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Domenica, 27 Settembre 2015 13:25

Formula 1, Giappone: Ferrari non vince ma convince

Hamilton torna a vincere. Vettel ancora sul podio. Raikkonen quarto. Una sconfitta che tuttavia non è un passo indietro. -

Parma, 27 settembre 2015 - di Matteo Landi -

La Formula 1 torna a Suzuka e la Mercedes ritrova la vittoria. Lo dice il risultato, lo dicono le statistiche che vedono Hamilton raggiungere a quota 41 le vittorie del suo idolo d'infanzia Ayrton Senna, sua ispirazione ora che cavalca l'onda del successo. Eppure, analizzando meglio le prestazioni mostrate in questa gara, si evince che il risultato non è bugiardo ma getta un pò di fumo sull'ottima prestazione Ferrari. Il podio di Vettel, giunto terzo dietro anche a Rosberg, non è sinonimo di passo indietro. Dopo il quarto posto ottenuto in qualifica, complice l'incidente di Kvyat che non ha permesso a chi era in pista di compiere l'ultimo giro veloce, il pilota tedesco aveva mostrato soddisfazione, visto il distacco di 6 decimi rimediato dal poleman Rosberg su un tracciato composto da tante curve veloci e completamente diverso dal cittadino di Singapore, in cui una buona trazione ed un'ottima accelerazione sono le caratteristiche su cui costruire una vittoria.

Ferrari: un podio che è quasi un successo

Considerando le gomme medie e dure portate da Pirelli a Suzuka, i secondi che al traguardo hanno poi separato Hamilton da Vettel sarebbero potuti essere ben più di 20. Così su una pista ostica e calzando le gomme che peggio si adattano alla vettura di Maranello, Vettel ha compiuto un'ottima gara conquistando il suo decimo podio stagionale, il 12esimo della Ferrari considerando anche i risultati di Raikkonen. Il finlandese, partito dalla sesta posizione, anch'egli danneggiato al sabato dallo schianto di Kvyat, è stato autore di una gara solida, riuscendo ad avere la meglio su Bottas, suo principale rivale per tutta la gara, e ad arrivare ai piedi del podio. La prestazione di Singapore non è stata quindi per la Ferrari un incidente di percorso ed il podio, ottenuto in condizioni meno favorevoli, ne è quindi la conferma.

Red Bull: seconda a Singapore, comprimaria a Suzuka

Non si può dire la stessa cosa per la Red Bull: 13esima e 15esima al traguardo dopo una gara anonima. A loro parziale giustificazione vi sono i costanti problemi ai freni accusati per tutta la gara da Kvyat e la foratura rimediata al via da Ricciardo dopo un contatto con Massa, ma la scarsa velocità è stata per Red Bull l'unica costante del weekend nipponico. Il paragone fra le mattatrici di Singapore carica così d'importanza la prestazione Ferrari in terra giapponese.

Rosberg: sconfitto e rassegnato?

L'unico vero sconfitto di questo gran premio è Rosberg. Con la seconda pole position stagionale aveva l'occasione per attaccare la leadership di Hamilton ed invece ha perso la gara alla prima curva, lasciando troppo spazio al compagno di squadra che, con astuzia, lo ha portato fuori pista, facendogli perdere la posizione anche nei confronti Vettel e Bottas. Rosberg è poi riuscito a conquistarsi, con fatica, la seconda posizione finale ma il suo è un podio che profuma di resa definitiva. Il sorriso sfoggiato al termine della gara ricorda la felicità mostrata da Barrichello quando si sentiva il primo degli altri, consapevole che la leadership del compagno di squadra era intoccabile.

Alonso: quando il talento non è tutto

Chi invece mostra evidenti segni di insofferenza è Alonso. Lo spagnolo si è reso protagonista dell'ennesima affermazione infelice nei confronti della propria squadra. Dopo lo "scemi" con il quale apostrofò via radio i suoi ingegneri dei tempi Ferrari stavolta ha paragonato la power unit della sua McLaren al motore di una GP2, la nota categoria propedeutica alla F1. Uno schiaffo in mondovisione alla Honda proprio sulla sua pista di casa. Ennesima dimostrazione della scarsa capacità del pilota spagnolo di "fare squadra", a fronte di eccelse qualità di guida.

Archiviato il Giappone il grande Circus si dirige verso Sochi. Un anno dopo il terribile schianto di Bianchi, la Formula 1 lascia Suzuka con uno spirito ben diverso. Dal buio e l'angoscia di quel 5 ottobre 2014 alla gioia di Hamilton, Rosberg e Vettel dodici mesi dopo ancora sul podio, con Jules nel cuore.

 

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Lunedì, 21 Settembre 2015 09:17

F1, Singapore: il ruggito di Vettel

La Ferrari divora gli avversari. Vettel stravince e Raikkonen torna sul podio. Mercedes debacle totale. -

Parma, 21 settembre 2015 - Matteo Landi -

La Ferrari torna a vincere nella città del leone, traduzione letterale del nome Singapore. Lo fa con il leone Vettel sbranando gli avversari. La squadra di Maranello domina l'intero weekend in maniera inaspettata. A Monza Arrivabene aveva dichiarato che per la Ferrari la gara asiatica sarebbe stata diversa, preannunciando un ritorno alla massima competitività, ma nessuno poteva prevedere un dominio così schiacciante. La Ferrari ha ritrovato le condizioni ideali: una pista che non privilegia la potenza massima dei motori Mercedes, le gomme soft e supersoft portate dalla Pirelli ma soprattutto un tracciato che mette in risalto le qualità dei piloti.

Vettel: quando il campione fa la differenza

La Ferrari ha dominato ma con il solo Vettel. Raikkonen, comunque autore di una solida prestazione conclusa sul podio dietro a Ricciardo, ha sofferto per tutto il weekend il confronto con il compagno di squadra. Lo dimostrano i 7 decimi rimediati in qualifica da Vettel, che ha riportato una rossa in pole position dopo più di tre anni, guidando come i campioni del passato, sfiorando i muri e rischiando il tutto per tutto con la pole già in mano. Quasi a voler dimostrare la sua schiacciante superiorità di guida, rifilando addirittura 1 secondo e mezzo alle due Mercedes, sprofondate in terza fila. Il tedesco della Ferrari è stato più forte di tutto e tutti. Alla partenza della gara ha staccato subito Ricciardo ed ha mantenuto alta la concentrazione quando per due volte è intervenuta in pista la safety car, prima per favorire la rimozione della vettura di Hulkenberg, scontratosi con Massa, poi a causa di un'insolita, ma non inedita, invasione di pista. Il ricordo è andato al Gp di Germania del 2000 ed a quello d'Inghilterra del 2003 quando accadderò analoghi episodi e, per gli amanti della cabala, in entrambi i casi a vincere fu proprio una Ferrari.

