Fino a 150 i giovani che Credem, tra i principali gruppi bancari italiani quotati, inserirà entro fine 2016. Focus su formazione, job rotation e welfare aziendale. Ottenuta la certificazione internazionale "Top Employers" assegnata alle aziende che offrono le migliori condizioni di lavoro.

Parma, 25 febbraio 2016

Saranno fino a 150 i giovani che Credem, tra i principali gruppi bancari italiani quotati, inserirà entro fine 2016 in aumento di circa 50 unità rispetto a quanto già annunciato lo scorso mese di settembre. Si conferma e si rafforza così la strategia di crescita e sviluppo della banca, di cui l'investimento sulle persone rappresenta uno dei principali capisaldi. Il Gruppo Credem infatti ha chiuso il 2015 con un incremento dell'organico complessivo del 2,2% a/a oltre ad aver confermato la costante redditività (utile netto +9,5% a/a a 166,2 milioni di euro).

Nel 2016 inoltre saranno confermati e potenziati gli investimenti in formazione e valorizzazione delle persone che operano nel Gruppo. In particolare, l'obiettivo sarà erogare circa 35 mila giorni/uomo di formazione con una media di oltre 50 ore a persona. Sarà intensa l'attività di job rotation, che prevede la possibilità di svolgere nuove esperienze professionali all'interno dell'azienda, con l'obiettivo di stimolare lo sviluppo individuale e la motivazione delle persone. Saranno anche realizzati oltre 3 mila colloqui per ascoltare e condividere azioni di crescita specifiche.

Come riconoscimento dell'attenzione che da sempre dedica ai dipendenti, il Gruppo ha inoltre recentemente ottenuto la certificazione "Top Employers", assegnata da un'autorevole agenzia internazionale specializzata nella valutazione della qualità del posto di lavoro, dopo una valutazione completa delle politiche e di tutti i processi aziendali legati alla gestione delle persone. Tale attestazione, riconosciuta alle aziende aderenti all'iniziativa di certificazione che raggiungono i più elevati standard nelle condizioni di lavoro dei dipendenti, è stata assegnata in Italia a 66 aziende di cui cinque banche.

"Siamo convinti che investire sulle persone e sui giovani sia la strategia vincente per primeggiare in un contesto particolarmente complesso", ha dichiarato Francesco Reggiani, direttore del personale di Credem. "Il nostro obiettivo è offrire a chi lavora con noi la possibilità di operare in un ambiente dinamico ed orientato al gioco di squadra, all'interno di un'organizzazione che è da anni ai vertici del sistema bancario per solidità patrimoniale e soddisfazione della clientela. In particolare", ha aggiunto Reggiani, "vogliamo continuare ad attuare pratiche di eccellenza per valorizzare il merito, offrendo costanti opportunità di sviluppo delle competenze e strumenti all'avanguardia per la gestione, lo sviluppo del personale e delle sue competenze tecniche e manageriali".

Con l'obiettivo di favorire l'equilibrio tra vita personale e professionale dei propri dipendenti, il Gruppo proseguirà anche nel 2016 nell'attuazione del programma di "welfare aziendale" con numerose iniziative a sostegno del reddito, della salute e della maternità. Tra le altre, fa parte di questo programma l'attivazione del remote working sulle funzioni dell'azienda che non hanno contatto diretto con il pubblico. Saranno anche offerti percorsi di coaching individuale a figure manageriali o specialiastiche ed implementate iniziative dedicate alla valorizzazione della seniority (over 50) e delle donne in azienda, in continuità con gli analoghi progetti messi in campo negli anni precedenti.

(Fonte: ufficio stampa Credem)

Ridurre la diffidenza e la paura: Manifattura Urbana abbraccia e sostiene il progetto della regione emilia-romagna per una migliore integrazione dei richiedenti asilo. Quattro diversi ambiti professionali, 100 ore complessive di formazione, 15 tirocini attivati. Il sindaco di Berceto Lucchi: "Imparare un mestiere li aiuta nel loro inserimento. Non sono un buonista, aiutano il nostro borgo".

Parma, 24 Febbraio 2016

"Le tecniche costruttive tradizionali: malte, murature, coperture e muretti a secco": è il titolo delle lezioni che Manifattura Urbana tiene sino al 26 Febbraio a Ghiare di Berceto (Parma), prestando la propria collaborazione nell'ambito del progetto regionale "2015-3691/RER – Tirocini rivolti a soggetti richiedenti asilo politico DGL 286/1998 – Azione 1 area montagna occidentale (CIOFS/FP-ER Parma)" dell'ente di formazione professionale CIOFS (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane) di Parma e Consorzio Fantasia Onlus.

Finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, è strutturato in tre micro-progetti, di cui uno "corsuale" denominato "Laboratorio propedeutico: alfabetizzazione-educazione civica-conoscenze trasversali settori di inserimento nei tirocini", atto a favorire l'integrazione e creare una cultura più positiva nei confronti delle persone approdate in Europa dopo il difficile – e molto spesso tragico – percorso che le ha costrette a lasciare il loro paese d'origine.
Il proposito è anche quello di aiutare gli italiani a superare le diffidenze nei confronti degli immigrati, dimostrando come quasi tutti vogliano integrarsi ed essere una risorsa per il paese. Dunque, un vero e proprio "ponte" tra due culture, i cui intenti non potevano non essere condivisi dagli associati di Manifattura Urbana, che hanno messo a disposizione entusiasmo e competenza.

I laboratori propedeutici al lavoro si focalizzano su quattro differenti ambiti professionali: oltre a quello cui partecipa Manifattura Urbana vi sono infatti l'area manutenzione verde e ambiente, l'area agro-forestale per la manutenzione dei boschi e quella dell'allevamento del bestiame. Un totale complessivo di 100 ore di lezione, 46 delle quali dedicate alle materie comuni (come l'alfabetizzazione e la sicurezza sul lavoro) e 54 distribuite tra le quattro aree professionali, 13 circa per ognuna. L'obiettivo è di conferire ai 15 partecipanti le capacità necessarie all'esecuzione di un mestiere, dando loro l'opportunità di svolgere un tirocinio in una delle aziende della nostra provincia che possa magari culminare in un'assunzione.

« L'attività svolta insieme al CIOFS non si propone solo di far capire agli italiani che i profughi sono persone come noi – commenta Giuliano Capece, consigliere delegato per l'Area Immigrazione di Consorzio Fantasia – ma è anche un modo per offrire ai rifugiati l'opportunità di imparare un mestiere, oltre ad aiutare le aziende del nostro territorio ».
Soddisfatto anche il Sindaco di Berceto Luigi Lucchi: « Siamo stati il primo Comune ad ospitare i rifugiati, nel 2011. Lo abbiamo fatto con piacere ma, non essendo dei buonisti, per facilitarne l'inserimento abbiamo richiesto che potessero lavorare per la comunità. Due sono rimasti come volontari: coltivo l'idea che, come loro, anche altri possano aiutare significativamente il Comune ».

(fonte: ufficio stampa Manifattura Urbana)

Uno studio di Emil Banca per aiutare gli agricoltori a diventare imprenditori. "Lo studio è stato pensato per dare supporto alla crescita competitiva delle aziende agricole locali, storicamente uno dei settori più seguiti dal nostro istituto" – spiega il direttore generale Daniele Ravaglia.

Modena, 22 febbraio 2016

Preoccupato dai cambiamenti climatici, disorientato dalla concorrenza internazionale, poco attento alla gestione economica e, soprattutto, scarsamente disponibile a mettersi in rete. È la fotografia dell'imprenditore agricolo emiliano che emerge dallo studio realizzato da Emil Banca e Agri 2000, società di servizi e ricerche specializzata nell'agribusiness, su un campione di 403 imprenditori locali (di cui ottanta modenesi) che hanno risposto a una serie di domande sulla gestione manageriale delle loro aziende.

«Lo studio è stato pensato per dare supporto alla crescita competitiva delle aziende agricole locali, storicamente uno dei settori più seguiti dal nostro istituto – spiega il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia – L'agroalimentare svolge un ruolo strategico non solo per la produzione di alimenti, ma anche per la tutela del paesaggio e la produzione di bioenergia e biomateriali, cioè per quella che viene definita "bioeconomia"».

A Modena erano 8.265 le imprese agricole iscritte alla Camera di commercio al 31 dicembre 2015, per complessivi 122 mila ettari coltivati e un valore della produzione pari a 550 milioni di euro. Circa un terzo delle aziende intervistate ha un fatturato inferiore ai 50 mila euro, il 29 per cento tra i 50 e i 100 mila euro, il 31 per cento tra i 100 mila e 500 mila euro; solo il 6 per cento ha un volume d'affari superiore al mezzo milione di euro. Circa la metà delle aziende del campione non ha personale o impiega solo collaboratori familiari.

«La carenza di veri strumenti per valutare i risultati della propria azienda espone gli imprenditori agricoli a tensioni finanziarie crescenti, aumenta i rischi di errore e limita le potenzialità delle imprese – aggiunge Camillo Gardini, presidente di Agri 2000 – Gli imprenditori intervistati utilizzano il web, ma hanno poca dimestichezza con i programmi gestionali, scarsa propensione a mettersi in rete tra loro e faticano ad affrontare il passaggio da una situazione a basso rischio a una più instabile. Per questo tutti gli imprenditori che hanno partecipato alla ricerca hanno ricevuto un report personalizzato in cui si analizzano i punti di forza e di debolezza della loro azienda e si forniscono consigli su come aumentare il reddito e fronteggiare la crescente volatilità dei mercati attraverso – conclude Gardini - modelli organizzativi e produttivi innovativi».

Emil Banca, nata oltre un secolo fa proprio come cassa rurale e con lo scopo di affrancare il mondo contadino dalla povertà, è geneticamente vicina agli imprenditori agricoli ai quali oggi è in grado di proporre, oltre a tutti i servizi bancari di cui possono avere bisogno, la consulenza di personale specializzato, formato per gestire esclusivamente il settore agricolo.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Martedì, 16 Febbraio 2016 12:22

Imprendocoop: domani l'ultimo seminario

Si conclude domani – mercoledì 17 febbraio – il ciclo di seminari formativi di Imprendocoop, il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca.

Modena, 16 febbraio 2016

Domani alle 17 presso FabLab (via Attiraglio 5/A, Modena) il consulente Francesco Artioli presenta gli aspetti fiscali delle cooperative, mentre il funzionario di Confcooperative Modena Gino Pili illustra la normativa giuslavoristica dei soci lavoratori. Sono un'ottantina gli aspiranti cooperatori che partecipano a Imprendocoop; hanno presentato 28 idee d'impresa che spaziano dalle nuove tecnologie ai servizi alla persona, dalla promozione turistica del territorio ai prodotti biologici e solidali. Da inizio novembre a oggi i partecipanti hanno usufruito di un percorso formativo di alto livello, assistenza, consulenza e servizi gratuiti. Entro il 7 marzo dovranno presentare il business plan al comitato tecnico scientifico di Imprendocoop, il quale selezionerà tre progetti d'impresa che saranno premiati con 2.500, 1.500 e mille euro. L'erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione di un'impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Venerdì, 12 Febbraio 2016 10:19

Mood market, la moda fa affari sul web

Da CNA un progetto per la creazione di una community per la promozione e il business. Le imprese del settore moda si incontrano virtualmente, scambiandosi informazioni ed avviando possibili collaborazioni produttive e commerciali.

