Sabato, 18 Gennaio 2020 11:21

100 e-bike Iren per i piccoli Comuni

Mobilità sostenibile - Anci, Progetto “Tandem. Bici in Comune”:100 e-bike Iren per i piccoli Comuni 

Il presidente Anci Decaro: “La cultura e la pratica della sostenibilità, basate sull’innovazione, sono esigenza di ogni Comune a prescindere dalla classe demografica”. Boero presidente Iren: “Aiutiamo lo sviluppo dei territori
nelle sfide di transizione energetica e nell’innovazione dei servizi”.

Coerente con la propria missione aziendale che prevede, fra l’altro, di unire sviluppo e sostenibilità in un unico valore, Iren, ha deciso di lanciare, in collaborazione con ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, il
“Progetto Tandem. Bici in Comune” che ha come obiettivo quello di mettere in evidenza le “buone pratiche” in materia di economia circolare, sostenibilità ambientale e mobilità alternativa realizzate, o in corso di realizzazione,
da parte dei piccoli Comuni.

In particolare, si tratta di un concorso che mette in palio 100 e-bike (2 per ciascun Comune) che andranno a premiare i Comuni sotto i 3.000 abitanti che proporranno le progettualità più innovative e capaci di incidere
positivamente sulle abitudini dei propri cittadini, ma anche dei turisti o dei visitatori occasionali, migliorandone significativamente la qualità della vita, come, ad esempio, impatto sul territorio del progetto presentato,
effettiva fruibilità dei servizi che scaturiscono dal progetto per i cittadini, riduzione dell’inquinamento atmosferico, strumenti di comunicazione e sensibilizzazione atti a promuovere l’uso della mobilità sostenibile.

Sarà possibile partecipare compilando ed inviando il form presente sul sito www.biciincomune.it sino al 31 marzo prossimo. Entro il mese di luglio, vi sarà, poi, la proclamazione dei vincitori, designati da un’apposita
Giuria tecnica composta da rappresentanti di ANCI ed Iren, oltre che da un esperto di sostenibilità ambientale.
Da sempre attenta ai territori dove opera da oltre un secolo, con il Progetto “Tandem. Bici in Comune”, Iren, con questa collaborazione con ANCI, vuole testimoniare concretamente la propria volontà di contribuire alla
crescita in particolare delle piccole realtà locali, anche in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu al 2030 e delle politiche nazionali in tema di ambiente.

Per Renato Boero, presidente di Iren, "nel 2019 Iren ha servito oltre 400 Comuni in 11 Regioni per più di 4 milioni di abitanti, pari al 7% della popolazione italiana. Sono numeri che fotografano l'importanza a livello
nazionale di un Gruppo di rilevanza sistemica sotto il profilo dimensionale ed economico.

Oggi Iren ha l'ambizione di essere un attore chiave a livello nazionale per abilitare lo sviluppo dei territori serviti aiutandoli ad affrontare le sfide di transizione energetica, di economia circolare e i nuovi scenari di innovazione nei
servizi”.

“Partecipare insieme ad Anci a questa iniziativa che premia i piccoli comuni per la loro capacità di progettare iniziative di economia sostenibile ci rende particolarmente orgogliosi. La sostenibilità è uno dei pilastri strategici
del nostro piano industriale e, con il progetto Tandem, il Gruppo contribuisce a promuovere la mobilità sostenibile anche in piccoli comuni dopo aver già lanciato con successo sui propri territori servizi di e-bike, di scooter sharing elettrico e di auto elettriche”, ha affermato l’amministratore delegato di Iren Massimiliano Bianco.

“Sono contento di lanciare una iniziativa destinata ai Comuni più piccoli. Sono convinto, infatti, che la cultura e la pratica della sostenibilità, basate sull’innovazione, siano un’esigenza di ogni comune, a prescindere dalla
classe demografica di appartenenza”, evidenzia il presidente di Anci Antonio Decaro. “Inoltre, le due biciclette elettriche che verranno riconosciute come premio, potranno essere funzionali agli spostamenti magari anche
del sindaco e dei suoi collaboratori: sappiamo bene, infatti, come non necessariamente un Comune con pochi abitanti occupi una superficie poco estesa e proprio questo complica ulteriormente la gestione amministrativa
del territorio. Solleciterò volentieri i sindaci dei Comuni più piccoli a candidarsi. E ringrazio Iren per la sensibilità e l’attenzione che ci dimostra”.

“Sono molto soddisfatto di questa prima iniziativa avviata da ANCI insieme ad IREN, che ringrazio per aver accolto sin da subito lo stimolo a coinvolgere e sensibilizzare i piccoli Comuni”, sottolinea il vicepresidente
vicario Anci Roberto Pella. “Premiare le iniziative meritevoli dei Comuni su economia circolare e sostenibilità significa dare concretezza a politiche attive per la promozione della salute e di corretti stili di vita dei cittadini e
promuovere innovazione e marketing territoriale. Tutti temi al centro dell’azione dell’Anci, specie dei Giovani Amministratori che, in occasione dell’ultima assemblea, hanno presentato il Manifesto di Olbia proprio su
questi temi.”

“E’ un progetto di grandissimo significato per le piccole comunità che a volte sembrano non interessate al tema della mobilità sostenibile come accade nei grandi centri urbani”, commenta da parte sua il delegato
Piccoli Comuni Anci e sindaco di Cerignale, Massimo Castelli. Partendo da questa iniziativa, “bisognerebbe sviluppare uno studio su politiche di mobilità in linea con le esigenze dei piccoli centri. Ma anche – si augura
Castelli – valutare le ricadute turistiche che in alcune zone periferiche può avere la costruzione di una pista ciclabile, utile volano per pensare itinerari mirati”.

Roma, 16 gennaio 2020

Reggio Emilia 16 gennaio 2020 - Il Parmigiano Reggiano, così come le altre indicazioni geografiche, non ha bisogno di un logo ulteriore per imporsi per il suo valore. Inserire le eccellenze dell'agroalimentare italiano in qualsiasi sistema nutrizionale facoltativo significa banalizzarle, creare confusione nella testa del consumatore, vanificando lo sforzo del consorzio che si batte per evidenziare la specificità della Dop. Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano si pronuncia quindi a favore dell'esclusione dei prodotti dop e igp nell'adozione su base volontaria del sistema di etichettatura a batteria proposto dal Governo italiano.

Il Parmigiano Reggiano non è una commodity: è un prodotto ad alto valore aggiunto, riconosciuto dai consumatori e dai nutrizionisti come formaggio dagli altissimi valori nutrizionali, ricco di proteine, vitamine, sali minerali. Non abbiamo bisogno di un logo in etichetta che rassicuri il consumatore. Il principio dell’esclusione deve essere pertanto ribadito nel decreto nazionale sul sistema a batteria così che lo si riesca a far valere secondo il principio di mutuo riconoscimento anche verso quei Paesi che applicano il nutriscore.

Venerdì, 17 Gennaio 2020 11:49

La magra del fiume PO è tipica del periodo

AGGIORNAMENTO STATO IDROLOGICO FIUME PO: Magra invernale apparentemente straordinaria, ma tipica del periodo.

Parma, 16 Gennaio 2020 - Durante i primi quindici giorni di Gennaio le portate del Po si sono ridotte di circa 30-50 metri cubi/secondo al giorno nelle principali sezioni idrometriche tra Piacenza e Pontelagoscuro (dai 1,76 metri del 24 Dicembre ai -4.00 metri di oggi, come testimoniano le immagini scattate dal reporter naturalista Paolo Panni).

La presenza dell’anticiclone continua a permanere sulle nostre regioni portando bel tempo e temperature sopra lo zero caratterizzando così la magra invernale apparentemente straordinaria, ma tipica di questo periodo. Il progressivo esaurimento delle portate ha evidenziato l’emersione di vaste parti sabbiose di alveo, tipici dei periodi siccitosi.

Dopo il passaggio della piena del Po durante il periodo natalizio, i livelli idrometrici si sono progressivamente ridotti lungo tutta l’asta principale del fiume Po, caratterizzando così la magra invernale tipica di questo periodo. Durante i primi quindici giorni di gennaio le portate si sono ridotte di circa 30-50 m3/s al giorno nelle principali sezioni idrometriche del Po tra Piacenza e Pontelagoscuro. 

E' quanto emerge dalla documentazione rilevata dalla Autorità Distrettuale del Fiume Po del 15 gennaio 2020 e riportata in allegato nella sua interezza.

(in allegato il documento in PDF scaricabile )

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Il dato emerge dall’Osservatorio economico del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. L’osservatorio ha analizzato anche lo scenario futuro. Quest’anno la legge di bilancio - attraverso la riduzione del cuneo dei lavoratori dipendenti - avrà un impatto positivo sulla pressione fiscale delle famiglie sebbene in maniera contenuta, pari allo 0,17% del Pil che salirà a 0,28 punti nel 2021. Anche ipotizzando la trasformazione in detrazione fiscale del bonus 80 euro del 2015, equivalente a 0,5 punti di Pil, non si rientrerebbe del tutto dallo shock fiscale del 2012. Massimo Miani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti: “Ora priorità a interventi mirati a chi è stato sino ad oggi più trascurato, in primo luogo le famiglie”

Roma, 15 gennaio 2020 - La pressione fiscale delle famiglie italiane, pari al 17,82% del PIL, risulta sostanzialmente stabile (+0,04%) nell’ultimo anno, ma non ha ancora assorbito lo shock fiscale del 2012. In particolare, permangono ancora 1,63 punti da recuperare rispetto all’incremento dovuto alla crisi del debito verificatasi nel 2011. Da allora il recupero è stato solo di 0,18 punti. Una situazione differente rispetto al dato della pressione fiscale generale che, nello stesso periodo ha lasciato un avanzo più contenuto pari a 0,66 punti nel 2019. Le famiglie, dunque, rispetto agli altri settori istituzionali dell’economia, in particolare imprese e istituzioni finanziarie, hanno subito quasi interamente sulle proprie spalle il peso dell’aggiustamento fiscale dell’inizio dello scorso decennio. Il dato emerge dall’osservatorio economico del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti che ha rielaborato la pressione fiscale delle famiglie sulla base di dati Istat di Contabilità Nazionale e Mef sulle entrate tributarie mensili attraverso l’analisi dettagliata del gettito delle singole imposte con una proiezione dei dati al 2019.

A differenza della pressione fiscale generale, che risulta in calo costante dal 2014, la pressione fiscale sulle famiglie, stabile nel 2013 (-0,08 punti di Pil), si è incrementata ulteriormente nel 2014 (+0,22%) e nel 2015 (+0,30%), per poi riprendere a ridursi nel 2016 (-0,46 punti) e nel 2017 (-0,17 punti di Pil) fino a stabilizzarsi nel 2018 e nel 2019. L’andamento differente rispetto a quella generale è dovuto dall’incremento del gettito Imu/Tasi, delle addizionali Irpef e dei contributi sociali a carico delle famiglie, controbilanciato dal calo del gettito Ires e Irap e dalla stazionarietà dei contributi sociali a carico dei datori di lavoro.
L’osservatorio ha analizzato anche lo scenario futuro. Quest’anno la legge di bilancio - attraverso la riduzione del cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti - avrà un impatto positivo sulla pressione fiscale delle famiglie sebbene in maniera contenuta pari allo 0,17% del Pil che salirà a 0,28 punti nel 2021. Anche ipotizzando la trasformazione in detrazione fiscale del bonus di 80 euro mensili introdotto dal governo Renzi nel 2015, equivalente a 0,5 punti di Pil, non si rientrerebbe del tutto dallo shock fiscale del 2012.

