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Domenica, 06 Agosto 2017 12:23

Ma che splendidi alleati (2). L’anti-italiano

Il "Salva Europa" Macron, tanto osannato da molti dei nostri politici, sta dimostrando di fare solo e esclusivamente gli interessi di Francia. ... e i tedeschi collaborano con gli scafisti.

di Lamberto Colla Parma 6 agosto 2017
Il 50% di una società non serve a nessuno, salvo che a farla andar male.

La proposta francese di lasciare "saldamente il controllo" del cantiere navale STX a Finmeccanica ma ripartendo equamente la quota capitale è inaccettabile per la corretta governance di una società, piccola o grande che possa essere. Inoltre non si comprende come possa di fatto esercitarsi il controllo di una società dove la proprietà è equamente divisa e soprattutto, ormai è accertato, gli interessi nazionali di Italia e Francia sono costantemente in conflitto.

Macron, questa divisione l'ha ancor più accentuata manifestando, sin dalle prime ore dal suo insediamento all'Eliseo, una vocazione nazionalistica alla "Trump" dimenticando il dettaglio di dover Condividere le regole del "Condominio Europa".

Così, nel momento in cui il colosso italiano Fincantieri si aggiudica l'asta coreana per l'acquisto dei cantieri navali Stx, che sarbbe poi stata ripartita per il 66,7% tra un nocciolo di capitani d'industria italiani e il resto ai francesi, Macron sfodera la Golden Power e nazionalizza i cantieri ipotizzando uno sviluppo strategico militare.

Trascorrono pochi giorni e il "Salva Europa" interviene a gamba tesa anche in Libia convocando a Parigi, senza avvisare gli italiani, i grandi rivali libici, il generale Khalifa Haftar (che peraltro ha promesso di bombardare le navi italiane) - signore della Cirenaica - e il premier Hafez Al Serraj, dietro al quale c'è l'ultimo tentativo francese di fregarci petrolio e gas libici, proprio come ai tempi di Nicolas Sarkozy e della guerra a Gheddafi.

Meno apparente, ma per certi versi ancor più drammatico dal versante sociale, è l'atteggiamento francese impostato sul fronte dei profughi. Opposizione dura all'accoglienza e respingimento alla frontiera di Ventimiglia ma, quel che è peggio, la complicità o quantomeno l'indifferenza, come prove fotografiche hanno evidenziato, dei militari francesi in Africa che avrebbero visto transitare almeno 290.000 migranti diretti in Libia e quindi in Italia.

Macron, tanto osannato da molti dei nostri politici, sta dimostrando di fare solo e esclusivamente gli interessi di Francia, fregandosene ben bene degli accordi pregressi, (vedi Hollande su Fincantieri e Stx), chiudendo le frontiere all'accoglienza, lasciando transitare per il centro africa i profughi diretti in Italia attraverso la Libia, muovendo azioni non concordate sulla delicatissima questione politica libica.

Questa è l'Europa! Noi invece lasciamo scorribandare il patron di Vivendi in lungo e in largo tra TIM e Mediaset come meglio vuole, anch'egli, in barba agli accordi siglati (vedi con Mediaset) o alle regole di coordinamento.

Come avrebbe reagito il Macron di turno nel caso fosse stato un Bolloré italiano a operare nello stesso modo in Francia?

Se qualcosa c'è da imparare dai francesi è il sentimento nazionalista che invece noi abbiamo dato in comodato d'uso alla UE e ai suoi Uemanoidi.

Intanto la tedesca Iuventa collabora con gli scafisti e riporta i barconi vuoti in terra libica. "Ma come sono umani loro" (direbbe il mitico Fantozzi)
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Pubblicato in Politica Emilia
Mercoledì, 02 Agosto 2017 08:45

Parma, crescono produzioni, fatturato e ordini

I dati della congiuntura economica e dell'export nell'analisi della Camera di Commercio. Nell'industria crescono produzione, fatturato e ordini. Bene le esportazioni. Meno brillanti i dati dell'artigianato manifatturiero e del commercio.

