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Domenica, 22 Ottobre 2017 07:28

Manovre elettorali

Una manovra finanziaria 2018, oggi legge di stabilità, tutta rose e fiori per il Governo e non di trabocchetti e "prelievi" per i commentatori economici. La longevità è un punto debole di questa e delle prossime manovre.

di Lamberto Colla Parma 22 ottobre 2017
La "finanziaria" è stata licenziata con toni trionfalistici del tipo "non è lacrime e sangue" oppure "non c'è aumento delle tasse". 

I vari rappresentanti governativi pronti a sottolineare gli aspetti positivi come il lavoro giovanile e gli sgravi fiscali per le assunzioni o le regolarizzazioni di contratti a termine o nel pubblico impiego dove la Ministra Maria Anna Madia annuncia un nuovo aumento di 85 euro che va ad aggiungersi agli 80 del bonus di Renzi".

Dopo l'approvazione della legge elettorale sembra che tutti si siano svegliati di soprassalto!

Ognuno vuol dire la sua per accaparrarsi il merito di una qualche riga di "finanziaria" piuttosto che annunciare come sarà bella l'Italia con loro al Governo nell'imminente futuro.

Trascorrono le ore, i giorni e nonostante il testo della legge di stabilità 2018 non sia ancora disponibile, iniziano a trapelare indiscrezioni che, guarda caso, smorzano gli entusiastici annunci governativi.

Le "povere" banche avranno anche loro un interessante obolo che pagheranno tutti, indistintamente poveri e ricchi. Il pagamento elettronico diventa obbligatorio anche per i micro importi.

I pensionati dovranno così comprare la micca di pane quotidiana e le due uova settimanali attraverso una semplice transazione elettronica e molti di loro saranno così disincentivati dal trascorrere una giornata intera nella sala di attesa dell'ufficio postale per ritirare la pensione "Brevi manu" con tutti i rischi connessi, come quello di essere rapinati.

No, però le tasse non le hanno aumentate.
Solo una mini patrimoniale, sulle polizze vita a capitale garantito, giusto per non perdere il vizio e tenersi in allenamento per quando la BCE smantellerà il QE (Quantitatve Easing) e gli interessi torneranno a correre parimenti della crescita dello spread e il debito pubblico s'innalzerà posto che nel frattempo , nessuna misura di controllo della spesa è stata messa in campo e di spending review si è solo parlato a vanvera.

E alla vigilia delle elezioni meglio non parlarne più.
Meglio inventarsi delle scommesse sul futuro innalzamento del PIL (1,5%), in grado da assorbire i maggiori oneri. Tanto poi, se ciò non dovesse accadere, una colpa ai governi precedenti o alla sfortunata congiuntura economica si trova sempre per giustificare la necessità di una manovra correttiva.

In conclusione, qualche regalia elettorale per mantenere il consenso, qualche parola di speranza in più sul consolidamento del trend di crescita del pil e il gioco è fatto.

Resta in sospeso il nodo delle pensioni. Un problema serio che si è tentato di risolvere innalzando il tetto pensionabile, passando dal sistema contributivo a quello retributivo per finire infine nelle fauci della riforma Fornero, tanto criticata, compreso il Matteo Renzi, ma che ancora resta in piedi e nessuno si azzarda a toccare.

Tantomeno il Ministro Padoan che ama i pensionati come il fumo negli occhi.
La loro longevità gli fa sballare i conti. Infatti, dopo aver accusato i sindacati, Camusso in primis, di «non aver letto la manovra» e ammesso di non avere «la bacchetta magica», il titolare del MEF ha spiegato che l'aumento dell'età pensionabile è dovuto ad «una legge concordata in sede europea che tiene conto dell'aspettativa di vita, un meccanismo che ha a che fare con la demografia».
Si deduce quindi che la soluzione migliore sarebbe di anticipare l'incontro con le anime dei parenti e degli antenati.

Chissà che i pagamenti elettronici siano stati introdotti anche a questo scopo? Aiutare la dipartita a questi pericolosi spacciatori di liquidità nonché complici del sommerso e dell'evasione fiscale. Almeno, avranno pensato a via XX Settembre, se alla fine non vorranno tirare le cuoia, almeno saranno utili portatori sani di introiti per le banche.

