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Cala il tasso di deflazione. L'andamento dei prezzi è, per Coldiretti, il risultato di una situazione congiunturale dovuta al maltempo e non deve quindi ingannare.

Roma- A frenare la deflazione ha contribuito il balzo dell'10,8 per cento dei prezzi della verdura rispetto allo scorso anno dovuto anche al maltempo che ha distrutto le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli e danneggiato quelle in serra lungo tutta la Penisola. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati sull'andamento dell'inflazione in Italia a febbraio che evidenziano anche un aumento dell'1,2 per cento dei prezzi della frutta che fa aumentare il carrello della spesa. L'andamento dei prezzi - sottolinea la Coldiretti - è dunque soprattutto il risultato di una situazione congiunturale dovuta al maltempo e non deve quindi ingannare sul reale andamento dei consumi che rimangono ancora fortemente stagnanti nell'alimentare. Tuttavia - conclude la Coldiretti - è prevista una inversione di tendenza nel 2015 con il ritorno della fiducia sui mercati dimostrato dallo spread e, tra i consumatori, con un aumento degli acquisti alimentari per la prima volta da inizio della crisi.
(Coldiretti 12 marzo 2015)

Dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina l'annuncio che Agea ed Equitalia hanno già predisposto l'invio di 1405 cartelle esattoriali con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014.

di Virgilio - Parma, 14 marzo 2015 -
Dopo l'annuncio del Ministro Martina che sono in via di notifica, a livello nazionale, 1.405 cartelle esattoriali, la Coldiretti dell'Emilia Romagna commenta che riguarderà solo "una esigua minoranza dei 4.200 allevatori dell'Emilia Romagna che nel tempo si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme acquistando o affittato quote." Quella del ministero risulta essere un atto dovuto dopo la decisione della Commissione europea di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia Ue per il mancato recupero dei prelievi dovuti dagli allevatori che hanno superato le quote latte individuali.

"La questione quote latte – ricorda Coldiretti – è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l'assegnazione ad ogni Stato membro dell'Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori ma all'Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze che – continua Coldiretti – hanno danneggiato la stragrande maggioranza degli agricoltori italiani. Nell'ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte che terminerà il 31 marzo 2015 c'è il rischio concreto – precisa Coldiretti – dell'arrivo di nuove multe per il superamento da parte dell'Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall'Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani."

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Vinitalybio spiega come dai dai marchi storici alle piccole realtà, crescano in Italia i viticoltori che si innamorano del vino biologico

Di Alessandra Ardito - 

La 'conversione' alle uve bio comincia anche dall'Emilia Romagna.

Quando si parla di vino biologico, sia in Italia che nel resto del mondo, ci si riferisce ad una realtà ormai consolidata. Non a caso, dati e numeri della viticoltura biologica nel nostro Paese sono in costante aumento, con sempre più aziende che puntano sul bio, verso cui a crescere è prima di tutto l'attenzione e la richiesta da parte dei consumatori. 
Ad analizzare le più importanti case history delle cantine italiane, dai marchi storici ai grandi gruppi, dalle piccole realtà alle griffe più famose che si sono "convertite" al biologico è un'indagine realizzata da Vinitaly.

Lo si spiega al Vinitalybio, a Verona dal 22 al 25 marzo.
Ma perché le aziende passano "dalla parte" del bio? C'è più di un motivo: dal cercare di attrarre gli amanti del bere bene, alla volontà di diversificare la produzione, dall'attenzione per l'ambiente, al desiderio di sperimentare. Quale che sia la motivazione, però, è un dato di fatto che l'Italia è il primo Paese europeo per numero di produttori biologici, e tra i dieci maggiori al mondo. 
Con oltre 45.000 aziende vitivinicole biologiche (circa il 17% del totale europeo), l'Italia è leader in Europa per il settore, seguita dalla Spagna e dalla Polonia.