INDUSTRIA
Nell'industria il primo trimestre dell'anno si chiude con confortanti segnali di crescita. I tassi tendenziali dei principali indicatori economici - produzione, fatturato, ordini - sono tutti positivi, come emerge dall'analisi dei dati dell'indagine congiunturale trimestrale realizzata dal'Ufficio Studi della Camera di commercio.
Fatturato: nel primo trimestre dell'anno l'aumento tendenziale del fatturato è stato del +3,6 per cento (+2,1 nel trimestre precedente), a conferma del ritmo costante di crescita. Il maggior incremento si registra nelle industrie meccaniche, elettriche, mezzi di trasporto e nelle industrie alimentari e delle bevande (+4,5 per cento per entrambe), nelle industrie della metallurgia e prodotti in metallo (+3,4 per cento) e in quelle del legno e del mobile (+3,0 per cento). L'unico settore in flessione è quello del tessile e abbigliamento (-1,3 per cento). Rispetto alle dimensioni d'impresa, è decisamente positivo il dato delle medie imprese (+ 6,2 per cento); le piccole registrano a loro volta un aumento del fatturato del +2,5 per cento mentre le imprese minori (da 1 a 9 dipendenti) subiscono un calo del -0,4 per cento, come nel trimestre precedente.

Fatturato estero: le esportazioni aumentano in maniera significativa: +5,2 per cento. Per l'Emilia Romagna la crescita registrata è stata del +3,5 per cento. I dati migliori sono quelli delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+8,3 per cento), delle altre industrie manifatturiere (+5,6 per cento), della industrie della metallurgia e prodotti di metallo (+3,4 per cento) e delle industrie alimentari e delle bevande (+3,3 per cento). Nelle imprese da 10 a 49 dipendenti l'incremento del fatturato estero è del +6,5 per cento; nelle piccole e piccolissime aumenta invece +2,9 per cento.
Produzione: la produzione dell'industria in senso stretto è aumentata del +2,4 per cento, dato identico a quello regionale (+2,4 per cento). I settori che hanno registrato le perfomance sono quelli delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,2 per cento), delle industrie alimentari e delle bevande e quelle del legno e del mobile (entrambe a +2,8 per cento). L'andamento tendenziale, per dimensione, mette in luce una crescita della produzione nella media e piccola impresa, ed una flessione nelle imprese minori, situazione simile a quella del fatturato.

Ordini totali: nel primo trimestre dell'anno l'incremento degli ordinativi è stato del +1,8 per cento. Le performance migliori sono quelle delle industrie degli alimenti e bevande (+2,8 per cento), del legno e mobili (+2,4 per cento), delle altre industrie manifatturiere (+2,3 per cento) e delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+2,2 per cento). Come nel fatturato, l'unico settore che subisce un calo negli ordinativi è quello tessile e dell'abbigliamento (-2,5 per cento).

In Emilia Romagna gli ordini totali sono aumentati del +2,5 per cento.
Ordini esteri: sono aumentati tendenzialmente del +2,7 per cento (era il +0,5 il trimestre precedente). In Emilia Romagna, del 2,3 per cento. Le industrie degli alimenti e bevande mostrano il valore più alto, col +4,1 per cento, mentre gli altri settori spaziano da un +2,8 per cento della metallurgia e prodotti in metallo al 2,1 delle altre industrie manifatturiere. In questo caso la flessione avviene solo nel settore del legno e mobile (-2,7 per cento).

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Produzione e fatturato dell'artigianato manifatturiero hanno registrato ancora una volta valori più deboli rispetto a quelli realizzati dalla totalità delle imprese manifatturiere. Solo gli ordinativi esteri portano il segno più (+0,6 per cento). I valori tendenziali dell'Emilia Romagna, invece, sono tutti positivi.
Fatturato: nel primo trimestre dell'anno le vendite sono diminuite del -0,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In Emilia-Romagna la variazione tendenziale si conferma positiva (+1,7 per cento).
Fatturato estero: le esportazioni hanno registrato un aumento del +0,8 per cento, mentre in Regione è stato del +1,7 per cento.
Produzione: la produzione ha risentito dell'andamento del fatturato ed è stazionaria, mentre a livello regionale è aumentata del +1,8 per cento.
Ordini totali: la situazione degli ordini totali fornisce un dato negativo (-2,4 per cento), ma gli ordini dall'estero sono aumentati del +0,6 per cento. In Emilia-Romagna gli ordini sono aumentati del +1,7 per cento (+1,3 gli ordini dall'estero).

