Le CUN si confermano riferimento nazionale per il mercato delle materie prime suinicole. Un successo che si deve all'attività istituzionale della Camera di Commercio di Parma e alla fattiva collaborazione con Assica -

 

Parma, 14 aprile 2014 –

Sono passati tre anni dall’avvio dei lavori delle Commissioni Uniche Nazionali “tagli di suino” “e grasso e strutto” istituite in esecuzione del Protocollo d’intesa suinicolo, sottoscritto dal tavolo tecnico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il 5 dicembre 2007. Le Commissioni sono ospitate dalla Borsa Merci di Parma ogni venerdì, dal 15 aprile 2011. 

 

“La scelta di Parma si conferma vincente. L’appuntamento del venerdì mattina presso la Borsa merci della città emiliana è diventato una consolidata abitudine per gli operatori del settore, segno che le CUN dedicate ai tagli e ai grassi si sono ormai imposte come riferimento nazionale per il mercato delle materie prime suinicole” ha dichiarato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente Confindustria).

 

“Questi tre anni sono stati intensi e pieni di attività. La nostra Borsa Merci di Parma, sede della Commissione Unica Nazionale “tagli di suino”, è diventata in questi anni sempre più il luogo dove gli operatori del settore, oltre a seguire le trattive del mercato,  possono usufruire di innumerevoli approfondimenti, convegni e seminari su molti aspetti legati alla filiera suinicola.  Temi trasversali, che hanno attirato oltre agli operatori del settore anche pubblici più diversi, come i giornalisti che spesso hanno seguito e raccontato sulle riviste di settore i temi proposti”

ha affermato Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma.

 

Ben nove i convegni organizzati fino ad ora. Tutti di temi di grande attualità e di interesse per il settore. 

23 giugno 2011 - Assemblea Assica

21 ottobre 2011 “Le prospettive della filiera suinicola: trend economici e novità normative in Italia e in Europa”

8 giugno 2012 - Convegno “Filiera suinicola: andamenti economici e azioni di supporto”

19 ottobre 2012 - Incontro “una opportunità per le imprese: i servizi finanziari e assicurativi agevolati di BMTI” e seminario di approfondimento “Art. 62: approfondimenti applicativi dopo il parere del Consiglio di Stato”

9 Novembre 2012 – Seminario “Si può vivere senza ossigeno? I salumi pre‐affettati tra aspetti tecnologici e novità normative”

24 maggio 2013 – Seminario “Impiego degli additivi alimentari nei prodotti a base di carne e Presentazione Linee guida per involucri” 

20 settembre 2013 - Convegno internazionale “I salumi del futuro: tra innovazioni tecnologiche e sfide salutistiche”

14 febbraio 2014 - “Sicurezza alimentare e prodotti a base di carne: la ricerca pubblica al servizio delle imprese”

7 marzo 2014 - “Le novità normative del 2014”

 

Convegni che hanno consentito di attivare importanti sinergie con altri soggetti legati alla filiera suinicola, tra cui: Borsa Merci Telematica, CLITRAVI - Liaison Centre for the Meat Processing Industry, Commissione Europea – DG Sanco, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Fiere di Parma, Cibus Tec Industry, Ministero della Salute, Centro Ricerche Economiche sulle Filiere Suinicole,  PHYTOME Consortium (FP7 Project),  Maastricht University, Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari.

Ricordiamo che le Commissioni Uniche Nazionali formulano previsioni sull’andamento atteso dei prezzi nella settimana successiva per tutto il mercato nazionale. Ciò le differenza dalle Borse merci che rilevano a posteriori di prezzi all’ingrosso di merci che, per volume delle contrattazioni, rivestono localmente particolare importanza sul territorio provinciale delle singole Camere di Commercio. 

Dopo l’esperienza positiva delle due CUN, da fine 2012, sono state istituite, presso la Borsa Merci di Parma le quotazioni all’ingrosso dei rispettivi prodotti tutelati (in particolare la Mortadella Bologna IGP, i Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, lo Zampone Modena IGP, e il Cotechino Modena IGP) oltre che le quotazioni dei rispettivi prodotti generici.

Questa è una conferma del fatto che struttura, posizione, mercato e concentrazione degli operatori fanno di Parma e della sua Borsa Merci la location naturale di trattative e rilevazione prezzi.

 

 

ASSICA - Associazione Industriali delle Carni

ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

 

 

La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma

La Camera di Commercio di Parma, nata nel 1814, è una delle più antiche d'Italia. Oggi vi sono iscritte oltre 47.000 aziende, delle quali circa 43.500 attive (quasi una ogni 10 abitanti). 

L'Ente è in particolare impegnato nella promozione economica con servizi mirati alla crescita e al successo dell’imprenditoria locale sui mercati interni e internazionali, attraverso contributi e sostegno all’accesso al credito per lo sviluppo competitivo delle PMI; nel diffondere la cultura dell’innovazione; nel rafforzare il sistema infrastrutturale del territorio. Per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese, realizza missioni di imprenditori parmensi in mercati esteri, ospita a Parma delegazioni di operatori stranieri, e organizza partecipazioni collettive di imprenditori locali a fiere all’estero. 

La Cciaa gestisce direttamente due strutture al servizio delle imprese: la Borsa merci, nel Centro Agroalimentare di Parma, specializzata nel negoziare prodotti di punta del territorio come materie prime agricole, prodotti zootecnici e dell'industria alimentare; e il Centro congressi. 

E' fra i fondatori e socio rilevante della Borsa Merci Telematica.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Assica)

 

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 15 14 Aprile 14

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 15 - 14 Aprile 14

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 15 14 Aprile 14

SPECIALE VINITALY

1.1 editoriale

Grillini (non) parlanti. Obiettivo l’Europa.

3.1 Vinitaly 2014

La soddisfazione di espositori e buyer.

4.1 riso

L'Italia esporta riso in...Cina

5.1 Lattiero Caseario

“Parmigiano” in Flessione. 

6.1 parmigiano reggiano 

Parmigiano Reggiano protagonista in USA, Canada e Gran Bretagna 

7.1 Presenze record 

Vinitaly supera 155.000 visitatori (+6%) e cresce l’estero al 36% del totale

7.2 Sfida export  

Il primo Presidente del Consiglio a Vinitaly. Matteo Renzi

8.1 export dove?

Vinitaly, fotografia dell’export degli espositori

9.2 ocm vino

OCM, esaurite le risorse

10.1 export e gdo

GDO USA e UE sempre più interessate al vino italiano

10.2 marche

Marche: export boom per il verdicchio

11.1 expo2015 

Expo2015: a Veronafiere l’incarico di allestire il padiglione del vino. 

13.1 vinitaly 6-9 aprile                         Bagno di folla all’inaugurazione di Vinitaly 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica, 13 Aprile 2014 12:03

L'Italia esporta riso in...Cina

 

 

Ora è Taiwan che "si mette di traverso" ed a farne le spese sono i nostri produttori di olio e di riso (curiosa la notizia! esportiamo in Cina).

 

Parma 12 aprile 2014 - 

La Repubblica di Cina (quella arroccata nell'isola di Formosa dai tempi della Rivoluzione di Mao) in realtà pare non abbia in animo nessuna ritorsione verso l'Italia.

E di motivi ne avrebbe: mentre Obama apre le porte alla Cina di Taipei scatenando, per farla entrare, Michael Lawson, suo rappresentante in seno alla Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (ICAO), così da equiparare Taiwan a tutti gli altri Stati, l'Italia nega uno spazio fra le Nazioni all'EXPO 2015 per compiacere la Cina continentale (che invero fa grossi affari con l'"antagonista" taiwanese e che gli ha riservato un posto di rango "sovrano" nella precedente Expo, tenutasi a Shanghay nel 2010).

Tutto lascerebbe supporre che si tratti di una piccola vendetta  ma la realtà pare essere un'altra: quanto all'olio, Taipei, a seguito di un incontro tra esperti chimici italiani con i colleghi tecnici del Ministero della Salute di Taiwan e l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese (ex ICE) di Taipei ha comunicato che il Governo taiwanese avrebbe accettato le analisi chimiche sulla "clorofillina cuprica"  (che è un colorante)  esclusivamente se effettuate dalle ASL italiane e non da altri laboratori europei; si tratta di 7.000 tonnellate di olio di oliva annualmente importato a Taiwan, per un valore stimato di circa 62 milioni di euro per 50/60 per cento di provenienza italiana.

Una soluzione semplice, basta che le analisi siano effettuate in Italia, dalle ASL e non commissionate all'estero...

Stesso discorso per il riso la cui importazione dall'Italia anch'essa bloccata a Taiwan per una controversia sulla presenza di pesticidi.

In realtà ancora una volta la neglittosità è tutta italiana.

Basterebbe che l'Italia mantenesse i propri impegni, (nel nostro caso di riunire il "Foro italo-taiwanese di cooperazione economica, industriale e finanziaria" che è la sede ordinaria di discussione, tra il nostro Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'economia di Taiwan) per chiarire fra le parti i problemi che di volta in volta sorgono, ora, quelli dell'olio e del riso.

Taiwan per quanto non paragonabile come mercato alla Cina comunista, non è del tutto isolata a livello internazionale (ad esempio, la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con Taipei non con Pechino e così 23 nazioni al mondo).

Ed anche nel nostro Paese non mancano gli amici di Taiwan posto che fioccano le interrogazioni parlamentari a difesa delle piccola isola di Formosa e, soprattutto, dei produttori italiani in questo caso.

Oltre trenta parlamentari con diverse iniziative hanno richiesto ai Ministri responsabili (Esteri e Sviluppo Economico) di prendere posizione.

Per ora senza  risultato: debole con i forti e forte con i deboli sembra essere il leitmotiv della politica economica estera dell'Italia.

Ed intanto gli esportatori di riso e di olio possono attendere.

 

 


  

Ai candidati a sindaco del territorio: le proposte delle imprese per il rilancio dell’economia modenese  -

 

Modena, 11 aprile 2014 -

 

“La priorità è ridare slancio e nuova competitività al territorio modenese, oggi in affanno. Dal canto nostro come imprenditori ce la stiamo mettendo tutta. Ma occorre anche il fondamentale sostegno della politica”. È questo il messaggio che le Associazioni modenesi aderenti a Rete Imprese ItaliaConfesercenti, Ascom-Confcommercio Fam, CNA, e Lapam-Confartigianato - rivolgono ai candidati a sindaco in occasione delle Elezioni Amministrative 2014. Un messaggio focalizzato sì sui problemi e le criticità vissute da tutti i settori produttivi del territorio, capoluogo in testa, ma che vuol essere un contributo costruttivo, in termini di valutazioni e proposte ai futuri amministratori. 

 

“Valutazioni e proposte quelle delle imprese – esordisce Massimo Silingardi, Presidente di Confesercenti e attuale portavoce di Rete Imprese Italia per Modena - che, non possono prescindere dallo scenario economico nazionale le cui pesanti ripercussioni, continuano a manifestarsi e ad aggravarsi anche nella nostra provincia, in tutti i settori, con la disoccupazione, intorno all’8% e la domanda interna ferma.. Senza contare inoltre, il combinarsi degli effetti negativi di sisma e alluvione: che determinano ancora oggi e per chissà quanto tempo, strascichi pesanti sulla vita di imprese e famiglie rendendo il futuro oltremodo incerto. Sono molte le imprese che hanno compiuto sforzi enormi, malgrado le difficoltà pur di andare avanti. Nonostante le difficoltà finanziarie e di accesso al credito, dovendo fare i conti con procedure complicate, la burocrazia…ma la ripresa stenta a decollare Se la recessione risulta ‘tecnicamente’ finita, restano enormi problemi in ambito locale: il ripristino del PIL perduto richiederà anni così come la ricostruzione dell'indotto produttivo e occupazionale. In alcuni settori del commercio tradizionale la perdita di attività e quindi di occupati saranno da considerarsi definitive. Situazione che nel complesso lascia intravedere il rischio di ripercussioni anche, sulla tenuta sociale del territorio. per questo c’è la necessità di agire, di ridisegnare il welfare locale, intervenire su burocrazia, semplificazione e riduzione della tassazione locale. Ma occorre anzitutto Incentivare e sostenere le imprese e riportare il confronto sul ruolo economico e sociale svolto dalla MPMI (Micro, Piccola e Media Impresa) modenese”.

 

“E' risaputo che imposizione fiscale e burocrazia sono per le MPMI ormai a livelli insostenibili – spiega Umberto Venturi, Presidente di CNA Modenaper questo  le scelte, da parte delle Amministrazioni locali vanno riviste. In primo luogo riteniamo che occorra con determinazione progettare e programmare, forme di esternalizzazione, di sussidiarietà, di integrazione con partner privati nelle modalità di erogazione dei servizi pubblici. Come dimostrano esperienze condotte in alcuni territori, si possono realizzare importanti economie e processi di modernizzazione. La semplificazione amministrativa inoltre deve diventare una priorità per la Pubblica Amministrazione. Così come è necessario ripensare alla funzionalità degli sportelli unici, che non hanno ancora dato i risultati sperati. Da considerare anche le opportunità che potrebbero derivare dalla fusione tra i comuni a partire da minori spese e maggiori risorse per comunità locali e imprese”. Ma è sull'imposizione fiscale che si concentra Venturi: “Gli immobili di proprietà delle imprese ove si svolge attività lavorativa debbano essere esclusi dall'IMU o da altre imposizioni patrimoniali, perché già sottoposti a tassazione sul reddito d'impresa. Discorso analogo per la TASI, che graverà sia sul possessore che sull'utilizzatore dell'immobile. Il suo effetto combinato con l'IMU darà luogo all'ennesimo incremento della tassazione. Chiediamo ai Comuni la non applicazione della TASI sui beni strumentali d'impresa come ha fatto il Comune di Modena. Quanto alla 

 

TARI riteniamo non più rimandabile un confronto con le Amministrazioni. C'è l'esigenza di rivedere i meccanismi che determinano la tariffa per alcune categorie ingiustamente gravate. Siamo quindi disponibili ad affiancare i comuni in un percorso di risistemazione e riordino dell'intera materia con proposte, ed assunzioni di responsabilità”.