Modena, 12 febbraio 2016

Nasce il progetto "Mood Market", un'idea di CNA Federmoda per creare un "luogo" in cui le imprese del settore moda possano incontrarsi virtualmente, scambiarsi informazioni ed avviare possibili collaborazioni produttive e commerciali.
Spiega Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena: "Le business community virtuali sono sempre più strategiche per reinventare il Made in Italy e aprire nuove strade nell'economia regionale, perché le tecnologie legate all'informatica e al web possono costituire il terreno fertile su cui nuove relazioni possono nascere e svilupparsi. Accanto a questo obiettivo c'è anche quello di connettere le imprese del sistema moda nazionale a potenziali nuovi clienti nel mondo, attraverso azioni di web marketing e di e-commerce, per le quali il portale potrà essere il trampolino di lancio. Crediamo, infatti, che innovazione tecnologica e internazionalizzazione siano fortemente interconnesse e che il conoscersi all'interno del territorio nazionale possa andare di pari passo con il farsi conoscere all'estero, per ampliare i propri mercati di sbocco ed esplorare nuove opportunità di business".

"Nel portale – prosegue Gualandi – sono presenti imprese di tutto il territorio nazionale e delle varie tipologie produttive (abbigliamento, maglieria, calzature, pelletterie, accessori), per poter fornire un quadro completo delle specializzazioni rappresentate, ricostruendo le filiere e garantendo visibilità ad ogni ambito settoriale. Sono consultabili i dati anagrafici delle imprese partecipanti, che è possibile selezionare per settore, tipologia di prodotto e di lavorazione, livello di qualità, sistemi di vendita, struttura occupazionale e produttiva. Inoltre è possibile trovare notizie relative a normativa sulla tracciabilità, apposizione di etichettatura e Made in Italy, bandi per il finanziamento di iniziative di innovazione ed internazionalizzazione, fiere, incoming ed altri eventi di promozione, studi ed indagini relative al settore. Le imprese partecipanti al progetto potranno accedere ad una parte riservata per dialogare tra loro ed inviare richieste di collaborazione in ambito commerciale, tecnologico e produttivo".

L'iniziativa gode del contributo del Ministero dello Sviluppo Economico e della collaborazione dell'Agenzia ITA per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. Il portale sarà anche presentato alle prossime edizione di Premiere Vision Paris, MICAM e MIFUR, manifestazioni internazionale dedicati alla moda. In questi primi mesi, per lanciare l'iniziativa e dare una importante visibilità alle nostre imprese, l'adesione è riservata, in forma gratuita, agli associati CNA Federmoda.
Per informazioni e adesione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Il sito del portale è: www.moodmarket.it 

(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

Ottimismo e visione sul futuro per trovare idee e opportunità professionali: seminario gratuito "Centodieci è Progresso" di Mediolanum Corporate University (MCU). L'appuntamento è per giovedì 11 febbraio alle ore 11.00 presso l'Istituto Sacro Cuore.

Modena, 10 febbraio 2016

Cambiamento e innovazione, sviluppo e tecnologia, futuro ed economia: il progresso inarrestabile condiziona in modo nuovo l'approccio al mondo del lavoro.
Si rendono sempre più necessarie una nuova visione e una nuova conoscenza delle dinamiche della società attuale, dei suoi nuovi linguaggi, della sua espansione. Elementi di costruzione di questo percorso nascono dalla conoscenza delle potenzialità del proprio territorio, dei nuovi movimenti del mercato, delle possibilità di collegarsi a realtà più ampie e di creare reti d'azione attraverso le nuove tecnologie.
Questi i temi del seminario gratuito "Centodieci è Progresso" di Mediolanum Corporate University (MCU) che vedrà l'istituto educativo di Banca Mediolanum a Modena per diffondere la cultura dell'innovazione e una visione positiva sul futuro, rivolgendosi a imprenditori, professionisti in cerca di occupazione e studenti delle scuole superiori.
L'appuntamento è per giovedì 11 febbraio alle ore 11.00 presso l'Istituto Sacro Cuore.
"Superare la crisi è possibile. Sempre. La questione è capire come e con chi. Anche nei periodi di maggiori difficoltà restano le persone quelle che fanno la differenza. Bisogna creare una rete virtuosa fatta di fiducia in se stessi, buone idee, competenze specifiche, e conoscenza delle nuove tecnologie - dichiara Oscar Di Montigny, Direttore Marketing, Comunicazione e Innovazione di Banca Mediolanum - Per dare il via al rilancio bisogna lasciarsi alle spalle i modi tradizionali di trovare e creare lavoro. Pensare un'azienda o una professione nel futuro non può prescindere da idee innovative, dall'agire concreto basato sullo studio, sull'acquisizione di specializzazioni e sull'ispirazione a modelli d'eccellenza.

(Fonte: Ufficio Stampa Banca Mediolanum)

Imprendocoop è il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca.

Modena, 9 febbraio 2016

Si parla di pianificazione economico-finanziaria, ovvero come rendere sostenibile la propria impresa, nel seminario Imprendocoop in programma domani – mercoledì 10 febbraio – alle 17 presso FabLab (via Attiraglio 5/A) a Modena. Imprendocoop è il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca. Gli ottanta aspiranti cooperatori che partecipano a Imprendocoop hanno presentato 28 idee d'impresa che spaziano dalle nuove tecnologie ai servizi alla persona, dalla promozione turistica del territorio ai prodotti biologici e solidali. Da inizio novembre i partecipanti stanno usufruendo di un percorso formativo di alto livello, assistenza, consulenza e servizi gratuiti. Al termine del percorso formativo avverrà la selezione di tre progetti d'impresa che saranno premiati con 2.500, 1.500 e mille euro. L'erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione di un'impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena.

(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Sono i dati della Direzione territoriale del lavoro di Bologna e che riguarda l'intera Emilia-Romagna Nel 2015 sono state 3.522 convalide di dimissioni presentate da lavoratrici in gravidanza e lavoratori con figli fino a 3 anni di età: 2.509 donne e 1.013 uomini.

Di Alexa Kuhne

Parma, 8 febbraio 2016

I dati parlano chiaro: sempre più donne, in Emilia-Romagna, rinunciano al loro posto di lavoro per occuparsi dei figli appena nati. Non si tratta di una scelta dettata dalla voglia di rimanere a casa a crescere un figlio ma dalla completa mancanza di assistenza.
Una costrizione che fa ancora essere le lavoratrici diverse, sul piano professionale, dai colleghi uomini.
L'aiuto proprio non c'è stato, nemmeno nel 2015, non solo da parte delle famiglie, sempre più disgregate, ma soprattutto da parte di enti e istituzioni, perché sembrano mancare, secondo il rapporto della Direzione territoriale del lavoro di Bologna, i più basilari sostegni, come quello del diritto di accesso ai nidi.

Per gli uomini, invece, è diverso: lasciano un'azienda per un'altra perché non vanno d'accordo col capo.
L'analisi fatta dalla direzione territoriale del lavoro di Bologna e che riguarda l'intera Emilia-Romagna spiega tutto di un fenomeno che fa riflettere.
Nel 2015 sono state 3.522 le convalide di dimissioni presentate da lavoratrici in gravidanza e lavoratori con figli fino ai tre anni di età: 2.509 sono donne, 1.013 uomini. La maggior parte delle dimissioni (55%) avviene tra i 26 e i 35 anni e riguarda soprattutto le italiane (55%).
Tra gli stranieri i numeri sono ancora piuttosto limitati, tanto che gli uomini italiani che si dimettono sono di più di tutti i lavoratori stranieri messi insieme (uomini e donne, europei ed extra Ue). La gran parte delle convalide riguarda lavoratori e lavoratrici che hanno un solo figlio, per lo più (2.040) nel primo anno di vita, quando vige il divieto di licenziamento. Ma oltre 1.500 genitori lasciano il lavoro quando il bambino ha un'età tra uno e tre anni.
 Le dimissioni avvengono più di frequente in aziende piccole, quando si ha poca anzianità di servizio e minore qualifica: sulle 2.500 donne che hanno lasciato il posto, 1.241 erano impiegate e 1.127 operaie. 
Il problema nasce dalla mancanza di assistenza. Spesso un figlio non viene accolto al nido.

Ma pesano anche la mancanza di un aiuto da parte della famiglia per la cura del bambino e i costi troppo alti da sostenere per pagare l'asilo o una baby-sitter. 

Molto ridotta poi la richiesta di part-time: solo 288 donne e 13 uomini hanno fatto domanda, peraltro respinta in più della metà dei casi. 
A livello provinciale, la maggior parte delle convalide è avvenuta a Bologna (845), seguita Modena (624), Reggio Emilia (460), Parma (346), Ravenna (316), Piacenza (280), Forlì-Cesena (277) e Rimini (232). Chiude Ferrara con 142 dimissioni, grazie anche alla "stretta collaborazione tra la direzione del lavoro e la consigliera di parità della provincia", spiega Luigina Lillo, responsabile area Politiche del lavoro della Dtl di Bologna, che intercettano le "dimissioni non genuine e cercano una soluzione per non far dimettere la lavoratrice". 
La maggior parte di chi lascia il lavoro inoltre dichiara di non aver avuto un incentivo all'esodo. Sulle oltre 3.500 dimissioni a livello regionale nel 2015, la quasi totalità (3.362) risulta volontaria (2.404 donne). Ma spesso, soprattutto per quanto riguarda le lavoratrici, il confine tra dimissioni volontarie o condizionate è sottile, come sottolinea Rosa Maria Amorevole, consigliera di parità della Regione.



"Le dimissioni dovrebbero essere un gesto di libertà - aggiunge Anna Rita Tinti, docente di Diritto del lavoro all'Alma Mater di Bologna - ma dietro possono esserci pressioni o condizionamenti sottili. Spesso le dimissioni sono una scelta di rinuncia del posto di lavoro", la cui responsabilità "è del datore di lavoro ma anche del contesto sociale". 
La situazione emiliano-romagnola rispecchia l'andamento generale a livello italiano, dove nel 2014 è stata registrata "una tendenza all'aumento delle convalide - spiega Roberta Fabrizi, direttore generale dell'ispettorato del ministero del Lavoro - con una netta prevalenza di madri in età fra i 26 e i 35 anni, con pochi anni di servizio e in aziende piccole". 
Un fenomeno più frequente soprattutto nelle regioni del nord e del centro. "Ma rispetto al 2013 sono aumentate anche le mancate convalide", sottolinea Fabrizi. Segno forse che c'è una maggiore attenzione a possibili casi di discriminazione.

Mercoledì 10 febbraio alle 18 l'incontro 'Work life balance equilibrio personale e recupero delle energie' per riconoscere gli ostacoli che impediscono alla donna di lavorare con efficacia e tranquillità. L'appuntamento si terrà al Palace Hotel Maria Luigia in viale Mentana 140.