Il documento dei commercialisti fa poi il punto anche sui redditi medi familiari, evidenziandone una crescita continua dal 2015. In particolare, nel 2017, il reddito medio netto familiare è risultato pari a 31.393 euro, superando per la prima volta il livello pre-crisi di 30.502 euro del 2009. Permangono, invece, significative differenze territoriali con il livello più basso al Sud (25.415 euro) e il più alto nel Nord-ovest (35.386 euro). Il Sud presenta un gap del 19% rispetto alla media nazionale e del 28% rispetto al livello più alto del Nord-ovest.
Infine, rispetto alla composizione del nucleo familiare, la ripresa manifestatasi nel triennio 2015-2017 ha favorito i nuclei più piccoli, mentre quelli più numerosi, in particolare quelli con cinque e più componenti, hanno fatto registrare addirittura un calo.

“La riduzione della pressione fiscale registratasi negli anni successivi al picco del 2012 – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani - ha prodotto risultati asimmetrici rispetto alle diverse platee di contribuenti. C’è stato un saldo positivo per le imprese con una buona base occupazionale, per le quali è stato possibile fruire a pieno dei positivi interventi su IRAP, IRES e contributi sociali. Per i lavoratori dipendenti a basso reddito, che hanno potuto bilanciare l’inasprimento della tassazione locale con il “bonus 80 euro”, il saldo è invece più o meno in pareggio. Saldo tendenzialmente negativo, infine, per pensionati, lavoratori autonomi e ceto medio in generale che ha subito l’inasprimento della tassazione locale senza alcuna apprezzabile contropartita, al netto della esenzione della prima casa dall’IMU”.

Secondo Miani, “si tratta ora di insistere nello sforzo di riduzione del carico fiscale, dando però la giusta priorità a interventi mirati verso chi è stato sino ad oggi più trascurato, in primo luogo le famiglie”. “Fermo restando che, come il bonus degli 80 euro, anche la riduzione del cuneo fiscale è un intervento a favore delle famiglie che produce effetti positivi sebbene limitati sulla crescita economica – conclude il presidente dei commercialisti - l'auspicio è che il Governo possa ampliare l'intervento agendo direttamente sulle aliquote Irpef, così da estenderne il beneficio a tutte le famiglie italiane e non solo a quelle il cui reddito proviene prevalentemente da lavoro dipendente”.

Al tema della pressione fiscale familiare la Fondazione Nazionale dei Commercialisti dedicherà nei prossimi mesi un incontro in collaborazione con il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari nel quale verranno illustrate le possibili soluzioni per risolvere le difficoltà economiche che quotidianamente vivono i nuclei familiari del nostro paese.

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Dall’1 al 3 aprile 2020 debutta a veronafiere b/open, rivolta ai professionisti. Tra i membri della partnership anche bio-beurs (olanda), organic&natural products expo (sudafrica) e natexpo (francia)

Verona, 15 gennaio 2020 - Nasce The Organic Trade Fairs Alliance, una nuova alleanza a livello internazionale che unisce le fiere b2b del biologico italiane ed estere. In prima fila nel promuovere il progetto, B/Open, la manifestazione organizzata da Veronafiere (1-3 aprile 2020), insieme a Bio-Beurs (Zwolle-Olanda, 22-23 gennaio 2020), Organic&Natural Products Expo (Johannesburg-Sudafrica, 8-10 maggio 2020) e Natexpo (Lyon-Francia, 21-22 settembre 2020).
The Organic Trade Fairs Alliance è una piattaforma globale e un forum di scambio di conoscenze, che mira a fornire sostegno al settore dell’agricoltura biologica, dell’industria alimentare biologica e dei cosmetici naturali. Con un obiettivo ben definito: diffondere e supportare un modello di nutrizione e di personal care focalizzato su tutto ciò che è sano e salutare, sull’attenzione all’ambiente, al clima globale e al rispetto dei lavoratori.
«Veronafiere, attraverso B/Open, ha intercettato uno spazio di mercato rivolto al segmento b2b del mondo biologico, che risultava ancora scoperto e andava presidiato», è il commento del direttore commerciale di Veronafiere Flavio Innocenzi. «Questa alleanza internazionale, che ha mosso i suoi primi passi nel 2019 e si consoliderà nel 2020, vuole supportare il settore del biologico attraverso azioni sinergiche di promozione, in chiave professionale e mettendo a sistema le competenze e le conoscenze trasversali, acquisite dai vari partner internazionali».

B/Open, in programma a Verona dall’1 al 3 aprile 2020, è la prima fiera in Italia esclusivamente b2b, rivolta agli operatori del food certificato biologico e del natural self-care. Dalle materie prime al prodotto finito al packaging, la nuova manifestazione di Veronafiere presenta tutta la filiera, frutto di un’accurata selezione delle aziende espositrici studiata sulle esigenze dei compratori professionali. Tra le tante conferme, nell’organic food, Cereal Docks, Agricola Grains, Altalanga oltre al gruppo Specchiasol (con i marchi Larico e San Demetrio) e Chiara Cantoni, partner di Ringana, per la cosmesi naturale e il settore fitoterapico.
Patrocinata da Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e da Regione Veneto e supportata da Ass.O.Cert.Bio (Associazione Organismi di Certificazione del Biologico italiani), Bioagricert (Organismo di controllo e certificazione biologica), Ccpb (Consorzio Controllo Prodotti Biologici ), la rassegna si svolgerà nei padiglioni 1 e 2 di Veronafiere. Più specificatamente, nel segmento dell’alimentazione biologica saranno rappresentati anche i prodotti nutraceutici, dietetici, integratori, pet food, servizi, packaging ecologici; ingredientistica per prodotti bio, ma anche prodotti per il benessere; bellezza e cura della persona comprenderanno cosmesi, trattamenti naturali, piante officinali e derivati, prodotti per la salute e la cura della persona, servizi. B/Open sposa inoltre un format interattivo, con numerosi momenti di networking e formazione, esclusivamente dedicati a produttori, trasformatori e operatori professionali.


I NUMERI DEL SETTORE. Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi dal Fibl (istituto di ricerca tedesco dell’agricoltura biologica) e relativi al 2017, la filiera «organic» mondiale ha raggiunto un fatturato di 92 miliardi di euro, con 70 milioni di ettari coltivati da 2,9 milioni di produttori. In Italia il comparto bio dà lavoro a 76mila aziende, sviluppa un fatturato di 3,6 miliardi di euro e rappresenta circa il 4% della spesa alimentare globale degli italiani.
Accanto al settore dell’agro-alimentare, anche il mercato della cosmesi biologica sta vivendo un periodo di crescita economica. Secondo gli ultimi dati di Cosmetica Italia, il fatturato green nel 2017 delle aziende intervistate tocca 1 miliardo di euro, pari al 9,5% del fatturato cosmetico italiano (10,9 miliardi di euro).

Giovedì, 16 Gennaio 2020 10:34

Pomodoro, Tavolo di crisi “Columbus”

Tavolo di crisi “Columbus”: tutti al lavoro per garantire la continuità aziendale. Incontro a Palazzo Giordani di tutte le parti coinvolte

Si è riunito nel pomeriggio di mercoledì 15 gennaio a Palazzo Giordani, sede della Provincia di Parma, il tavolo di crisi relativo all'azienda “Columbus”, convocato dalla Regione Emilia Romagna.

Presenti l'Assessore Regionale all'Agricoltura Simona Caselli, con tecnici regionali, il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, il Capo di Gabinetto del Sindaco di Parma Francesco Cirillo, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i delegati dei lavoratori e la proprietà dell'azienda.

L'incontro ha confermato la rilevanza produttiva e lavorativa dell'azienda, che impiega circa 300 lavoratori , tra stagionali e a tempo indeterminato, nel settore agro-alimentare a Parma. Da qui, l'impegno di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle Istituzioni del territorio, passando per le rappresentanze sindacali, con la fattiva collaborazione della proprietà aziendale, per avviare un percorso finalizzato a garantire la continuità aziendale.

Il tavolo, coordinato dalla Regione Emilia Romagna, si è impegnato ad avviare azioni di confronto su più fronti ed a riunirsi nuovamente in tempi ristretti per condividere l'evoluzione del percorso.

 

 

#EMILIAROMAGNA2030. Best practice, giovani, digital influencer per una regione al centro dell'innovazione applicata e per un green deal dal basso e in rete.
Pecoraro Scanio: “Green Deal deve essere speranza per il futuro dell'umanità”
4a tappa del giro d'Italia di Opera2030 per diffondere in rete le “buone azioni” contro fake news e haters.

Si svolge a Bologna, lunedì 20 gennaio 2020, dalle ore 15.00, presso l’Hotel NH de la Gare (Piazza XX Settembre, 2), il 4° Open Day di Opera2030, la piattaforma nata per combattere le fake news attraverso gli strumenti innovativi messi a disposizione dal web e dai social media.

L'evento sarà aperto, tra gli altri, dai saluti di Virginio Merola, Sindaco di Bologna, Rosa Grimaldi, Prorettrice per l'Imprenditorialità dell'Università di Bologna, Alfonso Pecoraro Scanio, già Ministro dell'Ambiente e Presidente della Fondazione UniVerde, Domenico De Masi, Presidente del Comitato scientifico della Fondazione UniVerde e di Opera2030, e con un videomessaggio dall'economista americano Jeremy Rifkin, teorizzatore della Terza Rivoluzione Industriale. In rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, interverrà l'Assessore alle Politiche Ambientali, Paola Gazzolo.

"Proprio all'indomani dell'annuncio del piano per gli investimenti sostenibili adottato dall'Unione Europea per i prossimi dieci anni, che prevede lo stanziamento di mille miliardi per l'economia verde e la lotta ai cambiamenti climatici, dobbiamo interrogarci su quali siano davvero gli obiettivi di queste risorse, che rischiano di alimentare solo uno slogan. Il Green Deal non può contenere nucleare e gas ma innovazione e speranza per un futuro davvero migliore per l'umanità, legato ai 17 Goals dell'Agenda 2030 dell'ONU" dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, promotore dell'iniziativa Opera2030, lanciata per realizzare una rete di sostegno a azioni sostenibili e partecipate sui territori.
All'evento, decine di influencer e content creator parteciperanno al lancio della campagna #NoFakeFood a difesa dell'identità territoriale dei prodotti agroalimentari, dell'ambiente e della salute dei consumatori.
L’iniziativa è promossa dalla Fondazione UniVerde e da SOS Terra Onlus, in partnership con Change.org (che riunisce oltre 9 milioni di utenti in Italia), Influgramer.com (che raduna 39 mila influencer e supera in Italia 70 milioni di follower), e l'importante realtà dell'informazione d'inchiesta del nostro Paese Fanpage.it (seguita su Facebook da oltre 8 milioni di persone), con la collaborazione di realtà come Osservatorio Giovani dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", LifeGate, TeleAmbiente, HELPS, GreenStyle, Duegradi, Università degli Studi Link Campus University, Fondazione Homo Ex Machina, Associazione Nazionale Giovani Innovatori.