Mercedes che succede? Una disfatta che ha origini precise.

Singapore rispetto a Monza è dall'altra parte del mondo, sia come distanza che come valori in pista. Se in Italia Hamilton si era fatto un sol boccone degli avversari, nella città del leone è sembrato un gattino impaurito. Partito solamente quinto non è riuscito a risalire la classifica perdendo terreno dalle Ferrari e dalle Red Bull che comandavano la gara, per poi terminare con un ritiro a causa di un problema tecnico. Se la Ferrari ha fatto un notevole passo avanti, la Mercedes ne ha fatti un paio indietro. Probabilmente i motivi della sua debacle sono da ricercare nel successo di Monza. In Brianza aveva sì fatto la voce grossa con Hamilton, ma aveva anche subito lo scotto del ritiro della vettura di Rosberg, proprio in concomitanza con l'arrivo degli ultimi sviluppi sulla power unit, oltre a rischiare di perdere il successo di Hamilton a causa di una pressione irregolare delle sue gomme rilevata prima della partenza. Proprio per la gara di Singapore Pirelli e Federazione Internazionale hanno in parte chiarito una zona grigia del regolamento mettendo di fatto Mercedes nell'impossibilità di usare pressioni al di sotto di quelle imposte dal costruttore di pneumatici. Che si spieghino così le scarse prestazioni delle vetture tedesche, mai così in difficoltà negli ultimi due anni?

Red Bull.......Guarda chi si rivede?!

Chi invece, oltre alla Ferrari, ha fatto un notevole passo avanti è stata la Red Bull. Un anno di polemiche fra la casa austriaca e il fornitore Renault non hanno spento le capacità degli uomini Red Bull di sviluppare la vettura, dimostrando che con un motore adatto potrebbe lottare costantemente per il bottino grosso. Con loro è risorto anche Ricciardo: veloce per tutto il weekend ha vinto la concorrenza interna di Kvyat e la sfida con Raikkonen. Il finlandese, nonostante come detto sia risultato meno veloce del compagno Vettel, ha però messo in mostra quell'affidabilità chiesta da Arrivabene andando a completare la festa con una seconda rossa sul podio e tanti punti alla Ferrari nella classifica costruttori, allontanando forse definitivamente il pericolo Williams. Se nel costruttori la vittoria Mercedes appare scontata, nella lotta al titolo piloti adesso si fa interessante. Con il quarto posto ottenuto da Rosberg, Vettel ha portato a sole 8 le lunghezza di svantaggio dal connazionale, al secondo posto dietro ad Hamilton. L'inglese è ancora saldamente al comando, ma con sei gare ancora da disputarsi ed un Vettel così tutto è possibile. Intanto la Ferrari si gode il terzo successo stagionale, andando a centrare le più rosee aspettative di Marchionne prima dell'inizio di questo mondiale.

 

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Lunedì, 24 Agosto 2015 08:30

F1, Belgio: Ferrari, la sfortuna fa 900

Gara di rimonta per Vettel che ad un passo dal podio si deve arrendere all'esplosione di una gomma. Mercedes torna a dominare. Hamilton impeccabile. Grosjean eroe di giornata, a volte la fortuna aiuta gli audaci.

La Ferrari torna dalle vacanze e scopre il suo numero sfortunato: 900. Come i Gran Premi disputati, Belgio compreso, dalla gloriosa squadra italiana sempre presente nella storia della Formula 1.

A voler esser pignoli, presente in tutti i campionati ma non in tutte le gare considerando che negli anni 50 il mondiale di Formula 1 ospitava anche la 500 miglia di Indianapolis, tendenzialmente disertata dalle squadre europee.

Poca gloria, invece, ha avuto in quest'ultima corsa sulla bellissima pista di Spa. Le premesse sembravano presagire una gara completamente diversa: Kimi Raikkonen, a lungo messo in discussione dai media e dalla squadra, finalmente confermato alla guida della Ferrari anche per la prossima stagione, lo slancio psicologicamente positivo dato dalla vittoria di Vettel nel recente Gran Premio d'Ungheria e le gomme portate dalla Pirelli in Belgio di mescola soft e media, quelle che più si addicono alla Rossa. Ma la sfortuna fa 900 e per la Ferrari tutto è funzionato al contrario.

Ferrari, quante disgrazie! Ma i piloti dimostrano solidità
La prima sventura colpisce Raikkonen: la sua vettura subisce un'avaria durante le qualifiche ed il finlandese sarà costretto a partire 16esimo ed a dover correre con un vecchio motore, stanco e privo dei recenti aggiornamenti tecnici. Negli ultimi giorni Kimi ha ringraziato più volte la squadra per la fiducia datagli per un anno ancora, dopo esser stato nel mirino delle critiche dei media e del Team Principal Arrivabene. Visto l'ennesimo problema meccanico sofferto dalla vettura numero 7 è la squadra che deve chiedere scusa al finlandese, autore fra l'altro di un'ottima gara: settimo al traguardo, lottando come un leone nonostante una power unit, come detto, ormai obsoleta.

Ma la sfortuna, se così vogliamo chiamarla, ci vede benissimo e decide di essere imparziale: Vettel, dopo una gara di rimonta dall'ottava posizione in griglia, a due giri dal termine stava difendendo benissimo la terza posizione da un arrambante Grosjean con pneumatici molto più freschi, quando è avvenuto lo scoppio della gomma posteriore destra. Il tedesco, per rimediare ad una qualifica difficile, aveva giocato la carta del singolo pit stop. Eppure le sue gomme gli permettevano di tenere un ritmo comunque elevato non evidenziando una grave perdita di competitività. A fine gara, sebbene non abbia esplicitamente citato il costruttore di pneumatici, era evidente la rabbia di Vettel nei confronti della Pirelli. Perchè non è normale che una gomma esploda a 300 all'ora senza alcun precedente avvertimento, che sia un evidente degrado od una perdita di pressione.

