Proseguono le attività di controllo condotte dagli agenti dei settori Sicurezza urbana e territoriale del Comando di Polizia Municipale di Piacenza: ventuno le persone controllate e tre sanzioni comminate per commercio abusivo.
Piacenza, 29 gennaio 2016
Dai primi giorni di gennaio, sono stati effettuati 32 servizi di prevenzione e controllo per la presenza di parcheggiatori e venditori abusivi. Nel contempo, sono stati eseguiti dieci sequestri di merce di vario genere, di cui uno con rilevanza penale riferito ad articoli di pelletteria con il marchio contraffatto, ad altrettanti venditori che proponevano i prodotti ai passanti nelle aree di parcheggio adiacenti ad attività commerciali e all'Ospedale Civile. L'attività di controllo è stata estesa anche a tutta la zona del centro storico. Ventuno le persone controllate e tre sanzioni comminate per commercio abusivo.
Verbalizzato, inoltre, l'allontanamento di cinque questuanti, nei pressi del centro storico e di esercizi commerciali. Controlli a tappeto, infine, contro i parcheggiatori abusivi: uno di questi è stato sorpreso in pieno centro a Piacenza ed è stato sanzionato ai sensi dell'articolo 7 del Codice della Strada, per esercizio abusivo dell'attività di posteggiatore e guarda-macchine.
Il consigliere Bertani chiede se il Garante regionale dei detenuti si è occupato del caso messo in risalto dalla trasmissione "Le Iene" e se sia o meno a conoscenza di altre situazioni di analoga gravità. La puntata ha riportato e reso pubbliche alcune registrazioni effettuate da un detenuto nel carcere di Parma. -
Parma, 28 Gennaio 2016
La trasmissione televisiva "Le Iene", ha dedicato un servizio televisivo per parlare della situazione vigente all'interno delle carceri italiane. La puntata ha riportato e reso pubbliche alcune registrazioni effettuate da un detenuto nel carcere di Parma in merito a colloqui intercorsi fra alcuni agenti della polizia penitenziaria. Proprio queste testimonianze sono ora oggetto di un'interrogazione presentata da Andrea Bertani (M5s).
Si tratta di registrazioni ottenute di nascosto da un condannato per violenza sessuale, che dichiara di essere stato ripetutamente picchiato durante la detenzione. Secondo il consigliere, farebbero emergere "una situazione nel carcere di Parma di intimidazioni, minacce e omertà su presunti episodi di violenza perpetrati dagli agenti di polizia penitenziaria che avrebbero perfino indotto il ministro della Giustizia a inviare degli ispettori".
In base a questi presupposti, Andrea Bertani chiede alla Giunta regionale "se il Garante regionale dei detenuti si sia interessato al caso e se nel corso della sua attività di vigilanza sulle condizioni di vita e di salute delle persone detenute" abbia avuti riscontri di situazioni simili a quella di Parma.
(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link:www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )
Inseguimento e scazzottata da far west in via Langhirano dove un ladro è stato 'arrestato' dai clienti di un bar. Gli agenti intervenuti per la segnalazione del furto di bicicletta si sono trovati davanti a un gruppo di persone che avevano accerchiato il malvivente.
di A.K.
Parma, 28 gennaio 2016
Ha anche preso a cazzotti il legittimo proprietario, il ladro di biciclette che ieri ha tentato il furto del mezzo incustodito. Ha cercato di fuggire, ma è stato solo una vana ricerca di salvezza, perché un manipolo di persone lo ha accerchiato per consegnarlo alla polizia.
Ieri gli agenti sono intervenuti in via Langhirano per la segnalazione del furto di bicicletta, ma al loro arrivo si sono trovati davanti a un gruppo di persone che avevano accerchiato il malvivente.
L'autore del furto è un facinoroso ventenne italiano che, poco prima, aveva cercato di prendere velocemente una bici, lasciata momentaneamente incustodita.
Il suo tentativo è stato notato dal proprietario il quale non ha esitato a inseguire il ladro, raggiungendolo dopo qualche metro.
