I fattori destabilizzanti i mercati sono sempre riconducibili al clima in Argentina, i dazi statunitensi e le possibili ripercussioni da parte cinese.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 16 marzo 2018. 
 Il mercato è pressoché immobile sui fattori fondamentali, per rendersene conto basta confrontare le due chiusure del 13/03 e la successiva in rosso di ieri sera 15/03.

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Fattori, specie l'ultimo citato, che rendono difficili le stime relativamente alle future semine anche se è logico attendersi un maggior investimento produttivo di soia.

Nel mercato interno da segnalare la continua tensione sulla farina di soya che viene messa a disposizione con il contagocce, sia per la proteica che per la normale. Questo fa sì che mantengono in forza tutti i proteici e loro sostitutivi. Cruscami ancora in aumento, ma con minor forza rispetto alle attese, fibrosi sempre ben tenuti, e questo sarà così certamente sino a maggio. Piano piano stanno prendendo forza i cereali sia sul mercato interno che estero, non tanto sul breve periodo, quanto sul medio lungo termine. Un sussulto potrebbe presto registrarlo l'orzo. mentre per il mais il periodo critico sarà il luglio agosto dove potrebbero esserci sorprese.

Alcuni prezzi di giovedi partenza porti: farina di soya 44 da 380€ ton, non caricabile ma solo nominale a 385-387€ fisicamente caricabile, mentre per la proteica i valori si attestavano sui 390 € tonnellata sia pronta che aprile, mentre in consegna aprile generico quindi 1-30/04 veniva offerta a 380€; il maggio-giugno a 364/378€ per normale e proteica e il luglio dicembre a 356/365€ sempre normale e proteica. Il 2019 331/341€. Il girasole proteico da 215 a 225 € ton in base alle qualità, colza 245€, far girasole normale da 145 a 155€ in base alle varie derivazioni.

Sussiste la possibilità di accaparrarsi del panello di lino di alta qualità di origine polacca, merce in sacconi a prezzi interessanti in confronto agli altri proteici e alla farina di soya ogm frre che ieri quotava 428 e partenza stabilimenti interni.

Si preannunciano ancora circa due mesi di sofferenza sui proteici, a meno che non subentrino ritorsioni ai dazi, sempre possano essere disponibili delle alternative.

Per le bioenergie nulla da segnalare, salvo la necessità di porre attenzione a eventuali rimbalzi di cereali e sottoprodotti derivati. Nel frattempo si è scatenata una è vera e propria caccia ai sottoprodotti sostitutivi dei cruscami. Molti operatori, per non attingere al mercato, stanno erodendo le loro scorte di trinciati e pastoni, contando sugli erbai primaverili.

 

Indicatori internazionali 16 marzo 2018


l'Indice dei noli è sceso sino a 1169 punti, il petrolio rimbalza a attorno 61$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23213.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Vola l'export e ripartono con decisione i consumi delle famiglie. Per l'agricoltura si chiude un'annata difficile a causa del clima, ma tiene il tessuto imprenditoriale, con un aumento record delle aziende condotte dai giovani (+ 5,6%).

Bilancio positivo per l'agroalimentare italiano nel 2017, sebbene il settore si sia dovuto misurare con le difficili condizioni meteo. Lo rileva il rapporto AgrOsserva di Ismea relativo all'ultimo trimestre dell'anno.

A trainare l'agroalimentare è stato soprattutto il segmento industriale che, beneficiando in maniera diretta del buon andamento della domanda nazionale ed estera, ha segnato un incremento rispetto al 2016 del valore aggiunto (+1,8%), della produzione industriale (+3%) e degli occupati (+1%).

Molto bene per l'export di alimenti e bevande che chiude l'anno al livello record di 41 miliardi di euro, con una crescita molto più sostenuta di quella, già significativa, messa a segno nel 2016 (+6,8% nel 2017 a fronte del 4,2% dell'anno precedente).

Ma il 2017 sarà ricordato soprattutto per la netta ripresa dei consumi alimentari delle famiglie italiane, che dopo 5 anni di stallo, fanno finalmente registrare un segno più di un certo peso (+3,2%).

Il bilancio dell'annata agraria è stato invece fortemente condizionato dall'andamento meteorologico avverso che ha inciso sul potenziale produttivo con un impatto negativo in termini di valore aggiunto (-4,4% sul 2016).

Il numero di imprese agricole è rimasto pressoché invariato rispetto all'anno precedente (-0,3% nel Registro delle imprese a dicembre 2017 su base annua). Tra i dati positivi si evidenzia la crescita del numero di imprese agricole condotte da giovani con meno di 35 anni che arrivano a 55.331 con un aumento del 5,6%.

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(Ismea - Roma 14 marzo 2018 - in allegato il Report completo in PDF)

A FICO, Parmigiano Reggiano e Grana Padano si sono confrontati con Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità sul tema dei "formaggi naturali".

Bologna, 16 marzo 2018 - Non tutti i consumatori sanno quale sia la differenza tra formaggi a latte crudo e formaggi pastorizzati. Di questo si è discusso oggi a FICO in un incontro che ha coinvolto Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità e i presidenti dei Consorzio dei formaggi DOP più importanti d'Italia: Parmigiano Reggiano e Grana Padano.

Piero Sardo nel suo libro: "Formaggi naturali. Viaggio alla scoperta dei migliori d'Italia" ci racconta che, rincorrendo la massima igienicità richiesta dalle normative igienico-sanitarie, si è azzerata o quasi la flora batterica. La pastorizzazione elimina circa il 99% dei batteri del latte, senza distinzioni tra quelli dannosi per l'uomo e quelli che invece conferiscono un sapore unico a ciascun formaggio. Così il sapore si standardizza, diventa uniforme, identico in ogni stagione. Poche multinazionali producono fermenti per tutto il mondo. Ceppi di batteri estratti da latte munto chissà dove, selezionati e moltiplicati in laboratori specializzati, poi confezionati e rivenduti a centinaia di fornitori che provvedono alla distribuzione sul mercato sotto diversi marchi.

"Ora è giunto il tempo che il mondo del formaggio prenda coscienza sino in fondo di queste tematiche, avvii la sua rivoluzione e dia vita al movimento dei formaggi naturali: a latte crudo, ovviamente, e senza fermenti o con fermenti realizzati in casa": è questa la sintesi del pensiero Piero Sardo.

Su questo tema è intervenuto Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano che ha sottolineato la vicinanza al movimento dei formaggi naturali:

"Siamo perfettamente in sintonia con Slow Food: il silenzio attorno al tema fermenti nei formaggi non è più accettabile. Non essendo obbligatorio evidenziarne l'uso in etichetta, chi acquista un formaggio non può compiere una scelta consapevole. Si va inoltre incontro ad una standardizzazione che banalizza il lavoro dei casari perché la provenienza del latte non è più una variabile fondamentale. La soluzione è una sola: spiegare al consumatore che solo un formaggio a latte crudo con fermenti naturali, come il Parmigiano Reggiano, è in grado di esprimere tutti i sapori e gli aromi della sua terra d'origine. Il Parmigiano Reggiano è frutto del suo terroir e del saper fare delle sue genti, che si tramanda di generazione in generazione. Rispetto a nove secoli fa nulla è cambiato: stessi ingredienti - latte, sale, caglio -, stessa cura e passione, stessa zona d'origine".

Nuove stime indicano ulteriori riduzioni produttive in Argentina. L'autosufficienza da granella di mais è decisamente sotto il 50%

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 14 marzo 2018 
L'elemento destabilizzante dei dazi aleggia, ma le condizioni meteo in Argentina e i danni relativi si fanno sentire:

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In mattinata l'andamento era misto, su tutte le merci.

Ieri, martedi 13 marzo, è stata aggiornata nuovamente una stima privata sui raccolti Argentini, 43 milioni di tonnellate per il seme di soia (la settimana scorsa era a 45) e 34 per il corn-mais (la settimana scorsa, 35).
Non più tardi di giovedì l'USDA scriveva 47 e 36. E per la precedente campagna le cifre erano 54 e 41(quindi -11 ml.t.per la soya e 8 ml.t per il mais stando alla stima privata).

Numeri dai quali si evince che i danni e le differenze ci sono e sono sensibili mentre le piogge, come sembra, arriveranno verso il 18-20 marzo, cioè praticamente 10/15 giorni prima dell'inizio della stagione di raccolta. le produzioni quindi saranno salvate, ma non certo recuperate, anzi queste piogge, dovessero prolungarsi potrebbero arrecare ulteriori inconvenienti.

Nel mercato interno nulla di nuovo da segnalare. Tensione sulle disposizioni e disponibilità di farina di soya proteica e normale. Si mantengono in forza i proteici, nonostante il calo della farina di soya registrato ieri a Milano, cruscami ancora in aumento, ma con minor forza rispetto alle attese, fibrosi sempre ben tenuti, prendono più forza i cereali sia sul mercato interno che estero ma non tanto sul breve periodo bensì sul medio lungo termine, un sussulto potrebbe prossimamente registrarlo l'orzo. mentre per il mais il periodo critico sarà, presumibilmente, luglio-agosto.

Anche per il settore delle bioenergie nulla da segnalare salvo rammentare di porre attenzione ai possibili rincari di cereali e sottoprodotti derivati.
La situazione è molto delicata. Le ripercussioni dell'imposizione dei dazi e i danni in Argentina sono un mix estremamente pericoloso, ed infatti i fondi d'investimento, dopo alcune prese di profitto, sono rimasti comunque lunghi.

La situazione del mais è ormai a livello di criticità, relativamente alle produzioni tipiche e DOP. Infatti, il tasso di autosufficienza del mais da granella è ai minimi storici. Secondo i dati esposti lo scorso 26 gennaio dall'economista Dario Frisio in occasione della Giornata del Mais a Bergamo, l'autosufficienza è decisamente inferiore al 50%. Una condizione che prima o poi verrà portata all'attenzione dei partner europei con possibili ripercussioni sulle produzioni tipiche (prosciutti e Formaggi DOP) che vantano l'autoapprovvigionamento zonale.

 

Indicatori internazionali 14 marzo 2018


l'Indice dei noli è sceso sino a 1179 punti, il petrolio rimbalza a attorno 61$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23762.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Stabili i listini delle due principali DOP e del burro. Leggero segno negativo per la panna veronese.

di Virgilio Parma 13 marzo 2018 -

LATTE SPOT Anche in questa seconda ottava di marzo si conferma la tendenza rialzista appena accennata la scorsa settimana. latte spot ha registrato infatti un +3,54% (29,38-30,93€/100 litri latte).
Mantiene un trend nettamente positivo (+7,41%) il latte intero pastorizzato spot estero che ha visto aggiornare il valore nell'intervallo compreso tra 28,87 e 30,93€/100 litri di latte. Decisamente stabile il listino del latte scremato pastorizzato spot estero che, per la quinta settimana consecutiva, conferma le quotazioni comprese tra 8,28-9,32€/100 litri latte.

BURRO E PANNA Nessuna variazione registrata per i listini del burro e della crema alla borsa milanese. Leggero cedimento per la panna veronese. Nessuna variazione per la panna di centrifuga. A fine corsa lo zangolato parmense che non registra variazioni.

Borsa di Milano 12 marzo 2018:
BURRO CEE: 4,50 €/Kg (=)
BURRO CENTRIFUGA: 4,75 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 3,03 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,83 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,40 €/Kg. (=)
MARGARINA Febbraio 2018: 0,97 -1,03€/kg (-)

Borsa Verona 12 marzo 2018: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,30 -2,40€/Kg. (-)

Borsa di Parma 09 marzo 2018 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,43 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 6 marzo 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,35 - 2,43 €/kg.

GRANA PADANO 12/03/2018 - Nessuna variazione di listino per il Grana Padano DOP.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,05 - 6,15 €/Kg. (=)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 6,80 - 7,35 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 4,85-5,15€/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO 09/03/2018 Stabili anche i listini del Parmigiano Reggiano.
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,80-10,10 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura 10,40 - 10,85 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,05 - 11,55 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,85 - 12,15 €/Kg. (=)

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 (Grafici)

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Salmonella nel salamino toscano "Il Borgo": ritirato dagli scaffali. Allerta del Ministero della Salute. Il richiamo del salamino per un possibile rischio microbiologico dopo che durante i controlli è stata individuata la presenza di salmonella nella carne.

