Domenica, 31 Maggio 2020 08:08

I manager alle prese dell’emergenza Covid In evidenza

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PH. Francesca Bocchia per Gazzettadellemilia.it - Mascherine Tricolore 23 maggio 2020 - Parma PH. Francesca Bocchia per Gazzettadellemilia.it - Mascherine Tricolore 23 maggio 2020 - Parma

Di Mario Vacca Parma, 31 maggio 2020 - «La ripresa del Paese – sottolinea Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager – passa attraverso le competenze e i manager non si tirano indietro, anzi sono in prima linea nella gestione della crisi, pienamente consapevoli dei rischi ma anche delle opportunità che essa sta aprendo». L’occasione è la presentazione di uno studio commissionato dall’Associazione che analizza l’impatto del Covid-19 sui dirigenti tanto dal punto di vista personale che di gestione dell’impresa.


L’indagine, che analizza un campione di 10mila manager dell’industria e dei servizi, realizzata dall’Osservatorio 4.Manager nel mese di aprile, prova l’importanza delle sfide da affrontare: «dovremo cambiare modelli di business, modelli organizzativi e di produzione per reagire a questa crisi senza precedenti e tornare competitivi». Non avendo precedenti a cui riferirsi il dogma è superare l’incertezza sui punti di partenza; l’aspetto al quale i manager ritengono di dover dedicare maggior tempo ed energie nei prossimi 12 mesi è legato ai nuovi modelli di business, seguito dalle soluzioni per emettere in sicurezza il business e fidelizzare i clienti, ed infine ma non ultimo anche il rinforzo delle competenze soft ancor di più che hard.

L’impatto della crisi determina secondo la stragrande maggioranza dei casi forti riduzioni del fatturato: il 75,5% dei dirigenti vede in calo il fatturato italiano 2020, il 59,6% ipotizza una diminuzione superiore al 30% del fatturato estero. Qualcuno teme per la continuità aziendale mentre la netta maggioranza su questo fronte ha una vision positiva. Il campione è relativamente omogeneo sul fronte delle previsioni sui livelli occupazionali, il 40% ipotizza un decremento ma una percentuale più alta, il 49,5%, non prevede variazioni sensibili sulla forza lavoro.

Naturalmente uno dei trend più rilevanti emersi con l’emergenza Coronavirus è lo smart working che ha coinvolto la stragrande maggioranza dei dirigenti, un modello di lavoro che certamente cambierà lo scenario post crisi ma che a parere del sottoscritto andrebbe esteso solo dopo attenta verifica dell’effettiva efficienza al lavoro resa dal manager/collaboratore/dipendente perché non tutti sono stimolati a casa e non tutti hanno gli stessi spazi e la possibilità di potersi effettivamente concentrare.

Senza competenze non si cresce e non si va in alcun posto. Le persone, con le loro Skills e il conseguente gioco di squadra, sono la vera chiave per raggiungere un successo duraturo nel tempo. Le competenze tecniche e trasversali, figlie della conoscenza e dell’esperienza sul campo, non possono essere portate in dote da neolaureati e/o stagisti: per quanto possano essere preparati, non sono al fronte e non hanno combattuto grandi battaglie.

Tra le figure più di moda, almeno in questi ultimi anni, c’è il cosiddetto “Manager a contratto”, spesso ingaggiato per riorganizzare un’Azienda o una Business Unit.

Del resto, molte PMI non possono permettersi di avere stabilmente in organico uno o più dirigenti senior. A risolvere questo e tanti altri problemi ci pensa il Temporary Manager, ingaggiato per portare a regime l’azienda. “Nel caso delle aziende più piccole, per non gravare sul bilancio aziendale, la libera professione, magari abbinata ad alcuni interventi da remoto, assicura la massima flessibilità e può rappresentare la soluzione ottimale per le PMI attente ai costi”.

Il Temporary Manager non offre prodotti o servizi, bensì soluzioni, come un sarto che prepara un abito su misura.

Per supportare economicamente le imprese su questo fronte spesso interviene la finanza pubblica locale. Ad esempio, in Veneto è partito un apposito bando regionale “Sostegno per l’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale delle imprese”. Nel bando è espressamente indicata “l’innovazione organizzativa mediante gestione temporanea d’impresa.

 

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - acquisendo buone capacità relazionali, padronanza della dialettica ed una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

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