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Partiranno anche da Modena i pullman che dopodomani - domenica 22 ottobre – trasporteranno i soci di Emil Banca alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) per votare "sì" o "no" alla fusione per incorporazione di Emil Banca con la Banca di Parma e la Bcc di Vergato.
Sono circa 44 mila i soci di Emil Banca, provenienti da tutta l'Emilia-Romagna, che possono esprimersi sul progetto di fusione.
In contemporanea con l'assemblea di Casalecchio, si terranno a Parma l'assemblea della Banca di Parma (1.800 soci e una filiale) e a Vergato quella della Bcc di Vergato (circa 1.500 soci e quattro filiali, tutte nell'Appennino bolognese). Se tutte e tre le assemblee straordinarie daranno il via libera, la fusione avrà decorrenza dal prossimo 1 dicembre.
Dopo questa operazione Emil Banca potrà contare su 47.300 soci e circa 155 mila clienti, di cui 22.380 aziende locali. Il patrimonio ammonterà a 341 milioni di euro, di cui 105 milioni costituiti da capitale sociale, mentre i mezzi amministrati raggiungeranno i 7,37 miliardi di euro (2,6 miliardi di euro di impieghi e 4,8 miliardi di euro di raccolta).
Le filiali della banca saranno 89, i dipendenti 734. Il territorio di competenza vedrà un consolidamento della presenza di Emil Banca su Parma e un allargamento nell'alta valle del Reno, dove la banca di credito cooperativo presente anche a Modena è già radicata da tempo.

Emil Banca

Quando si parla di welfare aziendale lo stato d'animo delle persone prima e il pensiero poi si muovono d'intesa per accompagnare la mente e lo spirito a intravedere un ambiente di lavoro felice dove poter realizzare i propri sogni e conseguire le proprie aspettative personali, professionali e sociali.

Di Guido Zaccarelli Modena 19 ottobre 2017 - Molte aziende, spinte da un quadro legislativo favorevole, che consente loro di ricevere agevolazioni fiscali importanti in chiave di ammortamento sul breve e medio periodo, stanno mettendo a punto programmi di sviluppo interno del welfare rivolto alle maestranze, per creare una dimensione lavorativa in linea con le aspettative di ogni singola persona.

Uno sforzo che è ancora agli inizi per le molteplici difficoltà che nascono naturali in relazione alla necessità di promuovere similmente un cambio del modello culturale, al quale le persone sono state impegnate per anni a seguire, in strutture organizzative imperniate su schemi piramidali sostenuti da una accentuata azione verticistica delle linee di comando. "Il capo che ordina al sottoposto di eseguire un lavoro senza avere la possibilità, per quest'ultimo, di poter intervenire nel modulare schemi d'azione e comportamenti orientati a combinare la nascita di un valore aggiunto collettivo".

La catena del valore, da tempo terreno di studi e di osservazione da parte del mondo scientifico ed economico, è il punto di congiunzione all'interno della quale è imprescindibile la necessità di individuare e definire la stessa unità di misura per ottenere una gestione coerente del personale e delle attività ad esse riferite. Le difficoltà esistono, e in molti casi di difficile soluzione, causa la presenza della dimensione immateriale che non consente di definire ordini di grandezza misurabili in termini oggettivi e replicabili nella stessa realtà e in ambiti differenti.

La presenza di questi scenari induce una riflessione attenta e puntuale dello stato delle cose e il confronto tra posizioni differenti potrebbe fare emergere una scollatura tra il quadro normativo in atto, proiettata nella dimensione economica e psicofisica delle persone, e la volontà di una certa parte del management di consolidare la struttura organizzativa esistente, dando per scontato che la semplice adesione al programma di welfare aziendale sia sufficiente per soddisfare e completare il progetto di benessere delle persone.

E' urgente la pretesa, da più parti sollevata, di chiedersi se il modello piramidale in atto, che le persone vivono ancora oggi sulla propria pelle e avvertono come un peso quotidiano insostenibile da portare sulle proprie spalle, può essere ancora considerato il modello vincente sul quale continuare a sviluppare politiche economiche globali, oppure, forte dell'inversione di tendenza e della crisi in atto, è necessaria una brusca virata per rispondere alle mutate esigenze emerse dal contatto con le nuove economie di mercato e con modelli relazionali differenti.