Parma, 8 febbraio 2016

Donne Impresa di Confartigianato Apla Parma, organizza, mercoledì 10 febbraio, l'incontro 'Work life balance equilibrio personale e recupero delle energie'.

L'incontro organizzato all'interno del più ampio progetto sulla valorizzazione della figura femminile, avrà per relatori lo psicologo Leonardo Milani e Michela Nestori, docente di psicologia del benessere dell'Istituto di psicologia del benessere di Ferrara.

L'obiettivo è di aiutare a riconoscere gli ostacoli che impediscono alla donna di lavorare con efficacia e tranquillità, fornendo gli strumenti per avere un approccio positivo verso la propria individualità femminile, gestire lo stress, recuperare le energie e ottimizzare il bilanciamento lavoro – famiglia. Perché la piena padronanza di sé stessi è fondamentale per raggiungere uno stato di serenità (benessere interiore e minori conflitti interpersonali), efficacia produttiva e maggior energia.

L'appuntamento si terrà al Palace Hotel Maria Luigia (viale Mentana 140) dalle 18.

(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)

Cisl: «Buone basi per rinnovo contratto integrativo scaduto nel 2007». Esselunga conta più di 22.500 dipendenti e oltre 150 punti vendita, di cui 139 a oggi aperti al pubblico nella giornata domenicale.

Modena, 1 febbraio 2016 - Programmazione trimestrale del lavoro domenicale che valorizzi la disponibilità volontaria dei singoli lavoratori, in un'ottica di attenuazione dei carichi di lavoro, miglioramento dell'efficienza organizzativa e della produttività aziendale. È questo il fulcro dell'accordo sperimentale, valido per un anno dal 1° maggio 2016, siglato dai sindacati Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e la direzione di Esselunga, il gruppo italiano della grande distribuzione organizzata che conta più di 22.500 dipendenti degli oltre 150 punti vendita, di cui 139 a oggi aperti al pubblico nella giornata domenicale.

«L'intesa riguarda anche i 450 addetti dei punti vendita di Modena, Sassuolo, Appalto di Soliera e Reggio Emilia – commenta il segretario generale della Fisascat-Cisl Emilia Centrale Enrico Gobbi – Si tratta di un accordo innovativo in un gruppo che ha resistito alla crisi degli ultimi anni. A fronte di una flessibilità contrattata, viene valorizzato il confronto tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale per concordare le modalità della prestazione domenicale volontaria nel rispetto delle esigenze di vita dei dipendenti, pur in un'ottica di incremento della produttività. Questa intesa rappresenta un primo passo per ristabilire corrette relazioni sindacali e pone le basi per il rinnovo del contratto integrativo scaduto nel 2007 – sottolinea Gobbi – Il nostro auspicio è che si individui un punto di mediazione al tavolo con Federdistribuzione per siglare al più presto il nuovo contratto nazionale per gli addetti della grande distribuzione organizzata».

L'accordo con Esselunga prevede che a livello di singolo negozio venga esperito un confronto tra le rsu/rsa, i sindacati territoriali e la direzione aziendale sulla programmazione trimestrale concordata del lavoro domenicale e sugli impatti dell'organizzazione del lavoro – turni, riposi ecc. - che dovrà comunque prevedere 22 domeniche lavorate per gli addetti dei reparti DroGem e 24 prestazioni domenicali per gli addetti degli altri reparti. Rispetto alle previsioni dell'integrativo aziendale – sei domeniche di riposo domenicale per i full time e quattro per i part-time – l'intesa prevede che il 50 per cento delle giornate di riposo domenicale possano essere concordate a livello territoriale o di singola filiale. Si potranno inoltre concordare due giornate di riposo consecutivo di sabato e domenica ogni dieci domeniche di lavoro effettuate.

«Sono esclusi dalla programmazione del lavoro domenicale i padri e madri di bambini sotto i tre anni e i lavoratori che assistono persone disabili o con patologie gravi e continuative – aggiunge Gobbi - Sul mercato del lavoro l'intesa introduce la possibilità per 120 lavoratori part-time a tempo indeterminato di incrementare l'orario di lavoro settimanale aggiungendo la domenica tra le giornate contrattualmente previste. L'accordo regola anche le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo in vigore dal 1° gennaio 2016 con la previsione – conclude il segretario generale della Fisascat-Cisl Emilia Centrale - di sette fasce di trattamento economico (di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale) dal 30 all'80 per cento rapportate al numero di prestazioni effettuale dalla prima alla 28 esima e oltre la 29 esima giornata lavorata».

(in galleria immagini la foto di Enrico Gobbi)

(fonte Cisl Modena 1 febbraio 2016)

"La sicurezza stradale non è uno scherzo": campagna nazionale sulla sicurezza stradale, lanciata da CNA, sull'importanza della revisione, obbligatoria per legge, ma soprattutto garanzia di sicurezza dei veicoli, degli automobilisti e di tutti i cittadini.

Modena, 5 febbraio 2016

"La sicurezza stradale non è uno scherzo". E' questo lo slogan della campagna nazionale sulla sicurezza stradale lanciata da CNA. Un manifesto che verrà affisso nei centri di revisione modenesi associati a CNA Modena, a ricordare l'importanza della revisione, obbligatoria per legge, ma soprattutto garanzia di sicurezza dei veicoli, degli automobilisti e di tutti i cittadini.

"La concorrenza sleale da parte di soggetti irregolari – spiega Silvano Dallari, presidente provinciale CNA Servizi alla Comunità - rischia di compromettere la sopravvivenza delle imprese del settore, che operano nel rispetto delle regole, a tutela della sicurezza dei cittadini. CNA per questo chiede un sistema di controlli efficiente ed efficace su tutti operatori del settore, già in fase di autorizzazione".

I centri di revisione devono rispettare precise disposizioni normative, avere personale qualificato e costantemente formato, garantire locali, attrezzature e tecnologie aggiornate e conformi proprio per garantire la sicurezza di automobilisti e cittadini. Investimenti necessari a garantire la sicurezza dei veicoli. "Investimenti – continua Dallari – che non trovano peraltro riscontro nelle tariffe, bloccate da ormai dieci anni e peraltro imposte dal Ministero. Per questo, oltre a una revisione delle tariffe, chiediamo anche un sistema di controlli certo e efficace, che tuteli le imprese e, soprattutto, chi viaggia, nel rispetto delle regole e della qualità dei controlli effettuati nel corso delle revisioni".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA
 MO)

Sabato 13 e domenica 14 febbraio al Foro Boario di Modena si tiene la IV edizione della manifestazione dedicata alle opportunità, imprenditorialità, formazione e crescita personale con seminari, workshop e incontri. La manifestazione è a ingresso libero ed è organizzata dall'Associazione Culturale Viceversa.

Di Manuela Fiorini 

Modena, 6 febbraio 2016

Il lavoro è uno dei temi più importanti e sentiti degli ultimi anni. Si parla spesso di disoccupazione, del lavoro che manca, ma anche della difficoltà di approcciare le aziende oppure di rimanere al passo con i tempi e rimettersi sul mercato del lavoro quando quello che si ha non convince più oppure si è perduto per cause non imputabili a se stessi. C'è poi chi decide di crearsi un lavoro, diventando imprenditore di se stesso, ma manca di fondi ed esperienza. Per rispondere a queste e ad altre domande, sabato 13 e domenica 14 febbraio torna al Foro Boario di Modena "Ricomincio da me", la fiera dedicata al lavoro, alle opportunità, imprenditorialità, formazione e crescita professionale e personale, giunta alla sua IV edizione.

Il calendario delle due giornate, dalle 10 alle 19, è ricchissimo e conta più di 70 appuntamenti, tra conferenze, workshop, seminari, testimonianze di esperienze imprenditoriali e start up, ma anche tante opportunità per chi è in cerca di un lavoro, vuole cambiarlo o intraprendere un'attività per confrontarsi con le aziende, mandare il curriculum e incontrare potenziali datori di lavoro.
Numerosi anche i percorsi formativi e informativi per creare incontri tra domanda e offerta, mettendo in relazione le aziende con i candidati, incontrare esperti e professionisti e fare conoscere le opportunità esistenti nel territorio modenese. I giovani in cerca di una prima occupazione, poi, potranno ricevere consigli utili finalizzati alla ricerca attiva del lavoro: da come compilare il curriculum, a come affrontare il colloquio di lavoro, a come sfruttare i social network.

La parola chiave di questa IV edizione sarà "condivisione", intesa come forma di economia collaborativa per un futuro sostenibile. Sabato 13 febbraio, alle ore 10, sull'argomento è in programma la tavola rotonda "Dal crowfunding al coworking: l'economia collaborativa a Modena" con docenti universitari, associazioni di categoria e imprenditori.
Per gli studenti delle classi IV e V degli Istituti Tecnici e Professionali di Modena, invece, sono in programma alcuni seminari sull'autoimprenditorialità e sull'educazione finanziaria tenuti da esperti di Confindustra Modena, Unicredit, Università di Modena e Reggio Emilia e Fondazione Golinelli. Sono previsti anche incontri formativi, anche individuali, sulle opportunità di accesso alle professioni a cura della Commissione Pari Opportunità e del Cup Provinciale.
Infine, sono in programma anche due contest competitivi durante i quali, in un "discorso" di 5 minuti, si potrà presentare alle aziende la propria start up.
La manifestazione è a ingresso libero ed è organizzata dall'Associazione Culturale Viceversa.

INFO
Ricomincio da me
c/o Foro Boario, via Bono da Nonantola 2, Modena
www.viceversa-go.it 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Giovedì, 04 Febbraio 2016 15:28

"Crescere in Digitale" arriva a Reggio Emilia

A Reggio Emilia "Crescere in Digitale", l'iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed attuata da Unioncamere in collaborazione con Google. I giovani incontrano le aziende italiane per trasformare le competenze digitali acquisite online in opportunità di lavoro. 

Reggio Emilia 4 febbraio 2016

Arriva a Reggio Emilia "Crescere in Digitale", l'iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed attuata da Unioncamere in collaborazione con Google per diffondere le competenze digitali tra i giovani e avvicinare al web le imprese italiane. Il progetto, lanciato a inizio settembre con l'avvio della piattaforma www.crescereindigitale.it  - "Crescere in digitale" - si rivolge ai giovani iscritti al programma "Garanzia Giovani" offrendo loro un percorso di formazione articolato in 50 ore di training online, laboratori sul territorio e oltre 3.000 tirocini retribuiti nelle imprese italiane.

Secondo quanto emerge dai dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le competenze digitali sono infatti sempre più essenziali per le imprese che nel corso del 2015 hanno previsto oltre 47mila assunzioni programmate per figure con questo tipo di professionalità. Una richiesta che dà soprattutto alla generazione dei millennials (18-34 anni) una chance in più di trovare lavoro. Ai giovani under 30, professionisti del digitale, si rivolgono più in particolare due assunzioni su cinque. Per oltre il 60% delle figure professionali richieste è necessaria un'esperienza specifica. Ma la difficoltà di reperimento dei giusti candidati in possesso di competenze digitali si rivela mediamente più elevata rispetto a quella delle altre professioni (16% contro il 10,1%).