 

“La MPMI commerciale, ha risentito pesantemente della crisi: calo degli occupati, mancanza di liquidità, difficoltà di accesso al credito, forte flessione delle vendite, con la recessione che sta influenzando profondamente i consumi. Non è più possibile pensare al commercio in una ottica di ulteriore espansione – spiega Giorgio Vecchi vice presidente provinciale di Ascom-Confcommercio Fam - occorre imboccare la strada della qualificazione dell’esistente. Guardando allo sviluppo e alla valorizzazione dei centri storici non si potrà più prescindere dall’efficacia dell'integrazione tra funzioni commerciali e intrattenimento; dall’importanza di azioni volte alla riqualificazione urbana; dalla necessità di forme di gestione unitaria pubblico/privata degli interventi di valorizzazione. Sarà poi indispensabile focalizzare l’attenzione sugli aspetti di natura promozionale, distinguendo promozione commerciale da quella tout-court del centro. C'è poi il tema dell'accessibilità ai centri storici, per le imprese come pure per i consumatori: il trasporto pubblico è da migliorare, ma occorrono anche parcheggi auto in numero adeguato. Occorre, poi destinare risorse finalizzate al sostengo del commercio nelle zone periferiche per migliorarne l’offerta e prevenire forme di degrado urbano”. Altro aspetto su cui interviene Vecchi, il turismo, “Un settore, che potrebbe avere buoni margini di crescita economica per il territorio. Sarà opportuno ripensare città e territorio in chiave turistica, sviluppando piani di promozione e comunicazione adeguati. Questo comporterà anche la messa in campo di politiche di marketing, tese a delineare in modo chiaro e riconoscibile l’identità del prodotto modenese. Occorre poi investire in percorsi formativi e sostenere la crescita competitiva delle imprese.. Ma prima di tutto sarà fondamentale l'impegno da parte dei Comuni ad abolire la tassa di soggiorno”. 

 

Il manifatturiero è il tema su cui focalizza l’attenzione Erio Luigi Munari, Presidente provinciale di Lapam-Confartigianato: “La crisi dei mercati globali ha messo in ginocchio l’industria manifatturiera locale. Terremoto e alluvione hanno poi ulteriormente aggravato la situazione. Un territorio come quello Modenese non può però stare alla finestra e guardare cosa succede sperando che le cose migliorino. Il patrimonio di conoscenza, la specializzazione, i distretti, le reti, l’export, la formazione, la ricerca, sono elementi ancora fortemente, territoriali. Ed è qui, sul territorio, insieme alle imprese manifatturiere che si riesce a creare quel terreno fertile su cui si basa la competitività modenese. I sindaci non possono ignorare l’importanza di questi fattori. La situazione attuale non ci concede più ritardi o rinvii. Dobbiamo essere consapevoli dell’importanza del manifatturiero quale fattore di crescita, sviluppo, ricchezza”. Elementi questi cruciali  anche in tema di sicurezza e legalità, “Da affrontare in una visione integrata: dal presidio del territorio, al recupero delle aree urbane degradate, all'affermazione delle condizioni di vivibilità. Rispetto al presidio del territorio e all'attività di investigazione e contrasto alla criminalità riteniamo debba essere lo Stato a garantire la sicurezza dei cittadini. Necessario quindi un rafforzamento degli organici di polizia e magistratura soprattutto nel contrasto della criminalità organizzata. Occorre inoltre procedere all'adeguamento agli standard regionali degli organici delle polizie municipali in tutti i comuni, proseguendo al contempo sulla strada della formazione di corpi intercomunali nei territori. Quanto all'abusivismo riteniamo che le Amministrazioni debbono porsi a difesa della legalità e della trasparenza, attivando attraverso la Polizia Municipale tutti i controlli necessari per legittimare il regolare esercizio delle attività, segnalando alla Guardia di finanza i casi in cui si produce illegittimamente reddito.

 

“Come abbiamo già saputo fare in passato, occorre unire le forze per ridare competitività al nostro territorio – conclude Silingardi – e in questo il ruolo della politica è fondamentale. Le prossime elezioni amministrative sono una tappa importante per la collettività modenese sia nel processo di rinnovamento degli organi elettivi, che nella programmazione delle scelte politiche future. Chi andrà a rappresentare i cittadini e le imprese, dovrà assumersi la responsabilità di dare il proprio contributo affinché si ripristinino le condizioni per ricostruire quel benessere basato su rispetto delle regole, attenzione al sociale e grande capacità imprenditoriale che hanno contribuito alla crescita del nostro territorio. La buona politica, e non le sterili contrapposizioni, risulta indispensabile per qualsiasi progetto di crescita sano, stabile e rispettoso delle persona. Rete Imprese Italia vuole continuare ad essere interlocutore attivo e propositivo con le Istituzioni comunali e con chi sarà chiamato a rappresentarle, portando all'attenzione del dibattito pubblico tutto il valore della propria rappresentanza e delle proprie idee.

 

(fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

 

Il salone internazionale dei vini e dei distillati, ha confermato che, nonostante la crisi, il Lambrusco resta uno dei vini più apprezzati e richiesti sui mercati internazionali -

 

Modena, 11 aprile 2014 -

Anche la 48 esima del Vinitaly ha regalato soddisfazione alle cantine modenesi aderenti a Confcooperative. Il salone internazionale dei vini e dei distillati, chiuso mercoledì 9 aprile a Veronafiere, ha confermato che, nonostante la crisi, il Lambrusco resta uno dei vini più apprezzati e richiesti sui mercati internazionali. Sono positivi, pertanto, i commenti delle quattro cantine aderenti a Confcooperative Modena, le quali lavorano il 60 per cento dell'uva coltivata in provincia di Modena.

«Il padiglione dell'Emilia-Romagna e, in particolare, lo stand dei Consorzi dei lambruschi modenesi e reggiani, ha registrato una forte affluenza di pubblico – conferma Carlo Piccinini, vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara – Abbiamo parlato con molti operatori stranieri, soprattutto extraeuropei, interessati a promuovere il Lambrusco nei loro Paesi». «Dopo il ProWein di Duesseldorf, anche il Vinitaly ha confermato il grande interesse per il Lambrusco – dichiara Matteo Torelli, export manager della Cantina Formigine Pedemontana – Abbiamo allacciato rapporti con importatori svizzeri, della Repubblica Ceca, Corea del Sud e Vietnam; si tratta di operatori specializzati che riconoscono la qualità dei nostri prodotti. Continua, poi, il successo del Lambrusco in Giappone, paese nel quale vanno bene il Grasparossa secco e il Pignoletto». «Il Vinitaly è sempre una bella vetrina per il Lambrusco – aggiunge Fabrizio Amorotti, della Cantina Settecani di Castelvetro – Ci conoscono e apprezzano dalla Spagna al Messico al Giappone, anche se abbiamo il problema del prezzo. Per questo dobbiamo spiegare bene le differenze tra i prodotti e far capire agli operatori stranieri che le nostre zone garantiscono il massimo della qualità. Ci chiedono il Lambrusco anche enoteche toscane e lombarde». «Anche per la nostra cantina Vinitaly ha avuto un esito positivo – conclude Villiam Friggeri, direttore della Cantina S. Croce di Carpi – Non sono mancati i contatti con agenti interessati sia al mercato nazionale che ai mercati esteri. La formula che riteniamo vincente per il Lambrusco è l’adesione congiunta delle cantine emiliane che, sotto il patrocinio dei Consorzi del Lambrusco di Modena e di Reggio Emilia, ha permesso a molti visitatori, grazie a un clima accogliente e professionale, di conoscere, degustare e apprezzare liberamente senza limitazioni i nostri Lambruschi nelle loro più differenti proposte territoriali e qualitative».

 

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

 

Giovedì, 10 Aprile 2014 17:13

Parma - Alla scoperta di nuovi mercati

 

Unioncamere e Camere di commercio dell’Emilia-Romagna per l’internazionalizzazione. Workshop sull’India lunedì 14 aprile a Parma -

 

Parma, 10 aprile 2014 -

Puntare sull’internazionalizzazione è una esigenza strategica e indifferibile per le imprese. I dati sulle esportazioni dimostrano come chi riesce a sviluppare affari sui mercati esteri registra performance superiori alla media. Di fronte a mercato interno sempre più asfittico, la Per sostenere le imprese in questo impegno di trovare nuovi spazi, l’Unione regionale e il sistema camerale dell’Emilia-Romagna organizzano un ciclo di seminari territoriali gratuiti volti ad approfondire la conoscenza di nuovi mercati strategici che offrono opportunità di investimento e business. Si tratta di giornate di formazione gratuite curate da esperti che analizzeranno le opportunità dei Paesi e le problematiche societarie, doganali, fiscali, logistiche, commerciali legate alla gestione delle iniziative imprenditoriali. 

Dopo Emirati Arabi-Qatar e Marocco, il terzo appuntamento in collaborazione con la Camera di commercio di Parma in programma lunedì 14 aprile alle ore 9,30 nella sede dell’ente - in via Verdi, 2- è dedicato all’India, mercato che, nonostante il rallentamento della crescita nell’ultimo biennio, presenta significative potenzialità, anche se non privo di una certa complessità. L’Italia è il quarto partner commerciale dell’India tra i Paesi Ue. 

Mentre nella maggior parte delle economie di storica industrializzazione la domanda è ormai stagnante, i consumi indiani continuano a crescere, trainati dal sensibile dinamismo della “aspiring middle class”, il cui reddito medio è in costante aumento. 

Grazie inoltre ad un tasso di alfabetizzazione del 74% è possibile reperire manodopera qualificata e che conosce la lingua inglese, motivo principale per cui in India si è sviluppata una fiorente industria di outsourcing di servizi.

Interverranno Claudio Maffioletti, general manager della Indo-Italian Chamber of Commerce and Industry, Giorgio Traietti di Sace e Pierlugi Venturini di Simest. 

Per partecipare è necessario inviare la scheda di iscrizione reperibile sul sito della Camera di commercio di Parma (www.pr.camcom.it). 

Per informazioni: tel.0521 210203/210280; e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Unioncamere Emilia-Romagna e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nella giornata del 14 aprile le imprese interessate possono richiedere un colloquio con il referente del Desk a Mumbai, Satish Kumar, per l’approfondimento di tematiche specifiche che riguardino l’approccio al mercato indiano o lo sviluppo di un business con il Paese. 

I colloqui individuali hanno la durata di circa 30 minuti ciascuno e si svolgono in inglese. 

 

 

(Fonte: Ufficio Stampa Unioncamere Emilia-Romagna)

 

 

 

Raccolti i pareri di espositori e buyer sia nazionali che esteri.

Verona, 9 aprile 2014. Vinitaly 2014 proficuo per espositori e buyer esteri, soddisfatti della qualità della manifestazione e degli incontri business. A Vinitaly Buyer’s Lounge, la nuova area dedicata ai contatti di affari di Vinitaly, è stato organizzato un fitto calendario di matching commerciale tra selezionati operatori esteri e cantine all’interno dell’area Taste&Buy e continuo è stato l’afflusso all’Enoteca realizzata con i vini appositamente pensati per i mercati internazionali e messi in degustazione dalle cantine che hanno aderito agli appuntamenti b2b. Organizzati da Vinitaly anche gli appuntamenti business per conto di alcune collettive, tra cui Regione Veneto e Sicilia.

 Vinitaly Buerys’ Lounge è un’iniziativa nata dal potenziamento dell'incoming realizzato da Veronafiere in collaborazione Vinitaly International, con i suoi delegati in oltre 60 Paesi e con l'Ice e con il Ministero dello sviluppo economico; quest’ultimo ha permesso la partecipazione di buyer da Australia ed Hong Kong.

Complessivamente l’attività di incoming ha potenziato la presenza di operatori del trade da Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Paesi Balcanici, Romania, Bulgaria, Polonia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Ucraina, Russia, Paesi Baltici, Kurdistan, Paesi Scandinavi, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca, India, USA, Canada, Paesi ASEAN, Corea, Giappone, Cina, Sud Africa, Israele, Camerun, Paesi area Mediterranea, Centro e Sud America e  Australia.

Successo anche per Vinitalybio, l’altra novità di questa edizione di Vinitaly. «Un successo straordinario – ha affermato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio  – che testimonia anzitutto la validità di una scelta che ha puntato sulla certificazione come elemento distintivo e di trasparenza. Presenti durante tutta la durata della manifestazione numerosi operatori e buyer, sia italiani che esteri. Le numerose richieste di adesione per la prossima edizione danno anche la misura del valore della collaborazione fra FederBio e Veronafiere nello sviluppo di un progetto che certamente ha grandi potenzialità».

Grande affluenza nel nuovo padiglione Vininternational, dedicato agli espositori esteri. L’interesse per i vini degli altri Paesi produttori si è evidenziato anche con il “tutto esaurito” delle degustazioni organizzate dalle aziende presenti.

La soddisfazione per i risultati della 48a edizione di Vinitaly si può leggere nelle dichiarazioni rilasciate da alcune importanti cantine espositrici e buyer esteri.

Dichiarazioni espositori

Jacopo Biondi Santi, vincitore del Premio Internazionale Vinitaly 2014 per la sezione Italia e titolare dell’omonima azienda: «Per noi è andata benissimo. Abbiamo visto tutti gli importatori, con una buona presenza dalla Cina al Brasile, dal Canada agli Stati Uniti. Anche sul piano dell’affluenza è stato un Vinitaly da record. Abbiamo avuto afflusso continuo allo stand, nonostante avessimo quadruplicato gli spazi. Si è trattato di visitatori qualificatissimi, anche sul piano italiano e speriamo che sia l’inizio della ripresa del mercato interno».

«Tanta Italia di ottima qualità e molto estero, anche tedeschi» per Chiara Lungarotti, ma anche per Luisa Marinoni, responsabile ufficio marketing Italia di Cavit, questa edizione di Vinitaly si è caratterizzata con «un numero di buyer esteri maggiore rispetto agli altri anni».

Per Marta Gaspari, responsabile marketing di Donnafugata, «le presenze estere sono buone e la manifestazione è andata bene. Vinitaly si conferma una rassegna molto importante, anche rispetto ad altre».

