Nel centro storico di Parma un angolo di dolcezza: BSweet è il caffè/pasticceria tutto al femminile dove poter ammirare e gustare delle piccole opere d'arte per veri golosi.
Articolo di Chiara Marando, Foto di Francesca Bocchia
Profumo di zucchero, pasta frolla e bontà appena sfornate che si spandono riempiendo l'aria di questo angolo dall'atmosfera fiabesca, nascosto tra i borghi del centro storico di Parma. Con i suoi tavolini in metallo, i mobili in legno e le alzate in vetro che richiamano lo stile shabby chic, reinterpretato in chiave personale, "BSweet" rappresenta la pausa golosa da concedersi per un momento fatto di dolcezza e fantasia.
Entrando si viene subito avvolti dai sentori di delizie dalle forme e colori irresistibili, piccole opere d'arte di pasticceria che sembra quasi un peccato rovinare. Qui fanno da padrone i Cupcakes, non meno di 13 tipologie sempre pronte per appagare occhi e palato. Ci si trova con il naso incollato alla vetrina, incantati da quei riccioli di crema al burro che ne decorano la sommità, dal desiderio di provarli tutti.
Poi ci sono le torte: le Cheesecake arricchite da frutti di bosco, pistacchi e cioccolato; la Carrot Cake a base di carote e cannella; e la famosa Red Velvet che riprende l'impasto del noto CupCake, uno degli best of che non devono mai mancare.
Il laboratorio è a vista, inutile negare che lo sguardo cade curioso oltre la vetrata per tentare di osservare le numerose lavorazioni create dalle mani esperte di chi questo lavoro lo fa per passione, trasmettendo in ogni più piccola preparazione tutta quella voglia di realizzare qualcosa di buono, di regalare un'esperienza da ricordare.
Sono Sara e Francesca a raccontarci del loro sodalizio, di quando hanno deciso di portare avanti l'attività iniziata da "Francy", figlia d'arte di ristoratori e grande appassionata di cake design. Lo fanno mentre decorano con cura minuziosa teglie di biscotti che si animano di espressioni e particolari. Difficile non osservarle e ancora più difficile riuscire a carpirne i segreti.
Ad aiutarle c'è Katia, che parla senza distogliere l'attenzione dai suoi fiocchi di neve in pasta di zucchero, elementi che andranno a rendere perfetta la decorazione natalizia dei panettoni artigianali che riempiono la vetrina, catturando la curiosità dei passanti.
BSweet è l'esempio dell'imprenditoria al femminile, della piacevolezza di far crescere una realtà che si ama, della capacità di aprire un luogo che a Parma mancava. Si cucina con la musica, cantando, con quella allegria che nasce dalla possibilità di riuscire a svolgere un lavoro che piace, anche se a volte la fatica si fa sentire. Ed effettivamente, è anche grazie a questa atmosfera che tutto risulta ancora più buono, che la sosta per scegliere un peccato di gola si fa più lunga e che, la maggior parte delle volte, lo "sgarro" non rimane mai uno solo.
BSweet
Via Giosuè Carducci, 30
43121 Parma PR
www.bsweet.it
Doppio Malto approda a Bologna: il Brew Restaurant che sta appassionando tutta l'Italia è arrivato in Emilia con birra artigianale, buona cucina e tanto divertimento. In via Stalingrado, 42 inaugura uno dei birrifici più dinamici e premiati d'Italia, per una customer experience tutta da gustare.
18 Dicembre 2017
A soli 3 km da Piazza Maggiore, vicino alla Fiera di Bologna, apre i battenti Doppio Malto Brew Restaurant Bologna, in via Stalingrado 42, il birrificio con il ristorante dentro. Doppio Malto Bologna è una vera e propria doppia esperienza all'insegna della cultura della birra artigianale e della cucina di qualità. Oltre 200 posti a sedere, divisi tra l'area ristorante e il bancone del bar; inoltre per l'estate 2018 aprirà il beer garden, il posto ideale dove rinfrescarsi con una buona birra durante le giornate più calde.
Il viaggio di Doppio Malto parte da Erba (in provincia di Como) 13 anni fa dall'esperienza del mastro birraio Alessandro Campanini. L'itinerario prosegue poi in tutto il mondo: le birre Doppio Malto hanno ricevuto infatti quasi 100 premi internazionali. La nuova tappa del viaggio è Bologna, dove Food Brand Spa, azienda specializzata nel settore retail food&beverage e proprietaria di Doppio Malto, amplia la sua rete e apre un nuovo punto di riferimento del brand, l'ottavo ristorante sul territorio nazionale.
Doppio Malto Bologna è un punto d'incontro per gruppi, famiglie e coppie, un brew restaurant di stampo americano, accattivante e informale. Oltre all'area ristorante, presso la zona bar è possibile sedersi al bancone per immergersi completamente nel mondo della birra artigianale. Il beer garden esterno sarà invece il luogo preferito per le calde serate estive. Una particolarità di Doppio Malto è il beer shop, dove trovare i principali oggetti di culto dell'appassionato di birra artigianale, come i growler, i tradizionali contenitori da 2 litri per la birra alla spina d'asporto, e le birre in bottiglia per chi vuole gustarne una anche a casa propria.
Doppio Malto non dimentica anche tutti coloro che vogliono trascorrere una serata all'insegna dello sport: gli schermi permettono di seguire in diretta le partite e gli eventi sportivi in un'atmosfera divertente e coinvolgente. E per chi invece preferisce gli "sport da birreria", Doppio Malto Bologna propone sfide a biliardo, a calcio balilla e freccette.
Le birre Doppio Malto
I brew restaurant Doppio Malto sul territorio italiano puntano molto sulla diffusione della cultura della birra artigianale, sia per il curioso e appassionato, sia per il novizio: lo staff esperto di Doppio Malto indica la birra che fa per ognuno e guida il cliente nella degustazione.