COSTRUZIONI
Nel primo trimestre del 2017 l'andamento tendenziale delle vendite nel settore delle costruzioni è in lieve discesa, con un calo del volume d'affari del -0,6 per cento. In Emilia-Romagna il dato è peggiore, -1,1 per cento.

COMMERCIO AL DETTAGLIO
Nel primo trimestre del 2017 le vendite al dettaglio sono calate del -0,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. L'unico settore che mostra un segno positivo è quello dei prodotti alimentari (+1,5 per cento) mentre tutti gli altri ribadiscono valori negativi, con una particolare criticità nei prodotti di abbigliamento ed accessori (-4,0 per cento) e nei prodotti non alimentari. Anche in Emilia-Romagna le vendite al dettaglio sono calate del -0,7 per cento. Quanto alle classi dimensionali, vi è un calo in tutte eccetto in quelle con 20 dipendenti ed oltre.

LE ESPORTAZIONI NEL PRIMO TRIMESTRE DELL'ANNO
Nei primi tre mesi dell'anno il valore tendenziale delle esportazioni parmensi è aumentato, secondo i dati Istat, del 7,1 per cento rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Se paragoniamo il dato al valore del 2016, che è rimasto pressoché stabile rispetto al 2015 (-0,1 per cento), l'aumento è significativo. La serie storica dal 2008 ad oggi mostra come il valore complessivo delle esportazioni dei primi tre mesi del 2017 sia maggiore del 33,4 per cento rispetto a quello del 2008 (tasso più alto prima della crisi internazionale).

In valore assoluto la provincia di Parma, nei primi tre mesi dell'anno 2017, ha esportato merci per oltre 1.596 milioni di euro, in gran parte provenienti dai settori dei "macchinari ed apparecchiature" (26,4 per cento), dei "prodotti alimentari" (23,5 per cento), dei "prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici" (12,7 per cento), dei "prodotti chimici" (6,7 per cento), degli "altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi" (5,5 per cento), dei "prodotti in metallo" (3,4 per cento), di "articoli in gomma e materie plastiche" (3,2 per cento), e a seguire tutti gli altri.
Prendendo in esame i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, ci sono stati aumenti importanti per i "prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature" (+29,7 per cento), che incidono per il 3,4 per cento nell'export locale, per gli "articoli in gomma e materie plastiche" (+10,7 per cento), per i "macchinari ed apparecchiature" (+10,3 per cento), per gli "altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi" (+9,0 per cento), per i "prodotti chimici" (+7,6 per cento), i "prodotti farmaceutici" (+6,6 per cento) e i "prodotti alimentari" (+3,0 per cento). Questi ultimi pesano per il 23,5% sul totale dell'export parmense.

In calo invece le esportazioni nei settori dei "prodotti in metallo escluso macchinari ed attrezzature" (-9,1 per cento), in quello dei prodotti agricoli, animali e della caccia (-4,7 per cento) e degli articoli di abbigliamento e in pelle (-1,4 per cento).

I destinatari dell'export parmense rimangono in massima parte i Paesi dell'Europa e, a seguire, quelli di Asia, America e, in misura minore, di Africa ed Oceania. L'export verso l'Europa, che rappresenta il 68,4 per cento del totale delle esportazioni dei primi tre mesi dell'anno, aumenta del +5,7%.
L'analisi dell'andamento delle esportazioni per area di sbocco mette in evidenza come l'aumento più significativo abbia interessato i flussi verso l'Oceania (+22,6 per cento) e l'Africa (+20,4 per cento) - mercati, in termini assoluti, meno importanti per la nostra provincia - e, a seguire, verso l'Asia (+7,9 per cento) e l'America (+7,6 per cento).

L'export destinato al nostro continente mostra una crescita verso i Paesi UE del +6,9 per cento e verso la Russia del +10,6 per cento. Da sottolineare che il 60,9 per cento delle esportazioni provinciali del periodo da gennaio a marzo ha avuto come mercato di sbocco i paesi dell'UE. Per quanto riguarda i principali partner europei, hanno segnato un'ottima performance le esportazioni verso la Spagna (+10,7 per cento), buone quelle verso il Regno Unito (+7,5 per cento), la Germania (+3,6 per cento), e la Francia (+2,8 per cento). Per quanto attiene i Paesi degli altri continenti le migliori prestazioni si hanno nelle esportazioni verso la Cina, con un netto +88,9 per cento, l'Africa Settentrionale (+39,7 per cento), il Canada (+30,9 per cento) e l'America Centro-Meridionale (+21,6 per cento). In lieve flessione gli Stati Uniti (-1,1 per cento) mentre scendono marcatamente le esportazioni verso il Giappone (-34,9 per cento) e l'India (-28,6 per cento).

