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Domenica, 01 Novembre 2015 09:00

Mais e Soia, le previsioni - ottobre 2015

Mais e Soia. Produzione globale del mais prevista al ribasso rispetto a settembre. In arretramento anche gli stock finali. In aumento invece la produzione di seme di soia. Invariati gli stock di semi di soia.

Modena, 21 ottobre 2015
Mais dati previsionali
 La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è stata rivista al ribasso a 972.60 Mio t, - 5.5 Mio t rispetto alle previsioni di Settembre, con riduzioni previste in USA, Ucraina, Argentina, India, Filippine e molti Paesi dell'Africa subsahariana.
 Negli Stati Uniti la produzione è stimata leggermente inferiore ad un mese fa (- 0.2%), ma la resa dei terreni è prevista in aumento di 0.5 bushel/acro a 168 bushel/acro (equivalente a 10.67 tons/ettaro).
 In Brasile si prevede un aumento della produzione (da 79 a 80 Mio t) e dell'export (da 24 a 25 Mio t).
 Gli stock iniziali globali per la stagione 2015-16 sono in diminuzione, riflettendo l'aumento dell'export di Europa ed Ucraina della stagione 2014-15 e dell'impiego nell'alimentazione animale in Europa.
 Gli stock finali sono previsti a 187.83 Mio t, -1% rispetto le stime di Settembre.

mais mond 22ot15

Soia dati previsionali
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista in aumento al livello record di 320.49 Mio t, +0.9 Mio t rispetto alle stime di Settembre.
 In Brasile si prevede una produzione record di 100 Mio t per le maggiori aree coltivate. Un forte declino del valore del real brasiliano dovrebbe portare ad un aumento dell'area nonostante i prezzi internazionali bassi di quest'anno.
 Sono previste riduzioni negli USA, India ed Ucraina.
 La resa dei terreni statunitensi è stimata in aumento (47.2 bushel/acro) ma le 
aree coltivate a Soia dovrebbero diminuire.
 Le esportazioni statunitensi sono previste inferiori rispetto alle stime del mese scorso, per il ritmo lento delle vendite e l'aumento della concorrenza.
 Gli stock finali globali di semi di Soia sono pressochè invariati, con l'aumento per il Brasile bilanciato dalle riduzioni di USA, India ed Ucraina.

soia mond 22ott15

Cielo sempre coperto sui grana che sembra non intendano schiodarsi dalle quotazioni minimali. I derivati del latte invece mostrano un sempre più marcato indirizzo positivo con il Burro in solida ripresa seguito dalle creme a uso alimentare che, nonostante la maggiore volatilità dei prezzi, mantengono una tendenza positiva.

di Virgilio 28 ottobre 2015

LATTE SPOT Pressoché invariati rispetto la precedente settimana i listini del latte spot. Unica variazione registrata ha interessato il latte crudo spot nazionale che ha guadagnato 51 centesimi sul valore massimo (+0,70%) collocandosi nel range di prezzo tra 36,09 e 37,61€/100 litri di latte. Invariati invece i prezzi relativi al latte intero pastorizzato di provenienza estera (33,51-34,54€/100 litri di latte) e il latte pastorizzato scremato estero anch'esso inchiodato a 19,15 - 20,18€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA prosegue l'inarrestabile ascesa dei listini di burro. Altri 5 centesimi conquistati nel corso dell'ultima ottava per tutte le referenze trattate a Milano. Identico incremento anche per lo zangolato di creme fresche di Parma che, con ogni probabilità, replicherà anche nella prossima seduta per replicare il prezzo di Reggio Emilia che nella giornata di ieri ha aggiornato i listini a 1,40€/Kg segnando un recupero di ulteriori 5 centesimi.
Nessuna variazione invece è stata segnalata per le panne a uso alimentare dalle sedi di trattativa di Milano e di Verona.
Borsa di Milano 26 ottobre:
BURRO CEE: 2,85€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,54€/Kg.
Borsa Verona 26 ottobre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 23 ottobre:
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 27 ottobre
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40€/kg.

GRANA PADANO Diagramma sempre piatto per il Grana Padano nelle due conformazioni di 9 e 15 mesi e oltre di stagionatura. Nello specifico perciò il 9 mesi di stagionatura rimane fissato al prezzo di 6,30 - 6,40€/Kg e il 15 mesi e oltre nell'intervallo compreso tra 7,05 e 7,70€/kg, confermando il momento di crisi che sta investendo il settore e in particolare i formaggi duri.

