - n° 52 30 dicembre 2018
1.1 editoriale
Buon 2019, senza il bazooka di Draghi.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato "sospeso".
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 18/12/2018 - nuovi grafici -.
6.1 lavoro marketing La maschera della felicità
7.1 amministrazione e fisco Alcuni chiarimenti sulla fatturazione elettronica
7.2 amministrazione e fisco Consiglio e Fondazione nazionale dei commercialisti: la fatturazione elettronica tra privati, ecco il manuale d'uso
8.1 ambiente Coltaro (PR), impianto di bonifica e canalizzazioni rimessi a nuovo
9.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano: il MIPAAFT approva le modifiche integrative al piano delle regolazione dell'offerta 2017-2019
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Domenica, 30 Dicembre 2018 08:36

Buon 2019, senza il bazooka di Draghi.

Con il 2018 termina anche l'azione di sostegno della BCE all'economia europea (QE Quantitative Easing), e a quella italiana in particolare, senza che i governi ne abbiano sfruttato appieno le potenzialità. E il futuro non per niente roseo.

di Lamberto Colla Parma 30 dicembre 2018 - C'è poco da stare allegri, se in questi ultimi quattro anni l'economia del nostro Paese ha chiuso la fase deflattiva e raggiunto quei risultati di leggera positività, lo si deve principalmente a tre fattori:
il primo in assoluto è il Bazooka di Draghi, ovvero il Quantitative Easing, QE per gli appassionati di finanza, quindi per il traino della crescita dell'economia mondiale che ha consentito alle nostre imprese di migliorare le performance estere e infine, ma non da ultimo, l'abbattimento di circa due terzi del prezzo del petrolio e conseguentemente dei costi industriali a esso legati.

Strasburgo-marzo2009-Euro-CIMG1716.jpgMa il pezzo da 90 l'ha giocato Mario Draghi, peraltro contro il volere della Germania e dei suoi vassalli, abbattendo i tassi interesse (per un certo periodo addirittura negativi) e promuovendo l'acquisto dei titoli di Stato dei Paesi dell'UE e in particolar modo dell'Italia.

A fine novembre era di 2.563 miliardi di euro il consuntivo dell'APP (Asset Purchasing Program), che ha consentito di trasformare la Bce in uno dei più grandi asset manager mondiali, imitando la BoJ (Banca Centrale Giapponese) e la Federal Reserve americana.

Un programma che però nei 4 anni, causa la mancanza di strategie d'investimento, non ha consentito di consolidare la ripresa economica per la zona euro e in modo particolare per l'Italia che non ha colto la palla al balzo per aggredire le politiche strutturali e incidere realmente sul debito pubblico e sugli investimenti.
Un obiettivo totalmente fallito (dai Governi pre giallo-verde, per la precisione), tant'è che il deflatore dei consumi privati (era all'1,1% nel 2015), dovrebbe attestarsi alla medesima percentuale del 2015 anche quest'anno, mentre per il 2019 ed il 2020 si prevede rispettivamente l'1,4% ed il 2,2%, come si desume dagli allegati alla lettera con cui il governo ha da pochi giorni concordato con la Commissione europea le modifiche alla manovra di bilancio.

 

Un 2019 che si preannuncia amaro se da Strasburgo non si inventeranno una politica monetaria che, facendo tesoro dell'esperienza QE appena conclusa, possa non solo tamponare ma promuovere una vera e propria strategia finanziaria, accantonando l'idea teorica e onirica che i mercati siano in grado di autoregolarsi.

A 10 anni dal Trattato di Lisbona (2008), quella che doveva essere la più grande e dinamica area del pianeta, con i suoi 500 milioni di abitanti ad elevata scolarizzazione, coesione sociale e forte delle comuni radici storiche, oltre a contenere un concentrato di potenze economiche mondiali (Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna) di prim'ordine, si è trasformata in brevissimo in un'area ad elevata conflittualità dal punto di vista istituzionale, politico e sociale. Brexit, Gruppo di Visegrad e spinte autonomiste varie e Gilet Jaune sono il risultato delle politiche finanziarie, che hanno sostituito quelle sociali/economiche, responsabili della distruzione dei valori fondanti che i padri fondatori dell'Europa Unita avevano iniziato a coltivare a partire dal Trattato di Roma del 1958.

