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Venerdì, 23 Giugno 2017 10:17

San Giovanni secondo lo chef Fabio Romani

E’ una delle ricorrenze più sentite tra Parma e provincia: la serata di san Giovanni e gli immancabili tortelli di erbetta. A raccontarci la sua tradizione di famiglia è lo chef Fabio Romani del “Ristorante Romani”

Di Chiara Marando –

Venerdì 23 Giugno 2017 -

Le tradizioni sono storie di famiglia, usanze che si tramandano di generazione in generazione come preziosi lasciti di ricordi confortevoli. Ci si ripensa con il sorriso, sensazioni lontane che riaffiorano alla mente come un morbido abbraccio.

La cucina è fatta di questo, si fonda sui racconti di famiglia, sui movimenti sapienti delle nonne e delle mamme in preparazioni che rappresentano il patrimonio gastronomico di un territorio. Lo stesso patrimonio che è piacevole celebrare durante le feste che ogni anno ricorrono, accompagnate da quei rituali che ne rappresentano l’essenza.

Feste come quella di San Giovanni, che a Parma e in tutta la provincia va a braccetto con uno dei piatti simbolo della tradizione: I Tortelli di Erbetta.

Perché? Perché questa è proprio la stagione in cui le bietole vengono a maturazione, si raccolgono e si trasformano nel gustoso ripieno che tanto piace ai parmigiani e non solo.

A raccontare la sua storia di famiglia è uno che di parmigianità se ne intende, che ha fatto della ristorazione una vocazione: Fabio Romani, chef del “Ristorante Romani” a Vicomero, appena fuori Parma. Qui la tipicità locale fa da padrona con un menù che trasuda genuina bontà, quella corposa che parla il linguaggio di una volta.

Fabio Romani

Ed è da questo che Fabio prende ispirazione, dalla sua storia, dalla memoriai. E’ la nonna ad avergli insegnato i segreti per preparare dei perfetti tortelli di erbetta, gli stessi segreti che Fabio ricorda con quell'espressione di chi ha imparato e fatto sua ogni parola, ogni più piccolo passaggio.

“Erano i primi giorni di vacanza dopo la scuola e io mi trasferivo a Vicomero – racconta Fabio – quando cominciavano a fiorire le erbette, con pazienza mi mettevo a raccoglierle con mia nonna. Poi c’era la ricerca della ricotta, quella fresca che arrivava dal casaro. E’ a lei che devo la mia passione per la cucina…avevo 7 anni”

Fabio si perde nella narrazione, torna indietro con i ricordi, sorride ripercorrendo i momenti in cui si preparava il ripieno e osservava “tirare” la sfoglia. Era un rito, ma a San Giovanni tutto veniva amplificato.

“San Giovanni era una festa e mia nonna si raccomandava perché tutto venisse fatto a dovere. Ci si trovava in 15 intorno ad un grande tavolo e si preparavano i tortelli. Ognuno aveva il suo compito, chi il ripieno, chi la sfoglia. Io mi occupavo solo di sistemarli ordinatamente così che non si rovinassero, ero troppo piccolo per disturbare, ma ho imparato tutto. Poi si raccoglievano le noci per preparare il Nocino e si aspettava la rugiada”.

Sono passati quasi quarant’anni da allora, alcune cose sono cambiate ma l’anima di questa tradizione è rimasta. Fabio e i suoi ragazzi si stanno organizzando per la grande serata, non si contano più i tortelli serviti durante questo appuntamento tanto atteso che allieterà la cena. A fare la differenza non è solo la ricetta, ma anche e soprattutto gli ingredienti.

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Per Fabio le bietole arrivano dal contadino, la ricotta, messa a scolare la sera prima per togliere il siero, deve essere grassa abbastanza per rendere il ripieno corposo e sostenuto, poi c’è un pizzico di noce moscata e l’aggiunta del Parmigiano Reggiano, un 30 mesi dal gusto intenso. Uova per legare ed ecco un cuore ricco di sapore. A completare il tutto è la sfoglia, che per lo chef rappresenta un vero e proprio ingrediente fondamentale del piatto: tirata spessa e lasciata “stagna”, come si dice da queste parti. E per condire, burro chiarificato e ancora Parmigiano Reggiano.

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Martedì, 20 Giugno 2017 15:52

Modena il Finger Food Festival

Dal 23 al 25 giugno in Piazza Matteotti arriva a Modena il Finger Food Festival. Per la Festa della Musica 3 giorni di concerti, cibo e birre artigianali.

