Latte spot sempre più sù. Parmigiano Reggiano, crescita moderata.
di Virgilio - Parma, 26 Settembre 2013 -
Una settimana si fermento nei lattiero caseari e soprattutto in casa Grana Padano DOP che ha visto registrare miglioramenti diffusi su quasi tutti i listini.
L'incremento maggiore si è mostrato sulla piazza di Mantova con aumenti pari a 20 centesimi al chilo per tutte le produzioni, mentre su Milano e Cremona i rialzi si sono allineati sui 10 centesimi. Il Grana Padano stagionatura 9 mesi e oltre a Milano ha quasi perfettamente replicato l'incremento della ottava precedente (+1,43%) fissando i prezzi all'interno della forbice 6,95€ e 7,20€ per kg di prodotto.
Meno marcato invece il segnale rialzista per il Parmigiano Reggiano dove a registrare gli incrementi sono stati prevalentemente i prezzi minimi. Il 12 mesi e oltre è stato quotato, nella sede borsistica di Parma, tra 8,60 e 8,90€/kg con un'incremento di 10 centesimi nella sola quotazione minima. Altrettanto alla borsa reggiana dove, la regina delle Dop, con 10,15 € ha migliorato di 5 centesimi la minima quotazione della settimana precedente e confermato il prezzo massimo fermo a 10,55€/kg.
Se le materie grasse si distinguono per l'assenza di movimenti e le quotazioni sono ormai stabili da diverse settimane il latte SPOT, invece, ha deciso di riprendere la cavalcata. A Verona nella seduta di lunedi 23 settembre si è registrato un aumento del 2,2% portando i valori di forbice tra 51,55€ e i 52,58€/10 litri di latte.
Parma 22 settembre 2013 - -
SOMMARIO Anno 12 - n° 38 23 settembre 2013 -
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SOMMARIO Anno 12 - n° 38 23 settembre 13
1.1 editoriale
+ IVA - Equitalia
2.1 lattiero caseario
Parmigiano Reggiano, al via i piani produttivi
3.1 export
Frutta italiana negli USA
4.1 export
Olio d’oliva negli USA: ASSITOL, standard di qualità unici
5.1 lattiero caseario
Le due principali DOP confermano i segnali di ripresa
6.1 cereali
Barilla e Regione per ridurre l’effetto serra
7.1 ambiente
Ambiente, Ddl consumo del suolo: riunito primo gruppo di lavoro
8.1 energia
Efficienza energetica nel settore agricolo. Verona dal 9 all’11 ottobre
9.1 salute
Per allungare la vita: dieta, meditazione e esercizio fisico
9,2 eventi
Grandi Marchi al 60° compleanno dei Masters of Wine
10,1 Vino
Dalla “fusione” il buon vino.
11.1 “BOLLICINE”
Champagne: -36% rispetto il 2012
Barilla partner della Regione Emilia Romagna per il progetto che punta a ridurre gli impatti del sistema agricolo emiliano
Parma, 22 settembre 2013 -
Dopo la recente approvazione da parte della Commissione Europea, l'assessore Regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni ha presentato questa mattina presso la sede della Regione Emilia-Romagna di Bologna il progetto LIFE + "CLIMATE CHANGE ER", che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas effetto serra da parte dei sistemi agricoli della Regione.
Barilla è tra gli importanti partner privati inclusi nel progetto alla luce della propria esperienza nel percorso di riduzione dell'impatto ambientale lungo tutta la filiera, dal campo al piatto.
In particolare, Luca Ruini, Responsabile Ambiente per il Gruppo Barilla, ha presentato i risultati della ricerca sulla qualità e sostenibilità della coltivazione del grano duro realizzata con Horta (Spin Off dell'Università Cattolica di Piacenza) e Life Cycle Engineering di Torino. La ricerca è stata condotta in tutta Italia tra il 2011 e il 2012 sui campi di 25 aziende agricole fornitrici di grano di Barilla. Il lavoro ha dimostrato l'importanza di un approccio integrato, che tiene in considerazione la salvaguardia del suolo e dell'ambiente, aspetti di qualità e sicurezza alimentare e il valore economico per gli operatori della filiera. Ciò è stato possibile attraverso l'adozione delle Linee Guida riportate nel Decalogo di Coltivazione e del Sistema di Supporto alle Decisioni granoduro.net®, un sistema accessibile via web sviluppato da Horta.
In dettaglio, si è trovata conferma da una parte che l'avvicendamento colturale, con rotazioni che alternano i cereali con le leguminose (pisello, favino, cece, lenticchia), le proteoleaginose (colza, girasole, soia) o le colture ortofrutticole, consente di produrre un grano duro di alta qualità, miglio-rando allo stesso tempo la fertilità del terreno, consentendo di ottimizzare i trattamenti necessari per la protezione della coltura e di migliorare l'efficienza dei fertilizzanti impiegati. Dall'altra che gli strumenti di supporto alle decisioni come granoduro.net®, attraverso la valutazione di condizioni meteorologiche e delle specificità del territorio, consentono di ottenere risultati di alta qualità ottimizzando i mezzi tecnici e riducendo gli impatti ambientali.
"Abbiamo già una storia di forte collaborazione in Emilia Romagna – ha spiegato Luca Ruini –, dove da anni abbiamo sviluppato accordi quadro per la produzione di grano duro di qualità a livello locale. Con questa nuova ricerca, attraverso l'analisi del ciclo di vita del prodotto abbiamo visto che oltre il 60% dell'impronta ecologica della pasta deriva proprio dalla coltivazione del grano duro. Ci siamo così impegnati per garantire una materia prima ottima per la nostra pasta con un minore impatto ambientale, e abbiamo scoperto che le tecniche tradizionali, affiancate da nuove tecnologie, consentono anche di ottimizzare i costi di produzione con un potenziale vantaggio per gli agricoltori".
Infatti, nella sperimentazione 2011/2012 l'adozione di corretti avvicendamenti e l'impiego dell'uso dei modelli previsionali presenti in granoduro.net® hanno complessivamente condotto a una riduzione superiore al 30% delle emissioni di CO2, un aumento del 20% delle rese di produzione, con una riduzione dei costi per l'agricoltore fino al 30%. Ciò è avvenuto grazie ad un uso più mirato dei fertilizzanti e ad un'ottimizzazione dei trattamenti fitosanitari, rispetto alle tecniche intensive tradizionali che prevedono un impiego di risorse definite a priori e non in funzione dell'andamento specifico della campagna.
A partire dai risultati della ricerca sono stati realizzati due strumenti a supporto degli operatori agricoli: da un lato il Decalogo Barilla per la coltivazione del grano duro sostenibile, che suggerisce 10 semplici regole per rendere più efficienti le pratiche colturali e abbassare l'impatto, tra l'altro totalmente in linea con la PAC. Dall'altro lato granoduro.net®, uno strumento online che aiuta l'agricoltore giorno per giorno a ottimizzare le tecniche attraverso interventi più efficienti e mirati in base alle specifiche condizioni, come ad esempio le condizioni meteorologiche previste, le caratteristiche del suolo, la varietà di grano o le precedenti rotazioni. "Siamo molto orgogliosi - ha dichiarato Luca Ruini - perché grazie ai dati che abbiamo raccolto, il progetto di Barilla potrà fornire un'esperienza utile per contribuire a definire le linee politiche strategiche e i successivi piani per lo sviluppo di un sistema agricolo sostenibile per la Regione Emilia Romagna."
