Di Mario Vacca Parma, 6 aprile 2023 - La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Più 45% di presenze da usa e più 116% dall’asia. L’Amministratore Delegato Veronafiere Maurizio Danese annuncia l’avvio di un nuovo corso: “Vinitaly crescerà ancora, e sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all’estero, si ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare”.
Interessante il “fuorisalone” veronese, Vinitaly and the City che da quest’anno è ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ed ha registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico di Verona.
Produttori da ogni regione, grandi e piccoli con prodotti tradizionali e nuove proposte, come a dire che tradizione ed innovazione camminano di pari passo.
Un passaggio al bellissimo stand di Masi - produttore leader di Amarone che da sempre interpreta con passione i valori delle Venezie – per degustare non solo l’Amarone Riserva Costasera 2017, ma anche il nuovo “Fresco di Masi” due vini biologici, all’insegna della genuinità e della sostenibilità con una bottiglia alleggerita e trasparente di esclusivo design Masi.
Tra i grandi player ritorniamo da Feudi di San Gregorio per saggiare l’evoluzione di Dubl Rosè, metodo classico da un vitigno di grande tradizione, l’Aglianico. Per le sue particolari caratteristiche, dà vita a vini rossi potenti, particolarmente strutturati e molto longevi e proprio da qui è partita la sfida dei Feudi di San Gregorio, un prodotto che ha avuto un’evoluzione eccezionale sin dalla sua presentazione nei primi anni del nuovo millennio.
Rimanendo in tema non si può non parlare Villa Matilde, oggi considerata una delle aziende più rappresentative della Campania. Una bella storia che comincia negli anni Sessanta, grazie a Francesco Paolo Avallone, avvocato e appassionato cultore di vini antichi, che coadiuvato da un gruppo di amici, tra cui alcuni docenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli, diede nuova vita alle viti, ormai quasi scomparse, con cui, nel suo territorio, si produceva il Falerno addirittura in epoca romana. Ripartì tutto da pochi ceppi sopravvissuti alla devastazione della filossera che a fine Ottocento decimò quasi interamente il vigneto francese ed italiano. Oggi l’azienda è nelle sapienti mani di MariaIda e Salvatore Avallone, figli di Francesco Paolo.
Anche a Roccabascerana avviene un piccolo miracolo, l’azienda agricola Bellaria salva una pianta secolare di uve antichissime risalenti al 78 d.c. e nominate da Plinio il vecchio nella “naturalis historia”, la coda di volpe a bacca rossa che da origine, insieme ad altre uve al “Coda Rara” messo in commercio per la prima volta nell’autunno 2022.
Gremito anche il padiglione della Sardegna con lunghe code per gustare i prodotti dell’azienda Poderi Atha Ruja.
Interessante dal punto di vista teorico, filosofico ed ovviamente anche della qualità il concetto produttivo espresso da “Fivi Vignaioli Indipendenti”. Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti nasce con la volontà di incontrare il pubblico, i clienti finali, allo scopo di promuovere l’identità del vignaiolo indipendente che rappresenta una distinta categoria di produttori, un successo che si deve alla variegata e complessa moltitudine di produttori che portano sul mercato un’autentica interpretazione del proprio territorio viticolo. Il Vignaiolo Indipendente coltiva le sue vigne, vinifica la sua uva, imbottiglia il suo vino e cura personalmente la vendita dello stesso, sotto la propria responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta. Impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, i Vignaioli operano costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.
Nel 2008 si riuniscono nella “Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti” che oggi conta circa 1500 soci ed ha lo scopo di tutelare il mestiere del Vignaiolo, rappresentandolo di fronte alle istituzioni e promuovendone la specificità.
Sono 31 le Delegazioni FIVI, articolazioni territoriali che facilitano il confronto tra i Vignaioli di uno stesso territorio e rafforzano l'interlocuzione tra l'Associazione e le amministrazioni locali; più di 300 i Punti di affezione FIVI, ovvero wine-bar, ristoranti ed enoteche che più di altri hanno a cuore il lavoro dei Vignaioli e offrono agli appassionati una scelta molto ampia dei loro vini: gestiti da persone che, come i Vignaioli, hanno fatto dei valori di territorialità, artigianalità, qualità e sostenibilità i pilastri della loro attività; ormai decine le collaborazioni e le partnership con Università, aziende, enti di ricerca che collaborano con FIVI nel progetto FIVI4Future, con la realizzazione di attività che contribuiscono a migliorare il lavoro dei soci FIVI in vigna e in cantina, alla loro formazione permanente e alla loro crescita culturale, tecnica ed economica per una transizione della vitivinicoltura verso pratiche sempre più sostenibili.
Si chiude il sipario, mentre è gia pronta la data dell’edizione 2024; Vinitaly andrà in scena dal 14 al 17 aprile.
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(*) Autore
La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.
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