Sabato, 05 Ottobre 2013 10:08

Iva 22% - Quanto ci costa




10 milioni il maggior costo nel primo giorno di applicazione della nuova aliquota IVA.

di Redazione - Roma, 02 ottobre 2013--

Nel primo giorno di applicazione l'aumento dell'aliquota Iva è già costato circa 10 milioni di euro alle famiglie italiane. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull'entrata in vigore del nuovo regime che fa scattare l'aliquota Iva dal 21 al 22 per cento per numerosi beni. Si tratta di un importo che - sottolinea la Coldiretti - rischia di moltiplicarsi ogni giorno fino a quanto non verranno assunti i provvedimenti annunciati per il contenimento della tassa. Il conto per le famiglie rischia di essere piu' salato per l'aumento dei prezzi dei carburanti che ha un effetto valanga sull'88 per cento della spesa degli italiani che viaggia su strada. Ad essere colpiti sono quindi anche i prodotti non direttamente interessati dall'aumento. A preoccupare è di conseguenza in generale - conclude la Coldiretti - l'effetto negativo dell'imposta sul potere di acquisto degli italiani con una riduzione dei consumi che rischia di alimentare la spirale recessiva in cui si trova attualmente il Paese.

Stando allo studio di Coldiretti effettuato sula base di dati Nielsen, l'effetto piu' evidente dell'aumento dell'aliquota Iva si ha dall'immediato aumento del prezzo della benzina con il 43 per cento degli italiani che usa meno l'auto a dimostrazione del fatto che si compensano i rincari provocati dall'Iva con minori consumi. L'inflazione a settembre è in calo secondo l'Istat anche perché – sottolinea la Coldiretti il carrello della spesa si svuota con gli italiani hanno tagliato del 4 per cento gli acquisti alimentari. L'innalzamento dell'aliquota Iva dal 21 al 22 per cento sui carburanti avrebbe un effetto valanga sull'88 per cento della spesa degli italiani che viene trasportato su strada con il 68 per cento dei consumatori che taglia sull'abbigliamento, mentre il 57 per cento degli italiani per risparmiare sceglie prodotti piu' economici nel largo consumo.

(Fonti Coldiretti)
Domenica, 06 Ottobre 2013 09:41

Host 2013: il futuro di Ho. Re. Ca. e retail



Dal 18 al 22 ottobre a Fiere Milano il salone dedicato al retail e alla ristorazione



È una crescita continua e sempre più internazionale quella che caratterizza Host, il Salone internazionale dell'Ospitalità Professionale, leader mondiale nel settore Ho.Re.Ca. e retail, in programma a Fiera Milano (Rho) dal 18 al 22 ottobre 2013: 1.600 espositori, 1.500 buyer altamente profilati, 120mila professionals, 12 padiglioni, oltre 350 appuntamenti tra workshop, seminari, degustazioni, cooking show, mostre, competizioni ed eventi.

Le new entry tra gli espositori già registrati sono 350, più della metà estere. 11 i nuovi paesi presenti Bahrain, Brasile, Giappone, Kenya, Israele, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Venezuela e Vietnam. Accanto alle economie emergenti, in crescita sia i mercati forti e tradizionali (+177% degli USA, +100% dalla Francia, +70% dalla Germania, +39% dalla Turchia), sia quelli più in difficoltà (+14% dalla Spagna, dall'Italia +1,5%).

Oltre ai top player del settore, che vi presenteranno le loro novità, Host 2013 proporrà anche un ricchissimo ventaglio di aree speciali, eventi e iniziative in collaborazione con le più importanti realtà del mondo associativo e universitario. Tra questi si segnalano in particolare HOSThinking e Smart Label, i due prestigiosi Award che Host 2013 ha istituito in collaborazione con POLI.design, consorzio del Politecnico di Milano e con il patrocinio di ADI - Associazione per il Disegno Industriale. Ed ancora, pensato in esclusiva per Host dall'architetto Dante O. Benini, Exhis - Excellent Italian Hospitality Services - una grande scatola trasparente di 500 mq, un "acquario del bello" con design proposto da aziende italiane top level: un voluto non-luogo che esalta la capacità del contract di vestire ogni situazione, con un focus su 4 aree tematiche: Lavoro, Mente, Corpo e Relax.In Exhis ci sarà una lounge con un momento dedicato all'accoglienza Vip e un back office interattivo e a vista.

(Fiere Milano - Host 2013)





Segnali positivi solo dalla pasticceria e biscotteria (+2,3% volumi).

Roma, 02 ottobre 2013 --

In crisi è un po' tutto il carrello della spesa. Flettono pasta, latte, frutta e ortaggi, ma anche pesce, olio e vino. Una raffica di segni meno che ha investito i consumi alimentari della famiglie italiane da inizio anno a tutto il mese di agosto, data dell'ultima rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko. Un calo complessivo dell'1,8% in quantità e del 3,7% nella spesa rispetto ai primi otto mesi del 2012.

Variazioni positive - spiega l'Ismea - emergono solo per i prodotti del reparto pasticceria e biscotteria (+2,3% in volume), per le uova (+1,7%) e per i formaggi (+0,9%), mentre i vini crescono solo in termini di spesa (+3,6%) a causa dei rincari registrati in tutte le fasi di scambio.
 
Più in dettaglio, i consumi di pasta si riducono di circa l'1% con una contrazione della spesa che sfiora il 9% per effetto dell'elevata incidenza delle promozioni e dello spostamento degli acquirenti verso format distributivi più convenienti, come i discount.
 
In calo anche le carni fresche sia in termini di volumi (-2,4%) che di spesa (-1,4%). La flessione è principalmente dovuta alla diminuzione dei consumi di bovino (-4% circa in volume e in valore), conseguente a uno spostamento degli acquisti sia verso altre tipologie di carni di prezzo inferiore (suina e avicola in particolare), sia verso le uova.
 
Nel complesso - prosegue l'analisi dell'Istituto - si riducono anche gli acquisti di lattiero-caseari nel loro insieme (-2,2% in volume, -3,8% in valore), sui quali pesa la significativa flessione del latte fresco che cede il 4% dei quantitativi acquistati e il 7,5% degli incassi. Per l'ittico i consumi si riducono del 3,5% in volume e del 12,5% in valore, con performance particolarmente negative per il pesce fresco (-4,8% e -18,4%). Rilevante anche la contrazione degli oli extra vergini di oliva che arretrano di quasi il 10% in quantità e di un 9% circa in termini monetari. 
 
Più leggero il carrello anche per frutta e ortaggi. Le variazioni oscillano dal meno 3% della frutta fresca (sia in volume che in valore), al meno 1,8% degli ortaggi (-2,3% la spesa). Da rilevare l'inversione di tendenza degli ortaggi di IV gamma, comparto che fino al 2012 era sempre cresciuto. Nei primi otto mesi del 2013 gli acquisti hanno subito una contrazione su base annua del 3,5%, nonostante la forte diminuzione dei prezzi medi al consumo (-7,5% la spesa).

(Ismea)

Domenica, 06 Ottobre 2013 08:40

Distretto Pomodoro. Raccolto 2013.



Ferrari: "vista la difficile campagna 2013 il ruolo del Distretto è sempre più fondamentale"

- Parma 27 settembre 2013 -

<In una campagna difficile come quella in corso quest’anno il ruolo di coordinamento del Distretto

del Pomodoro da Industria del Nord Italia diventa sempre più importante per perseguire la coesione

dell’intera filiera>. E’ questo il messaggio del presidente del Distretto Pier Luigi Ferrari, alla guida

dell’Organizzazione Interprofessionale che rappresenta il 99 per cento della filiera del pomodoro da

industria del Nord Italia.

<Il momento non è certo dei più facili – ha commentato Ferrari -, ma il Distretto garantisce il

massimo impegno negli ambiti di propria competenza affinché le problematiche possano essere

superate con successo>.

A testimoniare l’importanza del ruolo del Distretto, dall’avvio della campagna 2013, l’Oi ha

iniziato a svolgere l’attività di verifica come ente terzo per l’applicazione delle direttive tecniche

come stabilito dal Contratto quadro d’area per la gestione del conferimento e delle modalità di

determinazione delle caratteristiche qualitative della materia prima conferita negli stabilimenti.

<Le verifiche – spiega Ferrari - sono eseguite, senza necessità di preavviso, direttamente nei centri

di controllo di tutte le imprese di trasformazione, seguendo una check list predefinita. Si svolgono

verifiche anche su segnalazione e si interviene su richiesta di una delle parti. L’organismo di

controllo riferisce al Comitato di coordinamento dell’Oi le eventuali problematiche riscontrate per i

conseguenti provvedimenti, senza citare la denominazione dell’impresa di trasformazione, in

maniera da garantire trasparenza e imparzialità di valutazione>.

Completando un’analisi delle attività svolte dal Distretto Ferrari ha poi ricordato che l’Oi prosegue

la sua attività di <rafforzamento organizzativo, soprattutto in merito a raccolta dati relativi alle

campagne e gestione dei contratti, coordinamento delle attività di ricerca e sperimentazione,

individuazione di regole condivise a supporto della contrattazione (senza entrare nella stessa),

supporto all’analisi di problematiche ambientali e il supporto alla partecipazione a progetti di

ricerca sul tema della sostenibilità così come la valutazione degli effetti della nuova Pac sul

comparto con la definizione di linee di priorità di intervento condivise per la filiera>. Sul piano

internazionale il Distretto si è concentrato in particolare <sulla promozione di un’iniziativa di

coordinamento tra Oi a livello europeo e la partecipazione a supporto del Congresso del Wptc in

Italia nel 2014>.
 