Sono 13 le diverse etichette artigianali Doppio Malto alla spina, molte delle quali detengono premi e riconoscimenti a livello mondiale. La nuova arrivata si chiama Leila Lager, una birra tipo Helles a bassa fermentazione, non filtrata, una bionda beverina e dissetante.
La ricerca costante sulle materie prime, ha permesso agli esperti mastri birrai di ideare birre per tutti i gusti: dolci, fruttate, amare, speziate, agrumate, profumate dai luppoli o dal gusto tostato del malto.
Doppio Malto produce anche birre stagionali, ispirate dai gusti e dai profumi di stagione: dalle birre estive fresche e fruttate alle birre invernali caratterizzate dalle calde spezie. Per festeggiare il Natale 2017 c'è la nuovissima Jingle Beer, una Doppelbock dai sapori tostati del malto, del caffè e del cioccolato, acquistabile in confezioni regalo.
Per i palati più esperti, la proposta ricade sulle birre barricate, limited edition da gustare guidati dal sapere esperto dello staff dietro al bancone.
Solo qui si potrà chiedere una "Doppio Malto" senza incorrere in terribili errori! Il beer nerd avvisa che "doppio malto" non è una tipologia di birra, bensì una denominazione legislativa per indicare quelle birre con un grado alcolico superiore ai 3,8%vol. Qui si può ordinare una Doppio Malto, l'importante poi è specificare quale si preferisce!
La cucina del Brew Restaurant
Un'offerta food integrata, dall'aperitivo al pranzo, dalle degustazioni alla cena. La birra Doppio Malto rende unici i piatti cucinati direttamente con il prodotto artigianale e preparati utilizzando esclusivamente materie prime di qualità. Una sfida complessa ma obbligata per mantenere elevati gli standard.
Nel menù spiccano i piatti di carne cotta alla brace, i burger artigianali di manzo, i galletti ruspanti, le focacce lievitate naturalmente, i dolci fatti in casa e molto altro ancora. Un'esperienza culinaria adatta a tutti i palati, vegetariani e carnivori, ma anche ai più piccoli con menù speciali dedicati agli under 12 al prezzo invitante di soli 3€!
Il format Doppio Malto
"Doppio Malto Bologna è l'ottavo punto vendita che inauguriamo sul territorio italiano", racconta Giovanni Porcu, CEO e fondatore di Food Brand Spa, azienda proprietaria del brand Doppio Malto. "Il nostro dna dinamico e giovane ci ha permesso di creare un format subito identificabile e distinguibile nel mercato affollato del food. L'alta qualità del prodotto artigianale è sicuramente il valore aggiunto per diventare il birrificio artigianale con il ristorante dentro più diffuso in Italia".
Un libro che racconta il viaggio di Ilaria Bertinelli tra fornelli, cucine di chef rinomati e incontri con persone particolari: “Food Blogger in viaggio” raccoglie 40 ricette particolari da provare a casa, ma soprattutto per tutti perché senza glutine e con la conta dei carboidrati
Di Chiara Marando -
Lunedì 11 Dicembre 2017 -
Ci sono persone che riescono a trasmetterti energia, voglia di metterti in gioco, ma soprattutto il piacere di intraprendere esperienze nuove. Ecco, Ilaria per me - e non solo – è così. Mi è già capitato di scrivere del mio rapporto con lei, di come ci siamo conosciute e dell’avventura che abbiamo intrapreso insieme: un corso di cucina ci ha fatte incontrare, il suo libro “Uno Chef per Gaia” (oggi sono due) ha permesso che ci conoscessimo meglio e l’omonimo blog ha consolidato la nostra amicizia.
Lei è Ilaria Bertinelli, interprete di professione e titolare della società di traduzioni e interpretariato Interconsul di Parma, ma soprattutto mamma di Gaia. Da questa bimba, ora piccola donna, è nato tutto e a lei continua ad ispirarsi il lavoro e l’impegno portato avanti da una madre che desidera parlare della sua esperienza, di chi affronta ogni giorno il problema di celiachia e Diabete di tipo 1 che, all’età di 6 anni, sono stati diagnosticati a Gaia.
Ilaria si è fatta portavoce di una quotidianità vissuta nella loro normalità, del piacere della tavola attraverso ricette studiate e misurate nei carboidrati, poi riportate nei suoi libri/diario.
Ed oggi è arrivato il momento di un nuovo libro, il racconto di un viaggio durante il quale Ilaria ripercorre le persone che ha incontrato e che le hanno lasciato un segno importante. Esperienze in cucina e non solo, momenti da gustare e vivere: “Food Blogger in viaggio”.
La possibilità di pubblicare un libro era uno dei premi messi in palio dal Rice Food Blogger Contest “Chef Giuseppina Carboni” Indetto da Luca Puzzuoli di Risatte&Risotti. Quest’anno Ilaria ha vinto.
Quindi eccoci qui, pronti a leggere e provare le delizie descritte e illustrate tra le pagine di questo cammino, attraverso un viaggio pensato per dimostrare che seguire una dieta speciale – come può essere quella per celiaci e diabetici – non vuol dire punirsi, essere diversi o rinunciare al gusto. E non è un caso che le 40 ricette siano tutte senza glutine, la maggior parte delle quali naturalmente e senza modifiche particolari. Un progetto a cui hanno partecipato anche alcuni degli chef incontrati durante questo percorso, lasciando il loro contributo culinario con piatti da assaporare e riprovare a casa.
Perché la tavola è condivisione, esattamente come lo sono tutti gli incontri raccontati nel libro. Ciò che si desidera sottolineare è quanto spesso siamo noi ad imporci schemi mentali, barriere non reali: non ci accorgiamo che molti prodotti, piatti della tradizione o tipicità sono naturalmente senza glutine. Per abitudine ci dimentichiamo di apprezzare alimenti antichi che possono andare bene per tutti, come il riso divenuto protagonista della ricetta vincitrice del Contest e di molte proposte presenti nel volume. Per Ilaria è stato un modo di “combattere ad armi pari”, la possibilità di cucinare qualcosa che andasse bene anche per Gaia.