Il mariolo ha prima negato l'evidenza e poi ha colpito violentemente il viso del suo inseguitore con un pugno.
E' stato a questo punto che alcuni avventori di un esercizio pubblico nelle vicinanze, dopo aver visto la scena, non hanno esitato a intervenire in difesa del derubato bloccando di fatto il ladro fino all'arrivo delle volanti.
Il ladro è stato arrestato per rapina impropria.
E' stata trovata presso la foce del Trebbia da un uomo che stava facendo jogging ed è stata subito soccorsa dal 118. Sul caso indagano i Carabinieri e la Questura. Dai primi accertamenti la minorenne sarebbe stata vittima di una violenza sessuale di gruppo.
Di Manuela Fiorini
Piacenza, 28 gennaio 2016
Stava facendo jogging sull'argine del Po, quando, nei pressi della foce del Trebbia, gli si è presentato davanti agli occhi una scena sconcertante: una ragazza seminuda, legata con del nastro da pacchi e in stato di choc, immobile tra la vegetazione. Immediatamente sono scattati i soccorsi. La giovane, che sarebbe riuscita a pronunciare solo poche parole, è stata portata all'ospedale dagli operatori del 118, mentre Carabinieri e Polizia stanno indagando su quanto possa esserle successo e perché la ragazzina di diciassette anni si trovasse sull'argine.
Secondo le prime ipotesi, potrebbe essere stata vittima di una violenza di gruppo. Dalle sue prime dichiarazioni, ancora al vaglio delle Forze dell'Ordine, sarebbe stata violentata da tre persone.
Accanto alla giovane, oltre al nastro da pacchi utilizzato per immobilizzarla, sono stati ritrovati anche i suoi vestiti. Non si tratta di abbigliamento sportivo, quindi, è presumibile che la ragazzina sia stata abbordata altrove dai sui aguzzini, che l'avrebbero poi portata sull'argine per consumare la violenza. Ulteriori sviluppi si avranno appena la giovane si sarà ripresa dallo stato di choc e potrà parlare con gli inquirenti.
Presi di mira i commercianti dei piccoli centri della Bassa Parmense. A Roccabianca è stato bloccato un uomo di origini marocchine. Faceva parte di una banda di imbroglioni che cercavano di smerciare soldi falsi. I suoi complici sono in fuga...
Di A.K.
Roccabianca (PR) 28 gennaio 2016
I tre extracomunitari avevano preso di mira i commercianti dei piccoli centri della Bassa.
Convinti di riuscire a smerciare con maggiore facilità pezzi da cento euro falsi nei paesi del Parmense, si aggiravano a bordo di un'auto rubata in provincia di Pavia.
La truffa non è riuscita del tutto e dei tre stranieri ne è stato bloccato uno, dopo un pomeriggio di ricerche, dai carabinieri della Stazione di Roccabianca e dalla polizia municipale del Corpo unico delle Terre verdiane, grazie alla collaborazione di numerosi cittadini insospettiti.
Martedì pomeriggio, a Ragazzola, il sistema di telecamere dell'Unione Terre Verdiane aveva immortalato il passaggio di una Hyundai rubata alcuni giorni addietro.
I controlli scattati subito dopo la segnalazione hanno permesso alla locale stazione carabinieri di accertare che due persone sospette, scese dall'auto rubata, avevano cercato di spendere delle banconote da 100 euro, false, a commercianti del posto.
I carabinieri di Roccabianca hanno allora individuato uno dei due malviventi mentre scappava, a piedi, nei campi circostanti il paese. La fuga e le conseguenti ricerche sono durate diverse ore mentre gli altri due complici sono riusciti ad allontanarsi con il veicolo rubato.
I rinforzi giunti dalle limitrofe stazioni carabinieri di San Secondo, Busseto, Fontanellato e Sissa Trecasali, gli agenti della polizia municipale ed il contributo della popolazione della zona hanno permesso di rintracciare, dopo circa tre ore, il fuggiasco mentre tentava di prendere un autobus per allontanarsi dalla zona.
