I più recenti dati disponibili rilasciati dall'Organizzazione mondiale della sanità, stando a una nota di GCR, danno l'idea di come il problema dell'inquinamento atmosferico sia davvero globale e interessi metropoli da ogni latitudine. Nei Paesi di vecchia industrializzazione in particolare per l'inadeguatezza delle pratiche di controllo delle emissioni – basti pensare alla legislazione europea, da molti ritenuta troppo blanda, o le zone a traffico limitato che danno scarsi benefici – nei Brics e in generale in quelli in crescita roboante per le ragioni stesse di uno sviluppo spesso senza scrupoli.
Ma nella speciale classifica delle città a maggiore tasso di inquinamento del pianeta Torino si classifica all'ottavo posto. Un contributo a migliorare la situazione è comunque venuto dalla crisi degli ultimi 3 anni.
Per esempio a Torino nel 2012 è andata meglio dell'anno prima, con 118 sforamenti delle soglie d'allerta di particolato contro 158. Secondo la direttiva 2008/50/EC questi livelli sono fissati in 50 microgrammi/metro cubo nelle 24 ore per le Pm10, mentre per le più pericolose Pm2,5 non c'è un limite massimo ma l'obiettivo di raggiungere entro il 2015 un valore medio annuo fissato a 25 μg/mc. In generale, in Italia li superiamo troppo spesso.