Il Gruppo Barilla
Nata a Parma nel 1877 da una bottega che produceva pane e pasta, Barilla è oggi tra i primi Gruppi alimentari italiani, leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Attualmente il Gruppo Barilla possiede 30 siti produttivi (14 in Italia e 16 all'estero) ed esporta in più di 100 Paesi. Dagli stabilimenti escono ogni anno circa 1.700.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Voiello, Pavesi, Academia Barilla, Wasa, Harrys (Francia e Russia), Misko (Grecia), Filiz (Turchia), Yemina e Vesta (Messico).
Riprende la salita del Latte Spot (+1,02).
di Virgilio - Parma, 18 Settembre 2013 -
Nonostante sia confermata, anche nella 37esima settimana, di una leggera ripresa per le quotazioni delle due principali DOP italiane permane un diffuso sentimento negativo tra gli operatori.
La lievitazione dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione da un lato e la stagnazione sul fronte dei consumi interni dall'altro, non consente di guardare con ottimismo il prossimo futuro. E' l'export che, al momento, riesce a non fare ricadere il settore in stato di crisi.
Per ciò che concerne le dinamiche di mercato del Grana Padano Dop si registra un incremento dei listini a Mantova dai 5 ai 10 centesimi al chilo per tutte le stagionature. Il Parmigiano Reggiano Dop, pur migliorando le quotazioni, sostanzialmente tende ad adeguare il prezzo delle produzioni sulle varie piazze. Infatti gli aumenti si registrano a Modena per le quotazioni minime, a Reggio Emilia per tutte le tipologie quotate, a Mantova per le sole produzioni 12 e 18 mesi e a Parma sui valori minimi di tutte le varietà.
Sul fronte del latte crudo, dopo tre settimane, torna a salire il prezzo del Latte SPOT nazionale. Nella seduta di lunedi 16 settembre, la borsa di Verona, registra un +1,02% portando la forbice tra il prezzo minimo e massimo compresa tra 50,52€ e 51,55€/100 litri di latte.
Nessuna variazione relativamente alle quotazioni delle materie grasse.
SOMMARIO Anno 12 - n° 37 16 settembre 2013
(scaricabile in pdf in allegato)
1.1 editoriale
Tra crisi e spinte indipendentiste
2.1 biologico
SANA: "Bravo Bio", menzioni speciali per due "emiliani"
2.2 biologico
SANA chiude con +20% di visitatori
3.1 lattiero caseario
Leggera ripresa per Grana Padano e Parmigiano nelle stagionature intermedie
3.2 cooperazione
Agrinsieme nata per dare risposte a problemi comuni
4.1 horeca
Bevande alcoliche, il rischio di consumi illegali
5.1 carne
La "Buona Carne"
6.1 UE - latte
Dopo la fine delle quote latte
6,2 emergenza aviaria
AVIARIA: un mese ancora e l'emergenza dovrebbe cessare
6,3 Eventi: sana
Biologico in Salute
7.1 Salute
Aviaria, terzo contagio umano
BolognaFiere acquisisce due nuove manifestazioni NUCE e FOOD-ING che nel 2014 affiancheranno SANA
Bologna, settembre 2013 - -
Si è conclusa, martedì 10 settembre, SANA 2013, 25° Salone Internazionale del biologico e del naturale con una crescita record dei visitatori Italiani e internazionali, + 20 per cento rispetto al 2012, per un totale di oltre 32.000 presenze (32.400). BolognaFiere con SANA e le nuove manifestazioni è ora la piattaforma leader per il ruolo strategico del biologico anche nell'ambito di EXPO 2015
Il venticinquesimo SANA ha registrato anche il successo dell'impegno preso da BolognaFiere verso l'EXPO 2015, assieme all' associazione di riferimento del settore biologico, Federbio. Testimonial d'onore di questa edizione Vandana Shiva che, nel corso della cerimonia inaugurale ha detto, rivolgendosi al pubblico di SANA e agli organizzatori: .
BolognaFiere si è proposta di realizzare a cominciare da questa edizione, e anche nel 2014, un SANA focalizzato sui temi dell'Expo, un evento volto ad aggregare le esperienze internazionali nel campo della biodiversità che saranno poi ospitate all'interno dell'Expo. Per questo BolognaFiere ha proposto al ministro De Girolamo e al delegato del governo all'Expo Maurizio Martina, nel corso degli incontri di SANA di rappresentare, anche con una presenza diretta all'EXPO che potrà organizzare assieme ai produttori del settore, la filiera di qualità della nuova eco-agricoltura italiana e dell'agroindustria.
Alla chiusura di SANA BolognaFiere dà anche notizia della conclusione dell'accordo per l'acquisizione, dall'organizzatore Artenergy Publishing, di NUCE (Salone internazionale per l'industria nutraceutica, cosmeceutica, dei functional foods & drinks e degli health ingredients) e FOOD-ING (evento dedicato agli ingredienti del food & beverage per tutti i settori dell'industria alimentare e delle bevande), che, da dall'dizione 2014, si terranno insieme al salone del biologico e del naturale.
Assieme a SANA, le due manifestazioni offriranno, dal 2014, un'ampia piattaforma di tutta la filiera dell'alimentazione biologica e della salute, della nutraceutica e della cosmeceutica.
"Siamo convinti", ha commentato il presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli - "che da qui al 2015 con SANA e altre nostre manifestazioni come EIMA, la grande manifestazione Internazionale di Macchine per l'Agricoltura e il Giardinaggio (organizzata da FederUnacoma), e in collaborazione con le associazioni di categoria, potremo essere la piattaforma per la promozione di quanto l'Italia dovrà dire al mondo nel campo dell'agricoltura sostenibile e della crescita ulteriore di questo comparto, che rappresenta uno dei settori più interessanti dell'economia verde. Siamo molto soddisfatti dell'accordo che porta a Bologna due nuove fiere, molto qualificate e che si sono tenute fino ad ora a Fiera Milano e della collaborazione che proseguiremo con l'organizzatore Artenergy Publlishing che ha condiviso questo accordo per la sinergia con SANA e con l'Expo. Le due manifestazioni – NUCE e FOOD-ING - offriranno un'ampia piattaforma assieme all'alimentazione e al biologico delle filiere della nutraceutica, cosmeceutica. 2
Il Ministro De Girolamo e il sottosegretario con delega all'Expo Maurizio Martina hanno assicurato l'impegno del governo nell'appoggio del progetto di BolognaFiere all'Expo 2015.
Commenti molto positivi anche da parte degli espositori. "La venticinquesima edizione di SANA, che ha visto l'aumento significativo degli espositori, dei buyer esteri e dei visitatori – ha dichiarato il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla, "conferma il ruolo insostituibile del Salone sia come evento leader per il biologico in Italia, sia come piattaforma per l'internazionalizzazione del bio e per la sua presenza all'EXPO 2015."
ACCISE: PRODUTTORI DI BEVANDE ALCOLICHE CON FEDERALIMENTARE SI APPELLANO AL GOVERNO LETTA PER SCONGIURARE ULTERIORI AUMENTI FISCALI.