In mezzo a questo caos non resta che augurare un Buon anno a tutti e che la ragione torni a occupare i cervelli dei politici europei.

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Editoriale: - Ancora un Natale firmato. Terrorismo - Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero - Cereali e dintorni. Mercato "sospeso" - Il distretto del Po in Cina con i più grandi fiumi del mondo - PARMIGIANO REGGIANO: annunciato un nuovo indice genetico - Frena la crescita della spesa alimentare domestica -
SOMMARIO
Anno 17 - n° 51 23 dicembre 2018
1.1 editoriale
Ancora un Natale firmato. Terrorismo
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato "sospeso".
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 18/12/2018 - nuovi grafici -.
6.1 ambiente Il distretto del Po in Cina con i più grandi fiumi del mondo
7.1 zootecnia genetica PARMIGIANO REGGIANO: annunciato un nuovo indice genetico
7.2 consumi domestici Ismea - Frena la crescita della spesa alimentare domestica
8.1 emilia romagna Emilia Romagna - Oltre 5 milioni per innovazione e ricerca
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Domenica, 23 Dicembre 2018 09:50

Ancora un Natale firmato dal terrorismo

Strasburgo e Marocco accomunati dal medesimo odio. L'odio verso i cristiani che devono essere colpiti sempre e nel modo più umiliante possibile

di Lamberto Colla Parma 23 dicembre 2018 -

L'ISIS è stato sconfitto sul terreno di battaglia ma l'odio che ha seminato difficilmente verrà sradicato e i migliaia foreign fighters, che dalla Siria, in primis, ma non solo, sono rientrati nei propri paesi di appartenenza, sono ben addestrati e pronti a colpire i Cristiani.

Così il francese, che nella strage di Strasburgo ha freddato il nostro Antonio Megalizzi, si è risvegliato dalla sua posizione di terrorista dormiente dedito al furto e alla rapina per sopravvivere e armato di pistola e coltello ha firmato la strage del mercatino di Natale della città simbolo del potere finanziario e politico d'Europa.
Una sequenza di vere e proprie esecuzioni capitali con la pistola puntata dritto alla fronte degli innocenti.

Ma ancor più cruente, perché eseguita secondo il tradizionale rito dei tagliagole, è stata l'esecuzione delle due giovani turiste scandinave, Louisa Vesterager Jespersen, danese e Maren Ueland, norvegese, ai piedi della più alta montagna del Marocco, peraltro nota meta turistica.

Violentate prima e poi sgozzate e il video postato in internet.

ragazze_scandinave_sgozzate_in_marocco_18dic2018_1.jpg

Prima umiliate nel profondo dell'anima con la violenza sessuale e poi sgozzate come fanno con i loro capretti a sottoscrivere che la nostra vita è nella loro disponibilità.

Questo è quanto ambiscono di fare i musulmani, più o meno radicalizzati, apolidi e credenti della superiorità islamista. Quell'islam deviato che pensa che il mondo intero sia la sua patria e perciò obbligato a piegarsi alle regole di scritture religiose interpretate da visionari malefici.

Purtroppo, negli stessi giorni in cui gli USA annunciavano la vittoria sull'ISIS in Siria due rigurgiti d'odio si sono manifestati a firmare col sangue il Natale 2018.

Un Sereno Natale a tutti dalla redazione di Nuova Editoriale.

 

 


(Video Rientro salma Antonio Megalizzi https://youtu.be/iNTIS55j4Qg  )

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Domenica, 23 Dicembre 2018 08:40

Il Movimento Volt a Parma - Il video messaggio

Di Nicola Comparato 23 dicembre 2018 - Si respira aria di novità in ambito politico in Europa, in Italia e in modo particolare in Via Mazzini a Parma, con Volt, il movimento Paneuropeo e Progressista che in poco tempo è riuscito a riscuotere un certo successo tra i giovani per le idee innovative che propone. L'obbiettivo di Volt è quello di portare un vero cambiamento nella vita di tutti i cittadini europei.