Parma 1° agosto 2017

Editoriale: Ma che splendidi alleati! - Lattiero caseari, nel segno della stabilità generale - Cereali e dintorni. Dall'USDA dati qualitativamente scarsi. - Pomodoro, calo del 7,5% ma cresce il Bio - Torrita di Amatrice. Una biblioteca per guardare al futuro. L'iniziativa di Ekoclub - Bonifica, la sentenza che legittima il contributo - Olio di Oliva, -62%.

SOMMARIO Anno 16 - n° 30 30 luglio 2017
1.1 editoriale
Ma che splendidi alleati!
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, nel segno della stabilità generale.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA dati qualitativamente scarsi.
4.1 pomodoro Pomodoro, calo del 7,5% ma cresce il Bio.
5.1 Terremoto Amatrice Torrita di Amatrice. Una biblioteca per guardare al futuro. L'iniziativa di Ekoclub
5.2 Bonifica Bonifica, la sentenza che legittima il contributo.
6.1 OLIO DI OLIVA Ismea, si chiude con un meno 62% la campagna olearia.
7.1 promozioni "vino" e partners
8.1 promozioni "birra" e partners

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 2070728-cibus-cop

 

Domenica, 30 Luglio 2017 12:31

Ma che splendidi alleati!

Il Presidente Mattarella "sbrocca" e finalmente parla come se fosse un qualsiasi cittadino italiano. Si rivolge agli ambasciatori e bacchetta l'UE. Bravo Presidente, era ora!

di Lamberto Colla Parma 30 luglio 2017
Sono riusciti a fare "sbroccare" persino il compassatissimo inamidato Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La questione è ovviamente quella dei migranti e la ennesima libera iniziativa della Francia verso la Libia, ma non è da escludere che sotto sotto ci sia anche la questione della nazionalizzazione dei cantieri navali STX da parte della Francia per non farli passare sotto il controllo di Fincantieri.
In 48 ore i cugini transalpini hanno mostrato i muscoli e acceso iniziative contro l'Italia e le sue aziende e i suoi legittimi interessi acquisiti.

E così Sergio Mattarella, parlando agli ambasciatori e riferendosi all'Europa chiede "una discussione collegiale, seria e responsabile", senza "battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionale".

Opperbacco! Chi l'avrebbe mai immaginato che un Capo dello Stato e in particolare proprio il nostro, sempre così misurato da risultare persino noioso, uscissero parole tanto taglienti e dirette, che avrebbero potuto pronunciare qualsiasi cittadino, stanco di quest'europa di UEmanoidi.

La vicenda irritante nasce allorquando Emmanuel Macron ha pensato bene di convocare all'Eliseo i due capi libici: Al Serraj, che governa a Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale, e il generale Haftar, che governa a Tobruk e in Cirenaica, sostenuto dal vicino Egitto e dagli Emirati. Senza avvertire Roma. Una mossa che tanto ricorda quella di Sarkozy nel 2011 quando decise di attaccare Gheddafi d'accordo solo con Usa e Gran Bretagna.

E Mattarella ci va giù ancora più duro e diretto da vero Capo di Stato, "Sono certo" - sottolinea il Presidente, che lo stesso "metodo di fermezza negoziale" usato per risolvere il problema delle banche "sarà quello che ci consentirà di superare i numerosi ostacoli che ancora si frappongono a un lungimirante ed efficace governo del tema forse più rilevante oggi di fronte all'Unione Europea, quello di una gestione del fenomeno migratorio di carattere autenticamente comunitario".

Che sia stata una incitazione all'azione destinata ai nostri mollicci e inconsistenti rappresentanti Governativi?

Speriamo che anche loro si risveglino dal torpore e vengano rapiti da sentimenti nazionalistici, come buona parte della popolazione vorrebbe.