PARMIGIANO REGGIANO Se il Grana Padano piange non ride certamente il Parmigiano Reggiano che, con i suoi elevati costi di produzione, soffre ancor più del padano questo momento di profonda crisi. 7,40-7,75 il listino del 12 mesi di invecchiamento e 8,45-8,80€/kg l'intervallo di prezzo che qualifica il 24 mesi di stagionatura del re dei formaggi.

(in galleria immagini i grafici CLAL)

Latt spot 44 2015

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Settimana da dimenticare per i cereali segnati dallo scossone del cambio valutario non hanno ancora intrapreso una chiara tendenza. La coda dell'Uragano Patricia, che sta interessando alcune zone degli USA, tiene sulle spine gli operatori e i mercati restano in fibrillazione.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 28 ottobre 2015 -
Una settimana, quella scorsa, contraddistinta da prezzi in sensibile discesa per il settore cerealicolo con particolare riguardo al frumento duro.

Allo scossone registrato dal cambio valutario e alle rassicuranti parole sulla capacità di sostegno all'euro del numero uno della BCE Mario Draghi, si è aggiunto il timore delle conseguenze dell'Uragano Patricia che sta interessando alcune aree degli Stati Uniti per rendere ancora poco interpretabile le future tendenza di mercato.

Fatto sta che la 43esima settimana è stata contraddistinta da forti ribassi per quanto concerne il grano duro. Il calo registrato a Milano è stato di 6 euro/t (prezzo medio del fino Nord 292,50 euro/t), a Foggia di 10 euro/t (fino 277,50 euro/t) e a Bologna di 8 euro/t (fino Centro 276,50 euro/t).

Più stabile il Frumento tenero dove il panificabile ha mantenuto invariata la quotazione sulla piazza Bolognese (183 euro/t) mentre a Milano è stato rilevato un aumento di 2 euro/t (prezzo medio 191 euro/t). Una leggera ripresa anche al Matif dove il future a dicembre ha chiuso in rialzo di 4 centesimi (172€/ton venerdi scorso).

In generale gli scambi al consumo rimangono sempre limitati tranne le richieste per il mais di qualità che stanno spingendo al rialzo i prezzi che ruotano nell'intervallo tra 190 e 210 euro a tonnellata posto al consumo.

Nel settore bionergie continua la caccia al mais in granella, ormai quasi introvabile, e ai sottoprodotti alternativi per arricchire i trinciati. Nel corso della scorsa settimana sono stati sottoscritti contratti di cruscami a 140 euro alla tonnellata da Novembre 2015 a Febbraio 2016.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli retrocede a 759 punti, il petrolio torna con il segno meno e scende a 43,37 dollari al barile e il cambio continua a scendere toccando 1,10403.

MP 27ott2015

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Prodotta un anno fa dall'azienda agricola Bertinelli di Parma, la forma aperta ad Expo è stata certificata "Kosher" (ossia "conforme alla legge" ebraica) da uno dei più autorevoli enti in materia: OK Kosher Certification, con sede a New York, dove vive una delle più importanti comunità ebraiche del mondo. La prima forma "Kosher" è stata aperta nel padiglione di Israele ad Expo 2015. Alai: "Nuovi spazi commerciali dal rispetto di norme che vanno ben oltre gli aspetti culturali." -

Parma, 27 ottobre 2015 -

Seguito da Rabbini in tutte le fasi che vanno dalla mungitura del latte alla trasformazione in caseificio, è ufficialmente nato il primo Parmigiano Reggiano destinato al consumo da parte degli ebrei osservanti.
La prima forma - inclusa nella produzione marchiata nei giorni scorsi dal Consorzio di tutela, che certifica l'appropriatezza dell'uso della denominazione solo dopo 12 mesi di stagionatura - è stata infatti aperta oggi ad Expo nel padiglione di Israele, sancendo così la nascita del Parmigiano Reggiano "Kosher", prodotto in stretta osservanza dell'insieme di regole religiose (denominate Kasherut) che da tremila anni, ispirandosi alla Torah, governano l'alimentazione degli ebrei osservanti in tutto il mondo.