Dal sito ufficiale leggiamo:

"Crediamo in un'Europa unita, che valorizzi i suoi cittadini e residenti, che sia in grado di massimizzare il potenziale di ognuno di loro e che si proponga l'obiettivo di raggiungere i più alti livelli di sviluppo umano, sociale, ambientale e tecnologico.
Vogliamo innovare il modo di fare politica, dare ispirazione ai cittadini, credere e lottare per un futuro migliore. Mettiamo in contatto e organizziamo tutti gli Europei che hanno passione, energia, speranza: tutti gli Europei che osano sfidare lo status quo. Siamo un movimento giovane, progressista e paneuropeo."

Volt correrà per la prima volta alle elezioni europee del 2019, con lo stesso programma in tutta Europa, "La Dichiarazione di Amsterdam", scaricabile dal sito del movimento giovanile in formato PDF.

Abbiamo incontrato i ragazzi della sezione Volt di Parma che erano presenti ieri pomeriggio in via Mazzini con il loro banchetto rivolto ai cittadini. Ringraziamo in particolare Marianna Guareschi, portavoce di Volt Parma, per averci concesso un video-messaggio che illustra il movimento politico europeo.

Per saperne di più visitate la pagina Facebook di Volt Parma
https://www.facebook.com/VoltParma/ 

Oppure consultate il sito ufficiale di Volt
https://www.voltitalia.org 

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Editoriale: - L'Europa non regge alla "Prova del Nove" - Lattiero caseari. Flessione per il latte spot estero - Cereali e dintorni. Nessuna sorpresa dall'USDA - Il Sale italiano in mani francesi?- Perché è un errore la cassa di espansione sul Baganza...

SOMMARIO Anno 17 - n° 50 16 dicembre 2018
1.1 editoriale
L'Europa non regge alla "Prova del Nove"
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Flessione per il latte spot estero.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 10/12/2018 - nuovi grafici -
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni. Nessuna sorpresa dall'USDA.
5.1 IGP e sale italiano Il Sale italiano in mani francesi?
6.1 ambiente ponti Ponte sul Po di Colorno: firmato il contratto col consorzio Coimpa
6.2 ambiente Perché è un errore la cassa di espansione sul Baganza
7.1 lattiero caseario ONAF – La tradizione casearia italiana descritta dai suoi nuovi assaggiatori
7.2 bonifica nomine Bonifica Parmense, alla vicepresidenza l'imprenditore Giacomo Barbuti
8.1 Ambiente Bonifica Centrale, il piano triennale 2019-2021
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Domenica, 16 Dicembre 2018 10:22

L’Europa non regge alla “Prova del Nove”

La resa incondizionata di Emmanuel Macron segna la caduta degli UEDei. Il tonfo di Macron è stato silenziato da tutti gli Uemanoidi che invece continuano a criticare l'Italia. Chi è l'euroinomane?

di Lamberto Colla Parma 16 dicembre 2018 -

L'Enfant prodige se l'è fatta sotto a ha dovuto calare le brache. Sotto la spinta della "rivoluzione popolare dei Gilet Gialli", dopo 5 settimane di scontri che hanno portato a oltre 2000 arresti, alcuni morti e perdite economiche consistenti (l'associazione degli artigiani ha stimato in 10 miliardi), quello spocchioso del Presidente francese ha dovuto fare pubblica ammenda sostenendo che il Governo ha "fatto delle scemenze".

Quindi giù con le promesse. Dall'aumento dei salari al ripristino dei limiti di velocità. Tutto quello che si poteva accordare per fare deporre le armi ai Gilet Gialli (stimati al 12% nel caso si dovessero presentare alle elezioni) è stato concesso. Un cumulo di lasciti che ammonta almeno a 10 miliardi di euro e che obbligheranno la Francia a raggiungere un rapporto deficit/pil del 3,5% e forse nemmeno per un anno solo come sarebbe da normative UE.

Alcuni commentatori hanno accostato l'intervento televisivo di Macron a quello di Reza Pahlevi, lo Scià di Persia allorquando il 6 novembre 1978 a Teheran si presentò alla Tv impaurito e incredulo di fronte al dissenso che si era furiosamente propagato nel "suo" Iran, che lui stesso aveva contribuito a fare ricco.

"Ascoltare il discorso di Macron che cede platealmente in tv di fronte alle violenze dei gilet gialli ricorda emotivamente da vicino quel lontano e drammatico momento di storia persiana, che segnò la fine di un lungo regno, e il cambiamento epocale con l'avvento della sanguinosa rivoluzione islamica e della dittatura religiosa che ne è scaturita." scriveva Giuseppe Musmarra dalle colonne di HuffingthonPost.it che prosegue sostenendo " nei discorsi dello Shah e di Macron si trovano due fondamentali punti di contatto emozionali: la resa, che è sempre una dichiarazione di impotenza; e il pentimento, l'ammissione pubblica dell'errore di fronte alla moderna gogna televisiva.".