Nuovo richiamo di prodotti alimentari da parte degli operatori. Lo segnalato il Ministero della Salute oggi sul sito web in una nota pubblicata nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza".

Questa volta il ritiro dai supermercati riguarda un salamino toscano a causa di un possibile rischio microbiologico individuato dal produttore. In particolare durante i test a campione la ditta che lo confeziona ha individuato nelle carni la presenza di salmonella e quindi è stato subito avviato il ritiro precauzionale dal mercato dei lotti interessati.

Il richiamo nel dettaglio riguarda il Salamino toscano prodotto dalla ditta Salumi Il borgo S.r.l. con sede in Via Toscana, 183 a Monteroni d'Arbia, in provincia di Siena, e commercializzato con il marchio "Il borgo salumi di Siena". Il lotto interessato dal richiamo è il salamino nella confezione da 500 grammi circa con numero 801999021003 e termine minimo di conservazione fissato al 4 aprile 2018.

Nell'ottica d'informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte alimentari, lo "Sportello dei Diritti" nella persona del presidente Giovanni D'Agata, ricorda che la procedura di richiamo riguarda solo i lotti in questione. Nel caso fosse stato già acquistato si raccomanda ovviamente di non consumare il prodotto ma di riportarlo in negozio. Per ogni ulteriore necessità l'azienda invita a contattare il numero telefonico 0577 372144.

(12 marzo 2018)

Nella scorsa settimana il mercato nazionale dei cereali ha mantenuto una certa stabilità, segnando lievi rialzi per il mais e ribassi per il frumento duro. Diverso l'andamento dei mercati esteri.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 12 marzo 2018.  L'elemento destabilizzante dei dazi si fa sentire sui mercati esteri:

 

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Una combinazione di incertezze, da un lato con i probabili dazi statunitensi e di certezze circa i danni e le ridotte stime registrate alla Borsa di Buenos Aires, stanno condizionando i mercati. Un andamento misto è registrato anche in queste ore con il seme in leggero recupero e farina e cereali in calo. Una condizione che potrebbe avvantaggiare chi dovesse fare coperture di proteici.
"Indipendentemente dai dazi sì o dazi no il cibo continuerà ad essere prodotto venduto e consumato, ma potrebbero cambiare le rotte commerciali".
Tale fenomeno potrebbe avvenire in brevissimo tempo.

Nel mercato interno tensione sulle disposizioni e disponibilità di farina di soya proteica e normale stanno peggiorando e le giacenze di fisico al porto si stanno pericolosamente riducendo, così anche all'interno.
Si mantengono in forza i proteici, cruscami ancora in aumento, fibrosi sempre ben tenuti, mentre stanno prendendo più forza i cereali sia sul mercato interno che estero ma non tanto sul breve periodo bensì sul medio lungo termine, specie il luglio agosto dove potrebbero esserci sorprese.

Per le bioenergie nulla da segnalare se non di porre attenzione a non lasciarsi prendere in contro tempo da possibili rincari di cereali e sottoprodotti derivati.

In conclusione, la situazione è molto molto delicata, le ripercussioni dell'imposizione dei dazi e i danni in Argentina sono un mix particolarmente pericoloso, tanto più che i fondi d'investimento dopo alcune "succose" prese di profitto sono rimasti comunque lunghi.

 

Indicatori internazionali 12 marzo 2018


l'Indice dei noli è risalito sino a 1201 punti, il petrolio è attorno a 62$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23104.

 

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Mattinata uggiosa e fredda in una Milano che si conferma sempre più centrale nel panorama della food and wine experience. Una copiosa nevicata fa da cornice al padiglione MICO, struttura dedicata e ben posizionata anche per chi viene da fuori città e vuole muoversi agevolmente sia in centro che nell'Hinterland meneghino. La tre giorni è dedicata ad Identità Golose 2018, hub della gastronomia e centro di divulgazione del saper fare della cucina e tradizione italiana a tavola, che ospita chef e professionisti, parte di una vera e propria comunità di pratica.

Certamente un evento che ha referenziato cuochi, chef e personalità dello show coking di ogni caratura ed esperienza, tanto da essere esempio quotidiano per esperimenti ma soprattutto simposi e conferenze su tutto quello che sia arte nel gusto e sostenibilità a tavola. Le personalità, sui diversi palchi, si scambiano continuamente la scena ed i nomi della grande cucina italiana si alternano nell'arco del tempo a loro dedicato.

L'idea di Paolo Marchi e Claudio Ceroni, direttori d'orchestra di questo evento multifunzionale, è davvero innovativa e la cosa interessante è che ancora in evoluzione visto che oggi si parla di una manifestazione permanente perché l'esposizione sta crescendo di interesse e di connessioni.

Ospitato poi all'interno del salone, c'è anche l'area riservata ai vini ed ecco spuntare la selezione promossa dal Wine Hunter – Helmuth Kosher, patron di Merano Wine Festival, già incontrato il Novembre scorso.

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Sento decisamente tante Regioni diverse e la qualità è all'altezza delle mie aspettative. Alcune chicche si fanno riconoscere ovviamente per blasone e per qualità, come la cantina Marisa Cuomo che prosegue una produzione di elite e grande equilibrio gusto olfattivo grazie al Fiorduva che devo dire conferma sempre la sua grande fama. Frutta gialla e fiori di costiera sempre preponderante fino in fondo al sorso dalla poderosa struttura, ottimamente integrata con una sorprendente calda salinità salernitana che lo mantiene agile nonostante il grande calore e la persistenza sprigionati.

Menzione particolare poi per la cantina Ballabio di Casteggio che con il suo Farfalla dosaggio zero mostra eccellenze sia in olfazione che al gusto testimoniando fine opulenza che il pinot nero esprime senza intaccare minimamente la finezza che rimane intatta chiudendo alto rilasciando eleganza. La selezione si completa poi con un altro interessante esercizio di spumantizzazione italiana dato dal metodo classico rosè che si stacca per lodevoli note di carcadè e melograno.

A seguire incontro la cantina Torre di Giurfo che mi sorprende per le due versioni del Cerasuolo di Vittoria, in acciaio o con passaggio finale in legno. Sentendo entrambe le versioni mi ha fatto propendere sulla seconda stavolta, nonostante la mia iniziale riluttanza. Il Frappato, notoriamente vivo e più adatto ad abbinamenti semplici si sposa molto bene con questo 60% di Nero d'Avola che ne custodisce freschezza senza snaturarlo perché evidentemente lo polimerizza al meglio grazie al passaggio nel legno. Le due anime vengono trattate l'una distinta dall'altra infatti e poi assemblate per ottenere un ottimo blend che ne esalta il frutto, la struttura complesso dell'area vulcanica e la persistenza gusto olfattiva mantenendo un vino di sobrietà salvaguardando la profonda impronta siciliana.

Nel mio susseguirsi di degustazioni mirate ed approfondite riflessioni con vignaioli e produttori, l'intervista di oggi è il suggello naturale e soprattutto un momento fondamentale che possa spiegare come tutto questo possa avere una sua logica. Ci riceve con il solito proverbiale sorriso, il vulcanico Helmuth Kosher che strappo letteralmente al banco d'assaggio della cantina Bracco che per altro apprezzo molto per il suo Refosco. La chiacchierata che era iniziata a Merano, proseguita poi alla presentazione del Trento doc, oggi mi riserva qualcosa di più personale ed intimo. Helmuth Kosher realizza il sogno del Wine Hunter partendo dalla selezione di ben un milione di etichette, dove coadiuvato da fini professionisti , si impegna in prima persona e mettendoci la faccia, aggiungo io, per poter far conoscere Cantine quasi sconosciute al grande pubblico, micro realtà che senza il Wine Hunter non avrebbero avuto spazio.

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Alle mie domande che si susseguono , la chiacchierata entra nel vivo e colgo la frase che forse mi rimane più impressa: "Amo parlare con il produttore, scambiare esperienze per capire il perché delle scelte fatte, tutti elementi che andranno a incidere profondamente sulla riuscita dei vini ricercando rispetto e valorizzando il rigore che questi professionisti mettono ogni giorno in campo".

Wine Hunter è meritocrazia e diffusione dei territori enoici in giro per l'Italia e per il Mondo, improntata a far diventare questa selezione un vero sigillo di qualità nel rispetto del consumatore e delle persone che concorrono al suo successo.
Proseguo e mi addentro nella zona fieristica dove si susseguono anche gli stand stranieri, fra i quali certamente il più celebrato è quello di FUTURE FOOD LAB dove la preparazione del giorno prevede la leggendaria e morbidissima carne di WAGYU, pura razza bovina e fiore all'occhiello della produzione del sol levante, sapientemente adattata alla cucina europea e proposta in abbinamento per esaltarne la succulenza e persistenza del piatto.

Paolo Marchi e Claudio Ceroni hanno portato una ventata di stile e segnato una tendenza in questi anni di sperimentazioni ed approfondimenti, perché gli specialisti, i tecnici della cucina ma soprattutto i grandi innovatori hanno trovato qui a Identità Golose la loro personale espressione.

Il futuro è roseo per questa manifestazione che mira a naturale rinnovamento e ricerca di assoluta qualità.

 

Di L' Equilibrista 

 

 

 

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Editoriale: - Elezioni 2018 - "Annamo bene, propio bene" - Lattiero caseari. Primi segnali di ripresa del latte spot. - "Quello Vero è uno solo". Il consorzio torna "On Air" con il terzo soggetto - Cereali e dintorni. Confermate le minori produzioni argentine.
SOMMARIO Anno 17 - n° 10 11 marzo 2018
1.1 editoriale
Elezioni 2018 - "Annamo bene, propio bene"
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Primi segnali di ripresa del latte spot. .
3.1 sicurezza alimentare Clorpirifos nei peperoncini
3.2 lavoro impresa Il talento invisibile di una giovane studentessa
4.1 parmigiano reggiano "Quello Vero è uno solo". Il consorzio torna "On Air" con il terzo soggetto
4.2 danni fauna selvatica Rimborsi fino al 100 per cento per i danni alle attività agricole causati dalla fauna selvatica.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I dazi, la nuova variabile negativa.
6.1 clima come affrontarlo "Il cambiamento climatico nel Parmense va affrontato con la scienza e il progresso in agricoltura"
7.1 Appennino e dissesto "La montagna è una priorità assoluta, ecco tutti gli interventi per il 2018"
7.2 bioenergie Verso Bioenergy: per le energie rinnovabili è l'anno della svolta
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Confermate le minori produzioni argentine..
9.1 allerta alimentare Allerta alimentare per senape non dichiarata
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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(Scarica il PDF alla sezione allegati)

 

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Agricoltura. Rimborsi fino al 100 per cento per i danni alle attività agricole causati dalla fauna selvatica. L'assessore Caselli: "Saremo i primi in Italia nell'allargare gli interventi a favore delle imprese agricole" Le specie protette e quelle che vivono in aree tutelate escono dal regime 'de minimis' degli aiuti di Stato. A disposizione fondi anche per i sistemi di prevenzione e protezione delle specie animali e delle coltivazioni.

Bologna 6 marzo 2018 - Cambieranno le regole per gli aiuti di Stato per i danni causati dalla fauna selvatica.
L'Emilia-Romagna è la prima Regione in Italia, grazie anche ad un buon coordinamento con la Commissione europea, che potrà riconoscere agli agricoltori, in base alla normativa degli aiuti di Stato (senza i limiti previsti dai cosiddetti 'de minimis'), i contributi relativi ai danni provocati non solo dalle specie selvatiche protette, ma anche da quelle non tutelate che vivono in "zone protette", come Parchi e Riserve naturali, Oasi di protezione della fauna e zone di ripopolamento e cattura presenti nel territorio regionale.

È la novità prevista in una proposta di delibera di Giunta presentata oggi dall'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, nella II commissione dell'Assemblea legislativa.