Pomodoro vintage01 gde


IL PUNTO SULLA CAMPAGNA
<La campagna 2013 si sta svolgendo con ritardo rispetto ai tempi dell’anno 2011 e 2012> illustra

Ferrari. <E’ ancora difficile fare previsioni, ma si rileva lentezza nello svolgimento della campagna

imputabile al maltempo primaverile che ha fatto slittare i trapianti con conseguenti ritardi nella

raccolta causati dal maltempo e dalla difficoltà di maturazione del prodotto. Ad oggi la quota del

prodotto consegnato su quanto contrattato si attesta soltanto al 70%. Le condizioni meteorologiche

di settembre hanno aiutato a recuperare. Il Distretto non ha formulato nessuna previsione sulle

quantità che saranno complessivamente raccolte a fine campagna né sul possibile ammanco di

materia prima>

(Distretto del Pomodoro)
Mercoledì, 02 Ottobre 2013 12:11

Grana padano prosegue l'ascesa



Latte spot in pausa e leggero recupero del Parmigiano.

di Virgilio - Parma, 02 Ottobre 2013 -

Settimana, quella appena conclusa, che ha visto proseguire l'ascesa di prezzi del Grana Padano DOP che a Milano, il 9 mesi e oltre ha guadagnato altri centesimi. 1,41% l'incremento fissando il prezzo massimo a 7,30€/kg. Minore la ascesa del 15 mesi che si ferma a quota 8,65€/kg migliorando di solo 0,61% la quotazione del 23 settembre.

Segue, seppure con minori performance, anche il Parmigiano Reggiano che guadagna 0,57% fissando il prezzo del 12 mesi a quota massima di 8,95€/kg. alla borsa di Parma e, presumibilmente, il prossimo venerdi vedrà un nuovo ritocco al rialzo. Analogamente, il 24 mesi di stagionatura, ha recuperato lo 0,49% segnando la forbice tra il minimo e il massimo compresa tra 10,15 e 10,55€/kg.

Nessuna variazione invece per quanto riguarda il burro sia nelle piazze lombarde si in quelle emiliane.Unica eccezione la borsa veronese che ha perduto lo 0,93%. Il burro da panna di centrifuga ha segnato 2,12€/kg e 2,16€/kg. le quotazioni minime e massime, tornando quindi ai medesimi valori della seduta del 9 settembre.

Invariato pure, dopo una cavalcata poderosa, il latte spot che a Verona replica i medesimi prezzi della precedente quotazione.

Latt PRRE24Ms

Latt GP9M

 

Mercoledì, 02 Ottobre 2013 07:35

I 35 anni BIO di Tenuta Villa Tavernago

Piacenza, 2 ottobre 2013
 
Tenuta Villa Tavernago, pioniera della produzione vinicola biologica nei Colli Piacentini, festeggia 35 anni dalla fondazione, tutti dedicati alla ricerca della naturalità -

Pianello Val Tidone (PC) – Era il 1978 quando l'azienda piacentina muoveva i primi passi nella produzione vinicola e lo faceva già, con grande lungimiranza, proiettandosi su una gestione biologica dei terreni. Pierfranco Pirovano, fondatore dell'azienda, lo ricorda con piacere anche adesso: "Erano tempi in cui di vino biologico si cominciava solo a parlare, e non sempre in maniera del tutto lusinghiera; non esistevano nemmeno le normative a cui attenersi, quelle le abbiamo ottenute solo dopo, mano a mano che sono nate. D'altra parte ero motivato dal desiderio di produrre vini genuini, autentici e il più possibile naturali. In una parola, dei vini sani, quelli che volevo bere io stesso in famiglia e con gli amici."

Aiutato a tradurre il suo sogno in realtà da alcuni tra i professionisti più affermati della zona, l'enologo Enzo Galetti e l'agronomo Roberto Miravalle, che tuttora seguono le attività della cantina di Villa Tavernago, Pierfranco Pirovano inizia a raccogliere i primi risultati. Nel tempo gli ettari vitati dell'azienda sono aumentati, così come la consapevolezza di una specifica vocazione alla naturalità, che si è ulteriormente radicalizzata nel 2001 con il passaggio per alcuni vini alla produzione senza solfiti. "Sapevo che era possibile raggiungere una maggior quota di salubrità nei nostri vini, mi confrontai con lo staff e iniziammo a lavorarci." continua Pirovano "Il progetto è diventato per tutti un grande stimolo a elaborare soluzioni e studiare la fattibilità del nuovo processo produttivo. Naturalmente si è trattato anche di un cospicuo investimento tecnologico per acquisire i macchinari che oggi ci consentono di imbottigliare con una grandissima protezione dall'ossigeno senza l'ausilio di antiossidanti chimici."

"Oggi, guardando al passato dell'azienda mi sento orgoglioso delle scelte fatte e della strada intrapresa." Ma anche il futuro è roseo per Tenuta Villa Tavernago: pur nella difficoltà di quantificare le dimensioni di mercato dei vini biologici, è chiarissimo il grande "fermento" che sta crescendo attorno al comparto del biologico in generale che, in controtendenza rispetto al contesto di contrazione dei consumi alimentari in genere, risulta in crescita.

450 ettari complessivi di proprietà di cui 25 vitati, vigne poste sulle colline tra la Val Luretta e la Val Tidone, una splendida dimora patrizia che dà il nome all'azienda e ai suoi prodotti: Tenuta Villa Tavernago, una storia sin dalle origini vocata alla naturalità, produce i vini tipici del territorio piacentino ma anche alcune delle migliori espressioni da vitigni internazionali.

(Fonte: ufficio stampa Maurizio Rochelli)

Nell'ambito della sesta Settimana vegetariana internazionale (30 settembre - 6 ottobre 2013) in tutta Italia si svolge la prima Notte Veg nel giorno di San Francesco, venerdì 4 ottobre.
Emilia, 30 settembre 2013 - Edizioni Sonda, che quest'anno festeggia i 25 anni di attività, in collaborazione con i ristoranti e locali veg, invita tutti i propri lettori e tutti i vegetariani e vegani italiani a trovarsi idealmente ad una cena vegan il 4 ottobre per celebrare il proprio amore per la natura e gli animali. Una festa "simultanea" che coinvolga tutto il mondo veg italiano.
Dal Rapporto Eurispes 2013 scopriamo che il 6% degli italiani (quindi 3.720.000) ha fatto la scelta di diventare vegetariano (4,9%) o vegano (1,1%). Con un aumento di due punti percentuali rispetto alla rilevazione dello scorso anno.
Sono soprattutto le donne a praticare questo stile di vita, in virtù di una più spiccata sensibilità verso gli animali (il 66,7% vs 30,8% degli uomini), mentre gli uomini scelgono di essere vegetariani o vegani soprattutto per il benessere fisico e la salute (42,3% vs 28,2% delle donne).

Cos'è la Notte Veg?

Nel cuore della Settimana Internazionale Vegetariana rappresenta l'occasione per ritrovarsi a cena, sperimentando un'alimentazione sana e genuina, e comunicando, a chi ancora non li conosce, gli aspetti positivi legati a una scelta alimentare vegana, fornendo alternative alimentari a carne e latticini, per sviluppare la consapevolezza sulle proprie scelte alimentari. In breve: una notte di consapevolezza etica. Tendiamo infatti a non pensare a quello che mangiamo come a una questione etica. Lo è il nostro impegno per la comunità civile, o il nostro rapporto col fisco o, al limite, la nostra vita sessuale. Raramente ci chiediamo quali siano le conseguenze etiche di cosa mangiamo: c'è mai stato un politico la cui immagine sia stata danneggiata da rivelazioni su cosa mangia?

Perché il 4 ottobre?

Il 4 ottobre si festeggia San Francesco d'Assisi e la sua figura non solo è da sempre associata agli animali, ma evoca anche una particolare attitudine all'empatia e alla comunicazione con loro.
Inoltre quest'anno, la prima edizione, cade di venerdì, giorno dedicato tradizionalmente alla cucina di magro.

Chi la promuove?

L'iniziativa nasce dalle Edizioni Sonda, casa editrice di riferimento del mondo animalista e vegan italiano che compie 25 anni, in collaborazione con i migliori ristoranti specializzati italiani (e segnalati dalla "VegAgenda 2014"). Ha pubblicato oltre 40 titoli dedicati allo sviluppo di una cultura animalista e antispecista, e in particolare i ricettari e i volumi di alimentazione più originali e competenti.
L'editore di Sonda Antonio Monaco, un po' provocatoriamente, la definisce così «La Notte Veg è un invito a cena rivolto a tutti gli amici e un'occasione di riflessione e scambio sulle proprie scelte alimentari: su cosa, come, quanto e chi mangiamo».

Cosa si fa?

I ristoranti e i locali che partecipano all'iniziativa, anche non specializzati, proporranno esclusivamente una cena e un menu' vegan per mangiare insieme e per condividere e diffondere un messaggio di rispetto universale.
Ogni locale, ogni associazione e ogni famiglia o persona che aderirà a questa iniziativa potrà completare la serata, fino a tardi, con attività originali (presentazioni librarie, letture ad alta voce, musica, conversazioni, proiezioni...). È in via di definizione il programma all'insegna della spontaneità, in cui ciascuno possa interpretarlo, se vuole, a modo suo, con originalità e fantasia.
La casa editrice mette a disposizione la VegAgenda 2014 con i suoi autori e collaboratori, nonché tutti i suoi libri. Contattando la casa editrice e il sito www.sonda.it si potrà richiedere o scaricare gratuitamente la locandina e il logo dell'iniziativa.

Quanti saremo?