Ma non è ancora finita perché i Gilet Gialli hanno tutta l'intenzione di proseguire la protesta.

L'unico motivo per il quale avrebbero potuto "sospendere" la protesta sarebbe stato dettato dalla opportunità di "liberare" le forze dell'ordine dedicate al loro controllo e contrasto a favore della emergenza terrorismo che si è riaccesa brutalmente a Strasburgo alcuni giorni fa e dove il terrorista "francese" seppure di origine magrebina, dopo la strage a ridosso del Parlamento Europeo si è dato alla macchia, braccato da quasi 1000 agenti, per 48 ore e infine neutralizzato nel suo quartiere di origine nella notte di giovedi.
Quindi se tregua ci sarà sarà solo per favorire la Sicurezza Nazionale e combattere il terrorismo internazionale che durante le festività cristiane potrebbe trovare nuovi stimoli. E in parte ieri così è accaduto ma gli irriducibili hanno proseguito l'aggressione al centro di Parigi e purtroppo altri due decessi sono da conteggiare, registrati in prossimità dei blocchi stradali. oltre a nuovi danni e

Non bastavano i Gilet Gialli ci si è messo anche il terrorismo islamista a caricare la dose di figura di m...a del giovanotto dell'Eliseo.

Ebbene, nonostante i problemi di sicurezza che si sono palesemente manifestati in tutta la Francia, nonostante la figuraccia dei servizi di intelligence che non erano riusciti a intercettare il terrorista (accreditato come radicalizzato) e per di più sfuggito dopo l'attentato, nonostante la figuraccia di uno dei "lider maximi" dell'UE che si è inchinato alla protesta popolare recitando il "mea culpa", nonostante il conto salato che verrà presentato al Bilancio Francese e conseguentemente a quello Europeo (splafonamento al 3,5% del rapporto deficit/pil), nonostante tutto ciò gli Uemanoidi hanno taciuto per 5 settimane. Non un commento a quanto stava accadendo in Francia, lasciando alle testate giornalistiche di regime l'ingrato compito di tentare di smorzare la gravità della rivolta accusando le piccole testate televisive "libere" di esagerare nel raccontare la protesta e la partecipazione alla "rivolta".

Ma il massimo del ridicolo è stato raggiunto dal solito e inutile Pierre Moscovici quando ha dichiarato che la situazione francese non è assimilabile all'Italia e che alla Francia perciò potrà essere concesso di raggiungere il 3,5% di deficit/pil (limite massimo concesso dalle norme di bilancio UE e comunque concedibile per un solo esercizio).
Memorabile il commento del filosofo Diego Fusaro: 'L'euroinomane senza cuore concede alla Francia ciò che nega all'Italia'

All'Italia non vogliono concedere il 2,04% alla Francia il 3,5% e probabilmente per un periodo superiore all'anno.

In conclusione, l'Italia ha dato dimostrazione di una forte predisposizione alla democrazia a tutto il mondo. La "rivoluzione" l'ha fatta nelle urne e ora pretende che sia fatta la volontà del popolo. La Francia, invece, non essendo riuscita a cambiare con le elezioni perché "tradita" dal suo paladino "Macron", ha deciso di usare la forza ottenendo il medesimo risultato, salvo il fatto che dalla morte non si torna indietro e in Gallia le vittime ci sono state. 6 vite sono state immolate al volere degli "euroinomani", per dirla alla Fusaro.

Quindi: Chapeu Italia!

Alla fine il fato ci ha messo lo zampino e ordinato la prova del 9 facendo emergere, in maniera clamorosa e indiscutibile, salvo essere ciechi e sordi, l'utilizzo di due pesi e due misure all'interno dell'UE e che i commissari (non eletti dal popolo) possono fare quello che gli pare e piace in barba alla democrazia.

Questa non è l'Europa che ci era stata promessa dai fondatori.

Gli Uemanoidi non son altro che dei traditori della Patria Comune (Europa) ed è ora di trattarli come tali! 