Nel mondo la superficie coltivata supera 1,3 milioni di ettari, per un giro d'affari attorno ai 3 miliardi di euro, con l'Italia che ha conquistato la leadership in Europa (con un peso sul fatturato bio europeo dell'8%, e su quello mondiale del 4%). 
Per quanto riguarda la superficie coltivata a vite in Italia, sono oltre 44.000 gli ettari di superficie vitata biologica in Italia, ma con più di 23.700 ettari di superficie "in conversione", per un totale che supera i 67.900 ettari, il 18,5% in più sul 2012.

La superficie viticola convertita al bio ha dunque una dinamica positiva, in controtendenza con le superfici totali viticole che nel 2013 si sono attestate a 646.000 ettari contro i 655.000 dell'anno prima.
In Veneto, in Valpolicella, per esempio, grandi cantine applicano i dettami dell'agricoltura sostenibile da anni e, a partire dalla vendemmia 2015, dopo la fase di conversione, otterranno la certificazione biologica. E ancora, si va dalla linea bio di Cantine Riunite & Civ, tra le più grandi realtà del vino italiano, a San Patrignano, la più importante comunità di recupero dalla tossicodipendenza, che produce vino biologico in Emilia Romagna, così come la Cleto Chiarli. La Sicilia biologica è un altro esempio di come, piccole ma conosciute realtà alle pendici dell'Etna - tra le quali Centopassi di Libera Terra che produce vini e prodotti bio nei terreni confiscati alla mafia – e grandi aziende, seguano anche i principi della viticoltura biodinamica.

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Domenica, 15 Marzo 2015 09:11

Il boom dei vini biologici, e artigianali

Cosa sono i vini bio? Gli appuntamenti di Vinitaly aperti agli addetti e a chi vuol conoscere e investire. Saloni specializzati e un seminario-degustazione per spiegare cosa sono, come sono e come si vendono i vini di nuova generazione.

di Alessandra Ardito - Parma, 11 marzo 2015 –

Il vino certificato bio convince. E diventa un primato tutto italiano.
Frutto di un'attenzione per il territorio, piace sempre più sui mercati internazionali.
Spesso è il risultato dell'opera laboriosa di piccole, piccolissime cantine più conosciute all'estero che nel proprio Paese.

A Vinitaly, in programma a Verona dal 22 al 25 marzo, si parlerà di un amore esploso negli ultimi anni per produzioni enologiche sane e convincenti.
Due saloni specializzati, Vinitalybio e Vivit, e quest'anno, per la prima volta, una collettiva Fivi faranno un po' di chiarezza sui prodotti bio del mercato vitivinicolo mentre il seminario 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines', organizzato dalla Vinitaly International Academy, definirà cosa sono e come si qualificano – anche dal punto di vista commerciale sui diversi mercati – le varie tipologie di prodotto.

Immancabile e necessaria, al termine degli incontri, una degustazione di vini italiani ed esteri per capire il valore organolettico dei vini artigianali, in crescita anche dal punto di vista qualitativo.

Perché i vini biologici rappresentano in Italia - primo produttore europeo - ormai l'11% della superficie vitata e una produzione potenziale di 5 milioni di quintali di uva da vino, con un peso di oltre il 7% sul totale nazionale. 
Numeri poco incisivi, ma pure in aumento, invece, per i vini naturali, che rappresentano un mondo difficile da circoscrivere.

Nel contesto di un progetto di valorizzazione di questo mercato in espansione e di comprensione delle normative vigenti, Federbio ha organizzato anche il convegno 'La revisione della normativa sul vino biologico. Il comparto si confronta'. L'incontro ha lo scopo di avviare un percorso di ampia consultazione tra tutti gli attori del comparto vitivinicolo italiano, al fine di porre le basi per alleanze e sinergie con le organizzazioni di altri Paesi europei, a tre anni dall'approvazione del regolamento europeo sulla produzione dei vini biologici.
La teoria sarà naturalmente affiancata, all'interno di Vinitalybio, dall'Enoteca bio, che mette in degustazione tutti i vini biologici delle oltre 220 cantine che li propongono a Vinitaly.