Prodotta un anno fa dall'azienda agricola Bertinelli di Parma, la forma aperta ad Expo è stata certificata "Kosher" (ossia "conforme alla legge" ebraica) da uno dei più autorevoli enti in materia: OK Kosher Certification, con sede a New York, dove vive una delle più importanti comunità ebraiche del mondo.
"Siamo di fronte - sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai - ad una realtà nuova e straordinariamente importante per il Parmigiano Reggiano, perchè è ora acquisito il risultato di una attenzione e di un rispetto di norme che vanno oltre i semplici aspetti culturali e, contemporaneamente, si aprono nuovi spazi di vendita e di consumo tra gli ebrei osservanti, ma anche tra quei milioni di persone che, soprattutto negli Stati Uniti, già hanno scelto cibi kosher in quanto riconosciuti ad alto valore sul piano della salubrità o in funzione di scelte alimentari (vegetariani, ad esempio) e di salute (intolleranze o allergie) del tutto specifiche".
Ai 13,5 milioni di persone di fede ebraica che vivono in tante parti del mondo (40.000 in Italia) si aggiungono già, in tal senso, i 12,5 milioni di consumatori di prodotti kosher presenti negli Stati Uniti, dove questi alimenti rappresentano quasi il 30% di quelli venduti nei supermercati.

"E' con molto piacere - commenta Elazar Cohen, Commissario Generale di Padiglione Israele che ospitiamo a Expo questo evento che segna un ulteriore punto di contatto tra il saper fare italiano e la cultura ebraica e israeliana. Insieme portiamo avanti numerosi progetti per l'innovazione scientifica e tecnologica ma anche in progetti sociali e umanitari in ambito agricolo e alimentare in tutto il mondo".
"Siamo molto soddisfatti - sottolinea Nicola Bertinelli, amministratore delegato dell'omonima azienda agricola produttrice del primo Parmigiano Reggiano "Kosher" - del risultato che abbiamo ottenuto a conclusione di un percorso particolarmente impegnativo, che ha investito tutte le fasi di lavoro sulle quali sono impegnati allevatori, caseifici e maestri casari".
"Il fatto di partire da un'alimentazione delle bovine secondo principi assolutamente naturali già stabiliti dal disciplinare del Parmigiano Reggiano - prosegue Bertinelli - era un primo fondamentale elemento di compatibilità con le norme della Kasherut, ma le norme previste in tema di allevamento e mungitura, così come di impianti e strutture, hanno comportato importanti adeguamenti che sono costantemente monitorati dalla figura di un Rabbino".
La capacità produttiva dell'azienda agricola Bertinelli sarà di 5.000 forme all'anno di Parmigiano Reggiano Kosher: la prima annata disponibile, intanto, è già stata completamente venduta, a testimonianza dell'interesse suscitato da questa assoluta novità per una delle più prestigiose Dop italiane.

PARMIGIANO REGGIANO KOSHER-da sinistra Giuseppe Alai-Nicola Bertinelli-Jack Dwek consulente azienda Bertinelli-Rabbi Yeshaya Prizant rappresentante dellente certificatore OK Kosher rid

Da sinistra Giuseppe Alai, Nicola Bertinelli, Jack Dwek consulente azienda Bertinelli, Rabbi Yeshaya Prizant rappresentante dell'ente certificatore OK Kosher

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro. -

Modena, 27 ottobre 2015 -

"Non avremo più carni rosse trattate e insaccati sulle nostre tavole? Non credo proprio. Come sempre, quando si parla di alimentazione, la cosa più importante è guardare alla qualità dei prodotti e scegliere in modo corretto utilizzando tutte le informazioni disponibili anche grazie alle nuove etichette". William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro.

"Intanto bisogna dire che negli Stati Uniti il consumo e la lavorazione delle carni è molto differente rispetto a noi e che l'uso di additivi è sicuramente più massiccio. Ma la cosa più importante – ribadiscono Lapam e Cna– è scegliere bene cosa si mangia. Le nuove norme sull'etichettatura, ad esempio, forniscono ampie garanzie al consumatore ed è possibile acquistare in sicurezza insaccati, salumi e carne rossa trattata, a patto che questa carne sia lavorata in modo corretto. Nel nostro territorio vi è un importantissimo distretto delle carni e mi sento di dire che le imprese di casa nostra sono all'avanguardia anche sotto questo profilo, abbiamo prodotti IGP e DOP che hanno disciplinari di tutela della lavorazione e provenienza delle materie prime.