È forte il dubbio in chi scrive che il welfare come oggi viene pensato, gestito e applicato, senza un cambio del modello organizzativo, possa realmente ed efficacemente completare il disegno che ha animato lo spirito e la mano del legislatore, se non vengono messe in campo azioni decise di cambiamento del modello organizzativo, legittimando il cerchio come figura geometrica di riferimento, al quale ispirarsi nelle aziende che hanno deciso che il benessere delle persone appartiene alla comunità, il cui valore sociale si mescola con il fine economico e nella cooperazione il punto d'arrivo del bene comune.

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Editoriale: Ma come pensano? - Lattiero caseario. Segnali di cedimento per il Grana Padano. - Cereali e dintorni. All'improvviso tutto si alza. - Salta la trattativa per protocollo sul prezzo del latte a Parma - Italian Sounding. Ritirati prodotti falsi "made in Italy" - Ministero Salute: presenza di Listeria nel tacchino al forno di Casa Modena - Gelato Ben & Jerry contaminato da erbicida, riunione UE -

SOMMARIO Anno 16 - n° 41 15 ottobre 2017
1.1 editoriale
Ma come pensano?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Segnali di cedimento per il Grana Padano.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. All'improvviso tutto si alza.
4.1 Latte & Formaggio Salta la trattativa per protocollo sul prezzo del latte a Parma
4.2 made in italy Mulino Alimentare a Colonia.
5.1 made in italy Italian Sounding. Ritirati prodotti falsi "made in Italy"
6.1 sicurezza alimentare Ministero Salute: presenza di Listeria nel tacchino al forno di Casa Modena
6.2 sicurezza alimentare Gli "Spinaci Millefoglie Bonduelle" surgelati sono sicuri.
7.1 Culatello e "Verdi" Sua maestà il Culatello di Zibello Dop celebra il compleanno del Maestro Giuseppe Verdi
7.2 gelato con glifosato Gelato Ben & Jerry contaminato da erbicida, riunione UE
8.1 Rischio idraulico 13 ottobre: Giornata Internazionale per la Riduzione del rischio di disastri naturali
9.1 carne Bovini da carne, la ripresa dei prezzi.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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20171015-Cibus COP 

 

Domenica, 15 Ottobre 2017 08:19

Ma come pensano?

Viene veramente da domandare come pensano i nostri deputati. Quali sono i processi logici che che sottendono i loro ragionamenti?

di Lamberto Colla Parma 15 ottobre 2017
Più mi interrogo e più mi convinco che i nostri rappresentanti appartengano a una razza aliena, sempre più distanti dalla realtà del Paese e dalle esigenze "basali" dei suoi abitanti.

Prendiamo ad esempio la legge elettorale che sta prendendo corpo in queste ore.
Due anni di schermaglie dialettiche, senza alcun contenuto, sono trascorse pur di arrivare e scavallare il fatidico "Vitalizio day", ovvero il compimento dei 4 anni, 6 mesi e un giorno che finalmente concedono il diritto, ai parlamentari di prima nomina, di portarsi a casa la "pensioncina".

Due anni persi e ora hanno fretta! il Paese non può attendere, sembra che sia l'opinione non dichiarata dei rappresentati delle principali forze politiche.

E allora giù di mattarellum per far passare il rosatellum (bis).

Lasciamo da parte le declinazioni "simil latineggianti" assegnate alle leggi elettorali e alle proposte discusse, viene però da chiedersi come "diavolo" ragionino e se un po' di pudore e sensibilità gli sia rimasta nell'anima o, come purtroppo inizio a convincermi, possano dire e fare tutto perché ormai gli italiani sono anestetizzati e troppo deboli per ribellarsi, tramortiti dai troppi pensieri personali.

Ma che la legge elettorale, pur di farla passare in breve tempo, venga forzata con il "Voto di Fiducia" non si era mai visto nella pur breve vita della nostra repubblica.

Di fiducia in fiducia il Rosatellum bis ha superato lo scoglio della Camera dei deputati.

