Di Lamberto Colla Piacenza, 3 luglio 2022 - La celebrazione dei 100 anni della diga di Molato non poteva cadere in un periodo più propizio per comprendere l’importanza della programmazione e delle opere infrastrutturali.
Da 70 anni non si ricordava una siccità come quella di questi giorni ma per fortuna la Diga c’è, funziona e, come l’altra piacentina di Mignano, è costantemente manutenuta nelle sue opere di ordinaria e straordinaria manutenzione.
Un’opera, quella della Diga di Molato, che assolve a tre importanti funzioni, come ha perfettamente spiegato l’ingegner Maria Carolina Ferraro: contenimento delle acque e funzione irrigua, produzione idroelettrica grazie a una doppia turbinazione delle acque di diga e infine, ma non da ultimo, di attrazione turistica anche in forza del Sentiero del Tidone di cui si è inaugurato, in occasione delle celebrazioni del centenario della diga, un adeguamento garantito da finanziamenti regionali e dal lavoro dei volontari dell’associazione, che gestisce l’attività, con l’indispensabile supporto tecnico e operativo del Consorzio di Bonifica di Piacenza.
Il numero 100, in questo 2022, torna a più riprese in quel di Piacenza.
100 anni sono gli anni che separano dalla posa della prima pietra della diga di Molato, ma 100 sono pure gli anni del Consorzio di Bonifica e, per non smentire la visione lungimirante dei piacentini, 100 anni sono trascorsi anche per la blasonata Università Cattolica.
“Per fare un’agricoltura di qualità, moderna e avanzata - ha commentato nei giorni precedenti in quanto impossibilitato a partecipare all’evento Marco Trevisan Preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza - è necessario avere disponibilità di acqua. Risorsa di cui si può disporre se stoccata in invasi piccoli, medi e grandi che permettano di trattenere per distribuire quando serve. Come fatto dai nostri genitori e dai nostri nonni, questa è una scelta che non possiamo rimandare o demandare a terzi”.
Ecco quindi che il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha inteso raccogliere tutte le forze interessate per celebrare un secolo di storia, ma soprattutto per posare una nuova pietra per i prossimi 100 anni, raccogliendo la sfida che la crisi idrica e la siccità hanno lanciato, non solo alla campagna ma anche alla industria e alla vita stessa, umana e animale, ittica compresa, per il rischio di idro-potabilità e del cuneo salino che sta avanzando dalla foce del Po.
“Sembra di essere nella tempesta perfetta. – E’ il commento di Luigi Bisi Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza - Da una parte la crisi internazionale ci richiede uno sforzo per andare ad aumentare le produzioni nazionali e, dall’altro, una carenza idrica definita come estrema che se non invertirà la rotta non ci permetterà di disporre - e quindi distribuire - risorsa sufficiente per portare alla fine le colture imponendo agli agricoltori di scegliere quali appezzamenti irrigare e quali abbandonare. Un intero sistema è a rischio e serve la collaborazione da parte di tutti per portare avanti la stagione. Allo stesso modo però è importante non perdere tempo continuando nella progettazione e nella realizzazione di opere che, adattate ai più moderni sistemi e in linea con il risparmio idrico, rimangano in eredità alle generazioni future”.
Al convegno, dibattito, piacentino moderato da Nicoletta Bracchi direttrice di Telelibertà, si sono alternati al microfono Valeria Pioli, in collegamento video, Dottore di ricerca in tempi e luoghi della Città, Guido Mazzà vicepresidente ITCOLD, Carlo Cacciamani direttore di ItaliaMeteo, Paolo Sckokai professore ordinario di Economia Agro-alimentare, direttore del dipartimento di economia dell’Università Sacro Cuore (UNICATT), Marco Gardella in rappresentanza del segretario generale di ADBPO (Autorità di Bacino distrettuale del fiume PO), Luigi Bisi Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Francesco Vincenzi Presidente di ANBI (Associazione delle bonifiche Italiane), infine Irene Priolo Assessora all’ambiente della Regione Emilia Romagna.