Dopo aver conquistato quest'anno il pubblico di Parma, Bologna, Senigallia, Forlì, Cascina, Marina di Ravenna, Ferrara, Venezia e Treviso, il più importante evento italiano di valorizzazione di eccellenze del cibo di strada e delle birre artigianali, con accompagnamento di musica live, si ferma per la prima volta sotto la Ghirlandina in occasione della Festa della Musica organizzata dal Comune di Modena.

Per tre giorni un universo di nuovi gusti e profumi troverà casa nella meravigliosa cornice di piazza Matteotti. Fra le tante proposte, si potranno gustare prelibate specialità regionali come arrosticini e burrate, arancine e sciatt della Valtellina, gnocco fritto e pane ca' meusa, passatelli in crema di pecorino e olive ascolane, ma anche piatti "dal mondo" come paella, tacos, carni argentine, cucina greca e tanto altro, senza dimenticare le proposte vegan.

Il tutto sarà accompagnato da una programmazione musicale che prevede ogni sera un grande appuntamento live a cura di Estragon - Ruggero de I Timidi (23/6), Les Enfants (24/6), Rumba de Bodas (25/6)- che sarà aperto da due band selezionate da Centro Musica Modena / Progetto SONDA per la Festa della Musica. Prepariamoci dunque a tre giorni in compagnia di piatti succulenti, ottime birre artigianali e grande musica live.

-Venerdì 23 Giugno
Aperto dalle ore 18.00 alle 24.00
Ore 21.30. Live: Ruggero de I Timidi - Crooner impacciato, cantante beat nostalgico, un incrocio improbabile tra Elio e Mal dei Primitives, un mix surreale tra gli Smiths e gli Squallor, tra Christian, i Santo California, i Dik Dik, Le Orme e Raffaella Carrà, Ruggero de I Timidi è il figlio illegittimo di una relazione tra un'orchestra di fine anni '50 ed il grande Freak Antoni: insomma, un neomelodico colto (in fallo), con la vocazione al demenziale raffinato. Le sue canzoni sono diventate veri e propri inni, sia dal vivo che con migliaia (ormai milioni) di visualizzazioni su YouTube.

-Sabato 24 Giugno
Aperto dalle ore 18.00 alle 24.00
Ore 21.30. Live: Les Enfants - Sono 4 amici che si conoscono tra i banchi di scuola. Debuttano nel 2012 con il loro primo EP, "Les Enfants" e in pochi mesi collezionano numerose aperture di prestigio con un totale di più di 50 date in un anno. Col secondo EP , "Persi nella notte" (2013) girano l'Italia per più di 70 date tra cui numerosi festival e aperture di prestigio. Nel 2016 i Les Enfants vengono chiamati per partecipare a di X Factor dove escono alla seconda puntata. Ancora concerti live e l'apertura del tour italiano della band Australiana "The Temper Trap", finché il 5 maggio 2017 esce il primo disco dei Les Enfatnts "ISOLE" per UMA Records.

-Domenica 25 Giugno
Aperto dalle ore 18.00 alle 23.00
Ore 20.30. Live: Rumba de Bodas - Gruppo bolognese a metà strada fra latin, swing e i ritmi in levare dello ska, i Rumba cominciano la loro strada musicale suonando come spalla a Modena City Ramblers, Punkreas, Ministri, Skatalites, Vinicio Capossela. Il primo CD della band, "Just Married", sarà esportato in tutta Europa con una serie di live, in particolare in Romania e Regno Unito. Nel 2014 esce "Karnaval Fou", il nuovo cd del gruppo, che vanta un tour di più di 100 date tra Italia, Francia, Inghilterra e Scozia. La band si presenta da qualche mese con una nuova voce e frontwoman: Rachel Doe.

LE ECCELLENZE GASTRONOMICHE PRESENTI A MODENA

Toscana: hamburger di chianina
Emilia Romagna: gnocco fritto, seppie e calamari alla griglia, polpo con patate, fritto misto di pesce, polpette di ripieno di tortellini, passatelli in crema di pecorino, Lambrusco 800Nero, tigelle
Marche: olive ascolane
Puglia: orecchiette, burrate, pasticciotto, polpette
Veneto: Birrificio Artigianale Lorenzetto
Abruzzo: arrosticini
Lombardia: sciatt della Valtellina
Campania: carne di bufala alla griglia e mozzarella di bufala alla brace
Sicilia: pane ca' meusa, arancine, cannoli, stigghiola
Dal mondo: fish & chips, paella, churros, tacos messicani, carni argentine, cucina greca.
Vegan food

L'ingresso è sempre gratuito.