Esplodono le gomme: di chi è la responsabilità?

A confermare i dubbi sull'affidabilità delle Pirelli c'è lo scoppio di una gomma montata venerdì sulla vettura di Rosberg. Mercedes, non avendo ricevuto sufficienti spiegazioni dal costruttore italiano, ha modificato il fondo delle sue vetture, nell'ipotesi che fosse un particolare dello stesso ad avere danneggiato lo pneumatico. Tuttavia sarebbe sbagliato identificare come colpevole la Pirelli: se una volta Goodyear, Michelin, Bridgestone e via dicendo potevano contare su costanti collaudi in pista, adesso il regolamento ha ridotto al minimo i test. Quei pochi km risultano così necessari per le squadre giusto per poter verificare il comportamento delle vetture.
Virtual Safety Car: occorre fare chiarezza

Un'altra regola assurda è quella della Virtual Safety Car. "Entrata" in pista durante la gara ha condizionato il risultato della stessa. Dovrebbe servire a rallentare le monoposto, in modo da poter ripristinare la sicurezza della pista e mantenere inalterati i distacchi, invece si è assistito all'allungo delle due Mercedes che là davanti hanno guadagnato alcuni secondi sulla concorrenza. Non che ne avessero bisogno, stavolta le due frecce grigie hanno dominato la gara.

Mercedes torna a "stravincere". Grosjean eroe di giornata
Hamilton, partito in pole position, ha vinto senza problemi controllando a distanza il compagno Rosberg che, autore di una pessima partenza, ha impiegato pochi giri per portarsi in seconda posizione. Oltre ai due piloti Mercedes ha festeggiato anche un ritrovato Grosjean: sulla pista che lo portò vicino al baratro nel 2012, anno in cui una sua partenza garibaldina provocò un pericoloso incidente che mise a rischio l'incolumità di Alonso, ottenendo la squalifica per il successivo Gran Premio di Monza, stavolta ha riportato la Lotus sul podio dopo degli stupendi sorpassi ed una gara tutta d'attacco. Senza il problema capitato a Vettel, classificatosi poi 12esimo, non sarebbe salito sul podio ma la fortuna, a volte, aiuta gli audaci.

Fra due weekend i bolidi della Formula 1 torneranno a rombare sulla pista più veloce del mondiale. Teatro di grandi battaglie e spesso di rivincite Ferrari, in un campionato che ha già riservato sorprese, vedremo se Monza si tingerà ancora di Rosso.
Matteo Landi

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Lunedì, 27 Luglio 2015 09:14

F1, Ungheria: Vettel, e 2!

La Ferrari torna alla vittoria dominando una delle gare più belle degli ultimi anni. Mercedes battuta e nel panico. -

Parma, 27 luglio 2014 - di Matteo Landi -

Nel nome di Jules. Tagliato il traguardo, il pensiero è andato a Bianchi. Via radio, Vettel ha dedicato il successo al pilota francese che recentemente si è arreso dopo nove mesi di coma. Gli ha dedicato una gara perfetta, condotta con la freddezza del campione. Mentre gli altri si scannavano alle sue spalle, perdendo alettoni, forando pneumatici, incorrendo in innumerevoli penalità, Vettel non si è scomposto. Ha mostrato le unghie alla partenza infilando le due Mercedes, ha guidato in maniera impeccabile guadagnando costantemente sugli avversari e dopo l'uscita della safety car, entrata in pista al 44o dei 69 giri previsti per rimuovere i detriti lasciati in pista dalla vettura incidentata da Hulkenberg, ha mantenuto il comando senza problemi andando a vincere. Dopo 8 Gran Premi torna così alla vittoria la Ferrari. Un successo inaspettato se si pensa alle scarse prestazioni recentemente offerte dalle vetture del cavallino: l'arrivo delle corse europee in concomitanza con i primi importanti aggiornamenti tecnici aveva visto la Ferrari arrancare sul piano prestazionale ritrovandosi terza forza del mondiale dietro alla Williams ed avvicinata da Red Bull. In Ungheria si sono però verificate le condizioni ideali per la squadra di Maranello: gomme morbide e medie, asfalto sopra i 40 gradi ed un tracciato che privilegia le qualità telaistiche mettendo in secondo piano la prestazione della power unit.

Raikkonen e la sfortuna: un binomio ancora forte

Peccato che proprio l'elemento meno importante abbia tradito Kimi Raikkonen. Il finlandese, secondo dopo una perfetta partenza dalla quinta posizione in griglia, avrebbe senz'altro completato una stupenda doppietta Ferrari ed ottenuto il suo secondo podio stagionale senza i problemi tecnici occorsi alla sua power unit che lo hanno costretto prima a rallentare poi alla resa definitiva. Raikkonen, al centro di voci di mercato che lo vogliono fuori dalla Ferrari nella prossima stagione ed aspramente criticato dal team principal Arrivabene, avrebbe stavolta meritato le scuse di quest'ultimo.

Mercedes: dalle stelle alle stalle. A centro gruppo si fa dura

Si è scusato invece con la sua squadra Lewis Hamilton. L'inglese ha disputato una delle peggiori gare della sua carriera. Scattato malissimo dalla pole position, al primo giro ha rischiato di tamponare il compagno di squadra finendo nella ghiaia e ritrovandosi a centro gruppo, per poi tagliare il traguardo sesto a seguito di una penalizzazione subita per un contatto con Ricciardo. Il suo compagno di squadra e rivale al titolo Rosberg, tuttavia, non ne ha potuto approfittare, giungendo al traguardo ottavo: in lotta con Ricciardo per la seconda posizione è rimasto vittima di una foratura. L'australiano, con la vettura danneggiata, è poi giunto terzo ed alle spalle del giovane compagno di marca Kvyat. Era dall'ultima gara del 2013 che non si vedeva neanche un pilota Mercedes sul podio.