All'insegna di creatività e condivisione, almeno 10mila persone daranno vita ad una notte senza crudeltà.
Notte Veg è una vera festa collettiva, condivisa e organizzata insieme a 100 ristoratori, più di 20 associazioni e tantissimi autori e artisti, per far scoprire la forza della scelta etica vegan. Una notte di eventi, concorsi, letture e giochi creativi per tutti i gusti.
Il calendario con tutti gli eventi, i luoghi e i protagonisti di Notte Veg si trova sul sito (www.sonda.it/notte‐veg‐2013).

E in Emilia cosa succederà?

Hai un ristorante vegetariano/vegano, sei a conosceza di iniziativi legate alla notte veg in Emilia? Comunicacelo attraverso i commenti!

E buona Notte Veg a tutti.

Domenica, 29 Settembre 2013 15:39

SOMMARIO Anno 12 - n° 39 settembre 2013

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare - sommario  Anno 12 - n° 39  del 30 settembre 13

(Allegato in formato pdf scaricabile)

1.1 editoriale

Io non c'ero e se c'ero dormivo!

3.1 fiscale

Meglio in proprietà, affitto o leasing?

5.1 lattiero caseario

Grana padano in gran fermento. Latte spot cresce ancora

6.1 trasporto merci

Un altro passo verso la navigabilità del PO.

7.1 pomodoro

ASIPO in assemblea

8.1 agricoltura

XIII Forum internazionale sull'agricoltura e l'alimentazione

9.1 salute

Biosensori contro le allergie alimentari

9,2 UE e latte

Un osservatorio UE per il latte.

10,1 Consumi

V Gamma in decrescita.

11.1 Vendemmia

Vendemmia 2013: maggiore quantità e migliore qualità

 

Cibus n° 39 copertina

Domenica, 29 Settembre 2013 09:37

Biosensori contro le allergie alimentari



Se ne è discusso lo scorso 25 settembre a Roma.
-

di Virgilio --

Parma, 29 settembre 2013 -
I dati confermano una costante crescita di allergie alimentari. Alcuni alimenti tra i quali latte, uova, crostacei e molluschi, sono più a rischio di provocare reazioni allergiche. Alle volte, per frodi o per errori tecnici, le etichette non riportano quali tra i 14 allergeni individuati dalla Ue siano presenti. Da ciò l'idea di utilizzare le nanotecnologie per "intercettare" la presenza di allergeni.

Dall'idea al progetto di ricerca il passo è breve. In occasione del convegno sono stati riporta i risultati di un progetto di ricerca finalizzata del Ministero della Salute che ha avuto ampia partecipazione nazionale degli II.ZZ.SS e di enti di ricerca del settore. Attraverso un approccio multidisciplinare sono state affrontate le problematiche della determinazione degli allergeni nascosti legate alle metodichetradizionali di screening e di conferma e metodiche innovative (nano biosensori e PCR digitale). Nel progetto una parte delle risorse è stata dedicata a investigare una metodologia di comunicazione efficace verso il target più sensibile.

La seconda parte del progetto servirà a produrre dei veri e propri kit, che potranno essere utilizzati dai produttori della filiera alimentare, nei ristoranti o nelle mense. Mentre per le intolleranze è spesso un problema di quantità, per le allergie, poiché prevedono il coinvolgimento del sistema immunitario, anche una minima dose può esser dannosa.

Domenica, 29 Settembre 2013 07:43

Un osservatorio UE per il latte.



La proposta del commissario Dacian Ciolos per prevenire stati di crisi nelle aziende zootecniche.

di Virgilio -

Parma, 29 settembre 2013 – Al termine dell'incontro sul futuro del mercato del latte dopo la fine del regime delle quote, ieri a Bruxelles, Dacian Ciolos , commissario all'Agricoltura, ha caldeggiato l'isitutizione di un osservatorio di mercato. "Nelle nostre riflessioni, dobbiamo tener conto della grande diversità delle situazioni in tutta l'Europa, sia in termini di potenziale che di produzione, e della diversa importanza economica, o sociale o ambientale del settore nelle diverse aree. L' obiettivo della conferenza è quello di creare una piattaforma che esprima idee diverse, facendo domande, le opzioni di condivisione e di analisi della situazione e le prospettive per il settore", ha spiegato Ciolos.

L'importanza di poter contare su un Osservatorio europeo del mercato del latte, dopo la fine nel 2015 del sistema di quote di produzione, lo dimostra l'attuale evoluzione del prezzo ai produttori. L'esempio più significativo sta nel continuo superamento dei record del prezzo del latte spot. Il nuovo apice è stato raggiunto lunedi alla borsa veronese con una quotazione massima di 52,58€/100 litri di latte, incrementando di un lteriore 2% la precedente quotazione e segnando un aumento del 25% rispetto l'anno precedente.


Organizzato da Coldiretti se Studio Ambrosetti si terrà, come di consueto, nella prestigiosa Villa d'Este di Cernobbio dal 18 al 19 ottobre.

Roma, 27 settembre 2013 -

L'edizione 2013 del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, si terrà a Villa d'Este a Cernobbio, sul lago di Como, dal 18 al 19 ottobre.

Il Forum, giunto alla tredicesima edizione, costituisce l'appuntamento annuale del settore che riunisce i maggiori esperti, opinionisti, ed esponenti del mondo accademico nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere.

L'edizione di quest'anno si apre alle ore 10,00 di venerdì 18 ottobre con la presentazione dell'indagine sulla crisi nel piatto degli italiani. I risultati saranno illustrati dal presidente della Coldiretti Sergio Marini e dall'analista Roberto Weber.

Esclusive analisi sugli andamenti di mercato del Made in Italy e sui comportamenti dei consumatori, la povertà, la crescita e il lavoro, esposizioni ed esperienze imprenditoriali innovative, caratterizzeranno la due giorni.

(fonte Coldiretti)
Domenica, 29 Settembre 2013 09:20

IV Gamma in decrescita.



La crisi colpisce la IV gamma che vede una riduzione del 3,5% nei volumi d'acquisto.

Roma,  settembre 2013 --

I tagli al carrello della spesa non risparmiano gli ortaggi di IV gamma, un segmento - quello delle verdure fresche, lavate, tagliate e confezionate - immune, almeno fino allo scorso anno, dalla crisi dei consumi alimentari e in grado di esprimere tassi di crescita anche a due cifre.
 
La rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko indica nel periodo gennaio-agosto 2013 un calo del 3,5% dei volumi acquistati rispetto allo stesso periodo del 2012 e una flessione della spesa del 7,5%, a causa della concomitante riduzione dei prezzi medi al dettaglio (-4,2%).

Tale dinamica è riconducibile alla contrazione delle vendite di insalate monovarietali, di insalate miste e di altri ortaggi (ad es. carote), mentre le vendite di ortaggi pronti da cuocere si sono mosse in netta controtendenza, registrando un +2,8% su base annua, con un aumento della spesa dello 0,9%, solo in parte ridimensionata dalla riduzione dei listini medi (-1,8%).

Fino alla fine del 2012, gli acquisti di ortaggi di IV gamma hanno registrato un costante trend in crescita, complici l'elevato contenuto di servizio e la praticità d'uso che ne hanno fatto impennare i consumi del 380% in dieci anni nonostante prezzi decisamente più elevati rispetto al fresco tradizionale. 

I primi segnali di cedimento del mercato si sono manifestanti a dicembre 2012, quando l'onda lunga della crisi aveva determinato una brusca inversione di tendenza negli acquisti domestici che si è protratta fino a giugno 2013.

Miglioramenti sono emersi solo in estate: nel bimestre luglio-agosto le vendite (sia in volume che in termini monetari) hanno superato i livello dello stesso periodo del 2012, grazie soprattutto ai maggiori acquisti di insalate e ortaggi pronti da cuocere.

IV Gamma in decrescita
(Fonte Ismea)

 




Dopo alcuni anni di vendemmie anticipate, il 2013 torna nella "tradizione". Il culmine tra fine settembre e ottobre.

di LGC - Parma 29 settembre 2013 -

Secondo le stime Ismea e Unione Italiana Vini la produzione di vino 2013 dovrebbe attestarsi sui 44,5 milioni di ettolitri, l'8% in più rispetto ai 41,1 milioni indicati dall'Istat per la scorsa campagna.

Dopo una stagione primaverile caratterizzata da forti piogge e sparse grandinate su tutta la penisola, la stagione della vendemmia torna nell'arco tradizionale di raccolta tra settembre e ottobre. Una raccolta che porterà, sempre secondo e stime di Ismea, a superare la produzione 2012 (Vedi tabella).

Le temperature estive elevate hanno quindi consentito un buon recupero delle produzioni e ottime speranze di qualità in vinificazione.

A livello territoriale, nel Mezzogiorno l'esito vendemmiale dovrebbe tradursi in maggiori incrementi rispetto alle regioni del Nord. Questo in un contesto di crescita generale, ad eccezione del Friuli Venezia Giulia e dell'Umbria, dove la vendemmia, in calo rispettivamente del 5 e del 3 per cento su base annua, avrebbe subito le ricadute sia delle avversità atmosferiche che di problemi fitopatologici.