Per info: pagina Facebook "Finger Food Festival"

Il Finger Food Festival a Modena è organizzato con la collaborazione di Studios e col Comune di Modena

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Terza gustosa tappa per la kermesse dedicata alle bollicine, tra spettacoli, aneddoti e cucina gourmet.

Di Manuela Fiorini – Foto di Claudio Vincenzi

BOMPORTO (MO) – "Raccontate il territorio attraverso i suoi prodotti", è questa la filosofia della rinnovata edizione di Rosso Rubino – Lambrusco Wine Festival, che per tutto il mese di giugno porterà veterani e curiosi alla scoperta delle "bollicine rosse" attraverso un tour delle cantine del territorio di Bomporto, dove nasce il Lambrusco di Sorbara. E ieri sera, la terza tappa si è fermata alla Cantina della Volta per una serata all'insegna dell'intrattenimento, del buon vino e dei sapori gourmet.

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Nella splendida cornice della struttura di via per Modena 82, a Bomporto, il sindaco Alberto Borghi ha raccontato come il fiore all'occhiello della cantina, il Trentasei, Lambrusco di Modena Spumante D.O.C prodotto con le uve di Lambrusco di Sorbara coltivate nei terreni alluvionati del Secchia, Vino d'Eccellenza Espresso 2015 e "Migliori Bollicine" Autochtona Award 2014, sia stato assai apprezzato dall'ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha avuto il piacere di gustarlo in abbinamento ai piatti dello chef stellato Massimo Bottura, in occasione della sua visita in Italia, nella tenuta di Borgo Finocchietto, in provincia di Siena. "Unbelievable!", "Incredibile", avrebbe commentato l'ex presidente americano, di fronte alle bollicine rosse della Bassa modenese, offerte sia in abbinamento al primo piatto, le celebri lasagnette (La parte croccante della lasagna), sia con il dolce, l'altrettanto famosa Oops, ho rotto la crostatina di limone.

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Sul palco, prima dell'inizio della serata, anche il giovanissimo staff della Cantina, formato tutto da under trenta e Silvia Zucchi, giovane e brillante enologa diplomata alla Scuola Enologica di Conegliano, creatrice del vino Rito, che parte proprio da uve Lambrusco. E, siccome l'Emilia e la Romagna sono unite sulla carta, ma divise da tradizioni ed enogastronomia, ecco che il Lambrusco mette d'accordo tutti, abbinato alle pietanze del "Progetto Benso" di Simone Zoli, giovane chef di Forlì, promotore "della cucina libera, in due parole "Pubblica Ristorazione". Il progetto ha visto unirsi tre amici, tutti con esperienza nel campo della ristorazione, con l'obiettivo di rendere "popolare", cioè alla portata di tutti, la cucina gourmet. Infatti, dopo lo spettacolo della compagnia Teatro in controluce Vitis Lambrusca – Quando la delizia incontra il teatro, che ha raccontato al pubblico diversi aspetti, aneddoti e tradizioni della storia del Lambrusco, nel giardino della Cantina il pubblico ha potuto apprezzare il finger food preparato dagli chef Pier Giorgio Parini e Simone Zoli. Il menù ha previsto: Insalata russa in rosa, Zucchine marinate con sambuca e bottarga, Parmigiana morbida, Battuto di carote e squaquerone, Cetriolo arrosto con yogurt e menta, Bietola soia e ciliegie, Pappa al triplo pomodoro, Riso con patate, capperi e limone e Fragole con sambuca. Il tutto accompagnato da degustazioni di vini della Cantina della Volta.

Le prossime tappe di Rosso Rubino saranno invece:
20 giugno, Cantina Bellei Aurelio (via Ravarino – Carpi 103, Sorbara)
25 giugno, Cantina di Carpi e Sorbara (via Ravarino-Carpi 116, Sorbara)
27 giugno, Cantina Garuti (via Per Solara 6, Sorbara)
29 giugno Cantina Divinja (via Verdeta 1, Sorbara)

Programma completo su www.lambruscowinefestival.it 

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Venerdì, 16 Giugno 2017 12:24

In centro storico a Modena ritorna Nocinopoli

Sabato 17 e domenica 18 giugno Piazza Matteotti ospiterà la quarta edizione della Città del Nocino - NOCINOPOLI.