Ai saluti d’accoglienza, offerti da Chiara Gemmati responsabile della Comunicazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza e organizzatrice dell’evento, hanno seguito i saluti di Franco Albertini Sindaco del Comune di Alta Val Tidone e di Gian Paolo Fornasari Sindaco di Pianello.
A causa di impegni scolastici Valeria Pioli ha rilasciato una testimonianza video (https://youtu.be/IiP4mPrp1Qk) addentrandosi in una lettura storica del sistema irriguo locale a partire dal 1500 per giungere infine al 1921 quando si ebbe una accelerazione notevole alla creazione dei due bacini piacentini. La vera ricchezza del territorio, ha commentato la studiosa, sono le derivazioni d’acqua, che hanno consentito di sviluppare l’agricoltura, ma anche l’industria, dalle ferriere alla lavorazione dei tessuti e della carta.
Italcold è l’associazione che raccoglie tutti gli operatori che gravitano attorno al settore delle grandi dighe. A spiegare le funzioni dell’organismo internazionale e della quota nazionale è l’ing. Guido Mazzà - Vicepresidente ITCOLD - Comitato Nazionale Italiano per le Grandi Dighe.
104 sono i paesi aderenti all’organismo internazionale (ICOLD-CIGB). Per grandi dighe, spiega il tecnico, si intendono i manufatti di almeno 15 metri di altezza e una capacità superiore a 1 milione di metri cubi. Al mondo ci sono 150.000 grandi dighe particolarmente concentrate in India e Cina in grado di invasare il 34% delle acque mentre in Europa, con le sue 6.000 dighe si arriva al 5% circa. L’Italia si colloca in buona posizione con le 532 infrastrutture collocandosi al terzo posto (in testa la Spagna) e occupando la medesima posizione anche per la produzione idroelettrica ,che invece vede la Norvegia primeggiare. Per l’ingegnere le dighe assumeranno una grande rilevanza nel processo di transizione energetica.
A Carlo Cacciamani, direttore di ItaliaMeteo, che è anche una struttura di coordinamento di tutti gli “Enti meteo” definiti nel regolamento dell’Agenzia, il compito di illustrare i mutamenti climatici e l’importanza di una rete civile integrata di rilevazione meteo. Occorre adattarsi ai cambiamenti sostanziali registrati a partire dagli anni ’80. Oggi, spiega il direttore, le precipitazioni sono brevi e intense, mentre sarebbe opportuno registrare la medesima quantità di pioggia precipitata in un ben più lungo periodo. Che tempo farà? Probabilmente pioverà ma sarà insufficiente a colmare il lungo periodo di siccità che fa risalire al lontano ottobre l’ultimo periodo piovosità utile. Inoltre quest’anno è venuta a mancare la neve che avrebbe rappresentato una buona scorta d’acqua primaverile per colmare la portata dei fiumi.
Paolo Sckokai - Professore ordinario di Economia agro-alimentare e, dal 2018, direttore del Dipartimento di Economia Agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza – si è addentrato a illustrare il Valore Economico dell’Acqua. Un valore stimato il triplo di quella che viene pagata. Il cattedratico sottolinea l’importanza dell’utilizzo delle acque di superficie invece di quelle profonde, che necessitano di energia per il loro sollevamento. La facoltà di agraria sta sperimentando nuove tecniche agronomiche che prevedono tubazioni d’irrigazione a goccia sotterranee associate a lavorazioni leggere del terreno o addirittura assenti.
L’Autorità di Bacino del Fiume Po è stata rappresentata da Marco Gardella, in sostituzione del Segretario Generale Meuccio Berselli assente per altri impegni pregressi, ha evidenziato come sempre più frequentemente il tema del PO emerga pesantemente, avendo registrato ben 6 crisi in un decennio. Un sistema di coordinamento ampio come quello organizzato dall’Autorità ha consentito, come descritto nell’ultimo bollettino del 29 giugno, di chiedere un sacrificio agli agricoltori attraverso la riduzione del 20% di acqua e al contempo di richiedere ai laghi un maggior rilascio di acqua a valle del 20%.
