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Se dal 1 aprile si chiuderà il controverso capitolo delle Quote latte comunitarie, in queste settimane si è scatenata una vera corsa contro il tempo degli allevatori della filiera del Parmigiano Reggiano per aderire alle quote stabilite dal nuovo Piano regolazione offerta proposto dal Consorzio entro la scadenza del 31 marzo 2015

Reggio Emilia - Si susseguono a ritmo intenso le adesioni degli allevatori della filiera Parmigiano Reggiano alle quote latte da destinare alla trasformazione in formaggio Dop, istituite dal Consorzio di tutela nel novembre scorso in attuazione del Piano regolazione offerta 2014-2016.

Le adesioni giungono ora al ritmo di 100 al giorno, e a due settimane dalla scadenza (31 marzo) hanno già superato le 2.400 unità, corrispondenti ad oltre il 70% degli allevamenti interessati.

"In un momento di grande riflessione e di preoccupazione per lo smantellamento del regime delle quote latte comunitarie – osserva il Consorzio – l'istituzione delle quote latte per il Parmigiano Reggiano si conferma così una risposta concreta ed apprezzata dagli allevatori per dare nuovo valore al loro lavoro, grazie ad un valore reale di cui entrano in possesso".

"Il Consorzio del Parmigiano Reggiano – prosegue l'Ente di tutela - ha deciso di mettere al centro della filiera gli allevatori, attribuendo direttamente ad essi le quote latte per la trasformazione nella nostra Dop: la grande adesione riscontrata in queste settimane dimostra che la scelta fatta viene ritenuta indispensabile per rinsaldare il rapporto con il territorio e con i produttori storici, che sono i tratti distintivi di una dop eccellente".

"Con l'accettazione delle quote – spiega il Consorzio - diventa operativo lo strumento di regolazione dell'offerta, e attraverso la gestione attenta del potenziale in base alle condizioni di mercato sarà ora possibile operare affinché gli obiettivi di crescita non si trasformino in squilibri di mercato".

"Le sfide del comparto – conclude l'Ente - non finiscono, ovviamente, con l'assegnazione e l'accettazione della quota agli allevatori e l'adesione al Piano di regolazione dell'offerta, ma è su questa base di concreta coesione di filiera che si compie un vero balzo in avanti per costruire il futuro del nostro prodotto".

(Consorzio Parmigiano Reggiano 18 marzo 2015)

Domenica, 22 Marzo 2015 10:30

Mais & Soia: dati previsionali marzo 2015

Mais & Soia: marzo 2015

MAIS: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 989.66 Mio t, leggermente inferiore rispetto alle stime di Febbraio (-0.2%).
 In Sud Africa l'impollinazione è stata danneggiata dal clima arido di Febbraio, ed il raccolto è previsto a 11.50 Mio t (-2 Mio t rispetto alle previsioni precedenti).
 In Bielorussia il Ministro dell'Agricoltura ha rilevato minori aree dedicate alla coltivazione di Mais, quindi è attesa una minor produzione.
 Il raccolto dell'Argentina è in aumento, bilanciando parzialmente i cali produttivi previsti in Sud Africa e Bielorussia. Le inondazioni che hanno recentemente colpito l'Argentina hanno ridotto le aree coltivate, ma hanno aumentato l'umidità del suolo, favorendo l'impollinazione e l'aumento delle rese.
 La produzione negli Stati Uniti ed in Brasile, i principali Esportatori di Mais, è invariata. Le esportazioni sono previste in aumento: 116.84 Mio t per gli Stati Uniti e 20.50 Mio t per il Brasile.
 Le importazioni di Mais sono stimate in aumento per Arabia Saudita ed Israele.

SOJA: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è confermata al livello record di 315.06 Mio t.
 Le produzioni nei principali Player Esportatori sono stimate invariate rispetto alle previsioni di Febbraio ed in aumento rispetto alla stagione 2013-14:
paese mio t var 2013/14

Soia previsione paesi
(previsioni per Paese)

 Le importazioni di semi di Soia sono previste in aumento per diversi Paesi, tra cui Russia, Turchia, Messico e Bangladesh. Gli aumenti sono parzialmente compensati da minori importazioni per Brasile ed Iran.