Per Enrico Viglierchio, direttore generale di Castello Banfi: «È stata un’ottima fiera, sia per il mercato nazionale, con una presenza di operatori sempre più qualificati, sia per l’estero, con buyer dagli Stati Uniti e da tutti quei mercati che guardano con interesse al vino italiano. Estremamente positivo l’entusiasmo che si è respirato a questo Vinitaly».

«Crediamo molto in Vinitaly, per noi momento topico dell’anno, esattamente come la vendemmia e l’assemblea dei soci – ha detto Fabio Maccari, direttore generale Gruppo Mezzacorona –. Quest’anno abbiamo deciso di rinnovare totalmente lo stand ed è stato un successo di visitatori italiani ed esteri. Abbiamo presentato due nuovo prodotti e le proposte sono state recepite in maniera entusiastica. Un bilancio più che positivo, anche per effetto di un mercato che ho visto vivace».

Per Michele Bernetti, titolare di Umani Ronchi, «Vinitaly si conferma una manifestazione di livello, con un numero interessante di contatti stranieri, dall’Australia alla Svizzera: fondamentale per noi, che esportiamo il 75% della produzione».

Ivo Basile, direttore della comunicazione di Tasca d’Almerita, esprime un «ringraziamento a Veronafiere per il supporto sul piano logistico, che conferma la grande attenzione verso gli operatori per il buon esito della manifestazione».

«Rispetto allo scorso anno c’è stata una affluenza molto superiore e anche la qualità dei contatti è stata interessante, con operatori inglesi, olandesi, americani, giapponesi – dice Doriano Marchetti, presidente Terre dei Cortesi Moncaro – e si notano una maggiore positività e un interesse crescente da parte dei consumatori».

Per Anselmo Guerrieri Gonzaga, Tenuta San Leonardo: «La manifestazione è andata molto bene e grazie a Vinitaly in quattro giorni si riesce a fare il giro del mondo, un valore aggiunto per chi esporta il 50% della produzione come noi. Sono aumentati gli operatori professionali».

Soddisfazione anche a Vivit, con Federico Pignati, presidente del consorzio Terroir Marche e fra i soci di Aurora: «È stata la nostra prima volta a Vinitaly ed è stata una grande sorpresa per noi. È stato un vero boom per interesse, affluenza, contatti, visitatori italiani ed esteri, con una grande affluenza di buyer da Nordamerica, Germania, Danimarca, Olanda e Nord Europa».

Dichiarazioni buyer esteri

Brad Jensen, fondatore dell’americana Bon Vivant con un giro di affari di 2 milioni di dollari e vendite in molti Stati degli Usa, intervistato durante una delle degustazioni di Taste & Buy, l’iniziativa di Vinitaly all’interno del nuovo International Buyers’ Lounge, ha chiuso accordi con due nuovi contatti: «A New York ma anche in altre città i consumatori stanno scoprendo e iniziano a guardare oltre al Pinot Grigio e al Chianti. Io cerco cantine familiari, biologiche, sostenibili e di tutti i prezzi, fino al top».

Per la canadese Barbara Philip, unica Master of Wine donna del Paese e portfolio manager per la distribuzione e responsabile per le selezioni di vino europei del British Columbia Liquor Branch - Bcldb (con un volume di affari di un milione di dollari), già a Vinitaly nel 2012, il Salone veronese «è un momento importante per conoscere piccoli produttori e per partecipare ai seminari organizzati da Vinitaly, perché è importante imparare e capire i prodotti». Tornerà nei prossimi anni.

Yvonne Cheung, sommelier di Upper House di Hong Kong ha messo l’accento sulla varietà dei vini italiani: «C’è così tanto vino qui a Vinitaly che mi piacerebbe poter rimanere un mese intero. Ho trovato molti vini di tutti i tipi e di tante regioni; esplorare è stato fantastico». Di Hong Kong anche James Elliot Faber, sommelier al Yardbin/Ronin, che «cercherà di essere a Vinitaly ad ogni opportunità, perché ci sono ancora molti vini da conoscere e a cui dare visibilità».

Il grande interesse del mercato di Hong Kong per i vini italiani è testimoniata anche da Christian Pillsbury, managing director di Applied Wines: «Conosco abbastanza bene i vini più noti a livello internazionale, non vedevo invece l’ora di scoprire nuove regioni come Sardegna, Umbria , Calabria, Emilia-Romagna e di conoscere meglio questi vini. Non mi aspettavo però di scoprire cose nuove  delle regioni più famose che già amo. I tasting che ho seguito hanno davvero aperto la mia mente al concetto di qualità. Venire a Vinitaly è stata per me una grande opportunità».

La grande varietà di territori e vini italiani è stata una scoperta anche per Esther Lee, executive director di Amber Wines, aziende distributrice con base ad Hong Kong: «Ho trovato molta più diversità di quanto mi immaginavo. Una volta eravamo orientati sulle regioni vinicole più importanti  d’Italia, ma ora sappiamo molto di più delle regioni meridionali della penisola».

Tra i nuovi mercati di consumo potrebbe essere anche annoverata la Spagna, dove la cultura del vino è radicata ma dove i vini italiani non sono ancora molto conosciuti nella loro grande varietà. Due importatori presenti durante i giorni di manifestazione, Pyrénées (holding da un miliardo di euro con circa 15-20 milioni di vino, attivo nella grande distribuzione di alta gamma) e Good&Quality (specializzata in consumi gourmet con circa 1 milione di euro di fatturato in prodotti vinicoli), hanno definito Vinitaly «impressionante» per tutto quello che offre. Per Rafael Buerba Moreno di Food&Quality, a Vinitaly anche nel 2013, «quest’anno c’è ancora maggiore qualità e quantità dei contatti. La preferenza va verso i piccoli produttori che fanno qualità e per il rapporto più amicale che si può instaurare». Piccoli produttori, ma anche grandi, invece, per Albert Sabì di Pyréenés, che auspica attività di promozione del vino italiano in Spagna, rivolte al consumatore finale, per migliorarne la conoscenza e creare una domanda. (Verona Fiere)

Servizio Stampa Veronafiere

 

Parmigiano Reggiano

 

 

Aperte in contemporanea 600 forme di Parmigiano Reggiano in altrettanti punti vendita di Whole Foods di New York, Canada e Gran Bretagna.

 

Reggio Emilia, 8 marzo 2014  -  Oltre 600 forme di Parmigiano Reggiano sono state aperte contemporaneamente in altrettanti punti vendita (dagli Usa alla Gran Bretagna, al Canada) della catena Whole Foods, che ha dedicato al “re” dei formaggi l’edizione 2014 dell’evento “Crack Heard Around the World”.

Il via alla spettacolare manifestazione è stato lanciato dal punto vendita Whole Foods di Brooklyn (New York) da parte del presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai, che insieme al consigliere Aldemiro Bertolini (presidente della sezione di Modena) e allo chef tristellato Michelin, Massimo Bottura, ha direttamente tagliato una forma.

In contemporanea, il personale del reparto formaggi degli altri negozi della catena si è cimentato nella stessa operazione, tra la curiosità di migliaia di clienti che hanno poi potuto degustare il prodotto e acquistarlo.

Una forma di spettacolarizzazione particolarmente apprezzata fuori dai confini nazionali, ed in particolare negli Stati Uniti, che consente – osserva il Consorzio – quel contatto diretto con i consumatori che risulta fondamentale per far apprezzare nel migliore dei modi le caratteristiche del prodotto, inserendo negli eventi una serie di informazioni relative alla tradizione e alla storia di un prodotto naturale che conquista anche e soprattutto per questi elementi di legame con un preciso territorio.

“In molte aree – prosegue il Consorzio – proprio il rapporto diretto con la distribuzione e i consumatori rappresenta una efficace forma di contrasto a quelle evocazioni delle denominazioni di Dop come la nostra che le leggi locali ammettono (ad esempio proprio negli USA, dove ora si è aperta la battaglia lanciata dalla UE contro l’uso di termini come “parmesan” e altri), ma consentono anche di avvicinare maggiormente i consumatori al consumo di spicchi e di dimostrare come si presenta all’origine un prodotto che spesso vedono solo grattugiato”.

Non a caso Whole Foods ha scelto il Parmigiano Reggiano come formaggio principe tra tutti quelli venduti. La catena, infatti, ricerca e seleziona direttamente i fornitori nell’area di produzione ed investe molto sulla formazione del personale dei punti vendita, guidando gli addetti ad una buona conoscenza delle caratteristiche del Parmigiano Reggiano e delle corrette metodologie di servizio e conservazione. 

L’evento cui è stato dato il via a Brooklyn (e qui erano presenti grandi chef americani, Cristina Braguzzi, rappresentante di Antica Formaggeria di Carpi, l’azienda esportatrice che ha organizzato l’evento in collaborazione con la catena e con Forever Cheese, ditta importatrice rappresentata per l’occasione da Michele Buster) è stato anche preceduto da uno speciale incontro, riservato  alla stampa, presso il punto vendita Whole Foods di Columbus Circle (Manhattan, New York) durante il quale lo chef Massimo Bottura, patron dell’Osteria Francescana che vanta tre stelle Michelin ed è nella lista dei tre migliori ristoranti al mondo, ha dato vita ad un momento di alta cucina per mostrare la versatilità del Parmigiano Reggiano.

L’iniziativa ha avuto un notevole ritorno mediatico, anche grazie ad un concorso che ha coinvolto food blogger e consumatori, invitandoli ad inviare un proprio pensiero dedicato al Re dei formaggi. I vincitori saranno premiati con un viaggio di una settimana nella zona d’origine del Parmigiano Reggiano.

 

Centro Stampa Comunicazione Integrata:   Gino Belli   tel. +39 0522 546277;  

 

 

La rassegna conferma la sua leadership di principale piazza di affari internazionale del vino -


Verona 9 aprile 2014 - 

La rassegna conferma la sua leadership di principale piazza di affari internazionale del vino, con un aumento degli operatori del 6% per un totale di 155.000 presenze in 4 giorni di manifestazione. Importante la crescita in termini numerici e qualitativi dei buyer esteri, saliti a 56.000 rispetto ai circa 53.000 del 2013, raggiungendo un’incidenza del 36% sul totale.

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

 

Domenica, 13 Aprile 2014 10:22

Il primo Presidente del Consiglio a Vinitaly

 

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la sfida export: vino +50% nel 2020. 

Verona, 9 aprile 2014. Prima volta di un presidente del Consiglio in visita a Vinitaly, con Matteo Renzi a Verona nella giornata conclusiva del Salone internazionale del vino e dei distillati,  svoltosi insieme a Sol&Agrifood, Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, Salone delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura.

A Vinitaly il premier Renzi ha lanciato l’obiettivo del +50% dell’export enologico al 2020 e ha annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricoltura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. «Abbiamo creato un hashtag apposito, “#campolibero”, che sarà messo online nel pomeriggio sul sito del Ministero delle Politiche agricole. Resterà online fino al 30 aprile per osservazioni ed entro il 15 maggio ci sarà un provvedimento di investimento forte sui due temi».

«Il Governo sta facendo molto per il vino – ha commentato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – e l’investitura che abbiamo ricevuto dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina nella giornata inaugurale di Vinitaly per la realizzazione e la gestione del Padiglione del Vino ad Expo Milano 2015 è importante, perché riconosce alla fiera e a Vinitaly un ruolo centrale e di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo».

«L’affluenza di buyer dall’estero a Vinitaly in costante crescita negli anni – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere  – è una dimostrazione della centralità della nostra manifestazione per gli operatori professionali di tutto il mondo. Con 56.000 presenze estere quest’anno su un totale di 155.000 saliamo al 36% di buyer internazionali. Nella top ten quest’anno abbiamo al primo posto la Germania, con gli Usa quasi a pari merito; seguono Gran Bretagna, Canada, Russia, Svizzera, Asia con Singapore, Hong Kong e Cina, la Francia al settimo posto, Austria, Giappone. All’undicesimo posto i Paesi Scandinavi con Danimarca, Svezia e Norvegia».

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Riello – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

 

  

 

Per la prima volta una ricerca IRI su vino italiano e supermercati esteri.

Verona, 7 aprile 2014. Se il mercato interno del vino nella Gdo nei primi mesi del 2014 sembra in ripresa, sicuramente più rosee sono le prospettive che si aprono nei mercati esteri. Nei supermercati Usa, l’Italia è il secondo Paese importatore con una quota del 28,3%, dopo l’Australia, distaccando di 22 punti la Francia. Anche nel Regno Unito siamo il secondo Paese con una quota del 17%, precedendo California e Francia. In Germania invece siamo il primo Paese, davanti a Francia e Spagna.

«C’è grande interesse per il prodotto italiano nella grande distribuzione estera – spiega Giancarlo Gramatica, Cliente Director Iri, illustrando la prima ricerca di settore elaborata in esclusiva per Vinitaly – Negli Usa i più venduti sono Pinot Grigio, Chianti, Valpolicella/Ripasso/Amarone oltre spumanti e Prosecco. Nel Regno Unito la classifica vede al primo posto il Pinot Grigio, seguito da Prosecco e Sangiovese. In Germania la parte del leone la fanno il Prosecco Frizzante e il Prosecco Spumante». 

La crescita delle vendite di vino italiano nella Gdo estera nel 2014 viene valutata come probabile anche da Federdistribuzione: «È prevedibile uno sviluppo di un trend già in atto – afferma Alberto Miraglia – non poche insegne portano il vino italiano nei propri punti vendita internazionali, promuovendolo con manifestazioni specifiche o inserendolo regolarmente nell’assortimento. Altre favoriscono il prodotto nazionale sfruttando rapporti consociativi con catene distributive estere, incentivando rapporti diretti tra grande distribuzione straniera e cantine italiane, indicando cantine e prodotti interessanti da inserire nelle linee di vino di marca del distributore dell’insegna estera». 

Di vino nella gdo nazionale ed estera si parla oggi alle 10.30 durante il convegno “Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero” organizzato da Vinitaly. Modera i lavori Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch; intervengono, oltre a Giancarlo Gramatica e Alberto Miraglia, anche Lamberto Vallarino Gancia, Presidente di Federvini; Domenico Zonin, Presidente di Unione Italiana Vini; Alessandro Masetti, Responsabile Reparto Bevande  di Coop Italia, Giovanni Panzeri, Group Category Manager e Responsabile Marca del Distributore di Conad, Dino Borri, responsabile Prodotto estero di Eataly.