Del resto già molti oncologi si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco e a spiegare che questi prodotti non sono così pericolosi come apparirebbe ascoltando i risultati di questo studio".
"E' però determinante ribadire – conclude Toni – che saper leggere l'etichetta e scegliere i prodotti qualitativamente migliori vale per tutti gli alimenti e non solo per quelli che, magari ciclicamente a seguito di ricerche o di scandali di varia natura, finiscono sotto i riflettori dell'opinione pubblica".

(Fonte: ufficio stampa Lapam Confartitigianato Modena-Reggio Emilia)

Mercati agricoli e le dichiarazioni di Draghi. Burro in recupero, il latte-bio in controtendenza. I dati previsionali di mais e soia. Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli. Eventi a Expo e promozioni.

(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
Anno 14 - n° 43 25 ottobre 2015
1.1 editoriale Ci manca solo la roulette russa
3.1 agro-mercati Le borse volano sulle ali di Draghi e gli effetti si sono notati anche sui cereali.
4.1 Lattiero caseario 10 centesimi guadagnati dal burro CEE.
5.1 Bio Il latte Bio viaggia in controtendenza
5.2 prezzi agricoli Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli
6.1 pomodoro e ambiente Pomodoro e ambiente: cinque temi sottoposti al ministro Galletti
7.1 fiscalità agricola Imu agricola non si paga, oppure sì?
7.2 ambiente e innovazione Consorzio di Bonifica di Piacenza e l'innovazione lunedì prossimo ad EXPO
8.1 eventi expo 2015 Parmigiano Reggiano, a Expo apertura della forma Kosher
8.2 giovani agricoltori Nuova linfa ai giovani agricoltori dell'Emilia Romagna
9.1 Mais e soia Mais e Soia dati previsionali 2015 - 2016
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 43 2015 COP

Domenica, 25 Ottobre 2015 09:45

Il latte Bio viaggia in controtendenza

Il comparto lattiero-caseario "bio" si colloca al terzo posto, dopo ortofrutta e derivati dei cereali, per apprezzamento del consumatore. Dalla ricerca Ismea che verrà presentata a Cremona (28-31 ottobre 2015) emergono prospettive di crescita sensibili in ragione di una positiva dinamica dei consumi.

Roma, ottobre 2015
Un settore in espansione, quello del lattiero caseario bio, che nonostante la delicata situazione degli allevamenti in tutta Europa può contare su prospettive di crescita anche grazie a una dinamica dei consumi positiva.

Questa la sintesi dell'analisi condotta da Ismea e che verrà presentata alla prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (CremonaFiere, 28-31 ottobre 2015) durante il convegno organizzato in collaborazione con l'ente fieristico cremonese e in programma per il 28 ottobre alle ore 14.30 presso la Sala Guarneri.
Per la prima volta l'Ismea focalizza i numeri e le dimensioni dell'allevamento biologico italiano, proponendo anche una stima del valore alla produzione e analizzando il gap dei prezzi alla stalla tra latte bio e convenzionale.

In base ai dati Sinab (Sistema nazionale di informazione sull'agricoltura biologica del Ministero per le Politiche agricole) il patrimonio nazionale dei bovini da latte bio, raggiunge oggi circa le 45mila unità, pari al 20% di tutto il bestiame bovino presente negli allevamenti biologici. Riguardo alla produzione di latte, la stima elaborata da Ismea parla, per il 2014, di un quantitativo totale superiore ai 300 milioni di litri per un valore alla produzione di 158milioni di euro, con un premium price riconosciuto alla stalla del 28% superiore a quello destinato al latte convenzionale.

"Un segnale incoraggiante - sottolinea Ezio Castiglione Presidente di Ismea - che marca una netta controtendenza rispetto alla situazione di grave difficoltà in cui versa il settore lattiero caseario convenzionale. L'effetto sinergico della fine delle quote latte, embargo russo e la frenata delle domanda cinese ha compromesso pesantemente le remunerazione alla stalla, richiedendo misure di urgenza a sostegno del settore, come il Piano latte promosso dal ministro Martina. Anche sul fronte dei consumi - ha precisato Castiglione - il latte e derivati bio hanno chiuso il primo semestre del 2015 con una crescita della spesa di oltre il 4% a fronte dell'andamento negativo delle vendite del lattiero caseario nel suo complesso."