Se i sorrisini tra Merkel e Sarkozy, all'indirizzo dell'ex premier Berlusconi, fossero stati immediatamente "frantumati" da una reazione italiana, forse non si sarebbe giunti a questo isolamento. Ma allora, la stampa del regime di opposizione, fu tutta per loro due. Così come nessuno si indignò allorquando, per indicare i Paesi in difficoltà, venne utilizzato quell'elegante acronimo PIGS che stava a indicare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.

Chissà che un giorno non possano cadere in disgrazia Francia, Irlanda, Germania e Austria e allora ci sforzeremo di trovare un acronimo, altrettanto divertente e rispettoso.

Adesso tocca a voi, eredi e figli di Monti e Letta, già graziati dallo Spread strategico che fu l'ossessione e motivo di ritiro di Berlusconi, a far valere le ragioni dell'Italia in quei palazzi, diventati inutili e, giusto per non sprecare soldi dei cittadini europei, sparsi tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo, le tre sedi istituzionali del Parlamento Europeo.

A propositto, qualcuno si é accorto che abbiamo l'onore di avere l'alto commissario europeo per l'estero e la sicurezza? Per gli smemorati: si chiama Federica Mogherini e dal 1° Novembre (forse la data non è stata di buon auspicio) 2014 è l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

(Foto Consiglio dei Ministri -T.Barchielli - G7 Taormina)


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Editoriale: Lavoro, competitività e sicurezza - Lattiero caseari, settimana di calma apparente - Cereali e dintorni. mercati influenzati dal meteo e dal cambio. - A tutta elettricità - Cereali e dintorni. Il Super Euro.

SOMMARIO Anno 16 - n° 29 23 luglio 2017
1.1 editoriale
Lavoro, competitività e sicurezza
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, settimana di calma apparente.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. mercati influenzati dal meteo e dal cambio.
4.1 energia A tutta elettricità
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il Super Euro
6.1 assicurazioni Agrinsieme, polizze assicurative in diminuzione da tre anni
7.1 promozioni "vino" e partners
8.1 promozioni "birra" e partners

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 20170723-Cibus-29-23lug17-COP

 

Editoriale: Delitti in provincia - Lattiero caseari, settimana di calma apparente - Cereali e dintorni. Dati USDA fanno tremare- Ismea, scambi Italia-Giappone: nel I trimestre 2017 l'export agroalimentare cresce del 38%.


SOMMARIO Anno 16 - n° 28 16 luglio 2017
1.1 editoriale
Delitti in provincia
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, settimana di calma apparente.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in forte tensione
4.1 cereali Cereali e dintorni. Dati USDA fanno tremare i mercati
5.1 export agroalimentare Ismea, scambi Italia-Giappone: nel I trimestre 2017 l'export agroalimentare cresce del 38%
6.1 promozioni "vino" e partners
7.1 promozioni "birra" e partners

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 20170716-cibus-COP

Editoriale: Voglia di Golpe? - Rimbalzo per entrambi i formaggi - Cereali e dintorni: sorprese dall'USDA. - Cereali: diminuisce la produzione mondiale di frumento duro.-

SOMMARIO Anno 16 - n° 27 9 luglio 2017
1.1 editoriale
Voglia di Golpe?
2.1 lattiero caseario
Rimbalzo per entrambi i formaggi duri.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Sorprese dall'USDA
4.1 cereali -2,3% la produzione mondiale di frumento duro.
5.1 promozioni "vino" e partners
6.1 promozioni "birra" e partners

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 20170709-cibus-cop

Editoriale: Matteo "Attila" Renzi - Stazionari Parmigiano e Grana Padano- Cereali e dintorni. Continua l'ascesa del grano. - Emergenza acqua: il territorio di Parma si mobilita - Siccità Parma e Piacenza. Rainieri (Lega nord): aiuti immediati all'agricoltura in grave sofferenza - Farm Run - Ringrazia - Parmigiano Reggiano all'attacco negli USA -