Vivit sarà invece la vetrina dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell'autenticità di un territorio e nella individualità. 
Oltre 120 le cantine presenti, provenienti oltre che dall'Italia da Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Slovenia.

 Una collettiva di 56 aziende vitivinicole aderenti alla Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti) affiancherà gli incontri.

La Fivi è un'associazione di aziende vitivinicole (convenzionali, biologiche e biodinamiche) che svolgono al loro interno tutto il ciclo dalla raccolta dell'uva alla commercializzazione del vino prodotto con le proprie uve, con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l'autenticità dei vini italiani.



A conclusione del focus di Vinitaly, 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines' 
sarà l'appuntamento degustativo per chi è scettico nei confronti di concetti come artigianalità e 'startigianalità' nel mondo del vino, anche quando si tratta di grandi aziende. E' molto spontaneo, infatti, chiedersi se solo coloro che si sporcano le mani in vigna tutti i giorni con piccole produzione possano godere di questa definizione e se i vini non biologici possano essere anch'essi artigianali.

A parlarne, ancora una volta, grandi esperti del mondo del vino italiano e internazionale
.

I lavori si chiuderanno con una speciale degustazione guidata di otto tra vini italiani ed esteri, di produttori famosissimi in tutto il mondo, dall'italiano Gulfi (espositore di Vinitaly) al francese Leroy.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 15 Marzo 2015 08:37

Il lambrusco coccola il palato degli italiani

I vini scelti nei supermercati dell'Emilia Romagna sono anche Sangiovese e Pignoletto. Tra gli amati marchigiani e abruzzesi e, per la prima volta, l'Orvieto.

di Alessandra Ardito - 
Il Lambrusco piace. E sempre di più domina, insieme a Sangiovese e Pignoletto, gli scaffali delle grosse catene commerciali. I consensi più sorprendenti riguardano soprattutto questo rosso vivace e leggero, con i suoi 12 milioni e mezzo di litri venduti.

Il segreto del suo fascino è proprio nel gusto fresco e brioso che incontra, senza pretese, tutti i palati.
Oltre al re Lambrusco, i nettari di uva più richiesti nelle grandi distribuzioni della regione, nel 2014, sono quelli del territorio dell'Emilia Romagna. Lo conferma la classifica elaborata per Vinitaly dall'Istituto di ricerca IRI.

In generale, la ricerca sottolinea che ci sono segnali di miglioramento nel 2014 per le vendite in tutto il settore enologico, che invertono la tendenza negativa del 2013 e degli ultimi anni e fanno ben sperare per il 2015.
Lo studio indica ancora quali sono stati i vini più amati lo scorso anno, in base a una classifica che si riferisce ai supermercati. In vetta troviamo Chianti e Lambrusco, che da anni conquistano le prime posizioni del podio, ma che mostrano una flessione delle vendite a volume. Al terzo posto Il Vermentino, un bianco che continua a crescere di anno in anno. Buone le performances del Prosecco, del Nero d'Avola, del Muller Thurgau e del Traminer.
Tra i vini "emergenti", cioè con maggior tasso di crescita nel corso del 2014, troviamo ai primi posti i vini marchigiani/abruzzesi Pecorino e Passerina, e il siciliano Inzolia. Entra in questa classifica, per la prima volta, il laziale Orvieto .

Altro dato che salta all'occhio: la cultura enologica sta diventando una passione trasversale, che fa innamorare un tutti: si scopre sempre più il buon bere e si presta attenzione non solo al costo, ma anche all'etichetta del vino, alla sua qualità, in barba a questo momento fatto di rinunce.