Appena acciuffato l'uomo, privo di documenti, ha riferito di essere di origine marocchina e di dimorare in provincia di Milano.
Dopo l'identificazione ed il fotosegnalamento lo straniero è stato quindi denunciato per spendita di denaro falso e ricettazione di auto rubata in concorso con altri soggetti.
L'operazione conclusa ieri ha permesso di evitare lo smercio di banconote false (una di queste è stata sequestrata) dimostrando ancora una volta l'efficacia della collaborazione sul territorio tra le forze
Diversi gli interventi operati dall'Arma con arresti e denunce, sono ancora tanti i casi di vittime di truffe da parte di persone con false identità. Per arginare il crescente fenomeno delle truffe dei falsi avvocati e carabinieri ai danni di anziani i carabinieri spiegano come fare.
Di A.K.
Parma, 28 gennaio 2016
L'informazione anti-raggiro dei carabinieri sta funzionando. Eppure, sono ancora tanti i casi di vittime di truffe da parte di persone con false identità. I più colpiti sono persone indifese e spesso ingenue, come gli anziani.
Nonostante la capillare azione divulgativa da tempo avviata dai Carabinieri in Emilia Romagna - e in parte del Triveneto - ed il coinvolgimento in tale attività delle parrocchie e dei Comuni, continuano a registrarsi casi in cui falsi appartenenti all'Arma e sedicenti avvocati avvicinano persone anziane, dicendo di avere familiari coinvolti in incidenti stradali o altri eventi particolari, per poi chiedere soldi o anche oggetti in oro in cambio di asseriti provvedimenti da assumere per soccorrere i congiunti in difficoltà.
L'operato concretizzato dai carabinieri per informare i cittadini sull'odioso fenomeno ha già portato a risultati concreti, in quanto in molti episodi gli anziani, posti a conoscenza del comportamento truffaldino dei citati malviventi, hanno reagito chiamando subito il 112, non accettando di consegnare denaro. Diversi sono stati anche gli interventi operati dall'Arma con arresti e denunce. Ma per evitare che altri episodi possano ripetersi, si rende necessario che l'informazione arrivi in ogni abitazione, al fine di sensibilizzare adeguatamente tutti gli anziani ed i loro familiari, invitandoli a telefonare subito al 112, senza mai consegnare valori ai soggetti che si presentano con la falsa identità di "Maresciallo dei Carabinieri", "Avvocato" o anche appartenente ad altro Ente Pubblico (ENEL, POSTE, AZIENDA DEL GAS, sedicente Medici, Poliziotti, Finanzieri ed altri ancora). In presenza delle singolari richieste, chiamare tempestivamente il "112".
Dopo le segnalazioni, gli uomini della Squadra mobile sono riusciti a cogliere in flagranza un maghrebino che spacciava eroina in alcuni punti di Parma. -
di AK
Parma, 28 gennaio 2016
C'è voluto un lungo appostamento, dopo alcune segnalazioni di residenti allarmati, per cogliere in fallo uno spacciatore maghrebino, trovato con addosso 23 confezioni di eroina.
I residenti attorno a Parco Martini, stanchi e preoccupati per il giro di vendita e consumo che aveva preso piede nella zona, hanno fornito una dettagliata descrizione di ciò che avveniva da tempo in quel punto della città.
Gli uomini della Squadra Mobile hanno cominciato un servizio d'osservazione.
La puntuale descrizione fornita ha effettivamente consentito di individuare immediatamente l'uomo che aveva preso l'abitudine di arrivare al 'lavoro' a parco Martini intorno alle ore 13:00 e, dopo alcuni minuti, di allontanarsi a piedi.
Gli agenti hanno riconosciuto in lui uno spacciatore di origini tunisine operante anche nei borghi di Oltrettorrente e hanno capito che, dopo il sopralluogo della sua "piazza di spaccio", stesse andando a recuperare la merce.
Così lo hanno pedinato e, giunti nei pressi di un'area verde tra via San Bruno e la tangenziale Nord, hanno notato che si chinava su di un cespuglio per recuperare un involucro che ha messo in tasca.