"Si tratta di un notevole risultato- ha affermato Caselli -. Grazie a un lavoro d'intesa con la Commissione europea, si apre una strada che ci vede primi in Italia, nell'ampliare le garanzie per le aree coltivate.
Oggi solo per le specie protette e per quelle che vivono nelle aree tutelate si esce dal regime 'de minimis' (che prevede massimo 15mila euro nell'arco di tre anni, elevabili a 30mila euro nel caso di danni provocati da uccelli ittiofagi), e i contributi potranno essere erogati fino al 100% dei danni subiti.
Previsti anche finanziamenti per misure di prevenzione e protezione delle specie animali e delle coltivazioni".

Oltre che per i danni provocati dalla fauna selvatica, la proposta di delibera dell'assessorato regionale all'Agricoltura concede anche finanziamenti per interventi di prevenzione delle produzioni zootecniche come recinzioni metalliche fisse, miste, elettrificate semipermanenti e mobili; dissuasori faunistici che si attivano automaticamente emettendo suoni o luci e acquisto di cani da guardia a protezione delle greggi.

Sono compresi anche il rimborso dei capi uccisi e le cure veterinarie per quelli feriti.

Le spese per la protezione delle produzioni vegetali interessano le recinzioni perimetrali, sia contro i selvatici sia anti-uccelli, quelle elettriche e i dissuasori faunistici, come i cannoncini acustici o i palloni, per la difesa da storni, gazze e cornacchie. /OC

I dati USDA non sorprendono i mercati che a loro volta avevano già metabolizzato i potenziali danni, per minore produzione, confermati in Argentina.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 9 marzo 2018 
Ieri sera, dati USDA senza grosse sorprese, in area USA. Stock in leggero ridimensionamento per grano e mais; in aumento invece per il seme di soya. Riguardo alle produzioni si registra un calo per il grano e per il mais e un leggero aumento per il seme di soya.

Gli stock finali nel mondo:

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E' ufficiale, i danni in Argentina ci sono. Per il corn/mais si prevedono 36 milioni di tonnellate di produzione contro le 41 della campagna scorsa, per il seme di soya se ne prevedono 47 contro le 57,80 della scorsa campagna. Il Brasile è invece in linea con le aspettative.

Gran parte di questa tendenza il mercato lo aveva già registrato con gli aumenti delle scorse giornate. Ora l'elemento destabilizzante è la seconda parte della guerra dei dazi all'importazione, che questa volta interessa acciaio ed alluminio, a tal riguardo il Segretario dell'Agricoltura USA, Sonny Perdue, ha infatti dichiarato che tali provvedimenti sono fonte di forte preoccupazione nel settore per il timore di ritorsioni sulle importazioni dei prodotti agricoli (e derivati) da parte dei paesi in questione.

I riflessi sono al momento di difficile quantificazione. Questa comunque è la ragione del segno meno del mercato telematico di questa mattina (9 marzo ndr), con il seme che alle 8,30 perde da 4 a 8,50 punti, e la farina da 2,10 a 4,30 dollari per tonnellata; il mais da 1 a1,50 punti, e il grano ha andamento misto.

Indipendentemente dai dazi il cibo continuerà ad essere prodotto, venduto e consumato, ma potrebbero cambiare le rotte commerciali, quindi le aree di approvvigionamento. Tant'è che l'area del mar nero e della Ucraina ne sta già risentendo, pur senza che ci siano stati acquisti da nuovi soggetti commerciali.
Nel mercato interno tensione sulle disposizioni e disponibilità di farina di soya proteica e normale, sia all'interno che sul porto di Venezia. Si mantengono in forza i proteici, cruscami ancora in aumento, fibrosi sempre ben tenuti, mentre stanno prendendo più forza i cereali sia sul mercato interno che estero ma non tanto sul breve periodo, quanto sul medio lungo termine.

Per le bioenergie nulla da segnalare se non quella di porre attenzione a potenziali e possibili rincari di cereali e sottoprodotti derivati.

Indicatori internazionali 9 marzo 2018


l'Indice dei noli è sceso sino a 1197 punti, il petrolio rimbalza a attorno 60$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23147 appesantendo gli acquisti sui mercati delle materie prime.

 

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Il Consorzio Parmigiano Reggiano torna on air con il terzo soggetto della campagna "Quello Vero è uno solo"

Reggio Emila, 8 marzo 2018 – Mercoledì 7 marzo il Consorzio del Parmigiano Reggiano è tornato in TV con il terzo soggetto della campagna "Quello vero è uno solo" che è iniziata il 29 ottobre scorso.

Questa volta, è la monoporzione ad essere protagonista dello spot. Uno snack sano e naturale, da portare con sé in tutti i momenti della giornata.
Un perfetto alleato per la salute e il benessere psicofisico: ricco di sostanze nutritive è indispensabile per la crescita dei bimbi, per la salute degli adolescenti e degli anziani e per fornire energia pronta a chi pratica sport.

La campagna mette in scena situazioni diverse dove l'amore, in tutte le sue sfaccettature, è il tema centrale: il terzo soggetto racconta la storia di un bambino che fa la classica imbarazzante domanda al suo papà.

Ed è nel dialogo tra il papà e il bambino, battuta dopo battuta, che il rapporto tra l'amore e il Parmigiano Reggiano prende forma, per poi rivelarsi.
L'indissolubile legame tra il formaggio più famoso al mondo e il sentimento per eccellenza è anche celebrato dal claim "Parmigiano Reggiano. Quello vero è uno solo."

"Il nostro sforzo è stato quello di dare valore alla marca e di parlare a tutti i nostri target di riferimento, presentando il Parmigiano Reggiano come un alimento che accompagna il consumatore durante tutti i momenti della sua giornata e della sua vita: un perfetto alleato per la salute e il benessere psicofisico: un 'alimento della vita'" ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

La campagna sarà on air da mercoledì 7 marzo sulle reti Rai, Mediaset, Discovery e Sky.
La campagna fa parte del progetto di riposizionamento in atto coordinato da Pietro Rovatti, brand consultant del Consorzio.
Credits GREY
Chief Creative Officer: Christopher Jones
Direzione Creativa Esecutiva: Roberto Battaglia
Direttore Creativo: Mario Esposito
Copywriter: Livia Aurora Cappelletti
Art Director - Edwin Herrera
Head of Account Department: Silvia Cazzaniga
Account Supervisor: Matilde Dettin
Account: Manuela Mignacca
Chief Strategy Officer: Gaetano De Marco
Creative Planner: Carlo Muttoni
TV Producer: Carla Beltrami
Art Buyer: Elena Seregni
PRODUZIONE
Executive Producer: Paolo Zaninello
Regia: Enrico Mazzanti
Musica: Ferdinando Arnò
Fotografa: Francesca Moscheni
PIANIFICAZIONE MEDIA
Media by Design (Italia Brand Group)

 

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Stabile il "Parmigiano" mentre il "Grana" cede ancora qualche centesimo. Burro, tendenzialmente stabile.

 

di Virgilio Parma 6 marzo 2018 -

 

LATTE SPOT Dopo due mesi di discesa costante, il latte spot ha registrato un leggero rimbalzo alla borsa di Verona. Il latte crudo spot nazionale ha recuperato il +0,89%, pochi centesimi recuperati contro gli 8 euro perduti da inizio anno (28,35-29,90€/100 litri latte). Prosegue, per la terza settimana consecutiva, il percorso di recupero (+2,97%) del latte intero pastorizzato spot estero che ha visto aggiornare il valore nell'intervallo compreso tra 25,78 e 27,84€/100 litri di latte. Invariati, per la quarta settimana, i listini del latte scremato pastorizzato spot estero (8,28-9,32€/100 litri latte).

 

BURRO E PANNA Settimana di "riposo" per il burro milanese. Leggero cedimento per la Crema. Nessuna variazione per la panna di centrifuga. Lo zangolato parmense cresce ancora (+11,47%).

 

Borsa di Milano 05 marzo 2018:
BURRO CEE: 4,50 €/Kg (=)
BURRO CENTRIFUGA: 4,75 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 3,03 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,83 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,40 €/Kg. (-)
MARGARINA Febbraio 2018: 0,97 -1,03€/kg (-)

 

Borsa Verona 05 marzo 2018: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,35 -2,45€/Kg. (=)

 

Borsa di Parma 02 marzo 2018 (+)
BURRO ZANGOLATO: 2,43 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 06 marzo 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,35 - 2,43 €/kg.

 

GRANA PADANO 05/03/2018 - Nuova leggera flessione del Grana Padano DOP. Ulteriori cinque centesimi perduti anche nel corso della settimana appena conclusa.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,05 - 6,15 €/Kg. (-)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 6,80 - 7,35 €/Kg. (-)
- Fuori sale 60-90 gg: 4,85-5,15€/Kg. (-)

 

PARMIGIANO REGGIANO 02/03/2018 Nessuna variazione dei listini del Parmigiano Reggiano.
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,80-10,10 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura 10,40 - 10,85 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,05 - 11,55 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,85 - 12,15 €/Kg. (=)

 

 

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 (Grafici)

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Il progetto del Consorzio del Parmigiano Reggiano è volto a preservare l'unicità del territorio montano di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna

Reggio Emilia, 5 marzo 2018 – Il Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna" sarà protagonista alla tredicesima edizione di PITTI TASTE, il salone dedicato alle eccellenze del gusto, dell'Italian lifestyle e del design della tavola, che si terrà da sabato 10 a lunedì 12 marzo 2018 alla stazione Leopolda di Firenze.
Per l'occasione, Aldo Bianchi - Responsabile dell'analisi sensoriale del Consorzio Parmigiano Reggiano presenterà una selezione di Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna" presso lo stand D/54.

Il Parmigiano Reggiano è il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna, con oltre 110 caseifici ubicati in montagna e oltre 1.200 allevatori che, ogni giorno, contribuiscono a fortificare l'economia e a preservare l'unicità del territorio montano di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna.

Proprio per dare maggiore sostenibilità allo sviluppo della montagna e offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate, oltre all'origine, anche alla qualità del formaggio, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha definito il "Prodotto di Montagna – Progetto Qualità Consorzio".

Il Parmigiano Reggiano certificato "Prodotto di Montagna – progetto Qualità Consorzio" si caratterizza per un colore paglierino intenso dovuto ai fieni, ai prati e alle essenze presenti in montagna, da odori e aromi di frutta fresca, spezie e brodo di carne, da un equilibrio perfetto tra i cinque sapori (acido, salato, dolce, amaro e umami) e da una buona granulosità e solubilità

Il Consorzio ha definito un progetto specifico che prevede una valutazione di qualità aggiuntiva da effettuarsi al ventiquattresimo mese di stagionatura.

La certificazione è rilasciata dall'Organismo di Controllo (Ocq-PR) dopo avere verificato il rispetto delle seguenti condizioni:

1. gli allevamenti dei produttori di latte destinato ad essere trasformato in formaggio atto a divenire 'Parmigiano Reggiano prodotto di montagna' devono essere ubicati all'interno delle zone di montagna: il 100% del latte viene munto pertanto nelle zone di montagna

2. nell'alimentazione delle bovine da latte destinato ad essere trasformato in formaggio atto a divenire 'Parmigiano Reggiano prodotto di montagna', il 60% della materia secca, su base annuale, dell'alimentazione deve provenire da zone di montagna

3. gli stabilimenti dei caseifici produttori di formaggio atto a divenire 'Parmigiano Reggiano prodotto di montagna' devono essere ubicati all'interno delle zone di montagna;

4. la stagionatura minima (12 mesi) della forma di formaggio atto a divenire 'Parmigiano Reggiano prodotto di montagna' deve avere luogo in stabilimenti ubicati all'interno delle zone di montagna

5. Al compimento dei 24 mesi di età il formaggio viene espertizzato per una seconda volta: solo al formaggio che sarà giudicato idoneo organoletticamente da un panel di esperti assaggiatori del Consorzio sarà apposto un marchio di selezione e otterrà la certificazione "Prodotto di Montagna".