Roma, settembre 2013 -
AssoBirra, AssoDistil, Federvini assieme a Federalimentare, la Federazione dell'industria alimentare italiana che rappresenta oltre 6000 aziende e 405.000 addetti, hanno scritto una lettera urgente al capo del Governo Enrico Letta per scongiurare ogni ulteriore aumento delle accise sulle bevande alcoliche, già colpite dagli aumenti introdotti con il decreto legge 91/2013 di agosto. Nella lettera, i Presidenti delle Associazioni Alberto Frausin, Antonio Emaldi, Lamberto Vallarino Gancia e, a sostegno, Filippo Ferrua Magliani chiedono un incontro al Presidente Letta per presentare i dati sull'andamento dei settori, affinché il legislatore faccia una valutazione attenta prima di introdurre ulteriori inasprimenti fiscali sulle bevande alcoliche. "Nonostante siano già stati deliberati degli aumenti per i due prossimi anni – si legge nella lettera - si torna ancora a parlare di possibili ulteriori aumenti e le voci trovano sempre forti echi allorché siano prossimi ad essere adottati nuove misure di intervento da parte del Governo." Ma la missiva congiunta ricorda che "anche se apparentemente di portata limitata, ogni aumento porta con sé importanti oneri amministrativi e finanziari che ne amplificano la portata". In questo particolare momento storico, a tutti sono richiesti sacrifici. Ma, senza alzare i toni, i produttori di bevande alcoliche hanno un invito da rivolgere alla politica: che venga scongiurato l'aumento delle accise sulle bevande alcoliche come strumento per fare cassa o, tantomeno, per eventuali formule di copertura. Il gettito delle accise si è infatti continuamente contratto per la crisi dei consumi alimentari: nel solo primo semestre del 2013 ha mostrato una contrazione superiore al -8%. Inoltre, sulle accise gli operatori si vedono addebitata anche l'IVA del 21% (imposta su imposta). È uno scenario che non ammette spazio per aumenti di sorta, se non mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose piccole e medie imprese che operano sul territorio nazionale nella produzione e vendita delle bevande alcoliche. La Federazione ricorda, a tale proposito, il parere contrario espresso dalla Ragioneria Generale dello Stato sulla copertura indicata in Parlamento nel disegno di legge sugli esodati della scuola, "in quanto lo stesso, incrementando in modo consistente la tassazione sugli alcolici determina, in un contesto di difficoltà economiche diffuse, sicuri effetti regressivi, con diminuzione dei consumi e conseguente aumento dei consumi illegali, peraltro privi dei necessari controlli sanitari, correlati al fenomeno contrabbandiero."
(fonte federalimentare)
Gardini (Alleanza Cooperative), "cinque organizzazioni hanno dato vita ad Agrinsieme per dare risposte a problemi comuni."
Il presidente di Confcooperative e dell'Alleanza delle cooperative Agricole Maurizio Gardini ha spiegato in un convegno a Mantova che "la forza di Agrinsieme è che si tratta di un progetto non calato dall'alto"
"A quanti mi chiedono di spiegare cos'è Agrinsieme, io rispondo che è la volontà di mettersi insieme per trovare soluzioni a problemi comuni. Erano i nostri stessi soci che quando ci incontravano ripetevano: 'gli agricoltori hanno tutti gli stessi problemi, mettetevi insieme e provate a trovare soluzioni'. Ecco, Agrinsieme è la risposta ad esigenze fortemente avvertite dalle migliaia di aziende e cooperative da noi rappresentate, una risposta che non somiglia neanche lontanamente a quei progetti che nascono nel nostro comparto come frutto di decisioni assunte nella solitudine dei palazzi romani e poi imposte ai dirigenti e agli agricoltori che operano nei territori". Così il presidente di Confcooperative e dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini intervenendo lo scorso 8 settembre al convegno "Agricoltura e politica: Agrinsieme per la riforma dell'agricoltura italiana e della Pac, che si è svolto alla Fiera Millenaria di Gonzaga (Mantova).
"La forza di Agrinsieme – ha proseguito Gardini - è dunque il consenso, perché si tratta di un progetto che non è calato dall'alto. La scelta da parte di Cia, Confagricoltura e dell'Alleanza delle Cooperative di stare insieme è piuttosto la logica conseguenza del fatto che cinque soggetti tra loro diversi condividano una stessa visione di agricoltura, che è fondamentalmente proiettata verso il futuro".
Il modello di agricoltura che persegue Agrinsieme, ha spiegato Gardini, "è quello di un'agricoltura che è non chiusa ai mercati locali, ai prodotti coltivati sotto casa e magari anche trasformati in casa, un modello in grado di sedurre schiere di media e di lettori, ma che non coglie in pieno le potenzialità di quello che è e resta un comparto produttivo ed economico tra i più importanti del nostro Paese e che, spesso lo si dimentica, è oggi chiamato a produrre sempre più cibo di qualità per un mercato ormai globale".
"Questo è il tempo delle scelte organizzative che richiedono sempre una grande dose di coraggio – ha concluso Gardini – e le nostre scelte sono chiare: noi non possiamo permetterci di inseguire ed affermare una visione di agricoltura anacronistica, legata ai modelli del passato. Il nostro obiettivo è invece raccogliere le sfide e le opportunità della globalizzazione, mettendo al centro le filiere agricole e rendendole sempre più efficienti, forti e strutturate, per riuscire ad essere competitive sul mercato e generare più reddito per gli agricoltori"
Il 26 settembre a Castel Vecchio una giornata di approfondimenti -
La 'buona carne' fa parte della storia alimentare dell'uomo, ha accompagnato lo sviluppo della specie umana fin dalla preistoria e persino le grandi Religioni monoteiste dettano regole precise per il suo consumo. Con lo sviluppo della scienza moderna e della tecnologia sono stati fatti grandi passi avanti anche nella conoscenza di questo alimento, insieme semplice e complesso, ma certamente prezioso. Ma quanto ne sappiamo, in realtà? E quali prospettive apriranno le innovazini che incalzano? A dare una risposta a questi e a molti altri interrogativi il convegno che si terrà il 26 settembre prossimo alla sala convegni del Circolo ufficiali di Castel Vecchio a Verona. Scarica il programma
Il convegno La 'buona carne'... un patrimonio da proteggere e conoscere meglio, organizzato da Società italiana di medicina veterinaria preventiva, Università degli studi di Padova, Ulss 20, Associazione Vincenzi e Ifne, spazierà ogni aspetto del "pianeta carne": dal quelli storici a quelli legislativi, dalle tecniche di allevamento, ai nuovi sistemi per migliorare la naturale frollatura e la qualità microbiologica delle carni. Ma troveranno spazio anche la trattazione dei sistemi di controlli e di approvvigionamento nelle Forze armate o gli aspetti giuridici in base ai quali i consumatori possono far valere i propri diritti.