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Occhi (Lega): "Molte fake-news, nessuno è stato buttato in strada". Decreto Salvini: a chi fa paura il ritorno della legalita'? - 

Parma, 10 dicembre 2018 - Bufale, fake-news, chiamate alle armi: in questi giorni sul Decreto Salvini abbiamo sentito di tutto. In verità, nessuno è stato buttato in strada, per effetto del Decreto, in particolar modo donne e bambini. "Il Decreto Salvini attacca gli interessi del business dell'immigrazione clandestina che ogni giorno costa agli italiani milioni di euro che potrebbero essere spesi in altro modo", dice Emiliano Occhi, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale.

"Il Decreto Salvini - aggiunge Occhi - prevede che non si buttino più soldi pubblici per percorsi di formazione e integrazione a chi non è un vero profugo e dovrà lasciare l'Italia. Queste risorse pubbliche saranno destinate ai veri profughi, alle donne e ai minori, ma non alimenteranno più il business di cooperative e associazioni di amici degli amici che ogni anno drenano milioni di euro dalle casse dello Stato, delle regioni e dei comuni".

"Un Paese con 6 milioni di poveri - prosegue il capogruppo leghista - deve concentrare le sue risorse sui soggetti deboli come gli italiani in difficoltà, i disabili e i coloro che davvero scappano da guerre e persecuzioni. Il decreto Salvini è molto chiaro: il business dell'accoglienza è finito, da oggi si aiuta solo chi ne ha diritto".
"La levata di scudi dei soliti noti, che ieri difendevano gli sbarchi e oggi si oppongono al Decreto – conclude l'esponente del Carroccio - dimostra che c'è chi ha nostalgia dell'ingovernabilità del flusso migratorio, della situazione caotica e ingestibile che c'è stata fino a oggi e del fiume di denaro pubblico che girava e che andava a finire sempre nelle tasche degli amici di qualcuno. Adesso ci sono regole chiare, fondi per rimpatri e investimenti per la sicurezza. L'aria è cambiata"

Pubblicato in Cronaca Parma
Domenica, 09 Dicembre 2018 09:39

Tanti i parmigiani a Roma con Salvini

Prima gli italiani: Tanti i parmigiani alla manifestazione con Salvini. Occhi, Cavandoli e Campari (Lega): "Il cambiamento non si ferma più"

Roma, 8 dicembre 2018 - Un grande striscione sovrasta Piazza del Popolo stracolma di cittadini che hanno risposto all'appello di Matteo Salvini per la manifestazione "Prima gli italiani", c'è scritto "L'Italia rialza la testa!". E' un messaggio al Paese, ai sostenitori, agli avversari e all'Europa: l'Italia non farà più gli interessi altrui, ma solo quelli degli italiani.

Da Parma sono partiti oltre 200 leghisti con pullman, treno e auto private, per essere in Piazza con il "Capitano", guidati da Emiliano Occhi, segretario provinciale del Carroccio: "Siamo davvero tanti oggi in Piazza del Popolo, da tutta Italia per dire che il cambiamento non si ferma".

"Prima gli italiani – spiega – significa che la prima responsabilità di un Governo è verso i suoi cittadini. Un Paese con 6 milioni di poveri non può permettersi di sprecare risorse pubbliche per dare vitto, alloggio, formazione a falsi profughi, ma deve concentrare le sue risorse sui soggetti deboli come gli italiani in difficoltà, i disabili e i coloro che davvero scappano da guerre e persecuzioni. Il decreto Salvini è molto chiaro: il business dell'accoglienza è finito, da oggi si aiuta solo chi ne ha diritto".

"In questi sei mesi di governo – aggiunge Laura Cavandoli parlamentare parmigiana – abbiamo pensato al Lavoro, alla Sicurezza, alla lotta alla Povertà, alla dignità internazionale del nostro Paese. Tutte cose che chi ha governato prima aveva dimenticato. Non ci fermeremo e questa piazza piena ed entusiasta è un segnale sia per i burocrati di Bruxelles che vogliono un'Italia senza voce in capitolo, sia per i loro fiancheggiatori di casa nostra".

