Abbiamo voluto analizzare alcune di queste novità in arrivo, che potrebbero costare molto care ai consumatori, ma ci sono possibili soluzioni.
Una rivoluzione è in arrivo dall’Europa nel campo dell’Rc auto.
In questi giorni, presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati, presieduta dall’On. Marco OSNATO, si sta svolgendo l’esame dell’atto parlamentare, avente ad oggetto il recepimento della Direttiva UE 2021/2118 concernente l’assicurazione della Responsabilità Civile obbligatoria. Molte le novità in vista, alcune con pesanti ripercussioni per le tasche degli italiani.
Il nuovo concetto di obbligo assicurativo previsto dalla direttiva, in conformità alla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, sarà legato ora non più alla circolazione del veicolo, bensì alla funzione svolta dal medesimo, a prescindere dalle sue caratteristiche, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento.
(Antonio Coviello)
Il parere del Prof. Antonio Coviello, docente di Marketing assicurativo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Garante nazionale degli assicurati il quale dice che: «La questione non è di poco conto se si considera che molti veicoli, attualmente ricoverati in luogo privato e non circolanti, attualmente non hanno obbligo di assicurazione (si pensi ai veicoli di interesse storico o di personale interesse affettivo), prossimamente dovrebbero essere tutti assicurati. Se non ci saranno modifiche allo schema di decreto sarà un salasso».
Una soluzione potrebbe esserci e sul tema interviene Paolo BULLEGAS, responsabile nazionale della Commissione di studio Rc auto Sna (Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione), che ha individuato la stessa criticità.
(Paolo Bullegas)
Secondo Bullegas «La possibile via per recepire la direttiva UE, senza peraltro incidere sulle economie dei possessori di veicoli non circolanti, può essere rappresentata dall’assicurazione del così detto “rischio statico” di veicoli ovvero, rischio di stazionamento». «Il rischio statico – continua Bullegas – è il rischio caratteristico attualmente usato per i rimorchi per i sinistri da essi eventualmente provocati in sosta o durante le manovre a mano. Si tratta di polizza con premio modestissimo legato alla bassa frequenza di sinistro».
Il prof. Coviello ritiene fondamentale questa soluzione che «mette in sicurezza il proprietario di veicoli non posti in circolazione ed è conforme al dettato normativo della Direttiva. Auspico – afferma Coviello – che la commissione parlamentare intenda approfondire con il massimo impegno il recepimento della direttiva, anche prevedendo nuove soluzioni come quella di impegnare le compagnie di assicurazione a prestare la garanzia del rischio statico, in luogo di quella più ampia della circolazione».
Altro problema sollevato è quello dell’ipotizzato obbligo assicurativo per i possessori di monopattini, la cui diffusione ha incrementato la frequenza di sinistri anche con danni gravi a persone.
Coviello sul tema è molto chiaro: «Non c’è dubbio che le conseguenze di un incidente provocato da un monopattino possano essere infauste per le persone coinvolte ed è bene sviluppare una tutela sociale da questi eventi; tuttavia, non si può pensare a un sistema di assicurazione Rc auto tradizionale come previsto per tutti gli altri veicoli circolanti. Attualmente il rischio della circolazione dei monopattini, così come quello delle biciclette, è garantito dalle compagnie di assicurazione nell’ambito della cosiddetta “polizza del capofamiglia”, che tutela ampie responsabilità del nucleo famigliare dai rischi della vita privata, come il classico vaso che cade dalla finestra. Si tratta di polizza con premio modesto, intorno a 60 euro, ma se si dovesse fare una specifica polizza Rc auto per il monopattino i costi potrebbero lievitare. La soluzione? Potrebbe essere individuata nell’estendere la polizza del capofamiglia ai danni del monopattino, con massimali minimi pari a quelli previsti dalla direttiva Rc auto. D’altro canto, nello stesso modo è stato risolto anche l’obbligo di assicurazione per gli sciatori, così da non gravare ulteriormente sulle tasche degli italiani». Soluzione pienamente condivisa anche da Paolo Bullegas e presentata alla Commissione parlamentare dallo Sna.
Ulteriore novità contenuta nello schema di decreto riguarda il preventivatore pubblico a disposizione degli automobilisti.
Lo strumento predisposto dall’Ivass, già operativo in Italia, non ha incontrato la soddisfazione di molte associazioni consumeristiche: Confconsumatori senza mezzi termini ritiene il sistema inutile, poiché i prezzi del preventivatore pubblico quasi mai coincidono con quelli praticati nelle Agenzie che hanno facoltà di applicare sconti.
Il prof. Antonio Coviello evidenzia inoltre che: «i risultati che fornisce il preventivatore appaiono con tutta evidenza contraddittori, considerato che ogni compagnia adotta diverse clausole contrattuali, per esempio quelle sulla esclusione della rivalsa; così il risultato del confronto dei prezzi è falsato e ben lontano dall’ottica della massima tutela del consumatore». Attenzione, dunque, a non essere sviati verso il solo prezzo a scapito delle condizioni proposte.
Il Centro studi assicurativi degli Agenti Sna, in proposito, ha svolto un’indagine sull’attendibilità dello strumento, bocciandolo senza appello.
Il responsabile nazionale, Paolo Bullegas, sottolinea inoltre l’assurdità della consultazione obbligatoria a carico dell’intermediario prevista dall’attuale normativa, con attività di interrogazione del tutto inutile per i consumatori «giacché nessuna polizza è stipulata nelle agenzie con la tariffa prevista dal preventivatore».
La Commissione Parlamentare, come visto, ha un importante e delicato compito per la tutela sociale, ma deve prendere in considerazione i pareri degli esperti per evitare adempimenti inutili e costi difficilmente sopportabili dagli automobilisti sempre più tartassati.