 

 

Domenica, 22 Marzo 2015 09:00

Vinitaly 2015: la 49^ edizione

Il Salone per gli appassionati del vino ospita anche Sol&Agrifood, rassegna agroalimentare ed Enolitech, evento sulle tecnologie per le filiere di olio e vino.

di Alessandra Ardito - Parma, 22 marzo 2015 –

Oggi è il giorno atteso dagli amanti del vino e dagli addetti ad un settore sempre più in crescita che, si stima in oltre 150000, visiteranno il Salone internazionale dei vini e dei distillati di Veronafiere ( www.vinitaly.it ), giunto alla 49^edizione.

Dal 22 al 25 marzo Vinitaly si svolge in contemporanea a Sol&Agrifood, rassegna dell'agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com), ed Enolitech, salone dedicato alle tecnologie per le filiere del vino e dell'olio (www.enolitech.it ).

Al Vinitaly si aspettano anche operatori specializzati dal più di 120 nazioni del mondo e quest'anno, per favorire l'arrivo di buyer dall'estero, l'evento sarà fortemente orientato all'incontro con delegazioni e missioni commerciali provenienti sia da mercati maturi, sia da aree in forte o potenziale sviluppo, con un calendario di seminari e degustazioni professionali .

«Il Salone, in un anno di importanti appuntamenti per il settore, primo fra tutti l'EXPO a Milano dove saremo protagonisti da maggio con il Padiglione del Vino – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, può contare su numeri importanti. Il totale delle aziende espositrici si consolida a più di 4.000. La superficie espositiva netta supera quota 91mila metri quadrati, che raggiungono i 100mila con Sol&Agrifood ed Enolitech. Con queste tre manifestazioni insieme, Veronafiere per quattro giorni si fa interprete e promuove l'eccellenza del settore agroalimentare made in Italy».

Come ogni anno, con oltre 150 mila visitatori concentrati in quattro giorni di manifestazione, la logistica, il sistema dei parcheggi e i collegamenti intorno al quartiere fieristico vengono strutturati per ottimizzare il tempo a disposizione del business per gli operatori: «Considerato che quasi il 40% dei visitatori raggiunge Vinitaly in treno – fa sapere Mario Rossini, vicedirettore generale di Veronafiere –quest'anno abbiamo anche inaugurato, in collaborazione con Ferrovie dello Stato e Comune di Verona, un nuovo collegamento pedonale diretto che permette, in dieci minuti, di raggiungere la Fiera dalla Stazione di Porta Nuova».

Vinitaly and the City immancabile, rinnovato e ampliato, è l'appuntamento che si è inaugurato ieri e che continuerà fino al 23 marzo. Si tratta del FuoriSalone serale di Vinitaly dedicato agli appassionati di vino, quest'anno realizzato in collaborazione con il Comune di Verona nelle piazze del centro storico di Verona: Piazza dei Signori, Cortile del Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Flash update rapporto "AgrOsserva" - Speciale bilancio 2014

Roma, La variabile climatica, che ha esercitato l'anno scorso una forte influenza negativa sulla produzione agricola, compromettendo le rese di vite e olivo in particolare, spiega il meno 2,2% del valore aggiunto del settore primario registrato dall'Istat nel 2014.

Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva "Speciale bilancio 2014".
Il quadro potrebbe però migliorare quest'anno, prosegue l'analisi. In uno scenario che non considera l'impatto di elementi aleatori, come l'eventualità di shock climatici, è verosimile infatti attendersi una crescita potenziale del valore aggiunto agricolo nel corso del 2015, in previsione di un incremento della produttività media rispetto ai valori dell'ultima annata.

