Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -
Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)
(Scarica il PDF alla sezione allegati)
Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto, premiato da CODACONS, come paladino dei consumatori.
Le innumerevoli battaglie per i diritti dei cittadini e per la sua Berceto hanno fruttato l'ambito riconoscimento del CODACONS a Luigi Lucchi. Il Premio Amico del Consumatore gli verra consegnato il prossimo 3 novembre a Roma nello Spazio Tiziano.
Un riconoscimento che, prima di lui, ha vito l'assegnazione, tra gli altri a Vittorio Sgarbi, Le Iene, Lucia Annunziata, Pier Luigi Bersani e altri illustri personaggi.
Codacons denuncia: Padiglioni impossibili da visitare, rendere ingresso gratuito e restituire i soldi a chi ha biglietto. La diffida a Expo2015 spa: file troppo lunghe impediscono di usufruire dei servizi pagati. Si rischia l'inadempienza contrattuale.
di Virgilio - Parma 18 ottobre 2015 -
Rischia di finire malino l'Expo di Milano. Iniziato nel peggiore dei modi e addirittura quasi non finito, alla fine l'EXPO non solo è riuscito a rullare sulla pista di Rho ma addirittura a decollare per un volo trionfante.
Tanto trionfante che, chiuse le ferie per la maggior parte degli italiano, questi abbiano deciso di consumare gli ultimi sprazzi di sole attorno all'Albero della Vita e a tutto quanto si è riusciti a creare attorno ad esso nel giro di pochi mesi tra un'inchiesta giudiziaria e l'altra.
Nelle giornate del fine settimana non era assolutamente inusuale una folla di 230-250.000 persone al giorno e come anche noi avevamo rilevato, le code ai migliori padiglioni potevano registrare dalle 3 alle 7 ore di attesa.
Già ai primissimi giorni di settembre avevamo anche avvisato circa la necessità di prepararsi bene bene prima di intraprendere il viaggio. e la giornalista commentava "Decidere quando andare ad Expo è un po' come scegliere il giorno e l'ora giusti per una "partenza intelligente": si tirano i dadi e si tenta la fortuna. Solo che la fortuna non è utile esclusivamente all'ingresso, che anzi può essere addirittura rapido, bensì nel corso dell'intero giro turistico."
Da fine agosto è stato un crescendo e l'euforia del successo potrebbe, proprio in coda a Expo e in acconto a quello che verrà, trasformarsi in una macchia nera sulla maglia immacolata della macchina organizzativa.
E' il Codacons a intervenire nei giorni scorsi e a denunciare l'impossibilità di visitare i padiglioni e "suggerisce" a EXPO di restituire i soldi a chi ha acquistato i biglietti poiché, motiva il movimento dei consumatori, "... la necessità di coprire le spese sostenute per Expo 2015 ha portato a consentire accessi quotidiani praticamente illimitati all'area. Ciò ha determinato nelle ultime settimane un sovraffollamento eccessivo, con conseguente formazione di code insostenibili ai padiglioni. In sostanza gli utenti comprano un servizio di cui oggi non possono usufruire, o che possono fruire solo in parte..."
Meno di due settimane alla chiusura del sipario sull'Expo e poi, oltre al Giubileo romano, chissà quale altra diavoleria si inventeranno i lombardi per attrarre i pellegrini nel sito del "successo insperato".
Il comunicato CODACONS
DIFFIDA AD EXPO 2015 S.P.A.: FILE TROPPO LUNGHE IMPEDISCONO DI USUFRUIRE DEI SERVIZI PAGATI. SI RISCHIA INADEMPIENZA CONTRATTUALE
Il Codacons ha inviato oggi (13 ottobre ndr) una diffida urgente ad Expo 2015 S.pa., chiedendo la modifica immediata delle condizioni di accesso all'esposizione universale, e il rimborso di quanto pagato in favore di chi è ancora in possesso di biglietti di ingresso non usufruiti.