Al tempo dei governi Berlusconi, non passava giorno che i quotidiani inveissero sull'uso disinvolto del voto di fiducia. Negli ultimi 5 anni di "governi" imposti, la fiducia è stata utilizzata ben più frequentemente di Berlusconi, per giungere addirittura a farne uso sulla legge elettorale, nel silenzio di tutti i grandi editorialisti e anchorman televisivi. Hanno taciuto persino le opposizioni. Pur ipotizzando un buon testo legislativo, cosa comunque non vera leggendo i punti cardine della riforma, la legge elettorale è una questione parlamentare e non certo di governo per essere trattata con la fiducia.

E alla fine cosa è stato partorito? Un meccanismo elettorale che non toglierà di mano il pallino alle segreterie dei partiti e perciò avremo ancora un parlamento di sconosciuti e di soggetti che non rappresenteranno i territori di provenienza, che residenti in Italia potranno essere candidati nei collegi esteri e che il voto disgiunto non sarà ammesso.

Ormai è inutile parlarne, le segreterie non molleranno mai più il l'osso.

Ma quello che sconcerta sono le dichiarazioni che sono seguite. Una in particolare, quella dell'On. Brunetta (FI), è rappresentativa del modus operandi tra maggioranza e opposizione, esprime soddisfazione perché è la "legge che scontenta un po' tutti e quindi è la migliore che si potesse fare".
Va bene il negoziato, ma i sacri testi scrivevano il contrario. Il miglior compromesso deve soddisfare tutte le parti coinvolte, non scontentarle tutte!

Ormai siamo allo sbando.

Il Buon senso si è smarrito completamente e l'applicazione delle norme quotidianamente confermano il detto latino "summum ius, summa iniuria" . L'eccesso di diritto equivale a eccesso di ingiustizia.

Ne sa bene Peppina, la nonnina 95enne di San Martino di Fiastra, sfrattata dalla casetta di legno costruita sul suo terreno dopo che la sua casa è andata distrutta dal terremoto. Non era in regola con il vincolo del paesaggio e per di più volumi in eccesso.

Un esempio tipico di ingiustizia e immoralità. A sua difesa avrebbero dovuto intervenire i giovani del luogo, picchettando l'abitazione e cercando di far rinsavire i burocrati e gli inutili amministratori dell'emergenza e della ricostruzione! Commissari insensibili e pavidi, capaci solo di gongolarsi di mostrine e medaglie, nemmeno conseguite sul campo.

A Peppina non resta che dormire in una roulotte, con bagno esterno, cercando di sopravvivere ai rigori dell'inverno imminente. Svegliamoci!

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Gli esperti del Gruppo bancario incontrano gli imprenditori locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze utili per sviluppare il giro d'affari sui mercati del Centro ed Est Europa

Nel corso del primo semestre 2016 il giro d'affari dell'Emilia Romagna con la Russia ha registrato oltre 590milioni di euro di esportazioni e poco meno di 120milioni di euro di importazioni.

Nel 2017, tra gennaio e giugno, gli scambi crescono ancora per l'export emiliano romagnolo verso il mercato russo sfiorando nei quota 720milioni di euro. Tra le province della regione, per Bologna si osserva tra il 2016 e il 2017 un aumento del 21% per le esportazioni verso la Russia, con un incremento del business da circa 153milioni di euro rilevati per il primo semestre 2016 a oltre 185milioni registrati nei primi sei mesi dell'anno in corso.

In particolare, secondo i dati Istat elaborati da UniCredit per Bologna le entrate maggiori arrivano dall'esportazione verso la Russia di macchinari e apparecchiature per oltre 87 milioni di euro nel primo semestre del 2017 (+28% rispetto al pari periodo 2016) e di prodotti tessili e dell'abbigliamento (oltre 33 milioni di euro, +10% rispetto al medesimo periodo 2016). Per l'area bolognese si registra anche un consistente aumento dell'esportazione di articoli farmaceutici e chimici medicinali, con un giro d'affari che nel primo semestre 2016 si attesta intorno a 9mila euro e che nel primo semestre 2017 balza a circa 580mila euro. Business in crescita anche per le produzioni di agricoltura, silvicoltura e pesca sempre più richieste dalla Russia: l'Emilia Romagna registra infatti un +26% nel raffronto primo semestre 2016-2017. L'area bolognese, nello specifico, vede aumentare i flussi da circa 9mila euro nei primi sei mesi del 2016 a circa 57mila euro nel primo semestre 2017.