Sul fronte occupazionale, l'agricoltura si è rivelata, tra tutti i settori economici nazionali, quello più dinamico, con una crescita degli occupati nel 2014 dell'1,6% (+2,4% i dipendenti; +0,7% gli indipendenti), e con un ancora più significativo più 7,1% tendenziale nell'ultimo trimestre.

Nel 2015 - si legge nella nota di aggiornamento Ismea-Unioncamere - le politiche a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura e gli incentivi alle nuove assunzioni (decontribuzioni), introdotti con la legge di stabilità, potranno determinare un ulteriore incremento dei livelli occupazionali nelle campagne.

Positivo il bilancio 2014 anche per l'export agroalimentare, balzato a 34,3 miliardi di euro (+2,4% sul 2013). Nel 2015, la svalutazione dell'euro, il rafforzamento della ripresa economica in Usa, la divergenza delle politiche monetarie tra le due sponde dell'Atlantico, nonché gli stanziamenti e le misure a sostegno dell'internazionalizzazione e il prevedibile effetto-spinta di Expo avranno un impatto presumibilmente positivo sulle vendite all'estero del settore agroalimentare. La crescita dovrebbe quindi accelerare rispetto al 2014.

In relazione ai consumi, - conclude il Flash Update - per i prodotti alimentari e le bevande, al netto della componente extra domestica, si può stimare, rispetto al 2013, una variazione prossima allo zero o in calo di pochi decimi di punto.

Le condizioni generali, in considerazione di un graduale recupero del potere di acquisto, associato anche ai risparmi sulle voci trasporti ed energia e alle risorse stanziate per le famiglie con la legge di stabilità, lasciano prevedere una svolta moderatamente positiva dei consumi nel 2015, che dovrebbe coinvolgere il comparto del food & beverage.


(Ismea - Roma, 12 marzo 2015)

Troppe tasse, burocrazia asfissiante e assenza di reddito. Gli imprenditori lanciano un "SOS" per salvare il settore: i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica. -

Parma, 20 marzo 2015 -

"SOS agricoltura". È un vero messaggio d'allarme quello che lanciano gli imprenditori agricoli del Parmense. Le aziende sono in grande difficoltà tra mancanza di reddito, pressione fiscale e burocrazia asfissiante. Questa mattina i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla – quella dell'azienda Araldi di Madregolo – per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica mentre a Bologna 300 agricoltori di Agrinsieme hanno organizzato un flash mob su una collina formando prima un disegno a forma di albero da frutto per poi passare a un disegno a forma di "SOS" per lanciare un messaggio con il quale testimoniare quanto sia grave la situazione del settore primario.

"Noi agricoltori siamo i veri custodi del suolo – il messaggio della presidente di Confagricoltura Parma Monica Venturini condiviso dalla presidente di Cia Parma Ilenia Rosi e dal funzionario di Confcooperative Parma Claudio Barilli -. Rappresentiamo la prima forma di intervento contro il dissesto idrogeologico, ma la politica troppe volte ci ha dimenticati caricando la nostra attività di balzelli burocratici inutili e di imposte cui non riusciamo più a fare fronte. L'agricoltura va difesa ed è per questo che abbiamo manifestato in modo da poter sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica per la tutela del settore primario".

La presidente di Cia Parma Ilenia Rosi ha poi posto l'attenzione soprattutto sulla redistribuzione del reddito lungo tutta la filiera agricola. "Il nostro settore vive grosse difficoltà a causa della mancanza di redditività – spiega Rosi -. Manca un reddito finale che permetta agli agricoltori di portare avanti la propria attività, in primis in un settore vitale come quello del parmigiano. In questo contesto si inserisce la grande preoccupazione per il post quote latte dal prossimo 31 marzo. L'atterraggio morbido previsto dal governo non sta portando i risultati attesi. I 108 milioni di euro stanziati non bastano per affrontare un cambiamento così radicale".