“Food Blogger in viaggio” è la realizzazione di un altro sogno, un pezzetto in più di consapevolezza, di quella spinta alla sensibilizzazione verso tematiche come celiachia e diabete attraverso un’ottica scevra da pregiudizi e distante dal mondo di tali patologie. A rendere possibile questo risultato non è stato solo il team di Risate e Risotti ma, ci tiene a sottolineare Ilaria “anche tutti quei piccoli produttori che hanno affiancato i più grandi sponsor mettendosi in gioco e credendo in questo progetto”.
Per acquistare il libro http://amzn.to/2Auat1Z
Un dolce perfetto a colazione o a merenda: ecco la ricetta del banana bread, nella versione senza glutine. Molto semplice da realizzare, sfiziosa, diversa dal solito e di origine americana.
Di Francesca Perrone
Ho utilizzato farine senza glutine e ho reso il dolce più leggero ed adatto anche agli intolleranti al lattosio non usando burro e sostituendo il latte con il latte vegetale!
Perfetto a colazione ma anche per una sana merenda. E' un'occasione per non buttare ed utilizzare le banane dimenticate nella fruttiera e diventate molto mature con la buccia molto marrone quasi nera. Insomma una ricetta salutare senza glutine ed antispreco!
Ho preparato una versione base ma l'impasto può essere arricchito con noci, mandorle, uvetta o gocce di cioccolato che consiglio perché si sposano benissimo con la banana e rendono il dolce ancora più gustoso!
Ingredienti:
⁃ 300 g di farina (io ho utilizzato 250 g di farina di riso e 50 g di farina di mais che avevo in casa ma potete utilizzare anche i mix di farine senza glutine. Consiglio un mix per dolci della marca Molino Rosso che ultimamente ho provato ed è ottima) ovviamente potete utilizzare anche una farina non senza glutine, ma non vi pentirete di provare questa versione!
⁃ 2 uova
⁃ Una tazzina (quella da caffè) di latte vegetale (io ho usato la soia ma potete utilizzare anche altri tipi come nocciola, riso ecc.)
⁃ Lievito per dolci certificato senza glutine
⁃ Vaniglia
⁃ Un cucchiaino di cannella (poi dipende dai gusti)
⁃ 120 g di zucchero di canna
⁃ 3 banane molto mature
⁃ Un cucchiaio di burro d'arachidi
⁃ Avena certificata senza glutine
In una ciotola schiacciate con la forchetta molto bene le banane in modo da formare un purè poi unite le uova mescolate e sbattete tutto bene con un frullatore elettrico! Aggiungete il burro di arachidi, il latte vegetale, vaniglia e cannella. Continuate a mescolare ed incorporate nel composto la farina lo zucchero ed il lievito.
Vi ricordo che nell'impasto possiamo aggiungere anche scaglie di cioccolato, mandorle o uvetta a seconda dei gusti! Una volta che l'impasto è ben amalgamato infarinate uno stampo da plumcake o usate la carta forno e versate l'impasto. Potete decorare la superficie del dolce con avena (io ho usato quella!) ma potete usare anche nocciole, mandorle tritate, semi vari.
Infine infornate a 180 gradi per circa 40-45 minuti.
Il dolce è pronto da gustare a fette caldo o freddo anche se io consiglio di aspettare perché il giorno dopo è più buono!!!
A Parigi ha aperto O’naturel, il ristorante francese con una particolarità: si conversa, si gustano specialità parigine e, soprattutto, si mangia nudi.
Di Chiara Marando -
Sabato 02 Dicembre 2017 -
Per la maggior parte di noi uscire per andare a mangiare in qualche bel ristorante significa godersi l’attesa, riflettere sul momento della preparazione – in particolare per le donne - e godersi il piacere del pasto soffermandosi ad osservare i particolari estetici dei piatti ordinati, per poi degustarli e percepirne il sapore. Il tutto, ovviamente, condito da quella particolare tendenza del guardarsi attorno perché, inutile negarlo, il gusto del passare in rassegna la sala in cui ci si trova c’è.
Ecco, pare che questa piccola sintesi di atteggiamenti e abitudini possa venire meno. O così sembra in uno dei ristoranti più particolari aperti da poco tempo, esattamente il 2 novembre, nella meravigliosa Parigi. Già perché al ristorante O’naturel si prediliga l’abito adamitico, completamente al naturale.
Questa idea era stata già sdoganata a Londra, dove il locale pop-up The Bunyadi è divenuto simbolo del movimento libero dando il via alla più o meno piacevole abitudine di mangiare nudi.
Ed ora anche la clientela parigina potrà approfittare di una serata diversa dal solito. A decidere di intraprendere questa avventura sono stati i fratelli Mike e Stéphane Saada, esattamente nel 12° arrondissement, in rue de Gravelle. O’naturel è curato nei dettagli, accogliente e luminoso: una sala grande estremamente calda e pulita, tavole finemente apparecchiate e sedie con fodere usa e getta che vengono cambiate ad ogni passaggio, esattamente come la tovaglia. All’ingresso, prima di procedere verso la stanza principale, uno spogliatoio con armadietti personali in cui riporre e chiudere tutti gli indumenti ed oggetti. La volontà è quella di sedersi a tavola liberi da ogni orpello, per prestare attenzione solo alla piacevolezza del cibo e della compagnia.
Il menù proposto è squisitamente francese, con specialità della cucina tipica e qualche sfizio per completare l’offerta culinaria. I prezzi non sono proprio a buon mercato: il costo parte da 39 euro per antipasto e un piatto, con la possibilità di scegliere un dessert aggiungendo 10 euro.
Ad una prima impressione, le conclusioni su questa nuova apertura potrebbero essere poco favorevoli nel concedere un futuro lungo e prosperoso, in virtù di una città non molto incline alle stravaganze. Ma la realtà dei numeri è un po’ diversa: sarebbero circa 2.6 milioni i francesi che praticano con regolarità il nudismo e non lontano da O’naturel si trova il parco Bois de Vincennes di Parigi, appena inaugurato come zona per nudisti.