E infatti, quello che vien fuori dall'inchiesta è che la difesa del 'valore' passa dalla difesa dei prezzi. Alla base c'è anche la scelta consapevole dei produttori che hanno compreso che ogni prezzo riflettere un sano equilibrio di bilancio, bilancio in cui alle principali voci di costo deve aggiungersi sempre più quello della comunicazione, che deve avere tra i suoi obiettivi quello di trovare i consumatori di vino del domani.

Un tema sul quale sta riflettendo anche la Grande Distribuzione e di cui si parlerà nella tradizionale tavola rotonda di Vinitaly che vede confrontarsi produttori e distributori. Angelo Corona, rappresentante di Federdistribuzione (la più grande associazione di catene distributive) a Vinitaly 2015, così commenta i dati di Iri: "Occorre sostenere i consumi senza 'drogare' il mercato e senza annullare la percezione del giusto prezzo che i consumatori devono mantenere. Il 2014 ci offre qualche segnale positivo, come la crescita a volume e valore della bottiglia fino a 75cl, fatto che non avveniva da anni".

"Su questi segnali occorre lavorare per dare continuità – ha aggiunto Corona -. Va ripensato il display dello scaffale, per abbinare un assortimento profondo con criteri che rendano facili la lettura dell'esposizione e la scelta. La comunicazione va migliorata e resa più efficace, sia lavorando sullo scaffale, sia con 'app' per gli smartphone, introducendo degustazioni e settimane del vino regionale. O evidenziando il corner del vino biologico che nei supermercati è ancora di nicchia, ma è cresciuto nel 2014 dell'11,3% a volume ed ha raggiunto i 1.432.000 litri venduti".

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Mercati ancora condizionati dal cambio valutario che attenua gli effetti delle produzioni sudamericane.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 12 marzo 2015 -

Stentano a farsi sentire i vantaggi derivanti dall'ingresso sui mercati dei raccolti sudamericani, Brasile e Argentina in testa. L'atteso effetto calmierante che si sarebbe dovuto determinare con l'ingresso dei volumi dal sud america si è fortemente attenuato dal recupero dai cambi valutari, che vede il dollaro in recupero sull'euro, e dagli strascichi a seguito degli scioperi degli autotrasportatori brasiliani e degli agricoltori argentini.
Le previsioni degli analisti internazionali indicano un probabile calo di prezzi all'origine del 7% a partire dal mese di maggio, che a nostro giudizio non si tradurrà completamente in un vantaggio economico proprio in forza del cambio valutario.

Indicatori internazionali (11/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora a 568 punti. Il petrolio oscilla intorno a 50$ dollari al barile e il cambio è sceso a 1,05781.

MP indic 11mar15 cibus

Mercato interno - Sul mercato interno continuano a registrarsi scambi ridotti anche sul fronte del mais nonostante la certezza che le semine saranno in calo. Il mercato dei proteici è sostenuto dal valore del dollaro mentre quello dei cruscami da un'industria che non lavora a pieno regime.
Gli operatori sono in attesa degli effetti di Expo2015 e che questi siano percepibili già dal mese di aprile. 20 milioni di persone attese dovrebbero incidere enormenete sulla ripresa dei consumi.
Intanto, i prezzi a medio e lungo termine tendono al rialzo, essendo, come noto, l'Italia un Paese grande importatore di materie prime.

Continua la "carica" dei premi, come non si osservava da qualche anno, sulla farina di soia proteica che sul luglio - dicembre si aggirano tra 63 e 65 dollari a tonnellata e tra 68 e 70$/Ton sul 2016.