 Ufficio Stampa Veronafiere  

Domenica, 13 Aprile 2014 09:55

OCM, esaurite le risorse

 

  

Gatto (DG Mipaaf) su OCM esaurite le risorse nazionali sino al 2016

(Vinitaly – Verona, 7 aprile 2014). "Il ministero delle Politiche agricole ha esaurito il plafond di risorse nazionali per gli anni 2014-2015 e 2015-2016, ma non significa che in quel periodo non saranno fatte iniziative di promozione, seppure in carico alle Regioni". Lo ha detto al Vinitaly Emilio Gatto, direttore generale per la promozione e la qualità agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole, al convegno su "Ocm promozione tra opportunità, novità e criticità", organizzato dal Mipaaf in collaborazione con Business Strategies, società "professional trainer" sui mercati internazionali per le imprese italiane del vino. La futura promozione, ha ribadito Gatto, verrà declinata "concertando con le amministrazioni regionali e la filiera produttiva, in modo da avere un sistema flessibile e snello". Altro obiettivo del futuro decreto ministeriale per la promozione, "sarà l'apertura verso le micro aziende e progetti al di sotto dei 100.000 euro". “E’ un peccato – è intervenuta la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - ma ci sono certamente modi per sopperire a questa mancanza, ad esempio attraverso i fondi regionali e quelli interregionali”.

La futura Ocm vino, che sarà aggregata all'interno dell'Ocm unica, avrà ancora finalità di promozione dei vini italiani sui mercati extra Ue e, "novità assoluta, anche sul mercato intra-Ue", come ha ricordato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, intervenendo da Bruxelles.

Se può considerarsi positivo l'impatto delle misure per la promozione, come ha ricordato Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, "la nuova Ocm per noi presenta un punto delicatissimo, almeno finché non si chiarisce il meccanismo di passaggio dal sistema dei diritti di impianto a quello di autorizzazione". Importanti entrambe le linee di sviluppo delle misure per la promozione all'estero, ha precisato il direttore di Federvini, "sia sul piano commerciale che per l'educazione al bere, visto che in alcuni Paesi come il Nord Europa, dovremo insegnare a consumare il vino in abbinamento coi cibi come avviene nei Paesi mediterranei".

 Ufficio stampa Business Strategies: interCOM

 

 

Presentato il primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly. Intervistate le aziende espositrici di Vinitaly sul loro export e sulla loro capacità di strutturarsi e di affrontare nuovi Paesi. 

 

Verona, 8 aprile 2014. Russia, Brasile, Stati Uniti Area Centrale, sono questi i primi tre mercati su cui punteranno gli espositori di Vinitaly per aumentare il loro export. Emerge dal primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly, presentato oggi a Veronafiere.

Una raccolta di informazioni interessanti, ma soprattutto con un punto di vista originale, che è quello appunto degli oltre 4.000 espositori di Vinitaly, che rappresentano le aziende più importanti ed export oriented italiane.

Questo Outlook, con focus sull’export, è il primo di una serie di ricerche dell’Osservatorio di Vinitaly nell’ambito di w2w, la nuova iniziativa di formazione, informazione e networking in chiave business a supporto dell’attività imprenditoriale di Veronafiere/Vinitaly in programma il 3 e 4 dicembre 2014 a Verona.

«L’Outlook di Vinitaly ora e wine2wine a dicembre – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – sono i nuovi tasselli che aggiungiamo a Vinitaly, inteso come piattaforma di servizi alle imprese vitivinicole italiane che prima ascolta i propri clienti e poi li accompagna sui mercati internazionali».

Scorporando i dati raccolti dall’indagine sugli espositori (presentata da Enrico Gallorini di GRS Ricerca e Strategie), divisi in base al fatturato, emergono differenze significative rispetto all’export e ai Paesi target.

Se quelli con fatturato fino a 100.000 euro esportano mediamente in sei Paesi, quelli sopra i 500.000 mila euro sono presenti con i propri in vini mediamente in 20 mercati; i primi prevalentemente nell’Europa comunitaria i secondi in tutte le aree geografiche del mondo. Primo Paese di sbocco è per tutte le classi di fatturato la Germania, mentre al secondo e al terzo posto ci sono la Francia e la Svizzera per i piccoli produttori fino a 100.000 euro di fatturato, la Svizzera e il Belgio per quelli tra 100.000 e 500.000 euro e gli Usa Costa Est e la Svizzera per le cantine di grandi dimensioni. Non mancano comunque piccole realtà capaci di esportare nella East Coast degli Stati Uniti (30%), in Giappone e West Coast Usa (23%), Cina, Hong Kong e Australia (12,5%).

Anche i mercati su cui puntare in futuro, i most favourite target Countries, si diversificano in base al fatturato. Se sul campione totale, infatti, emergono Russia, Brasile e Stati Centrali degli Usa, per i piccoli le tre aree degli Stati Uniti sono ai primi tre posti della lista per oltre il 50% delle aziende intervistate, con la Russia e la Germania che seguono con il 46% delle preferenze. Per le medie aziende ci sono ai primi posti Russia (50%), Brasile (44%), Stati Uniti Centrali (41%), Regno Unito (40%) e West Coast (38%).

Russia in testa tra i mercati su cui investire per il 44% delle grandi aziende, con il Brasile al secondo posto (39%), mentre al terzo posto ci sono gli Emirati Arabi (31%), che precedono di un soffio Singapore (30%) e Messico (29%). La lista prosegue evidenziando una voglia di diversificare non presente nelle cantine di minori dimensioni, che si giustifica sia con la loro presenza già consolidata in un numero di Paesi maggiore, sia con una strutturazione organizzativa e una capacità di investimento maggiori. I Paesi, segnalati da almeno un quarto degli intervistati, sono in parte “esotici” e in parte “tradizionali, così dal sesto al ventesimo posto abbiamo: Area Centrale degli Stati Uniti, Corea del Sud, India, Svezia, Nuova Zelanda, Vietnam, Australia, Tailandia, Cina, Norvegia, Hong Kong, Taiwan, Turchia, Stati Uniti Costa Ovest e Finlandia.

«Le ricerche – ha spiegato Mantovani – rappresentano l’offerta dell’area Outlook b2b della nuova iniziativa wine2inew; ci saranno poi lo spazio ‘evento b2b’ con il vero e proprio forum di approfondimento e lo spazio ‘network b2b’ per l’incontro e il confronto tra aziende a supporto dell’attività imprenditoriale».

«La prima edizione di wine2wine avrà luogo – ha proseguito Mantovani – quando sarà pronto il progetto complessivo per il vino ad Expo 2015, mentre la seconda edizione si avrà nell’inverno 2015 a conclusione della grande esposizione mondiale e diventerà sicuramente un momento di consuntivo sulle attività svolte».

Il report completo, contenente anche un focus sull’export delle aziende che producono vino biologico, è scaricabile dal sito wine2wine.net  

 

Expo2015: a Veronafiere l’incarico di allestire il padiglione del vino. 

  

L’annuncio dell’incarico è stato comunicato dal Ministro delle politiche agricole alimentari forestali, Maurizio Martina, presente alla giornata inaugurale della 48ª edizione di Vinitaly, nel corso della conferenza stampa “Il Vino italiano per Expo Milano 2015”, tenutasi presso l’area Mipaaf.

Verona, 6 aprile 2014.   Vinitaly, rassegna di riferimento a livello internazionale nel settore enologico organizzata da Veronafiere, è stata incaricata della realizzazione e gestione del Padiglione del Vino per Expo Milano 2015. L’incarico è stato assegnato sulla base della convenzione siglata tra Padiglione Italia e Veronafiere, a meno di un mese dalla firma del protocollo tra il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, il Padiglione Italia e Expo 2015 S.p.A. (firmato lo scorso 10 marzo).

Commentando l’annuncio, il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato: «La scelta di Vinitaly è una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino Italiano una importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano 2015. Vinitaly è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario».

Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A e Commissario per il Padiglione Italia, ha aggiunto: «L’accordo di oggi è importantissimo perché un altro pezzo fondamentale della cultura e della produzione italiana fa il suo ingresso nel grande mosaico del Padiglione Italia all’Expo 2015. In particolare il vino è uno degli elementi centrali della nostra storia e della nostra stessa identità. I vigneti punteggiano tutta la nostra penisola e rendono il comparto vinicolo italiano unico al mondo per varietà e qualità. Il Padiglione Italia sarà il cuore dell’intera Esposizione, e il fatto che la stessa Unione Europea abbia deciso di collocare il proprio spazio espositivo al suo interno, a poca distanza dal vino italiano, è un’ulteriore occasione di attrattività del nostro Cardo: il vino pertanto avrà la giusta primazia che si merita».

«In virtù della profonda conoscenza di Veronafiere del settore agroalimentare, abbiamo ritenuto fin da subito un dovere mettere a disposizione del Paese la nostra esperienza per un’occasione tanto importante e strategica come EXPO 2015, e abbiamo trovato nel Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, in Expo 2015 S.p.A. e nei rappresentanti di Padiglione Italia interlocutori che, con altrettanta sensibilità, hanno dimostrato attenzione e piena comprensione per il valore aggiunto che il coinvolgimento di Vinitaly può portare nel corso dell’Esposizione Internazionale. Desidero infine sottolineare che l’incarico rappresenta un riconoscimento all’intero sistema fieristico italiano» ha dichiarato Ettore Riello, Presidente di Veronafiere.

«Opereremo con il preciso obiettivo di dare massima e piena rappresentazione del comparto, della sua storia e identità e delle sue potenzialità, coinvolgendo tutte le espressioni della filiera, valorizzando per ciascuna di esse il contributo unico e determinante che ha apportato e potrà apportare al comparto, nell’ambito dei precisi contenuti che animeranno il Padiglione» ha concluso Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere.

Il Padiglione del Vino a Expo Milano 2015 si svilupperà su una superficie di circa 2.000 metri quadrati e sorgerà nelle aree di pertinenza del Padiglione Italia, esattamente all’incrocio tra il Cardo NE e il Decumano, pertanto nella piazza centrale dell’intera area Expo, dove godrà della massima visibilità.

Nella realizzazione dello spazio e gestione della regia, Vinitaly lavorerà in concerto con Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, Padiglione Italia ed Expo 2015 S.p.A per il coinvolgimento di tutta la filiera vitivinicola italiana: dalle associazioni ai grandi gruppi di produttori, dai comitati alla distribuzione ai soggetti che ne divulgano la cultura.

Il Padiglione del Vino italiano racconterà la storia e la tradizione culturale del comparto, riserverà un’area dedicata al “primo approccio” al mondo del nostro vino per i milioni di visitatori che non lo conoscono, destinerà spazi agli educational attraverso wine tasting e masterclass, nonché con il coinvolgimento di produttori e testimonial, e guiderà agli abbinamenti “wine&food” nell’area specifica.

Un focus importante sarà inoltre sul turismo del vino, sulla cultura del territorio e le bellezze italiane ad esso legate. Non mancherà una forte connotazione tecnologica, fino ad offrire veri e propri viaggi virtuali ed interattivi alla scoperta di attrezzature, macchine e prodotti per la produzione, l’imbottigliamento ed il confezionamento di vino. I visitatori potranno infine accedere all’“Enoteca dei vini italiani”, con relativo wine shop, per la vendita diretta del prodotto confezionato, con consegna a domicilio, merchandising e gadget del vino e di EXPO 2015.

Diana Bracco - foto repertorio

L’elaborazione delle linee strategiche di sviluppo e definizione del progetto sarà in capo al Comitato Scientifico, di prossima costituzione. Al fianco di Diana Bracco, Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia e, presieduto da Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi), il Comitato vedrà anche: Piero Antinori, Presidente Istituto del vino italiano di qualità - Grandi Marchi; Giovanni Mantovani, Direttore Generale Veronafiere;  Ruenza Santandrea, Presidente Gruppo Cevico; Lamberto Vallarino Gancia, Presidente Federvini; Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini; il Presidente del Comitato Grandi CRU che sarà nominato dall’Assemblea. Del Comitato farà parte anche Raffaele Borriello, Vice Capo di Gabinetto del Ministero delegato all’EXPO 2015, in qualità di coordinatore.

 Servizio Stampa Veronafiere

 

 

Domenica, 13 Aprile 2014 08:40

Marche: export boom per il verdicchio.

È boom per l'export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012

(Verona, 6 aprile 2014). È boom per l'export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012: su un fatturato complessivo del pianeta vino che nelle Marche supera i 136 milioni (+8,8%), le esportazioni valgono oltre 68 milioni di euro, il 50% del totale. A fare da traino è il Verdicchio – il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane 2014 e ambasciatore delle Marche nel mondo – che con 17 mln di euro assorbe circa il 25% delle esportazioni e fa un balzo sorprendente nel 2013: +41,6% in valore e +10% in quantità (8 milioni e mezzo le bottiglie all'estero). Merito di politiche promozionali vincenti e di una riconosciuta qualità, a partire dalla crescita del prezzo medio del Verdicchio a ettolitro, aumentato del 17,6% rispetto all'anno precedente (dati Ismea). Ma anche della versatilità dell'offerta, sia in termini di varietà – dal Verdicchio al Rosso Piceno, dall'Offida Pecorino al Falerio, dalla Lacrima all'Igt Marche – che di rapporto qualità-prezzo, con bottiglie dai 3 ai 10 euro e oltre. Un boom dell'export che è andato a compensare il -9,4% in valore del mercato interno rispetto al 2012. Fondamentale perciò è stato il sostegno della Regione Marche, che negli ultimi quattro anni ha investito attraverso Ocm e Psr 11.159.000 euro per i viticoltori. A sottolineare la vocazione export oriented dei vini marchigiani è stata l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina, intervenuta oggi nella giornata inaugurale del Vinitaly in rappresentanza del presidente della Regione  Marche, Gian Mario Spacca, assieme ai direttori dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e del Consorzio Vini Piceni, Armando Falcioni.

