Ma oggi non ci sono più le condizioni per resistere a dinamiche recessive che stanno mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di molte nostre imprese: da quelle che operano in settori interessati su scala nazionale da una crisi pesantissima, come l'edilizia, a quelle che lavorano con la Pubblica Amministrazione – in primis cooperative sociali, di produzione e lavoro e di servizi - e sulle quali pesa, prima ancora del drastico taglio delle risorse pubbliche, l'insostenibile ritardo nei pagamenti, vero "fattore-killer" di questa fase economica. Siamo al paradosso per cui è lo Stato che fa fallire le imprese! E, viceversa, le imprese e i loro dipendenti si trovano a fare da banca allo Stato. Nei giorni scorsi lo stesso Ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha dichiarato, in merito ai crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, "lo scaduto è una montagna". Formulando una stima del debito fra gli 80 e i 110 miliardi di euro. Le sole nostre cooperative modenesi vantano crediti con la PA nell'ordine di 450 milioni di euro. Una situazione insostenibile che, unita alla difficoltà di accesso al credito, risulta determinante per la vita o la morte di intere filiere produttive. Il collasso della capacità di spesa delle famiglie si sta, poi, riflettendo pesantemente anche sulla cooperazione di consumo e di distribuzione, che soffre un allarmante calo dei volumi di vendita, anche di quelli alimentari – il più grave dal dopoguerra - che si teme si protrarrà anche nel 2013 se non si interviene subito con politiche di sostegno al reddito e di rilancio dell'occupazione. In tale contesto è indispensabile un radicale cambio di marcia da parte del nuovo Governo, che deve intervenire in modo tempestivo ed efficace su quelli che consideriamo elementi vitali per la ripresa dell'economia, e quindi dell'occupazione: investimenti per lo sviluppo, sblocco delle risorse della Pubblica Amministrazione attraverso l'allentamento selettivo del patto di stabilità, e assunzione di un ruolo di regia nei confronti di tutte quelle parti di finanza ed economia dalle quali dipende il rilancio dei consumi, del lavoro e delle attività produttive. dodici mesi. Dovranno inoltre diminuire l'importo dell'affitto o dell'indennità di occupazione dell'alloggio portandolo a livello del canone agevolato come da parametri definiti nei Patti Territoriali per tutta la durata dei dodici mesi.