Al centro della denuncia dell'associazione dei consumatori, le lunghe code che rappresentano oramai da settimane una costante per qualsiasi servizio fornito dall'area, in modo particolare per la fruizione dei padiglioni. Al punto che le file comportano una attesa media di 3 ore per riuscire a visitare i padiglioni, con punte di 7 ore per quello del Giappone e di 6 ore per il Palazzo Italia.
I cittadini pagano un salato biglietto di ingresso ma non riescono a fruire di Expo – denuncia il Codacons – Questo per evidenti carenze ed errori imputabili all'organizzazione dell'evento: la necessità di coprire le spese sostenute per Expo 2015 ha portato a consentire accessi quotidiani praticamente illimitati all'area. Ciò ha determinato nelle ultime settimane un sovraffollamento eccessivo, con conseguente formazione di code insostenibili ai padiglioni. In sostanza gli utenti comprano un servizio di cui oggi non possono usufruire, o che possono fruire solo in parte, poiché le lunghe file permettono materialmente di visitare un numero ristretto e limitato di padiglioni.
Per tale motivo il Codacons ha diffidato Expo 2015 S.p.a. a modificare con urgenza le condizioni di accesso all'area, prevedendo da subito che gli ingressi siano a numero chiuso, gratuiti o a prezzo fortemente ridotto, e rendendo a pagamento i singoli padiglioni, così da eliminare le lunghe file che rendono impossibile la fruizione di Expo e permettere ai cittadini di pagare in base ai servizi realmente goduti. Expo dovrà inoltre restituire quanto pagato a chi è in possesso di biglietti di ingresso non ancora usufruiti. In caso di mancato accoglimento di tali richieste – conclude il Codacons – si potrebbe addirittura configurare una forma di inadempimento contrattuale nei confronti di Expo 2015 S.p.a.
Codacons. In sette anni gli italiani hanno tagliato le spese di Natale per 8,2 miliardi di euro. Si salvano solo alimentari, giocattoli e hi-tech.
Roma, 26 dicembre 2014 - Il Natale 2014 si chiude con una riduzione generalizzata dei consumi del -5% rispetto allo scorso anno.
Il dato arriva dal Codacons, che come ogni anno all'indomani delle feste natalizie fornisce i dati ufficiali sulle spese delle famiglie. I consumi legati al Natale (addobbi, regali, alimentari, viaggi, ristorazione, ecc.) si sono fermati quest'anno a quota 9,8 miliardi di euro, con una contrazione del -5% sul 2013 - spiega l'associazione - Le famiglie hanno reagito alla crisi ancora in atto nel nostro paese limitando le spese tipiche della festività, complice anche un dicembre caratterizzato da una concentrazione di scadenze fiscali (Tasi, Imu, Tari, ecc.). Non tutti i settori hanno però risentito del clima di austerity: se le vendite sono andate particolarmente male per abbigliamento, calzature, arredamento, addobbi e viaggi - comparti dove il calo degli acquisti ha raggiunto il -10% - i settori alimentari, giocattoli e hi-tech hanno tenuto il passo rispetto ai consumi degli anni passati. "Negli ultimi anni si è assistito ad un crollo vertiginoso dei consumi natalizi in Italia, calati dal periodo pre-crisi ad oggi addirittura del 45,5% - lancia l'allarme il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - In base ai dati ufficiali, infatti, nel 2007 "l'effetto Natale", ossia i maggiori consumi per spese natalizie effettuate nel mese di dicembre presso negozi, grande distribuzione e centri commerciali, è stato pari a 18 miliardi di euro. Nel 2014 invece la spesa degli italiani nell'intero periodo natalizio si è fermata a 9,8 miliardi di euro. Ciò significa che in 7 anni le famiglie del nostro paese hanno tagliato le spese natalizie per la maxi cifra di 8,2 miliardi di euro".