IL FLASH MOB DI BOLOGNA

La manifestazione parmigiana è avvenuta in contemporanea al flash mob organizzato da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare con oltre 40mila imprese associate in regione. "Un quarto dell'ammontare dei fondi agricoli comunitari (Pac) – spiega Agrinsieme Emilia Romagna - se ne va per coprire i danni aziendali causati da calamità e dissesto idrogeologico, pari a circa 1000 milioni di euro nel 2014; il 43-45% in media del reddito imponibile ai fini Irpef delle aziende agricole se ne va per l'Imu. Non esiste territorio senza agricoltura: cosa accade se i produttori abbandonano la terra?" – è la protesta-provocazione di Agrinsieme Emilia Romagna.

Presente alla manifestazione anche l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli. "Occorre lavorare sull'organizzazione delle filiere per incrementare il valore e distribuirlo con equità – ha detto l'assessore - ma anche per essere più competitivi sui mercati internazionali, programmando le produzioni, concentrando l'offerta, migliorando la commercializzazione. Dai primi mesi del 2015 arrivano segnali incoraggianti sul fronte della congiuntura economica. Dobbiamo saperli cogliere, approfittando delle più favorevoli condizioni esterne ma soprattutto utilizzando al meglio le risorse della nuova Pac e del nuovo Psr ormai prossimo all'approvazione finale".

(Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura Parma)

 

Dopo tanta attesa la Cina finalmente entra nel mercato delle materie prime mentre le trattative tra Governo e autotrasportatori brasiliani non sono prossime al traguardo.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 marzo 2015 -

La sessione di mercato dello scorso 18 marzo ha evidenziato sensibili segnali tendenti al rialzo dei prezzi confermati anche dal mercato telematico.
Molto probabilmente questa nuova tendenza è determinata da diversi fattori concomitanti. Il ritorno, peraltro atteso, della Cina sul mercato del nord america per evitare le code di carico nei porti del sud america, la fase di stallo nelle trattative tra Governo e autotrasportatori brasiliani e infine le condizioni meteo in USA che si manifesta con eccessi di precipitazioni nelle zone orientali e al contrario con siccità in gran parte delle pianure, rischiando perciò di compromettere le semine di mais. A questi elementi si aggiunga il fatto che i fondi hanno ripreso a fare massicci acquisti mentre la Federal Reserve (FED) ha deciso di non aumentare i tassi di interesse almeno sino al prossimo mese di giugno.

Indicatori2

Mercato interno -
Nulla è cambiato rispetto alla precedente informativa.
Gli osservatori di mercato sono in attesa che si inneschi finalmente il meccanismo degli scambi e gli affari possano quindi rinforzarsi.
Le uniche novità riguardano il consolidamento delle crusche, mentre nel settore dei proteici si sta manifestando una carenza di farina di soya proteica sul porto di Venezia e una generalizzata inconsistenza della farina di soya 44%.
Segnali in crescita per il mais estero comunitario e non. Riguardo invece il mercato del mais nazionale maggiori difese sono state alzate da Est con prezzi di offerta ovviamente maggiori di quello proveniente da Ovest sul quale però si riscontra il problema del Don.
Il grano estero tende a aumentare di prezzo, mentre il grano nazionale ancora langue. Orzo in forte ridimensionamento sul mercato interno a seguito dei ridotti consumi.

Nel mercato delle Bionergie proseguono le operazioni di coperturea atte a allungare l'autosufficienza sulla prossima campagna maidicola. Confermati quindi i valori di 185/190 euro ton. arrivo Lombardia da Ottobre a Marzo per merce base contratto 103. Queste operazioni di copertura ancora non hanno coinvolto la crusca, ma si stanno concentrando principalmente sul mais e sui sottoprodotti dell'industria.

