Quest’ultimo con la massima professionalità ha evidenziato tutte le fasi operative dell’operazione sottolineando che, giunti ad una certa fase dello stato di avanzamento della trattativa, un ipotetico promissario acquirente avrebbe richiesto una indagine documentaria chiamata in gergo “due diligence”. L’imprenditore che, sino a quel momento ha seguito il discorso attentamente, ha sollevato una barriera psicologica non comprendendo i motivi dell’indagine.
Effettivamente, che si tratti di vendita di quote, di azioni o di asset, il potenziale acquirente prende dei rischi.
Ciò premesso, quindi, chi compra, deve conoscere gli elementi di forza e di debolezza della Target (termine utilizzato per identificare l’oggetto di acquisizione) al fine di poter limitare ogni responsabilità e mitigare il rischio che potrà sopraggiungere con l’operazione.
L’attività di “investigazione e di approfondimento” di dati e di informazioni relative all’oggetto di una trattativa è, quindi, nota con la definizione di “due diligence“.
Il fine di questa attività è quello di valutare la convenienza di un affare e di identificarne i rischi ed i problemi connessi, per negoziare termini e condizioni del contratto, nonché per predisporre adeguati strumenti di garanzia, di indennizzo o di risarcimento.
In poche parole, la due diligence deve essere svolta con il fine di valutare se i vantaggi dell’acquisizione superano i rischi.
Ma ogni due diligenze si differenzia dall’altra in particolare per il motivo dell’acquisizione stessa, in ragione del settore di riferimento, del periodo in cui avviene, della liquidità disponibile, etc, pertanto identificare con chiarezza le ragioni per le quali viene effettuata la transazione è importante, aiuterà ad “indirizzare” in maniera corretta la due diligence.
E’ raro il caso in cui non emergano problematiche che possano contribuire a far saltare la trattativa o, a costituire un elemento imprescindibile da chiarire con il venditore.
Con la Due Diligence il potenziale acquirente valuta il vero valore della Target, ed identifica che la stessa possa essere validamente integrata nel suo gruppo (se trattasi di imprenditore già avviato), portando ad emergere aspetti culturali, pratici ed operativi, quali la duplicazione delle funzioni, di costi, etc.
Quanto più è efficace sarà la due diligence, tanto più il livello di protezione contrattuale sarà forte ed identificherà tutti i rischi che potranno / dovranno rimanere a carico del venditore.
Il minimo per una Due diligence è quella di analizzare almeno i seguenti aspetti:
- La piena titolarità del venditore nel cedere il target;
- L’integrazione in tutto o in parte del target con il business attuale della società che propone l’acquisizione;
- Il valore intrinseco (materiale o immateriale) dell’operazione;
- L’eventuale consenso di terze parti quali autorità di vigilanza e/o istituti di credito, soci con diritto di prelazioni, etc, per poter completare validamente l’acquisizione e poter ottenere pienamente i relativi benefici.
- Valutazione delle risorse umane disponibili che siano parte fondamentale dell’attività e quindi da preservare.
Le tipologie di Due Diligence:
- Strategica: Attività svolta sull’attività dell’azienda e sui prodotti offerti sul mercato e sulla concorrenza;
- Commerciale: Indagine tesa ad accertare la congruità del modello di business rispetto ai propri ricavi ed allo scenario competitivo;
- Organizzativa (IT e Risorse): Indagine tesa ad accertare i processi adottati dalla società e la struttura organizzativa di cui è dotata rispetto al modello dell’acquirente;
- Contabile: Attività contabile rivolta all’analisi degli aspetti economici, patrimoniali e finanziari della società;
- Legale: Indagine tesa ad evidenziare passività e rischi di natura legale nonché eventuali atti e procedimenti giudiziari già presenti;
- Fiscale: Indagine tesa ad evidenziare problematiche fiscali già consolidate con l’amministrazione finanziaria e ulteriori passività potenziali.
L’italiano media prima o poi acquista la sua prima casa affidando al notaio, magari inconsapevolmente, una piccola due diligence sull’immobile target; allo stesso modo un’indagine approfondita va effettuata per l’investimento nei più disparati asset, finanziari, economici o immobiliari.
(*) La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di "start-up", M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell'innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati alla carità ed alla fratellanza anche attraverso club ed associazioni locali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”
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