L'Open Day di Bologna sarà suddiviso in 3 sessioni di lavoro, con la partecipazione, tra gli altri, di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Giovani Innovatori e di Italia Solare, della Coldiretti e di Coldiretti Giovani Impresa.
Durante i lavori, verranno trattati i temi dedicati alla partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese attraverso gli strumenti di petizioni, campagne e leggi di iniziativa popolare, e verrà messo in luce l’attivismo civico ed ecologista di giovani startupper, innovatori e influencer digitali, insieme all’impegno di green e civic influencer, istituzioni e imprese nella strategia degli Obiettivi 2030 dell’Onu, con numerose testimonianze.
Programma dell'evento.

Interventi iniziali: Virginio Merola (Sindaco Comune di Bologna), Rosa Grimaldi (Prorettrice per l'imprenditorialità Università di Bologna), Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde), Domenico De Masi (Presidente Comitato Scientifico Fondazione UniVerde e Opera2030), Mario Cucinella (Architetto e designer), Valentina Borghi (Vicepresidente regionale Coldiretti), Angelo Consoli (Direttore Ufficio Europeo di Jeremy Rifkin), Rosario Trefiletti (Presidente Centro Consumatori Italia), Pasquale Russo (Direttore generale Università degli Studi "Link Campus University").
In rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, interverrà l'Assessore alle Politiche Ambientali, Paola Gazzolo.
Videomessaggio di Jeremy Rifkin.

I Sessione - Attivismo civico e Web contro Fake news e Haters.
Coordinano: Andrea Zagato, Marco Rimoldi (Fondatori Influgramer.com), Stephanie Brancaforte (Executive Director Change.org Italia).
II Sessione - Emilia Romagna al centro dell'innovazione applicata. Coordinano: Paola Ghedini, Renato Gabriele (ANGI Associazione Nazionale Giovani Innovatori - Eurospace), Andrea Zanotti (Consiglio Direttivo Italia Solare).
III Sessione - Ambiente, agricoltura, economia circolare: i nuovi green jobs.
Coordinano: Pinuccia Montanari (Comitato scientifico Fondazione UniVerde e Fondazione Alex Langer), Andrea Degli Espositi (Delegato Coldiretti Giovani Impresa Emilia-Romagna).

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MANTOVANI (DIRETTORE GENERALE VERONAFIERE): DIPLOMAZIA SCONGIURI AGGUATO COMMERCIALE, UE DIA SEGUITO A LETTERA BELLANOVA PER FRANCIA È GIÀ CALAMITÀ: VENDITE NEGLI USA A NOVEMBRE -36% SU VINI FERMI
 
Verona, 14 gennaio 2020 - «Ci auguriamo che la missione del Commissario al Commercio, Phil Hogan in programma da oggi negli Stati Uniti, possa scongiurare ciò che riteniamo essere un vero e proprio agguato commerciale ai danni dell’agroalimentare italiano ed europeo. L’eventuale lista allargata espressa dal dipartimento del Commercio americano (Ustr) non sarà infatti esecutiva prima di metà di febbraio: per questo è necessario che l’Unione europea dia riscontro alle istanze contenute nella lettera della ministra alle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, recapitata nei giorni scorsi al Commissario Hogan».

Lo ha detto oggi il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, a commento della procedura di consultazione dell’Ustr, che minaccia di allargare la lista dei prodotti a potenziale dazio aggiuntivo includendo tra gli altri anche vino, olio e pasta italiani.
«Inutile dire – ha aggiunto Mantovani - come per il comparto vino la preoccupazione sia enorme: basti pensare che, complici anche le scorte accumulate nei mesi precedenti, i vini fermi francesi sottoposti all’extra-dazio del 25% hanno registrato un calo di vendite negli Usa del 36% a valore nel solo mese di novembre rispetto alla stessa mensilità sul pari periodo 2018. Contestualmente, secondo il nostro Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, l’Italia ha chiuso il mese con una crescita di quasi il 10%. Ora, con la calamità delle possibili imposte aggiuntive la produzione interna non sarà in grado di soddisfare la domanda e l’Europa rischia così di perdere quote di mercato difficilmente recuperabili in futuro, a tutto vantaggio del Nuovo Mondo produttivo. Da parte nostra – ha concluso il direttore generale di Veronafiere – proseguiamo nella nostra attività di supporto del settore nel principale mercato mondiale, anche con una task force operativa in grado di ampliare del 20% la presenza di operatori statunitensi ospiti già a partire dal prossimo Vinitaly e al tempo stesso di accelerare sulle nuove frontiere commerciali di un comparto ancora troppo legato agli sbocchi tradizionali».


Secondo l’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor (fonte: stime su dati doganali), l’Italia nel 2019 chiuderà le vendite verso gli Usa in crescita di circa il 5%, per un corrispettivo record che sfiorerà 1,8 miliardi di euro. Si tratta di un’incidenza di quasi il 28% sull’export globale di vini made in Italy, molto più del suo competitor francese – che pur è il principale fornitore a valore -, la cui quota non arriva al 20% per effetto di una più ampia e organica scacchiera dei mercati di riferimento. Gli Stati Uniti hanno infine registrato nell’ultimo quinquennio il maggior incremento tra i 5 top mercati mondiali per il vino italiano, con un +38,6% a valore

Forte flessione del latte spot. Stabili i derivati e il Parmigiano Reggiano, leggera ripresa del Grana Padano.  

 
di Virgilio Parma 14 gennaio 2020 - 
 
LATTE SPOT – La borsa veronese riapre come aveva chiuso. Dal 16 dicembre, precedente quotazione, il prezzo del latte crudo spot nazionale perde  ha ceduto il 7,5% posizionandosi tra 40,72 e 42,27. Cede anche il latte intero pastorizzato "spot" estero  (-3,8%) fissandosi tra 39,18 e 40,21€/100 litri di  latte e infine  il Latte scremato pastorizzato spot estero, in controtendenza recupera il 50% della sontuosa perdita di metà dicembre (+9,3%) ritornando a 23,81 - 24,84€/100 litri di latte.
 
BURRO E PANNA – Nessuna variazione è stata registrata alla borsa di Milano nel comparto burro, confermando la stabilità che si è manifestata nelle precedenti otto settimane. 
Ancora a picco la crema milanese che cede altri 10 centesimi mentre la panna veronese flette solo il 2,7%.
Lo zangolato parmigiano non ha subito variazioni e rimane ancora a bassa quota. Invariato anche il prezzo a Reggio Emilia.

 
Borsa di Milano 13 gennaio 2020: 
BURRO CEE: 3,35 €/Kg. (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,60 €/Kg.  (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,75 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,55 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,80 €/Kg. (-)
MARGARINA dicembre 2019: 1,03 - 1,09 €/kg (+)
 
Borsa di Verona 13 gennaio 2020: (-0%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,75 – 1,85 €/Kg.
 
Borsa di Parma 10 gennaio 2020 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 14 gennaio 2020 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 - 1,15 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 13 gennaio 2020 – Tenue ripresa dei listini del Grana Padano, limitatamente al 16 e 20 mesi riserva.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,00 – 7,20 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (+)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (+)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,80 – 5,95 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 10 gennaio 2020 – Stabilizzati i listini del Parmigiano Reggiano. 
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,35 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 9,70 - 10,10 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 10,60 - 11,25 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 12,40 - 13,15 €/Kg. (=)

 

#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

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Editoriale:  - Il macabro strike altoatesino: un tempo erano le “stragi del sabato sera” - Lattiero caseario. Scivolone del Latte spot - Mercati chiusi lunedi 6 gennaio 2020. - Cereali e dintorni. Mercati tesi nonostante il rallentamento dei venti di guerra. - Ostriche contaminate, sale allerta UE - Cassazione: vendere le infiorescenze di cannabis sativa è illegale.-

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SOMMARIO Anno 19 - n° 02 12 gennaio 2020
1.1 editoriale
Il macabro strike altoatesino: un tempo erano le “stragi del sabato sera”
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Scivolone del Latte spot - Mercati chiusi lunedi 6 gennaio 2020.
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. inizio d’anno difficile.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati tesi nonostante il rallentamento dei venti di guerra.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 sicurezza alimentare Ostriche contaminate, sale allerta UE
7.2 biologico emilia romagna Agricoltura e ambiente. La Regione investe oltre 9,7 milioni di euro per incentivare il biologico e tutelare la biodiversità
8.1 cannabis  Cassazione: vendere le infiorescenze di cannabis sativa è illegale.
9.1 asta record per tonno rosso Alla faccia del sushi!
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Di Mario Vacca 11 gennaio 2020 - Con la riforma della crisi d’impresa il legislatore ha imposto l’obbligo di nomina del revisore per tutte le società con un fatturato superiore ai 4 milioni di euro (e/o 4 milioni di totale attivo, e/o più di 20 dipendenti), ed ha imposto alle imprese il dovere di organizzare un assetto organizzativo capace di prevenire la crisi d’impresa (art. 2086 c.c.), ed impone nuovi doveri e responsabilità in capo al management con l’introduzione dei sistemi di allerta.

E’ noto ormai che ai sensi della normativa attinente i sistemi di allerta vi sono rilevazioni trimestrali che dovranno essere svolte dalle imprese.
Il CNDCEC (consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili) ha individuato 7 indicatori di allerta che, dal prossimo 15 agosto dovranno essere monitorati dalle imprese con cadenza trimestrale e pertanto al fine di tale verifica ogni imprenditore deve adottare un assetto adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa.

In mancanza, o in vista di una possibile crisi, il revisore o gli enti istituzionali possono inviare segnalazioni all’OCRI (organismo di composizione della crisi d’impresa) per cui l’imprenditore, per evitare tali segnalazioni, deve fornire al revisore incaricato le informazioni necessarie a valutare la società, ed in assenza del revisore è tenuto a fare una serie di verifiche trimestrali (sistemi di allerta interna).

Si ritiene che i soli 7 indicatori – fondamentali ma completi - non siano adeguati ad un’analisi efficiente per individuare eventuali situazioni di crisi e permettere al management di valutare lo stato di salute aziendale.
Per organizzare un sistema di allerta interna completo ed anticipare efficientemente un’eventuale crisi occorre dotarsi di vari strumenti, capaci di valutare e quantificare il rischio della società.

Occorre che la società non solo si adoperi per adottare uno dei numerosi software per assolvere alla normativa dei sistemi di allerta e quindi al monitoraggio dei 7 indicatori della crisi d’impresa ma adotti ulteriori valutazioni quali:
Rilevazione dei segnali di crisi, sia qualitativi che quantitativi, tenendo presente anche le ultime segnalazioni in Centrale Rischi.
Rilevazione e studio della continuità aziandale;
Calcolo dello score quantitativo, analisi di bilancio e attività di benchmarking settoriale sistema Cebi - Cerved
Adozione di un sistema di Controllo di Gestione e di un continuo sistema di formazione del management;

L’assenza di una ragionevole presunzione di uno stato di crisi ricavata dagli indicatori non è sufficiente a considerare l’azienda esente dal rischio di continuità aziendale, situazione che dovrà esseer verificata quindi mediante gli altri indicatori scelti in base all’adeguato assetto di cui all’art.2086 del c.c.