 

(TABELLE riportate anche in Galleria immagini

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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Il confronto tra i prezzi delle materie prime e dei rapporti di cambio, a un anno di distanza, evidenzia le difficoltà per un approccio previsionale attendibile anche a breve termine.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 17 marzo 2015 -

Sono ormai diverse settimane che ribadiamo il concetto delle difficoltà a fare delle valutazioni di previsioni a breve termine per la concomitanza di fattori congiunturali (scioperi ad esempio) ma anche geopolitici e di natura valutaria.
Abbiamo perciò inteso realizzare un confronto "fotografico" delle quotazioni che si rilevarono i 13/3/2014 con le condizioni registrate lo scorso venerdi 13 marzo 2015.

 

 MP                                         13/3/2014   13/3/2015
Semi di soia (cent$/bushel)       1.390,60         968,20
Farina soia ($/short ton.)            449,60          338,00
Olio soia (pound $)                      42,77           30,19
Corn (cent$/bushel)                    484,20         374,00
Grano (cent$/bushel)                  679,00         508,60

 

Indicatori un anno cibus

 

Elevati perciò i differenziali nel confronto tra le due giornate borsistiche come elevatissimi sono i differenziali che si riscontrano negli indicatori. - 23,94% il cambio valutario dovuto al rafforzamento del dollaro, più che dimezzato il prezzo del petrolio e i noli hanno raggiunto un valore di poco più di un terzo rispetto l'anno precedente.

Indicatori internazionali (13/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora a 562 punti. Il petrolio torna a scendere sotto quota 45$ (44,84$ dollari al barile) e alla data del 16/3, addirittura scende a 43,67$/bar e il cambio prosegue anch'esso la discesa a 1,0538 con tendenza, secondo gli analisti, in area di parità (0,97 - 1,0).

Mercato interno - Anche sul fronte interno le differenze sono significative. Prosegue la stazionarietà dei consumi e gli scambi rimangono ridotti ma i prezzi sono tendenzialmente in rialzo.

MP €/ton                                   13/3/2014   13/3/2015
Semi di soia (€/ton)                          475            409
Farina soia 48 (€/ton.)                      492            435
Mais nazionale                                 199            146
Mais estero comunitario                    207            166
Mais estero non comunitario              214            181
Grano - linea panificabile superiore     248           229


Anche il settore delle bioenergie sta rincarando e si sono registrate quotazioni di 185/190 € arrivo Lombardia (da ottobre a marzo) con base contrattuale 103. Valori che, sino a poco tempo fa, sembravano irrealizzabili.

 

Indicatori 13mar2015 cibus

(TABELLE riportate anche in Galleria immagini

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

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Si arresta la poderosa ascesa del Burro. Grana Padano stazionario alle quotazioni di inizio anno. Latte spot mostra piccoli segnali positivi.

di Virgilio, 18 marzo 2015 -
LATTE SPOT Deboli segnali di ripresa per il latte spot. Leggermente più sensibile l'incremento, registrato a Verona, relativamente al latte intero pastorizzato di provenienza estera che registra un incremento del 1,54% collocandosi nell'intervallo tra 33,51 e 34,54€/100 litri di latte rispetto al crudo nazionale che guadagna solo lo 0,71% (36,90-37,12€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Dopo la sequenza di incrementi fatti registrare dal 26 gennaio scorso il burro staziona alle quotazioni della 11esima settimana. Nello specifico il burro CEE replica i 3,10€/kg, 3,30€/kg per il burro di centrifuga, 2,30€/kg per il pastorizzato e 2,10 per lo zangolato. Fermo a 1,70€/kg anche il burro zangolato quotato a Parma lo scorso 13 marzo e si presume che rimarrà tale anche nella seduta del prossimo venerdì essendo giunta conferma da Reggio Emilia (17/3) della medesima quotazione.
Dopo due settimane di caduta delle quotazioni, anche li listini della crema a uso alimentare quotata a Milano si arrestano al valore di 1,66€/kg. E' sopraggiunto invece il momento del riallineamento delle quotazioni veronesi della panna a uso alimentare che cede 5 centesimi (1,60-1,65€/kg).