McLaren-Honda: meglio del solito. Ma la strada è ancora lunga

Alla rinascita Red Bull è coincisa la buona prestazione McLaren: due vetture al traguardo ed entrambe a punti, con Alonso ottimamente quinto e Button nono. E' tuttavia imbarazzante pensare che si tratti del migliore risultato dell'accoppiata McLaren Honda dal rientro del motorista nipponico nei gran premi, ottenuto fra l'altro in maniera fortunosa viste le vicende di gara.

Gp d'Ungheria: la tradizione vince

Il Gp d'Ungheria è stato spesso teatro di gare noiose vista la tortuosità del tracciato che unita ad una sede stradale stretta lo fa sembrare un grosso kartodromo. Stavolta un circuito "vecchio stile" ha regalato agli appassionati una gara ricca di sorpassi e colpi di scena, forse la più spettacolare degli ultimi anni. Alla ricerca dello show, la Formula 1 si è inventata i più artificiosi stratagemmi diventando quasi finzione: piste con carreggiate larghissime, gare in notturna ospitate in paesi senza tradizioni automobilistiche, alettoni mobili, gomme quando dure come il marmo, quando usa e getta. Stavolta la lotta vera ha vinto sul wrestling.
Con la vittoria di Vettel il grande Circus si prende una pausa. Tornerà il weekend del 23 agosto in Belgio, sullo storico tracciato di Spa. Vedremo se la Ferrari saprà ripetersi sulla pista che tante volte ha visto vittorioso Kimi Raikkonen. Sarebbe il teatro perfetto per la riscossa del finlandese. Intanto l'obiettivo minimo delle due vittorie stagionali promesso da Arrivabene e soci è già stato raggiunto. Alla faccia di chi, come Lauda, reputa gli italiani capaci di fare solo gli spaghetti.

 

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Lunedì, 20 Luglio 2015 08:59

F1: Addio Jules.


Nove mesi dopo il terribile incidente in Giappone ci lascia, a neanche 26 anni, Jules Bianchi. La famiglia e la Formula 1 piangono la scomparsa di una persona stupenda ed un gran pilota.

Dopo nove mesi, vissuti dalla famiglia nel dolore e nell'attesa di un risveglio che non c'è mai stato, se n'è andato il 17 luglio scorso Jules Bianchi. Nove mesi dal drammatico ed assurdo incidente accaduto durante un altrettanto assurdo Gran Premio del Giappone, corso sotto la pioggia con il timore dell'arrivo di un tifone, all'imbrunire ed interrotto anzitempo in seguito allo schianto di Jules contro un trattore che stava spostando la vettura appena incidentata da Sutil.

Un pilota quando decide di correre a trecento all'ora accetta di mettere a rischio la propria incolumità, comunque consapevole del livello di sicurezza raggiunto dalle vetture attuali, impensabile vent'anni fa. Quello che accadde quel 5 ottobre andò ben oltre il rischio che un pilota può assumersi.

Fa rabbia pensare che dopo quel giorno una lunga inchiesta promossa dalla Federazione Internazionale servì solo per scaricare ingiustamente tutte le responsabilità dell'accaduto sullo stesso pilota che adesso non c'è più.

La famiglia, gli amici, i fans ed il Circus perdono una persona stupenda ed un pilota dal talento eccelso. Sotto le insegne del Ferrari Driver Academy era al suo secondo anno di F1.

Al volante della Marussia, oggi Manor, squadra di ultimissima fascia, conquistò nel 2014 gli unici punti della sua storia con il fantastico nono posto di Monaco dopo una corsa che lo portò per una volta sulle pagine che contano dei giornali di tutto il mondo. Non potendo scendere nel dettaglio di quella che era la persona amata da tutto il paddock possiamo però ricordare quel pilota che tutti stimavano fin dalle categorie propedeutiche alla F1 e che con le sue affermazioni convinse la Ferrari a metterlo sotto l'ala protettrice della sua Academy.

Un pilota che nel 2009 vinse a mani basse il campionato europeo di F.3 battendo, fra gli altri, l'allora compagno di squadra Bottas. Fa pensare che adesso si indichi come prossimo sostituto di Kimi Raikkonen un pilota che allora fu sonoramente sconfitto da Bianchi, non vincendo neanche una gara contro le nove del francese.

Lo stesso Montezemolo rivela adesso che la Ferrari aveva pensato a Bianchi come compagno di Vettel non appena il francese avesse raggiunto la maturità necessaria per il gran passo.

Non si può dire tuttavia che la sfortuna abbia privato Jules del grande sogno. Non quando risulti evidente a tutti (tranne che alla F.I.A.) che fu la gestione quasi amatoriale dei commissari di quella maledetta gara a generare le condizioni affinchè avvenisse quel che è accaduto. Con Imola 94 la Formula 1 si rese conto che tanto doveva essere cambiato.

Sabato mattina si è svegliata stordita da una notizia che non avrebbe voluto sentire. Tutto d'un tratto Kers, Drs, la rivalità Hamilton-Rosberg che addormenta il campionato, le corse in estremo oriente e via dicendo, perdono importanza.

Se n'è andato un ragazzo. Jules ha tagliato l'ultimo traguardo terreno. Ad un passo dal sogno Ferrari. Lo immaginiamo lassù a chiacchierare con Senna ed Ascari, ognuno a dire la sua sulla Formula 1 che ha vissuto.

A noi non resta che ricordarlo sorridente, senza sottocasco, dopo aver tagliato il traguardo di quel Montecarlo. Addio Jules.
Matteo Landi

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Solo la pioggia salva la rossa, stavolta più lenta anche delle Williams. Vettel, abile e fortunato, agguanta il podio. Vincono ancora le Mercedes, sempre più irraggiungibili. Sfortunato Raikkonen. -

Parma, 6 luglio 2015 - di Matteo Landi -

La Ferrari torna sul podio. Vettel riesce, con una gara di rimonta, a riportare il cavallino rampante nelle zone nobili della classifica. La gioia che il tedesco ha mostrato appena tagliato il traguardo è la fotografia perfetta della situazione Ferrari. Un terzo posto che profuma quasi di vittoria perchè prima della pioggia, affacciatasi timidamente al 35esimo giro e più copiosa nel finale, per la squadra di Maranello si prospettava una disfatta.