L’insieme composito di vari tipi di analisi, partendo da un buon programma di controllo di gestione, permette di aumentare l’affidabilità di tutti i dati ivi compresi dei risultati trimestrali, aumentando la possibilità di prevedere la crisi. E’ importante quindi che l’organo di controllo dell’impresa adotti un assetto organizzativo votato alla pianificazione, al controllo ed al risk management.

 

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: ‭+39 347 2955391‬
WEB Linkedin: https://www.linkedin.com/in/vaccamario/?originalSubdomain=it

Agricoltura e ambiente. La Regione investe oltre 9,7 milioni di euro per incentivare il biologico e tutelare la biodiversità
Via libera a quattro nuovi bandi con incentivi per favorire l'adesione delle aziende singole e associate al bio e gli interventi di conservazione degli elementi caratteristici del paesaggio agrario come siepi, boschetti, maceri e laghetti

Bologna - Oltre 9,7 milioni di euro per dare una spinta al biologico in Emilia-Romagna e al tempo stesso promuovere lo sviluppo di un’agricoltura attenta alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela della biodiversità. È la dotazione finanziaria complessiva di quattro bandi approvati dalla Regione che danno continuità agli interventi di sostegno previsti dalle Misure 10 “Agroambiente” e 11 “Agricoltura biologica” del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. 

Le misure mettono a disposizione delle aziende agricole - sia in forma individuale che associata, incluse le cooperative - un pacchetto di risorse per favorire, attraverso l’erogazione di contributi economici parametrati alla superficie interessata, l’ulteriore espansione sul territorio regionale delle coltivazioni e degli allevamenti bio e, più in generale, un’agricoltura più ecosostenibile e all’insegna della qualità delle produzioni.  
Per tutti e quattro i bandi gli impegni di durata pluriennale - 5, 10 e 20 anni a seconda dei casi - sottoscritti dalle imprese agricole decorrono dal 1^ gennaio 2020, mentre la presentazione delle domande di aiuto (già possibile a partire dal 7 gennaio) dovrà avvenire entro il 28 febbraio prossimo, secondo le modalità indicate sul sito dell’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (https://agrea.regione.emilia-romagna.it/).
 
Cosa prevedono i due bandi per il bio
La quota più significativa di risorse, quasi 5,75 milioni di euro all’anno in totale per due bandi, è finalizzata a favorire l’ulteriore diffusione del biologico attraverso la concessione di premi ad ettaro per cinque anni per incentivare nel primo caso il passaggio delle aziende ai metodi e alle pratiche dell’agricoltura bio e, nel secondo caso, il mantenimento delle superfici già convertite al biologico.
Grazie ad una recente modifica del Psr che ha consentito di recuperare risorse aggiuntive per 3,7 milioni di euro, i fondi disponibili per la conversione ammontano a quasi 3,8 milioni di euro all’anno. Il budget per il mantenimento sfiora invece quota 2 milioni di euro sempre all’anno.  Gli aiuti variano da 150 a 791 euro all’ettaro all’anno secondo il tipo di colture per favorire la conversione e da 90 a 668 euro, sempre all’ettaro all’anno, per il mantenimento.
Attualmente in Emilia-Romagna le superfici a biologico finanziate attraverso la misura 11 del Psr ammontano a 116 mila ettari, su un totale regionale di oltre 156 mila ettari, pari a più del 15% dell’intera Superficie agricola utilizzata (Sau) da Piacenza a Rimini. Con il bando 2020 si potranno nuovamente finanziare le superfici impegnate con l’ultimo avviso scaduto a fine 2018 e le nuove adesioni.
L’obiettivo è dare un ulteriore colpo d’acceleratore in direzione di un’agricoltura attenta alla nuova domanda di cibi buoni e sani che viene dai consumatori e alle esigenze di una maggiore tutela dell’ambiente, anche nell’ottica della riduzione delle emissioni responsabili dei cambiamenti climatici in atto. In Emilia-Romagna le superfici coltivate bio sono aumentate del 75% rispetto al 2014 (67 mila ettari in più), mentre le aziende sono cresciute di quasi il 70%.
Ciò grazie alle risorse fin qui investite dalla Regione nell’attuale programmazione 2014-2020: risorse che sfiorano complessivamente quota 140 milioni di euro (di cui 16,8 di risorse aggiuntive regionali). A queste risorse vanno aggiunte quelle relativeagli incentivi alla formazione, all’insediamento dei giovani, ai progetti di innovazione e agli investimenti per l’ammodernamento strutturale delle aziende. Per tutti questi interventi le aziende bio godono infatti di una priorità nelle graduatorie dei bandi regionali. 



Gli altri due bandi per promuovere la biodiversità   
Gli altri due bandi si inquadrano invece nelle cosiddette politiche agroambientali per tutelare e promuovere la biodiversità, soprattutto nelle zone di pianura. Stiamo parlando della misura 10.1.9 del Psr “Gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000 e conservazione di spazi naturali e seminaturali del paesaggio agrario”, che finanzia con poco più di 1 milione di euro all’anno gli interventi finalizzati alla conservazione di elementi caratteristici del territorio agricolo come siepi, boschetti, maceri, risorgive e laghetti.

Gli agricoltori che per un periodo di dieci anni si impegnano in questo senso potranno beneficiare di un contributo a superficie. Attualmente sono 838 le aziende agricole che hanno aderito a questa misura, per una superficie complessiva di quasi 2.500 ettari. Dall’inizio dell’attuale ciclo di programmazione ad oggi le risorse messe a disposizione sfiorano quota 9 milioni di euro, di cui 1,3 milioni di risorse regionali aggiuntive.
Infine, il quarto e ultimo bando stanzia quasi 3 milioni di euro all’anno per il “ritiro dei seminativi dalla produzione per 20 anni per scopi ambientali e la gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000” (Misura 10.1.10) per finanziare la creazione di prati umidi e macchie arbustive al posto dei campi coltivati. Per questo intervento sono attualmente in corso 280 progetti, su una superficie complessiva di circa 5.600 ettari.  Le risorse investite nella programmazione 2014-2020 superano i 30 milioni di euro, di cui 13,6 milioni di fondi regionali aggiuntivi./G.Ma                  
             

Tutte le notizie su www.regione.emilia-romagna.it 

Dal 2 gennaio ha assunto la direzione del fondo mutualistico nazionale di Legacoop. Approvata la nuova organizzazione interna di Legacoop Bologna: le deleghe del direttore in capo al presidente dell'associazione. La presidente Ghedini: Simone rimane un punto di riferimento per il movimento, con un incarico strategico per l'innovazione cooperativa.

Bologna, 8 gennaio 2020 - Simone Gamberini, dal 2 gennaio 2020, ha assunto l'incarico di direttore generale di Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop, e ha rassegnato le sue dimissioni da direttore di Legacoop Bologna, incarico che aveva assunto agli inizi del 2015. Gamberini ha preso il posto di Aldo Soldi, che ha raggiunto i requisiti per la pensione.

"Desidero ringraziare Simone Gamberini per il lavoro svolto in questi cinque anni con la competenza e la passione che hanno sempre contraddistinto la sua vita professionale - ha dichiarato Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna - Simone rimane un riferimento prezioso per il movimento, assumendo un incarico strategico per lo sviluppo e l'innovazione dell'imprenditoria cooperativa".

Le deleghe di Simone Gamberini sono state assunte dalla presidente Rita Ghedini e saranno gestite in collaborazione con le colleghe e i colleghi dello staff operativo. La direzione di Legacoop Bologna ha già approvato la proposta di riorganizzazione interna dell'associazione.

Simone Gamberini, 46 anni, è stato sindaco di Casalecchio di Reno dal 2004 al 2014 e coordinatore provinciale dell'Anci. Dal 2008 è presidente dell'Istituto Ramazzini.

Coopfond è la società che gestisce il fondo mutualistico per la promozione cooperativa, alimentato dal 3% degli utili di tutte le cooperative associate a Legacoop. Nel 2019, il fondo ha impegnato circa 51 milioni di euro in operazioni tese alla salvaguardia di imprese cooperative e posti di lavoro, workers buyout, sviluppo cooperativo, supporto alla logistica e consolidamento patrimoniale.

Venerdì, 10 Gennaio 2020 07:19

Ostriche contaminate, sale allerta UE

Ostriche contaminate, sale allerta UE: c'è il norovirus anche in molluschi provenienti dalla Francia. Sul mercato assieme alle ostriche anche cozze e vongole contaminate
 
Le autorità francesi hanno disposto un richiamo di molluschi e ostriche a causa di una presunta contaminazione da norovirus che può causare gravi disturbi gastrointestinali dopo che tre siti di produzione sono stati posti sotto sequestro in Francia.

I prodotti sono stati commercializzati in diversi Paesi UE. Gli importatori interessati hanno informato le autorità della sicurezza alimentare dei vari Paesi UE, di avere ritirato dalla vendita i prodotti in questione e avviato richiami. Non si possono escludere eventuali rischi per la salute evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. I clienti che hanno acquistato questi prodotti francesi sono pregati di evitarne il consumo. I norovirus sono agenti patogeni che causano diarrea. I primi sintomi della malattia compaiono di regola dopo un periodo di incubazione di 12–48 ore. Spesso si manifestano bruscamente con vomito a getto e forte diarrea, di frequente accompagnati da mal di testa, dolori addominali e muscolari. In casi isolati può anche verificarsi febbre.

Di norma, il decorso della malattia è lieve. Come trattamento, è particolarmente importante garantire un apporto sufficiente di liquidi. Nei gruppi a rischio, come le persone anziane, i bambini e le persone immunodepresse, il decorso della malattia può avere effetti più gravi. I norovirus sono molto contagiosi. Durante la fase acuta della malattia e per almeno 2 o 3 giorni dopo, le persone colpite espellono l’agente patogeno in grandi quantità con le feci o il vomito e possono anche trasmetterlo ad altre persone durante questa fase.

La trasmissione avviene attraverso la bocca, il contatto con la pelle (ad es. mani contaminate) o con oggetti (ad es. maniglie della porta contaminate), attraverso l’inalazione di goccioline sottili nell’aria (ad es. dopo il vomito). Una buona igiene delle mani è importante, cioè un lavaggio regolare e accurato con il sapone, soprattutto dopo l’espletamento dei bisogni fisiologici.

Si raccomanda la disinfezione delle mani. Le superfici o i tessuti contaminati da feci o vomito devono essere disinfettati o lavati a oltre i 60 °C. Attenzione: con la preparazione abituale delle cozze non si può garantire che i norovirus siano sufficientemente inattivati per prevenire l’insorgere della malattia.
( 9 gennaio 2020 )

Sono apparsi ancora in decisa flessione i protesti cambiari in provincia di Reggio Emilia nei primi nove mesi del 2019.

Tra gennaio e settembre dello scorso anno, infatti, i titoli esecutivi (assegni, cambiali e tratte accettate) riguardanti imprese e famiglie sono scesi dai 1.813 dello stesso periodo del 2018 a 1.291, con una flessione del 29%.
Il valore degli insoluti, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati del Registro informatico dei protesti, ammonta a poco più di 1,72 milioni di euro rispetto ai 2,13 milioni del 2018 (-19,2%). La diminuzione registrata dal valore dei protesti è da attribuire alla forte riduzione degli assegni non coperti, che vedono praticamente dimezzato l’ammontare complessivo: da 1,2 milioni dei primi nove mesi del 2018 a poco più di 638 mila nello stesso periodo del 2019.