Oggi presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia si è tenuto il Laboratorio formativo di Crescere in digitale cui hanno partecipato i giovani della provincia che hanno completato la prima fase del percorso formativo on line e superato il test.
I Laboratori (120 su tutto il territorio nazionale) rappresentano la prima occasione di contatto tra i giovani e le imprese del territorio che si sono iscritte a "Crescere in digitale" per offrire tirocini formativi retribuiti da Garanzia Giovani. Durante la giornata è stata data la possibilità ai ragazzi di accedere ad uno dei 18 tirocini offerti dalle imprese reggiane.
Molte altre opportunità sono a disposizione dei giovani di Reggio Emilia vista la ricca offerta di tirocini su base provinciale.

"L'intero progetto si basa sulla consapevolezza che le PMI reggiane e, più nel complesso, che il brand Made in Italy, non possano più fare a meno del Web e degli strumenti della comunicazione digitale – afferma il Segretario Generale della Camera di Commercio Michelangelo Dalla Riva - al fine di restare competitivi sui mercati nazionali e internazionali.
La CCIAA di Reggio Emilia ha compreso da tempo questa nuova sfida offrendo alle aziende reggiane una serie di articolati e completi percorsi di formazione e consulenza 1to1 sui temi del digitale e del Web Marketing. Dal 2014 ad oggi, infatti, sono state svolte due differenti edizioni di "Made in Italy: Eccellenze in Digitale" ed una di "Ars Digitalia" che hanno permesso di supportare e accompagnare più di 100 aziende reggiane verso lo sviluppo di una efficace presenza online."

Jpeg rid

Il programma Crescere in digitale prevede

  • 50 ore di training online: il corso online erogato in modalità MOOC (Massive Open Online Courses), ideato e offerto da Google e sviluppato dall'Istituto Guglielmo Tagliacarne, offre ai giovani l'opportunità di ampliare le proprie conoscenze dell'ecosistema digitale e apprendere tecniche e strumenti a supporto della crescita e dell'internazionalizzazione delle imprese. Al completamento del corso, il giovane ha accesso al test di valutazione, anch'esso totalmente online, che gli consente di verificare le conoscenze acquisite.
  • 120 Laboratori sul territorio: il superamento del test offre la possibilità di accedere ad uno dei laboratori - che verranno attivati su tutto il territorio nazionale (finanziati con i fondi nazionali di Garanzia Giovani) – volto a: illustrare le caratteristiche dei territori e delle imprese che ospiteranno i NEET per 6 mesi, sia sul versante delle specializzazioni del tessuto economico-produttivo sia su quello del livello di digitalizzazione delle aziende locali; orientare i NEET verso l'esperienza del Tirocinio o verso un percorso di autoimpiego/autoimprenditorialità.
  • 3000 tirocini: in aziende tradizionali da avvicinare al digitale, organizzazioni d'impresa, agenzie web, grandi imprese. I tirocini della durata di 6 mesi, finanziati con i fondi nazionali di Garanzia Giovani, saranno retribuiti (500 euro al mese) attraverso un finanziamento del programma "Garanzia Giovani". Nessun costo ricadrà sulle imprese ospitanti, che anzi riceveranno un bonus fino a 6.000 euro in caso assumano il giovane dopo il tirocinio. Le imprese possono esprimere il loro interesse ad ospitare un tirocinante sul sito www.crescereindigitale.it  compilando l'apposita domanda. Le attività dei tirocinanti saranno supportate, monitorate e coordinate in tempo reale attraverso una community di esperti.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Marketing e comunicazione nel seminario Imprendocoop in programma domani a Modena. L'incontro fa parte nel progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca.

Modena, 2 febbraio 2016

Si parla di marketing e comunicazione nel seminario Imprendocoop in programma domani – mercoledì 3 febbraio – alle 17 presso FabLab (via Attiraglio 5/A) a Modena. Ricordiamo che Imprendocoop è il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca. Gli ottanta aspiranti cooperatori che partecipano a Imprendocoop hanno presentato 28 idee d'impresa che spaziano dalle nuove tecnologie ai servizi alla persona, dalla promozione turistica del territorio ai prodotti biologici e solidali. Da inizio novembre i partecipanti stanno usufruendo di un percorso formativo di alto livello, assistenza, consulenza e servizi gratuiti. Al termine del percorso formativo avverrà la selezione di tre progetti d'impresa che saranno premiati con 2.500, 1.500 e mille euro. L'erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione di un'impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Ieri sera festa al Baluardo con il sindaco Muzzarelli. La cooperativa sociale Caleidos di Modena è specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. 

Modena, 29 gennaio 2016

- tutte le foto nella galleria in fondo alla pagina -

Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza è stata celebrata ieri sera al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi. Sono intervenuti, tra gli altri, i sindaci di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Soliera Roberto Solomita e Pievepelago Corrado Ferroni, assessori e docenti universitari, rappresentanti di Confcooperative Modena e del Consorzio di Solidarietà Sociale.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

La cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili ha compiuto 30 anni. Giovedì 28 gennaio al Baluardo l'evento che celebra la ricorrenza. -

Modena, 26 gennaio 2016

Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza viene festeggiata dopodomani – giovedì 28 gennaio – alle 18 al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi, esperta di immigrazione. Intervengono i docenti universitari Enrico Giovannetti ed Everardo Minardi, rappresentanti di Confcooperative Modena, del Consorzio di Solidarietà Sociale e delle amministrazioni locali.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede legale a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Il documento ufficiale discusso alla Camera dei Deputati per la regolamentazione degli Home Restaurant. Anche nella nostra città e sul nostro territorio è un fenomeno che si è largamente sviluppato, ma che manca ancora di una precisa regolamentazione. -

Parma, 26 gennaio 2016

La scorsa settimana durante la X^ Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati si è aperto il dibattito sul tema dell'Home Restaurant. Nel corso dell'audizione, alla quale hanno partecipato il presidente nazionale, Esmeralda Giampaoli e il direttore nazionale Fiepet Confesercenti, Tullio Galli, sono state ribadite le posizioni della Fiepet, relativamente alla indispensabile equiparazione delle regole che mettano sul piano della parità sia gli operatori professionali sia i soggetti che intendono esercitare questa attività di SOCIAL EATING, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di carattere igienico-sanitario, fiscale e di professionalità imprenditoriale, e tenuto altresì conto della risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico sull'argomento in questione.

Di seguito il documento ufficiale, consegnato agli atti, che compendia la posizione della Fiepet con la proposta di regolamentazione legislativa di questa disciplina.