Vino produzione stima ismea

Giovedì, 26 Settembre 2013 10:38

Le pere Abate volano in USA

Bologna, 26 settembre 2013
 
Export, Rabboni firma a Macfrut l' accordo con lo stato del Delaware per la promozione delle pere Abate e delle altre eccellenze emiliano-romagnole sul mercato statunitense -
L'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni e il segretario di stato all'Agricoltura del Delaware Edwin Kee hanno firmato ieri a Cesena, all'interno del Macfrut, rassegna internazionale della filiera ortofrutticola che si conclude domani, un accordo per la promozione sui mercati americani delle pere Abate e delle altre eccellenze alimentari dell'Emilia-Romagna, all'indomani della storica apertura delle frontiere commerciali statunitensi per le pere e le mele made in Italy. Punto di incontro e di confronto per i professionisti dell' ortofrutta, da coloro che si occupano di produzione, di commercio, a chi è impegnato nella logistica, nel packaging, nei macchinari e nella distribuzione, Macfrut, è un "ideale Giro d'Italia" dove i prodotti delle tradizioni regionali sono mostrati agli operatori italiani ed esteri.
"L'apertura del mercato Usa rappresenta una nuova interessante opportunità per la nostra frutta – spiega Rabboni – ma anche una scommessa impegnativa per renderla riconoscibile ai consumatori d'oltre oceano e garantire nel tempo forniture di qualità. Le pere Abate Fetel dell'Emilia-Romagna sono un prodotto eccellente ed una novità per il mercato USA e come tale di grandi potenzialità. Ma come per tutti i nuovi prodotti sarà necessario un forte investimento in comunicazione, accordi con i servizi distributivi locali e certezza di standard qualitativi costanti nel tempo. E' questo l'obiettivo dell'accordo con lo Stato del Delawere che abbiamo firmato per l'export di pere, vino, aceti, formaggi e salumi e che rappresenta l'esito di un confronto avviato già nello scorso mese di gennaio in occasione della visita a Bologna del senatore federale Harris Mc Dowell."
Sempre nella giornata di ieri a Cesena l'assessore regionale Rabboni ha partecipato al primo incontro sull'export delle pere in USA, organizzato dal Cso (Centro Servizi ortofrutticoli di Ferrara), tra gli operatori accreditati negli Usa e alcuni rappresentanti dello Stato del Delaware. In particolare John Pastor, direttore dell'International Trade and Development Office. All'incontro era presente anche Chris Kenny del consiglio di amministrazione della catena di supermercati Shoprite.
L'Emilia-Romagna è il principale produttore italiano di pere e leader mondiale per la varietà Abate, un prodotto di elevata qualità che gode anche del riconoscimento Igp. La superficie coltivata a pere in Emilia-Romagna è di 22.500 ettari, per una produzione pari al 65% dell'intera produzione nazionale. Nella campagna 2012-2013 il prodotto esportato è stato pari a 142.443 tonnellate per un valore di quasi 168 milioni di euro.
L'apertura del mercato statunitense avrà una durata in via sperimentale per un anno ed è il frutto di un riuscito gioco di squadra che ha visto coinvolti, oltre al Cso e Assomela, il Ministero delle politiche agricole, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia autonoma di Trento e Bolzano. Determinante è stato il ruolo svolto dal Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna che ha consentito di superare le restrizioni dovute alla rigida normativa fitosanitaria statunitense, offrendo tutte le garanzie richieste nelle diverse fasi produttive. Un ruolo questo già giocato con successo a favore di un altro prodotto di cui l'Emilia-Romagna è leader – il kiwi - per permetterne l'esportazione nella Corea del sud. In questi giorni il Servizio fitosanitario regionale in stretta collaborazione con il Cso e gli ispettori statunitensi sta effettuando continui controlli sulla pera Abate presso i sei magazzini che partecipano al programma.
Giovedì, 26 Settembre 2013 08:14

Grana padano DOP in gran fermento




Latte spot sempre più sù. Parmigiano Reggiano, crescita moderata.

di Virgilio - Parma, 26 Settembre 2013 -

Una settimana si fermento nei lattiero caseari e soprattutto in casa Grana Padano DOP che ha visto registrare miglioramenti diffusi su quasi tutti i listini.

L'incremento maggiore si è mostrato sulla piazza di Mantova con aumenti pari a 20 centesimi al chilo per tutte le produzioni, mentre su Milano e Cremona i rialzi si sono allineati sui 10 centesimi. Il Grana Padano stagionatura 9 mesi e oltre a Milano ha quasi perfettamente replicato l'incremento della ottava precedente (+1,43%) fissando i prezzi all'interno della forbice 6,95€ e 7,20€ per kg di prodotto.

Meno marcato invece il segnale rialzista per il Parmigiano Reggiano dove a registrare gli incrementi sono stati prevalentemente i prezzi minimi. Il 12 mesi e oltre è stato quotato, nella sede borsistica di Parma, tra 8,60 e 8,90€/kg con un'incremento di 10 centesimi nella sola quotazione minima. Altrettanto alla borsa reggiana dove, la regina delle Dop, con 10,15 € ha migliorato di 5 centesimi la minima quotazione della settimana precedente e confermato il prezzo massimo fermo a 10,55€/kg.

Se le materie grasse si distinguono per l'assenza di movimenti e le quotazioni sono ormai stabili da diverse settimane il latte SPOT, invece, ha deciso di riprendere la cavalcata. A Verona nella seduta di lunedi 23 settembre si è registrato un aumento del 2,2% portando i valori di forbice tra 51,55€ e i 52,58€/10 litri di latte.

Latt GP14M

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Parma 22 settembre 2013 - -

SOMMARIO Anno 12 - n° 38  23 settembre 2013 - 



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SOMMARIO Anno 12 - n° 38 23 settembre 13

1.1 editoriale

+ IVA - Equitalia 

2.1 lattiero caseario

Parmigiano Reggiano, al via i piani produttivi

3.1 export

Frutta italiana negli USA

4.1 export

Olio d’oliva negli USA: ASSITOL, standard di qualità unici

5.1 lattiero caseario                                             

Le due principali DOP confermano i segnali di ripresa  

6.1 cereali                                           

Barilla e Regione per ridurre l’effetto serra 

7.1 ambiente

Ambiente, Ddl consumo del suolo: riunito primo gruppo di lavoro 

8.1 energia

Efficienza energetica nel settore agricolo. Verona dal 9 all’11 ottobre

9.1 salute                                             

Per allungare la vita: dieta, meditazione e esercizio fisico 

9,2 eventi

Grandi Marchi al 60° compleanno dei Masters of  Wine

10,1 Vino

Dalla “fusione” il buon vino.

11.1 “BOLLICINE”                 

Champagne: -36%  rispetto il 2012

Cibus 38set2013 copertina

Domenica, 22 Settembre 2013 11:00

Frutta italiana negli USA



L'Italia, che con Spagna si contende l'appellativo di "orto d'europa" finalmente sbarca in USA..

di Virgilio --

Roma, 22 settembre 2013

Ortofrutta: bene l'accordo, da fine mese pere e mele "made in Italy" sbarcano in Usa.

La Cia commenta la firma del piano operativo finalizzato all'export sul mercato americano di questi due prodotti, dopo aver superato il blocco delle barriere fitosanitarie: per il settore ortofrutticolo "tricolore" si tratta di una grossa opportunità, anche per compensare il calo della domanda interna (-2,5%). Gli Stati Uniti sono uno sbocco fondamentale per il nostro agroalimentare, con vendite in aumento del 7% nel 2013. L'ortofrutta rappresenta circa un terzo dell'intera Plv agricola del Paese.

Dalla fine del mese mele e pere italiane potranno essere esportate anche negli Stati Uniti. Per il settore ortofrutticolo nazionale si apre quindi una nuova grande opportunità, visto che gli Usa rappresentano un mercato di sbocco fondamentale per il "made in Italy" agroalimentare con un aumento delle vendite dell'11 per cento nel 2012 e del 7 per cento nei primi cinque mesi del 2013. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito all'accordo sottoscritto dall'Animal and Plant Health Inspection Service (APHIS) e dal Servizio fitosanitario centrale del Mipaaf e diretto all'export di mele e pere italiane verso il Paese americano.

L'apertura di un nuovo sbocco commerciale è rilevante soprattutto in una fase come quella attuale, in cui la domanda interna è stagnante -sottolinea la Cia- e le esportazioni diventano fondamentali per compensare il crollo dei consumi domestici. Nella prima metà dell'anno, infatti, gli acquisti di ortofrutta fresca sono diminuiti del 2,5 per cento in quantità e del 3,6 per cento in valore.

Ecco perché l'export verso nuovi mercati diventa vitale per un comparto come quello ortofrutticolo, che già oggi realizza un quarto del proprio fatturato oltreconfine. L'ortofrutta -ricorda ancora la Cia- rappresenta circa un terzo dell'intera Plv agricola del Paese e, con una produzione di circa 35 milioni di tonnellate l'anno e un giro d'affari di circa 12 miliardi, l'Italia si contende con la Spagna l'appellativo di "orto d'Europa".


L'associazione degli industriali apprezza la proposta della Commissione per il Commercio internazionale degli Stati Uniti, che ipotizza di arrivare ad uno standard riconosciuto dalla FDA per verificare le caratteristiche degli oli. Un'idea che Assitol promuove da tempo

Roma, 22 settembre 2013

Bene l'ipotesi di individuare parametri standard per garantire la qualità dell'olio d'oliva negli Stati Uniti. ASSITOL, l'associazione italiana dell'industria olearia, commenta così l'indicazione presentata nel Report sulle condizioni di competitività tra USA e Paesi fornitori di oli d'oliva, voluto dalla Commissione per il Commercio internazionale degli Stati Uniti.

In particolare, lo studio riconosce l'importanza di definire uno standard approvato dalla FDA (Food and Drug Administration), in grado di verificare l'autenticità e le caratteristiche qualitative dell'olio, la cui domanda in America è in continuo aumento. "Proprio ASSITOL – osserva Claudio Ranzani, direttore generale di ASSITOL - ha più volte rilanciato l'ipotesi che anche gli USA adottino le regole messe a punto dal Consiglio Oleicolo Internazionale nell'ambito della NAOOA, l'associazione nord-americana dell'olio d'oliva. In tal senso, fa piacere che il Report apprezzi l'attività di controllo effettuata proprio dall'organizzazione statunitense, in collaborazione con il COI".