Tra i Paesi di riferimento della regione vitivinicola più collinare e più longeva d'Italia, Stati Uniti (che assorbono circa il 60% dell'export), Canada e Giappone. Nel Vecchio Continente la parte da leone la fa l'Europa del Nord: Belgio, Olanda, Germania, Svezia e Inghilterra, con un mercato che vale circa 13 milioni di euro sui 20 milioni dell'Ue-28. Buone performance extra Ue anche in Svizzera e in Norvegia, destinazione sulla quale si stanno concentrando molte cantine marchigiane. Sul fatturato totale dei vini marchigiani, l'accelerazione maggiore (+10,3%) la porta la qualità delle produzioni a marchio Doc, Docg e Igt, che passano da 80 a 88,2 milioni di euro. Significativa la linea degli spumanti (il cui simbolo regionale, oltre al Verdicchio, è la Vernaccia di Serrapetrona, unico vino italiano che subisce tre fasi di spumantizzazione), che incide complessivamente per 36,2 milioni e registra un +15% sul 2012.

Tra i segmenti emergenti, in linea col dato nazionale, c'è anche il biologico. Con circa 3.278 ettari di superficie vitata bio (fonte: Sinab), pari al 19% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), le Marche sono la sesta regione d'Italia più votata alla viticoltura bio (dopo Sicilia, Puglia, Toscana, Umbria e Abruzzo). Un interesse verso il settore che ha portato alla nascita di un'associazione di 'vignaioli bio' sul territorio. Si chiama Terroir Marche, con 8 produttori che su 93 ettari hanno sposato la filosofia biologica, per una produzione complessiva di 338mila bottiglie.

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d'Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica. Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva. 

 

Una ricerca sull’impatto dei prodotti alimentari imitativi sul mercato delle produzioni autentiche di Parma sarà presentata al convegno “Parma a stelle e strisce: vendere in USA il food, istruzioni per l’uso” organizzato da Parma Alimentare la mattina del 16 aprile alla Camera di Commercio di Parma (via Verdi 2).

 

Parma, 10 aprile 2014 -

Una ricerca su 2.500 punti vendita di alimentari in USA evidenzia che i “foodies” americani si avvicinano ai prodotti autentici solo dopo aver assaggiato le imitazioni. Quali sono dunque le migliori strategie per un approccio commerciale efficace verso gli Stati Uniti nel settore agroalimentare? Per rispondere a questa domanda il 16 aprile dalle 10 a Parma si svolgerà l’incontro “Parma a stelle e strisce: vendere in USA il food, istruzioni per l’uso” promosso da Parma Alimentare e Camera di Commercio (sede dell’evento). Durante il convegno, per ogni categoria di prodotto “Made in Parma” saranno presentate in dettaglio le specificità emerse dalla ricerca Management Resources of America (www.groupmra.com). Saranno evidenziati alcuni fenomeni comuni a più categorie: dall’olio d’oliva ai salumi, passando per il Parmigiano Reggiano e le conserve ittiche.

Si discuterà in particolare di:

Procedure, autorizzazioni e “regole del gioco” per esportare negli USA;

Cosa vendere: una serie di linee guida per predisporre in America un pacchetto davvero attrattivo in termini di produzione, linea, packaging e claim, posizionamento e livello di prezzo;

Come vendere: i punti di forza e distintivi, rispetto all’offerta attuale, da valorizzare con il trade e le politiche di promozione raccomandate;

A chi vendere: l’elenco delle insegne commerciali e dei distributori food service ideali per “fare da ambasciatori” dei prodotti di Parma nell’area Nord Est e Midwest degli States.

 

Dopo i saluti di Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio, e di Cesare Azzali, amministratore delegato di Parma Alimentare, la presentazione della ricerca sarà svolta da Carlo Alberto Bertozzi e Giovanni Grimaldi, rispettivamente presidente e direttore consulenze di MRA. A seguire ci sarà un ampio spazio riservato alle domande del pubblico. Nel primo pomeriggio sono previsti incontri one-to-one tra gli esperti di MRA e le imprese interessate. Per registrarsi all’evento, prenotare un incontro o richiedere maggiori informazioni è possibile rivolgersi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 0521 287696.

 

(Fonte: Ufficio stampa Parma Alimentare)

 

 

Sabato 12 aprile inaugurazione del nuovo stabilimento di produzione 4 Madonne Caseificio dell'Emilia, che nel terremoto del 29 maggio 2012 ha perso 18 mila forme di Parmigiano Reggiano e subito danni per 7,5 milioni di euro -
 

Modena, 10 aprile 2014

Nel terremoto del 29 maggio 2012 ha perso 18 mila forme di Parmigiano Reggiano e subito danni per 7,5 milioni di euro. Meno di due anni dopo è l'unico caseificio dell'intero comprensorio del Parmigiano Reggiano a produrre formaggio in quattro stabilimenti: Lesignana di Modena, Camurana di Medolla, Varana di Serramazzoni e Arceto di Scandiano (Reggio Emilia).

Stiamo parlando del 4 Madonne Caseificio dell'Emilia, cooperativa che aderisce a Confcooperative Modena e associa 65 aziende agricole le quali conferiscono oltre 400 mila quintali di latte, con una produzione annua che si aggira sulle 75 mila forme. La metà è prodotta a Lesignana nel nuovo stabilimento che viene inaugurato dopodomani – sabato 12 aprile – alle 10.

«Completiamo quell'ampliamento e ammodernamento del caseificio che avevamo deciso di fare prima del terremoto e che abbiamo dovuto giocoforza rimandare, ma al quale non abbiamo voluto rinunciare - afferma il presidente della cooperativa Andrea Nascimbeni – Anzi, abbiamo trasformato un evento negativo come il sisma in un'opportunità per dare nuovo impulso e sviluppo al nostro caseificio, oggi ancora più di prima capace di garantire un reddito alle aziende agricole socie».

Il nuovo stabilimento per la produzione del Parmigiano Reggiano occupa un'area di 3 mila metri quadrati e comprende sala ricevimento latte, sala affioramento, sala lavorazione latte, presalatoio e salatoio. Il 4 Madonne ha introdotto tecnologie di nuova generazione in un processo secolare, come la produzione di Parmigiano Reggiano, per ottimizzare gli spazi e ridurre i costi conservando intatta la qualità.

«Oggi abbiamo degli impianti e macchinari che aiutano l'uomo, ma non lo sostituiscono. La produzione – assicura Nascimbeni - continua ad avvenire nello scrupoloso rispetto del disciplinare, con la massima attenzione alle materie prime. Sabato presentiamo un caseificio che sembra un'industria, ma in realtà è un artigiano che cura ogni minimo dettaglio di ciascuna delle cento forme di Parmigiano Reggiano prodotte ogni giorno e destinate alla stagionatura».

La novità più interessante riguarda la lavorazione del latte: l'affioramento avviene in quattro vasche contenenti ciascuna 70 quintali di latte. Da qui, attraverso macchine automatiche e secondo tempi programmati al secondo, il latte viene immesso nelle 52 caldaie della sala lavorazione. La tecnologia è stata testata nello stabilimento di Medolla e ha dato eccellenti risultati. Per il nuovo stabilimento di Lesignana e la ristrutturazione di quello di Medolla il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia ha speso otto milioni di euro; meno della metà - 3,5 milioni – arriva dai contributi pubblici. Ricordiamo che un anno fa la cooperativa ha inaugurato le nuove scalere antisismiche del magazzino per la stagionatura, che contiene 33 mila forme, realizzato un nuovo punto vendita al pubblico e un reparto di confezionamento di tipo semi-industriale per le consegne del confezionato in tutta Italia. Nato nel 1967, nel corso degli anni il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia ha incorporato i caseifici S. Pietro di Cittanova, Solarese di Solara. S. Luca di Medolla, Giardina di Arceto e S. Giovanni di Varana. Nel 1996 ha ottenuto la certificazione del sistema di qualità secondo le norme Uni En Iso 9001 e successivamente le certificazioni internazionali BRS e IFS; i dipendenti sono una quarantina. All'inaugurazione di sabato 12 aprile intervengono il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, gli assessori regionali Tiberio Rabboni e Gian Carlo Muzzarelli, il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai, l'Arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Antonio Lanfranchi, i presidenti nazionale e provinciale di Confcooperative Maurizio Gardini e Gaetano De Vinco. 

 

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

L’attività di pulizia prenderà avvio alle otto dai punti di raccolta di Cavola, Quara, Cerredolo e Toano. Alle tredici i partecipanti si ritroveranno per uno scambio di esperienze -

 

Toano, 9 aprile 2014 -

Sabato mattina sul territorio toanese si terrà la tradizionale giornata ecologica, giunta alla sua diciottesima edizione. 

L’iniziativa, accompagnata dal motto “Lavoriamo insieme per un ambiente più sano e pulito”, è indetta dal Comune e da Iren Emilia in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, le sezioni dell’Associazione nazionale alpini di Toano, Corneto e Quara e i gruppi di protezione civile di Cerredolo e Cavola, le Associazioni dei cacciatori, le Guardie ecologiche volontarie, il locale gruppo di protezione civile della Croce rossa e la Scuola secondaria di secondo grado Ugo Foscolo di Toano. 

L’attività di pulizia del territorio prenderà avvio alle otto dai vari punti di raccolta, a Cavola, Quara, Cerredolo e Toano. Alle tredici i partecipanti si ritroveranno per uno scambio di esperienze e un pranzo comunitario.

 

(Fonte: ufficio stampa Comune di Toano)

 

Mercoledì, 09 Aprile 2014 10:11

Lattiero Caseario, "Parmigiano" in flessione.

 

 

 

Prosegue la discesa del latte spot. Parmigiano in flessione mentre il Padano conferma i prezzi dell’ottava precedente. Burro e crema stabile ma...

 

di Virgilio - 

Parma 09 aprile 2014 --

 

La prima settimana di aprile ha evidenziato prezzi in flessione per il Parmigiano Reggiano mentre per il Grana Padano i valori si sono mantenuti stabili seppure l’apertura della seconda settimana di aprile abbia già registrato una perdita sulla piazza milanese. Analogamente il burro pur nella conferma dei prezzi registrati nell’ultima ottava di marzo ha iniziato a manifestare segnali di  nuova flessione nella settimana in corso. Stabili da 4 settimane invece le creme a uso alimentare su entrambe le piazze di riferimento (Milano e Verona).

Prosegue la tendenza ribassista del latte spot. Ancora una perdita dello 0,61% si è registrata a Verona portando la forbice di prezzo a collocarsi tra 41,24 e 42,27€/100 litri di latte.

Entrando in maggiore dettaglio, il burro CEE ha confermato il prezzo di 3,45€/kg che resisteva dal 10 marzo ma già all’apertura della settimana borsistica in corso ha ceduto 5 centesimi (3,40€/kg). Stabile, come si diceva, il Padano nella settimana di riferimento ma occorre registrare che nella seduta di lunedi 7 aprile la borsa milanese oltre a registrare il segno negativo per il burro ha interrotto la debole stabilità del Grana Padano DOP lasciando sul terreno 10 centesimi sia per il 9 sia per il 15 mesi di stagionatura fissando i valori tra 7,05 e 7,15 (9 mesi) e 7,70 e 8,35€/kg (15 mesi). Invece confermata la tendenza ribassista per il Parmigiano Reggiano che perde 10 centesimi a Reggio Emilia e 15 a Parma per la stagionatura di 24 mesi, mentre il 12 mesi è rimasto sostanzialmente stabile seppure Milano abbia registrato una perdita di 10 centesimi già dalla settimana in corso. 8,85€/kg (12 mesi ) e tra 10,35 e 11,10 (24 mesi) sono infatti i prezzi fissati a Milano il 7 aprile.

PRRE 24M RE gde

- La Troika obbliga la Grecia a “allungare” la scadenza del latte fresco da 5 a 11 giorni. - 

 Con una maggioranza risicata, il Parlamento greco, ha approvato il provvedimento riguardante i termini di scadenza del latte fresco. Ufficialmente per liberalizzare il settore e favorire i consumatori mentre è cosa nota che la pressione della Troika è stata tale al punto di rischiare di compromettere l’ultima, indispensabile, quindi vitale trance di finanziamento da parte della UE. Con l’adozione del provvedimento che porta da 5 a 11 i giorni  per poter dichiarare il “latte fresco” sono state spalancate le porte del mercato interno al latte di altri Paesi, prevalentemente europei, che contribuiranno a sferrare un altro duro colpo alla economia ellenica. Il settore lattiero caseario greco, c’è da credere, subirà un colpo quasi mortale. La concorrenza è sacrosanta e il provvedimento era necessario ma non indispensabile.  L'ennesimo obolo che il governo di Atene ha dovuto pagare per ottenere gli ultimi aiuti di 10 miliardi di euro concordati con il secondo memorandum del 2012, che, tutto insieme, vale ben 130 miliardi di euro. Una spirale eutanasica si è innescata e sarà difficile da troncare: aiuti in cambio di austerity e ristrutturazione funzionale negli interessi dei paesi creditori. In questi tre anni non sembra che la cura dei ragionieri europei abbia sortito benefici effetti per i greci e l’economia interna.

 

Sono in vetrina al Vinitaly i vini selezionati nell'ambito del Concorso enologico "Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco" promosso dalla Camera di Commercio. Operatori australiani e il Team Grissin Bon nello stand della CCIAA -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

La Camera di Commercio rilancia gli investimenti per diffondere la conoscenza del Lambrusco, che si conferma il vino più venduto in Italia con 15 milioni di bottiglie (precedendo così il Chianti) e uno dei prodotti trainanti l’export italiano di vini, che nel 2013 ha fatto segnare un incremento di oltre il 7% in valore, superando i 5 miliardi di euro.

I vini selezionati nell’ambito del Concorso Enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”, promosso proprio dall’Ente camerale, sono, infatti in vetrina da ieri, nell’ambito della più prestigiosa kermesse mondiale per il vino: il Vinitaly, in corso a Verona fino al 9 aprile (www.vinitaly.com) e pronto a battere le cifre del 2013, che parlano della partecipazione di oltre 4.000 espositori e 148.000 visitatori, di cui 53.000 dall’estero.