(Fonte Codacons)
CODACONS: politici piangono sul calo dei consumi e poi multano i negozi che vogliono vendere. Misure ridicole che penalizzano il commercio -
Roma, 25 settembre 2014 -
Durissimo il Codacons contro le novità in tema di commercio introdotte dalla commissione Attività produttive della Camera, che prevedono un incremento dei giorni di chiusura dei negozi e multe salate per gli esercizi che non rispetteranno tale obbligo. "I nostri politici da un lato piangono per la caduta dei consumi, dall'altro puniscono con sanzioni quei negozi che vogliono vendere e decidono di rimanere aperti – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Si tratta di misure assurde e ridicole, in totale contrasto con quanto avviene nel resto del mondo, dove il commercio è liberalizzato a seconda delle esigenze degli esercenti. Le novità introdotte alla Camera rappresentano un ulteriore danno per il commercio, perché introducono vincoli e divieti che finiranno per penalizzare il settore riducendo le possibilità di acquisto per i consumatori" – conclude Rienzi.
(fonte codacons)
Accertare conflitti di interesse e danni per il Made in Italy. La Coldiretti Emilia Romagna esprime apprezzamento.
di Virgilio - Parma, 25 marzo 2014.
Tutto nacque dal nuovo provvedimento di custodia cautelare per l’ex Direttore del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, per fatti riguardanti un suo precedente incarico. Proprio a seguito di questo provvedimento vi è stata la sospensione dall’incarico del medesimo Deserti.
E’ di poche ore fa la notizie che Coldiretti Emilia Romagna ha dichiarato il suo apprezzamento per l’esposto del CODACONS.
PARMIGIANO REGGIANO COLDIRETTI, BENE ESPOSTO DI CODACONS PER TRASPARENZA CONSORZIO
Coldiretti Emilia Romagna esprime apprezzamento per l’esposto dell’associazione dei consumatori Codacons alle procure della Repubblica di Parma, Reggio Emilia, Bologna e Modena e alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna in merito alle vicende poco trasparenti ai vertici del Consorzio, prima tra tutte la contiguità del presidente Giuseppe Alai con aziende che producono formaggio concorrente con il più famoso prodotto Dop italiano.
La discesa in campo di Codacons – commenta Coldiretti – amplia il coro quanti hanno a cuore le sorti del Parmigiano Reggiano e invocano a gran voce trasparenza e pulizia in una vicenda che rischia di ledere pesantemente l’immagine del made in Italy. La nostra battaglia – sottolinea Coldiretti – fin dall’inizio è stata improntata alla volontà di salvaguardare l’immagine del Parmigiano Reggiano e tutelare allevatori e consumatori.
Ben lo ha compreso il Codacons – sostiene Coldiretti – che con il suo esposto contribuisce a rafforzare una sana alleanza tra produttori e consumatori e rispedire al mittente l’accusa di faziosità che un certo mondo associativo e cooperativo ha rivolto a Coldiretti per aver semplicemente chiesto di portare in trasparenza quanto c’era di opaco nella posizione del presidente del Consorzio del Parmigiano che, per sua stessa ammissione, è stato a capo della cooperativa Itaca che tramite varie scatole è azionista della società ungherese Magyar, produttrice di similgrana.
- comunicato CODACONS
Uno dei simboli d’eccellenza dell’agroalimentare Made in Italy è sicuramente il Parmigiano Reggiano, uno dei nostri 259 prodotti riconosciuti tra Dop e Igp, sicuramente il formaggio italiano più conosciuto nel mondo ed anche un ottimo biglietto da visita per il nostro paese. Tanta e tale è la sua notorietà da suscitare interessi poco limpidi, al punto da spingere il Codacons a presentare un esposto alle Procure della Repubblica di Parma, Reggio Emilia, Bologna, Modena, oltre che un esposto alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna.
Il Parmigiano Reggiano – scrive il Codacons - rappresenta un vero e proprio “tesoro” economico culturale ed ambientale, spesso trattato con disattenzione ed incuria dalle istituzioni, quando non dagli stessi operatori del settore. Se a livello comunitario le grandi lobby del food impediscono una seria politica sulla tracciabilità e l’origine dei prodotti tipici, gli sforzi a livello nazionale devono essere sicuramente più fermi nel difendere il Made in Italy. Purtroppo nemmeno le autorità regionali e provinciali dell’Emilia Romagna sembrano immuni da queste derive.