L'indagine della Commissione governativa mette anche in evidenza la necessità di investire a favore di una migliore informazione dei consumatori sulle proprietà degli oli d'oliva. "Un'idea che ci trova perfettamente d'accordo – afferma il Presidente Colavita – e che vede le nostre aziende attive già da tempo. In questo modo, gli spazi di mercato per l'olio extravergine ne uscirebbero rafforzati".

Benché il Report sottovaluti fortemente il numero di controlli operati in Italia sull'olio extravergine destinato all'esportazione, esso presenta accurate informazioni sul settore, come la situazione dei singoli Paesi produttori e, dato non facilmente reperibile, una stima dei costi di produzione dei principali paesi fornitori.

Infine, in merito al comparto italiano, l'indagine sottolinea positivamente la storica capacità delle nostre imprese, obbligate a trovare all'estero i quantitativi di materie prime che l'Italia non produce, nel selezionare e creare "blend" di oli extravergini, definendolo un "vantaggio competitivo"..
Domenica, 22 Settembre 2013 10:14

Barilla e Regione per ridurre l'effetto serra




Barilla partner della Regione Emilia Romagna per il progetto che punta a ridurre gli impatti del sistema agricolo emiliano

Parma, 22 settembre 2013 -

Dopo la recente approvazione da parte della Commissione Europea, l'assessore Regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni ha presentato questa mattina presso la sede della Regione Emilia-Romagna di Bologna il progetto LIFE + "CLIMATE CHANGE ER", che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas effetto serra da parte dei sistemi agricoli della Regione.
Barilla è tra gli importanti partner privati inclusi nel progetto alla luce della propria esperienza nel percorso di riduzione dell'impatto ambientale lungo tutta la filiera, dal campo al piatto.

In particolare, Luca Ruini, Responsabile Ambiente per il Gruppo Barilla, ha presentato i risultati della ricerca sulla qualità e sostenibilità della coltivazione del grano duro realizzata con Horta (Spin Off dell'Università Cattolica di Piacenza) e Life Cycle Engineering di Torino. La ricerca è stata condotta in tutta Italia tra il 2011 e il 2012 sui campi di 25 aziende agricole fornitrici di grano di Barilla. Il lavoro ha dimostrato l'importanza di un approccio integrato, che tiene in considerazione la salvaguardia del suolo e dell'ambiente, aspetti di qualità e sicurezza alimentare e il valore economico per gli operatori della filiera. Ciò è stato possibile attraverso l'adozione delle Linee Guida riportate nel Decalogo di Coltivazione e del Sistema di Supporto alle Decisioni granoduro.net®, un sistema accessibile via web sviluppato da Horta.

In dettaglio, si è trovata conferma da una parte che l'avvicendamento colturale, con rotazioni che alternano i cereali con le leguminose (pisello, favino, cece, lenticchia), le proteoleaginose (colza, girasole, soia) o le colture ortofrutticole, consente di produrre un grano duro di alta qualità, miglio-rando allo stesso tempo la fertilità del terreno, consentendo di ottimizzare i trattamenti necessari per la protezione della coltura e di migliorare l'efficienza dei fertilizzanti impiegati. Dall'altra che gli strumenti di supporto alle decisioni come granoduro.net®, attraverso la valutazione di condizioni meteorologiche e delle specificità del territorio, consentono di ottenere risultati di alta qualità ottimizzando i mezzi tecnici e riducendo gli impatti ambientali.

"Abbiamo già una storia di forte collaborazione in Emilia Romagna – ha spiegato Luca Ruini –, dove da anni abbiamo sviluppato accordi quadro per la produzione di grano duro di qualità a livello locale. Con questa nuova ricerca, attraverso l'analisi del ciclo di vita del prodotto abbiamo visto che oltre il 60% dell'impronta ecologica della pasta deriva proprio dalla coltivazione del grano duro. Ci siamo così impegnati per garantire una materia prima ottima per la nostra pasta con un minore impatto ambientale, e abbiamo scoperto che le tecniche tradizionali, affiancate da nuove tecnologie, consentono anche di ottimizzare i costi di produzione con un potenziale vantaggio per gli agricoltori".

Infatti, nella sperimentazione 2011/2012 l'adozione di corretti avvicendamenti e l'impiego dell'uso dei modelli previsionali presenti in granoduro.net® hanno complessivamente condotto a una riduzione superiore al 30% delle emissioni di CO2, un aumento del 20% delle rese di produzione, con una riduzione dei costi per l'agricoltore fino al 30%. Ciò è avvenuto grazie ad un uso più mirato dei fertilizzanti e ad un'ottimizzazione dei trattamenti fitosanitari, rispetto alle tecniche intensive tradizionali che prevedono un impiego di risorse definite a priori e non in funzione dell'andamento specifico della campagna.

A partire dai risultati della ricerca sono stati realizzati due strumenti a supporto degli operatori agricoli: da un lato il Decalogo Barilla per la coltivazione del grano duro sostenibile, che suggerisce 10 semplici regole per rendere più efficienti le pratiche colturali e abbassare l'impatto, tra l'altro totalmente in linea con la PAC. Dall'altro lato granoduro.net®, uno strumento online che aiuta l'agricoltore giorno per giorno a ottimizzare le tecniche attraverso interventi più efficienti e mirati in base alle specifiche condizioni, come ad esempio le condizioni meteorologiche previste, le caratteristiche del suolo, la varietà di grano o le precedenti rotazioni. "Siamo molto orgogliosi - ha dichiarato Luca Ruini - perché grazie ai dati che abbiamo raccolto, il progetto di Barilla potrà fornire un'esperienza utile per contribuire a definire le linee politiche strategiche e i successivi piani per lo sviluppo di un sistema agricolo sostenibile per la Regione Emilia Romagna."

Il Gruppo Barilla

Nata a Parma nel 1877 da una bottega che produceva pane e pasta, Barilla è oggi tra i primi Gruppi alimentari italiani, leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Attualmente il Gruppo Barilla possiede 30 siti produttivi (14 in Italia e 16 all'estero) ed esporta in più di 100 Paesi. Dagli stabilimenti escono ogni anno circa 1.700.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Voiello, Pavesi, Academia Barilla, Wasa, Harrys (Francia e Russia), Misko (Grecia), Filiz (Turchia), Yemina e Vesta (Messico).

 

Barilla



"La nostra presenza a Londra è un riconoscimento per tutto il vino italiano " dichiara Piero Antinori, presidente dell'Istituto Grandi Marchi.

Londra,  settembre 2013. Gran finale con il vino tricolore alle celebrazioni dei 60 anni dell'Institute of Masters of Wine (IMW), che si aprono oggi (16 settembre ndr) a Londra. Sarà, infatti, l'Istituto Grandi Marchi a chiudere, il 19 settembre, la quattro giorni di eventi - tra seminari e degustazioni - per la ricorrenza della nascita dell'accademia mondiale che forma i più influenti e preparati esperti del vino dei cinque Continenti. Per l'occasione le 19 cantine icona dell'enologia italiana, divenute simbolo della varietà e della qualità del vino made in Italy con ben 12 regioni rappresentate, saranno protagoniste di un seminario-degustazione di vini da vitigni autoctoni dei rispettivi territori. Un tasting strategico, questo, esclusivamente riservato ai Masters of Wine. Obiettivo: dimostrare la ricchezza varietale del vigneto Italia.

La partecipazione dei Grandi Marchi al 60° compleanno dei Masters of Wine, che conta attualmente 312 membri in tutto il mondo (erano solo 6 al debutto dell'Istituto), consolida ulteriormente la partnership siglata nel 2009 quando, per la prima volta, una compagine italiana venne ammessa come major supporter della prestigiosa istituzione londinese.

"La nostra presenza a Londra è un riconoscimento per tutto il vino italiano – dichiara Piero Antinori, presidente dell'Istituto Grandi Marchi -. Dal 2009 abbiamo promosso e sostenuto un programma di collaborazione e formazione volto ad accreditare l'Italia del vino presso l'IMW. Questa è una case history importante per tutto il settore – conclude Antinori – che documenta che solo superando i personalismi si può far crescere il brand Italia nel mondo, dal vino fino agli altri settori di eccellenza del nostro Paese".

Tra i principali risultati della cooperazione tra i due istituti, quelli dell'organizzazione dei primi corsi per aspiranti MW italiani e l'accettazione della candidatura italiana, avanzata sempre dai Grandi Marchi, ad ospitare l'8° Simposio mondiale dell'IMW che si terrà a Firenze dal 15 al 18 maggio 2014. L'organizzazione degli eventi firmati IGM-IMW è affidata alla IEM, International Exhibition Management.

Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca' del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
Domenica, 22 Settembre 2013 08:16

Dalla "fusione" il buon vino.



Si chiamerà "emilia wine" il nuovo polo del vino reggiano frutto dell'integrazione fra le tre storiche cantine sociali di reggio emilia, arceto, prato e la nuova di correggio.