Insomma un viaggio a 360° grazie a relatori di indubbio prestigio: il dottor Silvio Borrello, direttore generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute; l'avvocato Fausto Capelli, giurista ed esperto in legislazione alimentare, il professore Valerio Giaccone, ordinario di Ispezione e controllo dei prodotti alimentari di origine animale dell'Università di Padova; il tenente colonnello Enrico Mancini, consulente Veterinario delle forze operative terresti; il dottor Riccardo Murari, Responsabile del Servizio igiene alimenti di origine animale dell'Ulss 20 di Verona, il dottor Severino Segato del Dipartimento di medicina animale, produzioni e salute dell'Università di Padova
"Noi sappiamo che le qualità sensoriali e nutrizionali della carne – osserva Valerio Giaccone - giocano un ruolo decisivo nella scelta dei consumatori, ma non conosciamo ancora a fondo i fattori che condizionano queste due qualità. Quanto sappiamo, per esempio, dei meccanismi della frollatura delle carni? Negli ultimi anni sono stati brevettati nuovi e finora impensabili sistemi per mantenere meglio le carni, per stabilizzarne il colore e aumentarne tenerezza, succosità e valore nutrizionale".
E ancora: "Da qualche tempo si discute molto su due aspetti della produzione delle carni: quali prospettive potremmo avere dalla clonazione degli animali da carne? E che ne diciamo della sintesi di carne direttamente in provetta?". Conclude Giaccone: "Gli spunti per conoscere meglio le carni fresche ci sono tutti e ci sono anche motivi di discussione"
10 settembre 2013
(fonte s.i.ve.m.p. veneto)
Se ne discuterà il 24 ottobre a Cremona
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Verrà presentata alla prossima Fiera Internazionale del Bovino da Latte, che si svolgerà dal 24 al 27 ottobre 2013, nell'ambito della decima edizione degli Stati Generali del Latte, l'indagine commissionata da CremonaFiere ad ISMEA sull'orientamento delle imprese di allevamento di bovino da latte in previsione dell'abolizione delle quote latte.
La ricerca è stata condotta dal gruppo di lavoro coordinato da Fabio del Bravo Dirigente responsabile della Direzione Servizi di Mercato e Supporti tecnologici di ISMEA e composto da Francesca Carbonari, Giovanna Maria Ferrari e Maria Ronga.
CremonaFiere, affidando ad Ismea la realizzazione dell'indagine, ha ritenuto di dover affrontare dal punto di vista scientifico un momento cruciale per gli allevatori: l'imminente fine del regime delle quote latte, prevista per il 31 marzo del 2015, a seguito del quale verosimilmente si delineerà un diverso contesto competitivo in cui le aziende saranno costrette a misurarsi.
L'obiettivo della ricerca, sottolinea Ismea, è di pervenire alla conoscenza dell'orientamento delle imprese da latte vaccino all'indomani della liberalizzazione del mercato. In particolare, è stato chiesto agli operatori se, di riflesso allo smantellamento delle quote, intendono aumentare ovvero diminuire il loro livello produttivo, se temono una fuoriuscita di aziende dal settore a fronte di un mercato privo di strumenti di controllo sui prezzi o se stanno valutando una riconversione produttiva e/o un cambiamento nella destinazione della produzione.
(fonte Ismea)
Costante ascesa dei consumi, 8,8%. Secondo Ismea Gfk-Eurisko, il secondo semestre registra addirittura una accelerazione
09 settembre 2013 -
Nell'ell'ambito della 25ma edizione del Sana di Bologna, il convegno "I numeri che raccontano il biologico" organizzato da Ismea e Sinab. La ripresa, nel 2012, delle superfici investite, dopo un triennio di stagnazione, e il maggior numero degli operatori certificati, tra agricoltori, trasformatori e importatori, dimostrano la vitalità di un settore che ha raggiunto in ambito nazionale un'incidenza di oltre il 9% rispetto alla superficie agricola utilizzata, toccando uno dei valori più alti a livello mondiale. Per superfici dedicate l'Italia è sesta, sempre nella classifica globale, mentre figura in ottava posizione per numero di aziende agricole biologiche, che insieme rappresentano circa il 3% delle aziende totali. La dinamicità del settore è anche testimoniata dall'andamento sostenuto dei consumi. In tempi di crisi, numeri come quelli del bio, che nella prima metà del 2013, attestano all'8,8% la crescita della spesa domestica, rappresentano una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso. Ancora più significativo l'ultimo aggiornamento del Panel Ismea Gfk-Eurisko che segnala addirittura un'accelerazione rispetto alla dinamica del primo semestre. I dati, a tutto il mese di luglio 2013, attestano la crescita della spesa in prodotti biologici in un più 9,2%, grazie agli ottimi risultati riscontrati in tutti i comparti più rappresentativi.
(Fonte Ismea)
Bologna, 13 settembre 2013 -
Mercoledì 18 settembre a Bologna la giornata conclusiva del progetto europeo, coordinato dall'Agenzia regionale Ervet, dedicato all'agroalimentare dei Paesi europei che si affacciano sul Mediterrano. PACMAn ha visto coinvolti dieci soggetti tra pubblici e privati. Ambiente, internazionalizzazione, innovazione, coordinamento e messa in rete, gli obiettivi.
Un'agricoltura mediterranea sostenibile, innovativa, competitiva, in grado di confrontarsi sui mercati internazionali grazie ad una rete agroalimentare solida e al supporto costante alle imprese del settore, che possono così acquisire un'immagine di aziende nuove, più forti e meglio posizionate sul mercato.
E' il progetto PACMAn, che nei tre anni di attività, dal 2010 al 2013, ha voluto stimolare le capacità dinamiche e innovative del settore agro-alimentare. Un progetto che coinvolge dieci soggetti pubblici e privati appartenenti a sei Paesi dell'area del Mediterrano, il cui settore agroalimentare contribuisce notevolmente alla crescita economica europea. Si tratta in particolare di Spagna, Francia, Italia, Grecia, Spagna e Portogallo.
I risultati del progetto, gli scenari che si aprono per il settore agroalimentare nei Paesi coinvolti saranno al centro del convegno conclusivo di PACMAn, "Strategie e azioni per il sistema agro-alimentare mediterraneo" in programma mercoledì 18 settembre, dalle 9,30, nella Sala A della Terza Torre della Regione Emilia-Romagna in viale della Fiera, 8 a Bologna.
Capofila del progetto è Ervet, l'Agenzia di Sviluppo della Regione Emilia-Romagna e tra i partner emiliano-romagnoli figurano le Province di Modena e Parma.
Alla giornata, aperta dall'introduzione da Elisa Valeriani, presidente di Ervet, prenderanno parte i rappresentanti dei soggetti pubblici e privati che hanno partecipato al progetto, insieme a rappresentanti di organizzazioni internazionali che si occupano di innovazione e sostenibilità nel settore agroalimentare, tra cui Food&DrinkEurope e Swedish Institute for Food and Biotechnology.
Alla fase di studio il progetto PACMAn ha fatto seguire azioni concrete nei quattro obiettivi fissati sin dall'inizio e cioè un rafforzamento dell'agricoltura mediterranea in termini di sostenibilità ambientale, internazionalizzazione, innovazione, messa in rete e coordinamento delle realtà pubbliche e private protagoniste del settore agroalimentare.
Un "codice di condotta", che favorisca la sostenibilità dell'agroalimentare nell'area MED attraverso raccomandazioni, informazioni, buone pratiche, riferimenti e contatti è il primo risultato ottenuto in campo ambientale; è stato anche realizzato un vero e proprio manuale sul "green packaging" che raccoglie le esperienze utili già attivate in Spagna, Italia e Francia.
