Martedì, 21 Febbraio 2023 05:30

L’inquinamento da plastica, un gravissimo problema per l’ambiente e non solo In evidenza

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 Gli effetti dell’inquinamento da microplastiche si riscontrano, purtroppo, nelle catene alimentari fino a raggiungere l’uomo. La diffusione di questo materiale ha visto una crescita esponenziale negli ultimi decenni ed il prezzo che stiamo pagando è altissimo.

Di Mita Valerio Roma, 20 febbraio 2023 (Quotidianoweb.it)  - Da più di un secolo l’uomo ha acquisito la capacità di produrre materie plastiche, ottenute in seguito alla lavorazione dei carburanti fossili, ma è solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che tale produzione ha avuto un aumento notevole.

Alcuni dei prodotti ottenuti sono stati pensati per durare solo pochissimo tempo, come per esempio le buste di plastica per la spesa, ma la loro durata nell’ambiente può essere anche di centinaia di anni.

Mari ed oceani sono, purtroppo, invasi da materiale plastico che con la luce solare si degrada in particelle inferiori al mezzo centimetro ed in questo modo si diffonde più facilmente nell’acqua.

Per decomporsi, la plastica impiega anche centinaia di anni. Se teniamo presente che mari ed oceani sono uno dei polmoni vitali del nostro pianeta, che ne regolano il clima ed in essi c’è una fetta importante della biodiversità, comprendiamo quanto questo problema sia tanto importante quanto troppo sottovalutato.

Non dimentichiamo, inoltre, che la plastica viene spesso anche ingerita da pesci, gabbiani, tartarughe e cetacei, provocandone la morte.

Anche l’uomo non è esente dagli effetti diretti di questa catastrofe ambientale, le particelle infatti contaminano l’acqua potabile e restano in sospensione nell’aria, entrambi componenti vitali per tutti gli essere umani. Le microplastiche sono state trovate persino in vari organi umani e addirittura nella placenta dei neonati.

Secondo una stima, ogni minuto, un camion della spazzatura di plastica viene scaricato nei nostri mari. L’inquinamento delle acque del nostro pianeta è a livelli così elevati che entro il 2050 il 99% degli uccelli marini avrà ingerito della plastica, ma non solo, se si continua in questo modo, in mare ci potrà essere più plastica che pesci.

Un cambiamento di rotta è certamente possibile e può essere ottenuto solo con il coinvolgimento di tutta la filiera produttiva in modo che sostituisca, una volta per tutte, i prodotti plastici con altri realizzati con materiali alternativi o con plastica riciclata.

Anche le pubbliche amministrazioni devono, ovviamente, fare la loro parte, organizzando meglio la raccolta e il riciclo dei prodotti plastici.

In ultimo, ma ugualmente importante, è l’impegno che deve avere ognuno di noi nel corretto smaltimento dei rifiuti plastici, nell’utilizzare sacche per la spesa multiuso e molti altri comportamenti che possono ridurre il consumo di plastica generando, in questo modo, una nuova richiesta sui mercati di prodotti realizzati con materiali e processi produttivi sostenibili.

Preferire sempre gli involucri di carta a quelli di plastica e scegliere i prodotti sfusi e non quelli confezionati dentro involucri o contenitori di plastica.

Quando si fa la spesa, portare con sé sacchetti in tessuto è un gesto semplice ma di grande importanza.

Bastano piccoli cambiamenti nelle proprie abitudini per fare la differenza!

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