A gettare un’ombra agghiacciante su un marchio prestigioso del nostro paese è il nuovo provvedimento di custodia cautelare per Riccardo Deserti, Direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, finito agli arresti domiciliari con l'accusa di furto. Quel che sembrerebbe sconcertante è che le nuove minacce per il simbolo del made in italy, potrebbero arrivare dallo stesso presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai: infatti, secondo un articolo pubblicato da La Stampa, Alai sarebbe stato anche presidente della Itaca Società Cooperativa, che detiene a sua volta una partecipazione nella Magyar sajt Kft, società ungherese che commercializza formaggi che imitano i nostri campioni nazionali dell’agroalimentare.
La Coldiretti Emilia Romagna, ha subito lanciato l’allarme: in base alla ricostruzione fornita si sottolinea che il Parmigiano Reggiano è il prodotto italiano più falsificato nel mondo e il motivo forse va cercato all'interno dello stesso Consorzio di tutela che più che difendere la tipicità del formaggio alfiere del made in Italy sulle tavole mondiali, sta invece dando forti spallate alla sua trasparenza.
Per tali motivi l’associazione ha chiesto alle Procure di verificare eventuali conflitti di interesse in capo a quei soggetti che hanno il compito di difendere il prestigio del Parmigiano Reggiano e accertare quali controlli siano stati posti in essere dalle istituzioni nazionali, regionali e provinciali al fine di verificare il rispetto della normativa in materia di tutela del Made in Italy, aprendo una indagine anche alla luce del possibile reato di frode in commercio nonché possibili pratiche commerciali scorrette.
Alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna il Codacons ha chiesto di accertare possibili danni all’erario connessi al discredito per il made in Italy e il grave danno per i consumatori italiani e per l’economia del paese, in relazione alla perdita di credibilità dei prodotti doc italiani e più in generale del Made in Italy.
CODACONS, corrette le nuove entrate meno le uscite e i pesi.
- 5 febbraio 2014 -
Cambia, come ogni anno, il paniere dell'Istat per l'inflazione. Entrano la sigaretta elettronica, il caffè in cialde, l'edizione digitale dei quotidiani, i sacchetti ecologici per rifiuti organici, il formaggio grattugiato in confezione.
Per il Codacons si tratta di entrate corrette, che tengono conto dei nuovi consumi e delle nuove tendenze. Sono noti, ad esempio, i dati Ads sul crollo delle vendite di quotidiani su carta a vantaggio di quelli digitali.
Quello che invece non convince sono le uscite. Escono infatti dal paniere le spese per la riparazione del televisore o del computer, che semmai sono diventate sempre più onerose con i nuovi e più tecnologici televisori. Fuori anche il tailleur, sostituito dall'abito donna (pezzo unico), scelta che sfugge alla comprensione.
In ogni caso per l'associazione di consumatori quello che conta veramente e che non va sono i pesi sballati rispetto alla spesa reale dei cittadini. Un fatto ben più grave rispetto a nuove entrate o uscite, cose più di colore che di sostanza. I pesi sballati, infatti, possono falsare il calcolo del'inflazione per tutto l'anno, con ripercussioni sulla rivalutazione di pensioni e stipendi e sulla perdita del potere d'acquisto delle famiglie.
Il Codacons, in particolare, contesta che sia aumentato il peso dei "Servizi ricettivi e di ristorazione" (decollano, ad esempio, le "Consumazioni di prodotti di gastronomia", aumentate di 4 volte) o di "Ricreazione, spettacoli e cultura" e che siano invece diminuite le spese per "Abitazione, acqua ed elettricità…".