Ovviamente i titolari si sono subito premurati di sottolineare quanto il ristorante sia rigido in fatto di regole, questo per evitare problematiche o situazioni di difficile gestione. In altre parole, all’interno del locale vige una regola di buona condotta, ciò significa che non viene permesso altro che cenare, chiacchierare e conoscersi conversando. Non si sa mai che qualcuno si faccia prendere la mano.
Accordo tra Jeunes Restaurateur, Infront e ACF Fiorentina: l’alta cucina JRE e il grande calcio insieme per 19 appuntamenti da gustare.
Venerdì 01 Dicembre 2017 -
L’alta cucina incontra il grande calcio per far vivere un evento esperienziale unico che tocca la passione per lo sport unendola con quella per la buona tavola. Questo è il progetto portato avanti da Jeunes Restaurateur e Infront Sport &Media, partner marketing di ACF Fiorentina, un accordo che vede la presenza di 19 chef JRE Italia durante le altrettante partite giocate in casa dalla squadra viola.
Diversi appuntamenti, ognuno dei quali contraddistinto da uno chef pronto a cimentarsi nella creazione di un piatto tradizionale tipico della Regione simbolo della squadra ospite, servito nelle aree hospitality dello Stadio Artemio Franchi di Firenze.
Un percorso iniziato ad agosto, che proseguirà fino a metà maggio 2018, volto a fornire maggiore impulso nei confronti di un’ottica che vede il calcio non solo un momento legato allo sport, ma anche occasione di scoperta, socializzazione ed esperienza. Da qui lo spunto fornito dalla piacevolezza di assaporare piatti stellati in un contesto diverso, che vuole essere di incontro positivo e divertimento.
JRE diventa così l’elemento cardine di questo viaggio emozionale, la sorpresa gustativa che si sublima in un’esperienza da ricordare e vivere, nella spinta verso la scoperta di tradizioni e percezioni sempre nuove, reinterpretate dagli chef Jeunes Restaurateurs.
“La passione per la cucina e la passione per lo sport. Esiste una linea continua che unisce il vivere e l’essere di ciascun Jeunes Restaurateur – ha commentato Luca Marchini, Presidente JRE Italia - Un cammino ricco di storia, tradizione e conoscenza, che ci rigenera continuamente, che stimola in noi nuove intuizioni, che ci spinge a considerare e a interpretare il cibo in modo ogni volta diverso. In tale prospettiva il nostro successo è il risultato dei progetti che abbiamo realizzato, dei momenti di condivisione culturale, di ogni idea costruttiva, di ogni miglioramento. Oggi siamo chiamati ad un grande appuntamento di serie A. Siamo onorati di questa nuova sfida e fieri di diffondere la qualità della nostra cucina in questo nuovo grande progetto, in collaborazione con Infront e ACF Fiorentina“.
Il prossimo appuntamento è previsto per domenica 3 dicembre, quando la Fiorentina giocherà contro il Sassuolo. A portare la bandiera del territorio modenese sarà lo chef stellato Luca Marchini, presidente JRE Italia e titolare del ristorante “L’Erba del Re” di Modena, che racconterà i sapori della sua città con un piatto della tradizione rivisitato in chiave creativa: Gnocchi di patate, salsiccia, spinaci e brodo di Parmigiano Reggiano.
“Con la mia cucina cerco di raccontare le diverse identità del cibo– spiega lo chef Luca Marchini – infiniti linguaggi, storie ed evoluzioni. Nella mia cucina la parola d’ordine è equilibrio, il tutto armonico espresso dall’unicità dei sapori racchiusi in ogni boccone. Ogni elemento del piatto ha un’identità riconoscibile al servizio degli altri ingredienti, questo è il mio stile”.
JRE: NEVER ENDING PASSION
JRE è l'associazione che raccoglie i più giovani e rappresentativi chef dell’alta gastronomia, accomunati dall’amore per la cucina e dal desiderio di condividere esperienze e valori. Una realtà fondata sulla ricerca, sull'eccellenza e sullo scambio continuo quale fonte di crescita.
Nata in Francia nella metà degli anni Settanta, conta oggi più di 350 ristoranti affiliati, distribuiti in 15 paesi differenti, rappresentanti di altrettante esperienze e interpretazioni culinarie: Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Germania, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Regno Unito.
La compagine italiana, oggi composta da 83 chef, è guidata dallo chef Luca Marchini, titolare del Ristorante L'Erba del Re di Modena.
INFRONT SPORTS & MEDIA
Infront Sports & Media è la più rinomata azienda di marketing sportivo del mondo e gestisce un portafoglio di aziende leader a livello internazionale. Guidata dal Presidente e CEO Philippe Blatter, Infront si occupa della gestione di eventi sportivi di grande successo sotto tutti gli aspetti - compresi la distribuzione dei diritti media, sponsorizzazioni, produzioni media, organizzazione eventi e digital solutions – e si è conquistata un’ottima reputazione per i suoi elevati standard di erogazione. In qualità di primo attore negli sport invernali, e con un ruolo guida nel calcio negli sport estivi ed in quelli di resistenza, Infront ha instaurato collaborazioni di lunga durata con 170 rights-holder nonché con centinaia di sponsor e di aziende nel settore dei media.
Con sede a Zug, Switzerland, Infront si avvale di un team di oltre 900 professionisti che lavorano in oltre 35 sedi, situate in più di 15 paesi, erogando ogni anno 4,100 giornate di eventi sportivi del massimo livello, in ogni parte del mondo. A novembre 2015, Infront è stato assorbito da Wanda Sports Holding, partecipata della società conglomerata cinese Dalian Wanda Group.
La Food Valley punta alla Cina, a Shanghai l'Emilia-Romagna gioca la carta della qualità e mette in vetrina le sue eccellenze enogastronomiche. Bonaccini: "Per noi un Paese dal potenziale straordinario grazie ai nostri prodotti Dop e Igp e a tutto il comparto agroalimentare"
Emilia-Romagna protagonista all'inaugurazione della Settimana della cucina italiana nel mondo.
Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena, già ammessi in Cina, guidano la ricca pattuglia di eccellenze che dalla via Emilia sono approdate alla via della Seta: incontri con le autorità cinesi per permettere l'ingresso degli altri Dop e Igp, prodotti di qualità da Piacenza a Rimini. L'assessore Caselli: "Vogliamo rafforzare la nostra presenza qui". E vola l'export dell'agroalimentare regionale: +36% nei primi sei mesi 2017
Bologna – La Food Valley punta alla Cina, un mercato enorme nel quale giocare la carta della qualità mettendo in campo i 44 Dop e Igp che fanno dell'Emilia-Romagna la regione europea con il maggior numero di prodotti certificati. L'occasione è rappresentata dalla seconda edizione della Settimana della Cucina italiana nel mondo (22-25 novembre), che è stata inaugurata oggi a Shanghai dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nell'ambito di 'Riso', l'importante salone dedicato al food che ha aperto i battenti la scorsa primavera
"E' un onore- ha affermato Bonaccini- essere qui a tagliare il nastro della Settimana della cucina emiliano-romagnola nel mondo a Shanghai, la capitale economica della Cina, un Paese con un potenziale straordinario per la qualità dei tantissimi nostri prodotti Dop e Igp e più in generale per tutto l'agroalimentare dell'Emilia-Romagna: una voce fondamentale della nostra economia, un elemento di forte identità e tradizione, ma anche, con la Food Valley, un prodotto turistico. La missione in Cina fa parte della nostra strategia per rafforzare il posizionamento dell'Emilia-Romagna nel mondo, dialogando con i territori più avanzati: continuando a fare sistema, lavorando insieme fra istituzioni, operatori economici e sociali, abbiamo tutte le carte in regola per farlo".
Dopo New York, vetrina del made in Emilia-Romagna nel 2016, quest'anno la scelta della Regione Emilia-Romagna è caduta dunque sulla Cina: un mercato in forte crescita che con una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti in dieci anni ha visto aumentare il Pil pro capite del 164% e rappresenta oggi il secondo mercato al mondo dopo gli Stati Uniti per consumi alimentari.
Un'opportunità importante dunque. Anche e soprattutto per la Food Valley. Dei circa 391 milioni di euro di prodotti agroalimentari italiani esportati nel 2016 in Cina (+750 % in valore in dieci anni), il 16% è stato infatti prodotto tra Rimini e Piacenza con una crescita del 64% negli ultimi cinque anni). Una crescita che nel primo semestre del 2017 ha subito un'altra importante accelerazione mettendo a segno un ulteriore +36% (dati Nomisma).
"Oggi abbiamo presentato tutti i prodotti dell'Emilia-Romagna al pubblico cinese- ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli- spiegando anche come sono fatti e realizzati. Vogliamo rafforzare la nostra presenza in Cina. Per ora possiamo esportare solo alcuni prodotti e in particolare Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena Igp. Ma lavoriamo per allargare questo paniere e intanto siamo qui con molti altri prodotti, il cui standard di qualità è altissimo per il mercato cinese".
Tutela dei prodotti Dop e Igp e superamento delle barriere fitosanitarie
La ricca pattuglia delle eccellenze enogastronomiche che dalla via Emilia sono approdate alla via della Seta è dunque guidata da tre 'campioni' come Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto balsamico di Modena Igp: da soli il 36% del fatturato nazionale di prodotti a indicazione geografica, con 2,4 miliardi di euro. Ma non ci sono solo loro. L'Emilia-Romagna rappresenta infatti con 44 specialità il territorio leader in Europa per Dop e Igp: solo per citarne alcuni, dalla coppa e salame piacentini ai parmigiani fungo di Borgotaro e salame di Felino; dall'Anguria reggiana e dall'Aceto balsamico di Reggio alla Mortadella Bologna; dai cappellacci di zucca ferraresi alla piadina romagnola, fino al formaggio di fossa di Sogliano e lo Scalogno di Romagna. Un settore che nel suo complesso può rappresentare una grande opportunità per quanto riguarda le esportazioni in Cina, tanto più dopo l'intesa Ue-Cina sul reciproco riconoscimento (e relativa protezione contro le falsificazioni) di 100 indicazioni geografiche.
E proprio di tutela delle Dop e Igp e del superamento delle barriere non commerciali, ovvero della possibilità di far entrare altri prodotti Dop e Igp emiliano-romagnoli, il presidente Bonaccini e l'assessore Caselli hanno parlato nella terza giornata della missione istituzionale della Regione in un primo incontro – sempre a Shanghai - con Wei Huang, direttore di AQSIQ, l'organismo cinese che si occupa di certificazione e controllo nei settori della qualità e della sicurezza alimentare. Un altro incontro, sempre sull'argomento, è in programma fra due giorni, il 24 novembre a Pechino.
Le degustazioni: i grandi prodotti Dop e Igp, la pasta ripiena, i gran fritti della tradizione
La Settimana della cucina emiliano-romagnola in Cina prevede un ricco programma di attività formative e degustazioni aperte al pubblico, ma rivolte in particolare ai professionisti del settore: ristoratori, food&beverage manager, giornalisti specializzati, food blogger, cuochi. Produttori, chef, sommelier e rappresentanti delle aziende e associazioni presenti illustreranno caratteristiche e tecniche produttive dei prodotti presentati. Le presentazioni sono animate da una blogger esperta dell'agroalimentare emiliano-romagnolo: Sofia (Zhiqun) Fei.
Le preparazioni e i piatti in menù a cura dei cuochi di Casa Artusi puntano a rappresentare le varie identità e peculiarità della cucina regionale in un dialogo ravvicinato con quella – forte di una tradizione altrettanto importante - della Cina.
