Ma una soluzione c’è ed è quella di imparare ad adattarsi ripensando il lavoro come una trasformazione continua, come un percorso di apprendimento continuo. La flessibilità intesa come capacità di cambiare deve essere introdotta in azienda, quindi, ma anche acquisita come un cambio di mentalità dei lavoratori. Quanto più si riflette sulla pandemia che stiamo attraversando tanto più molte cose non ci sembrano rimanere “normali”. Eppure, il lavoro che svolgiamo, gli spostamenti che facciamo e i momenti che ci concediamo sono gli stessi. Solo che cambia tutto. Il lavoro diventa smart e poi quando è poco smart rimane “manuale”, ma con il rischio di non interessare più, di non essere più richiesto.
Così pranzi e pizze “take away” vanno ancora, ma i taxi sono quasi alla paralisi. All’aumentare delle situazioni in qualche modo “diverse da prima” aumenta la nostra sensazione di incertezza. In un contesto del genere, assumono maggior importanza elementi che non possono che far parte del genere umano, come l’intelligenza emotiva, la capacità di ascolto e di provare empatia. La collaborazione tra macchina e uomo può essere in questo senso fondamentale, rendendo i lavoratori capaci di far evolvere di continuo le loro competenze. Più veniamo dominati e sostituiti dalle macchine più abbiamo esigenza di entrare in contatto con altri essere umani. Preservare e valorizzare tali caratteristiche peculiari dell’essere umano diventa essenziale anche per il business.
Più esso si automatizza più il fattore umano diventa una richiesta dei clienti stessi. E’ vero però che , più si amplia la durata del periodo pandemico, più aumenta l’incertezza anche perché magari si scopre che alcune risposte che si valutavano corrette tali non sono. Quest’incertezza può alla fine indure a commettere errori che diversamente non sarebbero commessi, tanto da parte di imprenditori verso altri imprenditori quanto tra questi ed i collaboratori e viceversa, errori che potrebbero minare la sopravvivenza dell’azienda stessa. Solitamente scrivo avendo l’obiettivo della continuità aziendale partendo dai numeri e quindi dal controllo di gestione, di budget, pianificazione e del nuovo codice della crisi d’impresa che porta con se gli “adeguati assetti”; La continuità aziendale non può riferirsi però soltanto ai numeri perché vi sono fattori soggettivi che vanno interpretati diversamente e qui entra in gioco la tanto decantata Balanced Scorecard che prende in considerazione tanti altri fattori come il settore di appartenenza, la formazione dei dipendenti, il rapporto tra i soci, il clima aziendale.
In questo contesto quindi, per molte tipologie di aziende, andrebbe inserito anche un controllo della fedeltà dei collaboratori per evitare fughe di notizie o dispersioni di efficienza, situazioni che e’ meglio prevenire quando le cose vanno bene perché la prevenzione rappresenta una delle prime forme di sicurezza in azienda perché permette di garantire il contenimento delle informazioni. Un controllo che in proprio non è lecito fare e quindi meglio affidarsi a chi è esperto e lo fa per professione. Oggi le agenzie investigative si sono trasformate ed adeguate al mercato aziendale proponendo servizi sempre più innovativi con attrezzature degne dei film di James Bond.
E’ sita proprio in Emilia, nella nostra bella Parma una delle più efficienti agenzie, la RDS Europe - autorizzata dalla Prefettura - gestita dal Capitano in congedo David D’amico che annovera oltre 30 anni di esperienza nel settore. Un’agenzia che mette in primo piano il rapporto tra “controllore e controllato” mantenendo la riservatezza più opportuna a salvaguardia della reputazione di tutti.
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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.
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