Cresce la fiducia dei consumatori, addirittura l'indice non è mai stato così alto da dodici anni. Infatti cresce la disoccupazione (12,7%).
di Lgc Parma, 1 aprile 2015 –
Se non fosse che l'istituto nazionale di statistica è un'organizzazione seria, verrebbe da pensare che che abbia voluto fare il tipico pesce d'aprile. Invece , stando ai primi dati diffusi nelle scorse ore, la fiducia dei consumatori è notevolmente cresciuta nel mese di marzo.
"L'indice composito del clima di fiducia dei consumatori, scrive l'istat, espresso in base 2010=100, aumenta a 110,9 da 107,7 di febbraio 2015. Anche l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), in base 2010=100, mostra un deciso miglioramento, salendo a 103,0 da 97,5 di febbraio."
Un balzo in avanti così ampio da non apparire vero soprattutto se confrontato con gli stessi dati, diffusi poche ore dopo, riguardanti il tasso di occupazione.
Infatti, se nei primi due mesi del 2015, vi era stato un sensibile aumento dell'occupazione, il mese di marzo ha segnato un crollo consistente riportando il livello di disoccupazione al 12,7%.
I dati diffusi sul tasso di fiducia sono così sorprendenti che per nulla riflettono i reali sentimenti percepibili da chi, costantemente, si confronta con consumatori, artigiani, professionisti e imprese.
Dello stesso avviso sono i movimenti dei consumatori "Federconsumatori" e "Adusbef" che, categoricamente, smentiscono l'Istat rincarando la dose e commentano, attraverso un comunicato congiunto, di essere molto perplessi da quanto registrato dall'ufficio di statitsica. "La crisi che da anni grava sulla nostra economia non può certo dirsi conclusa e anzi dati e rilevazioni sui consumi dimostrano che, purtroppo, le famiglie sono ancora attanagliate da una morsa che non lascia respiro. Con tali premesse, dunque, non esitiamo a definire inverosimili i dati diffusi dall'Istat in merito alla fiducia dei consumatori. L'Istituto di Statistica ha registrato il livello di fiducia più alto dal 2002, cosa che ci lascia a dir poco perplessi."
Sui dati economici e sui tassi di disoccupazione o altri più sofisticati indicatori sarebbe difficile smentire l'Istituto, ma su quel che riguarda il "sentiment" basta guardarsi attorno, parlare con la gente e osservare, anche nelle "ricche" cittadine del nord, i segnali di degrado e incuria delle strade dei vicoli, e delle persone stesse.
Segnali di "abbandono" civico e personale che certamente non lasciano intendere un clima diffuso di serenità e soprattutto di fiducia.
D'altronde, come potrebbe essere diversamente, se il tasso di disoccupazione è di colpo risalito al 12,7% annullando, di fatto, i progressi registrati nel primo bimestre dell'anno?
Vero che gli indicatori economici confermano una tendenza positiva del PIL ma di questo, la gente comune, non riesce ad avvalersene per tirarsi sù di morale dovendo concentrarsi a come tirare a campare.
Guardare per credere!