Quello del packaging è un business da 3,6 miliardi di euro, con 301 imprese e 11mila dipendenti (dati Aida/Bureau van Dijk): il distretto delle imprese e dei servizi per l'imballaggio in Emilia-Romagna rappresenta oltre il 22% del fatturato nazionale del settore. E se si considera solo il settore della fabbricazione di macchine per il packaging, il peso della regione, in termini di fatturato, sale al 60%. Si tratta di apparecchi che dosano e impacchettano tutto ciò che ogni giorno passa tra le nostre mani, soprattutto alimenti: circa il 70% degli imballaggi vengono infatti prodotti per il settore agroalimentare.
Proprio sull'innovazione si gioca il futuro dell'agro-alimentare europeo e mediterraneo. PACMAn si è quindi concentrato sulla collaborazione tra ricerca, formazione e industria, dando vita anche ad un "Catalogo delle tecnologie innovative nel settore agroalimentare" con l'obiettivo di promuovere soluzioni innovative per le imprese di Creta, Cipro e Kilkis, con attività che riguardino l'intera filiera produttiva.
Sul fronte dell'internazionalizzazione, il progetto ha portato alla nascita di un'aggregazione transnazionale, che punta sul concetto di "prodotto Mediterraneo autentico" alla cui realizzazione contribuiscono cinque dei dieci partner del progetto, in rappresentanza di Grecia (Kilkis e Creta), Cipro, Portogallo (Alentejo) e Italia (Provincia di Modena). A questo si aggiungono azioni di marketing territoriale, guide online per gli operatori del settore, mappe promozionali dei sistema agroalimentare.
L'ultimo ambito sul quale il progetto si è concentrato riguarda la messa in rete delle imprese per favorirne la massa critica e rafforzarne la presenza sui mercati. Il progetto ha realizzato un database per le organizzazioni e imprese nell'area MED. Inoltre l'azione di PACMAn denominata "Modello di Governance per la filiera agroalimentare nell'area MED" coinvolge la provincia di Parma, la regione PACA (Francia) e quella di Murcia (Spa). L'obiettivo è esplorare modelli di governance tra Organizzazioni di Produttori e Organizzazioni Interprofessionali.
In allegato: il programma dettagliato della giornata
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 12 settembre 2013 -
Cambiamento climatico: meno gas serra dall'agricoltura con Climate ChangER, un progetto della Regione, insieme a Barilla, Granarolo, Coop e altri grandi gruppi dell'agroalimentare italiano. Rabboni: "la riduzione di CO2 non sarà teorica, ma messa in pratica da un campione di aziende. Incentivi del Psr per diffondere le buone pratiche" -
La Regione Emilia-Romagna si candida a laboratorio nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra di origine agricola e lo fa insieme ad alcuni dei principali marchi dell'agroalimentare italiano e della grande distribuzione: Barilla, Coop, Granarolo, Granterre, Centro Servizi Ortofrutticoli, Apoconerpo e Unipeg. E' quanto prevede Climate ChangER un progetto che si propone di mettere a punto tecniche di coltivazione e di allevamento che, a parità di rese produttive e qualità dei prodotti, riducano la produzione di CO2 e degli altri principali gas climalteranti. "Tale riduzione – ha spiegato ieri a Bologna l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni - non viene teorizzata o ipotizzata, ma sarà praticata sul campo da un campione di aziende agricole che adotteranno le buone pratiche nel loro processo produttivo. Queste buone pratiche saranno poi stabilizzate e diffuse attraverso i contratti di fornitura dei partner privati, il sostegno delle risorse del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e azioni di sensibilizzazione verso i consumatori". Il valore aggiunto di Climate ChangER è dato proprio dalla partecipazione di alcuni tra i più importanti gruppi nazionali e internazionali dell'agroalimentare e della grande distribuzione: un partenariato che rappresenta direttamente e indirettamente circa il 30% delle imprese agricole regionali e 7,5 milioni di consumatori. Un aspetto importante è costituito inoltre dalla possibilità di condividere le esperienze già avviate nel campo della sostenibilità ambientale dai singoli partecipanti. "Porteremo nell'iniziativa – ha spiegato il responsabile Sicurezza e Ambiente Luca Ruini di Barilla - i risultati del nostro progetto 'grano duro alta qualità' con il quale abbiamo visto che è possibile ridurre l'impatto ambientale e , allo stesso tempo, migliorare le rese e abbattere i costi". "La qualità va perseguita a tutto campo, partendo dalla stalla – ha sottolineato Vittorio Zambrini , direttore Qualità di Granarolo, convinto che "ridurre l'impatto ambientale non sia da considerare un sovraccosto", mentre Claudio Mazzini, responsabile Sostenibiltà e Innovazione di Coop si è soffermato sul ruolo fondamentale che " i cittadini con le loro scelte potranno svolgere nell'indurre il cambiamento nelle aziende". Partner scientifici del progetto sono Arpa (l'Agenzia regionale di prevenzione e ambiente) e gli enti di ricerca Crpv di Cesena e Crpa di Reggio Emilia. Un ulteriore supporto sarà fornito dal Consorzio del Parmigiano Reggiano. Approvato dalla Commissione UE nell'ambito del Programma LIFE, il progetto ha durata triennale e un costo di 1,8 milioni di euro cofinanziati al 50% dall'Europa.
Cosa prevede Climate ChangER
L'obiettivo è mettere a punto nuovi disciplinari di produzione agricola e zootecnica, utilizzando le tecniche più avanzate individuate dalla ricerca in ambito internazionale e partendo dall'esperienza ormai consolidata in Emilia-Romagna della lotta integrata. Buone pratiche che potranno prevedere, tra l'altro, la riduzione dell'uso di fertilizzanti e fitofarmaci, una più razionale gestione delle risorse idriche, tecniche di lavorazione della terra più leggere, diverse modalità di gestione delle deiezioni, nuovi tipi di alimentazione degli animali. I settori su cui si lavorerà sono quelli di grano duro, pomodoro da industria, pero, pesco, fagiolino, bovini (per la produzione di latte alimentare e di Parmigiano-Reggiano e da carne). Un passaggio importante sarà dato dalla sperimentazione in azienda (grazie a un campione di imprese agricole che hanno già dato la loro disponibilità), ma l'obiettivo finale è introdurre in modo stabile i nuovi disciplinari nelle filiere produttive regionali, anche grazie alle risorse della nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, sostenendoli e valorizzandoli presso i consumatori. L'applicazione delle nuove metodologie dovrà ridurre le emissioni di origine agricola dell'Emilia-Romagna di 200 mila tonnellate di CO2 equivalenti in tre anni, in coerenza con gli obiettivi europei della Strategia Europa 2020. Il progetto utilizzerà la metodologia dell'LCA (Life Cycle Assessment) per calcolare l'impronta di carbonio (dunque le emissioni ) delle diverse colture. Lo farà in considerando l'insieme delle colture, dunque in una logica di sostenibilità complessiva.I gas più coinvolti nel cambiamento climatico in atto sono l'anidride carbonica (CO2), il protossido di azoto (NO2) e il metano (CH2). Secondo gli esperti il settore agricolo nel suo complesso contribuisce al 6,7% della produzione di gas serra./PF
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Latte spot conferma la quotazione delle ultime due sedute di borsa veronese
di Virgilio - Parma, 12 Settembre 2013 -
Dopo le impennate di fine agosto il nuovo mese si apre nel segno della stabilità soprattutto per quanto riguarda le materie grasse. Solo Modena nella giornata di lunedì ha adeguato al rialzo i listini 2,90 euro al chilo, equiparandosi alle altre piazze emiliane. Per il Grana Padano Dop si evince una variazione congiunturale positiva su tutte le piazze rilevate esclusivamente per il prodotto più giovane; la stagionatura intermedia e quella di 16/24 mesi hanno recuperato i valori solo sulla borsa merci di Cremona, rimanendo ancorate sui livelli precedenti negli altri centri di scambio. Anche per il Parmigiano Reggiano Dop si rilevano scostamenti al rialzo per tutte le produzioni a Parma, mentre si mostrano in recupero solo le produzioni di 12 e 18 mesi a Mantova e limitatamente al valore minimo della produzione più giovane a Modena. Gli scambi risultano ancora nella norma con qualche migliore aspettativa per le prossime settimane. Nella seduta veronese di lunedi il latte spot ha confermato le quotazioni record della ottava precedente (tra 50,00 e 51,03 €/100 litri).