All'interno delle singole voci, poi, ha dell'incredibile la solita discesa del peso delle "Assicurazioni sui mezzi di trasporto" (da 1,1313% a 1,084%) o quella di "Pedaggi e parchimetri" (da 0,8299% a 0,7873%), a fronte di un aumento generalizzato dei costi dei parcheggi e dei pedaggi che più che compensano la riduzione degli spostamenti. (Fonte Codacons)
Natale, in sei anni consumi crollati di 7,7 miliardi di euro. Nel 2007 gli italiani hanno speso 18 miliardi nel 2013 10,3 miliardi.
Roma, dicembre - Spese di Natale crollate in Italia dal 2007 ad oggi, con una riduzione degli acquisti pari a 7,7 miliardi di euro in soli 6 anni. Il dato drammatico viene fornito oggi dal Codacons.
“Le festività di Natale rappresentano la principale occasione di acquisto per le famiglie, generando ingenti volumi d’affari in tutti i settori (alimentare, viaggi, casa, profumeria, cultura, ecc.). Tuttavia negli anni – spiega il Presidente Carlo Rienzi - a causa della crisi economica e della progressiva perdita del potere d’acquisto dei cittadini, si è registrato in Italia un crollo vertiginoso dei consumi natalizi, calati dal periodo pre-crisi ad oggi addirittura del 42,7%”.
In base ai dati ufficiali infatti nel 2007 “l’effetto Natale”, ossia i maggiori consumi per spese natalizie effettuate nel mese di dicembre presso negozi, grande distribuzione e centri commerciali, è stato pari a 18 miliardi di euro. Nel 2013 invece – afferma l’associazione – la spesa degli italiani nell’intero periodo natalizio per i vari settori (alimentare, viaggi, regali, casa, ecc.) non supererà quota 10,3 miliardi di euro.
Ciò significa che in 6 anni le famiglie del nostro paese hanno ridotto i consumi legati alle feste del 42,7%, tagliando le spese natalizie per la maxi cifra di 7,7 miliardi di euro.
(Fonte Codacons)
ISTAT: 1 SU 3 A RISCHIO POVERTÀ O ESCLUSIONE SOCIALE
LEGGE DI STABILITA' VA RIFATTA PENSANDO ALLA CATEGORIA DEI “NUOVI POVERI”
Roma 16 dicembre 2013
Secondo i dati resi noti dall'Istat, nel 2012 il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. Un dato cresciuto di 1,7 punti rispetto al 2011 e maggiore di 5,1 punti percentuali rispetto a quello medio europeo (pari al 24,8%).
Per il Codacons sono dati sconcertati. In particolare quelli secondo i quali il 50,8% delle famiglie non può permettersi una settimana di ferie, il 42,5% non riesce a sostenere una spesa imprevista di 800 euro ed il 16,8% non può permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni, dimostrano che l'Italia è tornata come nel Dopoguerra, con gli italiani in miseria, costretti a lottare contro la povertà, obbligati a risparmiare persino sull'acquisto del cibo, con la costante paura di non riuscire a farcela.
Questa situazione, che definire drammatica è poco, dipende soprattutto dal fatto che da almeno 10 anni si è sistematicamente violato l'art. 53 della Costituzione, aumentando le tasse indipendentemente dal reddito.
Così, mentre le aliquote Irpef scendevano per i ricchi, con l'aliquota massima che passava dal 62%, in vigore fino al 1988, all'attuale 43%, pensionati e lavoratori dipendenti, ceti medi e medio bassi vedano aumentare tutte le tariffe pubbliche e le spese obbligate possibili immaginabili, dall'acqua ai rifiuti, dal gas all'elettricità. Mentre veniva abolita l'Iva sui beni di lusso, aumentava l'aliquota ordinaria dal 15% del 1985 al 22%.
Per dare una risposta seria a questi dati, il Governo dovrebbe rifare la legge di stabilità pensando innanzitutto a questi nuovi poveri e concentrando su di loro le poche risorse disponibili.