Reggio Emilia, 22 settembre 2013 -

A confermare la notizia è l'agenzia Agrapress che sottolinea come la nuova realtà, già operativa dalla campagna in corso, associa oltre 700 produttori e concentra un terzo di tutta la produzione vitivinicola di reggio emilia pari a 350.000 quintali di uve lavorate come spiegano le unioni provinciali di confcooperative e legacoop. "Questa fusione e' la risultante di una cultura sempre più orientata all'aggregazione che sta cambiando il volto della realtà agroalimentare cooperativa reggiana, attraverso concentrazioni fortemente orientate al mercato che hanno investito negli ultimi dieci anni sia il comparto vitivinicolo che il lattiero-caseario", affermano Alberto Lasagni e Luigi Tamburini, i responsabili agricoli provinciali delle due centrali cooperative, sottolineando che "tutte le strutture delle tre cantine, che complessivamente fatturano 20 milioni di euro, resteranno in funzione". Delle tre cantine che formano "emilia wine", una e' associata a legacoop (prato), le altre a confcooperative (nuova di correggio e arceto, quest'ultima con doppia adesione). nei prossimi mesi verra' nominato il presidente della nuova struttura.
Domenica, 22 Settembre 2013 07:51

Champagne: -36% rispetto il 2012



Molto probabilmente la crisi sta dando una mano alle "bollicine nazionali" mentre il rinomato "Champagne" sta perdendo appeal sulle tavole nostrane e non solo.

La crisi spinge infatti al record storico lo spumante italiano all'estero dove sono aumentate del 12 per cento le bottiglie esportate che tolgono spazio sugli scaffali al piu' costoso champagne francese.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia il record negativo fatto segnare dalle bollicine francesi in Italia sulla base dei dati Istat relativi alla prima metà dell'anno. Il risultato - sottolinea la Coldiretti - è che per fine anno si stima saranno stappate attorno ai 5,5 milioni bottiglie di champagne rispetto alle 16,3 milioni arrivate in Italia nel 2008. Nel 2013 le importazioni delle bollicine francesi - precisa la Coldiretti - hanno infatti toccato il fondo dall'inizio della crisi con un calo del 36 per cento rispetto al 2012,
Se da un lato si riducono le occasioni di festa per la maggioranza degli italiani che è costretta ad affrontare la pesante riduzione del potere di acquisto determinata dalla crisi, c'è anche diffusa la volontà - continua la Coldiretti - di preferire prodotti Made in Italy nella consapevolezza di sostenere così la ripresa dell'economia nazionale. Secondo una indagine Coldiretti/Censis il 90 per cento degli italiani preferisce acquistare prodotti del proprio territorio anche per sostenere l'economia. Una conferma viene dal fatto che lo spumante italiano non sembra infatti risentire della crisi nei consumi che sta soffocando il mercato interno e fa registrare un aumento del 7,9 per cento delle bottiglie acquistate dalle famiglie italiane nel primo semestre dell'anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.
Al contrario la tendenza alla riduzione del consumo di champagne è in realtà evidente a livello internazionale con il volume delle spedizioni di Champagne che accusa una diminuzione generale del 3,1 per cento, con vendite in flessione del 5,1 per cento in Francia e del 7,1 per cento in Europa, mentre solo i mercati extracomunitari resistono, con un aumento del 6,8 per cento nel primo semestre 2012. Non è un caso che quest'anno la maison Valentino ha scelto le bollicine Franciacorta per festeggiare a Parigi la Vendemmia 2013».
Giovedì, 19 Settembre 2013 08:25

Parmigiano Reggiano: via ai piani produttivi

Reggio Emilia, 19 settembre 2013

Il "Piano di Regolazione dell'Offerta" per il 2014 prevede 3.250.000 forme. Produzione misurata in latte e ruolo decisivo degli allevatori -
I produttori di Parmigiano Reggiano imboccano decisamente la via del governo della produzione, legando più saldamente il lavoro degli allevamenti e dei caseifici – e conseguentemente i redditi – alle dinamiche di mercato.. Dall'Assemblea del Consorzio di tutela è infatti venuto il via a quei piani produttivi – e più precisamente Piani di regolazione dell'offerta, già sperimentati in passato su base volontaria e in assenza di una legislazione di riferimento – ai quali ha spalancato le porte la stessa Unione Europea con l'approvazione del "Pacchetto latte" che, anche in vista della fine del regime delle quote che scatterà a fine marzo, proprio per i prodotti Dop ha previsto la possibilità – in deroga alle norme antitrust – di stabilire norme specifiche per il governo della crescita produttiva.

"E' un risultato che riteniamo fondamentale per avviare un nuovo corso nella filiera del Parmigiano Reggiano", sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai.

"Da una parte, infatti – ha proseguito Alai – abbiamo uno strumento decisivo ai fini di una gestione della produzione che eviti le storiche e grandi oscillazioni che hanno contrassegnato la storia del prodotto, determinando una instabilità delle quotazioni e pesantissime crisi che sono insopportabili economicamente, nemiche dei redditi e di quegli investimenti che si possono effettuare solo sulla base di previsioni di mercato attendibili e che abbiano a fondamento proprio i flussi produttivi; dall'altra, i produttori di latte per Parmigiano Reggiano, e non solo i caseifici, assumono un ruolo e una responsabilità centrale ai fini della determinazione del proprio futuro".

"I piani approvati – prosegue Alai – parlano, peraltro, di governo della crescita, e non di riduzioni dei flussi dietro le quali si potrebbero nascondere intenti speculativi: al contrario, l'obiettivo è crescere ordinatamente per dare maggiore stabilità ai redditi e punti di riferimento più precisi anche ai consumatori, spesso disorientati di fronte ad oscillazioni di prezzo – determinate proprio da eccessi o da drastici cali produttivi – che il nostro prodotto rischia di pagare in termini di fedeltà e costanza d'acquisto". E così come non si parla di riduzioni, allo stesso modo non si parla di "sanzioni": "gli eccessi produttivi – spiega Alai - faranno scattare graduali contribuzioni aggiuntive, e queste risorse straordinarie saranno unicamente utilizzate come investimenti a sostegno del mercato interno e, ancor più, della penetrazione e del rafforzamento delle posizioni sui mercati esteri, consentendo di aggiungere altri elementi di stabilità per il comparto".

Crescita, dunque, e così sarà, visto che la produzione presa a riferimento per determinare i quantitativi di produzione per il 2014 è quella del 2010, con correttivi e integrazioni (legati proprio all'andamento di mercato e ad un export che continua a crescere a ritmi superiori al 6%) che portano la soglia a 3.250.000 forme. Circa un 8% in più, in sostanza, proprio rispetto al 2010 (3.018.260 forme), 20.000 forme in più rispetto al 2011 (3.231.915), una leggera flessione rispetto al 2012 (3.307.221) e un dato sostanziale allineamento a quella che potrebbe essere il saldo 2013, dopo un primo semestre all'insegna della flessione (- 1,99% la produzione gennaio-giugno) e i mesi estivi caratterizzati da una leggera ripresa (+ 0,85% a luglio e + 1,7% in agosto su base mensile).

L'elemento di novità, in ogni caso, è rappresentato dal fatto che il punto di riferimento non saranno le forme, ma i quantitativi di latte che confluiscono nei caseifici. "Un meccanismo semplice – afferma il direttore generale del Consorzio, Riccardo Deserti - che non richiede alcuna traduzione in base alle rese latte/formaggio: essendo gli allevatori il punto nodale di tutto il sistema, l'unità di misura è proprio quella con la quale abitualmente si relazionano, e su questo elemento si stabilisce anche una sostanziale differenza rispetto alla gestione di altre Dop".

Proprio ai produttori passa ora la parola. Dopo le decisioni assembleari- assunte pressoché all'unanimità dai caseifici del Parmigiano Reggiano, i 3.500 allevatori che conferiscono il latte dovranno apporre la firma a sottoscrizione individuale di questo impegno, cui effetti si avranno al raggiungimento dei due terzi dei consensi.

"Non si tratta solo di un esercizio di democrazia sostanziale – conclude il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – ma di rispetto profondo delle attività degli allevatori, chiamati a dare il semaforo verde a quella che si configura come un'autentica rivoluzione a sostegno e tutela della crescita e della stabilità dei redditi".
 
(Fonte: ufficio stampa Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano)
 



Riprende la salita del Latte Spot (+1,02).

di Virgilio - Parma, 18 Settembre 2013 -

latt3 - Parmigiano Reggiano 24 Mesi e oltre

Nonostante sia confermata, anche nella 37esima settimana, di una leggera ripresa per le quotazioni delle due principali DOP italiane permane un diffuso sentimento negativo tra gli operatori.


La lievitazione dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione da un lato e la stagnazione sul fronte dei consumi interni dall'altro, non consente di guardare con ottimismo il prossimo futuro. E' l'export che, al momento, riesce a non fare ricadere il settore in stato di crisi.

Per ciò che concerne le dinamiche di mercato del Grana Padano Dop si registra un incremento dei listini a Mantova dai 5 ai 10 centesimi al chilo per tutte le stagionature. Il Parmigiano Reggiano Dop, pur migliorando le quotazioni, sostanzialmente tende ad adeguare il prezzo delle produzioni sulle varie piazze. Infatti gli aumenti si registrano a Modena per le quotazioni minime, a Reggio Emilia per tutte le tipologie quotate, a Mantova per le sole produzioni 12 e 18 mesi e a Parma sui valori minimi di tutte le varietà.

Sul fronte del latte crudo, dopo tre settimane, torna a salire il prezzo del Latte SPOT nazionale. Nella seduta di lunedi 16 settembre, la borsa di Verona, registra un +1,02% portando la forbice tra il prezzo minimo e massimo compresa tra 50,52€ e 51,55€/100 litri di latte.

Nessuna variazione relativamente alle quotazioni delle materie grasse.

 

 

Reggio Emilia, 17 settembre 2013 -
 
Alcuni semi di specie tutelate da Arca Regia sono state piantate da Vandana Shiva. L'assessore Rivi: "Un gesto importante che ha riconosciuto il valore del lavoro di tutela svolto in questi anni" -

Uno scambio tra culture: i semi portati da Vandana Shiva dall'India e i semi di specie vegetali italiane a rischio di scomparsa, in particolare di specie reggiane tutelate da Arca Regia, sono stati piantati nel corso dell'inaugurazione del Sana, il Salone internazionale del Biologico e del Naturale, a Bologna. Ad accoglierli due vasi che sono poi stati ripiantati nell'area degli orti comunali di via Salgari (a Bologna) nell'ambito del progetto promosso da BolognaFiere "Bologna città degli orti".