I numeri, insomma, indicano quello russo come un mercato dalle buone potenzialità e fortemente interessato alle eccellenze del "Made in Italy".

In particolare del "Made in Emilia", inteso soprattutto come meccanica, agroalimentare e moda. Per questo UniCredit ha dedicato uno specifico focus sul business con la Russia nell'ambito del Forum CEE che si è svolto oggi a Bologna, cui hanno partecipato una trentina di imprenditori del territorio.

Una giornata di confronto e approfondimento sui mercati dell'Europa centro orientale volta ad aumentare le relazioni industriali e commerciali tra i Paesi dell'area e il tessuto imprenditoriale locale, sfruttando le potenzialità offerte in termini di consulenza, prodotti e servizi da UniCredit, leader nell'area CEE.

Ai saluti iniziali di Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit, hanno fatto seguito l'introduzione di Alessandro Paoli, Responsabile dell'International Center Italy della banca, gli interventi di Mauro Giorgio Marrano, Strategy and Corporate Foresight Unit - Coordinatore per l'area Centro e Est Europa, che ha fatto il punto sugli aspetti salienti dello scenario macro-economico in Europa Centro Orientale e di Roberto Poliak, Responsabile dell'International Center Central & Eastern Europe, che ha illustrato il modello di servizio e le best practices della banca.

L'intervento di Graziano Cameli, General Manager di UniCredit Russia, ha concluso la giornata di lavori centrando l'attenzione sulle opportunità commerciali offerte dalla Russia alle le imprese italiane e in particolare a quelle dell'area emiliano romagnola.

"Il nostro obiettivo – ha spiegato Andrea Burchi – è aprire una porta d'accesso privilegiata alle imprese del territorio affinché possano entrare in contatto con mercati esteri che offrono interessanti prospettive di crescita. Per questo organizziamo eventi specifici come questo Forum con focus sui Paesi del Centro e Est Europa. Iniziative che si aggiungono alla quotidiana operatività dei nostri specialisti e dei nostri International Center, specializzati nel business crossborder. Così garantiamo sostegno concreto e operativo alle realtà produttive locali, ponendoci come partner ideale per facilitare l'avvio e lo sviluppo dei rapporti d'affari tra le imprese interessate".

UniCredit è un Gruppo paneuropeo semplice e di successo, con un modello commerciale lineare e un segmento Corporate & Investment Banking perfettamente integrato che mette a disposizione degli oltre 25 milioni di clienti un'unica rete in Europa Occidentale, Centrale e Orientale. UniCredit offre competenze locali nonché una rete internazionale in grado di accompagnare e supportare a livello globale la propria ampia base di clientela, fornendo un accesso senza precedenti alle banche leader presenti nei propri 14 mercati strategici e in altri 18 Paesi in tutto il mondo. Il network del Gruppo comprende Italia, Germania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria e Turchia.

LE POTENZIALITÀ DEL MERCATO RUSSO: L'EMILIA-ROMAGNA E BOLOGNA

Emilia-Romagna

Nei primi 6 mesi del 2017 il giro d'affari dell'Emilia-Romagna con la Russia ha riguardato oltre 120,3 milioni di euro di importazioni e circa 720 milioni di euro di esportazioni. Rispetto al primo semestre 2016 le vendite hanno fatto registrare un +21%, gli acquisti sono rimasti sostanzialmente invariati.

I settori trainanti per le esportazioni dall'Emilia-Romagna in Russia nei primi sei mesi del 2017 sono stati:

- macchinari ed apparecchi per oltre 256 milioni di euro, in aumento del 32% rispetto al primo semestre 2016;
- prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per oltre 189 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto ai primi sei mesi del 2016;
- articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi per quasi 53 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al corrispondente periodo del 2016;
- sostanze e prodotti chimici per quasi 52 milioni di euro, in aumento del 7% rispetto ai primi 6 mesi del 2016;
- metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per circa 31 milioni di euro, in aumento del 34% rispetto al primo semestre 2016.