Nella prima parte di gara Raikkonen e Vettel, partiti entrambi piuttosto lentamente dalla terza fila, si erano ritrovati a combattere con Kvyat e le due Force India, lontani da Mercedes e Williams. Una volta guadagnate la quinta e la sesta posizione per le due Ferrari la gara sarebbe terminata senza sussulti ancora una volta fuori dal podio. Se non fosse arrivata la pioggia. A quel punto strategia e fortuna hanno fatto la differenza e la dea bendata ha premiato Vettel e penalizzato Raikkonen e le due Williams. Massa e Bottas, addirittura in testa alla gara nelle prime fasi, sono invece rimasti in pista qualche minuto di troppo con gomme da asciutto, perdendo la possibilità di lottare per la vittoria e di finire sul podio. Il finlandese di casa Ferrari invece, fra i primi a montare gomme intermedie, ha giocato un azzardo che non ha pagato. Così, dopo una bella gara condotta sempre davanti al compagno di squadra, ha tagliato il traguardo solamente in ottava posizione.

Raikkonen ancora sfortunato. Vettel, il guizzo del campione

A Raikkonen è così sfuggita l'occasione di zittire le critiche che gli piovono addosso da qualche gran premio. Peccato perchè stavolta era riuscito ad ottimizzare il potenziale della rossa più del compagno di squadra, sia in qualifica che, sino a quando non è comparsa la pioggia, in gara. Al contrario Vettel, apparso in difficoltà in qualifica ed incostante nella prima metà della corsa, ha risolto a suo favore un pessimo weekend con intelligenza ed un pizzico di fortuna, che si sa, aiuta gli audaci.

Ferrari, così non va

Quello che preoccupa maggiormente è il passo del gambero che la Ferrari sta mostrando a livello prestazionale: ad inizio anno in grado persino di cogliere una vittoria, adesso vede la Mercedes sempre più lontana, ritrovandosi scavalcata dalla Williams ed addirittura "risucchiata" dal gruppone delle inseguitrici composto da Red Bull, Force India e Toro Rosso. Il fantasma degli anni scorsi sembra materializzarsi sempre di più: la squadra di Maranello inizia il campionato con grandi aspettative per poi, durante la stagione, progredire meno degli altri. La differenza sta nella base di partenza, quest'anno di altissimo livello.

Mercedes più forte di tutto e tutti. Williams la principale antagonista

Davanti a tutti è arrivato l'idolo di casa, Lewis Hamilton: veloce, freddo e fortunato. Più di Rosberg. La differenza fra i due l'ha fatta il momento scelto per montare le gomme intermedie. Stavolta le due Mercedes han però dovuto lottare con Massa e Bottas, due "missili" fino a quando la pista non si è bagnata. Bottas, al centro delle voci di mercato che lo vogliono la prossima stagione al posto di Raikkonen, è giunto al traguardo quinto, per la seconda volta consecutiva meno efficace del compagno Massa, arrivato quarto. Il finlandese della Williams è sicuramente un pilota concreto e veloce, ma è curioso che si parli con insistenza di lui come futuro ferrarista quando spesso "subisce" le prestazioni del brasiliano, silurato a fine 2013 per far posto proprio a Raikkonen.

Alonso, gara confusa ma coglie il primo punto

Ai margini della zona punti ha fatto capolino finalmente Alonso: decimo all'arrivo grazie ai tanti ritiri. Un traguardo addirittura festeggiato ma fa tenerezza constatare che si tratti dello stesso miglior risultato ottenuto nella sua stagione d'esordio in Minardi, squadra al tempo con possibilità economiche ben inferiori a quelle del colosso Honda e della prestigiosa McLaren che si è vista regalare dalla Federazione la possibilità di utilizzare questa stagione una power unit per vettura in più rispetto a tutti gli altri. Inoltre, dopo il misterioso incidente accaduto in Austria, Alonso si è reso partecipe di un'altra situazione controversa quando al primo giro ha involontariamente eliminato il compagno di squadra Button. Federazione e commissari, quest'ultimi spesso intransigenti con gli altri concorrenti, sembrano al momento piuttosto "accomodanti" nei confronti di una squadra ed un costruttore dai nomi altisonanti.

Adesso la Formula 1 si prenderà una piccola pausa e tornerà in pista fra tre settimane in Ungheria su un circuito lento e tortuoso, in cui la differenza torneranno a farla le qualità telaistiche e la capacità di "conservare" le gomme. Un'occasione per Ferrari di evidenziare tutte le lacune, appurato il deficit di potenza che ancora esiste fra la power unit italiana e quella Mercedes.

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Ennesimo dominio delle due Mercedes. Vettel perfetto, Raikkonen e la Ferrari no. Troppi errori per puntare in alto.

di Matteo Landi Parma, 22 giugno 2015 -

Dopo i progressi dimostrati dalla Ferrari nella prima parte di stagione, 6 podii su 7 gare ed il ritorno alla vittoria dopo un 2014 a bocca asciutta, l'obiettivo della squadra di Maranello era quello di avvicinarsi alle prestazioni Mercedes approfittando di loro eventuali errori per poter vincere ancora.

Invece, arrivati ad un passo dal bottino grosso la Ferrari si scopre col fiatone. In Canada Kimi Raikkonen commette lo stesso errore dell'anno precedente e perde un podio ampiamente alla portata. In Austria il finlandese si qualifica 18esimo, partendo 14esimo grazie a penalità altrui, ed al primo giro, vittima di un terribile incidente con Fernando Alonso, termina il suo weekend nero. Per entrambi l'unica gioia della domenica è quella di esserne usciti senza un graffio.

E' facile additare tutte le disgrazie Ferrari al pilota che nel 2007 ha portato la squadra italiana al suo ultimo mondiale. Andando ad analizzare meglio le circostanze si evince che la pessima qualifica deriva da una mancata comunicazione fra il box ed il pilota finlandese, convinto di avere ancora tempo sufficiente per un altro giro veloce. In merito all'incidente, invece, non è ancora chiaro se Alonso abbia colpito la Ferrari di Raikkonen, facendolo sbandare, prima di franargli addosso o se l'incidente derivi da un altro errore del finlandese: le immagini della camera car del ferrarista e l'assenza totale di quelle della vettura dell'asturiano non chiariscono le idee.