Il fenomeno "Home restaurant", dal punto di vista giuridico, è attualmente privo di una propria disciplina, e ciò comporta seri problemi di ordine concorrenziale, sanitario e fiscale.
E' per questo che FIEPeT-Confesercenti ha commissionato al CST, Centro di Studi Turistici, un'indagine sulla rilevanza del fenomeno, le cui risultanze rivelano come l'universo degli Home restaurant in Italia abbia generato nel 2014 introiti pari a 7,2 milioni di euro, con il primato della Lombardia (con una quota di circa 1,9 mln di euro, pari a oltre un quarto del fatturato totale), ma introiti oltre il milione di euro anche nel Lazio (1,4 mln) e in Piemonte (1,1 mln); nello stesso anno sono stati proposti circa 86mila eventi di "social eating", con la partecipazione di circa 300mila persone, che hanno sostenuto una spesa media stimata di 23,70 euro pro-capite, per un incasso medio per singolo evento pari a 194,00 euro. Sono risultati attivi più di 7mila cuochi "social", ognuno dei quali ha incassato in media 1.002,51 euro, con un trend in sicura crescita.
E' chiaro che tutto ciò comporta un'indebita concorrenza al settore della ristorazione tradizionale. Il rispetto o meno delle regole cui sono sottoposti gli operatori economici è infatti uno degli elementi che più qualificano il funzionamento dell'economia e ne determinano le capacità di sviluppo.
E le regole che caratterizzano le attività della ristorazione sono indubbiamente numerose e severe.
Basti pensare che, fin dal suo avvio, un'attività di somministrazione di alimenti e bevande viene limitata da parametri di vario genere, fino a poco tempo fa finanche di tipo strutturalmente regolatorio, mediante distanze e contingenti numerici, oggi di tipo qualitativo, in ossequio all'art. 64 del D. Lgs. n. 59/2010, con cui è stata recepita la Direttiva "Bolkestein".
Questo prevede, infatti, che i comuni, nelle zone del territorio da sottoporre a tutela, possano adottare provvedimenti di programmazione delle aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico: tale programmazione può prevedere, sulla base di parametri oggettivi e indici di qualità del servizio, divieti o limitazioni all'apertura di nuove strutture, quando ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi di controllo, in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità.
Inoltre, per esercitare l'attività, il titolare o un suo delegato devono possedere requisiti professionali che implicano la frequenza di corsi, il superamento di esami, il possesso di titoli di studio o una determinata pratica professionale prolungatasi e mantenutasi nel corso di alcuni anni.
L'esercizio deve rispondere a precisi requisiti sanitari, quanto alle misure e alle dotazioni di locali e attrezzature, come previsto dai regolamenti locali d'igiene. In particolare, devono essere presenti bagni per gli addetti e per i clienti, divisi per sesso, nonché per portatori di handicap.
L'attività deve rispettare la legislazione comunitaria e nazionale sull'igiene degli alimenti e la nuova disciplina sull'informazione e sulla pubblicità dei prodotti alimentari, che contiene stringenti regole sulla comunicazione relativa alla presenza degli allergeni nei piatti somministrati.
Dal punto di vista lavoristico il personale deve essere ovviamente in regola con le norme relative alle assunzioni, ai contratti collettivi nazionali di lavoro, alla formazione professionale, alla contribuzione previdenziale.
Infine, l'esercizio dovrà corrispondere quanto previsto dalla legislazione nazionale e dai provvedimenti comunali ai fini delle imposte e tasse e dei tributi locali, che prevedono onerosi versamenti per lo smaltimento dei rifiuti speciali e l'occupazione del suolo pubblico. Per non dire dei diritti relativi alla diffusione di musica da corrispondere a SIAE e società di collecting.
Tutto ciò, va immediatamente evidenziato, non riguarda l'attività di un Home restaurant, che non conosce limiti all'accesso, non deve formalmente rispettare norme in tema di requisiti professionali, di dotazioni strutturali, né la disciplina in materia di alimenti, non è assoggettata ai controlli degli Ispettorati del lavoro, non versa contributi previdenziali per il lavoro autonomo né per i dipendenti, diffonde musica d'ambiente senza versare diritti ad alcun Ente.
E' chiaro come i mercati e le imprese sottoposte a un eccesso di carico regolatorio, quando un numero non esiguo di operatori riesce a eludere tali regole, finiscano per subire effetti avversi.
Nel caso che ci occupa, quello che per qualche tempo era un mero fenomeno di costume si è presto trasformato in un business, poiché gli incontri gastronomici non si realizzano con il semplice strumento dell'invito a cena privato e/o del passaparola, ma sono organizzati mediante la rete internet e l'intervento di soggetti terzi che intermediano la prestazione, su veri e propri siti dedicati.
Tecnicamente, gli host (padroni di casa) si iscrivono al sito e propongono la data, un menù e un prezzo. Gli ospiti (guest) attratti dalla proposta, inviano una richiesta di partecipazione alla serata, e pagano la cifra stabilita dal proprietario di casa direttamente sul sito, che applica al prezzo una commissione a carico degli ospiti e invia l'incasso all'host.
Finora tutto ciò si è svolto fuori da ogni regola di diritto, in un ambito totalmente libero da un punto di vista amministrativo e fiscale, ma è ovvio che, quanto più un'occasione di puro intrattenimento assume i contorni di una vera e propria attività economica, tanto più necessita di una disciplina.
Per tali motivi, il Ministero dello sviluppo economico, rispondendo al quesito posto da una Camera di commercio, che chiedeva informazioni inerenti l'apertura e la gestione di un'attività che si caratterizza per la preparazione di pranzi e cene presso un domicilio privato in giorni dedicati e per poche persone, trattate come ospiti personali ma paganti, ha emesso una Risoluzione (n. 50481, del 10 aprile 2015) che attualmente offre l'unica possibile chiave di lettura del fenomeno Home restaurant dal punto di vista del trattamento giuridico.
Il MISE ricorda anzitutto che la legge 25 agosto 1991, n. 287, sulla disciplina della somministrazione di alimenti e bevande, così come modificata dal D. Lgs. 26 marzo 2010, n. 59, distingue tra attività esercitate nei confronti del pubblico indistinto e attività riservate a particolari soggetti. Detta legge, all'art. 1, dispone in particolare che "per somministrazione si intende la vendita per il consumo sul posto" che si esplicita in "... tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dell'esercizio o in una superficie aperta al pubblico, all'uopo attrezzati".
Ad avviso del Ministero, l'attività in discorso, anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto, sebbene i locali in cui i prodotti vengono preparati e serviti siano privati, sono comunque locali attrezzati aperti alla clientela.
Non si può infatti parlare che di clientela, dal momento che la fornitura delle prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo e, quindi, "anche con l'innovativa modalità, l'attività in discorso si esplica quale attività economica in senso proprio"; di conseguenza, essa "non può considerarsi un'attività libera e pertanto non assoggettabile ad alcuna previsione normativa tra quelle applicabili ai soggetti che esercitano un'attività di somministrazione di alimenti e bevande".
Pertanto, a parere del MISE, considerata la modalità con la quale i soggetti interessati intendono esercitare, devono applicarsi le disposizioni di cui all'art. 64, comma 7, del D. Lgs. n. 59/2010.
Ciò significa che, previo possesso dei requisiti soggettivi di cui all'art. 71 del D. Lgs. n. 59, detti soggetti sono tenuti a presentare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o a richiedere l'autorizzazione, ove trattasi di attività svolte in zone tutelate.
In definitiva, in linea con quanto affermato dal Ministero, per avviare un'attività di Home restaurant gli interessati dovrebbero:
- presentare i requisiti di onorabilità per l'esercizio di un'attività di somministrazione di alimenti e bevande;
- acquisire i requisiti professionali per la somministrazione di alimenti e bevande;
- presentare una SCIA o, per le zone tutelate soggette a programmazione, una richiesta di autorizzazione.
Non solo, trattandosi di attività a tutti gli effetti disciplinata dalle norme in materia di somministrazione di alimenti e bevande, l'interessato dovrebbe anche rispettare la normativa urbanistico edilizia e quella igienico-sanitaria.
E ciò porta con sé anche che, fino ad un'eventuale diversa disciplina, l'attività andrebbe considerata attività d'impresa, con l'obbligo di iscrizione al Registro delle imprese e gli adempimenti di tipo fiscale e contributivo.
In mancanza, l'attività esercitata dovrebbe essere considerata abusiva, con l'applicazione delle consequenziali sanzioni.
Nella pedissequa applicazione di tale interpretazione, ovviamente, l'esercizio di un Home restaurant quale attività che sfugge alle norme di settore della somministrazione di alimenti e bevande sarebbe impossibile: ma la conseguenza è inevitabile, se chi intende svolgere l'attività in questione lo fa con caratteristiche che travalicano l'aspetto dell'occasionalità, realizzando piuttosto un business in diretta - e sleale - concorrenza con le imprese che tale attività svolgono professionalmente e nel rispetto di regole (come si è visto) stringenti e onerose.
Pertanto è necessario, a nostro avviso, che il legislatore intervenga, fissando i limiti oltre i quali un fenomeno di costume diventa attività d'impresa ed, in tal caso, prevedendo le regole che mettano sul piano di parità operatori professionali e soggetti che vogliono ritagliarsi un ruolo nuovo nel panorama della ristorazione ma che, se ciò intendono fare, devono farlo garantendo la sicurezza e la salute dei consumatori, competendo lealmente con chi organizza la propria attività secondo precisi dettami normativi, versando all'erario la propria parte di contribuzione, secondo canoni di proporzionalità, come vuole la Costituzione.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Parma)

Tredici, complessivamente, gli istituti superiori reggiani che hanno aderito all'iniziativa con quasi 400 studenti iscritti. Esperienze vissute fianco a fianco con imprenditori e professionisti. Negli interessi dei giovani prevalgono le professioni sanitarie, socio-assistenziali e le attività degli studi professionali. -

Reggio Emilia, 25 gennaio 2016

Sono le professioni sanitarie ad esercitare il maggior fascino sui quasi 400 studenti reggiani che hanno partecipato in queste settimane al "JobDay" della Camera di Commercio, l'originale esperienza di orientamento al lavoro che consente ai giovani che si avvicinano al diploma di maturità di entrare a diretto contatto con imprenditori e professionisti, vivendo al loro fianco l'esperienza di una giornata di lavoro.
Ben 100 dei quasi 400 partecipanti al "JobDay", infatti, sono stati protagonisti degli incontri che, grazie alla collaborazione del Servizio Formazione, Qualità, Rapporti con Università e Terzo Settore dell'Arcispedale "Santa Maria Nuova", hanno vissuto una testimonianza diretta sulle competenze richieste ogni giorno per lavorare come chirurgo, fisioterapista, logopedista, ostetrica, rianimatore, patologo, psicologo, oculista, bio-informatico e neuropsichiatra infantile.

Incontro all Arcispedale Santa Maria Nuova rid

Nelle scelte degli studenti hanno largamente prevalso, oltre al settore sanitario, anche il socio-assistenziale, della libera professione, di marketing e dei servizi turistico-commerciale, ambiti nei quali sviluppare il percorso di orientamento e tutoraggio. Numerosa inoltre la richiesta di affiancare figure istituzionali come quelle delle forze dell'ordine, di formazione e istruzione e culturali.

Un dato - sottolinea la Camera di Commercio - che si spiega alla luce di un quadro complessivo delle iniziative di orientamento attivate nella provincia di Reggio Emilia nel quale l'interesse per il lavoro nell'industria manifatturiera viene soddisfatto attraverso altri canali che chiamano in causa l'intenso lavoro sviluppato dalle associazioni imprenditoriali reggiane del comparto e dagli Istituti tecnici e/o professionali.
Tredici, complessivamente, gli istituti superiori reggiani che hanno aderito all'iniziativa con quasi 400 studenti iscritti - il dato più rilevante dall'avvio del "JobDay" (nel 2012) ad oggi - per la maggioranza dei quali è stato poi possibile realizzare questa esperienza diretta e coinvolgente (e alcune sono ancora in corso) nel mondo del lavoro.

Affiancamento con un imprenditore agricolo rid

Fra le richieste più singolari spicca l'esperienza - realizzata - di una giovane aspirante sceneggiatrice, insieme a quelle di fumettista, restauratore, designer di gioielli.
"Siamo molto grati – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - agli enti, alle imprese e ai professionisti che si sono resi disponibili per ospitare i ragazzi, consentendo loro di allargare orizzonti di conoscenza e di verificare sul campo quali siano le possibilità concrete e gli impegni richiesti per un inserimento nel mondo del lavoro".
Sono già partite le operazioni preliminari per il JobDay 2016. Le aziende e i professionisti disponibili ad ospitare gli studenti, possono inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

A fianco della Polizia di Stato rid

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Nuova procedura per le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro: un congegno complicato che costringerà le aziende a rincorrere i lavoratori che hanno deciso di andarsene, magari comunicandolo lo stesso giorno in cui se ne vanno, in barba alla procedura prevista.

Parma, 20 gennaio 2016

Il dl 151/2015, che attua i principi di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro previsti nel Jobs Act, definisce, tra l'altro, una nuova procedura per le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. L'intento della legge è quello di contrastare il fenomeno delle 'dimissioni in bianco', ma lo fa con un congegno complicato che costringerà le aziende a rincorrere i lavoratori che hanno deciso di andarsene, magari comunicandolo lo stesso giorno in cui se ne vanno, in barba alla procedura prevista.

Secondo Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla di Parma, «A leggere le nuove disposizioni, operative dal 12 marzo prossimo, si rimane perplessi nel constatare che un lavoratore, qualora decida volontariamente di dimettersi o concordi con il datore di lavoro una risoluzione consensuale, dovrà seguire un percorso a ostacoli del tutto irragionevole, soprattutto per chi è meno alfabetizzato a livello digitale».

Se il lavoratore decidesse di non fare da solo, dovrà rivolgersi a soggetti abilitati, inevitabilmente finendo per chiedere consulenza anche al proprio datore di lavoro, ai patronati, alle organizzazioni sindacali, agli enti bilaterali e alle commissioni di certificazione; in tale caso, però, per garantire l'effettiva volontà del lavoratore, si dovrà procedere alla firma digitale del modulo coi dati delle dimissioni, o dell'eventuale revoca.

Già la legge Fornero aveva previsto una nuova procedura per la comunicazione delle dimissioni, però con modalità sicuramente meno complicate e, soprattutto, congegnate in modo tale che se il lavoratore, presentata la lettera di dimissioni, per noncuranza non avesse provveduto alla loro convalida entro sette giorni, quelle dimissioni erano comunque efficaci.

«Oggi – osserva Cassinelli - esiste solo la procedura on line. Ci chiediamo cosa succederà nei casi in cui il lavoratore - soprattutto quelli extracomunitari che magari tornano nei Paesi d'origine si limiterà a presentare una semplice lettera di dimissioni, senza seguire il percorso telematico; le aziende saranno costrette, quasi implorandolo, a invitare il lavoratore ad attivare la procedura on line per dare efficacia alla propria volontà di dimettersi».

Ecco i passaggi che il lavoratore dovrà effettuare: richiedere, se non già posseduto, il codice pin all'Inps; registrarsi sul sito "cliclavoro.gov.it" e ottenere username e password; compilare un modulo telematico che contiene i dati del datore e del rapporto di lavoro e provvedere poi alla trasmissione del modulo di dimissioni o risoluzione consensuale del rapporto al datore di lavoro (nella sua casella Pec) e alla direzione territoriale del Lavoro. Il sistema provvederà automaticamente ad attribuire un codice alfanumerico che attesterà la data e l'ora di trasmissione del modulo. La procedura dovrà essere utilizzata anche nel caso in cui il lavoratore dovesse decidere, entro i sette giorni successivi, di revocare le proprie dimissioni.