Nel sito del Consorzio è presente un elenco dei caseifici con produzione certificata "Prodotto di Montagna – Progetto Qualità Consorzio": http://bit.ly/2FB8JTF 

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La decisione di Trump di imporre i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio mette apprensione anche nel settore agricolo per i timori di ritorsioni sul settore primario

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 4 marzo 2018
I fondi spingono al rialzo e stanno aumentando le loro posizioni di coperture. Ma all'orizzonte si delinea anche un'altra variabile, "la guerra dei dazi" che ha tenuto banco lo scorso venerdi. La decisione di Trump di imporre i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio mette apprensione anche nel settore agricolo per i timori di ritorsioni sul settore primario e i comparti a esso connessi (carne, uova, polli).

Comunque dopo la Borsa di Buenos Aires, anche "Informa", ha portato la sua stima della produzione di semi di soia in Argentina a 44 milioni di tonnellate e a 33,50 quella del corn mais. L'USDA di febbraio erano rispettivamente a 54 e 39 (precedente campagna; 58 e 41). Purtroppo le previsioni meteo dei prossimi 10 giorni non indicano miglioramenti netti e definitivi.

Di merce nel mondo non ne mancherà di certo, anche se l'Argentina dovesse produrre 10 milioni di tonnellate in meno, ma l'effetto sarebbe comunque esplosivo.
Nel mercato interno nulla di nuovo da segnalare salvo ripetere che si sono già registrati casi di storni di quote e /o contratti a fronte di franchigie scadute o ritardati pagamenti, quindi il suggerimento di porre attenzione alle esecuzioni contrattuali.

Si mantengono inforza tutti i proteici, cruscami ancora in aumento, fibrosi sempre ben tenuti e questo sarà cosi sino a tutto aprile-maggio. Stanno prendendo più forza i cereali sia sul mercato interno che estero. Infatti il corn mais ucraino, del marzo venerdì quotava a dollari 193 contro 192 di giovedì 1/3. L'aprile/maggio quotavano a dollari 199 contro 194. L'ottobre/novembre/dicembre erano quotati a dollari 187 contro 183 invariati. mentre il corn mais comunitario cioè il Rumeno-Bulgaro per marzo venerdì quotava ad euro 161 contro 163 di giovedì 1/3. L'aprile quotava ad euro 161 contro 164 e il maggio euro 163. L'ottobre/novembre/dicembre erano quotati ad euro 154 contro 153.

Per le bioenergie nulla da segnalare se non quella di porre attenzione a potenziali e possibili rincari di cereali e sottoprodotti derivati.
Gravi i problemi di logistica sia per il meteo, sia per le ordinanze delle Prefetture.

 

Indicatori internazionali 5 marzo 2018


l'Indice dei noli è risalito sino a 1207 punti, il petrolio è attorno a 61,5$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,22820

 

Mais-soia-28feb18.jpg

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Editoriale: - L'ultima furbata di Marpionne - Lattiero caseari. Crolla il latte spot ma burro alle stelle - Superfici a mais calate di oltre un terzo nel reggiano - Ministero della salute: micotossine oltre i limiti - Cereali e dintorni. Le condizioni meteo spingono i mercati. - Bayer si fa la Monsanto -

1.1 editoriale
L'ultima furbata di Marpionne
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Crolla il latte spot ma burro alle stelle.
3.1 mais superfici Superfici a mais calate di oltre un terzo nel reggiano
3.2 sicurezza alimentare Ministero della salute: micotossine oltre i limiti
4.1 lutto È scomparso il commendatore Giuseppe Rodolfi
4.2 Giornata mondiale dell'acqua Al Labirinto, la presentazione del report annuale UNESCO sullo stato della risorsa Acqua
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Incertezza meteo in Sud America.
6.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano a rischio bolla. L'allarme di Confcooperative Reggio.
7.1 Vino concorso Cantina Valtidone alla ricerca del calendario 2019.
7.2 pomodoro Pomodoro: obbligo di etichetta
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Le condizioni meteo spingono i mercati.
9.1 fusioni Bayer si fa la Monsanto
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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(Scarica il PDF alla sezione allegati)

 

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Superfici a mais calate di oltre un terzo nel reggiano, un rischio anche per le grandi Dop. Valeria Villani coordinatrice Agia-CIA: prosciutto e Parmigiano Reggiano ne prevedono almeno un 50% di produzione nazionale nei mangimi ed ormai siamo al limite.

Reggio Emilia 26 febbraio 2018 - Prosegue ormai da anni la tendenza all'abbandono della produzione di mais, in Italia ed anche nella nostra zona, cosa che crea pericoli anche per le migliori produzioni di qualità del nostro territorio.

A lanciare un allarme è Valeria Villani, gualtierese collaboratrice nelle aziende cerealicole di famiglia, da qualche giorno nominata coordinatrice di Agia, l'associazione giovani della CIA - Agricoltori Italiani di Reggio Emilia.

"La tendenza dura da un decennio - afferma - e l'anno scorso ha fatto registrare un'annata tra le più difficile caratterizzata da un'estate particolarmente calda e siccitosa, tanto che si stima un calo produttivo del 20% rispetto all'anno precedente; ma al di là dei fattori contingenti, prosegue l'abbandono delle superfici, tanto che nel decennio siamo passati dall'autosufficienza produttiva ad un deficit del 50% del nostro fabbisogno. Questo però potrebbe diventare un problema serio, in primo luogo per i grandi prodotti dop di origine animale, in particolare salumi e formaggi".
"Anche nella nostra provincia i dati sono significativi - prosegue -: se nel 2010 i dati ufficiali dicono che a mais avevamo seminato 8.800 ettari, nel 2016 siamo scesi a 5.900, oltre un terzo in meno; tendenza che risulta proseguita anche nel 2017, anno per il quale non ci sono ancora i dati definitivi, mentre anche per le prossime semine, i fornitori del seme hanno il sentore di un ulteriore calo".
"Una criticità è il problema delle micotossine - prosegue -, contaminanti naturali prodotti dall'attività di muffe, che ha profondamente influenzato le filiere e i mercati del mais a causa dei rischi che comportano, anche se va detto che il limite di presenza previsto in Italia è molto più basso – quindi prudenziale – rispetto agli altri paesi, per quanto riguarda l'alimentazione degli animali da carne. Su questo tema in particolare si terrà venerdì 2 marzo prossimo un convegno a Guastalla, a cura del Consorzio fitosanitario provinciale ".
"Abbiamo la necessità - afferma Valeria - di cercare di trovare le soluzioni per invertire questo trend negativo, perché in caso contrario c'è il rischio di mettere in pericolo il patrimonio delle denominazioni di origine protette. Questo cereale è infatti la base per l'alimentazione di tutto il patrimonio zootecnico del Paese, imprescindibile quindi per quasi tutte le produzioni Dop simbolo del made in Italy alimentare nel mondo che, infatti, ne prevedono l'utilizzo, per almeno il 50% sotto forma di mangime nei disciplinari di produzione; ormai siamo al limite, dato che l'importazione sfiora il 50% del nostro fabbisogno".
"Un contributo importante può venire dalla ricerca - conclude Valeria - ma tutta la filiera produttiva deve essere impegnata a recuperare questa produzione, decisiva per la distintività dei nostri più grandi prodotti".

Il presidente OI Rabboni: "Un passo avanti per la tutela del made in Italy". L'assessore Caselli: "Si valorizza un settore di punta del nostro territorio".

"La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che introduce l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine dei derivati del pomodoro dà finalmente avvio alla realizzazione di un fondamentale strumento di tutela della qualità della produzione made in Italy, a vantaggio, in primo luogo, dei consumatori".
Questo il commento di Tiberio Rabboni, presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia, alla notizia, diffusa dal ministero delle Politiche agricole, relativa alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sull'etichettatura dei derivati del pomodoro con il quale si introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso.

"Come OI – dichiara Rabboni – abbiamo condiviso questo percorso sin dall'inizio, sottoscrivendo già nel 2010 una posizione ufficiale in cui si manifestava la necessità di obbligo dell'origine in etichetta, dimostrandoci disponibili a collaborare per la sperimentazione con cui favorire il percorso normativo nazionale. La filiera del Nord Italia, da sempre vocata ad una produzione di grande qualità nel segno della sostenibilità, promuove da tempo iniziative, come quella dell'etichettatura, che perseguono la trasparenza nell'interesse dei produttori e dei trasformatori di pomodoro da industria. Ad essere tutelato e protetto dall'introduzione dell'etichetta sarà il lavoro di tutta la filiera che, proprio pochi giorni fa, ha sottoscritto l'accordo quadro, fra Op ed imprese di trasformazione, ed ora si appresta ad entrare nel vivo dell'attività di campagna 2018 che potrà dunque essere la prima contraddistinta dall'introduzione dell'etichettatura d'origine dei derivati del pomodoro. Il nostro auspicio, per il futuro, resta quello di un'estensione del sistema di etichettatura a livello europeo, tramite la piena attuazione del regolamento Ue 1169 del 2011".

"L'introduzione dell'obbligo di etichettatura d'origine per tutti i derivati del pomodoro - ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli - è un fondamentale passo avanti nel percorso per dare più trasparenza all'informazione rivolta ai consumatori, che in questo modo potranno apprezzare con maggiore consapevolezza le caratteristiche dei prodotti che acquistano, a tutto vantaggio della filiera produttiva del pomodoro da industria, uno dei fiori all'occhiello del nostro territorio per l'elevato standard qualitativo, esportato in tutto il mondo. Proprio per questo motivo continueremo a sostenere gli sforzi degli imprenditori - produttori agricoli e industrie di trasformazione - per una maggiore competitività della filiera, facendo leva su promozione e innovazione".

Le condizioni meteo spingono la soia argentina e il grano è sostenuto dalla siccità delle grandi pianure statunitensi.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 1 marzo 2018 
Il mercato sembra essere in fuga. Da una parte la soya sospinta dalle condizioni del tempo in Argentina che non sono variate, le piogge sempre scarse, se ne parlerà forse dopo il 10/3; e il grano dall'altra sospinto in 'aumento sulla persistente siccità in parte delle Grandi Pianure USA. ll mix è pericolosissimo perché la soya agisce su tutti proteici e il grano può dare il là ai cereali, e la speculazione dei fondi sta sempre più prendendo forza.

SEMI mar 1045 (+7) mag 1055,4 (+6) lug 1064,2 (+5,6)
FARINA mar 394,2 (+7,7) mag 394,7 (+5,5) lug 392,1 (+5,7)
OLIO mar 32,96 (-0,23) mag 32,23 (-0,17) lug 32,43 (-0,15)
CORN mar 374,4 (+4) mag 382 (+2,6) lug 389,4 (+2,4)
GRANO mar 484,4 (+21,2) mag 495 (+18) lug 507,2 (+16)

Di merce nel globo non ne mancherà di certo, anche se l'Argentina dovesse produrre 10 milioni di tonnellate in meno, ma l'effetto attualmente rimane esplosivo.
Nel mercato interno tensione sulle disposizioni di farina di soya. Si sono già registrati casi di storni di quote e /o contratti a fronte di franchigie scadute o ritardati pagamenti.

Occorre perciò porre attenzione alle esecuzioni contrattuali; oltretutto le giacenze di farina di soya proteica sul porto di Ravenna sono scese sotto le 100.000 ton e con uscite di 18/20.000t a settimana è tutto dire, mentre per il mais la giacenza è da record, oltre 330.000 ton. (questo al momento è l'unico freno al rialzo del mais). Hanno ancora più forza tutti i proteici, specialmente le farine di girasole e colza, cruscami in costante aumento, fibrosi sempre ben tenuti.

Per i proteici, questa incertezza dovrebbe terminerà solo con i raccolti di marzo e aprile e i dati di maggio. Meglio fare una accurata verifica delle disponibilità poiché i profeti di sventura stimano che la farina di soya che possa tornare a valori di 450 euro tonnellata partenza ai porti!!!!

Per le bioenergie nulla da segnalare. L'unica accortezza di verificare gli andamenti per non rischiare di lasciarsi prendere in contro tempo da possibili rincari di cereali e sottoprodotti derivati.