I poliziotti si sono lanciati verso l'uomo che, accortosi della loro presenza, ha tentato la fuga lungo strada San Bruno.
Solo al termine di una lungo inseguimento l'uomo è stato raggiunto e bloccato.
Sofiane Gasmia, tunisino di 40 anni, irregolare, è stato perquisito e trovato in possesso di un involucro in cellophane con all'interno 23 confezioni in cellophane termosaldato, di colore blu, contenenti eroina, del peso lordo complessivo di circa 23 gr., nonché della somma in contanti di 360 euro probabile provento dell'attività di spaccio.
Sofiane Gasmia è stato arrestato con la contestazione di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, e trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura, in attesa della celebrazione del giudizio direttissimo.
Polizia provinciale, vigili del fuoco e Servizio Veterinario dell'Ausl sono stati impegnati nelle non semplici operazioni di recupero: narcotizzata e recuperata una pezzata di 5 quintali scappata da un'azienda agricola e finita in un canalone nei pressi di Semiago di Casina. -
Reggio Emilia, 27 gennaio 2016
- in fondo al testo il video della cattura -
Scappata lunedì sera da una azienda agricola, ha dato il via ad una battuta di caccia alla mucca sul nostro Appennino.
Polizia provinciale, vigili del fuoco e Servizio Veterinario dell'Ausl sono infatti stati impegnati nelle non semplici operazioni di recupero di un bell'esemplare di pezzata da latte di 4 anni (e 5 quintali di peso...), finita in un canalone nei pressi di Semiago di Casina.
I proprietari, dopo averla inseguita a lungo, non sono infatti riusciti a riprendere la mucca, che era molto agitata e aveva raggiunto una zona piuttosto impervia.
Il Servizio Veterinario ha quindi ritenuto necessario richiedere l'intervento della Polizia provinciale per effettuare la telenarcosi dell'animale e così, di buon'ora, agenti di Reggio e del nucleo della Montagna si sono recati a Semiago dove – coordinati dall'ispettore capo Gianluca Dalla Porta – hanno sedato la mucca sparandole la dose farmacologica predisposta dal veterinario dell'Ausl Dallari. Verso le 11 di ieri, grazie anche all'ausilio dei vigili del fuoco, la mucca ha fatto ritorno nella stalla: si trova in ottime condizioni e riprenderà a fare latte.
Sono tracciate con un pennarello e sono probabilmente opera di vandali. La prima risale a circa due mesi fa, la seconda è apparsa ieri. Lo sdegno in una nota congiunta di Rita Borsellino, presidente del Centro Studi dedicata al fratello, e Giuseppe Schena, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. -
Di Manuela Fiorini
Carpi (Mo) 26 gennaio 2016
"L'indifferenza uccide ogni giorno". "Allora vi uccido". "Paolo vive". "No, è morto". La prima e la terza sono le frasi che fanno parte del murales che la città di Carpi, grazie all'impegno di giovani e volontari, ha realizzato per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i giudici uccisi dalla mafia nelle stragi di Capaci e via D'Amelio. Le altre sono parole aggiunte con un pennarello che qualche vandalo si è divertito a tracciare, sfregiando un simbolo di lotta alla mafia, sacrificio e legalità per le generazioni presenti e future.
La prima scritta risale a circa due mesi fa ed era comparsa nei giorni in cui Rita Borsellino, sorella di Paolo, era a Carpi, il 27 novembre, per inaugurare la prima sede del Centro Studi Documentazione e Ricerca "Paolo Borsellino", la prima in Italia fuori dalla Sicilia. La seconda, invece, è più recente.
"Stigmatizziamo quelle scritte di inaudita gravità", fanno sapere sdegnati in una nota congiunta Rita Borsellino, presidente del Centro Studi dedicata al fratello, e Giuseppe Schena, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, che ha collaborato alla nascita del centro, "perché vanno a sfregiare la memoria di alcuni uomini che, oltre ad un indubbio esempio di probità e dirittura morale, rappresentano anche uno tra i più importanti simboli di impegno civile del nostro recente passato. Salvaguardarne la memoria e coltivarne l'eredità non è impresa di poco conto, perchè ha a che vedere con il nostro presente e, soprattutto, con il nostro futuro, sol che lo si desideri all'insegna di legalità, giustizia e diritti".