Complessivamente, si evince dall'analisi, gli italiani hanno speso per latte e derivati bio 100 milioni di euro nel 2014. Una cifra destinata a crescere visto il trend positivo degli acquisti anche nei primi sei mesi del 2015. Più nel dettaglio avanza a ritmo particolarmente sostenuto lo yogurt (+10,4%) accanto a variazioni positive ma meno importanti per formaggi e latticini (+2,1%) e latte fresco (+0,7% ). L'unico dato negativo riguarda il latte Uht, che risulta il flessione del 4,4%.
Dall'indagine Ismea è infine emerso non solo che il consumatore italiano riconosce in media un premium price a yogurt e latte fresco bio, rispetto al convenzionale, rispettivamente del +30% e del +20%, ma che il comparto lattiero-caseario rappresenta la terza categoria bio dietro quella dell'ortofrutta e dei derivati dei cereali, coprendo una quota pari al 10-11% del totale delle referenze biologiche.

(Fonte Ismea 16 ottobre 2015)

Prezzi - Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli. Più 10,1% su base annua. Resta l'ortofrutta il fronte caldo. Deflativa la tendenza di fondo: indice "core" al -0,5% annuo.

Roma, 21 ottobre 2015

Settembre conferma sui mercati agricoli la svolta positiva già rilevata in agosto. Con un valore pari a 122,1 l'Indice dei prezzi all'origine elaborato dall'Ismea (base 2010=100) registra, per l'insieme dei prodotti agricoli, un aumento sia rispetto ad agosto (+8,6%) sia sul settembre del 2014 (+10,1%).

I prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - dalle indicazioni dell'Istat sempre riferite al mese di settembre - in crescita dello 0,7% su base mensile e dell'1,5% se rapportati ai livelli dell'anno scorso, in forte accelerazione rispetto al più 0,9% di agosto.

L'Indice "core" dell'Ismea - che coglie la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dal calcolo dell'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - si posiziona a settembre a 116,1 (2010=100) e conferma una dinamica mensile in ascesa (+0,5%). La comparazione con il dato corrispondente del settembre 2014 rimane invece negativa, segnalando un meno 0,5%, seppure in forte attenuazione rispetto al -3,3% di agosto.

Nel comparto dei prodotti vegetali l'incremento mensile dei prezzi (+16,3%, dopo il 6,8% registrato ad agosto), riflette principalmente il forte aumento delle quotazioni degli ortaggi di stagione (+49,9%). Positiva, nel mese di analisi, anche la dinamica dei prezzi della frutta (+9,1%) e, seppure marginalmente, quella dei vini (+0,3%). Segnano invece una variazione negativa i prezzi di cereali (-5,5%), semi di soia (-13,6%) e oli di oliva (-0,8%).

Per i prodotti zootecnici, la dinamica mensile osservata nel mese di settembre rivela un'accelerazione al più 2,2%, per effetto di aumenti su tutta la linea del bestiame vivo (+4,3% in media) riassorbiti parzialmente da un'ulteriore contrazione dello 0,3% dei prezzi dei lattiero-caseari.

Su base annua, come evidenziato, la tendenza complessiva si conferma al rialzo (+10,1%), per l'effetto combinato dell'ascesa dei listini del comparto vegetale (+25,1% rispetto a settembre 2014) e del deprezzamento dei prodotti zootecnici (-3%). Al pari di quanto rilevato ad agosto, i forti rincari degli ortaggi (+74,2%), degli oli di oliva (+43,8%) e della frutta (+14,8%) spiegano, ancora una volta, l'inflazione dell'intero aggregato delle coltivazioni, nell'ambito del quale, di converso, viene confermata la tendenza negativa dei vini (-3%) e delle colture industriali (-9,8%). Su base annua spunta invece un più 1,5% l'indice dei prezzi del comparto cerealicolo.

Nell'ambito zootecnico, al 3,6% di aumento tendenziale del bestiame vivo si contrappone la flessione dell'8,7% dei lattiero-caseari.

Nel mese di settembre - conclude l'Ismea - la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 è pari al 3,2%, rafforzando il dato già positivo di agosto. La variazione calcolata a partire dall'Indice core, resta invece negativa segnalando un meno 3% a settembre.

(Ismea 21 ottobre 2015)

Mais e Soia. Produzione globale del mais prevista al ribasso rispetto a settembre. In arretramento anche gli stock finali. In aumento invece la produzione di seme di soia. Invariati gli stock di semi di soia.