Alla cerimonia di inaugurazione, che si è svolta lo scorso 7 settembre, hanno partecipato tre agricoltori reggiani: Paolo Codeluppi, Mirco Marconi in rappresentanza dell'istituto Zanelli, e Giovanni Ongaro della coop La Collina, assieme a loro anche i rappresentanti della Provincia di Reggio Emilia.

Nel suo intervento, "Semi di libertà, giardini di speranza. L'agricoltura biologica per salvare il mondo", Vandana Shiva, in particolare, si è soffermata non solo sul ruolo che va riconosciuto all'agricoltura biologica, ma anche sulla campagna internazionale da lei promossa a tutela della biodiversità dei semi, contro i brevetti delle sementi industriali.

"La nostra presenza a Bologna – ha commentato l'assessore provinciale all'agricoltura Roberta Rivi – ha un grande significato. È stato un modo per riconoscere il lavoro svolto in questi anni con Arca Regia, con gli "agricoltori custodi" che si stanno impegnando per la tutela e la salvaguardia di un grande patrimonio rappresentato dalle antiche varietà vegetali e razze animali della nostra terra che rischia altrimenti di scomparire, ma che la Provincia di Reggio Emilia vuole assolutamente conservare, tutelare e valorizzare".

Sono quasi 70 le specie individuate nell'ambito di Arca Regia al termine di un meticoloso lavoro di ricerca condotto negli ultimi anni, che ha portato alla pubblicazione del Catalogo della biodiversità reggiana. Nel Catalogo, che dopo la pubblicazione è rimasto aperto a nuove indicazioni, ci sono diverse curiosità per le nuove generazioni (e riscoperte per chi è più anziano), in ogni caso specie meritevoli di essere conservate, compito affidato ad un nucleo di "agricoltori custodi" che si affiancano ad istituzioni di ricerca e scolastiche.
 
(Fonte: ufficio stampa Provincia Reggio Emilia)

SOMMARIO Anno 12 - n° 37 16 settembre 2013

 

(scaricabile in pdf in allegato)


1.1 editoriale
Tra crisi e spinte indipendentiste
2.1 biologico
SANA: "Bravo Bio", menzioni speciali per due "emiliani"
2.2 biologico
SANA chiude con +20% di visitatori
3.1 lattiero caseario
Leggera ripresa per Grana Padano e Parmigiano nelle stagionature intermedie
3.2 cooperazione
Agrinsieme nata per dare risposte a problemi comuni
4.1 horeca
Bevande alcoliche, il rischio di consumi illegali
5.1 carne
La "Buona Carne"
6.1 UE - latte
Dopo la fine delle quote latte
6,2 emergenza aviaria
AVIARIA: un mese ancora e l'emergenza dovrebbe cessare
6,3 Eventi: sana
Biologico in Salute
7.1 Salute
Aviaria, terzo contagio umano

Cibus37

Domenica, 15 Settembre 2013 10:18

SANA chiude con +20% di visitatori



BolognaFiere acquisisce due nuove manifestazioni NUCE e FOOD-ING che nel 2014 affiancheranno SANA

Bologna,  settembre 2013 - -

Si è conclusa, martedì 10 settembre, SANA 2013, 25° Salone Internazionale del biologico e del naturale con una crescita record dei visitatori Italiani e internazionali, + 20 per cento rispetto al 2012, per un totale di oltre 32.000 presenze (32.400). BolognaFiere con SANA e le nuove manifestazioni è ora la piattaforma leader per il ruolo strategico del biologico anche nell'ambito di EXPO 2015
Il venticinquesimo SANA ha registrato anche il successo dell'impegno preso da BolognaFiere verso l'EXPO 2015, assieme all' associazione di riferimento del settore biologico, Federbio. Testimonial d'onore di questa edizione Vandana Shiva che, nel corso della cerimonia inaugurale ha detto, rivolgendosi al pubblico di SANA e agli organizzatori: .
BolognaFiere si è proposta di realizzare a cominciare da questa edizione, e anche nel 2014, un SANA focalizzato sui temi dell'Expo, un evento volto ad aggregare le esperienze internazionali nel campo della biodiversità che saranno poi ospitate all'interno dell'Expo. Per questo BolognaFiere ha proposto al ministro De Girolamo e al delegato del governo all'Expo Maurizio Martina, nel corso degli incontri di SANA di rappresentare, anche con una presenza diretta all'EXPO che potrà organizzare assieme ai produttori del settore, la filiera di qualità della nuova eco-agricoltura italiana e dell'agroindustria.
Alla chiusura di SANA BolognaFiere dà anche notizia della conclusione dell'accordo per l'acquisizione, dall'organizzatore Artenergy Publishing, di NUCE (Salone internazionale per l'industria nutraceutica, cosmeceutica, dei functional foods & drinks e degli health ingredients) e FOOD-ING (evento dedicato agli ingredienti del food & beverage per tutti i settori dell'industria alimentare e delle bevande), che, da dall'dizione 2014, si terranno insieme al salone del biologico e del naturale.
Assieme a SANA, le due manifestazioni offriranno, dal 2014, un'ampia piattaforma di tutta la filiera dell'alimentazione biologica e della salute, della nutraceutica e della cosmeceutica.
"Siamo convinti", ha commentato il presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli - "che da qui al 2015 con SANA e altre nostre manifestazioni come EIMA, la grande manifestazione Internazionale di Macchine per l'Agricoltura e il Giardinaggio (organizzata da FederUnacoma), e in collaborazione con le associazioni di categoria, potremo essere la piattaforma per la promozione di quanto l'Italia dovrà dire al mondo nel campo dell'agricoltura sostenibile e della crescita ulteriore di questo comparto, che rappresenta uno dei settori più interessanti dell'economia verde. Siamo molto soddisfatti dell'accordo che porta a Bologna due nuove fiere, molto qualificate e che si sono tenute fino ad ora a Fiera Milano e della collaborazione che proseguiremo con l'organizzatore Artenergy Publlishing che ha condiviso questo accordo per la sinergia con SANA e con l'Expo. Le due manifestazioni – NUCE e FOOD-ING - offriranno un'ampia piattaforma assieme all'alimentazione e al biologico delle filiere della nutraceutica, cosmeceutica. 2
Il Ministro De Girolamo e il sottosegretario con delega all'Expo Maurizio Martina hanno assicurato l'impegno del governo nell'appoggio del progetto di BolognaFiere all'Expo 2015.
Commenti molto positivi anche da parte degli espositori. "La venticinquesima edizione di SANA, che ha visto l'aumento significativo degli espositori, dei buyer esteri e dei visitatori – ha dichiarato il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla, "conferma il ruolo insostituibile del Salone sia come evento leader per il biologico in Italia, sia come piattaforma per l'internazionalizzazione del bio e per la sua presenza all'EXPO 2015."

Domenica, 15 Settembre 2013 09:02

Bevande alcoliche, il rischio di consumi illegali

 

ACCISE: PRODUTTORI DI BEVANDE ALCOLICHE CON FEDERALIMENTARE SI APPELLANO AL GOVERNO LETTA PER SCONGIURARE ULTERIORI AUMENTI FISCALI.

Roma, settembre 2013 -
AssoBirra, AssoDistil, Federvini assieme a Federalimentare, la Federazione dell'industria alimentare italiana che rappresenta oltre 6000 aziende e 405.000 addetti, hanno scritto una lettera urgente al capo del Governo Enrico Letta per scongiurare ogni ulteriore aumento delle accise sulle bevande alcoliche, già colpite dagli aumenti introdotti con il decreto legge 91/2013 di agosto. Nella lettera, i Presidenti delle Associazioni Alberto Frausin, Antonio Emaldi, Lamberto Vallarino Gancia e, a sostegno, Filippo Ferrua Magliani chiedono un incontro al Presidente Letta per presentare i dati sull'andamento dei settori, affinché il legislatore faccia una valutazione attenta prima di introdurre ulteriori inasprimenti fiscali sulle bevande alcoliche. "Nonostante siano già stati deliberati degli aumenti per i due prossimi anni – si legge nella lettera - si torna ancora a parlare di possibili ulteriori aumenti e le voci trovano sempre forti echi allorché siano prossimi ad essere adottati nuove misure di intervento da parte del Governo." Ma la missiva congiunta ricorda che "anche se apparentemente di portata limitata, ogni aumento porta con sé importanti oneri amministrativi e finanziari che ne amplificano la portata". In questo particolare momento storico, a tutti sono richiesti sacrifici. Ma, senza alzare i toni, i produttori di bevande alcoliche hanno un invito da rivolgere alla politica: che venga scongiurato l'aumento delle accise sulle bevande alcoliche come strumento per fare cassa o, tantomeno, per eventuali formule di copertura. Il gettito delle accise si è infatti continuamente contratto per la crisi dei consumi alimentari: nel solo primo semestre del 2013 ha mostrato una contrazione superiore al -8%. Inoltre, sulle accise gli operatori si vedono addebitata anche l'IVA del 21% (imposta su imposta). È uno scenario che non ammette spazio per aumenti di sorta, se non mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose piccole e medie imprese che operano sul territorio nazionale nella produzione e vendita delle bevande alcoliche. La Federazione ricorda, a tale proposito, il parere contrario espresso dalla Ragioneria Generale dello Stato sulla copertura indicata in Parlamento nel disegno di legge sugli esodati della scuola, "in quanto lo stesso, incrementando in modo consistente la tassazione sugli alcolici determina, in un contesto di difficoltà economiche diffuse, sicuri effetti regressivi, con diminuzione dei consumi e conseguente aumento dei consumi illegali, peraltro privi dei necessari controlli sanitari, correlati al fenomeno contrabbandiero."
(fonte federalimentare)



Gardini (Alleanza Cooperative), "cinque organizzazioni hanno dato vita ad Agrinsieme per dare risposte a problemi comuni."