Vettel, l'unico a non sbagliare

Tuttavia il fine settimana degli "orrori" Ferrari non si esaurisce con il ritiro di Raikkonen. Vettel dopo aver conquistato un'ottima terza posizione in qualifica, nonostante un venerdì passato per lo più come spettatore ai box a causa di problemi tecnici alla sua vettura, era riuscito nella prima parte di gara a non perdere troppo terreno dalle due Mercedes consapevole che con le gomme meno soffici nella seconda parte di gara avrebbe potuto dire la sua. Peccato che, al cambio gomme, si sia conclusa la serie di errori del box Ferrari: problema nel fissaggio della posteriore destra e più di dieci secondi gettati al vento. Il tedesco, perfetto alla guida della sua auto, ha visto così mutare il suo obiettivo dalla caccia alle Mercedes alla rincorsa del podio senza riuscire a centrarlo, finendo quarto dietro la Williams di Felipe Massa, velocissima e inattaccabile in rettilineo.

Massa torna sul podio, ma quanti dubbi sulla power unit Mercedes!
Il brasiliano, al primo podio stagionale, è stato autore di un'ottima gara, ma restano dei dubbi sulle recenti modifiche apportate alle power unit Mercedes: se gli aggiornamenti erano necessari ai fini dell'affidabilità, come dichiarato dalla casa tedesca, senza intaccare i "gettoni" di modifiche consentite dalla Federazione a fini prestazionali, come si spiega il ritorno alle posizioni che contano di Williams, Force India e Lotus, guarda caso tutte motorizzate Mercedes? Le difficoltà di Vettel nell'avvicinare in rettilineo la vettura di Massa, nonostante l'ala posteriore "aperta", non fanno che aumentare i dubbi.

Mercedes ancora imprendibile
Le certezze arrivano invece dalla squadra Mercedes: un'altra sonante doppietta con Rosberg vincitore pronto ad approfittare della domenica no del compagno di squadra. Hamilton non è riuscito a sfruttare al meglio la pole position, venendo subito sopravanzato da Rosberg e perdendo progressivamente terreno durante i 71 giri di gara, con l'aggravante della penalità di 5 secondi sul tempo finale per avere oltrepassato la linea bianca in uscita dal pit stop. Una distrazione che riporta Hamilton sulla terra e tiene vive le speranze mondiali di Rosberg.

McLaren-Honda: il dramma non ha fine
E' senza speranza invece la McLaren Honda: partiti in fondo allo schieramento Alonso e Button hanno compiuto entrambi pochi km. Alonso, franato addosso a Raikkonen, è parso rassegnato all'attuale situazione McLaren, Button, ritiratosi al decimo giro, trova conforto nel duello velocistico (per modo di dire) con lo spagnolo in cui, contro tutti i pronostici, non sta affatto sfigurando. Nella sua lunga carriera l'inglese ha saputo spesso far ricredere molti giornalisti ed addetti ai lavori dando del filo da torcere a compagni esperti come Barrichello e particolarmente veloci come Hamilton ed adesso Alonso.

Hulkenberg, Maldonado e Verstappen: punti che valgono oro
Carriera ancora breve ma con un successo in più quella di Nico Hulkenberg. Il pilota della Force India, fresco vincitore della 24 ore di Le Mans, sulla spinta emotiva del prestigioso successo, ha raccolto un sesto posto e otto punti importantissimi per la sua squadra. Ottima anche la prova di Maldonado: con la sua Lotus è giunto settimo al traguardo dopo una bella lotta con Verstappen, Toro Rosso, al limite della correttezza nella sua difesa ma buon ottavo all'arrivo.

Red Bull: poca gloria sulla pista di casa, dietro anche a Toro Rosso
La piccola scuderia faentina sta spesso battendo la sorella maggiore Red Bull: nobile decaduta, sulla pista di casa e di sua proprietà ha colto solamente la decima piazza con Ricciardo. Sul risultato finale hanno inciso le dieci posizioni di penalità in griglia per entrambe le vetture austriache a causa dell'utilizzo del quinto motore Renault della stagione a fronte dei quattro permessi dal regolamento. Ancora problemi di affidabilità alla power unit francese che si vanno a sommare alle scarse prestazioni. Fra due settimane a Silverstone, circuito forse più congeniale alle caratteristiche della loro vettura, la Red Bull avrà l'occasione per dimostrare se vi è una totale responsabilità Renault per gli scarsi risultati ottenuti o se, oltre a prendersela con la casa francese, dovrà fare una profonda riflessione. Così come, già da adesso, dovranno fare in Ferrari: ora la vettura è abbastanza veloce da poter i più occasioni impensierire la dominatrice Mercedes, quel che manca è il sangue freddo. Gli errori ed i problemi di affidabilità avuti negli ultimi due appuntamenti del mondiale non dovranno più ripetersi altrimenti, invece di puntare al successo, dovranno guardarsi le spalle.

 

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Lunedì, 08 Giugno 2015 09:23

F1, Canada: Ferrari, che spreco!

Domina la Mercedes ma la Ferrari getta al vento un podio sicuro. Raikkonen insufficiente. Vettel strepitoso dopo un sabato horror. -