GRANA PADANO Nessuna variazione è invece intervenuta sulla piazza milanese riguardo ai listini del Grana Padano, stazionario dall'inizio dell'anno. Tra 6,35 e 6,45€/kg quindi la forbice all'interno della quale si è assestato il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo del 15 mesi e oltre rilevati a Milano.

PARMIGIANO REGGIANO Iniziano a manifestarsi i primi, seppur deboli, segnali di ripresa a seguito della introduzione delle azioni correttive apportate dal Consorzio del Parmigiano Reggiano destinate alla regolamentazione delle produzioni. Anche nella 11 settimana, alla borsa merci comprensoriale di Parma, il 12 mesi di stagionatura ha recuperato altri 5 centesimi portando le quotazioni tra 7,45 e 7,85€/kg. Un effetto che, come è ovvio, non ha coinvolto il 24 mesi di stagionatura le cui quotazioni sono ancorate tra 8,75 e 9,10€/kg dal 23 gennaio.

(Grafici in galleria immagini)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015
(Formato pdf - scaricabile in allegato)

1.1 editoriale Giustizia e moralizzazione. Cosa insegna la triste storia del bunga bunga.
3.1 export vino I Buyer internazionali vogliono il vino del Belpaese
4.1 cereali e materie prime Materie prime, in attesa degli effetti di Expo2015,
5.1 Lattiero caseario Burro: raggiunto il colmo?
6.1 economia Inflazione: Coldiretti, pesa balzo prezzi verdura del 10,8%
6.2 quote latte Quote latte, in partenza le cartelle esattoriali.
6.3 aspettando vinitaly Le cantine più famose al mondo si convertono al "bio" e l'Emilia Romagna c'é.
7.1 export eventi Parmigiano e Prosciutto di Parma in "vetrina" da Harrods,
7.2 aspettando vinitaly Il boom dei vini biologici, e artigianali.
8.1 aspettando vinitaly Il Lambrusco coccola il palato degli italiani.
9.1 promozioni e Partner Per Bacco che promozione!

Vino nel mondo. Gli italiani meglio dei francesi. Lo scenario economico di alcuni paesi è cambiato ma l'Italia trova sempre più spazio grazie all'ottimo rapporto qualità/prezzo. Il Lambrusco conquista il Brasile.

Di Alexa Kuhne - Parma, 15 marzo 2015 -
Il nostro vino convince. Conquista ogni spazio nel mondo. Scalza, qualche volta, il bordeaux francese. I segnali sono tutti in positivo. Sta ai produttori e ai distributori, ora, renderlo ancora più seducente.

Come? Mostrando la capacità di rimodulare e di trovare l'approccio giusto alle varie situazioni. Per continuare a crescere – suggeriscono gli esperti di Vinitaly – bisogna accattivarsi aree geografiche molto differenti fra loro.
"Il contatto con i mercati – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è fondamentale per capire le tendenze e dare alle aziende le informazioni e i servizi di cui hanno veramente bisogno e per scegliere con cognizione di causa, visto l' incremento degli investimenti del 34%. Per questo Vinitaly, con Vinitaly International, è una fiera 'aperta' tutto l'anno, che da Verona si sposta in Cina, Usa, Canada e in altri Paesi".
Un mondo a due velocità, quindi, ma in eterna evoluzione.

 

Ecco, di seguito, un sintetico viaggio virtuale nell'"atlante" del commercio enoico.

Dall'indagine le reazioni migliori arrivano dai nostri partner storici, come la Germania, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. L'India, invece, si dimostra a dir poco ostica e la Russia, che pure nel 2014 ha resistito, si trova in mezzo alla peggior svalutazione del rublo degli ultimi anni, mentre il Brasile paga dazi altissimi.

In Cina, ad esempio, è importante sfruttare la debolezza manifestata nel 2014 dalla Francia, lavorando sulla costruzione di brand forti, a patto che si parli di prezzi ragionevoli. Sempre più popolari Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella.