Di segno opposto, invece, l’andamento delle cambiali il cui valore registra un +20,5% passando da 899 mila a quasi 1,1 milioni del gennaio-settembre 2019. Tale andamento è imputabile al trend in crescita osservato nel terzo trimestre dell’anno passato, nel corso del quale sono aumentati gli importi dei titoli di valore maggiore: per le cambiali il cui valore è superiore ai 5.000 euro, infatti, l’ammontare è quasi triplicato, salendo da 244 mila a 646 mila euro.

I pagherò, pur registrando un calo del 16,3% rispetto all’anno precedente, si confermano i titoli di credito più protestati in provincia di Reggio Emilia. Numericamente, con 1.218 effetti, rappresentano più del 94% degli insoluti e il loro valore medio ha raggiunto, nei primi nove mesi del 2019, gli 890 euro dai 618 dell’analogo periodo del 2018.
Si fermano invece a 73 - con una flessione del 79,6% - gli assegni scoperti. Il più consistente calo del numero degli assegni rispetto alla riduzione dell’importo (-48,2%) oltre alla diminuzione più consistente degli assegni di importo minore rispetto a quelli più elevati evidenzia, ovviamente, l’aumento del valore medio di ciascun titolo, che passa da 3.448 a 8.740 euro.

 

 

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Giudizio positivo sull’operato della giunta uscente, dialogo con tutte le forze politiche Un futuro all’insegna della continuità e dell’innovazione.

Giudizio positivo sull’operato della giunta uscente che, tuttavia, non eluda il confronto sulle criticità; la richiesta, rivolta a chiunque prevalga nel confronto elettorale, di dare continuità alle politiche regionali, in particolare a quel metodo di confronto tra tutti i corpi intermedi e la Regione che ha caratterizzato la scorsa legislatura e che ha consentito di affrontare con più vigore ed efficacia gli effetti negativi della crisi economica: sono queste, in sintesi, le valutazioni in merito alle prossime elezioni regionali espresse questa mattina in un incontro con la stampa dal presidente e dai co-presidenti di Alleanza delle cooperative italiane dell’Emilia-Romagna, Massimo Mota, Francesco Milza, Giovanni Monti.

La cooperazione, ha elaborato nel dettaglio una serie di proposte per ogni ambito di azione della Regione da sottoporre a chi si candida alla guida dell’Emilia-Romagna.
«Innanzitutto invitiamo i soci e le socie a votare – ha esordito Massimo Mota –. La partecipazione fa parte dei fondamenti della cooperazione e della vita democratica, uno degli strumenti attraverso i quali una comunità esprime la propria volontà di stare insieme, pur nella diversità degli orientamenti politici, unita nei valori definiti dalla Costituzione. Una partecipazione tanto più importante in quanto la prossima legislatura sarà impegnativa: le tensioni internazionali che si esprimono su tanti fronti, dai dazi alla situazione in Nord Africa e in Medio Oriente, avranno riflessi importanti anche sull’economia regionale e dobbiamo essere uniti per affrontarle al meglio».


«Non diamo indicazioni di voto – ha ricordato Giovanni Monti –: la cooperazione è autonoma e dialoga con tutte le forze politiche sulla base dei propri contenuti e delle proprie proposte e dialogheremo con chiunque governerà. Diamo un giudizio positivo sull’operato della Regione in anni molto difficili, sia per avere mantenuto e rafforzato il welfare regionale, sia per la scelta di condividere con le forze sociali e imprenditoriali gli orientamenti di fondo delle politiche economiche. Esistono delle criticità che vanno affrontate, a partire dal tema dell’invecchiamento della popolazione che richiede risposte nuove. Nella prossima legislatura, oltre all’incremento dell’occupazione, va data priorità al tema della qualità del lavoro e alla necessità di garantire stabilità e salari più alti».


Nel corso della crisi le cooperative hanno continuato a investire, difendendo il lavoro, il reddito dei soci e il potere d’acquisto delle famiglie; sono cresciute in termini di occupazione: +27.390 addetti dal 2008 al 2019, una crescita del 12,5% nettamente superiore al 3,5% registrato dal totale delle imprese regionali e contribuiamo al PIL per circa il 10% del totale regionale. Ma la crescita potrebbe rallentare e occorre dare continuità, rafforzandole e innovandole, alle politiche che hanno consentito all’Emilia-Romagna di affrontare positivamente la crisi.


«Dobbiamo rimanere legati alla prospettiva della costruzione della casa comune europea – ha sottolineato Francesco Milza –. Fuori dal contesto continentale l’Italia e l’Emilia-Romagna non avrebbero la forza sufficiente per affrontare le sfide globali. Serve una Europa più forte, che parli con una voce sola, che si impegni di più per combattere le ingiustizie e le disuguaglianze anche attraverso una energica politica di investimenti, in particolare nella economia verde. E occorre che la Regione continui a fare sentire la propria voce nella definizione del bilancio europeo 2021-2027, soprattutto per quanto riguarda l’agroalimentare che costituisce una delle eccellenze dell’Emilia-Romagna apprezzate nel mondo».


In allegato: 1. Invito alla partecipazione al voto; 2. Le proposte della cooperazione per l’XI legislatura della Regione Emilia-Romagna
Nelle foto: Un'immagine dell'incontro stampa; I presidenti e co-presidenti dell'Alleanza delle Cooperative dell'Emilia-Romagna: da sinistra: Francesco Milza, Massimo Mota, Giovanni Monti.

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Delmet da settant’anni è il punto di riferimento per le aziende che richiedono un trattamento dell’Inox a 360°. Grazie alla sua esperienza, Delmet fornisce un servizio efficace e completo. Si occupa della progettazione e produzione di impianti automatici e manuali o in alternativa offre un servizio impeccabile, chiavi in mano, ai propri clienti e inoltre realizza una gamma completa di prodotti chimici atti pensati per il trattamento dell’acciaio, specifici per decapaggio, passivazione, elettrolucidatura, sgrassaggio e derouging.

Una visione pionieristica e una competenza specialistica
Il primo e fondamentale punto di forza di Delmet è la sua presenza sul territorio italiano dal 1949, epoca in cui nessun’altra azienda offriva una gamma di servizi legata all’elettrolucidatura dell’acciaio inossidabile. Grazie all’utilizzo di un brevetto tedesco, Delmet ha precorso i tempi offrendo per prima alle aziende italiane una soluzione professionale per il trattamento dell’acciaio.

Un ulteriore valore differenziante è dato dall’esperienza dello staff, sempre accuratamente selezionato e in grado di offrire una consulenza personalizzata alle aziende. Le competenze del team si convertono in risposte specifiche alle esigenze dei clienti.

Obiettivi ieri e oggi: il cliente al centro
La missione di Delmet è garantire la massima soddisfazione dei clienti, con un servizio completo e duraturo. L’approccio personalizzato, il dialogo e la collaborazione diretta tra staff e clienti e il servizio su misura sono fondamentali per garantire un risultato eccellente.

L’offerta dei servizi si basa sull’esperienza diretta maturata nei due stabilimenti adibiti al servizio conto terzi, in tali ambiti infatti Delmet è la prima “cliente di sé stessa”, per questo motivo gli impianti, le macchine e i prodotti chimici che offre al mercato sono il frutto di una progettazione e realizzazione meticolosa e in continua evoluzione per essere sempre aggiornata con le più recenti ed efficaci tecnologie.

“La nostra vera forza è disporre di soluzioni a 360° per tutte le esigenze di trattamento superficiale dell’acciaio.” afferma il team Delmet. “Le nostre tecnologie si evolvono continuamente per soddisfare, con efficienza, la domanda di un pubblico sempre più attento ad ottimizzare i processi, a rispettare l’ambiente e a snellire le strutture. Nel nostro DNA vi è l’innovazione: il nostro comparto di ricerca e sviluppo è sempre all’opera, nel solco della tradizione di stile e passione che hanno sempre contraddistinto la nostra azienda."

Una soluzione decisiva a un problema specifico
Delmet offre una risposta professionale alla rimozione del rouge. Attraverso l’operazione di derouging, infatti, il processo agisce sullo strato di rouge per rimuoverlo chimicamente grazie a trattamenti effettuati con sostanze sgrassanti e disossidanti.

Il cliente ha la garanzia di un impianto ripristinato e perfettamente conservato con la certezza di un intervento rapido e professionale, svolto da operatori altamente qualificati

Un’offerta eccellente per le domande più esigenti
Le grandi aziende del settore farmaceutico e alimentare trovano in Delmet un alleato vincente per assicurare lo stato di massima sterilità, obbligatoria in questi campi. Le operazioni effettuate da Delmet, infatti, risolvono e prevengono le problematiche relative alle contaminazioni causate da particelle di metallo pesante ossidate e agli attacchi micro-corrosivi sulle superfici.

In ambito nautico, l’esperienza di Delmet entra in campo per ripristinare le condizioni originarie dell’acciaio inox e garantire la massima prestazione in condizioni in cui, visto l’alto potere di corrosione dell’acqua salata, la sicurezza e l’affidabilità dei materiali sono elementi prioritari.

Tutti dettagli sui servizi proposti, le soluzioni offerte e i contatti per richiedere una consulenza sono disponibili al sito delmet.it o sulle piattaforme social.

 

Piacenza, 8 gennaio 2020 - Ieri, 7 gennaio 2020, un tecnico del Consorzio di Bonifica di Piacenza è intervenuto in diretta tv alla trasmissione Geo di Rai3.

Tema dell’intervista il progetto Life CLAW (cofinanziato dall’Unione Europea) di cui il Consorzio è partner insieme al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano - coordinatore del progetto – l’Acquario di Genova-Costa Edutainment, l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Comune di Fontanigorda, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Comune di Ottone, il Parco Naturale Regionale dell’Antola, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Pavia.

Ad intervenire Chiara Gemmati, responsabile del progetto per il Consorzio di Bonifica: “Si tratta di un progetto quinquennale i cui obiettivi principali sono conservare e migliorare le popolazioni attuali del gambero A. pallipes in declino nell’area dell’Appennino nordoccidentale; contrastare la dispersione di gamberi alloctoni e la conseguente diffusione della peste dei gamberi da questi veicolata e principale causa di estinzione di specie autoctone; promuovere la conoscenza della specie e l’importanza della sua conservazione anche al fine di scoraggiare l’introduzione sconsiderata di specie alloctone invasive”.

Chiara Gemmati ha continuato parlando dei benefici portati dai gamberi autoctoni e dei pericoli creati dalle specie aliene: “I gamberi autoctoni sono una specie chiave nei corsi d’acqua in cui vivono perché preparano il cibo (dando inizio a un ciclo di vita) per altre specie che senza di loro farebbero più fatica ad alimentarsi. Sono invece le specie alloctone a essere responsabili, soprattutto nella Pianura Padana, di danni da erosione alle sponde dei canali (sia di bonifica che di irrigazione), ostruzione di griglie poste in corrispondenze di canali intubati e di impianti; occlusione di attrezzature necessarie per la gestione delle derivazioni delle acque irrigue (ad esempio paratoie)”.