Modena, 16 giugno 2017

Dopo il successo delle passate edizioni, a grande richiesta ritorna Nocinopoli: la tradizionale festa del Nocino e delle Eccellenze del territorio Modenese, organizzata da Il Matraccio: Albo Assaggiatori di Nocino Tipico di Modena, in collaborazione con Modenamoremio, società di promozione del Centro Storico.
Questa quarta edizione di Nocinopoli nel centro di Modena, si chiamerà ARMONIE e debutterà sabato 17 giugno e si chiuderà domenica sera 18 giugno. Tutta Piazza Matteotti sarà allestita con stand gastronomici che daranno la possibilità di degustare: Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Borlenghi, Crescentine, gnocco fritto con ottimi salumi, Birre artigianali, Parmigiano Reggiano, primi piatti della tradizione. Lambruschi e bianchi frizzanti, il Nocino Tipico di Modena ed il Sorcino e altri liquori della tradizione ed altre curiosità gastronomiche del territorio.

Sarà possibile partecipare in modo attivo al "Salotto del gusto", dove sono previste degustazioni guidate. Sabato pomeriggio si premierà il miglior Bensone della prima Disfida insieme al miglior Nocino Familiare di Maranello e la domenica mattina aprirà una bella chiacchierata di buon senso etico e pratico: Armonie di sapori, magie e tradizioni Modenesi tra cui ovviamente il nocino con Sara Prati e Giorgio Rinaldi.
Ma non solo buon cibo, questa quarta edizione prevede un ricco programma musicale: ad aprire le danze sarà la Banda cittadina A. Ferri per l'inaugurazione sabato 17 giugno alle 10.45, partenza da Piazza Grande, al pomeriggio l'immancabile Coro Ghirlandeina con i canti popolari ed una sorpresa da non perdere mentre il ritmo irlandese dei Drunk Butchers chiuderà la rassegna di sabato.
Domenica 18 giugno il Salotto del Gusto vedrà alternarsi la musica Blues Dei Lovesick Duo alle degustazioni ed a una strepitosa Scuola di Sfoglina/Sfoglino con partecipazione aperta e maestra d'eccezione Rina Poletti di Miss...ione Matterello. Il programma musicale si chiuder con il gruppo di musica popolare "Fragole e Tempesta" che farà scatenare e ballare tutti i partecipanti.

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Occorre però non dimenticare che il vero filo conduttore di questa festa sarà il Nocino Familiare Tipico di Modena ed i Soci del Matraccio vi guideranno e vi prenderanno per mano attraverso i segreti di questo antico liquore. Domenica alle 17,30 sarà premiato il miglior Nocino familiare, risultato di una selezione tra oltre cinquecento nocini provenienti da tutta Italia.
Il programma completo lo si può consultare sul sito del Matraccio – www.ilmatraccio.it  www.modenamoremio.it  oppure sulla pagina facebook ufficiale "Nocinopoli2017 Armonie"
L'evento è organizzato da Il Matraccio: Albo Assaggiatori di Nocino Tipico di Modena, con il patrocinio del Comune di Modena e in collaborazione con Modenamoremio, Società di promozione del Centro Storico.

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L’azienda parmigiana compie 140 anni, un traguardo importante fatto di sviluppo, sostenibilità e rispetto per l’ambiente e le persone. E dopo i ristoranti di New York, in arrivo anche quelli di Los Angeles.

Di Chiara Marando -

Sabato 10 Giugno 2017 -

Ben 140 candeline, un compleanno più che importante, un traguardo che attraversa la storia dell’industria italiana. Era il 1877 quando a Parma nasceva una bottega del pane e della pasta divenuta oggi leader mondiale nel settore: La Barilla. Una tradizione di famiglia portata avanti seguendo il motto, coniato da Pietro Barilla, «diamo da mangiare alle persone quello che daremmo ai vostri figli».

Nel tempo, quella piccola bottega si è trasformata in uno dei vanti del made in Italy, con una esportazione che tocca 130 paesi del mondo, grazie ad un costante impegno legato allo sviluppo sostenibile che rispetta l’ambiente e ad un legame ben saldo con il territorio e la tradizione.

In occasione di questa importante ricorrenza, l’azienda ha organizzato una visita nei campi di coltivazione di grano duro, proprio accanto allo stabilimento di Pedrignano, primo cuore pulsante aziendale. Guida del tour, il vicepresidente del Gruppo, Paolo Barilla: “Una storia lunga 140 anni rappresenta per noi una grande motivazione per affrontare il futuro - racconta Paolo Barilla - Le generazioni che hanno lavorato con dedizione per costruire la Barilla lo hanno fatto mantenendo fede ai valori che ancora oggi ci guidano, ovvero fare un prodotto di qualità, nel rispetto per la comunità di persone che ci vivono intorno”

Un fare impresa ispirato al benessere delle persone basato sul “Good for you, Good for the Planet", supportato da politiche di produzione e comunicazione che mirano alla sostenibilità e alla genuinità.