E aggiungono - "Poco importa che dietro gesti così vigliacchi e incivili si celi l'intento di lanciare un segnale intimidatorio o che si tratti invece del gesto scriteriato e balordo di qualche sprovveduto inconsapevole della valenza dei dipinti che ha deturpato. Fatto sta che questo atto testimonia, insieme ad altri restituiteci dalla cronaca giudiziaria, come vi sia più che mai necessità di un serio e duraturo impegno nel sensibilizzare soprattutto tra le giovani generazioni a una cultura della legalità e del rispetto. Rispondiamo dunque agli atti che feriscono e vilipendono quelle che sono memoria ed eredità di chiunque abbia a cuore le sorti della nostra democrazia non tanto con una sterile indignazione, quando con rinnovata determinazione nel proseguire nell'opera di contrasto alla cultura mafiosa, stringendo saldamente nelle nostre mani quel testimone che Paolo e Giovanni ci hanno consegnato con la loro scomparsa. Siamo, se possibile, ancor più fermi di prima nel nostro comune intento, così come siamo certi lo siano la stragrande maggioranza dei membri della comunità."
Mentre il sindaco di Carpi Alberto Bellelli promette che le scritte vandaliche saranno presto cancellate, parole di sdegno arrivano anche dal senatore Pd Stefano Vaccari, membro della Commissione Antimafia, dai deputati Manuela Ghizzoni, Edoardo Patriarca e Davide Baruffi e dall'assessore alla legalità della Regione Emilia Romagna Massimo Mezzetti, che si uniscono a quelle di tanti cittadini indignati.
E' stato fermato nella zona di via Roma. Alla guida un trentenne rumeno denunciato per ricettazione e porto abusivo di attrezzature da scasso. Gli agenti hanno notato all'interno del bagagliaio un computer portatile, una stampante e circa 5 kg di rame di cui l'uomo non ha saputo spiegare la provenienza. -
Piacenza, 25 gennaio 2016
L'alt all'Alfa Romeo di cui era al volante gli è stato intimato dagli agenti della pattuglia territoriale in servizio nella zona di via Roma, nella mattina di giovedì 21 gennaio. Per il conducente, un trentenne rumeno residente in provincia di Bari, è stato l'inizio di una serie di accertamenti che hanno portato alla denuncia per ricettazione e porto abusivo di attrezzature da scasso.
Già alla prima richiesta di fornire la carta di circolazione e la carta verde di assicurazione del veicolo con targa della Romania, l'uomo ha dichiarato di non esserne in possesso. Dalle successive verifiche eseguite sul telaio, è emerso che l'auto non era stata radiata dai registri italiani.
Accompagnato al Comando di via Rogerio per la stesura dei verbali di violazione agli articoli 103, 172 e 180 del Codice della strada – obblighi per la reimmatricolazione all'estero, uso delle cinture di sicurezza, possesso dei documenti di guida e circolazione – il trentenne ha dichiarato di non poter provvedere nell'immediato al pagamento delle sanzioni contestategli. Di qui, come previsto dall'articolo 207 del Codice della strada, la rimozione del veicolo con carro attrezzi, ai fini del fermo amministrativo.
Mentre il giovane recuperava i propri effetti personali, gli agenti hanno notato all'interno del bagagliaio un computer portatile, una stampante e circa 5 kg di rame di cui l'uomo non ha saputo spiegare la provenienza. Nella parte laterale del portabagagli, inoltre, erano presenti alcuni oggetti atti allo scasso, la cui detenzione, allo stesso modo, non era giustificabile. Tutto il materiale è stato sequestrato e per il trentenne è scattata anche la denuncia per ricettazioni e porto abusivo di attrezzature da scasso.
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