Dalla pasta fresca fatta a mano, mito e rito lungo la via Emilia, ai gran fritti (il gran fritto bolognese, ma anche il gnocco e le crescentine fritte), poi l'eleganza dei prodotti in purezza: Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena; fino alla gran frutta dell'Emilia-Romagna: ovvero quando gli zuccheri sono salute. /PF
In foto: l'inagurazione della Settimana della cucina 22 novembre 2017 .
Giornata di presentazione della Guida Michelin 2018 al Teatro Regio di Parma, tra perdite di "stelle", 22 nuovi ingressi, 3 novità bi-stellate e Norbert Niederkofler che si aggiudica la terza sella.
Articolo di Chiara Marando - foto di Francesca Bocchia
Stelle che vanno e stelle vengono nella giornata di presentazione della Guida Michelin 2018, la "Rossa" per eccellenza che accompagna i viaggiatori di tutto il mondo nella scoperta delle migliori esperienze culinarie e gourmet.
Un totale di 2700 ristoranti, solo il 10% dei quali stellati, presenti e descritti nelle loro peculiarità, in un viaggio fatto di sapori e sensazioni da provare, sperimentare e vivere, come ha voluto evidenziare Marco Do, Direttore Comunicazione Michelin Italia.
E l'appuntamento tanto atteso, per il secondo anno consecutivo all'interno dello splendido Teatro Regio di Parma, di emozioni ne ha riservate tante.
Ma perché Parma ancora una volta?
Perché riconosciuta come City of Gastronomy Unesco, come fulcro della Food Valley che vuole promuovere le tipicità culinarie, dando nuovo impulso al turismo. "Il nostro obiettivo è quello di portare avanti il lavoro di valorizzazione del territorio che ci ha permesso di essere riconosciuti come Città Creativa della Gastronomia dall'Unesco – sottolinea il Sindaco Federico Pizzarotti – quello che vogliamo fare è dare sempre più una spinta propulsiva alle eccellenze, puntando sull'accoglienza, sulla qualità e sul turismo".
Da qui l'idea di aprire un portale dedicato al gusto, racconta l'Assessore Cristiano Casa: "Oggi nasce a Parma il progetto "Parma nel cuore del Gusto" con l'apertura di un nuovo portale che vuole aprire le porte del mondo sulla nostra città, raccogliendo oltre 200 tra operatori e produttori impegnati nel porre al centro del proprio operato i prodotti del territorio".
E dopo i saluti iniziali, ecco la vera e propria fase di premiazione. A far parlare è stata la discesa di due storici bi-stellati come Claudio Sadler e Carlo Cracco, che da due stelle passano ad una. Un declassamento portatore di scompiglio tra gli addetti ai lavori, tra perplessità, domande e qualche "me lo sentivo".
Per entrambi, certo, è un cambiamento non da poco che vuole simboleggiare quanto la "stella" non sia un riconoscimento acquisito, piuttosto un simbolo di eccellenza da riconfermare ogni anno con grande costanza ed impegno.
Poi si sa, la "Rossa" è sempre severa e poco generosa. Anzi, quest'anno si può addirittura dire che sia stata di più larghe vedute. Sono infatti 22 i nuovi ingressi con una stella, 3 le due nuove stelle e, finalmente, ecco arrivare il nuovo tanto agognato tristellato.
Già, perché l'empireo dell'alta cucina ha aperto le braccia ad un altro chef accogliendolo nella cerchia dei migliori: Norbert Niederkofler, chef del St. Hubertus di San Cassiano. Salgono così a nove i tre stelle presenti nella Guida Michelin 2018.
La motivazione degli ispettori Michelin è ben chiara "I piatti rivelano la personalità dello chef. Quelli di Norbert Niederkofler, del ristorante St. Hubertus, sanno raccontare mille e una storia. I protagonisti sono la natura, la cultura e i gusti schietti e intensi delle sue montagne, la passione e la fatica quotidiana dei contadini e degli allevatori, la qualità eccelsa dei loro prodotti, le tradizioni e i metodi tramandati, il calore dei masi, il desiderio di viaggiare per imparare e di ritornare per ritrovare il proprio stile di vita, l'impegno, la cura, la costanza che si sposano con l'entusiasmo e la leggerezza. Nei piatti di Norbert Niederkofler si gustano questi sapori, si vedono le montagne, si ascoltano queste storie. L'incontro con questa cucina non è un pasto, ma un'indimenticabile esperienza umana. Per gli ispettori Michelin, tre stelle emozionanti."
Riconfermano il loro primato, ovvero "una cucina che vale il viaggio", i ristoranti: Piazza Duomo ad Alba, Da Vittorio a Brusaporto, Dal Pescatore a Canneto Sull'Oglio, Reale a Castel di Sangro, Enoteca Pinchiorri a Firenze, Osteria Francescana a Modena, La Pergola a Roma, Le Calandre a Rubano.
Sono 41 i ristoranti che "meritano una deviazione" con l'assegnazione delle 2 stelle Michelin. Tra questi, ecco le 3 novità: Matteo Metullio, ristorante La Siriola , Andrea Aprea ristorante Vun, Milano, e Alberto Faccani, ristorante Magnolia, Cesenatico.
Sono, invece, 306 i ristoranti con una stella Michelin, di cui 22 nuovi ingressi.