I RISTORANTI

Quello Barilla sta diventano un vero e proprio concept che attraversa le diverse attività sostenute e sviluppate dal Gruppo, in particolare all’interno dei diversi ristoranti sparsi nel mondo. Dopo i tre locali di Manhattan, ecco in arrivo quelli di Los Angeles.

Un “Mediterranean Lifestyle” portabandiera dell’italianità più pura, dell’eccellenza enogastronomica che caratterizza le diverse regione dello Stivale. Un trionfo di ricette a base di pasta, pane e verdure per piatti dal sapore casalingo così da riscoprire e assaporare il piacere della tavola, della famiglia e degli amici.

Barilla 1

Menù da personalizzare, in base alle diverse esigenze di gusto, necessità e tendenze alimentari, nei quali – nemmeno a dirlo – la pasta fa da vera regina. Golosità semplici per far ritrovare il gusto di casa agli italiani che proprio non vogliono rinunciarvi nemmeno in viaggio, oppure per far vivere la vera esperienza taste of Italy a chi vuole viaggiare con la mente e provare il cibo più conosciuto al mondo.

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Lunedì, 05 Giugno 2017 10:54

Gola Gola Festival - foto di Francesca Bocchia

Grande successo per la seconda edizione del Gola Gola Festival a Parma. L'evento dedicato alla cultura del buon cibo e del territorio si è concluso ieri sera, dopo una tre giorni ricca di approfondimenti, show cooking, laboratori, talk show, incontri e degustazioni.

Sfoglia nella galleria qui sotto tutte le foto di Francesca Bocchia

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Questa è la storia di Paolo Palumbo, ragazzi affetto dalla SLA; e della sua battaglia al fianco chi soffre per la stessa malattia o presenta problemi di deglutizione. Lui e lo chef Pomata insieme per il libro di cucina “Sapori a colori”

Di Chiara Marando -

Domenica 04 Giugno 2017 -

Questa è una storia bella, una di quelle che fanno sorridere di speranza. E’ la storia di Paolo Palumbo e della sua lotta contro una malattia che gli ha cambiato la vita, ma soprattutto del suo saper insegnare qualcosa a tutti noi: la forza di credere nelle proprie idee.

La sua è una forma aggressiva di sclerosi laterale amiotrofica, ma Paolo, dall’alto dei suoi soli 19 anni, ha dimostrato a tutti che con la passione e la forza di volontà si può arrivare oltre le aspettative. Lui lo ha fatto ed ha trovato il modo di aiutare gli altri. Anche il Presidente della Repubblica ha voluto partecipare alla sua iniziativa con una risposta di incoraggiamento.

"Carissimo Paolo- ha scritto l'Ufficio particolare del capo dello Stato - il presidente della Repubblica ha ricevuto la tua toccante lettera e mi incarica di ringraziarti per averlo reso partecipe della tua vita, purtroppo molto cambiata da quando devi combattere contro questa grave malattia - continua - Il progetto del libro Sapori a colori inoltre - immaginato da te per alleviare le sofferenze dei pazienti con problemi di deglutizione, disfagia o costretti ad una alimentazione artificiale - esprime già nel titolo le tue intenzioni ed il presidente Mattarella sarà felice di poterne ricevere una copia, non appena sarà ultimato".

Ad affiancarlo in questo percorso, uno chef d’eccezione come Luigi Pomata, coautore del libro di cucina “Sapori a colori”, che sta ormai diventando fenomeno virale sul web.  Ma lo scopo di questo volume è ben diverso dall’essere una classica raccolta di ricette, si tratta di una idea molto più concreta e pratica: l’obiettivo è quello di aiutare la ricerca per combattere la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, così da permettere un sostanziale miglioramento di vita per tutte le persone ammalate e costrette ad alimentarsi tramite sondino.

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Perché una quotidianità più serena passa anche attraverso la possibilità di mangiare cibi saporiti godendo del piacere della cucina. E Paolo, che ha da poco ricevuto il tanto ambito attestato dalla prestigiosa Scuola di Cucina ALMA, ha ideato soluzioni gustose e ricche di deliziose alternative per ogni pasto. A Pomata il compito di elaborarle dando corpo ad un mondo a colori che diventa un dono per chi affronta questa patologia o presenta problemi di deglutizione.

“E’ un libro dedicato a malati di Sla ma anche a tutti coloro che hanno problemi di deglutizione – ha spiegato lo chef Pomata -  con Paolo abbiamo creato un libro di ricette di piatti che si possono omogeneizzare e somministrare ai pazienti tramite sondino. Non pazienti, ma persone come tante, a cui le papille gustative funzionano, e che meritano di poter sentire i sapori”.