A seguire, Massimo Gargano, Direttore di Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di Tutela
Gestione Territorio e Acque Irrigue) è intervenuto parlando delle varie specie aliene presenti sul territorio nazionale, dei problemi da questi creati e dell’importanza della manutenzione dei canali.

E’ possibile rivedere l’intervista (insieme a qualche approfondimento) sul sito web: www.cbpiacenza.it. L’intera puntata di Geo, invece, è disponibile sul sito web www.raiplay.it 

 

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Nella nave si è aperta una falla, ma il mare, in religioso silenzio, aspetta che i marinai la riparino, perché possa riprendere a navigare sulle onde della felicità.
Giacomo Rizzi, architetto

di Guido Zaccarelli Mirandola 8 gennaio 2020 - Incontro spesso imprenditori che hanno fatto la storia delle loro imprese e giovani promesse che hanno creato, o stanno creando, la loro fortuna personale, e professionale, con impegno, volontà e determinazione, ma soprattutto con tanto entusiasmo, coinvolgendo anche le famiglie nei loro progetti.

Lo scopo è realizzare il proprio sogno: creare qualcosa con le proprie mani che rimanga nel tempo e consenta ad altri di condividere il successo. Per fare questo dicono «occorre essere resilienti». Negli ultimi anni, la parola resilienza ha trovato il modo per costruirsi una propria identità in molti ambiti della nostra vita quotidiana. Spesso la sentiamo enunciata all’interno di un dialogo tra persone e, in altre occasioni, è proferita nel contesto professionale. Viverla nella pienezza della propria etimologia attraverso il racconto di vita vissuta, da parte di giovani imprenditori ha il sapore dell’antico, che avvolge i ricordi di quanti sudavano e lavoravano duro per costruirsi un futuro migliore. Per quanto mi riguarda, «le nuove generazioni non sono diverse. Agiscono in tempi diversi e con strumenti moderni, ma conservano dentro di sé il DNA di chi li ha preceduti e dai quali hanno ereditato il valore del lavoro e del fare impresa». La resilienza nasce in ambito scientifico per descrivere il comportamento di un materiale di re-sistere ad un urto e di rilasciare l’energia assorbita in tempi variabili. Questa frase può essere similmente riferita al comportamento di un imprenditore che deve contrastare gli urti provocati dagli attori presenti nel mercato di riferimento e trovare il modo per rilasciare l’energia positiva con la quale assolvere in pieno al proprio ruolo di riferimento, impegnato a garantire prosperità alla propria azienda.

La resilienza interviene nel fornire il carburante necessario per affrontare con coraggio le avversità. Facile a dirsi, più difficile da realizzare quando l’imprenditore decide di in-sistere nel proprio sogno nonostante segnali poco incoraggianti lo invitino ad ancorarsi ad un ormeggio tranquillo. «Scegliere di abbandonare i privilegi lavorativi offerti da una splendida realtà aziendale per virare oltre confine e decidere di intraprendere la strada dell’imprenditore non è facile» è quello che sento ripetere dai giovani quando decidono di allontanarsi dal mito casa e bottega, che aveva contraddistinto le generazioni precedenti, per mettersi alla prova e sperimentare, sulla propria pelle, il valore della loro intraprendenza, decisi ad approdare nel mondo imprenditoriale per fare impresa. De-cidere è re-cidere, è come essere sul crinale ghiacciato di una montagna e d’un tratto sprofondare senza accorgersi del perché. «Ritrovarsi dalla sera alla mattina in una angusta realtà aziendale dove partire da zero per apprendere l’arte dell’operare, fa la differenza, non solo al tempo presente, in riferimento alla perdita di benefit, ma anche in proiezione futura, del doman non v’è certezza».

I giovani sanno di vivere nell’era del mutamento, soggetto a variabili che cambiano in modo improvviso, come una barca dove si è aperta improvvisamente una falla …, desiderano mettersi alla prova e sperimentare, come i marinai, il valore delle loro capacità in grado di riparare l’imbarcazione per continuare il viaggio… , per portare alla luce i doni di cui sono in possesso senza farsi condizionare dal posto fisso, dalle debolezze dei mercati o incertezze delle nuove economie. L’unica evidenza è offerta dalla possibilità di gettare le basi dell’apprendere. Per chi vuole fare impresa, affermano, «l’operaio è una figura fondamentale in un qualsiasi contesto lavorativo in quanto esprime “l’arte del fare” grazie all’energia messa in campo dall’ingegno. Per fare l’imprenditore occorre partire dalla base e apprendere l’arte del fare dove attingere le risorse per creare l’impresa del futuro: la bottega è il luogo da cui partire per apprende il mestiere». Agire in modo diverso significa “irrigare il terreno del fallimento”.

L’impresa è il cuore dove nasce e si dispensa l’arte del fare condiviso. Per crescere occorre creare basi solide e durature nel tempo: è lì che bisogna in-sistere per dare forma al proprio sogno ed entrare in possesso della resilienza necessaria per evitare di de-sistere nei momenti meno favorevoli ed entrare a capofitto nella spirale della sconfitta. Il pensiero ricorrente della disfatta apre scenari imprevedibili che sfociano nel dis-astro, ovvero pensare di avere gli astri avversi. Significa abbandonare la nave dell’essere imprenditore per salire a bordo di una zattera in balia del vento che può sopraggiungere all’improvviso. Il sogno a questo punto s’infrange sugli scogli portati alla deriva da un mare in tempesta pur covando dentro di sé il bi-sogno di e-sistere. La vita è e-sistere. L’imprenditore è nato per dare la vita alla propria azienda assolvendo di fatto alla funzione esistenziale di “in-sistere per e-esistere”, indispensabile per adempiere ad una funzionale sociale di creazione di valore e di benessere collettivo.

Un giovane imprenditore: «fare impresa nell’era 4.0 è molto difficile, servono competenze trasversali continuamente aggiornate e polifunzionali al contesto, combinate tra loro con azioni multidisciplinari messe in campo da ogni persona che ambisce ad operare insieme all’interno di gruppi di lavoro coordinati, dove ritrovarsi per identità e senso di appartenenza»

La cultura è l’arte di coltivare la terra da predisporre per la semina e ottenere i frutti sperati. La conoscenza è il frutto che terrà in vita e deciderà le sorti delle nostre aziende nel futuro. Occorre in-sistere nello studio e nella ricerca, ambiti dove formare gli imprenditori del futuro e godere, in senso ampio, della loro e-sistenza resiliente.

 

 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

 

Il primato di provincia più inquinata della Regione – otto gli sforamenti di Pm10 già registrati a Piacenza nei dieci giorni a cavallo del nuovo anno – preoccupa e chiama in causa senso civico e realismo politico. “Non possiamo promettere l’utopia di un mondo ecologicamente perfetto nell’immediato – commenta Katia Tarasconi – ma dobbiamo attrezzarci per gestire al meglio una situazione che da emergenziale si sta trasformando in cronica”. Il governo – precisa – “ha già attivato incentivi per l’acquisto di veicoli pesanti alimentati a metano liquido e in Regione possiamo muoverci per rendere ancora più conveniente il passaggio ad una nuova generazione di mezzi più ecologici. Aziende del comparto logistica e società di autotrasportatori sono realtà consolidate nella nostra provincia che creano migliaia di posti di lavoro e di certo non possiamo eliminare il traffico su gomma con la bacchetta magica. Per agire in modo concreto ed efficace da subito, dobbiamo investire nel futuro della mobilità pulita. A Piacenza, siamo stati pionieri con il primo distributore in Italia di metano liquido Eni sulla strada Caorsana. E oggi si contano quattro impianti in provincia. Si tratta di un innovativo sistema di alimentazione in grado di abbattere l’80% del particolato, senza contare il risparmio in termini economici per gli autotrasportatori. Già oggi il costo dell’impianto può essere ammortizzato nel primo anno e mezzo di attività e in futuro potremo abbassare ancor di più questa soglia”.

Ma per farlo occorre anche – continua Tarasconi – diffondere a tutti i livelli una cultura della mobilità sostenibile. “Il movimento giovanile innescato dall’attenzione alle tematiche ambientali – anche a Piacenza – impone alla politica di interessarsi in modo serio a questioni dal forte impatto sanitario troppo spesso rimaste sullo sfondo dell’agenda. Lo dobbiamo ai nostri giovani e a quelli che saranno i loro figli. E fare qualcosa di concreto per garantire un futuro sostenibile è il miglior modo che abbiamo per ringraziarli di averci messo in guardia”.

 

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Martedì, 07 Gennaio 2020 09:57

Ponte Dattaro, arcate quasi tutte ostruite

I cittadini  continuano a segnalare la loro preoccupazione per l'ammasso di tronchi che ostruiscono i due terzi delle arcate del ponte Dattaro. Preoccupazioni che montano da fine anno ma sembra, almeno a leggere un messaggio lasciato sulla pagina facebook della Gazzetta di Parma dall'Assessore Michele Alinovi, che ben presto verranno rimossi.

Speriamo!

(Foto trasmessa da Marilena M.)

Lunedì, 06 Gennaio 2020 11:29

1,5 milioni di € per un tonno rosso

Giappone, asta record al mercato del pesce: tonno rosso venduto a 1,5 milioni di euro. Un importante uomo d'affari giapponese specializzato in sushi e soprannominato "il re del tonno" domenica ha pagato 1,5 milioni di euro per un tonno gigante all'asta di Capodanno al principale mercato ittico di Tokyo.

Kiyoshi Kimura, proprietario della catena di ristoranti Sushi Zanmai, ha pagato 193 milioni di yen (1,5 milioni di euro) un tonno rosso del peso di 276 chilogrammi e pescato di nuovo quest'anno al largo della prefettura di Aomori (a nord di Giappone). "È il migliore", ha detto Kimura ai giornalisti dopo l'asta pre-alba. "Sì, è costoso, no? Voglio che i nostri clienti mangino molto bene anche quest'anno.

"Kimura è abituale presso il mercato ittico di Tokyo, il che gli permette di apparire regolarmente sui media in questo periodo dell'anno. Per il secondo anno consecutivo, ha fatto la migliore offerta, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: nel 2018 ha pagato un record di 333,6 milioni di yen ($ 3 milioni) per un tonno rosso. Il signor Kiyoshi Kimura ha dichiarato a NHK che, nonostante l'alto costo del pesce, è disposto a pagare per offrire ai suoi clienti il ​​tonno più delizioso.

La tradizionale asta di Capodanno si tiene all'inizio di gennaio in uno dei più grandi mercati ittici del mondo, che dal 2018 si trova nella zona di Toesu vicino alla baia di Tokyo. Kimura partecipa regolarmente all'asta, facendo offerte elevate da record, ha osservato il New York Times. Un giapponese di 57 anni del villaggio costiero di Oma, che aveva catturato il tonno blu venduto per un importo record, ha detto alla società di radiodiffusione che ogni pescatore "sogna una pesca del genere". Il tonno rosso è una specie in via di estinzione, elencata sul sito web del WWF. Il peso di un adulto può raggiungere i 680 kg, lunghezza - 3 m.