Bologna

Nei primi 6 mesi del 2017 il giro d'affari di Bologna con la Russia ha riguardato quasi 9 milioni di euro di importazioni e più di 185 milioni di euro di esportazioni. Rispetto al primo semestre 2016 le vendite hanno fatto registrare un +21%, gli acquisti sono diminuiti del 21%.

I settori trainanti per le esportazioni da Bologna in Russia nel primo semestre 2017 sono stati:

- macchinari ed apparecchi per oltre 87 milioni di euro, in aumento del 28% rispetto al primo semestre 2016;
- prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di 33,5 milioni di euro, in aumento del 10% rispetto ai primi 6 mesi del 2016;
- sostanze e prodotti chimici per oltre 20 milioni di euro, in aumento del 3% rispetto al corrispondente periodo del 2016;
- mezzi di trasporto per quasi 18 milioni di euro, in forte aumento (+57%) rispetto ai primi 6 mesi del 2016;
- prodotti delle altre attività manifatturiere per oltre 7 milioni di euro, anche in questo caso in notevole aumento (+41%) rispetto ai primi 6 mesi del 2016.

[Fonte. Elaborazioni Retail Value Management & Research UniCredit su dati ISTAT]

Editoriale: il rigurgito delle autonomie - Precipita il latte spot - Minori stock di corn rispetto alle previsioni - Scandiano, la "Spergola" ricomincia da qui - Si è insediato il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Parmense - Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali - Ismea: import e export in crescita

SOMMARIO
Anno 16 - n° 40 8 ottobre 2017
1.1 editoriale
Il rigurgito delle autonomie.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Precipita il latte spot
3.1 cereali e dintorni Minori stock di corn rispetto alle previsioni
4.1 vino e biodiversità Scandiano, la "Spergola" ricomincia da qui.
6.1 bonifica / nomine Si è insediato il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Parmense
7.1 sicurezza alimentare Taleggio Contaminato. Tre casi in un mese per la valsassinese Carozzi
7.2 sicurezza alimentare Erba velenosa negli spinaci surgelati, scatta il richiamo del Ministero della Salute.
8.1 allarme prosecco belgio Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali
8.2 eventi -ANUGA Mulino Alimentare Spa, presente all'ANUGA dal 7 all'11 ottobre.
9.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il cambio mantiene alti i prezzi.
10.1 import export Ismea: import e export in crescita
11.1 promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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 20171008-cibus40-COP

 

Domenica, 08 Ottobre 2017 08:55

Il rigurgito delle autonomie.

E Brexit fu solo l'inizio. Se un risultato positivo si poteva riconoscere all'Europa Unita è la "pace" che si è instaurata nel vecchio continente. Le sopite spinte indipendentiste potrebbero invece riprendere forza, minando l'Europa e addirittura gli stessi Stati.

di Lamberto Colla Parma 08 ottobre 2017
Finalmente dopo due guerre mondiali sembrava che gli uomini avessero imparato la lezione dando vita a tutta una sequenza di accordi comuni che diedero, infine, vita all'Unione Europea. Vincitori e vinti tutti insieme per ricostruire e costruire un nuovo sistema economico e sociale fondato sui pilastri della solidarietà.

Anche quei conflitti interni ad alcuni Stati, che sembravano irrisolvibili, dall'IRA all'ETA, si sono sedati e le fazioni armate hanno deposto le armi accettando di negoziare i loro specifici interessi, attraverso la dialettica politica.

Era il 28 luglio 2005 quando l'IRA, (Irish Republican Army) l'Armata repubblicana irlandese, decise di abbandonare la lotta armata contro il governo della Gran Bretagna ordinando a tutti i suoi militanti di non svolgere più alcuna azione violenta e armata per perseguire i propri fini.

Nel 2011 l'Eta ha dichiarato il cessate il fuoco e da quel momento non ci sono più state azioni terroristiche. Dall'aprile del 2017 inoltre, in una lettera diffusa dalla BBC, l'ETA ha dichiarato il completo disarmo sottolineando comunque che "il processo di disarmo è ancora in corso e può essere ancora compromesso dai nemici della pace".

E il problema sta proprio qui.