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Il secondo, ma altrettanto importante passaggio, è quello di estrarre l’essenza dell’alimento tramite un tampone da posizionare sulla lingua così da poterne sentire il gusto.

Il supporto e l’aiuto al progetto di Paolo stanno veramente diventando un fenomeno mediatico tanto da trasformarsi in un vero e proprio contest sul web che vede coinvolti professionisti dell’alta cucina, personaggi dello spettacolo e della politica. Tutti insieme al fianco di Paolo nella lotta contro la SLA: #iostoconpaolo.

Ecco come aderire!

  • Per info e acquisti, www.saporiacolori.it
  • Per donazioni: Iban IT34S0306917411100000010900 – Intestato a SAPORI A COLORI

Si può partecipare anche diffondendo il messaggio e invitando altri a donare e acquistare il libro. E’ sufficiente pubblicare una vostra foto con l’hashtag #iostoconpaolo sui social e taggare altre tre persone invitandole ad acquistare “Sapori a Colori”.

Una importante iniziativa di sensibilizzazione volta a far conoscere la storia di Paolo e aiutarlo nella sua missione di supporto per chi soffre della stessa patologia.

Pubblicato in Cultura Emilia
Martedì, 30 Maggio 2017 10:21

Al via la seconda edizione di Gola Gola Festival

Dal 2 al 4 giugno: tre giorni di approfondimenti, show cooking, laboratori e degustazioni nel cuore della città per confrontarsi ed incontrarsi con realtà gastronomiche differenti.

Di Chiara Marando 

Parma, 30 Maggio 2017

Al via la seconda attesissima edizione del Gola Gola Festival, l'evento dedicato alla cultura del buon cibo e del territorio che animerà Parma dal 2 al 4 giugno. Tre giorni intensi tra approfondimenti, show cooking, laboratori, talk show, incontri e degustazioni. Il tutto condito dai migliori street food provenienti da ogni regione d'Italia.
Filo conduttore sarà il "confronto" attraverso divertimento, arte, musica, cultura, tradizioni e buon cibo. Obiettivo principale: lo scambio di opinioni ed esperienze tra realtà culinarie differenti per comprendere come sta evolvendo il mondo del food.
Il cuore cittadino sarà suddiviso per aree tematiche all'interno delle quali si svilupperanno momenti di condivisione e scoperta all'insegna della buona tavola e del cibo consapevole: il mercato delle spezie e a Km zero, la piazza del pane, delle scienze e delle parole, la via dei birrai e dei gelatai, insieme ad appuntamenti dedicati al divertimento, alla musica e allo shopping come la Notte Bianca.
E poi la zona ristorante con l'Open Air Restaurant, un'idea di successo che si ripete anche quest'anno e vede la partecipazione dei più conosciuti ristoratori locali, uniti per proporre solo il meglio della cucina tipica.
Numerosi i focus in programma e importante l'elenco delle aziende partner presenti con un ricco calendario di appuntamenti.
Agugiaro&Figna Molini, ad esempio, fornirà la farina ufficiale di Gola Gola che verrà utilizzata nelle varie preparazioni di tutti i pasticceri, panettieri, pizzaioli e cuochi di Parma e dintorni durante i giorni del Festival. Inoltre, parteciperà alla manifestazione con laboratori per bambini e adulti, degustazioni di prodotti artigianali da forno, show cooking dei maestri di ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, aperitivi con il panettone gastronomico ed altri appuntamenti culturali.

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Ecco qualche anticipazione su laboratori e incontri in programma