( 5 gennaio 2020)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 19 - n° 01 05 gennaio 2020 -
Editoriale:  - 2020, 20 di guerra- Lattiero caseario. Stabili i derivati del latte - Cereali e dintorni. Mercati in attività, in attesa della firma USA/CINA - Cinghiali: è allarme trichinosi. - “Agricoltura reggiana, un 2019 di luci e ombre” - sicurezza alimentare... -


SOMMARIO Anno 19 - n° 01 05 gennaio 2020

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1.1 editoriale
2020, 20 di guerra
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Stabili i derivati del latte.
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in attività, in attesa della firma USA/CINA
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 sicurezza sanitaria Cinghiali: è allarme trichinosi..
6.2 sicurezza alimentare Micotossine oltre i limiti, ritirato il pane grattugiato.
7.1 ambiente  Spandimenti, agricoltori in difficoltà per le promesse non mantenute della giunta regionale dell'emilia romagna
8.12019, l’agricoltura reggiana “Agricoltura reggiana, un 2019 di luci e ombre”
9.1.1promozioni “vino” e partners
10.1 promozioni “birra” e partners

 

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Domenica, 05 Gennaio 2020 07:31

Il calo dell'editoria continua

Tra il 2014-2018 calo dei ricavi nell’editoria del 14,1%, anche gli organici risultano in forte contrazione

DI Irene Vitale - (USPI) 3 Gennaio 2020 - Anni difficili per l’editoria. Il focus bilanci 2014-2018 dell’AGCOM, pubblicato ieri sul sito dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, mostra un calo dei ricavi del 14,1% pari a oltre 670 milioni di euro.
L’analisi, che si concentra sullo studio dei bilanci delle principali imprese operanti nel mercato dell’editoria quotidiana e periodica, distingue tra ricavi domestici -ovvero quelli conseguiti in Italia- e quelli complessivi. I primi sono pari a poco più di 3,5 miliardi di euro nel 2018 e si sono ridotti nel periodo preso in esame del 7,9% -ovvero di 300 milioni di euro-. Nonostante questa ingente riduzione, il comparto domestico registra nel 2018 una crescita complessiva del 4,6% rispetto al 2017 (+0,6% limitatamente ai ricavi domestici).

Sul comunicato stampa dell’AGCOM apparso ieri, si legge: “Sempre riguardo il settore dell’editoria il margine operativo lordo, mediamente pari al 9,3% dei ricavi durante il periodo 2014-2018, raggiunge il 12,4% nel 2018, mentre il margine operativo netto, con un valore medio di periodo del 2,4%, nel 2018 si attesta al 7,2% (in crescita di 3,8 punti percentuali rispetto al 2017)”.

Il focus dell’AGCOM continua analizzando poi i livelli occupazionali: gli effetti della crisi dell’editoria cartacea sono stati anche in questo caso considerevoli, tanto che tra il 2014 ed il 2018 gli organici delle imprese in esame sono stati ridotti del 7,8%, circa 1.100 unità. Su base annua la flessione nel 2018 è stata del 2,3%, con una perdita di circa 300 addetti.

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Richiamato il pane grattugiato Primia per micotossine oltre i limiti. Coinvolti i supermercati Basko e Tigros

Basko e Tigros hanno diffuso il richiamo di un lotto di pane grattugiato Primia per la presenza della micotossina DON (deossinivalenolo) oltre i limiti di legge. Il prodotto è venduto in confezioni da 500 grammi con scadenza 25/09/2020, che coincide con il lotto. Il pane grattugiato richiamato è stato prodotto per Agorà Network S.c.ar.l da Grissitalia Srl presso lo stabilimento di Italysnack Srl in via Ottaviano a Gattinara, in provincia di Vercelli.

A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare il prodotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto, dove sarà rimborsato o sostituito. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare Grissitalia al numero 0131 59153 oppure all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Al fine di scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i clienti che fossero in possesso di confezioni appartenenti al medesimo lotto sono invitati a riportarle in qualsiasi punto di vendita, che provvederà alla sostituzione con altro prodotto o al rimborso.

(2 gennaio 2019)                                             
 

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Venerdì, 03 Gennaio 2020 15:38

Cinghiali: è allarme trichinosi.

Cinghiali infetti, è allarme trichinosi: dopo 30 anni rispunta in alcune aree geografiche italiane la malattia trasmissibile anche all'uomo. Lo Sportello dei Diritti raccomanda a tutti i consumatori di acquistare carni e salumi di provenienza certificata e con i dovuti controlli sanitari
 
Nelle ultime settimane diversi casi di trichinosi sono stati riscontrati sui cinghiali abbattuti in Lazio, Molise e alcuni giorni fa in Sardegna in territorio di Oliena. Questi casi devono sicuramente generare consapevolezza nei cacciatori e nei consumatori di carne proveniente dai cinghiali e comprendere l’importanza dei controlli e della prevenzione.

Pertanto, vista la rapida diffusione in diverse regioni italiane, è necessario che tutti i cinghiali abbattuti vengano sottoposti ad analisi, ponendo la massima attenzione nella fase di eviscerazione e prelievo dei campioni da analizzare. A rilevare la spiacevole notizia gli Istituti zooprofilattici di Lazio, Molise, Sardegna e Toscana a seguito dei prelievi dei veterinari delle Asl dei comprensori citati. Una prassi virtuosa che consente di avere il polso della situazione territoriale e di prevenire eventuali pandemie. Il rischio è che può accadere che la selvaggina catturata può essere consumata al livello domestico oppure venduta a ristoranti e macellerie per la preparazione di pietanze tipiche locali. La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella.

Presente in tutti i continenti tranne che nell’Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 specie di rettili e colpisce oltre 2.500 persone all’anno. L'infezione, come noto, può essere trasmessa sia ad altri esemplari che all'uomo il quale, poco dopo l'ingerimento del pezzo di carne contaminata, sviluppa sintomi quali diarrea, febbre, cefalea e malessere. Il periodo invernale rappresenta il momento di maggior rischio di infezione per l’uomo poiché in questa stagione, tradizionalmente, molte famiglie macellano il maiale per preparare prosciutti, salsicce, guanciali, pancetta e altri derivati. Per rendere innocua la carne infetta, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è necessaria la cottura a temperature superiori ai 70°: particolare che espone a seri rischi salsicce e affettati.  


(3 gennaio 2020)  

 Un lotto di produzione del salame "SALAME PRIMA QUALITA'' dell'azienda SALUMIFICIO BERTOLETTI SRL è stato ritirato dal mercato per la presenza di salmonella

Il Ministero della Salute richiama il salame per rischio salmonella.Pubblicato l'avviso di richiamo del lotto 251019 con scadenza 20/04/2020 del "Salame prima qualità" a marchio Salumificio Bertoletti srl per rischio microbiologico dovuto a presenza di salmonella.

Il salame è stato prodotto da Salumificio Bertoletti srl, nello stabilimento di via delle Boschine 6, a Graffignana in provincia di Lodi. Il provvedimento è stato firmato oggi, martedì 31 dicembre, e pubblicato sul sito del ministero nell’apposita sezione dedicata ai richiami di prodotti alimentari. Si ricorda che l'autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti. Che cos’è la salmonella? Il batterio del genere salmonella, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti”, è il più comunemente isolato nei casi di infezioni trasmesse dagli alimenti. È presente in natura con oltre 2000 varianti, anche se i ceppi più diffusi nell’uomo sono la “salmonella enteritidis" e la "salmonella typhimurium".

È possibile suddividere le infezioni provocate da questo agente batterico in due forme: tifoidee e non tifoidee. Le prime, come suggerisce il nome, provocano nell’uomo la febbre tifoide, mentre le secondo sono una delle cause più frequenti di intossicazioni alimentari nel mondo industrializzato. I principali veicoli di infezione sono l’acqua e i cibi contaminati. Gli alimenti considerati più a rischio, come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità, sono le uova crude o poco cotte e i loro derivati; il latte crudo e i suoi derivati; la carne, soprattutto se poco cotta, e i suoi derivati; le salse e i condimenti per le insalate; i preparati per dolci e creme; la frutta e la verdura contaminate durante il taglio. I principali sintomi dell’infezione da salmonella sono i disturbi del tratto gastrointestinale come il dolore addominale, la nausea, il vomito e la dissenteria, che possono anche essere accompagnati dalla febbre.

 

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2 gennaio 2020 - Le previsioni meteo per i prossimi giorni annunciano l'arrivo di freddo intenso che irromperà in Emilia con temperature al di sotto dello zero. In queste condizioni il contatore dell'acqua può congelare e quindi scoppiare se non adeguatamente protetto. Il repentino abbassamento delle temperature e le previsioni di un clima sempre più rigido rendono quindi necessari alcuni accorgimenti per garantirne il corretto funzionamento ed impedire spiacevoli rotture a causa del gelo con la conseguente interruzione dell’erogazione e successive possibili perdite e allagamenti.

Occorre dunque controllare l'ubicazione del proprio contatore e le sue protezioni contro le basse temperature, a maggior ragione anche nelle seconde case o nelle case vuote. Se il contatore risulta scoperto o in luoghi troppo esposti alle variazioni climatiche è assolutamente necessario provvedere alla sua coibentazione con materiali isolanti (polistirolo, poliuretano ecc.) facilmente reperibili presso il ferramenta. Se si è impossibilitati a fare altrimenti, è possibile proteggere il contatore con stracci e cartoni, anche se si tratta di un sistema meno efficace. Per i contatori posti in fabbricati disabitati si consiglia di chiudere il rubinetto generale e provvedere allo svuotamento delle tubature.

Nel caso il contatore sia congelato ma non ancora scoppiato, non tentare di sbloccarlo con l'utilizzo di fiamme o fonti intense di calore che potrebbero danneggiare irrimediabilmente l'apparecchiatura, ma utilizzare acqua tiepida sui raccordi metallici e successivamente limitarsi a coprirlo assieme ai tubi scoperti con un panno di lana assieme a più strati di materiale isolante in attesa che le valvole si scongelino.

Nel caso in cui il contatore sia scoppiato a causa del gelo, chiudere immediatamente le due valvole a monte e a valle del contatore e chiamare il Numero Verde per la segnalazione guasti 800 038 038 per la sostituzione dell'apparecchio: Iren ricorda tuttavia che la protezione del contatore è un onere dell’utente, che si deve accollare le spese di una eventuale sostituzione del contatore in caso di rottura. Meglio quindi provvedere per tempo a proteggerlo.

Un invito anche alle aziende: va controllata la tenuta degli impianti antincendio, in particolare degli idranti esterni più soggetti agli effetti del gelo.


“Agricoltura reggiana, un 2019 di luci e ombre. Bene il Parmigiano Reggiano, boom del bio. Suini sulle montagne russe. Gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici”. Cervi (presidente Cia Reggio) illustra il bilancio annuale

“L’annata agricola 2019 è stata fortemente condizionata dai cambiamenti climatici i cui effetti negativi si sono sentiti in diversi comparti che hanno manifestato rallentamenti e difficoltà. Bene la viticoltura, il Parmigiano Reggiano e le produzioni biologiche. Il bilancio finale è discreto ma rimango aperti molti interrogativi sul futuro”. Parole di Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, che analizza l’andamento degli ultimi dodici mesi partendo da una premessa fondamentale: “Il settore agricolo è quello che più di tutti subisce gli effetti dei cambiamenti climatici che causano fenomeni meteorologici estremi, dissesto idrogeologico, siccità e alluvioni, variazioni degli agro-ecosistemi, diffusione di nuovi insetti dannosi, perdita di sostanza organica del suolo. Ma l’agricoltura è anche il settore più impegnato nel contrastarli: occorre sostenerlo per aiutarlo a sopravvivere e a investire nelle innovazioni. I nostri principi sono contenuti nel programma ‘Il Paese che vogliamo’ che svaria dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e alla coesione istituzioni-enti locali per il rilancio delle aree interne”.