(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)

"Il coraggio dell'utopia": ausili per la disabilità, metodologie ed esperienze di vita. Se ne parla domani – mercoledì 20 gennaio - a Soliera nel convegno organizzato dalla cooperativa sociale Aida onlus con il patrocinio dell'Unione delle Terre d'Argine. -

Modena, 19 gennaio 2016

Ausili per la disabilità, metodologie ed esperienze di vita. Se ne parla domani – mercoledì 20 gennaio - a Soliera nel convegno organizzato dalla cooperativa sociale Aida onlus con il patrocinio dell'Unione delle Terre d'Argine. L'iniziativa, intitolata , si svolge alle 19.30 presso la sala consiliare del castello Campori. Interviene Simone Soria, che dieci anni fa si è laureato in ingegneria informatica con 110 e lode nonostante una grave disabilità motoria (non cammina, non usa le mani e articola le parole con fatica). Fondatore della cooperativa Aida, domani Soria racconta la sua esperienza di integrazione scolastica e sociale, nonché il lavoro che porta avanti da dieci anni nel campo degli ausili per disabili e il suo innovativo metodo di valutazione delle capacità residua della persona. Partecipano al convegno rappresentanti della cooperativa sociale Nazareno di Carpi, delle associazioni Gruppo Genitori Figli Con Handicap e SiPuòFare, i sindaci di Soliera Roberto Solomita e Carpi Alberto Bellelli, Sabrina Tellini (servizi sociali dell'Unione delle Terre d'Argine), Luciano Mazzoleni (Medicina Riabilitativa di Carpi) e Giuliana Urbelli, assessore al Welfare del Comune di Modena. Info: tel. 3890596888; www.paralisicerebraleinfantile.it

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Il Nuovo Codice degli Appalti Pubblici e delle Concessioni: Lunedì 18 gennaio, alle ore 20,30 presso l'hotel La Cantina di Medolla, un incontro pubblico di CNA sul positivo provvedimento approvato dal Senato. Un cambiamento strutturale della normativa, che comporta un aggiornamento delle imprese necessario per consentire a queste ultime di arrivare preparati e cogliere le nuove opportunità sul mercato degli Appalti Pubblici. -

Medolla, 15 gennaio 2016

Il Nuovo Codice degli Appalti Pubblici e delle Concessioni, approvato in via definitiva giovedì scorso dal Senato, delega il Governo ad attuare la nuova disciplina europea e a procedere a un riordino della normativa vigente sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Si tratta di un cambiamento strutturale della normativa, che comporta un aggiornamento delle imprese necessario per consentire a queste ultime di arrivare preparati e cogliere le nuove opportunità sul mercato degli Appalti Pubblici. Questa la ragione che ha spinto CNA a organizzare, lunedì 18 gennaio, alle 20.30, presso la sala riunioni dell'Hotel La Cantina di Medolla, un incontro sul tema del Nuovo Codice degli Appalti, seminario a cui prenderanno parte esperti a livello nazionale.

"Più volte, come CNA - dichiara il Presidente di CNA Costruzioni Modena, Paolo Vincenzi - siamo intervenuti, pubblicamente e nelle sedi istituzionali, per rimarcare il punto di vista e le ragioni delle Piccole e Medie Imprese del territorio. In questo incontro vogliamo, oltre ad evidenziare le principali novità del nuovo quadro normativo, sottolineare l'importante azione che abbiamo giocato nella determinazione di alcune norme del nuovo codice, un codice che va nella giusta direzione, muovendosi in coerenza con le indicazioni strategiche delle direttive e conferma tutte le priorità in esse contenute: semplificazione, riduzione degli oneri, uso strategico degli appalti e, soprattutto, facilitazione all'accesso per le PMI. Bisogna tuttavia rilevare che, incomprensibilmente, contiene anche misure che rischiano di azzerare qualsiasi aspetto positivo per le imprese artigiane, e in particolare per quelle che operano nel settore della pulizia".

Il programma prevede, dopo il saluto di Umberto Venturi (Presidente CNA Modena) e l'introduzione di Paolo Vincenzi (Presidente Unione Costruzioni Modena e Vice Presidente Unione Costruzioni Regionale), la relazione di Ivan Cicconi (Direttore di ITACA, Istituto per la Trasparenza e l'Innovazione negli Appalti) che illustrerà le novità sul fronte della trasparenza e pubblicità, semplificazione burocratica e riduzione dei tempi e miglioramento delle condizioni di accesso delle PMI al mercato dei pubblici appalti. A seguire Daniele Spinelli, esperto in contrattualistica, farà il punto sulle procedure di affidamento, l'avvalimento, la qualificazione SOA e i contratti, con particolare riferimento al subappalto. La parola passerà poi al senatore Stefano Vaccari (Membro della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e Segretario della 13^Commissione Permanente territorio, ambiente, beni ambientali), che illustrerà l'iter e l'importanza del lavoro politico sviluppato per arrivare a questa importante riforma. Chiuderà l'incontro Mario Pagani (Responsabile Dipartimento Politiche Industriali CNA Nazionale), che fornirà il punto di vista dell'Associazione e le proposte messe in campo da CNA.

"Il Codice degli Appalti italiano – dichiara Umberto Venturi, Presidente di CNA Modena - era il più complicato d'Europa, con circa 800 articoli fra norme primarie e regolamenti. Una vera e propria giungla giuridica che non faceva né il bene delle imprese, né quello della comunità, ostacolando in particola le medie e piccole aziende. Ecco perché il Nuovo Codice rappresenta un'occasione storica per il nostro Paese, perché ci permetterà di cambiare approccio, a patto di imboccare la strada della semplificazione e della trasparenza. Due valori fondamentali per CNA e per le nostre imprese".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Il nuovo presidente è stato eletto oggi dai delegati che hanno partecipato all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, svoltasi a Baggiovara. Carlo Piccinini ha 42 anni, è imprenditore agricolo e vicepresidente Cantina Carpi Sorbara. -

Modena, 16 gennaio 2016

È l'imprenditore agricolo Carlo Piccinini il nuovo presidente di Confcooperative Modena. 42 anni, laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna, Piccinini è attualmente vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara e presidente regionale di Fedagri (l'organismo che rappresenta le cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative Emilia-Romagna). Il nuovo presidente è stato eletto oggi dai delegati che hanno partecipato all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, svoltasi a Baggiovara. Piccinini succede a Gaetano De Vinco e diventa il nono presidente nella storia di Confcooperative Modena, che rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro.

«Il nostro compito è accompagnare le cooperative dentro l'economia moderna e verso il futuro tutelando il pluralismo imprenditoriale – ha dichiarato Piccinini - Noi cooperatori siamo portatori di un sogno di democrazia economica, di equa ridistribuzione della ricchezza e del valore aggiunto di cui dobbiamo essere consapevoli. In un momento di crisi economica e morale, abbiamo la responsabilità di proporre una nuova visione di società economica in cui le persone siano al centro, mentre i capitali e le organizzazioni economiche sono al servizio di un progetto di costruzione di società più giusta e a misura d'uomo. Faccio un piccolo esempio: basta con gli appalti al massimo ribasso, che penalizzano la dignità dei lavoratori». Il neo presidente di Confcooperative Modena ha sottolineato che la cooperazione non è un centro di potere, collaterale o servile alla politica, tantomeno assimilabile alla massoneria. «Dobbiamo avere più autenticità nelle nostre cooperative, tenendo sempre alta la guardia per evitare che i pochi che non rispettano le regole macchino tutta la cooperazione. In questa prospettiva si inserisce il percorso verso dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, il soggetto unitario costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop. Non sarà una fusione a freddo, ma una nuova rappresentanza in grado – ha concluso Piccinini - di far crescere il peso della cooperazione sana a vantaggio dei cooperatori e, quindi, dell'intero Paese».

Gaetano De Vinco lascia la guida di Confcooperative Modena: «Spazio a una nuova generazione di cooperatori»

«Intendo favorire l'ingresso di una nuova generazione di cooperatori. Una scelta ispirata alla logica del bene comune e che vuole testimoniare con i fatti quanto scriviamo nei nostri documenti e statuti». Con queste parole il presidente uscente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco ha motivato la sua decisione di lasciare la guida della centrale cooperativa di Palazzo Europa. Eletto la prima volta il 13 dicembre 2003 e riconfermato nel 2008 e 2012, De Vinco è stato presidente per dodici anni: dall'anno della sua ricostituzione (1948), solo Ermanno Gorrieri (15 anni) e Dario Mengozzi (18 anni) hanno guidato Confcooperative Modena per periodi più lunghi. Nella relazione con cui ha aperto il congresso, il presidente uscente ha ricordato che oggi Confcooperative Modena rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro. «Dopo aver reagito alla crisi in modo coerente con la loro natura di imprese di persone, cioè sacrificando gli utili per salvaguardare l'occupazione, – ha sottolineato De Vinco - ora le nostre cooperative sono pronte a fare quello che hanno sempre fatto: creare lavoro per i loro soci e distribuire benessere alle comunità locali». Welfare e sanità per le famiglie, energia per produrre e produzioni per l'energia, cura dell'ambiente e nuovo ruolo sociale per chi lavora i campi, promozione del territorio e nuovi servizi per le aree più marginali. Sono questi, oltre ai settori in cui sono tradizionalmente presenti, gli ambiti che le cooperative modenesi intendono sviluppare per restituire un ruolo all'economia reale, limitare i danni di una finanza invadente, combattere la corruzione e la contraffazione, difendere la legalità «Al centro di queste battaglie ci sono i soci, il cui ruolo va tutelato favorendo una partecipazione autentica e un controllo effettivo della governance delle cooperative. Sono certo – ha concluso De Vinco - che la nuova dirigenza saprà riscattare la reputazione della cooperazione e favorire un nuovo sviluppo imprenditoriale delle cooperative, senza le scorciatoie scelte da qualcuno e che, come abbiamo visto, non hanno portato buoni frutti».

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Giovedì, 14 Gennaio 2016 13:20

Reti di Imprese: nasce Teamreti Italia

Innovazione e social network per una rete di imprese che guarda al futuro. Nasce Teamreti Italia, una rete di imprese fortemente concentrata sul supporto alle Piccole e Medie imprese che sempre più chiedono di fare rete, che trae le sue origini da AssoretiPMI, l'associazione nazionale indipendente nata dal Gruppo Reti di Imprese PMI sul social network LinkedIn. -

Modena, 14 Gennaio 2016

Le origini sono quelle del social network, l'ambiente è l'ecosistema delle reti d'impresa, l'obiettivo è il rafforzamento delle PMI. Da questo insieme di presupposti nasce Teamreti Italia, una rete di imprese fortemente concentrata sul supporto alle Piccole e Medie imprese che sempre più chiedono di fare rete.
"La complessità del momento storico e lo stesso sistema globale nel quale siamo inseriti impongono un livello di esperienza e di aggiornamento straordinari. Ci vuole una fortissima contaminazione tra competenze ed esperienze professionali diversificate, tra i diversi territori e anche tra gli stessi settori industriali. Viviamo in una società liquida in cui anche il tessuto industriale si evolve e si innova, e spesso si presenta con i contorni più sfumati di quelli di un tempo" afferma Eugenio Ferrari, Presidente dell'Organo Comune di Teamreti Italia, che prosegue: "Abbiamo voluto creare una rete di impresa che partisse da questi presupposti acquisiti in oltre 4 anni di esperienze nel mondo social e associativo al fianco delle reti di impresa. Oggi portiamo questo immenso patrimonio di competenze a tutte quelle reti che si devono ancora formare ma anche alle reti che attraversano un momento di stallo e devono rivedere in tutto o in parte le proprie strategie. Siamo appena partiti ma abbiamo già molte domande di Imprese che chiedono di entrare nella rete".