Quando un mercato entra in una fase di aumenti forti si "auto referenzia" specie dopo un lungo periodo di piatto come da grafici allegati.

Gravi i problemi di logistica sia per il meteo sia per le ordinanze delle Prefetture, da lunedì si susseguono ordinanze contraddittorie sulla circolazione dei mezzi pesanti con conseguenti forti ritardi e code ai porti e silos interni, nonché problemi di produzione e approvvigionamento.

Indicatori internazionali 1 marzo 2018


l'Indice dei noli è salito sino a 1192 punti, il petrolio rimbalza a attorno 62$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,222070 appesantendo gli acquisti sui mercati delle materie prime.

 

Mais-soia-28feb18.jpg

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Una produzione in crescita iperbolica che preoccupa Confcooperative di Reggio Emilia. Il timore è che prima o poi esploda la bolla e che il sistema cada in una profonda crisi. Lo scenario diventa inquietante se i dati del Parmigiano, del Padano e dei foraggi Duri vengono messi a confronto.

di Virgilio - Reggio Emilia, 28 Febbraio 2018 – I numeri che stanno delineando la tendenza produttiva, e non solo, del Parmigiano Reggiano preoccupano l'associazione delle cooperative bianche di Reggio Emilia.

Dopo un 2017 che ha registrato una crescita produttiva del 5,1% e un nuovo record produttivo di oltre 3.650.000 forme, il 2018 sembra proiettato a conquistare un nuovo alloro. +6,3% la produzione di gennaio 2018 rispetto all'analogo mese dell'anno precedente e con magazzini sempre più stipati.

La produzione del mese di gennaio infatti ha registrato 326.946 forme prodotte contro le 307.641 del gennaio 2017 e una media giornaliera che per la prima volta ha superato la soglia delle 10.000 unità al giorno (a gennaio è stata di 10.546 forme/giorno, nel gennaio 2017 9.923, mentre nel mese di dicembre 2017 ne sono state prodotte 9.839 quotidianamente).

Insomma sembra che le preoccupazioni di Confcooperative di Reggio Emilia siano fondate su elementi di consistenza anche in ragione del fatto che il Parmigiano Reggiano di 18 mesi di stagionatura sta crescendo all'interno dei magazzini, anticipando una tendenza in atto che porta a stagionatura maggiore un volume più elevato di prodotto.

Inoltre, osservando il dato territoriale, l'aumento dello scorso mese è stato maggiore nei caseifici collocati nell'area montana (+9,3), seguiti da quelli collocati nella bassa pianura (+6,6% )e alta pianura (4,1%).

Ma altrettanto curioso è notare come, già da diverso tempo, questo aumento non sia legato ad un altrettanto proporzionale aumento del latte prodotto nelle aziende agricole del comprensorio montano.

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Una situazione generale che rischia di esplodere in mano ai produttori.
"Rischiamo – sottolinea Confcooperative di Reggio Emilia – di andare sempre più in distonia con consumi che crescono troppo poco anche all'estero e che, al di là di proclami e intenzioni, non si modificano con la velocità con la quale, al contrario, cresce la produzione e si riformano scorte che dovranno essere smaltite in lunghi periodi in cui la tenuta delle vendite potrebbe essere sorretta solo da un calo dei prezzi e, conseguentemente, dalla penalizzazione dei redditi dei produttori".
"Con un approccio poco rigoroso al governo della produzione (salita a 3,65 milioni di forme nel 2017) e senza attente analisi sulla ricostituzione delle scorte – prosegue la centrale cooperativa di Largo Gerra – rischiamo di vanificare il faticoso lavoro costruito strategicamente negli anni scorsi, non solo con la definizione dei livelli di produzione sostenibili, ma anche con l'attribuzione delle quote produttive direttamente alle aziende agricole (quote oggi iscritte nei loro patrimoni, negoziabili e usabili anche come garanzie) e l'introduzione di una contribuzione differenziata finalizzata a scoraggiare gli eccessi di produzione".
"La stessa franchigia su queste contribuzioni aggiuntive proposta dal Consorzio e approvata dai soci nelle scorse settimane – osserva Confcooperative – va esattamente all'opposto del governo dei flussi produttivi, avendo di fatto "legalizzato" una produzione del 3% superiore a quella fissata dai piani produttivi in totale assenza di ragioni di mercato (consumi italiani ed esteri) e in presenza di un aumento delle scorte complessive che a dicembre ha superato il 12%".
"Per un prodotto a così lunga stagionatura – prosegue Confcooperative - guardare semplicemente alle quotazioni del momento serve a poco; occorre, al contrario, mettere insieme tutti i fattori che, nel tempo, possono dare stabilità ai redditi dei produttori su livelli soddisfacenti, tenendo ben presente che sui buoni livelli attuali incidono tre anni di produzione (2013, 2014 e 2015) in bilico tra flessioni (-0,85% nel 2013) e aumenti massimi sotto l'1% (+ 0,57% nel 2014) che hanno reso sopportabile il balzo del 5,1% del 2016".
"Da parte del Consorzio – conclude Confcooperative – serve subito una ripresa rigorosa del governo dei piani produttivi orientata ai redditi e non agli ottimismi di maniera o ai facili consensi, perché in gioco c'è il futuro delle aziende agricole, di una montagna che non ha alternative produttive e, tra i consorziati, soprattutto quello dei caseifici cooperativi che vivono di conferimenti e, differenza dei privati, alle congiunture sfavorevoli non si possono sottrarre semplicemente acquistando latte al minor prezzo".

Un trend produttivo di cui non è assolutamente all'oscuro il presidente Nicola Bertinelli, tant'è che lo scorso 27 dicembre, in occasione del tradizionale incontro con i produttori zonali di Noceto (PR), ebbe a esporre la sua linea di intervento per scongiurare condizioni di ancor maggiore difficoltà per il comparto.
"Abbiamo preso un'eredità pesante, - aveva sottolineato Nicola Bertinelli - perché per la prima volta il Consorzio ha in gestione 3.650.000 forme. Il Parmigiano Reggiano viene venduto mediamente ogni 22 mesi. Quindi nel 2017 abbiamo venduto il formaggio fatto nel 2015 pari a 3.300.000 forme. Se nulla cambia, 3.300.000 forme rappresentano l'equilibrio di mercato per consentire alla filiera di avere una remunerazione adeguata di tutti i capitali investiti. Ma nel 2016 abbiamo prodotto 3.470.000 forme, ovvero 170.000 forme in più. Nel 2018 dovremo perciò collocare 170.000 forme in più rispetto all'equilibrio di mercato. Nel 2017 stiamo sfondando il muro delle 3.650.000 forme che corrispondono a 180.000 forme in più da vendere nel 2019. 2018 più 2019 avremo quindi da collocare 350.000 forme in più che, se rapportate ai 3,3 milioni, rappresentano un +10%. Per dare una fotografia di quanto valgano, gli Stati Uniti, che sono il nostro mercato estero più importante ne assorbe 250.000 e il Canada 50.000 forme. In due anni dobbiamo trovare uno spazio di mercato pari a uno Stati Uniti e due Canada".

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Proseguendo con i ritmi registrati a gennaio 2018, la proiezione a fine 2018 sarà prossima a 3.885.000 forme, un volume effettivamente elevato, corrispondente a 585.000 forme oltre il limite fisiologico di 3,3 milioni.

Per fronteggiare una così grave tendenza, la strategia messa in campo dal neo presidente del Consorzio è così sintetizzata:
Innanzitutto occorre fermarsi. Bloccare la produzione per dar tempo ai mercati di metabolizzare il surplus produttivo che si è venuto a generare in questi ultimi anni. Individuati perciò i gruppi di potenziali consumatori (dalle neo mamme agli anziani per passare dagli sportivi e così via) "dobbiamo pertanto mettere in campo azioni di riposizionamento della marca, - sottolineava a fine dicembre Nicola Bertinelli - comunicando ai consumatori e riempiendo di contenuti la marca Parmigiano Reggiano. La nostra brand equity è altissima, ricca di contenuti, anche nuovi, da individuare e meglio trasmettere, ma dobbiamo spiegare che il nostro prodotto è insostituibile".

Terzo Pilastro del Piano bertinelli è la lotta alla contraffazione.
"Abbiamo istituito una sorveglianza giorno e notte delle 34 linee degli impianti di grattugia, in modo da garantire che tutto quello che viene commercializzato come Parmigiano Reggiano, effettivamente lo sia. Prima di questi controlli c'erano circa 60mila forme di sbiancato che attualmente sono fuori dal circuito del grattugiato. Oggi le forme in grattugia sono 420mila. Appena insediato ho assunto 25 persone e poco dopo altre 7 per avere una copertura totale, 7 giorni su sette."

Infine, dal Caseificio agli allevatori."Abbiamo parlato di quello che faremo dal Caseificio al consumatore, ma adesso dobbiamo lavorare anche sulla parte che va dal caseificio alla base." Dal nuovo disciplinare che impone nuovi parametri, tra sostanza grassa e caseina, per finire al benessere animale, perché "Noi abbiamo anche la responsabilità - sottolinea il Presidente - di essere i produttori del Parmigiano Reggiano."

UNO SCENARIO ANCOR PIU' COMPLESSO
Sin qui sono stati evidenziati i potenziali di rischio analizzando le componenti esclusive del Parmigiano Reggiano, senza considerare le dinamiche esterne, quelle che potrebbero innescarsi in forza delle pressioni connesse al settore del Grana Padano e dei Similari.

Innanzitutto va osservato come la forbice di prezzo (delta 3,65€/Kg) tra Grana Padano e Parmigiano Reggiano sia eccezionalmente ampia (6,15€/kg 9 mesi GP - 9,80€/kg 12 mesi PRRE). Storicamente, a una eccessiva distanza tra i prezzi, si è assistito a un veloce e rapido ridimensionamento del prezzo del Parmigiano e ovviamente dei consumi.

Ma sono anche altri gli elementi di curiosità che andrebbero meglio indagati.
Se il Parmigiano Reggiano sta registrando incrementi produttivi da record e una concomitante contrazione dei consumi, anche il principale competitor, il Grana Padano, sta registrando, seppur in modo più ridotto, una crescita produttiva (+1,17% sul 2016), un analogo aumento degli stock di magazzino e una contrazione dei consumi.

E' da sottolineare infatti che, nello scorso mese di gennaio, i consumi domestici hanno registrato una situazione di quasi pareggio per il Grana Padano (+0,6%) a fronte di un secco -5,3% del Parmigiano Reggiano, un +7,4% per il Pecorino Romano mentre registra una sensibile flessione l'Asiago (-2,6%). Molto interessante, quanto preoccupante, è la scalata dei formaggi cosiddetti "similari" che hanno guadagnato un considerevole +9,2%.

Una scalata inarrestabile dei nuovi attori; dagli apripista più "tradizionali" come il Gran Moravia, il Biraghi e il Gran Mix si è aggiunto il 300 e il 400 di Granarolo, prodotto da solo latte italiano. Una potente truppa di similari che, se preoccupa in modo particolare il Grana Padano, non può lasciare insensibile il governo del Parmigiano.

Sul fronte del Padano, la preoccupazione è alle stelle, al punto tale che il Consorzio del Grana Padano DOP, ha pubblicato una lettera aperta dall'esaustivo titolo: SIMILARI, ADESSO CHIAREZZA.
"23/01/2018 - Purtroppo solo ora che il similare ci sta facendo male davvero - scrive il consorzio del "Grana Padano" -il mondo economico, istituzionale e politico si accorge dei danni che sta arrecando al Grana Padano e che arrecherà, seppure in modo più sfumato, al Parmigiano Reggiano. Alle 2 più importanti DOP casearie italiane e del mondo.
Del resto i copioni, la storia lo insegna, si sviluppano e si radicano dove ci sono marchi importanti e diffusi, per rubare spazi che diventino via via più rilevanti.
Quando tanti anni fa, noi del Consorzio, lo temevamo, lo gridavamo e abbiamo continuato a sollecitarlo venivamo presi per cassandre pessimistiche.
Abbiamo chiesto venisse concesso al Consorzio di vietare ai caseifici produttori di Grana Padano di produrre anche similare e ci è stato negato! Abbiamo chiesto che i numerosi "Gran" che invadono gli scaffali venissero bloccati perché evidenti e, a nostro avviso illecite, evocazioni e ci è stato negato!..."