Cervi inizia la sua analisi del 2019 dal Parmigiano Reggiano: “È l’emblema a livello nazionale degli ottimi risultati che si possono raggiungere quando valorizzazione e qualità vanno di pari passo. Se la filiera funziona, il prodotto ne guadagna. E con esso anche gli imprenditori agricoli. Grazie a buoni accordi internazionali, anche l’export va forte. I dazi americani? Un problema che deve essere risolto”. Il presidente Cia Reggio invita però a “non sottovalutare il calo delle quotazioni avvenuto nelle ultime settimane. Vanno ricercate le esatte cause - speculazioni o difficoltà strutturali - e devono essere affrontate per evitare che diventino un problema serio nel 2020”.

Capitolo viticoltura. Il lambrusco, spiega il presidente, “ha raggiunto quotazioni discrete anche grazie al calo di produzione avvenuto sul territorio reggiano (-6%) ma soprattutto in quello modenese (-20%). Ciò che ha dato grandi soddisfazioni è l’Ancellotta che, non dimentichiamolo, rappresenta il 50% del settore. È un prodotto con un ampio mercato ed enormi potenzialità ancora inespresse”.

La suinicoltura ha invece vissuto un anno di “montagne russe, passando dalle quotazioni bassissime d’inizio anno alla netta ripresa attuale. Il miglioramento non è però stato ottenuto grazie a un programma di valorizzazione ma alla drammatica crisi sanitaria cinese - la peggior epidemia di peste animale mai scoppiata, secondo l’Oms - che sta sconvolgendo il mercato. Dobbiamo sfruttare questo momento per far conoscere a livello non solo italiano ma anche europeo la qualità delle nostre carni. Una sfida da vincere per garantire il futuro”.

Note positive arrivano dall’Anguria Igp: “Ha raggiunto quotazioni che hanno sfiorato il prezzo della carne del suino - sottolinea Cervi -. Non sono però mancate pesanti problematiche fitosanitarie causate dai cambiamenti climatici”. E così è stato anche “nel settore dei cereali e per quello della frutta. I nostri agricoltori aspettano risposte concrete e non più rinviabili, a partire dalla questione della cimice asiatica”.

Nel 2019 si sono registrate rilevanti ripercussioni anche per le api: l’aumento delle temperature e la contestuale diffusione di nuovi parassiti stanno “mettendo a rischio salute e sopravvivenza delle api, con effetti drammatici sulla sicurezza alimentare globale. Perché dal loro ruolo essenziale di insetti impollinatori dipende il 70% della produzione agricola mondiale, e ovviamente anche locale, quindi del cibo che portiamo a tavola”.

Il presidente Cia Reggio conclude con un dato molto positivo che arriva dalle coltivazioni biologiche che rappresentano ormai una fetta importante del comparto dell’agroalimentare reggiano: “L’annata ha fatto segnare un boom di nuove aziende e nuove superfici coltivate: non siamo dinnanzi a una moda passeggera, è ormai una realtà consolidata che ha forti radici nella nostra tradizione agricola ed è destinata ad avere una decisa espansione anche negli anni a venire”.

 

Stabilità per i derivati del latte mentre restano evidenti i segnali di debolezza dei due prodotti DOP. Nonostante il clima di festività, la penultima quotazione dell’anno ha fatto registrare il segno meno al Grana Padano e al Parmigiano Reggiano. 

di Virgilio Parma 2 gennaio 2020 - 
 
LATTE SPOT – Gli ultimi dati risalgono al 16 dicembre in quanto la borsa di Verona è rimasta chiusa nelle giornate del 23 e del 30 dicembre 2019. Nell’ultima registrazione(16/12/2019)  si è manifestata una flessione negativa del latte spot. Il latte crudo spot nazionale perde  -1,1% (44,33 - 45,36 /100 litri latte), il latte intero pastorizzato estero sprofonda tra 40,72 e 41,76 €/100 litri (-4,8%), mentre un vero e proprio tracollo per il  latte  scremato pastorizzato spot estero che con un -18,9% cade tra 21,74 - 22,77 €/100 litri di latte. 
 
BURRO E PANNA –  Nessuna variazione è stata registrata alla borsa di Milano nel comparto burro, confermando la stabilità che si è manifestata nelle ultime sei settimane. 
Continua la flessione della crema milanese che cede altri 4 centesimi e 10 se si considera anche la seduta  precedente del 23 dicembre.
Leggera impennata della margarina che supera la soglio dell’euro. 
Lo zangolato parmigiano non ha subito variazioni. L’ultima quotazioni utile è de 20 dicembre 2019 ma si presume che resterà invariata anche la prossima posto che a Reggio Emilia, nella seduta del 31 dicembre, il prezzo è rimasto invariato.

Borsa di Milano 30 dicembre 2019: 
BURRO CEE: 3,35 €/Kg. (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,60 €/Kg.  (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,75 €/Kg.  (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,55 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,64 €/Kg. (-)
MARGARINA dicembre 2019: 1,03 - 1,09 €/kg (+)
 
Borsa di Verona 16 dicembre 2019: (-0%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,75 – 1,95 €/Kg.
 
Borsa di Parma 20 dicembre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 31 dicembre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 - 1,15 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 30 dicembre 2019 – I prezzi del listino del Grana Padano, sono rimasti invariati nell’ultima settimana mentre avevano registrato una marcata flessione negativa nella seduta dell’antivigilia di Natale. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,00 – 7,20 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,20 – 8,45 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,70 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,80 – 5,90 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 20 dicembre 2019 – Continua la flessione negativa della DOP emiliana. Da verificare alla riapertura della borsa quale sarà la posizione dei prezzi. 
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,35 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 9,70 - 10,10 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 10,60 - 11,25 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,15 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 12,40 - 13,15 €/Kg. (-)

 

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Editoriale:  -Buone Fine e Miglior Inizio! - Cereali e dintorni. Xi Jinping conferma gli accordi con Trump - Cassazione sezioni unite: non è reato la coltivazione domestica di minime quantità di cannabis. -.Italian Sounding: a Natale il Consorzio Parmigiano Reggiano interviene contro il Fake Parmesan prodotto nel Regno Unito - 


SOMMARIO Anno 18 - n° 52 29 dicembre 2019cibus_52_29_dic19-COP.jpg


1.1 editoriale
Buone Fine e Miglior Inizio!
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Scivolone del Latte spot
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Xi Jinping conferma gli accordi con Trump.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 Cannabis e coltivazione Cassazione sezioni unite: non è reato la coltivazione domestica di minime quantità di cannabis.
6.2 imprese e sviluppo Sicurezza sul lavoro, avviso pubblico ISI 2019 - Finanziamenti alle imprese.
7.1 EXPORT e DOP  Consorzio Parmigiano Reggiano e Whole Foods
8.1 Italian sounding Parmesan .Italian Sounding: a Natale il Consorzio Parmigiano Reggiano interviene contro il Fake Parmesan prodotto nel Regno Unito
9.1promozioni “vino” e partners
10.1 promozioni “birra” e partners

 

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Il Consorzio è intervenuto per eliminare un prodotto illegale dagli scaffali dei grandi magazzini Selfridges - uno dei templi dello shopping di Londra. Il prodotto non conterrebbe affatto Parmigiano Reggiano ma un mix di anacardi, lievito, sale dell’Himalaya, aglio e olio tartufato. In seguito alle richieste del Consorzio, l’azienda ha eliminato qualsiasi riferimento alla DOP.

Reggio Emilia, 23 dicembre 2019 – L’etichetta nera appiccicata sul vasetto di vetro riportava la scritta “grated italian style Parmesans”, ma il luogo di produzione indicato sul retro è apparso da subito molto lontano dall’area di origine prevista dal disciplinare della DOP: Handmade in London - “fatto a mano a Londra”.

Sono questi i due elementi che hanno permesso al Consorzio Parmigiano Reggiano di individuare l’ennesimo caso di violazione della DOP e di intervenire per ritirare il prodotto illegale dal mercato. A seguito di questo intervento, l’azienda inglese ha immediatamente accolto le richieste del Consorzio sostituendo il nome del prodotto in etichetta, eliminando qualsiasi riferimento alla DOP.
I vasetti in questione sono stati scovati nei giorni che precedono le festività natalizie sugli scaffali dei grandi magazzini Selfridges - uno dei templi dello shopping di Londra. Sono oltre 2000 le ispezioni che il Consorzio Parmigiano Reggiano opera ogni anno in altrettanti punti vendita distribuiti in 61 città di 27 paesi esteri per individuare i casi di potenziale contraffazione del prodotto DOP.
In questo caso, il produttore ha utilizzato indebitamente una variante del termine parmesan per creare il gioco di parole “Parmesans”, ossia “senza – parmesan”. Il prodotto, si è poi scoperto leggendo l’etichetta, non conterrebbe nemmeno formaggio ma un mix di anacardi, lievito nutrizionale, sale dell’Himalaya, aglio e olio tartufato.

L’uso del nome “Parmesans” sulla confezione contestata evocherebbe la denominazione Parmigiano Reggiano con conseguenze potenzialmente lesive della reputazione della DOP e del Consorzio, creando confusione per i consumatori. Ricordiamo infatti che, come stabilito nel 2008 dalla Corte di Giustizia Europea, solo il formaggio Parmigiano Reggiano DOP può essere venduto con la denominazione "parmesan" all’interno dell’UE. Con questa sentenza storica, la Corte ha voluto tutelare non solo i produttori della DOP ma anche i consumatori, che hanno così ottenuto una forte garanzia di tracciabilità e sono tutelati da denominazioni fuorvianti sul mercato.
Sfortunatamente, le leggi che classificano e proteggono il Parmigiano Reggiano all'interno dell'Unione Europea non valgono in tutti i paesi del mondo, dove possono coesistere sullo stesso scaffale sia il Parmigiano Reggiano sia il generico parmesan che molto spesso viene scambiato dal consumatore per l’autentico prodotto DOP.


“L’attività di vigilanza – ha commentato il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli – prevede interventi mirati e diretti a rimuovere casi di contraffazione alimentare con l’obiettivo di pulire il mercato dalle frodi e dagli illeciti, ridurre i tentativi di nuovi eventi e favorire indirettamente la presenza di una corretta informazione relativa al prodotto DOP. Quest’ultimo intervento nel Regno Unito ci dimostra che combattere e vincere l'Italian Sounding e i furbetti dell'evocazione illegittima si può! Il Consorzio è ogni giorno sul campo e nel 2020 servirà un grande gioco di squadra con il Governo e le istituzioni europee per affrontare con lo stesso piglio e determinazione il terreno degli accordi e delle dispute internazionali.”


Il Regno Unito è il quarto mercato estero per il Parmigiano Reggiano con 6.940 tonnellate di prodotto importato nel 2018. Anche in caso di Brexit, non ci saranno cambiamenti significativi dal punto di vista della protezione del marchio poiché Parmigiano Reggiano è un marchio registrato nel Regno Unito e gode della relativa protezione legale che si estende anche al termine parmesan.

 

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