Parma, 16 novembre 21013 -
Interessi eccessivi, commissioni non dovute, costi non chiari: il rapporto con banche e istituti finanziari è spesso insidioso e complicato.
Questo il tema affrontato giovedì pomeriggio, presso la sede di Confesercenti Parma grazie all'iniziativa "Banche, cittadini e imprese: forme di tutela", per far luce sul rapporto che lega i consumatori, agli istituti bancari e chiarire come potersi tutelare e quali strumenti mettere in campo nel caso sorgesse il sospetto di essere caduti vittime di comportamenti illegittimi da parte del proprio istituto di credito.
Un tema scottante e di complessa interpretazione quello dell'anatocismo e di comportamenti che, in diverse circostanze, sono sfociati addirittura nel reato di usura. Con il termine anatocismo (dal greco anà - di nuovo, e tokòs - interesse) si intende la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi).
Ad affrontare il tema per cercare di fare chiarezza nell'oscuro mondo degli interessi bancari sono stati invitati, da Confesercenti di Parma lo scorso 14 novembre, il Vicepresidente Nazionale CODACONS Avv. Bruno Barbieri e gli avvocati Andrea Cevolo e Cristina Barbieri del Collegio Codacons.
"Una volta si aveva, con le banche, un rapporto diverso e i direttori di filiale conoscevano le imprese clienti - sottolinea Corrado Testa presidente di Confesercenti Parma - e gli stessi direttori avevano una autonomia diversa nei confronti delle imprese e dei cittadini. Oggi invece non fanno che scrivere appunti e demandare la decisione alla sede centrale. Decisione che il più delle volte è negativa. Ma senza credito le imprese non possono operare." Una difficoltà di accesso al credito che si è acuita in tempo di crisi. "Lo vediamo anche nella cooperativa di garanzia - prosegue Corrado Testa - dove spesso la garanzia del 70% offerta non risulta sufficiente per fare erogare i finanziamenti alle imprese".
Un rapporto fra banche e cittadini già difficile dagli anni '70 - ha spiegato l' Avv. Bruno Barbieri - quando alcuni istituti bancari furono protagonisti di comportamenti illegittimi e conseguentemente condannati al risarcimento. Dal 2000 di fatto poco è cambiato e ancora vengono riscontrati, da parte del Codacons, comportamenti fortemente sfavorevoli per il cliente, impresa o semplice cittadino, nell'applicazione dei tassi di interesse nei conti correnti, nei mutui e negli affidamenti.
Un lungo e dettagliato ventaglio di esempi quello illustrato dall'avvocato Barbieri. Dall'anatocismo all'usura, dalla rinegoziazione di mutui agli interessi e condizioni conseguenti lo sconfinamento d'affido.
Complessità dell'argomento da un lato e paura reverenziale verso le banche dall'altro hanno consentito, ai più spregiudicati, di operare con disinvoltura e molto diffusamente.
Ma oggi, nel caso qualcuno fosse incorso in versamenti non dovuti, può rivolgersi al CODACONS che potrà, gratuitamente, fare una analisi e un calcolo dell'importo indebitamente richiesto andando a ritroso illimitatamente. Per effettuare l'analisi preventiva occorre disporre di tutti gli estratti conto consecutivi di tutti gli anni e i vari contratti sottoscritti. Il tempo di prescrizione è di 10 anni dal momento di cessazione del rapporto, chiusura del conto corrente o di estinzione del mutuo.
Se dalla valutazione dei consulenti dell'associazione consumatori dovessero palesarsi comportamenti illegittimi, l'applicazione di interessi anatocistici e/o usurari, questi verrebbero quantificati attraverso una perizia tecnica con la quale si potrà sostenere il negoziato e/o il giudizio con la l'istituto creditizio o assicurativo.
L'85% dei casi, sottolinea Barbieri, si conclude in modo extragiudiziale (fuori dalle aule del tribunale) e a favore del cliente. Nessuna pubblicizzazione però del risultato negoziale pena la restituzione della somma risarcita.
Meglio tacere e incassare!