Lo stand camerale dedicato al concorso è  situato nel padiglione dell’Emilia Romagna – il n. 1  stand A9 - ed ospita l’intera selezione dei lambruschi dell’edizione 2013 del “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”.

Sommelier professionisti permettono agli operatori, al pubblico o ai semplici curiosi di fare un viaggio nelle terre del Lambrusco di qualità da Parma a Reggio Emilia, da Modena a Mantova,  per conoscere le varie tipologie delle bollicine rosse.

All'interno dello stand della Camera di Commercio, i visitatori possono degustare i lambruschi selezionati dall'ultima edizione del concorso e, grazie all'ausilio della guida “Terre di Lambrusco” (la pubblicazione multilingue che riporta i nomi, i produttori e la descrizione dei vini vincitori), acquisiscono informazioni sul territorio e sulle sue eccellenze vinicole.

Tra le tante iniziative rivolte a operatori commerciali e consumatori, spiccano sicuramente tre eventi che si muovono tra promozione economica e spettacolo.

Il primo – tenutosi il 6 aprile, giornata inaugurale del Vinitaly – ha avuto per protagonisti una decina di operatori commerciali australiani, che nello stand della Camera di Commercio di Reggio Emilia (con la partecipazione di esponenti di Veronafiere e della Camera di Commercio italiana a Melbourne, coprotagonisti dell’evento) hanno potuto degustare i lambruschi selezionati nell’ambito del Concorso Camerale (90 etichette, complessivamente).

Nel pomeriggio di domani, 8 aprile, poi, nello stand camerale è atteso l’intero Team Grissin Bon, che parteciperà alla presentazione della nuova edizione del Concorso “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco” con annessa degustazione.

Dieci aziende vinicole reggiane, infine, sono state  protagoniste del grande workshop che si è svolto oggi, 7 aprile, con incontri b2b tra produttori di vino emiliano romagnoli e 40 importatori provenienti da 11 Paesi extra UE (Birmania, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Russia, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Thailandia) e 7 nazioni Europee (Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Svizzera). L’iniziativa rientra nell'ambito del più ampio progetto regionale (denominato “Deliziando”) promosso da Unioncamere, dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e finanziato anche dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Agli incontri con gli operatori commerciali stranieri hanno partecipato la Cantina sociale di Puianello e Coviolo, l’azienda agricola Podere Giardino, la Società agricola Storchi di Storchi Gianni, la tenuta La Piccola Società Agricola, Rinaldini-azienda agricola Moro, Ferrarini spa, la Tenuta di Aljano-società agricola di Marco Ferioli, Casali Viticoltori, Lini Oreste & Figli e la cantina sociale di S. Martino in Rio.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

Enti locali a confronto, su iniziativa della Provincia di Reggio Emilia, per raggiungere l'obiettivo europeo di riduzione del 20%, entro il 2020, delle emissioni di Co2 -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

Un patto dei sindaci, promosso dalla Provincia, per ridurre le emissioni di gas serra del 20% al 2020. L’impegno è stato formalizzato giovedì scorso, dopo che negli ultimi mesi in pratica la totalità dei Comuni del territorio, nell'ambito delle diverse Unioni, aveva aderito all'iniziativa europea per ridurre le emissioni di gas serra. I sindaci, insieme alle relative strutture organizzative, sono ora chiamati ad intraprendere il percorso che li porterà alla definizione del quadro conoscitivo energetico-emissivo sia a livello di ente sia di territorio amministrato, all'attivazione di processi partecipativi e di coinvolgimento di stakeholders e cittadini per la definizione di azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi che troveranno sintesi in un Piano di azione per l'energia sostenibile, da sottoporre all'approvazione dell'UE.

Come ha evidenziato l'assessore Mirko Tutino, le singole iniziative locali si aggiungono ed integrano le politiche provinciali in tema di energia e contenimento delle emissioni, che trovano sintesi nel Piano energetico provinciale (Pep) approvato dalla Giunta nel corso del 2013 e ad oggi in fase di conclusione del percorso di approvazione definitiva. Nello spirito della stessa iniziativa del “Patto dei sindaci”, per il quale la Provincia di Reggio  rappresenterà la struttura di coordinamento territoriale con funzioni di supporto e sostegno ai Comuni, il Pep – a sua volta frutto di una elaborazione partecipata e condivisa con cittadini e portatori di interesse - individua linee strategiche di azione specifiche del nostro territorio, indicando come prioritari gli interventi di risparmio e riqualificazione energetica nel settore civile ed industriale.

Proprio dalla riduzione dei consumi e quindi dei costi energetici si possono infatti ottenere risparmi che costituiscono la prima fonte di finanziamento per nuovi investimenti sull’efficientamento, che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi. Questo è quanto ricordato anche da Alessandro Rossi di Anci-Emilia Romagna, che ai sindaci ha illustrato le numerose possibilità di forme finanziamento attualmente presenti a livello nazionale e anticipato indirizzi a livello regionale.

Tra gli strumenti da utilizzare da parte delle amministrazioni pubbliche vi sono certamente anche i contratti di Epc (Energy Performance Contract) con ricorso alle Esco (Energy Service Company), sperimentati con successo a livello provinciale da Acer Reggio Emilia, dei quali ha parlato il presidente Marco Corradi insieme all'esperienza maturata negli ultimi anni sui temi dell'efficientamento energetico del patrimonio residenziale.

Le Unioni di Val d'Enza, Terre Matildiche e Bassa Reggiana hanno rappresentato le proprie esperienze di Unioni in termini di organizzazione politico-tecnica nel percorso intrapreso con il Patto dei sindaci, dimostrando come sia fondamentale innanzitutto la creazione di consapevolezza e la formazione preliminare di risorse umane degli enti, e quanto sia altrettanto importante definire una rete di soggetti che si confrontano e condividono a livello di Unione metodi e strumenti. Una sinergia necessaria in tutte le possibili iniziative proposte sul territorio, al fine di garantire risposte efficaci da parte degli stakeholders coinvolti per il rispetto degli impegni presi in termini di riduzione delle emissioni.

La mattinata si è conclusa con l'illustrazione di alcuni strumenti operativi indispensabili per la definizione dei Piani d’azione per l’energia sostenibile, messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Arpa ed Ervet, rispettivamente per la redazione dell'inventario base delle emissioni (Ipsi) e per l'individuazione -nonché futuro monitoraggio - delle azioni di piano (Clexi), conformi a quanto richiesto dal soggetto europeo di validazione dei Paes. Anna Zappoli del Servizio Energia ed economia verde ha in particolare evidenziato l'azione di sostegno della Regione nell'ambito dell'iniziativa del Patto dei Sindaci, in attuazione del Piano energetico regionale, e ha illustrato le proposte di futuri assi di intervento per l'assegnazione dei fondi Por-Fesr 2014-2020, mentre Michele Sansoni di Arpa e Francesco Tanzillo di Ervet hanno presentato gli strumenti che consentiranno di rendere omogenei, quindi confrontabili tra i diversi territori, i dati dei bilanci energetico-emissivi e la quantificazione dei contributi di riduzione derivanti dalle azioni di piano.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Cantine Casabella: il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, è premio speciale "Denominazione di Origine 2014" nel centenario della cantina -

 

Piacenza, 7 aprile 2014 -

Si chiude con un premio prestigioso, lo speciale "Denominazione di Origine 2014", la 48.esima edizione Vinitaly delle Cantine Casabella di Castell'Arquato per il "Duca di Ferro" gutturnio doc riserva, cavallo di battaglia della casa. Un grande riconoscimento che si è andato ad aggiungere alla Gran Menzione.
A ritirare il premio, nella sala Rossini del padiglione conferenze di Vinitaly, a Verona, il direttore delle Cantine Casabella Gianfranco Rossi. A consegnare l'attestato all'interno delle premiazioni del 21 Concorso Enologico Internazionale, Damiano Berzacola, Vicepresidente di Verona Fiere, e Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. A vincere il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, che ha conseguito, in assoluto, il miglior punteggio quale vino di denominazione di origine italiana, giudicato da una giuria, severissima, che ha lavorato in 15 sessioni per oltre 40 ore di valutazione su circa 3 mila campioni pervenuti alla rassegna per essere degustati dalle 21 commissioni giudicatrici.
Un vanto per le Cantine Casabella che, proprio nell'anno del centenario, vedono riconosciuto un lavoro che dura da anni ed a cui partecipano tutti gli operatori che si muovono attorno questo marchio: dagli agricoltori agli operai, dagli export manager agli impiegati, sino ai commerciali ed agli enologi. Una squadra di primo livello, con nomi importanti nel mondo dell'enologia: tra tutti gli enologi Stefano Testa ed Antonio Maccieri, creatori dei vini di questa cantina. Ed è un premio doppiamente gustato se si considera che il gutturnio riserva 2010 è stato scelto dalla cantina quale rappresentante di questo primo secolo di vita e che quindi esce dalla produzione in una veste grafica d'eccezione, con tre etichette scudate ed in serie limitata a cento per ricordare questi cento anni di vini. Un traguardo nelle terre del Ducato. E la rassegna veronese è stata per Casabella la conferma di un messaggio di tradizione ed innovazione, che sta portando la cantina nel mondo, con una produzione di circa 6 milioni e mezzo di bottiglie.
«Vinitaly è per noi un appuntamento irrinunciabile- ha confermato il direttore Gianfranco Rossi- a cui giungiamo sempre con piacere perché è una delle vetrine più prestigiose a livello internazionale, con una rigida selezione dei riconoscimenti. Inoltre è un momento di conoscenza, di marketing e di comunicazione verso chi già ci conosce e chi ancora non ha avuto modo di incontrare Casabella. Il premio speciale è solo una tappa del percorso di qualità che abbiamo intrapreso. È un premio di squadra, di tutta la famiglia Casabella, che ringrazio e che sprono a proseguire su questa strada».

Nelle foto: il direttore di Cantine Casabella con la Gran Menzione ed al ritiro del premio speciale.

 

(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)

 

Il presidente dell'Urber Massimiliano Pederzoli a proposito dei rumors che vorrebbero anche le Bonifiche interessate dai tagli del cosiddetto decreto "Sforbicia-Italia" -


Bologna, 7 Aprile 2014 –

Taglia corto a proposito dei rumors che vorrebbero anche le Bonifiche interessate dai tagli del cosiddetto decreto "Sforbicia-Italia", il presidente dell'Urber Massimiliano Pederzoli: «I Consorzi di Bonifica non possono essere considerati parte della pubblica amministrazione in quanto non pesano sulle casse dello Stato, in ragione di quella autonomia finanziaria e di quell'autogoverno dei consorziati, cui fanno capo le spese di funzionamento e di gestione delle opere pubbliche, finalizzate alla riduzione del rischio idraulico e alla mitigazione del dissesto idrogeologico oltre alla razionale utilizzazione dell'acqua irrigua, fondamentale per il Made in Italy agroalimentare. Sono dunque soggetti privati con funzione pubblica che non possono rientrare fra gli obiettivi della spending review».
«I Consorzi di Bonifica - continua Pederzoli – sono un buon esempio di sussidiarietà e di come il privato che si autofinanzia sopperisce alle necessità del pubblico. Immaginare di delegare le competenze di tutela del territorio e della corretta gestione delle acque irrigue ad un ente pubblico già esistente significa non aver compreso la funzione specifica e la natura dei Consorzi di Bonifica. Tutto ciò si tradurrebbe soltanto in un ulteriore aggravio di costi per il cittadino senza peraltro le adeguate garanzie di ritorni in termini di sicurezza sul territorio. Gli ultimi fenomeni naturali ne sono la testimonianza più diretta: alluvioni, terremoti e frane confermano la necessità impellente di maggiori investimenti sulla prevenzione. Questo i Consorzi lo stanno facendo e con risultati concreti».



(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)

 

 

 

Vinitaly inaugura in un bagno di folla. Il Ministro Martina «Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo. I numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza delI’agroalimentare del Paese»

 

di Virgilio - 

Verona 06 Marzo 2014 ----

Complice la temperatura estiva un bagno di folla ha celebrato l’avvio della 48esima edizione di vinitaly. Migliaia di persone hanno preso d’assalto gli oltre 4.200 espositori presenti alla più importante manifestazione mondiale dedicata al vino.

E, come consuetudine, il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Alimentazione e Foreste. La prima volta del Ministro Maurizio Martina, il quinto in cinque anni, il quale intervenendo per ultimo al convegno inaugurale promette solennemente di “combattere senza sosta l’italian sounding” ma anche di dare una definitiva svolta alla semplificazione delle procedure raccogliendo l’invito del governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha  anche chiesto di perseguire le vere frodi. 

«Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo» ha dichiarato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, intervenendo all’inaugurazione del salone questa mattina. «Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione – ha continuato il Ministro – perché i numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza del'Italia».

Paolo De Castro e Maurizio Martina

Per il Presidente De Castro «il dato estremamente positivo che celebriamo al 48° Vinitaly di Verona riguarda la straordinaria crescita che il settore sta registrando in tutti i mercati del mondo. Il 2013 si è concluso con saldo positivo all’estero di oltre 5 miliardi: è avvenuto il cosiddetto “sorpasso”, cioè esportiamo più vino di quanto ne beviamo in Italia. Merito della vitalità delle nostre imprese».

Per Martina, infine, ai formidabili dati dell’export occorre affiancare un processo utile a “riattivare la domanda interna”.

Alla cerimonia di apertura presenti anche il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, e il Sindaco di Verona, Flavio Tosi. A rappresentare Veronafiere, il Presidente, Ettore Riello e il Direttore generale, Giovanni Mantovani. 

La cerimonia si è quindi conclusa con le premiazioni del 21 esimo concorso enologico internazionale assegnando 73 medaglie uscite da 21 commissioni, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. che hanno valutato oltre 3.000 vini provenienti da 30 diversi Paesi.

Il premio “Gran Vinitaly 2014” è stato assegnato alla CAVIT di S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi.

Il Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2014” quest’annoè andato in Italia a Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola - Cellino San Marco.

Invece il premio "Banca Popolare di Verona" è stato assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 della Società Agricola Terzoni Claudio S.r.l. - Vernasca (PC) per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.