I fatti di Catalogna, dove si è tentato di votare il referendum per ottenere l'indipendenza dallo Stato spagnolo, associati a un più esteso malcontento tra i popoli europei, possono aver rianimato i diversi sentimenti autonomisti o indipendentisti, minando, questa volta in maniera irreversibile, gli instabili equilibri da poco ottenuti.
Tant'è che, a seguito della Brexit, è stata la volta della Scozia a manifestare la volontà di sganciarsi da sua maestà la Regina per aggregarsi, questa volta all'UE.

Anche l'Italia non vuole sottrarsi alla moda dell'autonomia. I cittadini di Lombardia e Veneto andranno alle urne, il prossimo 22 ottobre, chiamati a esprimersi sulla possibilità di realizzare un accordo con lo Stato allo scopo di chiedere maggiori poteri in un modo previsto dalla Costituzione italiana. Pochi giorni fa, infine, l'Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna ha votato affinché il Presidente Stefano Bonaccini abbia pieni poteri per negoziare con lo Stato Centrale una maggiore autonomia regionale.

Il rischio è che il voto in Lombardia e Veneto possa tornare a dare forza ai movimenti autonomisti e indipendentisti del nord Italia.

Insomma, l'unione dell'Europa è sempre meno vissuto come un fattore di forza bensì come elemento di di debolezza, soprattutto per le regioni a maggior tasso di ricchezza (vedi Catalogna, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna).

Ora, se una falla dovesse aprirsi, l'UE si dissolverebbe come la neve al sole. E' giunto perciò il momento che la politica riprenda le redini degli Stati e dell'UE pensionando l'esercito di UEmanoidi, i freddi e asettici burocrati che hanno preso pieni poteri condizionando fortemente le politiche dei paesi membri, riuscendo nell'impresa, quasi impossibile, di allontanare i popoli dall'UE. Quell'unione tanto desiderata e finalmente festeggiata con l'introduzione definitiva della moneta unica, il capodanno dell'Euro l'1gennaio 2002. L'euro scetticismo in quel momento si era sopito sovrastato dalle speranze di miglioramenti.

L'indebolimento politico della Merkel, a seguito delle recenti elezioni tedesche, potrebbe aprire spazi per riprendere una conduzione collettiva e politica dell'UE, magari ripristinando anche gli antichi valori che furono i fondamenti originali, e dove l'Italia e la Francia potrebbero tornare ad assumere un ruolo di maggior peso sulle questioni del "sud europa" e sulla stabilità politica del  l.

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UniCredit e SACE (Gruppo CDP) per la crescita internazionale di Ferretti Group: 35 milioni di euro a supporto di nuove commesse di yacht

Roma, 28 settembre 2017 – UniCredit e SACE, che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo CDP, hanno perfezionato un'operazione di finanziamento per sostenere Ferretti Group nell'approntamento di nuove commesse estere.

La linea di credito da 35 milioni di euro, erogata da UniCredit e garantita da SACE, è finalizzata a supportare le esigenze di capitale circolante del Gruppo emiliano-romagnolo per l'esecuzione di commesse estere di yacht e navi da diporto.

L'Avvocato Alberto Galassi, Amministratore Delegato di Ferretti Group, ha dichiarato: «UniCredit e SACE stanno sostenendo la crescita del Gruppo Ferretti. Le nuove linee di credito saranno impiegate per la costruzione di imbarcazioni destinate al mercato mondiale. Il Gruppo Ferretti sta riscuotendo uno straordinario successo commerciale che consentirà all' Azienda di chiudere l'anno con una raccolta ordini complessiva di oltre 400 milioni di euro, confermando e consolidando lo straordinario risultato già raggiunto nel 2016 con il ritorno all'utile a due cifre. Il Gruppo sta proseguendo la forte penetrazione commerciale a livello internazionale: l'area Europe - Middle East - Africa ha contribuito per il 53% dei nuovi ordini, le Americhe per il 28% e i mercati Asia Pacific per il 19%. La crescita del gruppo e delle esportazioni richiede, per un prodotto complesso e con tempi di attraversamento medio-lunghi, il supporto di partner finanziari esperti, solidi e affidabili. UniCredit e SACE stanno facendo sistema insieme al Gruppo Ferretti, sostenendo la crescita e il successo di una industria italiana leader nel mercato della nautica mondiale».