Per concludere questa panoramica extra consortile e forzando un po' la fantasia, viene spontaneo ipotizzare anche operazioni speculative in ragione del fatto che i pochi e potentissimi "commercianti" possiedono grandi quote di Parmigiano e di Grana Padano.

Se questa ipotesi dovesse verificarsi, allora i rischi per gli operatori del comprensorio potrebbero cadere in una crisi finanziaria molto grave. Infatti, come abbiamo potuto osservare, l'allungamento dei tempi di stagionatura del Parmigiano reggiano, comporta una crescente esposizione da parte dei caseifici con la sola certezza dei costi e la totale incertezza dei ricavi, soprattuto se dovesse esplodere la bolla casearia prospettata da Confcooperative Reggio Emilia.

Un tasso entropico elevato che se dovesse stabilizzarsi con troppa rapidità lascerà sul terreno molte macerie.
Ma si sa, "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma" e, in questo caso specifico, è altamente probabile che della "bolla" se ne potranno avvantaggiare solo i soliti pochi, noti e potenti, diventando di fatto e rapidamente, gli "azionisti di riferimento" anche del "Parmigiano Reggiano", mettendo fuori combattimento un bel numero di caseifici, quelli più fortemente esposti finanziariamente e per di più con magazzini svalutati, disposti perciò a svendere pur di realizzare.

Un finale tragico al quale non si vorrebbe nemmeno pensare.

CONCLUSIONI
Se oggi il prezzo del Re dei formaggi è soddisfacente, secondo Confcooperative Reggio Emilia, lo si deve a tre anni di sofferenze, ..."tenendo ben presente - scrive l'organizzazione - che sui buoni livelli attuali incidono tre anni di produzione (2013, 2014 e 2015) in bilico tra flessioni (-0,85% nel 2013) e aumenti massimi sotto l'1% (+ 0,57% nel 2014) che hanno reso sopportabile il balzo del +5,1% del 2016". Insomma, l'incremento del 2017 e quello che si prospetta per l'annata in corso, preoccupa, non poco, l'associazione di categoria reggiana e i caseifici sociali a essa aderenti.

Una presa di posizione, quella di Confcooperative reggiana, che riteniamo non passerà inascoltata e, molto probabilmente, trascinerà gli organi di governo del Parmigiano Reggiano a una nuova riflessione e, si presume, a un confronto con le rappresentanze della produzione, della trasformazione e della commercializzazione.

Un confronto che, alla luce dei cupi scenari del settore caseario, si fa ancor più drammaticamente urgente.

 

Latte spot in caduta libera, soprattutto riguardo al nazionale. Il burro in risalita verticale. Leggera nuova ripresa del Parmigiano mentre risulta ancora in flessione il Padano.

di Virgilio Parma 27 febbraio 2018 -

LATTE SPOT Nuovo crollo del latte spot. Alla borsa merci di Verona il latte crudo spot nazionale ha lasciato sul campo l'11,11%, perdendo circa 8 euro dall'inizio 2018 posizionato il listino tra 27,84-29,90€/100 litri di latte. Lieve rimbalzo (+2,02%) del latte intero pastorizzato spot estero che ha visto aggiornare il valore nell'intervallo compreso tra 25,26 e 26,81€/100 litri di latte. Invariati i listini del latte scremato pastorizzato spot estero (8,28-9,32€/100 litri latte).

BURRO E PANNA Secondo pesante rimbalzo del burro, +30 centesimi/kg alla borsa milanese. Grande ripresa anche della crema (+8,85%), della panna (+17,7%) e anche lo zangolato parmense (+7,39%).

Borsa di Milano 26 febbraio 2018:
BURRO CEE: 4,50 €/Kg (+)
BURRO CENTRIFUGA: 4,75 €/Kg. (+)
BURRO PASTORIZZATO: 3,03 €/Kg. (+)
BURRO ZANGOLATO: 2,83 €/Kg. (+)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,46 €/Kg. (+)
MARGARINA Febbraio 2018: 0,97 -1,03€/kg (-)

Borsa Verona 26 febbraio 2018: (+)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,35 -2,45€/Kg. (+)

Borsa di Parma 23 febbraio 2018 (+)
BURRO ZANGOLATO: 2,18 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 20 febbraio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,95 - 2,03 €/kg.

GRANA PADANO 26/02/2018 - Nuova leggera flessione del Grana Padano DOP. Cinque centesimi perduti anche in questa settimana.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,10 - 6,20 €/Kg. (-)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 6,85 - 7,40 €/Kg. (-)
- Fuori sale 60-90 gg: 4,90-5,20€/Kg. (-)

PARMIGIANO REGGIANO 23/02/2018 Altri 5 centesimi guadagnati dal Parmigiano Reggiano. Nuova leggera ripresa di tutti i listini del Parmigiano Reggiano.
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,80-10,10 €/Kg. (+)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura 10,40 - 10,85 €/Kg. (+)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,05 - 11,55 €/Kg. (+)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,85 - 12,15 €/Kg. (+)

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Continuano i rincari sui principali mercati seppure in maniera meno marcata dei giorni scorsi. Le incertezze derivano principalmente dalle previsioni meteorologiche di Argentina e in parte del Brasile.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 27 febbraio 2018
Il mercato, pur senza la spinta forte dei giorni scorsi, continua a rincarare, il principale motivo sono le previsioni meteo:
"ARGENTINA Durante il recente fine settimana le piogge hanno interessato la parte occidentale dell'Argentina (che non produce quantitativi significativi di corn e soia) ma hanno solo lambito in parte lo stato del Cordoba (29% soia e 38% corn) e una parte di quello del Santiago del Estero (4% soia e 2% di corn). Nel resto del Paese non ci sono state piogge e le massime sono state tra 26° e 32°. Il tempo per ricevere delle piogge risolutive per migliorare o stabilizzare i raccolti sta scemando. A dar credito ai modelli americani (emessi dal NOAA) e a quelli europei, non sono previste piogge nelle zone produttive fino al 10 marzo. Il Vegetative Health Index continua a mostrare che lo stato di salute delle colture in Argentina è decisamente peggiore dell'anno scorso. Continua lo sfavore del tempo in Argentina anche per i prossimi 15 giorni e la situazione continua ad essere critica."

"BRASILE Le attuali previsioni del tempo per il Brasile sono definite accettabili ma non ideali. Continuerà a piovere a varie tornate nella fascia centrale degli stati del Brasile che vanno da ovest nel Mato Grosso a est nel Minas Gerais e poi nel Sao Paulo e nel sud del Bahia. Gli stati che riceveranno meno piogge se non nulle sono a sud. Le condizioni della soia, a parte il lento raccolto, non destano particolari preoccupazioni (si è letto di "produzione mastodontica prevista"), infatti il Vegetative Health Index mostra un diffuso "benessere" dei terreni financo migliore dell'anno scorso. Comunque, i modelli previsionali USA e EU indicano per i prossimi 15 giorni instabilità meteorologica ma non impossibilità di procedere con semine del mais e raccolti in Brasile." (estratto da Pellati informa)

In sintesi le previsioni sono per l'Argentina netto calo del raccolto, lenito da maggior raccolto del Brasile ma non sufficiente a spegnere l'incendio in atto.

Hanno così ancora più forza tutti i proteici, specialmente le farine di girasole e colza, cruscami in costante aumento, fibrosi sempre ben tenuti.
Nel mercato interno tensione sulle disposizioni di farina di soya, e si sono già registrati casi di storni di quote e /o contratti a fronte di franchigie scadute o ritardati pagamenti, quindi attenzione alle esecuzioni contrattuali.

L'incertezza dovrebbe avere un tempo di scadenza con i raccolti di marzo e aprile e i dati che saranno rilevati a maggio.

Indicatori internazionali 27 febbraio 2018


l'Indice dei noli è risalito sino a 1191 punti, il petrolio è attorno a 64$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23412.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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            Andalini Pasta dal 1936

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Martedì, 27 Febbraio 2018 06:19

Il cibo italiano si presenta al mondo

Apre tra due mesi la 19° edizione di Cibus: in esposizione l'intera gamma dei prodotti alimentari industriali, tipici e ad indicazione geografica – Più di mille i prodotti che si presentano per la prima volta sui mercati – Un nuovo padiglione ospiterà una selezione dei prodotti più innovativi

Parma, 26 febbraio 2018 – Cibus 2018, la fiera delle novità. Saranno più di mille i prodotti nuovi proposti da circa tremila aziende espositrici agli ottantamila operatori attesi. E i prodotti più innovativi saranno presentati in un'area dedicata, allestita all'interno di un nuovo padiglione. Gli operatori potranno degustare le novità anche grazie al moltiplicarsi di show cooking, con i migliori chef impegnati tra gli stand, ma anche nello spazio destinato ai prodotti tipici del territorio italiano.

La 19° edizione di Cibus (da lunedì 7 a giovedì 10 maggio 2018, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare) inaugura un nuovo padiglione (il n° 4,1) che ospiterà "Cibus Innovation Corner", una selezione dei prodotti più innovativi oltre a talk e dibattiti sui trend e sulle dinamiche di innovazione in ambito food e distribuzione. La lista completa dei nuovi prodotti presentati a Cibus 2018 sarà consultabile sul sito e sulla app di Cibus.it.

Cresce il numero dei top chef che negli stand proporranno modi creativi di cucinare i nuovi prodotti dell'alimentare italiano. Il profilo gastronomico della fiera sarà arricchito dal nuovo format delle Food Court istituzionali, spazi degustazione e show cooking dei prodotti tipici del territorio, strutturati ed animati in modo continuativo nel Padiglione 8. Qui saranno presenti sia singole aziende locali sia aziende associate nelle Collettive di Regioni, Camere di Commercio e Consorzi (da Campania, Calabria, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio ed altre). Ad esse si aggiunge, per la prima volta, l'area "Gourmet Taste", costituita da una selezione di aziende che permetteranno di degustare prodotti gourmet internazionali, con venti e più espositori provenienti dall'Europa e dall'Asia.

Collocata strategicamente accanto a Food Court e Gourmet Taste, la Buyers Lounge ospiterà i circa 2.500 top buyers esteri ospitati, per i quali è stato incrementato il programma di visite guidate nelle aziende alimentari della food valley emiliana. Sono buyer e manager delle più importanti catene retail provenienti da Usa, Canada, Sud America, Europa, Medio Oriente, Asia. Saranno presenti anche i buyer della Grande distribuzione operante in Italia e all'estero, tra cui il Gruppo Auchan e Coop che allestiranno un proprio spazio per sourcing e promozione.

Cibus è la fiera di riferimento del cibo italiano per i mercati internazionali, grazie anche al programma continuativo di Roadshow intrapreso da Fiere di Parma in collaborazione con Federalimentare. Tra gli incontri più recenti, una delegazione di Cibus si è recata il 14 febbraio scorso al Rungis di Parigi, il più grande mercato agro-alimentare di prodotti freschi del mondo. Altre missioni sono già programmate a Dubai in questi giorni, a Londra per presentare Cibus al mondo della ristorazione e del Retail (27 febbraio e 15 marzo); alla fiera Foodex di Tokio, con una serata Cibus presso la sede dell'Ambasciata italiana (il 7 marzo). Quest'anno al centro dell'evento anche appuntamenti dedicati all'innovazione ed ai rapporti di filiera nel settore alimentare.

Ampio spazio ai prodotti italiani a denominazione d'origine nello stand di AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), mentre nel padiglione 7 "Multiprodotto" troveranno spazio gli stand della Direzione Pesca del Ministero dell'Agricoltura e delle Politiche agricole, di Micromalto che schiera decine di microbirrifici artigianali, delle produzioni d'olio presentate da Unaprol, nonché, per il primo anno, alcune best case del settore agricolo nazionale organizzate dal loro sistema di rappresentanza.