Teamreti Italia trae le sue origini da AssoretiPMI, l'associazione nazionale indipendente nata dal Gruppo Reti di Imprese PMI sul social network LinkedIn. E' da questa esperienza unica a livello nazionale che Teamreti Italia trae quelle competenze che può trasferire alle Imprese direttamente come Organizzazione presente e operativa su tutto il territorio Italiano.
Le 11 Imprese che hanno dato vita a questa aggregazione assolvono e integrano tutte le competenze necessarie alle creazione e allo sviluppo di una rete di impresa: Teamreti S.r.l, Seam Consulting Srl, Blue Lab Srls, DicaConsulting di Dario Di Carlo, Consulcert Srl, Pignatari Carlo D.I, Gamina Srl, Imprenditore Online Srls, Consulenza&Reti Srl, Davide Zanetti D.I, Immagica Comunicazione Srl.
La crescita della rete nella sua compagine segue un progetto di sviluppo che si articola in tre direttrici: competenze, settori, territorio. Con una forza in più, quella di un grande network già esistente e interconnesso composto da Imprese, Professionisti, Reti di Imprese, Manager ed esperti di reti che si raccolgono nella più grande community italiana sulle reti di impresa, costituita dal gruppo Reti di Imprese PMI e dall'associazione AssoretiPMI.

www.teamretitalia.com 

L'assessore regionale alle Attività produttive  a Gaggio Montano: "Fronte comune per salvaguardare l'occupazione". 

Bologna - "E' il momento di restare uniti. Dobbiamo fare fronte comune per trovarci preparati ad affrontare una situazione difficile. Si deve avviare una soluzione già a partire dall'incontro del prossimo 19 gennaio. Per questo è indispensabile che ci sia la disponibilità di tutte le parti, a iniziare dalla proprietà, per attivare un serio confronto". Lo ha detto l'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, ieri a Gaggio Montano sull'Appennino bolognese, incontrando i lavoratori e i rappresentanti sindacali della Philips Saeco in presidio davanti allo stabilimento.

L'assessore ha illustrato le prossime iniziative che saranno avviate dalla Regione insieme al Governo, confermando l'obiettivo di salvaguardare la produzione di Gaggio Montano e l'occupazione dei attuali lavoratori. "Non sono qui a portare solidarietà – ha aggiunto l'assessore -, quella è scontata. Come rappresentante dell'istituzione voglio condividere con i lavoratori le soluzioni che possano dare sicurezze a una realtà produttiva importante per la vallata ma anche per l'intera realtà produttiva emiliano-romagnola".

A margine dell'incontro con i lavoratori della Saeco l'assessore Costi ha incontrato l'ingegnere meccanico Mohamed Abdalla, impiegato tecnico licenziato nei giorni scorsi dall'azienda Metalcastello di Castel di Casio (Bo).

saeco

Mercoledì, 13 Gennaio 2016 15:56

Confcooperative Modena elegge il nuovo presidente

Gaetano De Vinco non si ricandida. All'assemblea congressuale, in programma dopodomani Venerdì 15 Confcooperative Modena elegge il nuovo presidente. Il programma dell'assise, convocata per eleggere i nuovi organismi, prevede una prima parte pubblica e una seconda parte riservata ai cooperatori. -

Modena, 13 gennaio 2016

Ci sarà anche il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, in programma dopodomani – venerdì 15 gennaio - dalle 10 alle 14 all'Una Hotel Modena di Baggiovara. Il programma dell'assise, convocata per eleggere i nuovi organismi, prevede una prima parte pubblica e una seconda parte riservata ai cooperatori. La prima parte si aprirà con la relazione del presidente uscente Gaetano De Vinco che, eletto per la prima volta il 13 dicembre 2003 e riconfermato nel 2008 e 2012, ha deciso di non ricandidarsi. «Intendo favorire l'ingresso di una nuova generazione di cooperatori, peraltro già affermatisi sia nei livelli sindacali della nostra organizzazione che alla guida delle più significative cooperative – spiega De Vinco – Questa mia scelta appartiene alla logica del bene comune e risponde all'esigenza di testimoniare con i fatti quello che scriviamo nei documenti e statuti. Sono certo che la nuova dirigenza saprà rinnovare la nostra associazione, riscattare la reputazione della cooperazione e favorire un nuovo sviluppo imprenditoriale delle cooperative». Dopo De Vinco porterà il saluto ai cooperatori l'Arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Erio Castellucci. Nella seconda parte dell'assemblea, durante la quale interverrà il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna Francesco Milza, i cooperatori modenesi saranno chiamati ad approvare modifiche allo statuto, a eleggere il nuovo presidente, il consiglio generale e gli organi di controllo. Confcooperative Modena rappresenta 208 cooperative che hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Si è conclusa il 31/12/2015 la possibilità per le lavoratrici che hanno maturato 57 anni di età e 35 di contributi di aderire a Opzione Donna. L'estensione al 2018 è stata bocciata durante l'approvazione della Legge di Stabilità. E' stata, tuttavia, inserita una sperimentazione "a tempo" con una prima verifica al 30 settembre 2016. -

Di Manuela Fiorini

Modena, 12 gennaio 2016

Alla fine, la proroga al 2018 della legge sperimentale Opzione Donna, che consentiva alle lavoratrici di scegliere di andare in pensione a 57 anni di età e 35 di contributi, seppure con un "taglio" all'assegno pensionistico, non c'è stata. La possibilità di aderire è scaduta, infatti, il 31/12/2015 e ora il rischio per tante donne che si trovano nella fascia di età 55-57 anni, tra cui le autonome, chi ha versato i contributi nella Gestione Separata dell'Inps e le lavoratrici precoci non dipendenti, potrebbero dover attendere ancora molto tempo per poter andare in pensione, a causa della legge Fornero, che ha posticipato l'uscita dal mondo del lavoro di sette anni e più.

Tra queste c'è la modenese Daniela Bagni, classe 1958, membro del gruppo Opzione Donna Proroga 2018, nato su Facebook per scambiarsi esperienze e opinioni e che, in soli quattro mesi, ha raccolto in tutta Italia, più di 4000 adesioni, diventando un vero e proprio movimento attivo nel portare avanti le proprie richieste. "Secondo le attuali leggi", dice Daniela, che si è fatta portavoce delle iscritte partecipando alla trasmissione Mi Manda Rai Tre, "dovrei andare in pensione nel 2024, a 66 anni. Come molte donne, ho cominciato a lavorare a 17 anni e al 31 dicembre 1995 ho maturato più di 18 anni di contributi Inps, prima di mettermi in proprio e vorrei avere la possibilità di scegliere".

In questi mesi, sono state tante le iniziative del Gruppo Opzione Donna Proroga 2018. Tra queste, la partecipazione alla manifestazione della Fiom, a Roma, durante la quale due delle amministratrici, Germana Giani e Giuia Molinaro, hanno incontrato l'On. Stefano Fassina e l'On. Walter Rizzetto, ottenendo la promessa di presentare alcuni emendamenti nella Legge di Stabilità. Emendamenti che, alla luce della recente approvazione della legge, tuttavia, sono stati bocciati.

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Non proprio un "fulmine a ciel sereno", dal momento che lo stesso Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, confrontandosi con Giulia Molinaro, esponente del Gruppo Opzione Donna Proroga 2018, durante la puntata di Mi manda Rai Tre dello scorso 23 dicembre, aveva dichiarato pubblicamente che la proroga non ci sarebbe stata. Sempre a Mi manda Rai Tre, la carpigiana Lorenza Pallavicini, si era confrontata con il Sottosegretario all'Economia Paola De Micheli sulla mancata proroga di Opzione Donna. De Micheli, in quell'occasione, aveva sostenuto che prorogare la sperimentazione avrebbe "messo a rischio l'equità sociale".
Affermazione che aveva subito scatenato le proteste delle iscritte. "Di quale equità si sta parlando quando abbiamo il sistema pensionistico più iniquo del pianeta?- Aveva commentato sulla pagina del gruppo un'utente arrabbiata - "Perchè allora non si inizia parlando delle pensioni d'oro e degli ex baby pensionati? E' come se si dicesse che prorogare l'Opzione Donna andasse a intaccare un sistema equo! Allora sarebbe equo che chi è nata nel 58 va in pensione ora e chi è nata nel 59 lavorerà fino a 66/67 anni?

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Così, invece, Maria Antonietta Ferro, rappresentante delle iscritte al gruppo, sulla mancata proroga di Opzione Donna: "Al di là dal ritenere che, probabilmente, si tratta di una scelta politica, restiamo convinte che uno Stato lungimirante debba concedere alle "vecchie generazioni" di uscire dal mondo del lavoro per dare spazio alle giovani di crearsi un futuro più solido. Quello che mi preme sottolineare, tuttavia, è che molte esponenti politiche, tranne qualche rara eccezione, non hanno dimostrato sensibilità verso la richiesta di rendere strutturale il regime Opzione Donna per sempre. Sorge il dubbio che molte di loro, con un'età inferiore ai 50 anni, siano lontane anni luce dai problemi delle donne della nostra generazione. Anziché considerare le nostre richieste, si continua a parlare con noncuranza dell'aggiornamento costante dell'aspettativa di vita, meccanismo assolutamente perverso che non esiste in altre nazioni europee".

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Non tutto è perduto, però. La speranza è tutta nel "contatore" che prevede uno stanziamento di 2,5mld di euro a conclusione della legge sperimentale Opzione Donna con una prima verifica al 30 settembre 2016. "Sulla base dei dati di consuntivo e di monitoraggio effettuato dall'INPS", si legge nel testo dell'emendamento, " il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in concerto con il Ministero delle Finanze, entro il 30 settembre di ogni anno, trasmette alla Camere una relazione in ordine all'attuazione della sperimentazione (...) con particolare riferimento al numero delle lavoratrici interessate e agli oneri previdenziali conseguenti (...).Qualora dall'attività di monitoraggio dovesse risultare un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa (...) con successivo provvedimento legislativo verrà disposto l'utilizzo delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe a quelle di cui al presente comma, ivi compresa la prosecuzione della medesima sperimentazione".

"Per quanto riguarda l'attività del Gruppo Opzione Donna Proroga 2018", concludono le amministratrici, non ci daremo per vinte e ci muoveremo intensificando i contatti interpersonali con il maggior numero di parlamentari per sollecitarli a riconsiderare l'estensione dell'opzione donna come pilastro fondamentale nell'ambito del prossimo provvedimento ad hoc sulla flessibilità in uscita, a cui il Governo dovrebbe iniziare a lavorare nel corso del prossimo anno".