Con questa operazione, UniCredit e SACE confermano il proprio impegno in favore delle aziende italiane della cantieristica nautica, un settore dove il Made in Italy gioca, a livello globale, un ruolo di primaria importanza. In particolare SACE ha supportato in diverse occasioni Ferretti Group fornendo le garanzie necessarie all'azienda per l'approntamento e l'esecuzione delle commesse estere.

Ferretti Group è leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motori yacht e navi da diporto.

L'azienda si avvale di sei moderni cantieri , tutti in Italia dove costruisce imbarcazioni e navi da diporto da 8 a 90 metri in vetroresina, acciaio e alluminio sotto i marchi Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Riva, Mochi Craft, CRN e Custom Line. Il Gruppo, oltre a essere presente negli Stati Uniti e in Asia attraverso le proprie controllate, si avvale di un network di circa 60 dealer gli permette di operare in oltre 80 Paesi in tutto il mondo.

Domenica, 01 Ottobre 2017 09:45

Italia - Francia, pace armata?

Si accendono le speranze di cambiamento. Italia e Francia si accordano sulla delicata questione Fincantieri - STX, in modo da non far sfigurare nessuno.

di Lamberto Colla Parma 01 ottobre 2017 -
La notte porta consiglio. In questo caso, la disputa che vede contrapporsi interessi strategici incrociati tra Italia e Francia, è stata l'estate a portare consiglio.

Da un lato la Francia di Macron, che smentendo gli accordi del suo predecessore Hollande, è pronta a giocare il Golden Power, infilandosi a gamba tesa sull'acquisizione da parte di Fincantieri del cantiere navale STX, azienda giudicata strategica dal nuovo presidente francese.
Nel frattempo, i giochi pirotecnici di Monsieur Bollorè, patron di Vivendì, hanno acceso l'orgoglio italico quando, acquisito il controllo di TIM senza averne dato comunicazione, il Governo italiano è intervenuto anch'esso minacciato l'utilizzo dell'opzione Golden Power, ritenendo TIM e il comparto comunicazioni di interesse strategico.

Opzione che non era possibile mettere in campo nella disputa Vivendi-Mediaset, allorquando Bollorè decise di non rispettare l'accordo con Berlusconi, relativamente a Premium, e intraprendere la scalata a Mediaset di fine 2016 a seguito della quale il "biscione" ha fatto intervenire il Tribunale. Tre miliardi di euro l'ammontare del risarcimento richiesto da parte di Mediaset, dalla controllata Rti, e da Fininvest, secondo quanto Radiocor Plus ha estrapolato dalla lettura della relazione trimestrale di bilancio di Vivendi.

Il primo "Gioco di Prestigio", come l'ha etichettato la stampa transalpina, è stato definito nelle scorse ore tra il nostro Paolo Gentiloni e il "nuovo che avanza" Emmanuel Macron, sulla questione della cantieristica navale.
A Fincantieri è stato assegnato il 50% del capitale (49% ai francesi) e la Governance sarà garantita, per 12 anni attraverso la concessione in prestito dell'1% al capitale di maggioranza, a patto che la compagnia italiana rispetti gli accordi di sviluppo pattuiti. In caso contrario i cugini saranno legittimati a applicare il Golden Power.

Più che un gioco di prestigio, una trattativa all'"italiana", un'accordo che apparentemente non fa sfigurare nessuna parte in causa.
Una vittoria italiana, migliore del previsto secondo il Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, che potrà ammansire i nostri negoziatori sulla vicenda TIM riconoscendo, probabilmente, uno sconto sulla sanzione prevista (300 milioni) o qualche altro altro "benefit" che Bollorè dovesse avanzare, visti i molteplici interessi in terra italica.

Vedremo come proseguirà la vicenda.

Al momento occorre comunque registrare un passo significativamente importante nei colloqui bilaterali tra Francia e Italia che, se saranno ben coltivati, potrebbero effettivamente trasferire la trazione dell'Europa da germanocentrica a integrale mediterranea.

Chissà se Gentiloni e Macron troveranno una piattaforma di interessi da condividere, sempre che non si accenda la lite libica per il controllo dei pozzi, trascinando i partner fuori dall'austerity per intraprendere nuovamente il cammino dello sviluppo e della solidarietà.
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Pubblicato in Politica Emilia
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