SOMMARIO Anno 16 - n° 26 2 luglio 2017
1.1 editoriale
Matteo "Attila" Renzi
2.1 lattiero caseario
Stazionari Parmigiano e Grana Padano
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Continua l'ascesa del grano.
4.1 Cereali e siccità A sorpresa grano e orzo battono la siccità
4.2 Crisi idrica Emergenza acqua: il territorio di Parma si mobilita
5.2 siccità parma e piacenza Siccità Parma e Piacenza. Rainieri (Lega nord): aiuti immediati all'agricoltura in grave sofferenza
6.1 salumi e tutela Tre nuove DOP e IGP entrano in ISIT
6.2 finanziamenti fesr FESR: selezionati 954 progetti per 311 milioni
7.1 sport Farm Run - Ringrazia,
7.2 export "italian sounding" Parmigiano Reggiano all'attacco negli USA
8.1 export cooperazione - Fedagri e siccità
9.1 promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners

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 20170702-cibus-26-COP

 

Nuovo appuntamento con Giacomo Saver e la sua rubrica che ci porta a contatto con il mondo finanziario ed economico. Dopo aver parlato di come rapportarsi agli investimenti nei Paesi Emergenti, ecco un altro tema di grande attualità: i fondi obbligazionari.

Investire in fondi obbligazionari ti permetterà di ottenere una grande diversificazione. Ma attenzione ai costi e al rischio di oscillazione del valore della quota.

STORIA - Investire in fondi obbligazionari è diventato "di moda" dopo il 2007, anno in cui fallirono sia la meno nota banca Bear Stearns, sia il colosso Lehman Brothers.
In quell'occasione gli investitori più grandi e i risparmiatori più piccoli si resero conto del fatto che anche con le obbligazioni è possibile perdere denaro, nonostante fino a quel momento esse fossero considerate investimenti sicuri.

Ecco allora che l'investimento in fondi obbligazionari, in grado di frazionare il proprio capitale su decine, se non centinaia di titoli diversi, acquistò immediatamente il suo fascino. E frotte di risparmiatori dirottarono presto i loro soldi verso questi strumenti, confondendo l'acquisto diretto dei titoli con l'investimento in fondi, dimenticando del tutto l'aspetto costi.

IL LATO OSCURO DEI FONDI OBBLIGAZIONARI - I prodotti obbligazionari presentano due tipi diversi di criticità. Anzitutto i costi dei fondi incidono in modo negativo sul loro rendimento a lungo termine. Questo è vero per qualsiasi categoria di strumento finanziario, ma quando si tratta di obbligazioni, il cui rendimento è modesto e corroso dalla persistenza di tassi bassi, la cosa appare più evidente.

Costi elevati (di ingresso, gestione o uscita) deprimono il rendimento, finendo con l'"annacquare" i benefici offerti dalla grande diversificazione di portafoglio.

Per questa ragione è bene scegliere prodotti con costi ridotti ai minimi, meglio ancora se si tratta di fondi passivi senza commissioni di entrata o di uscita.

Un altro aspetto riguarda la maggiore volatilità che un fondo obbligazionario ha rispetto a un portafoglio di bond acquistato direttamente.
Mi spiego meglio...
La sensibilità del prezzo di un'obbligazione al variare dei tassi di interesse di mercato è strettamente collegata con la durata residua del titolo stesso.

Tanto più essa è lunga tanto maggiori saranno le fluttuazioni che la quotazione dell'obbligazione subirà in risposta a una variazione dei tassi di interesse.
Per regolamento i fondi obbligazionari non "permettono" ai loro titoli di avvicinarsi troppo alla scadenza, perché al di sotto di una prefissata vita residua i bond saranno venduti per essere sostituiti da obbligazioni con scadenza più lunga.

Questo fa sì che il semplice trascorrere del tempo impedisce al portafoglio del fondo una naturale riduzione della volatilità.

QUANDO CONVIENE SOTTOSCRIVERE I FONDI OBBLIGAZIONARI?

Investire in fondi obbligazionari è conveniente, a patto di scegliere i prodotti meno costosi, come abbiamo visto. Inoltre è opportuno optare per prodotti che investano in obbligazioni con durata media non troppo lunga, diciamo inferiore ai 5 – 7 anni, per lo meno in tempi "normali".
Qualora, invece, ci attendessimo un ribasso dei tassi di interesse, potremo tranquillamente scegliere fondi obbligazionari con durata dei portafogli sottostanti più elevata.

In questo modo beneficeremo dell'effetto "leva" derivante da un maggiore apprezzamento della quota in risposta ad una riduzione dei tassi di interesse.

