Di Avv. Emilio Graziuso (*) 29 maggio 2021 - Aumentano di settimana in settimana le domande che i lettori pongono alla nostra rubrica.
E questa circostanza, per “L’Agorà” è motivo di grande soddisfazione, in quanto è la prova tangibile della funzione di utilità sociale che ci prefiggiamo di perseguire.
Per noi, infatti, la prima forma di tutela del cittadino è l’informazione.
Oggi rispondiamo ad una signora che ci chiede un chiarimento sul caso della società Dentix e, più in particolare, se, essendo coinvolta in detta vicenda, può sospendere il pagamento delle rate del finanziamento collegato al contratto stipulato per le cure odontoiatriche.
Purtroppo, essendo la domanda non dettagliata possiamo rispondere in modo generico ma, comunque, utile, almeno per evitare passi falsi.
È bene da subito sconsigliare alla nostra lettrice di interrompere arbitrariamente il pagamento del finanziamento, in quanto andrebbe incontro ad una serie di problematiche che sarebbe preferibile evitare.
Più in particolare, l’interruzione del pagamento delle rate mensili di finanziamento potrebbe comportare:
1)segnalazione pregiudizievole presso Centrali Rischi (con conseguente impossibilità o, quantomeno, notevoli difficoltà di successivo accesso al credito);
2)maggiorazione interessi di mora sulle rate scadute e non pagate;
3)emissione nei confronti del consumatore di un decreto ingiuntivo, con conseguente ingiunzione di pagamento dell’intero importo del finanziamento (non, quindi, esclusivamente delle rate non corrisposte), oltre interessi e spese legali.
Cosa può fare, quindi, la nostra lettrice per il riconoscimento dei propri diritti?
Prima di rispondere a tale domanda, occorre fare un passo indietro, per coloro che non dovessero conoscere il caso Dentix, ed illustrare sommariamente lo stesso.
Dentix era (società, ormai, fallita) una catena per le cure odontoiatriche, la quale, dopo aver sospeso la propria attività durante l’emergenza sanitaria Covid19 non ha più riaperto le proprie sedi e, successivamente, è stata dichiarata fallita.
In molti casi, come nella fattispecie della nostra lettrice, i clienti della Dentix si sono ritrovati senza le cure odontoiatriche per le quali avevano stipulato un contratto con detta società ed a dover pagare le rate di un finanziamento richiesto per poter onorare il contratto con la detta società, la quale aveva ricevuto il relativo importo.
In questi casi sarebbe opportuno che il consumatore analizzasse nel dettaglio la propria posizione da un punto di vista tecnico ed in virtù della normativa di settore e qualora ne ricorrano gli estremi procedere giudizialmente per la tutela dei propri diritti.
Per quanto riguarda il finanziamento esso è un contratto di credito collegato al contratto principale di cure odontoiatriche e, di conseguenza, in virtù della specifica normativa di settore, può essere dichiarato risolto con conseguente diritto del consumatore al rimborso delle rate corrisposte e diritto a non dover corrispondere alcuna altra somma alla società finanziaria.
Come si può giungere a tale risultato?
Prima di ogni cosa, qualora non sia già stato fatto nei confronti della Dentix in un periodo precedente al fallimento, occorre inviare, attraverso raccomandata a.r. o posta elettronica certificata, una diffida contenente formale atto di messa in mora della curatela fallimentare affinchè la stessa adempia alle obbligazioni assunte dalla società fallita (la predisposizione, l’inoltro alla curatela e la successiva procedura di messa in mora per la dichiarazione del risoluzione del contratto con la Dentix per inadempimento di quest’ultima è una procedura molto delicata per la quale si consiglia una disamina attenta della stessa e dei presupposti con riferimento al singolo caso di specie, alla luce della specifica normativa di settore).
Dopo aver inutilmente effettuato la costituzione in mora della curatela fallimentare, il consumatore potrà, ove ne ricorrano i presupposti previsti dalla legge, agire giudizialmente per la risoluzione del contratto con Dentix e con la società finanziaria nonché per ottenere, da quest’ ultima, la restituzione delle somme corrisposte e la dichiarazione da parte dell’Autorità giudiziaria che nessuna altra somma è dovuta.
Qualora il consumatore dovesse, autonomamente, aver deciso di interrompere il pagamento delle rate di finanziamento, decisione sconsigliata per i motivi esposti, prima della pronunzia dell’autorità giudiziaria, sarebbe opportuno verificare se sul nominativo dello stesso gravi o meno una iscrizione pregiudizievole presso le Centrali Rischi.
In caso di segnalazione negativa, sarebbe opportuno nell’ambito dell’azione legale promossa per la risoluzione del contratto principale e di quello di finanziamento chiedere anche la cancellazione della segnalazione pregiudizievole dalle Centrali rischi.
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Autore (*)
"Avv. Emilio Graziuso - Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca.
Svolge la professione forense dal 2002 occupandosi prevalentemente di diritto civile, bancario – finanziario e diritto dei consumatori.
Docente ai corsi di formazione della prestigiosa Casa Editrice Giuridica Giuffrè Francis Lefebvre ed autore per la stessa di numerose pubblicazioni e monografie.
Relatore a convegni e seminari giuridici e curatore della collana "Il diritto dei consumatori" edita dalla Key Editore.
Responsabile nazionale del Coordinamento "Dalla Parte del Consumatore"
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