(La classifica completa 2014 è disponibile su http://www.vinitaly.com/areaEspositori/concorsiVinitaly/sel/2)

 

Insieme a Vinitaly, hanno aperto i battenti anche Sol&Agrifood, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.
«Sono due manifestazioni dalle potenzialità di successo replicabili come quelle di Vinitaly – ha commentato ancora Martina –. Oltre al vino, nel settore agroalimentare abbiamo altri prodotti e altre filiere d’eccellenza che lavorano altrettanto bene».

 

Vinitaly, domani inizia la kermesse veronese

Dal 6 al 9 aprile Verona ospiterà il gotha dell’enologia e non solo. Alle 11,00 manifestazione di inaugurazione del 48esimo Vinitaly.

di Virgilio - 

Parma 05 Marzo 2014 --

Numeri in crescita così come la qualità degli eventi  che arricchiscono una delle più importante rassegne internazionali dedicate al mondo del vino. 

Quattro giorni intensi che se dovessero replicare i numeri dello scorso anno vedrebbero 148.038 visitatori dei quali quasi 53.000 esteri aggirarsi tra gli oltre 4.000 espositori ben organizzati all’interno degli 89.000 mq di superficie netta.

I presupposti per replicare i numeri dello scorso anno ci sono tutti. Espositori e eventi di qualità e per tutti i gusti.

Al debutto quest’anno uno spazio espositivo dedicato al vino biologico, organizzato da Vinitaly grazie alla collaborazione di FederBio. In scena aziende produttrici Bio per eccellenza, che rispondono con rigore alle normative di tutela UE, raccontando storie di vini che ignorano la

chimica e piegano la tecnologia al rispetto della totale naturalità. Insieme agli stand, a disposizione del pubblico, un’enoteca per la degustazione di tutti i vini bio-certificati presenti a Vinitaly (VINITALYBIO: DEBUTTA IL SALONE DEDICATO AL VINO BIOLOGICO CERTIFICATO).

Enolitech e Sol&Food sono due eventi nell’evento che vanno a completare l’offerta di Vinitaly. Il primo dedicato alle tecnologie nel settore enologico e oleario (L'INNOVAZIONE NEL MONDO DEL VINO E DELL’OLIO PASSA PER ENOLITECH), mentre il secondo più dedicato al palato; OLIO, FOOD E BIRRA: I TRE VOLTI “BUONI” DI SOL&AGRIFOOD.

 

 

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 14 - 07 Aprile 14

(PDF Scaricabile)

1.1 editoriale

Rivoluzione francese al femminile 

3.1 aziende

CASABELLA, 100 anni DiVini.

4.1 Lattiero Caseario

Torna a scendere il latte Spot.             

5.1 parmigiano reggiano

Parmigiano Reggiano in assemblea. Nuove azioni per la redditività.

6.1 biologico

Bruxelles ha varato la proposta di riforma del biologico

6.2 Collegato DDL

Confagricoltura. "Norme importanti per la semplificazione, ma da perfezionare nell'iter parlamentare"

7.1 vinitaly 2014

De Castro: Vinitaly ambasciatore del vino in Italia e nel mondo

7.2 Marketing

Vino: risalgono le vendite nei supermercati.

8.2 Vino 

Il Wine kit per fare il Verdicchio

9.1 vinitaly 6-9 aprile

Ismea al Vinitaly 2014

 

 

 

 

Accordi con gli esportatori e intese con la distribuzione straniera. Produzione in lieve calo, bene i consumi

 

Parma, 2 aprile 2014  -  Se l’agroalimentare “made in Italy” vale 33,5 miliardi di euro e il “made in Germany” ne vale quasi il doppio (60 miliardi), per il Paese che vanta il maggior numero di prodotti Dop a livello mondiale, cioè proprio l’Italia, vi sono ampi spazi di crescita e per azioni che consentano di trasformare un indiscusso primato di notorietà in reale reddito per i produttori.

E’ partendo da questi dati che il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, ha presentato oggi all’assemblea dei soci una serie di linee di lavoro che puntano proprio ad accrescere la redditività del comparto, fondata su un nuovo equilibrio che chiama in causa la produzione (e il tal senso agisce il piano di regolazione dell’offerta che per il 2014 prevede la produzione di 3.250.000 forme, ovvero 29.000 in meno rispetto al 2013, la tradizione, l’innovazione, i legami con il territorio, i nuovi modelli di consumo, il rapporto qualità/prezzo e, in particolare, le relazioni commerciali e le modalità di comunicazione.

Sullo sfondo vi sono buone condizioni, a partire da una produzione che nei primi due mesi del 2014 ha fatto segnare un -0,1%, da un export che nel 2013 è cresciuto del 5,62% (la quota di export è così salita al 34%, con 46.000 tonnellate in più), da consumi interni in crescita dello 0,2% mentre sono apparsi in flessione tutti i formaggi duri, fino a scorte sensibilmente in calo dal settembre fino al gennaio scorso e leggermente in ripresa a febbraio per l’allungarsi del periodo di stagionatura.

Alai Giuseppe - Consorzio Parmigiano Reggiano only parmesan  6580 gde1 cibus

“Il “quanto” produrre – ha detto Alai – lo abbiamo già stabilito, così come il “come” (con un disciplinare sempre più rigido nei vincoli con il territorio sia per la produzione che il confezionamento): oggi siamo impegnati su “quali” mercati e “quali” consumatori, con azioni specifiche sulla comunicazione (sempre più orientata sulle caratteristiche del prodotto e su tasting in store piuttosto che su una notorietà ampiamente acquisita) e su nuovi accordi commerciali”.

Fra questi spiccano quelli orientati al rafforzamento dell’export, con l’obiettivo di raggiungere una quota del 50% nei prossimi cinque anni.

Nascono da qui – ha ricordato Alai – gli accordi con gli esportatori italiani e, al tempo stesso, ile nuove intese con la grande distribuzione estera, che può offrire ai consumatori stranieri un prodotto naturale a condizioni accessibili, evitando speculazioni sui prezzi che limiterebbero inevitabilmente un consumo diffuso.

Su queste linee di rafforzamento dell’export sarà fondamentale – ha osservato Alai –l’esito della pressione che la UE sta esercitando sugli Stati Uniti, nell’ambito degli accordi sul libero scambio, affinché sia cambiata una legislazione americana che ammette la produzione di formaggi con denominazioni simili a quelle del Parmigiano Reggiano (e tra queste anche “parmesan”). “Una battaglia – ha concluso Alai davanti ai rappresentanti di oltre 200 caseifici – che va sostenuta incisivamente, perché è con questi nuovi accordi diplomatici che si può raggiungere un obiettivo altrimenti impensabile”.

 


 Bruxelles punta ancora sul BIO. L’Italia é tra i leader europei e mondiali.

 

Parma 2 aprile 2014 

La sfida è di spessore, basti pensare che negli ultimi 10 anni la domanda di prodotti bio nell'Unione europea é quadruplicata, mentre la produzione interna é appena raddoppiata. A comunicarlo è EuroKom, un’Associazione no Profit avente sede nella Regione Calabria  che si occupa di informazione e comunicazione relativamente alle istituzione e alle politiche comunitarie, lo scorso martedi 25 marzo.

A beneficiare dell'aumento di domanda non sono stati quindi i produttori europei, ma quelli mondiali.  Un gap che evidentemente deve essere colmato anche in ragione della qualità delle produzioni. Non sempre, infatti gli elevati standard qualitativi imposti dall’UE sono rispettati dai paesi terzi con conseguente esitazione di prodotti fortemente concorrenziali. 

 Questa riforma,voluta dal Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, dà quindi un forte giro di vite ai controlli, rafforzando e armonizzando le norme sia nell'Unione europea, che sui prodotti importati.

La stessa eliminerà molte deroghe, concedendo la possibilità ai piccoli produttori di produrre bio, iscrivendosi ad un sistema di certificazione di gruppo, introdurrà nuove regole in materia di esportazione e semplificherà la legislazione per ridurre i costi. Infine,come richiesto da più del 90% dei cittadini europei, il biologico può essere solo Ogm-free. Tuttavia, per quanto riguarda eventuali contaminazioni é accettata una presenza fino allo 0,9% di residui di Ogm autorizzati, come per i prodotti tradizionali.

 

 

Collegato alla legge di stabilità. Audizione al Senato, Guidi: "Norme importanti per la semplificazione, ma da perfezionare nell'iter parlamentare"

- Roma, 1 aprile 2014 -

“Un testo legislativo importante, che affronta finalmente la semplificazione in agricoltura e lo sviluppo del made in Italy, ma che va perfezionato nel suo iter parlamentare”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi in relazione al disegno di legge collegato alla legge di Stabilità, in tema di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agricolo.

Confagricoltura, in  particolare, non condivide la delega al Governo, per raccogliere in appositi testi unici tutte le norme vigenti nel settore agricolo. “Sembra che l’intervento sia dettato da esigenze meramente tecniche di migliore organicità, mentre – ha evidenziato Guidi – non si deve perdere l’occasione di effettuare interventi di modifica sostanziale all'impianto normativo volti alla modernizzazione ed allo sviluppo dell'agricoltura”.
 
Così come, ad avviso di Guidi, “non sembrano coerenti con la crescita del settore le proposte avanzate di revisione della normativa sulle società in agricoltura che tendono a limitare l’affermazione di questo strumento che  in molti casi, invece, risponde pienamente alle esigenze delle imprese”.
 
“Concordo sulla delega al governo per la revisione degli enti agricoli di vigilanza e ricerca, che – ha poi aggiunto - devono trovare efficienza e soddisfare pienamente i bisogni delle imprese agricole”.
 
Nel Ddl si attribuisce valore di marchio privato alla denominazione ‘Made in Italy’. A tal proposito il presidente di Confagricoltura ha avanzato alcune riserve, sia sul piano della compatibilità con la normativa comunitaria, sia per i contorni non ben definiti della disciplina contenuta nel Collegato, per cui ha richiesto un miglior approfondimento in sede parlamentare.

(Fonte Confagricoltura)

  

 

E fra I benefici della nuova Pac, ricorda l’ex ministro dell’Agricoltura, «i produttori potranno contare, oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi terzi, anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo».

 

Verona, 31 marzo 2014. Il record storico di esportazioni di vino italiano nel mondo, l’abolizione delle norme anti-dumping da parte della Cina, le opportunità di promozione anche sul mercato europeo e una Politica agricola comunitaria che ha messo un paletto alla liberalizzazione selvaggia sono alcuni degli aspetti e delle opportunità per il comparto vitivinicolo nazionale. A dirlo è l’on. Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, in un’intervista all’Ufficio stampa di Vinitaly.
Alla vigilia della 48ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati, De Castro consacra Vinitaly come «l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo, luogo di conoscenza e di creazione di valore per un prodotto che simboleggia al meglio la tradizione e la qualità italiana».
Presidente De Castro, con la riforma della Pac che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, cosa cambia per il settore del vino?
«La nuova politica agricola ha scongiurato la liberalizzazione selvaggia dei diritti di impianto dei vigneti. Pur concludendosi il sistema dei diritti nel 2015, sarà introdotto un nuovo sistema di autorizzazioni a partire dal 2016 e fino al 2030 e gli Stati membri che si avvarranno del sistema dei diritti d’impianto avranno facoltà di decidere se passare al nuovo sistema entro il 2020. Nell’ambito dei programmi di sostegno, troveranno poi spazio nuove misure, come quella relativa all’innovazione e quella relativa alla promozione rivolta al mercato interno limitatamente all’informazione sull’uso consapevole di vino e sul sistema europeo delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche».
Quali sono le opportunità che si aprono per i produttori italiani all’interno dell’Unione europea e nei confronti dei Paesi Terzi?
«Come anticipavo, con la nuova Pac i produttori potranno contare - oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi Terzi - anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo. Si tratta di un’innovazione che il Parlamento ha voluto introdurre su una leva che ha caratterizzato con successo la competitività degli ultimi anni, e che potrà rappresentare indubbiamente un’ulteriore opportunità per far conoscere e apprezzare ancora di più le eccellenze del settore anche in Europa. Il mercato dell’Unione rappresenta, infatti, il 60% delle “esportazioni” dei Paesi membri, basta pensare a quanto sono importanti per l’Italia mercati come quelli della Germania e dell’Inghilterra. Quote che possono continuare a crescere grazie a un sostegno adeguato e a un’organizzazione più efficiente».
In termini di aiuti per ettaro, invece, di quanto sarà la riduzione per i vitivinicoltori e su quali valori si fisserà nel 2019, tenuto conto della convergenza?
«Su questo aspetto gli istituti di ricerca stanno elaborando simulazioni sui singoli settori per verificare gli impatti della convergenza interna rispetto al quadro attuale. La scelta del modello di convergenza (regione unica piuttosto che aree amministrative) e delle modalità di applicazione del nuovo regime di pagamento fanno parte di quel “pacchetto” di decisioni che gli Stati membri dovranno notificare a Bruxelles entro il mese di luglio. Tali scelte dovranno esser prese all’interno di alcuni “paletti” fissati dalla riforma della Pac. In tale ambito, mi piace ricordare che proprio in seguito alle modifiche apportate dal Parlamento europeo durante i negoziati, gli impatti del nuovo regime rispetto a quello attuale sono stati limitati, consentendo allo Stato membro di regionalizzare solo il 60% del budget nazionale e di limitare comunque le perdite».
Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli più penalizzanti della riforma dell’ocm vino e del suo accorpamento all’interno dell’Ocm unica?
«La riforma dell’Ocm vino rappresenta un importante punto di equilibrio tra le diverse vocazioni ed esigenze dei paesi produttori dell’Unione. L’introduzione di un sistema autorizzativo al posto della liberalizzazione senza regole dei diritti di impianto dei vigneti è sicuramente un buon punto di approdo per un settore che deve stare al passo coi tempi, senza però per questo perdere identità. Certamente occorrerà, come stiamo facendo in Parlamento, monitorare la fase applicativa di tale misura, al fine di confermare i contenuti dell’accordo politico che è stato poi recepito dalle istituzioni europee e tradotto nell’atto di base. Per quanto riguarda l’accorpamento all’interno dell’Ocm unica, si tratta di una maggiore semplificazione e organicità di strumenti e misure che tra l’altro conferma un percorso già avviato con le precedenti riforme. L’importanza della funzione aggregativa è fondamentale per tutti i settori, compreso quello del vino. Solo se si è organizzati si riesce ad essere forti e competitivi e a guadagnare nuove fette di mercato. Ed è proprio questa la direzione in cui vanno le misure definite all’interno del dossier Pac».
Dopo il “Pacchetto Latte” e il “Pacchetto Prosciutto” si arriverà anche ad un “Pacchetto Vino” per la programmazione produttiva?
«A oggi non mi sembra una strada percorribile anche perché a riformare il funzionamento degli aiuti per il vino è stata la recente riforma del regolamento sull’Organizzazione Comune di Mercato all’interno della Pac2020 e tale aspetto non ha caratterizzato il negoziato. Certamente le finestre normative e di riforma che caratterizzeranno il lavoro della prossima legislatura europea (ad esempio nel caso di una riforma settoriale o di una revisione della Pac2020) possono rappresentare un’opportunità per ricalibrare e modernizzare gli aiuti europei anche nel settore vitivinicolo».
Doc, Docg e Igt: funzionano ancora e riescono a dare valore aggiunto ai prodotti?
«Certificare e garantire la materia prima e un percorso produttivo di qualità sono azioni fondamentali che l’Europa ha messo in campo per la valorizzazione del prodotto e per la corretta informazione del consumatore. Anche in questo caso, però, dobbiamo allontanare lo sguardo e ragionare in termini di contesto: torna centrale il tema dell’organizzazione per far sì che le nostre eccellenze riescano ad accedere ai mercati che maggiormente ne apprezzano la qualità. Qualità che è un elemento competitivo ormai imprescindibile ma che necessita di un modello di “azione” da predisporre in maniera meticolosa ed efficiente. In tal senso i successi del vino possono rappresentare un esempio vincente e da seguire anche per altre produzioni caratterizzanti il nostro straordinario patrimonio agroalimentare».
Vinitaly sta per tagliare il traguardo della 48ª edizione. Che ruolo svolge oggi a vantaggio del sistema vitivinicolo italiano?
«Con la 48ª edizione Vinitaly si conferma l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo. La straordinaria forza aggregativa e la visione commerciale che caratterizza anche le “missioni” della manifestazione all’estero fanno sì che Vinitaly sia, anno dopo anno, un solido punto di riferimento per l’intero settore. Un luogo di conoscenza e di creazione di valore intorno a uno dei prodotti che meglio simboleggia la tradizione e la qualità italiana, che ha ancora importanti margini di apprezzamento e crescita sui mercati. Margini che, anche grazie allo spirito aggregativo e organizzativo di Vinitaly, oggi possono essere conquistati con successo».
La Cina ha annunciato l’archiviazione del dossier anti-dumping sul vino. Il Presidente Xi ha iniziato un tour in Europa, ma non sarà in Italia. Il sistema vino italiano ne uscirà danneggiato rispetto ai colleghi francesi?
«La chiusura della procedura cinese antidumping e anti-sovvenzione verso le importazioni di vino proveniente dalla Ue rappresenta una buona notizia per il nostro sistema vinicolo. Una decisione maturata anche a seguito del gioco di squadra messo in campo da Italia, Spagna e Francia. Anche per queste ragioni credo che non ci siano all’orizzonte penalizzazioni per il sistema vino italiano rispetto a quello francese, a prescindere dall’agenda del Presidente Xi. Certamente, come sistema Italia - così come accade già da tempo in Francia - dovremmo esser capaci di sfruttare le opportunità commerciali, soprattutto quelle provenienti dal mercato cinese. Il record storico delle esportazioni italiane di vino, che lo scorso anno si sono attestate su un valore di 5 miliardi di euro, costituisce un dato importante per continuare a crescere in futuro anche sul mercato orientale. In tal senso, la chiusura della procedura antidumping deve rappresentare un nuovo punto di partenza nelle relazioni commerciali con il paese asiatico».