Se decidessimo di investire al di fuori dalla zona euro dovremmo poi tenere in debita considerazione il fattore cambio.
I rendimenti dei fondi che investono in valute non euro, infatti, dipendono non solo dagli interessi pagati, ma anche dall'andamento del tasso di cambio tra euro e valuta straniera.

Una buona soluzione, in questo caso, potrebbe essere rappresentata dai fondi comuni hedged, che potranno essere inseriti all'interno di un portafoglio in abbinamento a prodotti tradizionali a cambio aperto.

MEGLIO LE OBBLIGAZIONI O I FONDI?

Su questo credo non ci siano dubbi. I fondi sono sempre da preferirsi all'investimento diretto in poche singole obbligazioni. Qualora un emittente andasse in default ed il portafoglio non fosse adeguatamente diversificato attraverso l'investimento simultaneo in centinaia di titoli differenti, l'obbligazionista si troverebbe in gravi difficoltà.

Inoltre molte obbligazioni particolarmente redditizie non sono disponibili per il comune investitore a causa del taglio minimo elevato (50.000 o addirittura 100.000 euro).
I fondi obbligazionari ci permettono di superare entrambi questi problemi.

In questa fase di mercato, in modo particolare, è bene privilegiare fondi che investono in obbligazioni con una durata non eccessivamente lunga, che costino poco e presentino una volatilità ridotta.

Pubblicato in Economia Emilia
Mercoledì, 28 Giugno 2017 14:02

Guida ai CFD, come e chi dovrebbe utilizzarli

Chi ha esplorato il mondo del trading online avrà probabilmente sentito parlare dei CFD. Investire in CFD continua ad essere una delle tendenze più allettanti per molti risparmiatori in cerca di investimenti con rendimenti sopra la media.

Il trading online si è affermato negli ultimi anni come una valida alternativa agli investimenti più tradizionali. Molti risparmiatori hanno trovato in questo strumento un metodo pratico per investire anche piccole somme senza doverle vincolare per lunghi periodi. I costi di gestione delle operazioni sono contenuti, non occorrono particolari conoscenze tecniche per poter operare in questo settore e i guadagni possono essere anche piuttosto consistenti o comunque più alti rispetto ad altre formule.

Grazie a queste caratteristiche e a una massiccia campagna di informazione promossa dalle piattaforme per il trading online, oggi investire i propri risparmi online è diventata una pratica comune per molti.

Fra gli strumenti proposti dalle piattaforme per il trading online, il CFD Trading è probabilmente il meno conosciuto. È una forma di investimento leggermente più complicata delle opzioni binarie classiche e presenta delle interessanti opportunità per i risparmiatori.

Non sono prodotti adatti a tutti i risparmiatori e le opportunità di guadagno offerte non dovrebbero far perdere di vista una variabile molto importante. La componente di rischio collegata ai CFD può essere elevata. Ne consegue quindi che prima di prendere in considerazione un investimento in CFD occorre conoscere questi strumenti e le tecniche di investimento che se utilizzate correttamente possono limitare la componente di rischio.

Definizione Di CFD

CFD è l'acronimo del termine inglese "Contract For Difference" o, tradotto in Italiano, "Contratto Per Differenza". Questa definizione è piuttosto esplicativa del meccanismo alla base di questi investimenti. I CFD generano guadagni basandosi sulla differenza tra il loro prezzo all'inizio dell'investimento e lo stesso prezzo nel momento in cui il contratto si conclude.

L'investitore può giocare al rialzo o al ribasso sulla quotazione. Nel caso che la previsione si riveli corretta, la differenza del prezzo del CFD al momento della sottoscrizione e il suo prezzo finale determinerà l'ammontare del guadagno per l'investitore. Nel caso la previsione non risultasse corretta, la stessa differenza di prezzo determinerà invece l'ammontare della perdita per il risparmiatore.

Come viene stabilita la quotazione dei CFD? Il loro valore dipende esclusivamente da un asset finanziario sottostante a cui sono collegati. Infatti i CFD rientrano tra i prodotti finanziari derivati che non hanno un loro valore intrinseco. Un CFD collegato a un titolo azionario, ad esempio, avrà un valore che sarà determinato dalla quotazione di quel specifico titolo azionario sui mercati ufficiali. Quindi chi investe in CFD non comprerà il titolo azionario stesso ma un contratto collegato alla quotazione ufficiale di quel titolo.