LABORATORI PER BAMBINI: Piazzale della Pace, Area Kids
• Venerdì 2 giugno 16.00 -17.00 Piccoli Fornai - "Pasta Fresca", a cura di Angela Fornari.
• Sabato 3 giugno 17.00 -18.00 Piccoli Fornai - "Il pane", a cura di Manuela Conti.
PANE PER PIACERE: Piazza Ghiaia, Mercato delle Specialità
• Sabato 3 giugno 12.00 -13.00 "Il pane si fa in 4. Imparare degustando le qualità del pane", a cura di Panificio Giacomazzi.
BUONO PER TE: Chiostro dell'Ospedale Vecchio, via d'Azeglio
• Sabato 3 giugno 19.30 -21.00 "Panettone gastronomico", a cura di Pasticceria Lady Anna.
LABORATORIO FOOD LOVERS: Piazza Dell'Agricoltura, Borgo Fornovo
• Sabato 3 giugno 12.00 -13.00 "L'arte di impastare: Pane e Pizza fatti in casa", a cura di Manuela Conti.
SALOTTO DEL FESTIVAL: Portici dell'Ospedale Vecchio, Via D'Azeglio
• Domenica 4 giugno 16.00 -17.30 "Le farine dimenticate" di Simona Recantini: presentazione libro con degustazione, a cura di Panificio Giacomazzi.
SHOWCOOKING: Portici del Grano, Piazza Garibaldi
• Domenica 4 giugno 16.30 -17.30 "Pasticceria che sale", a cura di ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, con Fulvio Vailati.
STAND PANIFICIO GIACOMAZZI: Piazza Ghiaia
• Venerdì 2 giugno 10.00 - 22.00 Degustazioni e negozio.
• Sabato 3 giugno 10.00 - 24.00 Degustazioni e negozio.
• Domenica 4 giugno 10.00 - 20.00 Degustazioni e negozio.
BUONO PER TE: Chiostro dell'Ospedale Vecchio, via d'Azeglio
• Sabato 3 giugno 18.00 - 19.00 "Lo street food che Mipiacemifabene": la piadina secondo Federica Gif.
LA GARA DI SFOGLIA: Palco Piazza Garibaldi
• Domenica 4 giugno 17.00 - 18.30 Evento a cura di Missione Mattarello con Associazione Sfogline

Per maggiori info su programma, card e aggiornamenti www.golagolafestival.it 

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Venerdì, 02 Giugno 2017 09:04

Di che pasta sei? Scegli quella giusta per te.

Quanto italiana è la pasta che mangiamo? Quali sono le insidie che può nascondere il grano utilizzato per produrre l'alimento più consumato? Vero e falso sull'alimento più mangiato. Come scoprire i grani qualitativamente superiori e libero da micotossine, furosine.

di Alexa Kuhne

2 giugno 2017 

La pasta è una di quelle cose che ci fa sentire orgogliosamente italiani.
Se ci pensate, è l'alimento più semplice e più 'maritabile'.
Solo apparentemente però. Perché la pasta è il risultato di un sapiente impasto di acqua e semola, a cui vengono date centinaia di fogge diverse e che poi viene essiccato. Questo avviene da secoli, dal tempo degli Etruschi.
La pasta, però, percorre un lungo tragitto, prima di arrivare nel piatto. Durante questo viaggio, passando per mulini, pastifici e magazzini fa delle tappe che possono essere insidiose.
I nemici che si possono nascondere dentro un appetitoso e fumante piatto sono pesticidi, metalli pesanti, micotossine.
Facciamoci delle domande, allora, e chiediamoci, in prima battuta, da dove provenga tutto questo grano che mangiamo, visto che siamo i primi consumatori di pasta al mondo, con 26 kg procapite all'anno.
Intanto, le importazioni di grano da Turchia, Ucraina e Canada sono in continuo aumento, incentivate da leggi che non tutelano di certo i produttori italiani.
Coldiretti sostiene che un pacco di pasta su tre sia fatto con materia prima straniera. Tanto si vende lo stesso.

Il secondo interrogativo che ne deriva è: quanta qualità c'è davvero in un pacco di linguine o di maccheroni?
Il primo dato che deve indurci a riflettere è l'indice di glutine alto presente nella pasta, perché questo elemento rende la farina più elastica e lavorabile.
Anche in questo caso, la legge non viene incontro al consumatore.

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Solo di recente il Ministero delle politiche agricole ha elaborato una bozza di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria della filiera della pasta, basata sulla ripartizione fra Italia, paesi Ue, paesi non Ue. Ma manca il nulla osta dell'Unione europea.
Dove non vogliono arrivare le leggi arriva però la ricerca scientifica che si sta direzionando verso soluzioni alternative.
Sono le varietà di grani 'antichi' a sostituire quelli più utilizzati. Varietà meno tenaci, ma più ricche di antiossidanti e anche di sapore, nonché molto meno infiammanti.
In Italia, ormai, di coltivazioni antiche ce ne sono molte. Esse non hanno bisogno di essere trattate con erbicidi e fertilizzanti.
I nemici che si insidiano nel grano sono il glisofato, le micotossine e i problemi collegati ai climi umidi.
Il glisofato, un erbicida, per esempio, si trova nell'acqua e contamina anche la pasta.
Le micotossine sono un pericolo che viene dalla natura. Parassiti e molecole tossiche che possono attecchire nel grano, soprattutto in condizioni di forte umidità. Spesso sottovalutiamo quanto siano importanti la macinatura e la trafilatura, che in realtà sono dei fondamentali indicatori di qualità. Solo che non ci è dato sapere più di tanto, poiché le informazioni sul tipo di lavorazionesulle confezioni scarseggiano.