"CibusOnLine" - SOMMARIO - Anno 12 - n° 36 9 settembre 2013
(Scaricabile la versione pdf allegata)
1.1 editoriale
Anche i ricchi piangono?
2.1 biologico
Ismea al Sana presenta i dati del biologico
3.1 lattiero caseario
Latte spot conferma il record di fine agosto: 51,3€ 100 litri
3.2 Borse studio
Barilla per i giovani. 10 borse di studio da 40.000€. Iscrizioni entro il 30 settembre.
4.1 eventi
50 anni di Consorzio "Parma"
5.1 vino
Si beve "Lungarotti" nei cieli russi
6.1 aviaria
AVIARIA: dopo il primo caso di contagio umano il Codacons attacca il Ministero della salute
6,2 agricoltura e istat
De Girolamo: priorità è ridare fiducia ad aziende e cittadini
6,3 novita' per bimbi
7 novità Granarolo per i bimbi
7.1 vitivinicoltura Vendemmia 2013: produzione in leggero aumento, buona la qualità
Il 9 settembre al Sana Ismea e Sinab presentano i numeri del Biologico in Italia: superfici, operatori, colture e dinamiche del mercato nel primo semestre del 2013.
Roma, 04 settembre 2013 - -
Il mercato del bio continua a registrare tassi di crescita significativi anche in Italia, muovendosi in netta controtendenza rispetto al resto del settore alimentare. Mentre il food nel suo complesso sconta una crisi dei consumi con pochi precedenti (-3,7% la flessione in termini di spesa nel primo semestre del 2013 secondo il Panel famiglie Ismea GFK-Eurisko), gli acquisti di prodotti biologici mantengono un trend positivo mettendo a segno un progresso dell'8,8%. Alla buona performance sul mercato interno, si affianca anche un crescente orientamento all'export degli operatori nazionali. Gli ultimi dati indicano un fatturato oltre frontiera superiore al miliardo di euro, importo che rappresenta più di un terzo del giro d'affari complessivo del biologico italiano (pari a 3,1 miliardi). L'espansione del bio è anche confermata dall'incremento del numero degli operatori certificati, 49.709 nel 2012 tra produttori, preparatori e distributori, in crescita del 3% su base annua, e dall'aumento della superficie coltivata secondo il metodo biologico, che risulta pari a 1.167.362 ettari (+6,4% rispetto al 2011). L'indagine, condotta da Sinab e Ismea, verrà presentata integralmente nell'ambito del convegno "I numeri che raccontano il biologico" in programma il 9 settembre alle ore 15.30 al Sana di Bologna (Sala Melodia - Centro servizi 1, piano Blocco B). All'evento, interverranno anche il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, lo IAMB e l'Università di Ancona.
(Allegato il Programma del 9 settembre)
Il Festival del Prosciutto entra nel vivo. E dal 14 al 22 sarà in concomitanza con il "Salone del Camper".
Parma, 07 settembre 2013 -
50 e non li dimostra. Dal 6 e sino al 22 settembre a Parma e in alcuni comuni della provincia saranno il palcoscenico di eventi per celebrare il 50esimo anno del Consorzio del Prosciutto di Parma.
L'edizione 2013 del Festival, coordinato ancora una volta da Fiere di Parma, si colora di un significato diverso perché la Corona ducale del Parma compie 50 anni: 50 anni di storia che saranno celebrati anche nel corso della manifestazione con alcune iniziative che aiuteranno a promuovere e valorizzare ancora una volta il Prosciutto di Parma. In particolare tra queste, Parma ospiterà presso i Portici del Grano per tutto il mese di settembre, una mostra fatta di immagini, documenti e altri materiali per raccontare la storia di tutte le famiglie dei produttori che hanno reso celebre il Prosciutto di Parma e che continuano a dedicarsi con la stessa passione di un tempo al proprio lavoro.
Quale migliore occasione del Festival per coinvolgere poi la ristorazione di Parma e provincia? 50 per il Parma è l'attività che vedrà 50 ristoranti creare dei menu dedicati a base di Prosciutto di Parma e giocare anche con il numero "50". Ci sarà anche un concorso on-line rivolto sia ai ristoratori sia alla loro clientela.
Tra le attività più tradizionali invece, Finestre Aperte resta la forza attrattiva della manifestazione. Una settimana in più quest'anno per assistere al ciclo di lavorazione e respirare i profumi delle cattedrali dei Prosciutti di Parma. Turisti e appassionati potranno contare su servizio di bus navetta gratuito (per info: IAT Comune di Parma, tel. 0521 218889,
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) che li accompagnerà nella zona di produzione.
Il centro città sarà poi animato da una prosciutteria che permetterà a tutti i cittadini e turisti di degustare il dolce Parma all'aperto nella splendida cornice del centro storico. Anche quest'anno inoltre, come consuetudine, il Consorzio accoglierà un gruppo di giornalisti provenienti da tutto il mondo per un tour formativo volto alla conoscenza del Prosciutto di Parma e del suo territorio.
Gli altri comuni coinvolti svilupperanno inoltre specifiche iniziative per le colline parmensi, attività sportive, stand con le eccellenze culinarie locali, degustazioni, la tradizionale gara di taglio e non mancherà la musica come ad esempio il concerto di Elio e le storie tese e Fedez a Langhirano o quelli organizzati a Collecchio in Piazza Repubblica o la rassegna Concerti a Corte, a Talignano di Sala Baganza.
Tra le numerose escursioni a contatto con la natura è da segnalare i Salti del Diavolo, una spettacolare formazione sedimentaria di strette guglie e pareti rocciose in direzione di Berceto; per la cultura invece la Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo, la Pieve romanica di San Biagio a Talignano e il Castello Pallavicino di Varano de' Melegari.
Da non perdere la visita al Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma, nell'antico Foro Boario di Langhirano, così come – su tutto il territorio - le degustazioni del Prosciutto di Parma in abbinamento ai migliori vini.
VINO: AEROFLOT SCEGLIE LUNGAROTTI PER TUTTE LE TRATTE INTERNAZIONALI
di Virgilio -
Parma, 08 settembre 2013-
Nel triste panorama quotidianamente rappresentato dalla crisi economica più lunga dei tempi moderni, l'export agroalimentare si è distinto per efficienza e soprattutto perchè ha mantenuto e, in certi casi, migliorato i posizionamenti sui mercati internazionali.
