ISTAT: 1 SU 3 A RISCHIO POVERTÀ O ESCLUSIONE SOCIALE
LEGGE DI STABILITA' VA RIFATTA PENSANDO ALLA CATEGORIA DEI “NUOVI POVERI”
Roma 16 dicembre 2013
Secondo i dati resi noti dall'Istat, nel 2012 il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. Un dato cresciuto di 1,7 punti rispetto al 2011 e maggiore di 5,1 punti percentuali rispetto a quello medio europeo (pari al 24,8%).
Per il Codacons sono dati sconcertati. In particolare quelli secondo i quali il 50,8% delle famiglie non può permettersi una settimana di ferie, il 42,5% non riesce a sostenere una spesa imprevista di 800 euro ed il 16,8% non può permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni, dimostrano che l'Italia è tornata come nel Dopoguerra, con gli italiani in miseria, costretti a lottare contro la povertà, obbligati a risparmiare persino sull'acquisto del cibo, con la costante paura di non riuscire a farcela.
Questa situazione, che definire drammatica è poco, dipende soprattutto dal fatto che da almeno 10 anni si è sistematicamente violato l'art. 53 della Costituzione, aumentando le tasse indipendentemente dal reddito.
Così, mentre le aliquote Irpef scendevano per i ricchi, con l'aliquota massima che passava dal 62%, in vigore fino al 1988, all'attuale 43%, pensionati e lavoratori dipendenti, ceti medi e medio bassi vedano aumentare tutte le tariffe pubbliche e le spese obbligate possibili immaginabili, dall'acqua ai rifiuti, dal gas all'elettricità. Mentre veniva abolita l'Iva sui beni di lusso, aumentava l'aliquota ordinaria dal 15% del 1985 al 22%.
Per dare una risposta seria a questi dati, il Governo dovrebbe rifare la legge di stabilità pensando innanzitutto a questi nuovi poveri e concentrando su di loro le poche risorse disponibili.