Intervista a cura del Servizio Stampa Veronafiere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  

Domenica, 06 Aprile 2014 08:06

Vino: risalgono le vendite nei supermercati.

  

In crescita nel primo bimestre 2014 le vendite di vino nei supermercati. Le strategie delle catene distributive.

(Verona, 31 marzo 2014) – Migliorano le vendite di vino nei supermercati nei primi due mesi del 2014. Nel primo bimestre gennaio/febbraio le vendite di bottiglie da 75cl sono più dinamiche e guadagnano 3 punti percentuali sul 2013, facendo segnare un -0,3% a volume rispetto a ad una chiusura 2013 del -3,4% (vedi tabella allegata).

“In realtà già l’ultimo trimestre 2013 aveva dato segnali positivi, cioè di un rallentamento del calo delle vendite  - ha spiegato Virgilio Romano, Director Cliente Service di IRI – ed ora i primi due mesi del 2014 mostrano un netto miglioramento. Recupera anche il brik con un -2,1% (rispetto al -9,4% del 2013). Probabilmente abbiamo lasciato alle spalle le difficoltà del 2013, in linea con l’andamento dell’economia e dei consumi, e possiamo essere fiduciosi per il 2014”.

Il dato positivo ha creato interesse nel mondo delle cantine che cercano di capire quali saranno le strategie future della grande distribuzione, come ha sottolineato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere: “Si tratta di un dato che potrebbe rappresentare l’inversione di tendenza rispetto al continuo calo dei consumi interni registrato negli ultimi anni. A questo punto sarà ancora più importante il convegno del 7 aprile a Vinitaly su ‘Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero’, cui parteciperanno Federdistribuzione, Coop, Conad, Federvini, Unione Italiana Vini, Eataly, perché da lì scaturiranno idee e proposte per stimolare il mercato domestico”.

In attesa del convegno di Vinitaly, le prime indicazioni stategiche arrivano dai buyer vino delle catene distributive che partecipano all’ormai tradizionale evento B2B “Gdo Buyers’ Club” di Vinitaly: Coop, Conad, Selex, Carrefour, Despar, Billa, Sisa, Agorà Iperal.

Per rilanciare le vendite di vino nei supermercati le catene distributive stanno valutando diverse leve potenziali: la ristrutturazione degli scaffali, una maggiore comunicazione, una riduzione o un aumento delle promozioni, una maggiore enfasi su prodotti a marchio del distributore, vino biologico e vino bag in box.

"Il cambiamento dei consumi e delle logiche di acquisto apre a nuove prospettive di mercato - ha dichiarato Luigi Rubinelli, moderatore del convegno a Vinitaly e Direttore di RetailWatch.it - bisogna comunicare il valore del prodotto, la sua funzione d'uso, la sua cultura locale. Indispensabile un riferimento all'Italia per chi esporta. Infine il prezzo: attenzione alle nuove confezioni come il bag in box che recano in sè l'esigenza alla disponibilità immediata di prodotto sfuso con un buon rapporto valore-prezzo".

La spinta promozionale è già troppo alta secondo la Coop che ha un programma ben definito: “La strategia per il 2014 riguarderà una riduzione marcata delle promozioni sul vino tipico mentre replicheremo le stesse dello scorso anno sugli spumanti. Riguardo i vini tavola faremo promozioni più profonde dovute al calo del prezzo di acquisto degli stessi” ha riferito Francesco Scarcelli, buyer vino di Coop Italia.

Diversa la strategia del Gruppo Selex (insegne come Famila, A&O), come ha spiegato il Category manager Flavio Bellotti: “Per il 2014 prevediamo di aumentare la pressione promozionale a fronte del mantenimento del prezzo nominale dei singoli prodotti e di ristrutturare lo scaffale aumentando lo spazio dedicato ai marchi privati e ai vini spumanti”.

Bisogna parlare di più al consumatore, aiutarlo ad orientarsi tra gli scaffali sempre più pieni di vini tipici, come sostiene Valerio Frascaroli, buyer vino di Conad: “Siamo impegnati a definire un’adeguata comunicazione a scaffale. Coi prodotti a nostro marchio cerchiamo di dare una risposta adeguata alle esigenze del consumatore, ma non sarà mai totalmente esaustiva”.

La comunicazione è tra le leve strategiche di Carrefour, che lancia l’etichetta parlante: “Presenteremo una nuova etichetta "parlante" che dettaglierà al cliente tutte le informazioni sul vitigno, la tipologia, la provenienza e l'abbinamento di cibo consigliato – ha riferito Paolo Colombo, Category manager di Carrefour - Continueremo lo sviluppo iniziato lo scorso anno di prodotti ad etichetta esclusiva e l'organizzazione di eventi/attività di degustazione e valorizzazione dei prodotti, oltre a un maggior presidio del localismo e del territorio con la selezione di piccoli produttori”.

La composizione e la ristrutturazione dello scaffale è la chiave della strategia per il 2014 di Despar, Gruppo Sisa e Billa.

Per Simone Pambianco, Product manager prodotti a marchio Despar :“Questo 2014 dovrebbe rappresentare l’anno del riposizionamento a scaffale dopo due anni di esplosione dei prezzi. Questo contribuirà sicuramente a riportare i consumi entro binari diversi, soprattutto per la fascia di consumo entry level”.

Per Germano Ottone, buyer vino del Gruppo Sisa: “Tra gli obiettivi del 2014 c'è la revisione del format assortimentale nella categoria vini, ogni centro distributivo del Gruppo  proporrà ai punti di vendita un cluster specifico; nell'ambito di questa revisione è previsto l'inserimento di vini di alta gamma”.

Per Alfonso Ruffo, buyer senior bevande di Billa: “Il 2014 sarà per Billa l’anno di consolidamento della strategia espositiva e assortimentale implementata nel 2013: vini esposti per fascia prezzo con attenzione alla comunicazione al cliente”.

VINO BIOLOGICO E BAG IN BOX TRA GLI SCAFFALI

 Un contributo alle vendite arriva anche, oltre che dalle bottiglie a marchio del distributore, anche dal vino biologico e dal vino bag in box, cioè di quelle confezioni da 3/5  litri di vino conservato senza ossigeno, spillabile dal rubinetto.

Tra chi punta decisamente sul biologico c’è Carrefour, come ha spiegato Colombo: “Abbiamo già in assortimento 15 etichette e tra queste 5 sono vini biologici senza solfiti aggiunti. Sono esposti a scaffale sia nella corsia del vino che in quella riservata al settore biologico, in particolare nei punti vendita dove è previsto uno spazio dedicato al BIO (planet)”.

Guarda con interesse al biologico anche Coop, che non dispone di corner anche se sta testando corner specifici, e Conad, come ha raccontato Frascaroli: “Il Vino Biologico sta cominciando ad essere richiesto dal consumatore e le vendite presentano trend in crescita, ma si parla sempre di numeri bassi; ad oggi non è previsto un corner specifico”.

Attenzione al biologico anche in Billa anche perché le vendite potrebbero beneficiare “delle ultime modifiche in termini di regolamento comunitario (legge 203), per cui è possibile scrivere sull’etichetta del prodotto che il vino è biologico (e non più solamente le uve)”.

Anche Agorà Network gioca la carta del biologico, come ha riferito il buyer Massimo Cavaleri: “Testeremo sui punti vendita più grandi tre referenze di vino ottenuto con l'impiego di un sistema agricolo biodinamico di un'azienda siciliana. Al momento non prevediamo di creare un corner a parte, ma di inserire le referenze sul lineare o al massimo di posizionarle nella cantinetta evidenziandole opportunamente”.

Ancora sotto esame delle catene distributive l’eventuale investimento sul vino bag in box.

“Il vino in bag in box si sta evolvendo da solo prodotto basico, di prezzo, a prodotto di maggior pregio, includendo anche vini Doc e per il 2014 prevediamo di aumentare l'offerta di questo tipo di prodotto” ha spiegato Bellotti del Gruppo Selex.

In Coop, al contrario, non si prevede uno sviluppo immediato del bag in box: “L’unica valutazione che stiamo facendo riguarda se cambiare il formato venduto oggi passando dall’attuale 5 litri a un più piccolo e comodo 3 litri”.

Anche alla Conad osservano che il bag in box non sta avendo per ora un grande successo in Italia, a differenza di quanto avviene in Europa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  

Domenica, 06 Aprile 2014 07:32

Ismea al Vinitaly 2014

 

Ismea parteciperà alla 48ma edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile. 

 

  • Roma 31 marzo 2014  -

    Ismea parteciperà alla 48ma edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile, con un proprio desk all'interno dello spazio istituzionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (piano terra del portico PalaExpo, lato ingresso San Zeno).
    Tre gli appuntamenti organizzati dall'istituto in collaborazione con il Mipaaf e con l'ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari):

    7 aprile alle ore  12.00
    "I numeri, la qualità e il valore dei vini di eccellenza certificati nell'ultimo anno".
    L'incontro offre una fotografia al 2013 dei vini Dop e Igp, in termini di produzione, superficie, export e consumo. Inoltre, per il secondo anno, Ismea presenta la stima del valore del vino sfuso nei tre segmenti  Dop, Igp e vini comuni, mettendo a sistema molte delle informazioni disponibili da differenti fonti. È previsto un focus su alcune regioni chiave.
    8 aprile alle ore 10.00
    "Vigneto Italia: il ricavo medio delle produzioni. Metodologia applicata nel PNS italiano dell'OCM vino. "
    Il seminario illustra le misure del pns (piano nazionale di sostegno del settore vitivinicolo) italiano per il calcolo del ricavo medio del vigneto Italia, con l'illustrazione della relativa metodologia e di alcuni esempi di calcolo.
    8 aprile alle ore 12.00
    "Informazione e comunicazione a sostegno del settore olivicolo-oleario"
    Il seminario affronta il tema della comunicazione nel settore olivicolo per gli operatori di filiera e per il consumatore finale. Verranno illustrate le iniziative del piano di settore olivicolo oleario sul web e per l'istituzione di un sistema di qualità nazionale. A seguire è prevista una tavola rotonda per discutere assieme alle unioni, associazioni, produttori ed esperti del settore sull'opportunità di un adeguamento della comunicazione di settore a nuove e moderne formule.
  • (Fonte Ismea)

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