Domenica, 14 Luglio 2013 09:04

Errani: "con i progetti di filiera anticipata una scelta strategica della nuova Pac."

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Bologna, Luglio 2013 --
Sviluppo rurale: al via il confronto sugli obiettivi del Psr 2014-2020. Presentati dall'assessore Rabboni i risultati della programmazione 2007-2013: più 28% le aziende beneficiarie, più 76% in montagna, più 15% il valore aggiunto, più 11% gli occupati. Dai giovani il 26% del totale delle domande.

 

Bologna - E' un'agricoltura più  innovativa,  amica dell'ambiente e fonte di buona occupazione, ma anche un'agricoltura più forte grazie all'esperienza dei progetti di filiera, quella che si delinea da un primo bilancio del Programma di sviluppo rurale  dell'Emilia-Romagna 2007-2013 presentato  oggi a Bologna nel corso del convegno "Risultati e nuova programmazione. Lo sviluppo rurale in Emilia-Romagna", che a pochi giorni dall'accordo sulla nuova Politica agricola comune è servito per  delineare gli obiettivi della nuova programmazione 2014-2020.
"Questo Psr - ha sottolineato concludendo i lavori il presidente della Regione Vasco Errani –  ci consegna risultati significativi e importanti che ci forniscono anche la strategia da seguire per il futuro. In particolare  con i progetti  integrati di filiera, abbiamo anticipato  una scelta strategica della nuova Pac.  Dobbiamo continuare in questa direzione facendo un ulteriore salto di qualità in un quadro di forte programmazione nazionale".
"Il numero delle aziende agricole beneficiarie è aumentato del 28%, con un picco del 76% in montagna – ha  spiegato  l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni –   gli investimenti aziendali hanno generato un valore aggiunto del 15% e  un aumento dell'11% degli occupati, i giovani hanno rappresentato il 26% delle domande presentate e, tra le ditte individuali, il 50% dei contributi concessi per le competitività ". Con il prossimo PSR andranno riconfermati  questi esiti cercando però di coinvolgere in processi innovativi l'insieme degli agricoltori regionali, in particolare quelli più in difficoltà di mercato e di reddito, delle aree rurali e montante più problematiche. "Questo potrà accadere solo se decideremo, tutti insieme - ha  aggiunto Rabboni -  di destinare la gran parte delle risorse della futura programmazione alle diverse forme possibili di reti di impresa."
I dati del PSR 2007-2013. Il ruolo dei progetti di filiera
Nel periodo 2007-2013  le  aziende agricole che hanno ricevuto finanziamenti  del Psr sono cresciute del  28%,   con un picco del 76% in montagna (quelle in cui l'agricoltura è lo strumento principale di presidio del territorio e  di contrasto allo spopolamento). I giovani agricoltori hanno rappresentato  il 26% del totale delle domande ammesse e il 50% dei contributi concessi per  la competitività sulle ditte individuali. Il sostegno alle produzioni biologiche  ha assorbito il 34%  delle risorse, mentre i prodotti  Dop e Igp hanno potuto contare  su oltre la metà dei finanziamenti impegnati. Non solo: il PSR 2007-2013  ha coinvolto  oltre 208 mila ettari (il 20% del totale) in interventi di carattere ambientale e ha permesso  di ridurre del 42% le concimazioni azotate, del 51% l'uso di fitofarmaci, di 200 mila tonnellate all'anno le emissioni di Co2. 
Di particolare rilievo poi il ruolo che  hanno avuto i progetti di filiera, vero e proprio  tratto distintivo della programmazione 2007-2013,  voluto dalla Regione Emilia-Romagna per promuovere la collaborazione tra aziende di produzione, trasformazione e commercializzazione, rafforzando in particolare il ruolo della parte agricola,  tradizionale anello debole della catena.  Quasi l'80% dei progetti ha introdotto vincoli di conferimento della materia prima grazie ai quali si sono consolidati gli sbocchi di mercato per gli agricoltori. I progetti di filiera  hanno generato nuovi posti di lavoro nel 44,9% dei casi e nel 71% rafforzato la sicurezza sul lavoro. Un monitoraggio effettuato sugli investimenti aziendali, a due anni dalla loro conclusione,  ha infine mostrato un incremento del 18% della produzione lorda vendibile, del 15% del valore aggiunto nelle  aziende beneficiarie   e dell'11% delle unità di lavoro.
Gli obiettivi per il Psr 2014-2020: reti di impresa, innovazione,  accesso al credito più facile, meno burocrazia
Estendere l'esperienza degli  accordi di filiera  e delle reti di impresa che dovranno diventare una vera priorità,  sostenere le partnership tra le imprese agroalimentari  e il mondo della ricerca per promuovere l'innovazione e il trasferimento tecnologico, rendere più facile l'accesso al credito per i  beneficiari del Psr ,  ridurre la  complessità burocratica per gli adempimenti europei. Sono questi alcuni degli obiettivi  che la Regione ha lanciato per allargare la platea delle imprese beneficiarie, in particolare le più marginali, del prossimo Psr e sui quali  ha avviato oggi il confronto con  il mondo agricolo regionale.  
Si tratta di cogliere appieno alcune delle opportunità offerte anche dal nuovo regolamento che prevede significativi incentivi economici proprio per  i progetti collettivi e integrati,  ma anche per il "partenariato d'innovazione" veri e propri accordi operativi  tra mondo agricolo e della ricerca. Per quanto riguarda l'accesso al credito, tra le proposte della Regione il rafforzamento dell'esperienza di "Investi agricoltura", in collaborazione con Istituti di credito e Consorzi Fidi, che ha permesso  in questa programmazione l'immediato anticipo fino al  100% dell'investimento e  un pre-ammortamento di 18 mesi con il solo pagamento degli interessi.

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