Sul fronte delle bioenergie comincia a intensificarsi la ripresa delle coperture utili a allungare l'autosufficienza in previsioni della prossima campagna maidicola che si preannuncia in contrazione di volumi. Tra 132 e 140 €/ton (periodo giugno - luglio) i valori di alcune partite di farina di mais contaminate da Don trattate in questi giorni.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

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Danni al comparto agricolo per neve e blackout: decine di agricoltori, associazioni di categoria e istituti bancari riuniti per incontrare il direttore Generale di SGFA, la società gestione fondi agricoli di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) -

Novellara, 9 marzo 2015 –

Questa mattina a Novellara si sono riuniti nella sala civica del Comune di Novellara decine di agricoltori, associazioni di categoria e istituti bancari per incontrare il Giorgio Vencelsai direttore Generale di SGFA, la società gestione fondi agricoli di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) per conoscere le modalità di accesso a garanzie e crediti da parte dell'istituto pubblico.

L'incontro, rivolto a tutto il distretto della bassa reggiana, è stato promosso dal Comune di Novellara in collaborazione con Provincia di Reggio e con la senatrice Leana Pignedoli ed ha visto intervenire il Sindaco Elena Carletti, il Presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, il consigliere provinciale delegato all'agricoltura Alessio Mammi, e l'onorevole Leana Pignedoli, vice presidente della commissione agricoltura in Senato.

14 milioni di euro, la stima presunta dei danni subiti al comparto agricolo nella Provincia di Reggio Emilia, dopo la nevicata del 5/6 febbraio scorso. In queste stime la bassa reggiana emerge per il duro colpo subito alle serre proprio ad inizio del ciclo produttivo. L'incontro aveva l'obiettivo di offrire risposte concrete ed operative per garantire ai produttori agricoli, che in particolare per Novellara si dedicano alla coltivazione dell'anguria de.co un possibile accesso al credito per garantire liquidità e operatività.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 10 8 marzo 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 10 08 marzo 2015

(In allegto il pdf scaricabile)

1.1 editoriale 8 marzo. E' qui la festa?
3.1 materie prime Il recupero del dollaro influenza i valori e accresce l'incertezza.
4.1 agroalimentare AgrOsserva: agroalimentare, prospettive più favorevoli nel 2015
5.1 cereali Cereali, continua l'indecifrabilità. Dallo sciopero brasiliano a quello argentino
6.1 Lattiero caseario Ancora più su i derivati del latte. Leggera flessione a Milano per la crema uso alimentare
7.1 olio ENOLITECH 2015, uno sguardo sule tecnologie per le cantine e i frantoi di domani.
7.2 expo2015 Mc Donald's e Coca-Cola, le mani sopra l'Expo2015
8.1 Mais & Soia Dati previsionali
9.1 vinitaly ricerche Vino, i segnali che fanno ben sperare per il 2015.
9.2 vino Lambrusco, Sangiovese e Pignoletto i più venduti in Emilia Romagna.
10.1 vino Concorso enologico internazionale, passpartout per expo2015

Cibus 10 COP

Non accenna a diminuire il clima di incertezza dei mercati internazionali delle materie prime.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 7 Marzo 2015 -

Il dollaro, come poteva attendersi, è in recupero sull'euro e contribuisce al mantenimento di una situazione di incertezza sui valori delle materie prime. Mercati internazionali ancora condizionati dagli scioperi sudamericani, dai ritardi agli imbarchi, dalla Cina che ancora è poco presente sul mercato e infine dalle ripercussioni che potrebbero derivare dal recente assassinio dell'oppositore politico di Putin avvenuto davanti al Cremlino che non rappresenta un segnale distensivo sulla crisi ucraina.

Una situazione perfettamente interpretata dalla Borsa di Chicago (CBOT) che ha alternato, ripetutamente, sessioni al rialzo e altre al ribasso. Difficile quindi l'interpretazione del mercato e delle tendenze a breve periodo.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è risalito a 561 punti. Il petrolio è quotato a 50,80$ dollari al barile e il cambio si è posizionato a 1,08764.