Parma, 8 giugno 2015 - di Matteo Landi -

Poteva essere il weekend di Kimi Raikkonen. Velocissimo durante la simulazione di gara fatta al venerdì, subito a ridosso delle due Mercedes dopo le qualifiche. Il riscatto del finlandese era vicino. Di solito catalizzatore delle disavventure tecniche di casa Ferrari, vedi un 2014 da incubo ed il 2015 iniziato con un problema ad un pit stop a causargli il primo ritiro stagionale alla prima gara dell'anno, stavolta le sfortune erano toccate tutte al compagno di squadra Vettel. Il tedesco si è ritrovato senza potenza appena iniziate le qualifiche e quindi costretto a partire dal fondo dello schieramento, complice anche una penalità subita a causa di un sorpasso effettuato durante le prove libere in regime di bandiera rossa. Raikkonen, terzo in griglia, ha investito così i panni del caposquadra vista la pessima posizione di partenza di Vettel, 18esimo. Peccato che, dopo una buona partenza, si siano rivisti i fantasmi di un passato prossimo che cozzano con le prodezze del Raikkonen che fu. Terzo, non troppo distante dalle due Mercedes, con l'obiettivo minimo del podio ampiamente sotto controllo, il finlandese ha compiuto lo stesso errore che nel 2014 lo vide protagonista sul circuito canadese: brusca accelerazione in uscita dal tornantino e testacoda. Kimi, persi circa dieci secondi e rovinate le gomme, non riuscirà più a recuperare la posizione persa nei confronti di Bottas. Tuttavia si tratta di un risultato bugiardo, soprattutto se si pensa alla velocità messa in mostra da Vettel. Il quattro volte campione del mondo si è reso protagonista di una bellissima rimonta che lo ha portato a tagliare il traguardo quinto, a pochi secondi dal compagno finlandese. Sorpassi, ruotate e giri veloci a ripetizione sono stati il repertorio di un Vettel che ha dimostrato che oltre alla concretezza, all'occorrenza sa tirare fuori le unghie come pochi altri. Così, in casa Ferrari, aumenta il rammarico ed Arrivabene ha ragione a parlare di occasione sprecata.

Raikkonen: adesso è un caso

Per la prima volta dell'anno il podio non si tinge di rosso e la Ferrari ancora non sa se potrà contare su due piloti di pari livello oppure su un top driver ed un pilota, Raikkonen, che sembra aver lasciato gli anni d'oro alle spalle. Al finlandese non mancano velocità ed esperienza, ma al momento sembra più vicino al Raikkonen sciupone del 2008 che al campione assoluto che ha dimostrato di essere nel 2005 e nel 2007.

Mercedes stavolta non sbaglia

Le conferme sono invece arrivate in casa Mercedes. Dopo la vittoria gettata al vento e regalata a Rosberg nella gara monegasca, Hamilton ha lasciato le briciole al compagno di squadra, gestendo la gara nel migliore dei modi e giocando al gatto col topo: ha rallentato quando aveva bisogno di risparmiare carburante, dando l'impressione a Rosberg di potersi avvicinare, è andato velocissimo quando riteneva opportuno che fosse il momento di ristabilire le distanze. Hamilton ha confermato ancora una volta di avere una marcia in più rispetto al compagno di squadra Rosberg, il quale è veloce e concreto ma senza l'istinto del killer messo spesso in mostra dal compagno Hamilton. Le due Mercedes hanno quindi preceduto sul traguardo Bottas, il primo pilota dell'anno a raggiungere il podio nonostante non guidi una Mercedes od una rossa. A seguire Raikkonen, Vettel e Massa, autore di un'ottima gara dopo essere partito 15esimo.

McLaren: mai così in basso

Ritirate entrambe le McLaren. Alonso, dopo essersi reso protagonista dell'ennesimo curioso team radio in cui si rifiutava di correre al risparmio, la pista canadese è nota per essere la più esigente in tema di consumo carburante, al 46esimo giro ha mestamente parcheggiato la propria vettura ai box. Per la gloriosa squadra inglese si sta rivelando essere il peggior anno della sua storia.

 

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Hamilton domina la gara fino all'incredibile errore di strategia che consegna la vittoria a Rosberg ed il secondo posto a Vettel. -

Parma, 25 maggio 2015 - di Matteo Landi -

Dopo un gran premio di Spagna che ha visto la rinascita di Rosberg, finalmente vincente davanti al compagno di squadra, il gran premio di Monaco, vinto dal tedesco nelle edizioni 2013 e 2014, poteva essere l'occasione per consacrare il definitivo ritorno dopo un opaco inizio di stagione. Invece, sia in qualifica che in gara è risultato costantemente più lento di Hamilton. L'inglese ha vissuto un weekend da assoluto protagonista, pronto a fare il bello ed il cattivo tempo, fino a pochi giri dalla fine. Non si sa se per "arroganza", come l'ha definita Arrivabene, o semplicemente per una cattiva interpretazione di quello che stava accadendo in pista, al 66° giro Mercedes richiama ai box Hamilton, incontrastato leader del Gran Premio. La decisione è stata presa dopo che un terribile incidente fra Verstappen e Grosjean, entrambi illesi, aveva portato i commissari ad esporre il cartello della Virtual Safety Car, salvo rimangiarsi la scelta optando, pochi istanti dopo, per l'ingresso in pista della vettura di sicurezza. Da quest'anno, in considerazione delle condizioni che avevano portato al terribile incidente di Bianchi nello scorso gran premio del Giappone, è stata introdotta una nuova possibilità di neutralizzazione di gara, appunto la Virtual Safety Car: nel momento in cui viene chiamata in pista la "vettura di sicurezza virtuale" i piloti devono immediatamente rallentare andando ad una velocità imposta di assoluta sicurezza. Se il direttore di gara avesse mantenuto il regime di V.S.C. la scelta del box Mercedes non avrebbe cambiato le sorti di Hamilton, il quale avrebbe meritatamente vinto. Invece la sosta supplementare è costata all'inglese non solo la vittoria ma anche il secondo posto, a vantaggio di un Vettel ancora una volta bravissimo a farsi trovare pronto a sfruttare l'occasione.

Vettel: la forza della Ferrari

Il tedesco di casa Ferrari è stato impeccabile per tutto il weekend. In qualifica ha ottimizzato il potenziale della monoposto di Maranello, in leggera crisi a causa della bassa temperatura dell'asfalto, in gara è rimasto sempre a pochi secondi da Rosberg, il quale non si è mai innervosito nonostante la costante spina nel fianco. Sono stati così i piloti, ed i rispettivi box, che hanno sbagliato meno ad arrivare davanti a tutti. Per Rosberg si è trattata di una vittoria che lo avvicina ad Hamilton in classifica mondiale, per Vettel un secondo posto che lo tiene in lizza per il titolo e da morale alla squadra. L'altro ferrarista, Raikkonen, ha vissuto un weekend sottotono, penalizzato dall'ennesima qualifica poco convincente. Giunto sesto al traguardo, il finlandese, a ragione, richiama l'attenzione sul sorpasso subito da Ricciardo, il quale avrebbe meritato una sanzione soprattutto considerando la penalità di cinque secondi inferta ad Alonso, reo di aver spedito involontariamente contro le barriere Hulkenberg. Sorte che sarebbe potuta toccare anche a Raikkonen se non fosse stato abile a tenere la vettura in pista. La mancanza di uniformità di giudizio dei commissari è un fattore che non dovrebbe condizionare l'esito di un gran premio, anche se la storia della Formula 1 è ricca di decisioni dubbie che sono arrivate a stravolgere persino il risultato di più di un campionato del mondo.