Per quanto riguarda il fuori salone in città, "Parma City of Gastronomy", presenterà dal 5 al 13 maggio sotto i Portici del Grano, il racconto delle eccellenze gastronomiche del territorio attraverso un percorso multisensoriale di conoscenza dei prodotti che fanno di Parma la Capitale della Food Valley. Un'occasione per un'esperienza emozionale, dove le delizie dei sensi (assaggiare, odorare, ascoltare, vedere, accarezzare) permettono di immergersi nella vita della città. Parma come racconto di storie (quelle dei produttori, orgogliosi eredi di una tradizione antica) - diventano, per i visitatori, ambasciatori di un'arte del vivere.

Continua fino all'8 marzo la raccolta di progetti candidati. Alle migliori idee un percorso di alta formazione, la partecipazione a una vetrina internazionale e, soprattutto, la possibilità di confrontarsi con potenziali investitori specializzati.

Cremona, 19 febbraio 2018 - È ancora possibile partecipare a InnovUp, la prima call dedicata alle start-up che portano innovazione nel settore agroalimentare. Dopo il lancio ufficiale, InnovUp – promosso dall'Associazione Industriali di Cremona con Crit – Polo per l'Innovazione Digitale – è stato presentato di recente a platee specializzate di possibili startupper in alcune università e nel corso di eventi.

La raccolta di possibili progetti da selezionare proseguirà fino all'8 marzo sul sito www.innovup.it , dopodiché InnovUp entrerà nella sua seconda fase. Dopo averle individuate, un team di imprenditori, i cui marchi sono riconosciuti a livello nazionale, si metterà al lavoro per far crescere le più interessanti startup italiane già esistenti o in via di realizzazione.

Due le fasi previste: la prima ("Ide-up") consiste nell'analisi dell'idea e nella destrutturazione della stessa per rilevare eventuali limiti; la seconda ("Found-up") si prenderà cura dell'evoluzione dell'idea con eventuali Business Case.

InnovUp vuole favorire il concreto sviluppo di idee imprenditoriali innovative in ambito agroalimentare, settore trainante dell'economia del territorio della pianura padana in grado di esprimere aziende e prodotti di eccellenza. Per mantenere un posizionamento strategico e sostenibile nel lungo periodo, il settore agrifood deve investire in innovazione, sfruttando il contributo che le nuove tecnologie possono fornire per migliorare la competitività, attraverso la gestione integrata della filiera, e il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale.

Al bando possono essere presentate idee e progetti orientati ad affrontare le sfide del settore agroalimentare attraverso innovazioni tecnologiche legate all'agricoltura intelligente, alla tracciabilità, alla gestione smart della logistica, alla trasparenza dei dati, all'innovazione dei processi produttivi e gestionali e alla tutela della sostenibilità ambientale. La partecipazione è gratuita e possono partecipare sia start-up già costituite sia gli autori di idee innovative non ancora concretizzate in attività di impresa.
INNOV-UP

Fabbrico, 21-02-2018 - Il nuovo anno è iniziato per Argo Tractors con il debutto di un completo restyling grafico e tecnologico dei siti internet aziendali: quello corporate  ( www.argotractors.com  ) e quelli dei tre marchi di trattori che la multinazionale reggiana produce e commercializza, Landini ( www.landini.it)  McCormick (www.mccormick.it ) e Valpadana ( www.valpadana.it )

"Oltre ad una completa revisione grafica e di contenuti – spiega Antonio Salvaterra, Direttore Marketing di Argo Tractors SpA – i nuovi portali esprimono la volontà d'incontrare i nostri clienti e la nostra rete di distribuzione in modo innovativo e coinvolgente. La direzione era già stata fissata nella scorsa stagione con la chiara volontà del Gruppo di fornire strumenti all'avanguardia per un supporto totale. Un processo di digitalizzazione che in questi giorni taglia un altro traguardo fondamentale per seguire il modello di Fabbrica 4.0. Innovazione, competitività e servizio sono alcune delle principali linee strategiche della nostra mission aziendale e crediamo che un'efficace e fruibile vetrina tecnologica sia il modo per rispondere a questi obiettivi".

I nuovi siti internet rispondono alle necessità di una clientela e di un mondo sempre più esigente, con design e layout attualizzati, utilizzando immagini a forte impatto visito e video emozionali, a partire dalla home page dalla quale si possono facilmente raggiungere tutte le informazioni sui prodotti, la tecnologia, l'assistenza ed i ricambi, i progetti di sostenibilità aziendale, le news. Il sito Corporate Argo Tractors ed i 3 siti di brand sono disponibili in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Oltre che per le "declinazioni" linguistiche, i siti si caratterizzano anche per la loro adattabilità a ogni device (responsive su pc, smartphone e tablet), permettendo una fruibilità immediata sia al cliente sia ai concessionari per i quali si punta a garantire uno snellimento del lavoro ed un'accessibilità a più servizi online sempre attivi.
In quest'ottica è stata predisposta, per la rete commerciale, un'area riservata accessibile tramite identificazione, che permetterà uno scambio di informazioni più diretto e immediato tra la casa madre e le rappresentanze dell'azienda dislocate nel mondo.

"Il progetto di digitalizzazione e innovazione dell'azienda – continua Antonio Salvaterra - non deve essere disgiunto da una continua attenzione al fattore umano. Anche in questo caso, quindi, abbiamo puntato a soluzioni grafiche, editoriali e tecnologiche immediatamente intellegibili e mai invadenti, esattamente in linea con le logiche adottate nei processi produttivi e nei prodotti che realizziamo, nei quali l'innovazione è sempre al servizio dell'uomo".
Oltre alla sezione dei contatti, delle ultime novità e degli eventi in programma, ognuno dei siti è collegato alle piattaforme social che permettono di instaurare, creare e mantenere un rapporto diretto e continuo con clienti ed operatori di settore e con tutti coloro che vivono il grande mondo della meccanizzazione agricola di Argo Tractors.

Domenica, 25 Febbraio 2018 06:49

KUHN dal 1828 al 2018: 190 Years of Excellence*

Una forza al servizio del futuro! Fondata nel 1828 in Alsazia, nel cuore dell'Europa, KUHN ha guadagnato un ruolo sempre più di riferimento nel settore delle macchine agricole, contribuendo, in modo attivo e durevole, grazie anche ad una elevata capacità di innovazione, costantemente rinnovata e orientata alla modernizzazione delle aziende agricole in tutto il mondo.

Il gruppo KUHN ha sviluppato numerose importanti innovazioni. Esclusive soluzioni sono state introdotte nelle diverse attività con il fine di massimizzare il rendimento degli investimenti nella raccolta dei foraggi, nell'allevamento, nella preparazione del terreno, la protezione delle colture e conservazione del paesaggio. Attualmente, più di 2000 brevetti internazionali sono stati depositati dal Gruppo KUHN.

Forte di questa ricca esperienza, il Gruppo KUHN si prepara ad affrontare le numerose sfide del futuro. Il mondo agricolo e le aspettative dei produttori evolvono rapidamente; l'aumento della dimensione delle aziende agricole, la globalizzazione dei mercati, le esigenze crescenti dei consumatori, ma anche l'evoluzione tecnologica (digitalizzazione, connettività, gestione dei dati, etc.).

"Oggi più che mai crediamo nel futuro dell'agricoltura e del nostro settore di business. I nostri 190 anni di esperienza e l'impegno dei nostri collaboratori, insieme alla performance della nostra rete di distribuzione che garantisce stretta collaborazione e disponibilità per gli agricoltori, ci permettono di guardare al futuro con passione e fiducia", precisa Thierry Krier, Amministratore Delegato del Gruppo. "Siamo molto fieri della nostra storia e, in particolare, della costante fedeltà dei nostri Clienti e Collaboratori che abbiamo in tutto il mondo. Senza di loro nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile".

Attualmente, il Gruppo KUHN è presente in un centinaio di paesi e occupa più di 5000 persone nei suoi 11 siti di produzione e 11 siti di distribuzione in tutto il mondo. La progressione del suo fatturato del 2017 è stata del 13,2 %, stabilendosi a 966 milioni di euro.

*190 anni di eccellenza

Il vino è un fortissimo elemento identitario di un territorio e la "Spergola" è destinato a diventare il marchio di Scandiano e dintorni. Ma perché questo accada e sopratutto che il consumatore si affezioni e ne avverta consapevolmente le qualità e l'apprezzamento si diffonda non è sufficiente la volontà e la qualità ma un serio e ben preciso piano di marketing.

di Lamberto Colla Reggio Emilia 23 febbraio 2018 - "Il vino è la poesia della terra", scriveva Mario Soldati nel suo libro "Vino al vino" dove raccontava dei suoi tre viaggi compiuti attraverso l'Italia alla scoperta dei vini della tradizione, alcuni addirittura scoperti da lui stesso.

Un aforisma che meglio non avrebbe potuto raccontare il connubio esistente tra un vitigno autoctono e territorio globalmente inteso, frutto della evoluzione sociale e culturale oltre che dalle condizioni orografiche e pedoclimatiche.

E la Spergola si candida a assumere la responsabilità di identificare Scandiano e i comuni limitrofi, come portabandiera di un territorio vocato alla trasformazione enologica e non solo.

 

Universita-RE-15feb18IMG_9444.jpgUna identità che è stata confermata anche dagli elaborati presentati da due distinti gruppi di lavoro del Corso di Organizzazione e Management della Cultura e della Creatività del percorso di Laurea Magistrale in Management e Comunicazione d'Impresa.

Due report indipendenti che giungono a conclusioni quasi identiche.

"La Spergola, non è solo un vino, - scrivono i laureandi - non è solo un vitigno, né un territorio: è la storia che unisce questi elementi, è il filo conduttore che lega un territorio alla sua gente." Ma l'eccellenza, la qualità e la piacevolezza non sono elementi sufficienti per aggredire un mercato globale in grado di riconoscere un'utile gratificazione economica ai produttori e conseguentemente al territorio d'origine.

"Fagli bere il tuo vino e lo ricorderanno, faglielo vivere e non lo scorderanno." -

spergola-15feb18-RE-IMG_6419.jpgDa qui nasce il loro progetto, da un vino che, ad oggi, sottolinea il secondo gruppo di lavoro, "ha raccolto meno di quanto ha seminato, da un vitigno che rimane giustamente ancorato alla sua storia ma fatica ad aprirsi a nuovi scenari, a proiettarsi nel futuro e slegarsi, almeno parzialmente, dal suo territorio d'origine".
A partire da questo aforisma, che riprende una delle leggi fondamentali del marketing esperienziale, è "stato sviluppato un approccio analitico che parte dal concetto del consumAttore: non si acquista solo il prodotto ma anche l'esperienza che se ne può trarre. Il consumatore non è razionale nelle sue scelte d'acquisto ma è motivato anche da fattori emotivi."

Un approccio ovviamente molto scientifico, composto da analisi della concorrenza, di questionari indirizzati a diversi target di operatori e consumatori, da approfondimenti storici e infine da una serie di proposte operative ipotizzando l'utilizzo di strumenti di comunicazione e marketing integrati quali:

- segmentazione di mercato
- ipotesi di organizzazione di mercato
- comunicazione attraverso media convenzionali
- comunicazione attraverso i social media
- organizzazione di specifici eventi
- Ipotesi di codici di comunicazione e di design, sia per bottiglie sia per etichette.

spergola-15feb18-RE-IMG_6425.jpgIn conclusione, dall'analisi dei lavori, si evince che la Spergola ha grandissime potenzialità, che la sua storia, il territorio da cui proviene e le qualità organolettiche possono spingere il vino nell'élite del mondo enologico. "Per fare ciò però - scrivono gli estensori del lavoro - ci siamo resi conto che bisognava innanzitutto far scoprire questa eccellenza a chi ce l'ha di fianco casa. Solo così è possibile ampliare i mercati di riferimento".

Una presentazione assolutamente convincente che ha prodotto l'invito a replicare e approfondire l'esposizione direttamente al cospetto dei produttori e vinificatori, invitati dal dottor Roberto Martinelli (Casali) nei locali di Emilia Wine con i professionisti dell'AIS, che per primi si sono presi a cuore il rilancio di questo antico vitigno.