Cereali inic 6mar

Mercato interno - Sul mercato interno nessuna novità. Calma piatta e scambi ridotti. Per alimentare il mercato, alcuni operatori, stanno promuovendo la farina di soia proteica, sul periodo luglio - dicembre, con premi oscillanti tra i 63 e 65 dollari a tonnellata-

Nel settore Bioenergetico, si stanno manifestando piccoli segnali di ripresa, sul versante acquisti, probabilmente determinate dalle prospettive rialzistiche che alcuni intravedono nella prossima campagna maidicola "verde" (trinciato, pastone, granella umida).

 

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

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Il rinnovato Consorzio Agrario di Parma proporrà nel week end una due-giorni ricca di appuntamenti e una riflessione approfondita con esperti sull'intero comparto agricolo a Parma e in Italia. Esposizione record con oltre 100 macchine agricole -

Parma, 5 Marzo 2015 –

Il Consorzio Agrario di Parma si apre alla città e sabato e domenica - 7 e 8 marzo - proporrà a tutta la cittadinanza una due-giorni dedicata al tradizionale "Porte Aperte" in una veste rinnovata e particolarmente ricca di iniziative. L'evento, che si svolgerà interamente presso la sede del Consorzio in Strada dei Mercati, consentirà ad addetti ai lavori e non, di scoprire da vicino le novità dell'agricoltura moderna, denominatore comune per tutte le eccellenze agroalimentari del nostro territorio che caratterizzano il meglio del Made in Italy.

Saranno esposte oltre 100 macchine agricole. Sabato 7, a partire dalle ore 11, il Consorzio ha organizzato per tutti gli interessati un approfondimento di alto livello su un argomento vasto e complesso all'interno di un convegno dal titolo "2015-2020 Come cambia l'agricoltura". L'incontro inizierà con i saluti del neopresidente del CAP Giorgio Grenzi che farà una panoramica generale sul ruolo che l'ente si sta progressivamente riguadagnando ponendosi al centro del settore agricolo nell'intera provincia di Parma. Il direttore del Consorzio Ivan Cremonini introdurrà i temi legati all'applicazione delle nuove tecnologie entrando più direttamente anche sui molteplici servizi di agevolazione offerti dal CAP ai soci e a tutto mondo agricolo. Il fulcro del convegno vedrà la relazione dell'esperto di lungo corso Lorenzo Benvenuti, dottore in Agronomia e docente della Facoltà di Agraria all'Università di Padova; saranno trattati argomenti cari a chiunque si occupi di agricoltura a partire dai cosiddetti "secondi raccolti", le opportunità migliori offerte oggi dalla meccanizzazione, lavorazioni ridotte e conservative, agricoltura di precisione, necessarie misure agroambientali, semina su sodo, cover crops greening.

Sempre sabato ai presenti sarà offerta una degustazione dei vini nuovi (vendemmia 2014) venduti presso tutte le agenzie CAP. Nell complesso un vero e proprio sguardo a 360° sull'attualità del comparto per fotografare fedelmente lo stato dell'arte nel nostro paese e in particolare nel nostro territorio, ma con un occhio rivolto alle contaminazioni esterne più positive. "Con questa importante iniziativa, forniremo il meglio delle offerte generali presenti oggi sul mercato agli imprenditori agricoli per consentirgli di incidere e migliorare la loro capacità di generare reddito in un periodo di crisi – ha sottolineato il presidente del Consorzio Agrario di Parma Grenzi - vorremmo al contempo aprirci a tutta la città e invitiamo chiunque voglia imparare a conoscere il nostro settore a farci visita sabato dalle 9 alle 17 e domenica mattina".

Durante il Porte Aperte sarà attivo anche un servizio di ristorazione e vista la concomitanza con la Festa della donna il Consorzio domenica mattina regalerà a tutte le donne presenti una mimosa. Inoltre tutti coloro che nei giorni della fiera acquisteranno mezzi New Holland e Kuhn potranno beneficiare dell'offerta di pagamento a tasso-zero in tre anni.

(Fonte: Ufficio Comunicazione e Stampa CAP)

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