Ma l'Asia non è solo Cina, ed anche i piccoli scalpitano, a partire dal Vietnam il mercato del vino è cresciuto molto velocemente ed i protagonisti sono stati la Francia e l'Italia, ma c'è da fare i conti con una polarizzazione dei consumi, tra bottiglie sotto i due euro e vini sopra i venti. Anche in Corea del Sud si sta sgonfiando la bolla dei vini francesi, e la gente guarda agli italiani, più accessibili. In Brasile i vini rossi toscani stanno facendo bene, così come le bollicine di Lambrusco e Franciacorta ma l'aspetto più problematico è quello che riguarda l'altissima pressione fiscale.

Risalendo il Sud America, tra i Paesi più in salute c'è il Messico, dove la cultura del vino sta crescendo velocemente, specie se si parla di vino italiano, dalle etichette toscane a quelle del Nord Italia, come l'Amarone della Valpolicella, con un occhio ai vini del Sud. Il prezzo medio si attesta sui 12-22 dollari, mentre nella fascia più bassa non c'è competizione con i vini cileni ed argentini.

Tornando nell'emisfero Sud, c'è un Paese capace di essere, allo stesso tempo, competitor e partner: l'Australia, dove la passione per il vino italiano nasce, innanzitutto, dalla passione degli australiani per il Belpaese, scelto sempre più spesso come meta per le vacanze e quando tornano in Australia vogliono continuare a bere i vini straordinariamente diversi scoperti durante il viaggio.

Restando fuori dal Vecchio continente, il nostro partner commerciale più solido sono senza dubbio gli Stati Uniti, dove la grande presenza della ristorazione italiana è il primo veicolo di promozione per il vino e poi ci sono consapevolezza e dimestichezza con le tante diverse denominazioni, tanto che a fianco delle etichette più affermate stanno emergendo i vini di Sicilia, Puglia e Montepulciano d'Abruzzo per i rossi, e Alto Adige e Friuli per i bianchi. Dopo la crisi, però, si spende qualcosa in meno, e allora se la fascia 10-25 dollari va ancora forte, sopra i 40 dollari si fa più fatica.

Nord America non vuol dire solo Usa, anzi, e in Canada, ormai, il vino italiano è diventato più importante di quello francese, grazie soprattutto grazie ai vini piemontesi, toscani e veneti , ma bisogna tener presente che qui il vino è molto caro: se in Italia una bottiglia costa 4-5 euro, in Canada arriva a 25 dollari.

Chiudono questo viaggio i mercati del Vecchio Continente, dove il vino italiano è conosciuto da secoli. Come nel Regno Unito, dove adesso vanno forte alcune regioni emergenti della Toscana, Montecucco, Maremma e Morellino, ma il mercato si sta muovendo anche su vini bianchi di carattere, come il Timorass". E se il Prosecco continuerà ad andare bene, sembrano esserci grosse difficoltà per i metodo classico, che non riusciranno a scalzare lo Champagne dalla sua posizione di leader.

Non sorprende più la Germania, dove i vini italiani costituiscono una fetta importante del mercato con un'offerta che arriva da ogni regione e praticamente su ogni fascia di prezzo sensibile.
Buona anche la reazione della Svezia. La chiave di volta per la conquista della Danimarca, invece, sta nel food pairing: il vino italiano va bene, il prezzo medio si aggira sui 5-8 euro, e i consumatori lo apprezzano molto perché si sposa benissimo con i cibi locali.

Rimonta sulla Francia anche in Olanda, dove il prezzo è sì una variabile importante e il consumatore è molto preparato e sa riconoscere e premiare il giusto rapporto qualità/prezzo.

La Francia, insomma, è l'eterna rivale, certo non l'unica da cui guardarsi, eppure, anche qui, c'è una nicchia di consumatori che hanno imparato ad apprezzare l'Italia del vino, salita alla ribalta dopo il boom dei prezzi di Bordeaux: il consumatore del francese ha trovato nel vino italiano esattamente ciò che cercava. Ottimi vini al giusto costo.

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