Il nuovo presidente è stato eletto oggi dai delegati che hanno partecipato all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, svoltasi a Baggiovara. Carlo Piccinini ha 42 anni, è imprenditore agricolo e vicepresidente Cantina Carpi Sorbara. -
Modena, 16 gennaio 2016
È l'imprenditore agricolo Carlo Piccinini il nuovo presidente di Confcooperative Modena. 42 anni, laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna, Piccinini è attualmente vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara e presidente regionale di Fedagri (l'organismo che rappresenta le cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative Emilia-Romagna). Il nuovo presidente è stato eletto oggi dai delegati che hanno partecipato all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, svoltasi a Baggiovara. Piccinini succede a Gaetano De Vinco e diventa il nono presidente nella storia di Confcooperative Modena, che rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro.
«Il nostro compito è accompagnare le cooperative dentro l'economia moderna e verso il futuro tutelando il pluralismo imprenditoriale – ha dichiarato Piccinini - Noi cooperatori siamo portatori di un sogno di democrazia economica, di equa ridistribuzione della ricchezza e del valore aggiunto di cui dobbiamo essere consapevoli. In un momento di crisi economica e morale, abbiamo la responsabilità di proporre una nuova visione di società economica in cui le persone siano al centro, mentre i capitali e le organizzazioni economiche sono al servizio di un progetto di costruzione di società più giusta e a misura d'uomo. Faccio un piccolo esempio: basta con gli appalti al massimo ribasso, che penalizzano la dignità dei lavoratori». Il neo presidente di Confcooperative Modena ha sottolineato che la cooperazione non è un centro di potere, collaterale o servile alla politica, tantomeno assimilabile alla massoneria. «Dobbiamo avere più autenticità nelle nostre cooperative, tenendo sempre alta la guardia per evitare che i pochi che non rispettano le regole macchino tutta la cooperazione. In questa prospettiva si inserisce il percorso verso dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, il soggetto unitario costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop. Non sarà una fusione a freddo, ma una nuova rappresentanza in grado – ha concluso Piccinini - di far crescere il peso della cooperazione sana a vantaggio dei cooperatori e, quindi, dell'intero Paese».
Gaetano De Vinco lascia la guida di Confcooperative Modena: «Spazio a una nuova generazione di cooperatori»
«Intendo favorire l'ingresso di una nuova generazione di cooperatori. Una scelta ispirata alla logica del bene comune e che vuole testimoniare con i fatti quanto scriviamo nei nostri documenti e statuti». Con queste parole il presidente uscente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco ha motivato la sua decisione di lasciare la guida della centrale cooperativa di Palazzo Europa. Eletto la prima volta il 13 dicembre 2003 e riconfermato nel 2008 e 2012, De Vinco è stato presidente per dodici anni: dall'anno della sua ricostituzione (1948), solo Ermanno Gorrieri (15 anni) e Dario Mengozzi (18 anni) hanno guidato Confcooperative Modena per periodi più lunghi. Nella relazione con cui ha aperto il congresso, il presidente uscente ha ricordato che oggi Confcooperative Modena rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro. «Dopo aver reagito alla crisi in modo coerente con la loro natura di imprese di persone, cioè sacrificando gli utili per salvaguardare l'occupazione, – ha sottolineato De Vinco - ora le nostre cooperative sono pronte a fare quello che hanno sempre fatto: creare lavoro per i loro soci e distribuire benessere alle comunità locali». Welfare e sanità per le famiglie, energia per produrre e produzioni per l'energia, cura dell'ambiente e nuovo ruolo sociale per chi lavora i campi, promozione del territorio e nuovi servizi per le aree più marginali. Sono questi, oltre ai settori in cui sono tradizionalmente presenti, gli ambiti che le cooperative modenesi intendono sviluppare per restituire un ruolo all'economia reale, limitare i danni di una finanza invadente, combattere la corruzione e la contraffazione, difendere la legalità «Al centro di queste battaglie ci sono i soci, il cui ruolo va tutelato favorendo una partecipazione autentica e un controllo effettivo della governance delle cooperative. Sono certo – ha concluso De Vinco - che la nuova dirigenza saprà riscattare la reputazione della cooperazione e favorire un nuovo sviluppo imprenditoriale delle cooperative, senza le scorciatoie scelte da qualcuno e che, come abbiamo visto, non hanno portato buoni frutti».
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)