E’ infatti indispensabile rialzare la portata a Pontelagoscuro dove la portata è di 200 metricubi al secondo contro il minimo necessario di 480. Una portata minima utile a contrastare l’avanzata dell’acqua salmastra marina che ora è già risalita di 30 km a monte del Grande Fiume.
Infine, è il commento del tecnico, se vi fosse una minore frammentazione di organismi decisionali, si potrebbe intervenire molto più rapidamente.
Con il suo intervento, Luigi Bisi Presidente del Consorzio di Bonifica e imprenditore agricolo, ha voluto affermare come l’agricoltura piacentina sia all’avanguardia per quanto riguarda l’utilizzo della risorsa idrica. Infatti, sottolinea Bisi, il 95% dell’investimento a pomodoro è irrigato a goccia e già si stanno diffondendo sistemi intelligenti di verifica e indicazione delle necessità d’irrigazione per le varie colture. Un sistema avanzato che ha consentito di raggiungere l’eccellente valore del solo 12% di perdita di acqua dal mondo agricolo.
Dal presidente della Bonifica locale al presidente dei presidenti. Francesco Vincenzi, presidente di ANBI, prende a prestito le parole del sindaco per rafforzare il pensiero che proprio la diga ha contribuito allo sviluppo della società piacentina. Occorre, stando al pensiero di Vincenzi, che il Paese torni a pensare alle infrastrutture valutando bene quale impatto esse potranno avere sulla società e ponendo attenzione ai nuovi orientamenti produttivi. Una testimonianza importante la possiamo riscontrare con gli effetti della Cassa per il Mezzogiorno, che ha consentito a Puglia e Sardegna, grazie agli invasi realizzati, di posizionarsi ai vertici resilienti. “Le cose vanno fatte, fatte bene e nella legalità” ha chiosato il presidente delle bonifiche.
I lavori sono stati chiusi dalla Assessora regionale Irene Priolo, la quale ha rimarcato come la gravità del periodo sia constatabile dalla forte anticipazione del periodo degli incendi, l’ultimo proprio di oggi che ha interessato una cinquantina di ettari di bosco dell’appennino bolognese.
Irene Priolo ha informato della formale promessa del presidente Draghi di assegnare alla Regione Emilia Romagna lo stato di emergenza che comporterà di garantire l’idropotabilità civile e la salvaguardia degli habitat naturali, quegli ecosistemi che garantiscono la sopravvivenza del patrimonio della biodiversità.
In agricoltura, sottolinea l’assessora, quest’anno è stato anticipato, pur con qualche lamentela, il DMV (Deflusso Minimo Vitale) i cui effetti positivi sono però oggi riscontrabili.
Infine invita le amministrazioni a spendere i molti residui ancora disponibili dalla precedente crisi. Finanziamenti ai quali si aggiungeranno presto quelli del PNRR che complessivamente dovrebbero aggirarsi sui 68 milioni.
357 milioni invece saranno destinati alla rinaturalizzazione del PO, suddivisi tra 4 regioni, e comporterà la messa a dimora di 2 milioni di alberi, utili per la filtrazione dei terreni, l’ossigenazione dell’acqua e dell’aria. Finanziamenti saranno indirizzati anche ai privati per la forestazione delle aree private, avendo ormai completate le messe a dimora nelle aree pubbliche dei comuni.
Nel pomeriggio, dopo un rinfresco consumato sulla diga di Molato, è stato inaugurato il Sentiero del Tidone oggetto di ristrutturazione in forza del finanziamento regionale.
La visita guidata ha concluso i lunghi lavori dedicati alla celebrazione secolare di questa importante opera idraulica accompagnati da tre guide d’eccezione, l’ingegner Maria Carolina Ferraro che ha illustrato la storia costruttiva e le funzioni della diga, l’Ingegner Andrea Terret che ha invece informato della storia delle opere straordinarie di manutenzione e infine il geometra Fabio Rogledi, in qualità anche di volontario della associazione del sentiero, che ha narrato del sentiero e delle ultime opere realizzate con il contributo di 80.000€ ricevuti dalla Regione Emilia Romagna.