I CFD possono essere collegati a diversi prodotti finanziari come ad esempio titoli azionari, valute, indici di borsa, materie prime, ETF o anche valute virtuali come il Bitcoin.

Come Investire In CFD

I CFD devono la loro popolarità ad alcune caratteristiche che li rendono particolarmente appetibili per molti investitori.

In primo luogo si deve rilevare l'entità delle somme necessarie per investire in CFD. Anche poche decine di Euro possono essere sufficienti per poter fare le prime operazioni. Questo è un aspetto molto importante specialmente per i piccoli risparmiatori. Investire direttamente in azioni, materie prime, valute o altri asset a cui i CFD sono collegati è proibitivo per molti investitori. Sono investimenti che richiedono capitali iniziali spesso abbastanza elevati e una buona conoscenza dei complicati meccanismi che regolano i mercati su cui questi asset vengono scambiati.

Grazie ai CFD, il risparmiatore si può permettere di trarre vantaggio da quali stessi mercati utilizzando però somme notevolmente più contenute. Inoltre, all'investitore non è richiesto di conoscere le tecnicità dei mercati ufficiali. Deve semplicemente conoscere i meccanismi dei CFD che sono abbastanza semplici.

Lo strumento più importante che l'investitore ha in mano e che determina in ultima analisi quanto redditizio o rischioso sarà il suo investimento è la leva finanziaria. Questa leva finanziaria è la vera protagonista dei CFD ed imparare ad utilizzarla in maniera accorta è fondamentale per l'investitore.

La leva finanziaria funge da moltiplicatore. Ad esempio, una leva 1:200 significa che ogni Euro investito corrisponderà a €200. Un investitore che entra su un CFD con un capitale iniziale di €100 potrà quindi investire su un determinato asset per un valore pari a €20.000. Quindi anche piccole somme mettono in condizione il risparmiatore di entrare in investimenti piuttosto importanti ed è proprio grazie a questo meccanismo che i guadagni generati dai CFD possono essere molto consistenti. Allo stesso tempo, però, la stessa leva finanziaria agisce anche sulle perdite nel caso l'investimento risultasse sbagliato. È evidente quindi che i CFD possono essere molto rischiosi se non utilizzati con assennatezza.

Occorre comunque rilevare che all'investitore viene data la possibilità di scegliere la leva finanziaria con cui operare. È generalmente consigliato cominciare a operare con i CFD utilizzando delle leve molto basse cosi da contenere le eventuali perdite. Anche i guadagni saranno inferiori ma si avrà però la possibilità di acquisire esperienza senza esporsi a rischi elevati. Una volta che l'investitore ha acquisito dimestichezza potrà decidere se passare a delle leve più alte aumentando le proprie possibilità di guadagno. Anche in questo caso, il buon senso dovrebbe sempre spingere l'investitore a non assumersi mai rischi più alti di quelli che è in grado di sopportare senza mettere a repentaglio il proprio capitale.

Chi Dovrebbe Investire In CFD

Data la componente di rischio a cui sono soggetti, i CFD non sono adatti a tutti i risparmiatori.

La loro gestione è più complessa rispetto alle opzioni binarie classiche. Quindi chi si avvicina ai CFD dovrebbe essere un utente che ha una buona esperienza in ambito finanziario o che è disposto ad investire sulla propria formazione. In particolar modo occorre capire a fondo il meccanismo della leva finanziaria e come utilizzarla correttamente per incrementare le proprie possibilità di guadagno e limitare i rischi allo stesso tempo.

I CFD sono strumenti adatti agli investitori più intraprendenti e che hanno una politica di investimento in cui viene prevista una componente di rischio. Non sono invece adatti a chi cerca nel trading online una fonte di guadagno mensile extra ma senza mettere a repentaglio il proprio patrimonio.

Ogni investitore deve essere in grado di valutare tutti questi fattori nella loro interezza e operare delle scelte che siano in linea con le proprie politiche di investimento e le proprie possibilità economiche. Se utilizzati correttamente, i CFD sono dei prodotti con un'importante componete di rischio ma che offrono delle possibilità di guadagno certamente interessanti.

Pubblicato in Economia Emilia
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