Il presidente di Confcooperative e dell'Alleanza delle cooperative Agricole Maurizio Gardini ha spiegato in un convegno a Mantova che "la forza di Agrinsieme è che si tratta di un progetto non calato dall'alto"

"A quanti mi chiedono di spiegare cos'è Agrinsieme, io rispondo che è la volontà di mettersi insieme per trovare soluzioni a problemi comuni. Erano i nostri stessi soci che quando ci incontravano ripetevano: 'gli agricoltori hanno tutti gli stessi problemi, mettetevi insieme e provate a trovare soluzioni'. Ecco, Agrinsieme è la risposta ad esigenze fortemente avvertite dalle migliaia di aziende e cooperative da noi rappresentate, una risposta che non somiglia neanche lontanamente a quei progetti che nascono nel nostro comparto come frutto di decisioni assunte nella solitudine dei palazzi romani e poi imposte ai dirigenti e agli agricoltori che operano nei territori". Così il presidente di Confcooperative e dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini intervenendo lo scorso 8 settembre al convegno "Agricoltura e politica: Agrinsieme per la riforma dell'agricoltura italiana e della Pac, che si è svolto alla Fiera Millenaria di Gonzaga (Mantova).
"La forza di Agrinsieme – ha proseguito Gardini - è dunque il consenso, perché si tratta di un progetto che non è calato dall'alto. La scelta da parte di Cia, Confagricoltura e dell'Alleanza delle Cooperative di stare insieme è piuttosto la logica conseguenza del fatto che cinque soggetti tra loro diversi condividano una stessa visione di agricoltura, che è fondamentalmente proiettata verso il futuro".
Il modello di agricoltura che persegue Agrinsieme, ha spiegato Gardini, "è quello di un'agricoltura che è non chiusa ai mercati locali, ai prodotti coltivati sotto casa e magari anche trasformati in casa, un modello in grado di sedurre schiere di media e di lettori, ma che non coglie in pieno le potenzialità di quello che è e resta un comparto produttivo ed economico tra i più importanti del nostro Paese e che, spesso lo si dimentica, è oggi chiamato a produrre sempre più cibo di qualità per un mercato ormai globale".
"Questo è il tempo delle scelte organizzative che richiedono sempre una grande dose di coraggio – ha concluso Gardini – e le nostre scelte sono chiare: noi non possiamo permetterci di inseguire ed affermare una visione di agricoltura anacronistica, legata ai modelli del passato. Il nostro obiettivo è invece raccogliere le sfide e le opportunità della globalizzazione, mettendo al centro le filiere agricole e rendendole sempre più efficienti, forti e strutturate, per riuscire ad essere competitive sul mercato e generare più reddito per gli agricoltori"

Domenica, 15 Settembre 2013 08:10

La "Buona Carne"



Il 26 settembre a Castel Vecchio una giornata di approfondimenti - 

La 'buona carne' fa parte della storia alimentare dell'uomo, ha accompagnato lo sviluppo della specie umana fin dalla preistoria e persino le grandi Religioni monoteiste dettano regole precise per il suo consumo. Con lo sviluppo della scienza moderna e della tecnologia sono stati fatti grandi passi avanti anche nella conoscenza di questo alimento, insieme semplice e complesso, ma certamente prezioso. Ma quanto ne sappiamo, in realtà? E quali prospettive apriranno le innovazini che incalzano? A dare una risposta a questi e a molti altri interrogativi il convegno che si terrà il 26 settembre prossimo alla sala convegni del Circolo ufficiali di Castel Vecchio a Verona. Scarica il programma
Il convegno La 'buona carne'... un patrimonio da proteggere e conoscere meglio, organizzato da Società italiana di medicina veterinaria preventiva, Università degli studi di Padova, Ulss 20, Associazione Vincenzi e Ifne, spazierà ogni aspetto del "pianeta carne": dal quelli storici a quelli legislativi, dalle tecniche di allevamento, ai nuovi sistemi per migliorare la naturale frollatura e la qualità microbiologica delle carni. Ma troveranno spazio anche la trattazione dei sistemi di controlli e di approvvigionamento nelle Forze armate o gli aspetti giuridici in base ai quali i consumatori possono far valere i propri diritti.
Insomma un viaggio a 360° grazie a relatori di indubbio prestigio: il dottor Silvio Borrello, direttore generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute; l'avvocato Fausto Capelli, giurista ed esperto in legislazione alimentare, il professore Valerio Giaccone, ordinario di Ispezione e controllo dei prodotti alimentari di origine animale dell'Università di Padova; il tenente colonnello Enrico Mancini, consulente Veterinario delle forze operative terresti; il dottor Riccardo Murari, Responsabile del Servizio igiene alimenti di origine animale dell'Ulss 20 di Verona, il dottor Severino Segato del Dipartimento di medicina animale, produzioni e salute dell'Università di Padova
"Noi sappiamo che le qualità sensoriali e nutrizionali della carne – osserva Valerio Giaccone - giocano un ruolo decisivo nella scelta dei consumatori, ma non conosciamo ancora a fondo i fattori che condizionano queste due qualità. Quanto sappiamo, per esempio, dei meccanismi della frollatura delle carni? Negli ultimi anni sono stati brevettati nuovi e finora impensabili sistemi per mantenere meglio le carni, per stabilizzarne il colore e aumentarne tenerezza, succosità e valore nutrizionale".
E ancora: "Da qualche tempo si discute molto su due aspetti della produzione delle carni: quali prospettive potremmo avere dalla clonazione degli animali da carne? E che ne diciamo della sintesi di carne direttamente in provetta?". Conclude Giaccone: "Gli spunti per conoscere meglio le carni fresche ci sono tutti e ci sono anche motivi di discussione"
10 settembre 2013

(fonte s.i.ve.m.p. veneto)

Domenica, 15 Settembre 2013 07:46

Dopo la fine delle quote latte

 

Se ne discuterà il 24 ottobre a Cremona 


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Verrà presentata alla prossima Fiera Internazionale del Bovino da Latte, che si svolgerà dal 24 al 27 ottobre 2013, nell'ambito della decima edizione degli Stati Generali del Latte, l'indagine commissionata da CremonaFiere ad ISMEA sull'orientamento delle imprese di allevamento di bovino da latte in previsione dell'abolizione delle quote latte.
 
La ricerca è stata condotta dal gruppo di lavoro coordinato da Fabio del Bravo Dirigente responsabile della Direzione Servizi di Mercato e Supporti tecnologici di ISMEA e composto da Francesca Carbonari, Giovanna Maria Ferrari e Maria Ronga.
 
CremonaFiere, affidando ad Ismea la realizzazione dell'indagine, ha ritenuto di dover affrontare dal punto di vista scientifico un momento cruciale per gli allevatori: l'imminente fine del regime delle quote latte, prevista per il 31 marzo del 2015, a seguito del quale verosimilmente si delineerà un diverso contesto competitivo in cui le aziende saranno costrette a misurarsi.

L'obiettivo della ricerca, sottolinea Ismea, è di pervenire alla conoscenza dell'orientamento delle imprese da latte vaccino all'indomani della liberalizzazione del mercato. In particolare, è stato chiesto agli operatori se, di riflesso allo smantellamento delle quote, intendono aumentare ovvero diminuire il loro livello produttivo, se temono una fuoriuscita di aziende dal settore a fronte di un mercato privo di strumenti di controllo sui prezzi o se stanno valutando una riconversione produttiva e/o un cambiamento nella destinazione della produzione.
(fonte Ismea)

Domenica, 15 Settembre 2013 07:28

Biologico in salute



Costante ascesa dei consumi, 8,8%. Secondo Ismea Gfk-Eurisko, il secondo semestre registra addirittura una accelerazione

09 settembre 2013 -

Nell'ell'ambito della 25ma edizione del Sana di Bologna, il convegno "I numeri che raccontano il biologico" organizzato da Ismea e Sinab.
La ripresa, nel 2012, delle superfici investite, dopo un triennio di stagnazione, e il maggior numero degli operatori certificati, tra agricoltori, trasformatori e importatori, dimostrano la vitalità di un settore che ha raggiunto in ambito nazionale un'incidenza di oltre il 9% rispetto alla superficie agricola utilizzata, toccando uno dei valori più alti a livello mondiale.
 
Per superfici dedicate l'Italia è sesta, sempre nella classifica globale, mentre figura in ottava posizione per numero di aziende agricole biologiche, che insieme rappresentano circa il 3% delle aziende totali.
 
La dinamicità del settore è anche testimoniata dall'andamento sostenuto dei consumi. In tempi di crisi, numeri come quelli del bio, che nella prima metà del 2013, attestano all'8,8% la crescita della spesa domestica, rappresentano una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso.
Ancora più significativo l'ultimo aggiornamento del Panel Ismea Gfk-Eurisko che segnala addirittura un'accelerazione rispetto alla dinamica del primo semestre. 
I dati, a tutto il mese di luglio 2013, attestano la crescita della spesa in prodotti biologici in un più 9,2%, grazie agli ottimi risultati riscontrati in tutti i comparti più rappresentativi.

SANA Bio per regioni

(Fonte Ismea)

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