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Domenica, 09 Luglio 2017 17:39

F1, Gp d'Austria: Bottas e risposta!

Hamilton non corre alla Hamilton. Vettel concreto e veloce ma Mercedes risponde con Bottas. Adesso sono in tre a lottare per il titolo? Intanto Vettel, secondo, vola a +20 nel mondiale

di Matteo Landi

Una settimana iniziata con Vettel convocato dai vertici della Federazione Internazionale, a render conto della ruotata rifilata ad Hamilton a Baku, e finita con un secondo posto in Austria a pochi decimi da Bottas. Nessuna vittoria sul campo ma un trionfo per il morale. Nessuna sanzione aggiuntiva lunedì scorso, sarebbe stato assurdo considerando che per lo stesso "fallo" era già stato penalizzato durante la scorsa gara (con Hamilton clamorosamente illibato per i commissari), e quest'oggi 6 punti guadagnati da Vettel sul rivale per il titolo, adesso staccato di venti punti. Non tanti, se si considera che una vittoria ne assegna ben 25, ma abbastanza per il morale, appunto, se il pilota Ferrari si confermerà affidabile come fino ad ora è stato in questo campionato.

Bottas è in giornata: non basta un gran Vettel. Hamilton, guardati le spalle!

A Spielberg il tedesco ha compiuto un'ottima gara: dopo una buona partenza dalla prima fila ha controllato la seconda posizione senza problemi, subendo nella prima parte di gara il passo più veloce del poleman Bottas ma rimontandolo nel finale, con tanto di arrivo quasi in volata. Niente ha potuto però contro il finlandese di casa Mercedes, parso imbattibile fin dal via scattando così bene da far erroneamente pensare ad una partenza anticipata. Nel finale Bottas, in crisi con le gomme, ha subito il ritorno di Vettel ma è rimasto freddo non concedendo al rivale il minimo spiraglio. Davvero una gara superlativa per un pilota che, teoricamente, torna in corsa per il titolo. Con la vittoria odierna si trova ora a 15 punti da Hamilton, con l'inglese che torna a sentire sul collo il fiatone di un compagno di squadra, considerato troppo spesso la vittima sacrificale del tre volte campione del mondo. Nelle ultime gare Hamilton ha invocato più volte l'aiuto del compagno contro il rivale Vettel, come risponderà la Mercedes alle prossime richieste del suo campione?

Hamilton penalizzato prima del via. Freni a fuoco nelle libere. Mercedes vince ma mostra le crepe

La squadra campione del mondo in carica sta mostrando più crepe del solito a dimostrazione che, con un avversario di pari livello, anche i dominatori della Formula Ibrida possono sbagliare . Si spiega anche così la sostituzione del cambio avvenuta prima della gara costata ad Hamilton una penalità di 5 posizioni sulla griglia di partenza. L'inglese, partito ottavo dopo una qualifica infelice, è parso poco incisivo. Alle prese con problemi agli pneumatici causati dall'assetto che egli stesso ha scelto per la sua vettura, ha faticato ad avere la meglio su vetture meno veloci della sua ed una rimonta che in altri tempi avrebbe compiuto in pochi giri stavolta non si è mai concretizzata. Negli ultimi giri è arrivato a ridosso della terza posizione occupata da Ricciardo, ma l'australiano si è difeso tenacemente conquistando il quinto podio consecutivo.

Ricciardo ormai è una certezza. Toro Rosso, quanti problemi!

La Red Bull non può contare su un mezzo particolarmente performante ma il Ricciardo 2017 è un pilota che ottimizza tutte le situazioni che gli si presentano, capace di imprese che, se compiute dal baby prodigio Verstappen, otterrebbero bel altra attenzione da parte di media ed addetti ai lavori. Per contro il giovane olandese è incappato nell'ennesima gara sfortunata, conclusa pochi metri dopo la partenza: speronato da Alonso, a sua volta centrato da Kvyat quando il pilota della Toro Rosso ha perso il controllo della sua monoposto alla prima frenata dopo il via. A Faenza, considerando anche i malumori di un Sainz stanco di correre a centro gruppo, l'aria che si respira non è delle migliori e la trasferta austriaca non ha fruttato alcun punto mondiale.

Raikkonen da una mano a Vettel ma corre lontano dai primi

Deluso è anche Kimi Raikkonen, solo quinto al traguardo, senza lo smalto dei giorni migliori. E' però stato fondamentale per il secondo posto di Vettel quando alla partenza ha reso difficile la vita a Ricciardo: se il pilota Red Bull avesse passato entrambe le Ferrari, cosa che sembrava nelle sue corde, per Vettel sarebbe stato tutt'altro che facile superare in pista l'australiano che ha viaggiato per tutta la gara poco distante dal ritmo del tedesco. Incidenti, sorpassi e polemiche in Azerbaijan, lotte sul filo dei centesimi in Austria. Nel giro di due settimane la Formula 1 ha mostrato tutta la sua essenza. Fra una settimana il grande Circus incontrerà la tradizione di Silverstone per il decimo Gran Premio dell'anno, spartiacque di questo campionato e, chissà, delle sorti del mondiale.