Necessario è sapere di che semola si tratti, di quanti proteine e carboidrati siano contenuti, quale sia la provenienza, quali i metodi di essiccazione e di trafilatura o quale acqua venga utilizzata.
La qualità viene prima di tutto determinata dalla semola, che necessita di una molitura perfetta.
E' sempre preferibile la macinatura a pietra, perché mantiene i principi nutrizionali, conservando il germe di grano, la parte viva che di solito viene scartata, perché 'invecchia' più precocemente il prodotto.

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La trafilatura è un altro elemento che fa la differenza: a bronzo rende la pasta più ruvida e porosa.

Temperature di impasto e di essiccazione danno un prodotto qualitativamente migliore. Se si usa una temperatura superiore a 80 gradi si produce la furosina, una sostanza tossica che però non è dato obbligo di indicare sul pacco di pasta, che aggredisce l'intestino compromettendo la digestione. I produttori, per fare più in fretta, aumentano le temperature di essiccazione. Diffidare, per esempio, dalla pasta che non scuoce mai, prodotta con un glutine molto tenace.

L'acqua che non presenta amido è indicatore del fatto che siano state usate alte temperature.
Fare un alimento semplice come la pasta è un'arte che in realtà richiede una lavorazione puntigliosa. Il risultato sarà, se si seguono determinate regole, un prodotto buono e davvero sano. Sta a noi non prendere la prima a portata di mano sullo scaffale ma scegliere attentamente quella giusta.

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Sabato, 27 Maggio 2017 10:41

La Roma “bòna” si mangia qui

Al Ristorante “La Campana” c’è la Roma vera. Qui sono passati artisti, attori e scrittori e la cucina è rimasta uguale a sé stessa, fedele al territorio

Di Chiara Marando –

Sabato 27 Maggio 2017 -

L’ingresso è stretto, si confonde con quello degli altri locali lungo la via. Sembra uno dei tanti ristoranti che affollano le strade di Roma. E invece no. E’ il ristorante, quello più antico della città. La storia de “La Campana” inizia nel lontanissimo 1518 e da sempre è stata punto di passaggio per viaggiatori e forestieri, un angolo di ristoro che ha attraversato il tempo per arrivare ad oggi, memoria storica di tradizioni radicate.

Si entra e ci si accomoda quasi per fortuna, facendosi spazio tra gli avventori che affollano le sale e l’ingresso. Due, o forse più, i turni di servizio del pranzo e della cena. Ma qui è normale, bisogna adattarsi perché, non si sa come, un posto salta sempre fuori. E i proprietari riescono a muoversi tra i tavoli – anche in questo caso non si sa come – con una rapidità che impressiona, facendo arrivare velocemente i piatti fumanti a destinazione. Insomma, tutto deve essere gustato al meglio nella sua semplicità. Gli ordini, poi, si prendono a memoria, banditi tablet e fogliettini volanti

Qui c’è la Roma vera, qui sono passati artisti, attori e scrittori e la cucina è rimasta uguale a sé stessa. Fedele al territorio.

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Il menù parla dialetto stretto: l’abbacchio trionfa al forno o fritto con doppia panatura, il fritto all’italiana trasuda bontà con baccalà, fiori di zucca e carciofi alla giudia.

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Cacio e pepe, Amatriciana,Tagliatelle con i funghi e Tagliolini con alici fresche e pecorino sono i signori dei primi, ma anche gli spaghetti con le vongole possono considerarsi una new entry godereccia al punto da attirare più volte l’attenzione.

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Per molti, ma non per tutti, la coda alla vaccinara ed il pollo con i peperoni riempiono di gusto il palato e fanno dimenticare la ben lontana leggerezza di piatti poco conditi.

C’è chi viene anche solo per il dolce, l’ormai leggendaria torta di mele magari servita “Carda e cor gelato”, la cui ricetta rimane un enigma. Un segreto gelosamente custodito.

Poca formalità ma tanta gentilezza, il tutto nella romanità più pura è completa, si parla come tra amici e la capacità comunicativa dei camerieri è totale: sai che ti convinceranno a provare anche il piatto più impensabile, perché sono loro ad avere ragione e sapere che tanto ti piacerà.

E alla fine è proprio così.

Ristorante “La Campana”

Vicolo della Campana, 18 - 00186 Roma

Tel. 06 6875273 - 347 1098632

Pubblicato in Food
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