McLaren finalmente a punti ma non con Alonso

Alonso ha così subito prima la scure della giustizia sportiva, poi un problema meccanico che lo ha privato dei primi punti mondiali. La McLaren però ha finalmente mosso la classifica grazie al piazzamento di Button, ottavo. McLaren-Honda, un tempo dominatori incontrastati dei gran premi, oggi davanti solo alla piccola Manor-Marussia.

Per i numeri, Rosberg fra i grandi

Chi ride è Rosberg: ringrazia la squadra che gli ha consegnato su un piatto d'argento un'insperata vittoria, la terza consecutiva sul cittadino più famoso del mondo, questo lo pone in assoluto fra i grandi della Formula 1. Il figlio d'arte dovrà però dimostrare di poter stare costantemente al vertice anche senza disgrazie altrui. Gioiscono anche Vettel e tutta la Ferrari, tornata vicina alla Mercedes a beneficio di un campionato che si spera possa rimanere combattuto fino alla fine.

 

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Prima vittoria stagionale di Rosberg. Hamilton battuto. Ma la Ferrari è davvero pronta a lottare coi grandi? -

Parma, 12 maggio 2015 - di Matteo Landi -

Nico Rosberg è tornato: veloce, determinato, in sintesi perfetto. Il quinto gran premio dell'anno ci consegna il terzo diverso vincitore. Dopo un inizio di stagione vissuto nell'ombra del titolato compagno di squadra Hamilton, autore di tre vittorie nelle prime quattro gare, il tedesco di casa Mercedes ha finalmente vissuto un weekend da dominatore assoluto, capace di primeggiare in modo netto in qualifica e di vincere il giorno dopo in maniera perentoria. Nonostante la strategia basata su tre cambi gomme, uno più del compagno di squadra, abbia permesso ad Hamilton di essere quasi sempre il pilota più veloce in pista, Rosberg è riuscito a vincere rifilando più di 17 secondi al rivale. Alla rinascita del pilota tedesco corrispondono i primi segnali di debolezza del compagno Hamilton: impreciso al via, quando si è fatto sopravanzare da Vettel, e poco combattivo successivamente, perdendo tempo prezioso per più di metà gara dietro al ferrarista.

Ferrari: i fantasmi del passato

Il gran premio spagnolo ha riportato coi piedi per terra la squadra di Maranello: se da una parte vedere una Ferrari difendersi bene in rettilineo nei confronti di una vettura motorizzata Mercedes rappresenta un grosso passo avanti rispetto allo scorso anno, i 45 secondi di distacco dal vincitore accusati da Vettel al traguardo, rappresentano per la Ferrari un piccolo passo indietro rispetto alla gara del Bahrain. La prima gara europea coincideva con l'arrivo dei primi importanti sviluppi sulle vetture di quest'anno, un'occasione per la Ferrari di poter avvicinarsi ancora alle prestazione Mercedes, e perchè no migliorarle. Invece si è ripresentato il fantasma degli anni scorsi: un' incapacità di evolvere adeguatamente la vettura a stagione in corso. Se nel 2014 le prestazioni Ferrari procedevano col passo del gambero, stavolta un miglioramento c'è stato anche se non così importante, come ammesso dal team principal Arrivabene. Raikkonen, che ha preferito addirittura non montare tutti gli aggiornamenti, installati invece sulla vettura del compagno di squadra, è risultato spesso più veloce di quest'ultimo. E chissà come sarebbe andata se il finlandese non fosse incappato in una qualifica disgraziata qualificandosi solamente settimo, e se tra lui ed il terzo arrivato Vettel non ci fosse stato Bottas, quarto al traguardo, apparso con la sua Williams una montagna insuperabile. La buona prestazione della squadra inglese deve far riflettere gli ingegneri di Maranello: la Ferrari rimane indubbiamente la seconda forza del mondiale ma è sembrata più vicina all'inseguitrice Williams che alla vincente Mercedes, proprio in occasione dell'arrivo dei primi sviluppi tecnici.

Una rossa sul podio, ma stavolta lontani dai primi

E' dunque, per Arrivabene e compagni, da ritenersi il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Sicuramente mezzo pieno: cinque podii su cinque gare non sono cosa da poco, la vettura è di base molto buona ed i piloti si stanno esprimendo al meglio. Adesso però è arrivato il momento di lasciarsi definitivamente alle spalle il confronto con la pochezza Ferrari della scorsa stagione e di fare quel passo avanti apparso al momento troppo corto. A confortare parzialmente i sostenitori Ferrari, tuttavia, vi è la particolare tipologia del tracciato di Barcellona: con i suoi curvoni veloci, il lungo rettilineo e l'ultimo settore in cui è determinante avere una buona trazione, mette particolarmente in risalto tutte le qualità, così come tutti i difetti, delle varie monoposto andando ad ampliare la forbice prestazionale tra vetture buone e meno buone. Non ci sono in calendario tracciati altrettanto selettivi.
Fra meno di due settimane la Formula 1 farà tappa a Monaco, un circuito con caratteristiche completamente diverse: cittadino, lento, da percorrere sfiorando guard rail e muretti. Non sarà il banco di prova ideale per capire quelle che sono le gerarchie prestazionali delle varie vetture ma un'occasione per verificare il definitivo ritorno di Rosberg e di lottare per il vertice per Vettel e Raikkonen.

McLaren: la crisi nera continua

Chissà che, su una pista che mette in risalto le doti di guida, non si affacci nelle posizioni che contano anche Alonso. Intanto, in Spagna, si è dovuto ritirare per un problema ai freni mentre arrancava insieme al compagno Button nelle ultime posizioni. Alonso e Button, due campioni del mondo sulle McLaren-Honda, come Senna e Prost, al momento con risultati molto diversi.

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