È quanto rileva l'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi dei prodotti agricoli all'origine che si è attestato il mese scorso a 138,3, facendo segnare un aumento del 2,4% mensile e del 9,9% su base annua.
A rincarare sono state esclusivamente le coltivazioni (+5,4% la variazione congiunturale dell'indice, più 16,5% quella tendenziale), mentre l'aggregato zootecnico ha ceduto in un mese lo 0,2%, mantenendo un divario positivo del 2,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Tra le colture vegetali, la dinamica mensile dell'indice Ismea evidenzia un significativo incremento per la frutta (+26,4%), legato principalmente ai rincari di mele, pere e kiwi registrati in queste ultime battute della campagna di commercializzazione, complici gli scarsi raccolti. Ma è soprattutto nel comparto degli ortaggi (+12,6% l'incremento mensile dei prezzi) che si ravvisano le conseguenze del maltempo. Le ridotte disponibilità di lattuga e radicchio hanno spinto in alto i relativi listini rispettivamente del 7,7% e del 48% rispetto ad aprile, mentre per patate, cavolfiori e finocchi i rialzi a due cifre sono riconducibili all'abbassamento delle temperature, che hanno ne hanno rilanciato i consumi.
Flessioni anche di un certo peso si rilevano, invece, per gli oli di oliva (-3,3% su aprile) e i vini (-1,2%); rincarano del 2,9% i semi oleosi, in un mercato invece stazionario per i cereali.
Il dato tendenziale (confronto con maggio 2012) conferma un andamento positivo per tutte le coltivazioni vegetali, con variazioni comprese tra il più 8% dei cereali e il più 33,3% degli oli di oliva.
Passando al comparto zootecnico, Ismea registra incrementi mensili per i lattiero-caseari (+0,3%), gli avicoli (+6%) e gli ovi-caprini (+1,9%). Al contrario flettono, anche a maggio, i prezzi di suini (-2,3%), uova (2,7%), bovini (-0,4%) e conigli (-8,4%). La dinamica tendenziale rivela aumenti di prezzo fino al 12,2% per gli avicoli. Più modesti gli incrementi per latte e derivati (+3,7%), bovini (+3,4%) e suini (+1,1%), mentre segnano il passo le uova (-7,1%), gli ovi-caprini (-6,5%) e i conigli (-0,6%).
(fonte ismea)