Modena, 21 ottobre 2015
Mais dati previsionali
 La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è stata rivista al ribasso a 972.60 Mio t, - 5.5 Mio t rispetto alle previsioni di Settembre, con riduzioni previste in USA, Ucraina, Argentina, India, Filippine e molti Paesi dell'Africa subsahariana.
 Negli Stati Uniti la produzione è stimata leggermente inferiore ad un mese fa (- 0.2%), ma la resa dei terreni è prevista in aumento di 0.5 bushel/acro a 168 bushel/acro (equivalente a 10.67 tons/ettaro).
 In Brasile si prevede un aumento della produzione (da 79 a 80 Mio t) e dell'export (da 24 a 25 Mio t).
 Gli stock iniziali globali per la stagione 2015-16 sono in diminuzione, riflettendo l'aumento dell'export di Europa ed Ucraina della stagione 2014-15 e dell'impiego nell'alimentazione animale in Europa.
 Gli stock finali sono previsti a 187.83 Mio t, -1% rispetto le stime di Settembre.

mais mond 22ot15

Soia dati previsionali
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista in aumento al livello record di 320.49 Mio t, +0.9 Mio t rispetto alle stime di Settembre.
 In Brasile si prevede una produzione record di 100 Mio t per le maggiori aree coltivate. Un forte declino del valore del real brasiliano dovrebbe portare ad un aumento dell'area nonostante i prezzi internazionali bassi di quest'anno.
 Sono previste riduzioni negli USA, India ed Ucraina.
 La resa dei terreni statunitensi è stimata in aumento (47.2 bushel/acro) ma le 
aree coltivate a Soia dovrebbero diminuire.
 Le esportazioni statunitensi sono previste inferiori rispetto alle stime del mese scorso, per il ritmo lento delle vendite e l'aumento della concorrenza.
 Gli stock finali globali di semi di Soia sono pressochè invariati, con l'aumento per il Brasile bilanciato dalle riduzioni di USA, India ed Ucraina.

soia mond 22ott15

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Prima forma di Parmigiano Reggiano "Kosher", prodotta in stretta osservanza dell'insieme di regole religiose che da tremila anni, ispirandosi alla Torah, governano l'alimentazione degli ebrei osservanti in tutto il mondo. L'apertura della prima forma il 27 ottobre. Interessati 13,5 milioni di ebrei nel mondo e 12,5 milioni di consumatori di prodotti Kosher già presenti negli Usa. -

Reggio Emilia, 24 ottobre 2015 -

Spicca sicuramente tra le novità di Expo 2015 e sarà protagonista dell'evento in programma il 27 ottobre nel padiglione di Israele: si tratta della prima forma di Parmigiano Reggiano "Kosher", prodotta in stretta osservanza dell'insieme di regole religiose (denominate Kasherut) che da tremila anni, ispirandosi alla Torah, governano l'alimentazione degli ebrei osservanti in tutto il mondo.

Prodotta un anno fa dall'azienda agricola Bertinelli di Parma, la forma che sarà aperta ad Expo fa parte della produzione marchiata pochi giorni fa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano (operazione che non può avvenire prima di 12 mesi di stagionatura), ed è stata certificata "Kosher" (ossia "conforme alla legge" ebraica) da uno dei più autorevoli enti in materia: OK Kosher Certification, con sede a New York, dove vive una delle più importanti comunità ebraiche del mondo.

L'ordine di grandezza dell'interesse e dei possibili scambi commerciali che ruotano attorno al Parmigiano Reggiano "Kosher" emergono da cifre che parlano di 13,5 milioni di persone di fede ebraica nel mondo (40.000 in Italia), ma anche di milioni di consumatori che acquistano prodotti Kosher come simbolo di particolare rigore su qualità e processi produttivi: negli Stati Uniti, ad esempio, si tratta di 12,5 milioni di persone, con i prodotti Kosher che rappresentano quasi il 30% degli alimenti venduti nei supermercati.

L'evento in programma il 27 ottobre ad Expo - promosso dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e dal padiglione israeliano ad Expo - prevede, come si è detto, l'apertura della prima forma di Parmigiano Reggiano "Kosher" alle ore 11,00 nel Padiglione di Israele ad Expo 2015, alla presenza del Commissario generale del padiglione, Elazar Choen, del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, dell'amministratore delegato dell'Azienda Bertinelli di Parma, Nicola Bertinelli, e del Rabbi Yeshaya Prizant, rappresentante dell'ente certificatore OK Kosher.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

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