Poste Italiane comunica che solo per il mese di gennaio 2016 le pensioni saranno messe in pagamento a partire dal giorno 4, in conformità a quanto previsto dal decreto legge in materia di ammortizzatori sociali e di pensioni, dall' art. 6, comma 1, D.L. 21 maggio 2015 n. 65, convertito dalla L. 17 luglio 2015, n. 109.

Per i titolari di conto corrente Bancoposta l'accredito sarà disponibile sin dal giorno 3 gennaio con valuta 4 gennaio 2016. Ai titolari di libretto/INPS card le pensioni saranno invece accreditate il 4 gennaio 2016 con pari data di valuta.

Detta modalità di pagamento sarà osservata esclusivamente per il mese di gennaio 2016. Per le altre mensilità il calendario non subirà variazioni e l'assegno pensionistico sarà pagato come di consueto il primo giorno lavorativo del mese.

Negli uffici postali la comunicazione rivolta ai pensionati è già visibile in ogni sportello e sul display di tutti gli Atm Postamat.

(Fonte: ufficio stampa Poste Italiane)

Nei giorni scorsi presso la parrocchia di Montebizzo, CNA dell'Area dell'Appenino ha celebrato nei giorni scorsi il 70simo compleanno dell'Associazione. Presenti il parroco, don Roberto, numerosi amministratori locali, il Presidente dell'Unione dei Comuni del Frignano e sindaci delle amministrazioni locali.

Pavullo, 26 dicembre 2015

La CNA dell'Area dell'Appennino ha celebrato nei giorni scorsi il 70simo compleanno dell'Associazione. Lo ha fatto con una festa che si è tenuta nella parrocchia di Montebizzo e durante la quale sono state premiate le aziende dell'area associate a CNA da oltre quarant'anni e ancora in attività.
Diverse le personalità che hanno partecipato all'evento, a cominciare dal parroco, don Roberto, per continuare con numerosi amministratori locali, a partire da Presidente dell'Unione dei Comuni del Frignano per arrivare a diversi sindaci delle amministrazioni locali. Poi tanti imprenditori, i veri protagonisti della serata, e gli addetti delle varie sedi della CNA dell'Appennino modenese.
"E' stata una bella serata – Ermanno Brusiani, presidente CNA per l'Area di Pavullo – che ha dimostrato il radicamento dell'Associazione sul territorio e che questa celebrazione non rappresenta un punto di arrivo, ma una tappa per un ulteriore sviluppo a favore delle imprese e per la nostra comunità. In questa direzione stiamo, infatti, lavorando a diversi progetti che vogliono fare di CNA un punto di riferimento per la comunità economica e le nuove imprese. Una strada che abbiamo intrapreso già quest'anno, con un evento che si è tenuto al palasport a fine ottobre e che ha richiamato oltre 250 imprenditori che hanno potuto incontrarsi tra di loro per presentarsi e presentare la propria attività e il proprio prodotto, raccogliendo numerosi consensi".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Più posti di lavoro a tempo indeterminato, poca cassa integrazione e licenziamenti collettivi in caduta, ma non aumentano le assunzioni. Il Rapporto presentato stamattina in Provincia dai Delegati Censi e Vescovi, illustrato da Ghirardini e Pellinghelli dell'OML. -

Parma, 17 dicembre 2015 

Non si perdono più posti di lavoro e migliora la qualità dell'occupazione. Sono questi i principali elementi positivi nel Rapporto trimestrale dell'Osservatorio sul Mercato del Lavoro, nei dati aggiornati al 30 settembre 2015, presentato stamattina in Provincia dai Delegati alla Statistica Andrea Censi e al Lavoro Maurizio Vescovi, illustrato da Pier Giacomo Ghirardini e Monica Pellinghelli dell'OML, alla presenza di esponenti di istituzioni, associazioni di categoria, mondo del lavoro e della formazione.

"Va bene il processo di stabilizzazione dei posti di lavoro – spiega il Delegato provinciale al Lavoro Maurizio Vescovi – grazie al Jobs Act continua la sostituzione del lavoro a tempo determinato con quello indeterminato a tutele crescenti (+ 2.066 posti). Inoltre non si perdono quasi posti di lavoro, (96 in meno, dato poco significativo, a fronte dei 2.073 dell'anno scorso) e va meglio pure rispetto alle aspettative delle aziende, che prevedevano invece un calo di 780 unità, secondo il Sistema informativo Excelsior. Altro elemento positivo: c'è sempre meno cassa integrazione e licenziamenti collettivi."

Quindi il lavoro nel parmense nel 3° Trimestre 2015 non cala e si qualifica.
L'unico elemento negativo è che diminuiscono le assunzioni, quindi l'occupazione non cresce e aumentano le persone in cerca di lavoro.

"Vediamo il bicchiere mezzo pieno – spiega il Delegato provinciale alla Statistica Andrea Censi – perché i dati a consuntivo sono meglio di quello che ci si aspettava, ma non ci nascondiamo una preoccupazione per il futuro a causa del calo di assunzioni. Erano aumentate nel primo trimestre 2015, ma diminuiscono nel secondo e nel terzo. Questo dato è ancor più negativo se consideriamo il quadro congiunturale positivo: il Parmense fa segnare un + 10% nell'export, molto meglio del resto della Regione e di quanto avviene a livello nazionale. In prospettiva non si vede a breve una riduzione della disoccupazione."

I più avvantaggiati in questa situazione sembrano i giovani dai 25 anni in poi, che hanno titoli di studio più elevati e che hanno avuto una carriera flessibile; i più svantaggiati: i giovani stranieri di 15-24 anni, con basso livello di istruzione.

I DATI OML

Nel terzo trimestre 2015 la crescita reale del Pil nel Paese si presenta in decelerazione, segnando solo una variazione dello 0,2% rispetto al secondo trimestre 2015 e dello 0,8% nei confronti del terzo trimestre del 2014. Ciò dipende dal fatto che nel terzo trimestre la crescita italiana è stata sostenuta prevalentemente dai consumi (0,4%, sempre in termini congiunturali) accresciutisi per i precedenti miglioramenti del mercato del lavoro, ma in presenza di una diminuzione degli investimenti (-0,4%) e di segnali di indebolimento del ciclo internazionale che hanno condizionato negativamente le esportazioni (-0,8%), a fronte di una crescita delle importazioni (0,5%). Ciò ha comportato una revisione al ribasso della previsione di crescita per il 2015, oggi stimata allo 0,7%.

Il mercato del lavoro dipendente, in provincia di Parma, nel terzo trimestre 2015, pare riflettere il fenomeno del rallentamento della crescita nel Paese. Le assunzioni hanno registrato una variazione congiunturale negativa (-2,0%), più ampia di quella registrata nel secondo (-1,5%), ed una variazione tendenziale ancora positiva (5,0%) ma in decelerazione rispetto al dato del secondo trimestre (8,3%). Ciò, a fronte di una diminuzione delle cessazioni, ha prodotto un decremento netto di rapporti di lavoro alle dipendenze limitato a sole 119 unità, come saldo assunzioni-cessazioni destagionalizzato. Va evidenziato che l'aggiornamento al terzo trimestre 2015 ha comportato una revisione al rialzo dei saldi destagionalizzati assunzioni-cessazioni dei due trimestri precedenti: la valutazione della perdita netta di rapporti di lavoro dipendente, per i primi tre trimestri del 2015, ammonterebbe solamente a 96 unità, dato scarsamente significativo e assai lontano, non solo rispetto al saldo assunzioni-cessazioni registrato nel 2014, negativo per ben 2.073 unità secondo le nostre stime più aggiornate, ma anche dal prognostico formulato dalle imprese parmensi nella prima metà dell'anno e registrato dal Sistema informativo Excelsior, in cui si prefigura per il 2015 un saldo occupazionale negativo per 780 unità. Sotto questo punto di vista, in poche parole, le cose stanno andando meglio del previsto.

Il fenomeno centrale, che domina l'andamento del mercato del lavoro locale, resta ancora la crescita netta delle posizioni di lavoro dipendente a tempo indeterminato, conseguente alle importanti novità normative introdotte dal Jobs Act e dalla legge di stabilità 2015, in particolare per l'incentivazione delle assunzioni a tempo indeterminato «a tutele crescenti». Il fenomeno è continuato anche nel terzo trimestre 2015: la crescita netta di questi rapporti di lavoro, al netto dei fenomeni di stagionalità, è stata di 644 unità, anche per effetto di trasformazioni di precedenti rapporti a tempo determinato, il cui stock è diminuito di 638 unità. Il bilancio per i primi tre trimestri dell'anno contabilizza ben 2.066 unità, come saldo destagionalizzato. Il fenomeno pare però destinato ad avvicinarsi ad una soglia di saturazione, dal momento che, nello stesso trimestre, si è rilevata una significativa variazione congiunturale negativa delle assunzioni a tempo indeterminato (-3,1%).

È la diminuzione delle assunzioni che sta mettendo in forse la ripresa occupazionale locale. Nel terzo trimestre 2015 le assunzioni nelle attività manifatturiere hanno segnato una variazione congiunturale molto negativa (-7,1%) e una variazione tendenziale modesta ma comunque negativa (-1,2%) e il forte peggioramento della congiuntura internazionale sta penalizzando i suoi settori chiave: le assunzioni diminuiscono in termini congiunturali nell'industria alimentare (-15,3%), nel settore chimico-farmaceutico (-29,7%), nella meccanica generale (-10,2%) e nella meccanica strumentale (-2,5%). In diminuzione tendenziale (-13,0%) e congiunturale (-1,2%) le assunzioni nelle costruzioni, nel commercio (rispettivamente -3,8% e -7,1%) e negli alberghi e ristoranti (-15,4% e -8,7%). Si apprezza una crescita solo nella sanità e nei servizi sociali e personali.

E la disoccupazione sta tornando a crescere: i patti di servizio dei Centri per l'impiego provinciali, stipulati a favore di cittadini disoccupati o precariamente occupati, hanno evidenziato una variazione tendenziale del 14,8%, facendo registrare, al 30 settembre 2015, un ennesimo massimo storico corrispondente a 25.252 patti attivi.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

La delegazione, formata dal presidente di Confcooperative Gaetano De Vinco, dal direttore Cristian Golinelli, dalla vicedirettrice Cinzia Nasi e dal responsabile sindacale Alessandro Monzani ha incontrato l'Arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Erio Castellucci, che ha accettato l'invito di De Vinco a partecipare all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, in programma il prossimo 15 gennaio. -

Modena, 16 dicembre 2015

Confcooperative Modena ha incontrato l'Arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Erio Castellucci. La delegazione, formata dal presidente di Confcooperative Gaetano De Vinco, dal direttore Cristian Golinelli, dalla vicedirettrice Cinzia Nasi e dal responsabile sindacale Alessandro Monzani, ha portato in dono al vescovo Erio alcuni libri sulla storia di Confcooperative Modena e sulla cooperazione cattolica e una confezione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena prodotto dalla cooperativa La Tradizione. Il vescovo, che quando era parroco a Forlì ha avuto frequenti rapporti con i dirigenti romagnoli di Confcooperative (che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa), ha accettato l'invito di De Vinco a partecipare all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, in programma il prossimo 15 gennaio.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

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