Ecco una sintesi delle novità:
Nuovo ristorante tre stelle
St. Hubertus - Norbert Niederkofler - San Cassiano (Bolzano)
Nuovi ristoranti due stelle
Magnolia - Alberto Faccani, Cesanatico (Forlì Cesena)
La Siriola - Matteo Metullio, San Cassiano (Bolzano)
Vun - Andrea Aprea, Milano
Nuovi ristoranti una stella
Contraste - Matias Perdomo, Milano
Trussardi alla Scala - Roberto Conti, Milano
La Terrazza - Fabio Ciervo, Roma
Il Refettorio - Bob Christoph, Conca dei Marini (Salerno)
La Serra - Luigi Tramontano, Positano (Salerno)
La Locanda del Borgo - Luciano Villani, Telese Terme (Avellino)
All'Oro - Riccardo Di Giacinto, Roma
Cum Quibus - Alberto Sparacino, San Gimignano (Siena)
Tordomatto - Adriano Baldassarre, Roma
Villa Giulia - Maurizio Bufi, Gargnano (Brescia)
Culinaria Im Farmerkreuz - Manfred Kofler, Tirolo (Bolzano)
Floria Maison - Umberto De Martino, San Paolo D'Argon (Bergamo)
Undicesimo Vineria - Francesco Brutto, Treviso
Larossa - Andrea Larossa, Alba (Cuneo)
Osteria dell'Arborina - Andrea Ribaldone, La Morra (Cuneo)
Il Poggio Rosso - Fabrizio Borraccino, Castelnuovo Berardenga (Siena)
Perillà - Marcello Corrado, Castiglione d'Orcia (Siena)
D.One Restaurant - Davide Pezzuto - Roseto degli Abruzzi (Teramo)
Essenza - Eugenio Boer, Milano
Glam Enrico Bartolini - Donato Ascani ed Enrico Bartolini, Venezia
Berton al Lago - Raffaele Lenzi e Andrea Berton, Torno (Como)
Stube Gourmet - Alessio Longhini, Asiago (Vicenza)
Confermano la stella con cambio chef
I due buoi - Alessandria
La Veranda - Bardolino (Verona)
Casual - Bergamo
Agrodolce - Imperia
Vistamare - Latina
Castel Fragsburg - Merano (Bolzano)
Casa del Nonno 13 - Mercato San Severino (Salerno)
Vespasia - Norcia (Perugia)
Terrazza Bouquet - Sorrento (Napoli)
Vintage 1997 - Torino
Venissa - Venezia
Maxi - Vico Equense (Napoli)
Perdono una stella Michelin
Umami, Bormio (chiusura aprile 2017)
Locanda Severino, Caggiano
Petit Royal, Courmayeur
Don Giovanni, Ferrara (chiusura fine 2017)
Pascia, Invorio
Café Quinson, Morgex (chiusura per rinnovo locali)
All'Acquacotta, Saturnia
Lunasia, Viareggio (chiusura per rinnovo locali)
Lapprodo, Vibo Valentia
Enologica 2017, il Salone del vino e del prodotto tipico dell'Emilia Romagna sarà a Palazzo Re Enzo di Bologna dal 18 al 20 novembre.
16 novembre 2017
Tutto pronto per l'edizione 2017 "Enologica", il Salone del vino e del prodotto tipico dell'Emilia Romagna, l'evento annuale che unisce il vino e il cibo della regione con quelle che sono le tradizioni, la cultura, l'identità per un discorso corale, territoriale e popolare che identifica e rende unica l'Emilia Romagna.
Nove le aziende reggiane presenti: Cantina Albinea Canali, Cantina Sociale di San Martino in Rio S.c.a., Cantine Lombardini, Casali Viticultori S.r.l., Fangareggi Soc. Agr. Vitivinicola, Gaetano Righi, Lini 910, Medici Ermete & Figli S.r.l., Venturini Baldini Soc. Agr.
Appuntamento quindi a Bologna, dal 18 al 20 novembre nel centralissimo Palazzo Re Enzo con ben 118 tra produttori, Consorzi e cantine; seminari e degustazioni tematiche per raccontare il vino dell'Emilia Romagna, dai principali vitigni ad alcuni autoctoni tutti da scoprire; il "Teatro dei Cuochi" con gli chef che si racconteranno, anche attraverso le proprie creazioni gastronomiche in abbinamento ai vini, proponendo la propria versione proiettata verso il futuro di alcuni piatti simbolo dell'Emilia Romagna, dai cappelletti ai pisarei e fasò, dai tortellini ai passatelli, dalla piadina alla torta fritta. E inoltre, la premiazione di "Carta Canta", il premio rivolto a ristoranti, enoteche, bar, agriturismi e hotel situati in regione, in Italia o all'estero che propongono un assortimento qualificato di vini regionali, e il "Panino d'Autore" con lo chef Daniele Reponi, che realizzerà panini gourmet utilizzando esclusivamente prodotti Dop e Igp made in Emilia Romagna, grazie alla collaborazione con i Consorzi di Tutela.
Ad accogliere i visitatori di Enologica, sotto al loggiato d'ingresso, ci sarà un grande pannello (circa 6x4 metri) con delle originali "sculture di terra", realizzate da I.TER di Bologna. Si tratta di rappresentazioni artistico-scientifiche dei principali suoli che ospitano la pianta della vite in Emilia Romagna e che si trovano percorrendo la via Emilia da Sud a Nord, partendo quindi dalla provincia di Rimini per arrivare fino a quella di Piacenza (con una sola piccola deviazione nel territorio ferrarese). Diversi tipi di terreno che corrispondono ai sette vitigni principali della regione, da dove nascono i nostri vini a denominazione: Albana e Sangiovese per la Romagna, Pignoletto per il bolognese, Fortana per il ferrarese, Lambrusco per il modenese, il reggiano e il parmense, Malvasia per il parmense e il piacentino, Gutturnio per il piacentino.
Territori vocati alla viticoltura, che da alcuni mesi sono anche al centro di un percorso, partito da Modena e Reggio Emilia e che durerà alcuni anni, per verificare se in Emilia Romagna ci sono le condizioni per ottenere una certificazione di sostenibilità territoriale nelle aree delimitate dalle Dop e limitatamente al settore vitivinicolo. Spiega il Presidente Sciolette: «Sarebbe una delle prime, se non la prima, a livello nazionale che certifica non un singolo prodotto o una singola azienda, bensì un intero comparto regionale. Sarebbe uno strumento molto importante e un riconoscimento a favore dei tantissimi produttori che da anni s'impegnano per migliorare le tecniche colturali e per proteggere l'ambiente. Oltretutto, potrebbe rappresentare una forte leva di marketing sia verso il mercato nazionale sia verso quello internazionale».