"Con l'azione di Governo e con questa manifestazione stiamo dando un segnale importante – aggiunge il senatore Maurizio Campari – l'Italia è finalmente cambiata e anche l'Europa cambierà. Dalle parole ai fatti non è uno slogan è la cifra politica della Lega e il consenso che abbiamo nel Paese è dovuto alla concretezza della nostra azione politica: noi manteniamo le promesse e dove ci sono i problemi lavoriamo per trovare soluzioni, non chiacchiere. Hanno provato a fermarci con le campagne d'odio, con lo spread, con i ricatti. Questa piazza lancia un messaggio chiaro: il cambiamento non si fermerà".

Prima i ministri leghisti e poi Salvini hanno ricordato alla piazza i risultati di 6 mesi di Governo del Cambiamento nel campo della lotta al business dell'immigrazione, alla mafia, alla violenza sulle donne, alla povertà, allo spaccio, al crimine organizzato e di strada, agli sprechi dell'amministrazione pubblica, il sostegno all'economia, all'innovazione, alla famiglia.

 

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Pubblicato in Cronaca Parma

Inaugurata con una festa la nuova sede di Effetto Parma e Italia in Comune a Parma. In via Emilio Lepido civico 70 nasce lo spazio condiviso dai due movimenti che vogliono guardare nella stessa direzione, per la città e la nazione.

All'occasione era presente il presidente di Italia in Comune, Federico Pizzarotti, l'onorevole e referente regionale, Serse Soverini, il presidente di Effetto Parma, Marco Vagnozzi, il capogruppo in consiglio, Cristian Salzano, e i sostenitori e attivisti dei due manifesti politici.

"Una doppia inaugurazione – dichiara Federico Pizzarotti – che vuole raccontare cosa stiamo facendo nei vari ambiti, locale e nazionale, e spiegare le sfide che vogliamo affrontare. Non abbiamo la pretesa di aprire sedi dappertutto ma vogliamo esserci dove ci sono persone che credono come noi in un'alternativa possibile alle posizioni politiche che vediamo oggi".
"Vogliamo fare un percorso con altre identità civiche, - continua il presidente di Italia in Comune, Pizzarotti - mantenendo tuttavia un'identità chiara e precisa. La carta dei valori ora non basta più, dobbiamo guardare a un buon programma per affrontare le prossime sfide elettorali". Tra le sfide che Italia in Comune vuole affrontare infatti ci sarà l'ambiente. "Si discute dello stop ai diesel Euro 4, dimenticandoci dell'elefante che è il problema. E' il momento di parlare e spiegare ai cittadini del perchè sia arrivato il momento di cambiare le regole del vivere quotidiano".
"Parma è la tana del lupo per Italia in Comune – dichiara il deputato Serse Soverini – dove è nato infatti il progetto. Tutti guardano a Parma come a un modello. Qui ci sarà un punto d'appoggio importante per dare speranza ai cittadini. Sono molto contento di questa avventura perchè stiamo lavorando in tutta la regione e tutti i capoluoghi. Lavoriamo stimolando la partecipazione civile. Ci scrivono in tante persone che arrivano da tutti gli schieramenti. Nonostante la varietà di famiglie politiche, abbiamo nominato a unanimità Federica Salsi coordinatrice della sezione bolognese d'Italia in Comune. Questo ci fa ben sperare. Italia in Comune credo infatti sia l'unico soggetto che può affrontare davvero il M5S e Lega sulle proposte. Basta votare uomini forti, votiamo uomini competenti".

"Bisogna mettersi in discussione, prendesi le proprie responsabilità per dare un piccolo contribito e fare un passo avanti, anche a livello comunale. – dichiara Marco Vagnozzi - A Parma siamo partiti da una situazione terribile ma ora in alcuni ambiti siamo un'eccellenza e un esempio. Possiamo portare quello che è successo a livello locale anche a livello nazionale e, perchè no, europeo".

"La nuova sede sarà la nostra piazza. – spiega Cristian Salzano– Un luogo di incontro non solo per sostenitori e consiglieri ma per tutti i cittadini, convinti che serva aprirsi a tutte le esperienze positive del territorio per crescere. Non serve ragionare solo a livello locale, ma bisogna guardare a livello nazionale su alcuni temi come inquinamento e sostenibilità. L'obiettivo è creare una 'fabbrica di idee' dove chiunque potrà unirsi a noi e discutere delle politiche del paese e della città".

 

 

Pubblicato in Cronaca Parma
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