Tutto ciò grazie all'intraprendenza degli imprenditori nazionali che, singolarmente o in via associata, hanno consolidato una loro quota produttiva al mercato estero.
E' il caso di Lungarotti, la casa vinicola perugina, che ha recentemente firmato l'accordo con Aeroflot Russian Airline.
Sempre più Russia, quindi, nel portfolio Lungarotti grazie all'accordo con Aeroflot, che ha scelto ancora una volta il vino dell'azienda umbra per la business class di tutte le sue tratte internazionali. Dopo il Rubesco, il rosso simbolo Lungarotti e apripista della liason con la compagnia di bandiera russa, da settembre e per il prossimo biennio, sarà infatti protagonista il Brezza, un giovane bianco Igt a base di Chardonnay, Pinot Grigio e Grechetto, prodotto ogni anno in 400mila bottiglie.
Per l'amministratore unico dell'azienda, Chiara Lungarotti: "La wine partnership con il principale vettore nazionale russo - messa a segno grazie al nostro importatore Simple - è doppiamente strategica per la sua incidenza commerciale e soprattutto per l'alto numero di tratte coperte che ci consentirà di essere presenti in aree obiettivo fondamentali per lo sviluppo internazionale del gruppo. Lo scorso anno il nostro mercato in Russia è cresciuto del 100%: per il prossimo futuro puntiamo sulla notorietà del marchio anche in altre aree limitrofe, in virtù della recente Unione eurasiatica, che oltre a Mosca comprende Kazakistan e Bielorussia".
Lungarotti, che il prossimo ottobre sarà wine partner del Forum Eurasiatico di Verona, ha chiuso l'ultimo biennio con un valore dell'export in crescita del 35%, con vendite in oltre 50 Paesi nel mondo. Complessivamente i vini delle Cantine Giorgio Lungarotti contano circa 2,1mln di bottiglie all'anno, prodotte nei 250 ettari delle tenute di Torgiano e Montefalco.
Aeroflot Russian Airlines comprende oltre 120 aeromobili e trasporta ogni anno oltre 14mln di passeggeri con tratte verso 97 città e 49 Paesi.
Una Gamma di prodotti realizzati per l'infanzia da 1 a 3 anni e studiata con il contributo di esperti in nutrizione infantile.
- di Lamberto Colla Parma, 8 settembre 2013 -
C'è qualità e qualità. Qualità e sicurezza sono un obiettivo di base per qualsiasi prodotto alimentare che sia esso destinato alla alimentazione umana o animale. Ma quando si tratta di infanzia allora tutti gli standard qualitativi devono necessariamente alzarsi. Perciò, tutto ciò che si rivolge a questo "pubblico" di piccini, deve raggiungere il picco di eccellenza. Prodotti per l'infanzia, quindi, sinonimo di consolidata tradizione qualitativa e, come andava di moda negli anni '80, di Total Quality.
Così deve avere pensato Granarolo quando ha deciso di creare questa nuova linea di prodotti, ben 7 per la precisione, interamente dedicata al target tra 1 e 3 anni. Consumatori inconsapevoli e perciò ancor più fragili. Un campo delicato e un progetto complesso che richiesto circa 3 anni di gestazione e il sostegno autorevole di un comitato di esperti in nutrizione infantile.
Il risultato è "Granarolo Baby". Prodotti nutrizionalmente equilibrati, ideali per la merenda e la colazione, per una crescita sana sin dai primi anni di vita che, come sopra menzionato, devono rispettare gli elevati standard qualitativi.La linea è composta da tre tipologie di prodotto (latte crescita, merenda fresca yogurt crescita, e crema crescita) ognuna con delle referenze di gusto differenti (Uht, Alto pastorizzato, fragola, banana, mela, fior di latte cioccolato al latte), ma con un comune denominatore: sono tutte a base di latte fresco alta qualità garantito dalla filiera Granarolo composta da 1.000 allevatori italiani e 60.000 mucche alimentate in modo naturale.
Una precisa operazione di marketing che premia il traguardo qualitativo al quale, la società bolognese, ha da sempre tenuto sotto mira.
Una impegno e una responsabilità che Granarolo saprà assolvere con altrettanto livello qualitativo.
Export agroalimentare può essere traino con record 34 miliardi nel 2013
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"I dati dell'Istat sulla fiducia delle imprese sono la migliore notizia dopo l'abolizione dell'Imu e il sostegno a cassintegrati ed esodati. E in questo contesto fa piacere rilevare che la crescita delle esportazioni nell'agroalimentare conferma un trend estremamente positivo, con un aumento del 7 per cento registrato sempre dall'Istat nel primo semestre. Quindi nel 2013 supereremo il record di esportazioni, raggiungendo i 34 miliardi".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, commenta i dati Istat sulla fiducia delle imprese e quelli sull'export agroalimentare nel primo semestre 2013, dai quali si può stimare una crescita su base annua fino a 34 miliardi di euro.
"Preoccupano, invece, i dati odierni sulla disoccupazione, in particolare su quella giovanile. Abbiamo l'obbligo - prosegue il Ministro - di accelerare e portare in porto entro Natale risposte in tema di semplificazione e accesso al credito, che sono problemi reali che rendono complessa la vita degli imprenditori agricoli. Mi auguro di avere subito un confronto con le organizzazioni di categoria per stilare un calendario preciso delle azioni concrete da fare e per discutere insieme anche della Pac e conseguenti ricadute".
"Ma la cosa più importante adesso è che tutti, davvero tutti favoriscano il ritorno della fiducia. Il premier Letta ancora una volta ha compreso perfettamente quale importanza possa avere, ai fini del ritorno della fiducia, la cancellazione di una tassa e l'immissione di liquidità immediata nel circuito virtuoso dei consumi. L'agricoltura non vuole giocare in difesa - conclude il Ministro -, ma trainare l'intero Made in Italy sui mercati esteri. Il giudizio sul nostro operato, ancora una volta, sarà dettato dalle cose che faremo o non faremo nell'interesse pubblico".
(Mipaaf)
Il 40% destinato ai DOC e DOCG, il 30% a IGT, il resto a a vini da tavola.
Roma, 2 settembre 2013 -
Qualità più che buona e una produzione stimata tra i 42 e i 44,5 milioni di ettolitri, in leggera crescita rispetto allo scorso anno. Sonoi numeri della vendemmia 2013 secondo una prima analisi della Coldiretti sulla base delle stime Assoenologi. Rispetto agli scarsi raccolti del 2012 si prevedono aumenti fino al 5 per cento per Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Umbria, fino al 10 per cento per Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata e Calabria, fino al 15 per cento per Trentino Alto Adige, Campania e Puglia ed una punta fino al 20 per cento in Abruzzo mentre cala la produzione nel Friuli Venezia Giulia (-5 per cento) dove il raccolto è in calo.
Le operazioni sono scattate con quindici giorni di ritardo rispetto allo scorso anno ma in linea con i tempi tradizionali della vendemmia, per effetto dell'andamento climatico con temperature estive, non eccessivamente bollenti e con escursioni termiche, che hanno favorito una ottima maturazione delle uve. L'attività di raccolta è iniziata con le uve pinot e chardonnay mentre tra settembre e ottobre sarà la volta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo, fino a novembre quando si chiuderà con le uve di Aglianico.