«Quello di Enologica è oramai un format consolidato, frutto della grande esperienza di Enoteca Regionale Emilia Romagna nell'organizzazione e gestione di eventi a livello internazionale - chiarisce il Direttore di Enoteca Regionale, Ambrogio Manzi -. Oltre alla parte espositiva, Enologica è anche un importante momento d'incontro fra i produttori e gli addetti al settore. Anche quest'anno, infatti, sono attesi molti ristoratori, enotecari, giornalisti italiani e stranieri e ovviamente tanti wine lovers, che sempre più hanno conoscenza approfondita dei nostri vini capaci di presentarsi al pubblico con una qualità crescente e una diversificazione di prodotti che in Italia non ha eguali».
Enologica, inoltre, ogni anno non manca di riservare anche una chiave di lettura del tutto originale del territorio e del mondo del vino. Quest'anno, infatti, a Enologica saranno protagoniste anche le creature fantastiche, ovvero la rappresentazione popolare della natura, delle paure, dei sogni, delle cose "inspiegabili" e familiari della storia dell'uomo, un patrimonio di storia e tradizioni tramandato oralmente fino a noi. Come si legge nell'introduzione del catalogo, scritta dal curatore di Enologica Giorgio Melandri: "[...]Noi siamo per un racconto "quotidiano", pieno di cose vere, di gente e storie. [...].. Il racconto del vino vive dentro alle giornate della gente e noi abbiamo il dovere di lasciarcelo. Siamo una regione dove è il quotidiano a essere straordinario, dove un fosso può nascondere una creatura fantastica, dove un albero può nascondere un segreto, dove un vino può raccontare tante storie".
Informazioni per il pubblico: tel. 0542.367700, cell. 347.5125365 (durante la manifestazione)
www.enologica.org Facebok: Enologica con #enologica2017
Orario di apertura: sabato e domenica 11:00 – 20:00, lunedì 11:00 – 19:00. Ingresso 20 €.
Lievitati da favola. Sfida all'ultimo morso. Parma Città creativa della gastronomia Unesco, sarà la capitale di una singolare sfida enogastronomica per la VI edizione della "Tenzone del Panettone".
Parma, 14 novembre 2017.
I più importanti maestri pasticcieri, italiani e non, si sfideranno a suon di lievitati per eleggere il "migliore Panettone del 2017". La manifestazione, giunta quest'anno alla VI edizione, è patrocinata dal Comune di Parma e si svolgerà sabato 18 e domenica 19 novembre a Parma presso il Circolo il Castellazzo.
Grazie al successo delle passate edizioni, la Tenzone 2017 si presenta in veste rinnovata e arricchita, con due giornate di eventi per valorizzare e conoscere uno dei protagonisti dell'arte pasticcera italiana: il panettone, che con creatività sta diventando sempre più un dolce per tutto l'anno.
La due giorni della Tenzone prevede diversi momenti con esposizione di prodotti, degustazioni, show-cooking, incontri.
Un parterre stellare di maestri pasticceri che si sfideranno attraverso gli oltre 120 panettoni in gara, suddivisi nelle due categorie di "Panettone tradizionale" (che segue le rigide regole del disciplinare) e "Panettone Innovativo" (che lascia libero spazio alla creatività dei pasticcieri).
Sabato 18 ci sarà una preselezione dei panettoni in gara, nella quale verranno selezionati i 25 panettoni che accederanno alla finalissima.
Domenica 19, i panettoni finalisti verranno sottoposti al giudizio di una commissione di cinquanta esperti tra gastronomi, giornalisti ed accademici della pasticceria.
Durante la 2 giorni di gara sarà possibile assaggiare i panettoni in gara in abbinamento ai deliziosi vini offerti dalla cantine partner della manifestazione. Sarà possibile inoltre assistere a conferenze e show cooking, incontrare i maestri pasticceri e acquistare i loro prodotti.
Ecco i 66 maestri pasticceri partecipanti dell'edizione 2017, provenienti da tutte le regioni d'Italia:
22 Maestri: Marco Antoniazzi, Silvio Bessone, Corrado Carosi, Davide Dall'Omo, Luca Diana, Denis Dianin, Mario Fiasconaro, Salvatore Gabbiano, Fabrizio Galla, Stefano Gatti, Angelo Grippa, Gerri Labbate, Daniele Lorenzetti, Massimiliano Malafronte, Giuseppe Mancini, Ezio Marinato, Diego Poli, Mauro Scaglia, Attilio Servi, Valter Tagliazucchi, Andrea Urbani, Gabriele Vannucci.
32 Big: Pascal Barbato, Fabio Bardelli, Francesco Borioli, Rocco Calciano, Nico Carlucci, Francesco Luigi Carusi, Antonio Cera, Gabriele Ciacci, Luigi Cumuniello, Mario D'oria, Marica Durante, Vincenzo Faiella, Antonio Follador, Antonio Gargiulo, Luigi Giannotti, Nicola Guariglia, Nicola Guerra, Alessandro Marigliano, Annibale Memmolo, Luigi Morsella, Giovanni Parete, Tommaso Perrucci, Sergio jr. Pontoni, Cristiano Quagliotti, Antonio Raimondo, Antonio Ranieri, Roberto e Francesco Rigacci, Diego Santerini, Paolo Sarto, Alessandro Slama, Marco Zatti, Lorenzo Zuccarello.
6 Junior: Pasquale Bevilacqua, Laura Coletti, Alessandro Gaido, Orlando Guzman, Angelo Mattia Tramontano, Raffaele Vignola.
6 Pastry Queen: Silvia Boato, Marica Durante, Eleonora Franco, Pina Toscani, Claudia Tosello, Paola Ziliani.
Per rimanere sempre aggiornati sull'evento o ricevere maggiori informazioni vi invitiamo a seguire la pagina Facebook della manifestazione www.facebook.com/tenzonedelpanettone
Per accedere alla 2 giorni di manifestazione gratuitamente è sufficiente accreditarsi cliccando sul seguente link: goo.gl/forms/nOHteGOM0Nj8g44S2
inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.