Infatti fu proprio il convegno di Scandiano dello scorso 30 settembre, organizzato dall'AIS (Associazione Italiana Sommelier) di Reggio Emilia, a segnare il primo traguardo di un lavoro iniziato molti anni prima, come ebbe modo di sottolineare il delegato locale, Gaetano Palombella, introducendo i lavori che videro alternarsi sul palco dal professor Attilio Scienza alla dottoressa Marisa Fontana, da Mario Gherpelli (AIS) a Flavio Spotti per concludere con una rappresentanza dei produttori aderenti alla "Compagnia della Spergola". Un convegno che di fatto ha "dato il la" a una condivisa, trasversale e diffusa consapevolezza delle potenzialità del vitigno.

Le iniziative di AIS sono riuscite infatti a coinvolgere buona parte degli attori locali: dalle amministrazioni pubbliche ai produttori, dai testimonial scientifici ai più qualificati sommelier e infine all'Università di Modena e Reggio Emilia.

GRUPPI di Lavoro
Gruppo 1-
Arcorio Beatrice, Argiolas Martina, Carbone Manuel, Cinquegrana Paolo , Grazia Andrea, Madrighelli Susanna, Stanco Anto
Gruppo 2-
Campalmonti Chiara, Castrogiovanni Gioacchino, Di Napoli Emanuela, Falappa Silvia, Loggi Alberto, Pennesi Milena, Tagliavini Cristina, Verduci Fabiana

 

Domenica, 25 Febbraio 2018 06:05

Cereali e dintorni. Mercati in segno positivo

A fronte di previsioni del tempo e di stime altrettanto incerte, il mercato ne approfitta e riprende a rincarare.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 febbraio 2018
Le previsioni per le piogge in Argentina sonoin parte  rientrate e le previsioni delle produzioni continuano ad essere pessimistiche: ieri la Borsa di Rosario ha stimato la produzione dei semi in Argentina a 46,5 milioni di tonnellate (l'ultimo USDA era a 54) e quella del corn a 35 (USDA a 39). 

Di contro però le stime della IGC (International Grain Council)  ha stimato la produzione di semi del mondo a 357 milioni di tonnellate contro la loro stima di 349 del mese precedente (L'Argentina è stimata a 50,5 contro il precedente 52 e il Brasile a 112 contro 111,5).

A fronte di tale confusione numerica e di incertezza generale: ...46,5 milioni di tonnellate (l'ultimo USDA era a 54) ). La Borsa di Buenos Aires per il seme è a 47 milioni di tonnellate/ L'Argentina è stimata a 50,5 contro il precedente 52. La speculazione galoppa tanto è vero che mentre stiamo confezionando l'articolo (ore 13,20) il mercato telematico è in segno positivo su tutte le merci.

Tutti i proteici sono in posizione di forza, specialmente le farine di girasole e colza, mentre i cereali sono solo un po' più difesi. Cruscami in costante aumento, fibrosi sempre ben tenuti.

Presumibilmente i prossimi tre mesi saranno all'insegna dell'incertezza, che potrebbe dissiparsi con i raccolti di marzo e aprile e i dati di maggio.
Per il mercato delle bioenergie, è disponibile un lotto di MAIS SCONDIZIONATO con presenza di cappello da stoccaggio.

Indicatori internazionali 23 febbraio 2018


l'Indice dei noli è salito sino a 1167 punti, il petrolio rimbalza a attorno 63$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23050 appesantendo gli acquisti sui mercati delle materie prime.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Domenica, 25 Febbraio 2018 05:52

Ismea, consumi alimentari in crescita

Ismea, consumi alimentari in crescita: + 3,2% la spesa degli italiani nel 2017. Secondo il monitoraggio condotto dall'ISMEA sui consumi, la spesa degli italiani nel settore del food & beverage torna a crescere in maniera significativa (+3,2%).

Aumentano del 4,6% gli acquisti di bevande (acqua imbottigliata, birra, spumanti e vino) e del 3% quelli di prodotti alimentari.
L'incremento rispetto all'anno precedente riguarda sia i prodotti confezionati (+3,7%) sia quelli sfusi, che segnano un +1,8%, in controtendenza rispetto al 2016.
Performance positive si registrano per la maggior parte dei prodotti proteici di derivazione animale che negli anni recenti avevano fatto segnare cali vistosi: carni bovine (+3,4%) carni avicole (+3,9%) e carni suine fresche (+2,7%).

Anche il comparto della frutta (+4,3% il fresco e +3,5% il trasformato) e degli ortaggi (+4%) - verso i quali si destina il 20% della spesa complessiva - cresce in maniera significativa e fa registrare il boom della frutta in guscio (+9,7%).

Per il secondo anno consecutivo cresce il settore ittico, con un aumento dei volumi e dei prezzi unitari per una crescita della spesa complessiva del 5,4%.
Il comparto dei derivati dei cereali fa fatica a tenere il passo mostrando una crescita complessiva dello 0,8%. Gli acquisti di pasta sono in calo (-1,6% in volume e -3% la spesa) ma i prodotti integrali accelerano i loro trend positivi: pasta integrale +17%; riso integrale +10% la spesa e +20% i volumi.

Per il latte non si ferma l'emorragia di consumi (-2,5%) accompagnata però da un incremento quasi dell'1% della spesa per i formaggi, soprattutto molli, duri e freschi.

Infine, la significativa crescita della spesa destinata all'olio extravergine di oliva (+11%) è determinata esclusivamente dall'incremento dei prezzi medi unitari conseguenti alla scarsa produzione che ha segnato gli oliveti nazionali.

Le tendenze che avevano fatto intravedere in questi anni una crescita di interesse per prodotti ad alto contenuto di servizio, alta praticità d'uso e fortemente orientati alla salute e al benessere hanno trovato conferma tanto che oltre il 50% dei consumatori ha acquistato piatti pronti, sostituti del pane, insalata in busta, prodotti surgelati o prodotti bio, DOP o IGP.

 

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(Ismea - Roma 19 febbraio 2018)

Cesena – Guarda anche a Est, l'edizione 2018 di Macfrut che ha definito il piano dei road show insieme al Gruppo bancario UniCredit, main sponsor e business partner della manifestazione per il quarto anno consecutivo. Tre sono le tappe in programma in altrettante capitali nell'Est Europa (Croazia, Serbia e Bulgaria), aree nelle quali l'ortofrutta sta conoscendo un rinnovato sviluppo.

Il via è per martedì 27 febbraio a Zagabria, giovedì 1 marzo sarà la volta di Belgrado, per concludere il tour martedì 6 marzo a Sofia. Nel corso di questi incontri saranno presentate le novità della prossima edizione di Macfrut (9-11 maggio in Fiera a Rimini), con un'attenzione particolare alle nuove frontiere dell'orticoltura protetta e alle tecnologie in ambito orticolo e frutticolo di cui l'Italia è leader.

"Nel corso degli anni i road show nei paesi dell'Europa dell'Est, insieme ad UniCredit, hanno evidenziato grande interesse e buone opportunità di business – spiega Renzo Piraccini, Presidente di Macfrut - In tutto l'Est Europa l'ortofrutta sta registrando un rinnovato sviluppo, con il passaggio da un sistema produttivo tradizionale, destinato al mercato locale, a un'ortofrutta rivolta al mercato globale. Vivaismo, nuove tecnologie pre e post raccolta e packaging sono gli ambiti di un interesse che è cresciuto nel corso di questi anni. Ma questi Paesi sono anche importanti mercati di sbocco per la nostra ortofrutta, vista la presenza delle principali catene di supermercati europee".

A conferma della caratura internazionale di Macfrut e dell'interesse di quest'area per la kermesse dell'ortofrutta, nelle passate edizioni i visitatori dall'Est Europa hanno toccato quota 34% degli esteri (31% nel 2016), buona anche la presenza sul fronte degli espositori (11%).

Filetti scongelati di marlin infetti: epidemia di origine alimentare per «avvelenamento da istamina». Allarme in Italia di Rasff: "Gravi rischi per la salute"

Nella notifica settimanale del Sistema di Allerta Rapido Comunitario (RASFF), l'elenco del sistema di allerta inviata dal Ministero della Salute italiano del 21 febbraio (455.2018), comprende una segnalazione di allarme livello "rischio grave", per epidemia di origine alimentare da filetti di "Marlin" (Makaira indica) scongelati provenienti dalla Spagna, contenenti elevate quantità di istamina e di altre amine vasoattive, che causa il cosiddetto «avvelenamento da sgombroidi». Nello specifico, su ordine dell' autorità, è stato disposto il ritiro dal mercato dei prodotti contaminati. La sindrome sgombroide è una patologia simil-allergica risultante dall'ingestione di pesce alterato.

È il secondo tipo più frequente di intossicazione da prodotti ittici, seconda solo alla ciguatera. Spesso tuttavia non viene rilevata perché assomiglia e confusa con l'allergia alimentare. Viene riportata con la massima frequenza relativamente a specie ittiche a carne rossa, appartenenti alle famiglie Scombridae (come il tonno, tonno pinna gialla, tonnetto striato (chiamato anche bonito), sgombro, lampuga, Clupeidae (sardine, aringhe, cheppie) ed acciughe e specie ittiche imparentate con queste, refrigerate o conservate in modo non adeguato dopo la pesca.La sindrome sgombroide può derivare dall'inappropriato trattamento del pesce durante l'immagazzinamento o la lavorazione; quando per l'innesco di processi di degradazione si producono quantità importanti di istamina.

L'istamina è una delle sostanze tossiche implicate nell'intossicazione sgombroide. Nel tessuto di pesci in decomposizione sono state trovate altre sostanze chimiche, ma la loro associazione con la sindrome sgombroide non è stata stabilita chiaramente. Le manifestazioni cliniche dell' intossicazione riguardano l'apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea) il sistema nervoso centrale (vertigini, cefalea), la cute (rush); raramente si osservano disturbi respiratori e ipotensione. L'inizio della sintomatologia è rapido (20-30 minuti dall'assunzione dell'alimento) e i disturbi, abitualmente di lieve entità, si risolvono generalmente in breve tempo; solitamente durano meno 24 ore. La sindrome, sebbene frequente, viene spesso diagnosticata come reazione allergica alimentare.

Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", invita chiunque avesse acquistato questi prodotti a non consumarli e a consegnarli al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.

(22 febbraio 2018)

Fondi ricchi di liquidità si sono immessi nel mercato delle merci. Le previsioni meteo sull'Argentina sostengono le speculazioni.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 21 febbraio 2018
Fondi ricchi di liquidità si sono immessi nel mercato delle merci e colgono l'occasione di speculare cavalcando le previsioni meteo dell'Argentina.: "...... previsioni del raccolto di semi in Argentina e la cifra più "gettonata" è intorno ai 47- 49 milioni di tonnellate: sono circa 10 milioni di tonnellate in meno del raccolto della campagna precedente".

Previsioni che solo pochi giorni fa consideravano una perdita di 4-5 milioni e non di 10, da cui è facile determinarne una intenzione speculativa.
I fondi comunque potrebbero anche prendersi i benefici/margini di questi aumenti, senza aspettare il raccolto. Hanno così ripreso forza tutti i proteici, cereali un poco più difesi, cruscami in aumento, fibrosi sempre ben tenuti.

Quest'incertezza presumibilmente durerà ancora circa tre mesi, ovvero sino a i raccolti di marzo e aprile e i dati di maggio.

Sul mercato nazionale continua la fase di stabilità per le quotazioni di mais, frumento tenero panificabile e orzo, mentre tornano a aumentare i semi di soia. In controtendenza invece le quotazioni del frumento duro che stanno calando senza tregua.

Per il mercato delle bioenergie nulla più da segnalare. Svanito il momento di approvvigionamenti di cruscami, anche se sul mercato sono offerti, spezzati di mais e farinette, e farine ricostruite. E' disponibile un lotto di mais scondizionato con presenza di cappello da stoccaggio.

Indicatori internazionali 20 febbraio 2018


l'Indice dei noli è salito sino a 1.117 punti, il petrolio flette attorno 61$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,23040.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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