Le previsioni saranno progressivamente aggiornate perché molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve ma se non ci saranno sconvolgimenti si prevede una buona qualità con la produzione che sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 331 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 59 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. La produzione di vini bianchi quest'anno dovrebbe superare leggermente quella dei rossi.
L'Italia con la vendemmia 2013 è quindi il secondo produttore mondiale di vino dopo la Francia in cui la produzione è stimata pari a 46 milioni di ettolitri in aumento del'11 per cento rispetto allo scorso anno. Al terzo posto tra i Paesi produttori si classifica la Spagna seguita dagli Stati Uniti e dalla Cina che è in forte crescita anche nei consumi.
La vendemmia attiva un motore economico che genera oltre 9 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,2 milioni di persone. Sono coinvolti 650mila ettari di vigne e oltre 250mila aziende vitivinicole dove quest'anno rispetto al passato si prevede la presenza di un maggior numero di italiani rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro.
(fonte Coldiretti)
Dal 2007 - inizio della crisi - ad oggi hanno chiuso in Italia oltre settemila allevamenti.
di Virgilio - Parma, 5 Settembre 2013 -
Unica variazione sensibile si è registrata alla borsa di Parma relativamente al prezzo del burro zangolato ricavato da panna fresca. Dopo diverse settimane di stasi con un secco +5,45%, la preziosa materia prima di diretta derivazione dalla lavorazione del latte destinato alla caseificazione in formaggio Parmigiano Reggiano, ha quotato 2,90€. Un allineamento alla borsa milanese che nella settimana precedente aveva fatto registrare un +4,76% quotando il burro zangolato a 3,30€/kg e confermato nell'ultima seduta borsistica del 2 settembre.
Invariati invece i prezzi delle due principali DOP - Grana Padano e Parmigiano Reggiano - su tutte le piazze. Un aggiustamento del Grana Padano si è registrato a Milano che ha visto migliorare di 5 centesimi la quotazione del 9 mesi portando il prezzo minimo a 6,75€/kg (contro i 6,70€/kg) pur confermando la massima quotazione fissata a 7€/kg.
Come da diverse settimana veniva anche da noi rilevato il maggior fermento lo si è indubbiamente registrato fermento sul latte spot alla Borsa di Verona. Nella due seduta post ferragostane si è assistito a un rimbalzo del 3,16% subito seguito da un ulteriore aumento del 3,16% registrando così il record di sempre a 51,03€/100 litri di latte.
Si tratta del valore massimo mai registrato - sottolinea la Coldiretti - per il latte italiano con un aumento del 22 % rispetto allo scorso anno. L'andamento crescente delle quotazioni è stato determinato a livello internazionale dalla scarsità dell'offerta nei principali Paesi produttori che ha condizionato le importazioni in Italia dove peraltro è in calo il latte raccolto. Dall'inizio della crisi, prosegue la nota, nel 2007 ad oggi hanno chiuso in Italia oltre settemila allevamenti con la produzione di latte che nei circa 38mila allevamenti rimasti nei primi sei mesi del 2013 si è ridotta in media di oltre il 3% rispetto allo scorso anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Agea, ma è possibile che il deficit possa ulteriormente aggravarsi.
Il taglio della produzione è stato del 2,45%, in Lombardia, 2,15% in Emilia Romagna, del 2,73% in Piemonte, del 5,86% in Friuli, del 4,70 in Veneto, del 7,86% nel Lazio, del 5,40% in Puglia, del 4,89% in Campania e del -4,76% in Sardegna, con il record negativo fatto segnare nelle Marche (-10,32%).



SOMMARIO - Anno 12 - n° 35 2 settembre 2013
(scaricabile pdf in ALLEGATO)
1.1 editoriale
Promessa mantenuta o la solita bufala? Storditi dal TASER
2.1 marketing
Porte aperte in Irlanda il 10 ottobre
3.1 lattiero caseario
Leggera ripresa per il Grana Padano
3.2 lattiero caseario
Grillo? "Un atto di terrorismo". Dura replica del CFPR al leader politico
4.1 agricoltura
IMU agricola, No Grazie!
5.1 aviaria
Aviaria, la salute prima di tutto poi pensiamo alla ricaduta economica
6.1 sicurezza
Mais OGM, la mozione di Barbati (IDV) in Regione Emilia Romagna
6,2 crisi
Crolla la spesa degli italiani a tavola
7.1 sanita'
Quarto caso di aviaria a Mordano
Agroalimentare: iniziativa con importatori e buyer irlandesi a Dublino.
Il 10 ottobre a Dublino, le aziende agroalimentari potranno entrare nel mercato irlandese dalla porta d'ingresso grazie alla FIBI. La formula è quella degli incontri B2B, atti a favorire lo sviluppo di rapporti di collaborazione commerciale tra aziende italiane e potenziali compratori irlandesi interessati ad inserire i prodotti Made in italy nel mercato Irish.
La FIBI - Federation of Italian Business in Ireland - è una struttura di collegamento tra Italia e Irlanda e organizza periodicamente queste iniziative per favorire i contatti commerciali delle aziende italiane.
Il progetto prevede un'azione iniziale di selezione degli importatori in Irlanda in base alle tipologie di prodotti offerti dalle aziende partecipanti e alle specifiche richieste di prodotti sul mercato.
Successivamente verrà strutturata, per ogni singola azienda partecipante, una serie di incontri B2B con i partner selezionati al fine avviare i primi accordi commerciali.
L'azienda sarà assistita dal personale bilingue della FIBI durante in tutto il processo degli incontri e nella fase di follow-up dei contatti realizzati in Irlanda.
Gli operatori che parteciperanno agli incontri diretti rientrano nelle seguenti categorie: Manager di Ristoranti, Importatori Specializzati, Head Chef, Floor Manager, Distributori Specializzati, Titolari di negozi gourmet, Titolari di take away, Wine shop, Delicatessen shop, Negozi off-licence, Catene di supermercati, Scuole di cucina.
L'iniziativa si svolgerà presso il "Pinocchio Italian Restaurant" a Dublino.
Il precedenti incontri BtoB hanno registrato la partecipazione di oltre 100 aziende agroalimentari italiane ed oltre 70 buyer irlandesi ottenendo la chiusura di importanti accordi commerciali.
Per vedere le foto dei BtoB: http://www.ita.fibiltd.com/galleria-foto.html
Per vedere tutti i video dei precedenti BtoB: www.youtube.com/subscription_center?add_user=FIBIDUBLIN
Per informazioni e partecipazione contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Brevi note sull'Irlanda
Dall'adesione all'Unione europea, nel 1973, la Repubblica di Irlanda (Éire) si è trasformata da paese prevalentemente agricolo in "Tigre celtica", ossia in un'economia moderna e tecnologicamente avanzata.
Il territorio agricolo pianeggiante domina la maggior parte dell'interno del paese, che è inframmezzato da bassi rilievi collinari e comprende vaste aree di paludi e laghi. A ovest sono presenti montagne costiere che in alcuni punti superano 1 000 metri di altezza. Una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti che per circa un terzo risiede a Dublino. Piatti semplici a base di carne e verdure bollite (patate, carote, rape e pastinaca) sono gli elementi principali della cucina tradizionale irlandese.
di LGC e informazione.it - comunicati stampa -