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Lunedì, 26 Giugno 2017 22:03

F1, Gp d'Azerbaijan: Street Fighters

Incidenti, colpi bassi e sorpassi. E' successo di tutto sul cittadino azero. Si incendia la lotta mondiale fra Vettel ed Hamilton, con la complicità di maldestri commissari. Che Formula 1!

di Matteo Landi

Dagli abbracci, e dolci parole dei primi Gran Premi dell'anno, alle parole pesanti volate durante e dopo la gara azera. Da "che bello combattere per il mondiale con un campione vero come Vettel" a "Seb mi dimostri che è un uomo, faccia a faccia".  Il rapporto fra Vettel ed Hamilton e le parole dell'inglese hanno avuto una brusca inversione di rotta. Non poteva essere altrimenti. Un rapporto di amicizia ad uso e consumo dei media, diventato finalmente quello che è, com'è naturale che sia quando due piloti con quel carisma si giocano un mondiale. A Baku è successo di tutto. Anche troppo. Dal rallentamento ingiustificato e pericoloso di Hamilton in regime di safety car - con conseguente lieve tamponamento di Vettel quando i due si trovavano in prima e seconda posizione - alla ruotata di Vettel inflitta al rivale dopo averlo affiancato chiedendogli spiegazioni. Un incidente senza conseguenze per entrambi, dettato dal nervosismo di Vettel, caduto nella trappola appena gettatagli da Hamilton. Difficile stabilire se il pilota Ferrari abbia volontariamente "speronato" il rivale, mentre gesticolava come un qualsiasi automobilista arrabbiato ad un incrocio.

Vettel perde la testa, ma i commissari vedono solo rosso

Ai commissari è sembrato un vero e proprio "fallo di reazione" ed al tedesco, dalle reazioni decisamente latine, è stato comminato uno stop and go di 10 secondi. Una penalità decisamente pesante, scarsamente utilizzata in tempi recenti, che però ci poteva stare. Peccato siano stati quegli stessi commissari, che hanno ritenuto pericoloso il comportamento di Vettel, a non pensare lo stesso dell'atteggiamento tenuto da Hamilton e che siano stati clementi persino con Bottas, reo di aver distrutto il fondo vettura e la gara di Raikkonen pochi metri dopo la partenza. Così le parole rilasciate da Arrivabene a fine gara "nel dubbio si penalizza sempre la Ferrari" sembrano molto più di uno sfogo dettato dalla delusione di una gara terminata con il quarto posto di Vettel ed il ritiro di Raikkonen, tartassato dalla sfortuna e costretto alla resa dopo varie vicissitudini. Tuttavia la squadra di Maranello dovrebbe gioire per i 2 punti guadagnati da Vettel su Hamilton, arrivato alle spalle del rivale dopo che il karma ha deciso di colmare la lacuna lasciata dai commissari, troppo benevoli nei suoi confronti: l'inglese ha rischiato di perdere la protezione-appoggio della testa ed è stato costretto ad un ulteriore pit stop.

Vince Ricciardo, Stroll a podio, Bottas secondo in volata. Che Gran Premio!

Safety car, bandiera rossa, incidenti, il Gran Premio di Azerbaijan ci ha riconsegnato la "magia" delle gare cittadine della Formula 1 che fu. Infuocando la battaglia mondiale Ferrari-Mercedes, messa quasi in secondo piano a vantaggio del primo podio di Stroll, fino ad ora sbeffeggiato da giornalisti ed addetti ai lavori, superato sul traguardo da Bottas, il quale dopo il contatto con Raikkonen si era addirittura ritrovato ultimo. Ma fra le litiganti Ferrari e Mercedes il terzo, Ricciardo, gode. Costretto ad una sosta ai box anticipata ha mantenuto i nervi saldi, è rimontato con tanto di triplo sorpasso ai danni delle due Williams e di Hulkenberg e mentre alle spalle i suoi colleghi se le davano di santa ragione ha tagliato il traguardo per primo consegnando un'insperata vittoria alla Red Bull, in un anno in cui la squadra austriaca sembra non trovare il bandolo della matassa della competitività. E dell'affidabilità, vedi il ritiro di Verstappen.

Force India: che duello in famiglia! McLaren a punti.

Dopo le incomprensioni dell'ultimo Gran Premio del Canada la coppia Force India è arrivata definitivamente allo scontro. Le capacità di Ocon sono ormai chiare a tutti, ma in futuro dovrà dosare la sua aggressività nei confronti del suo compagno di squadra: i due sono arrivati al contatto e Perez stretto al muro dal francese non ha potuto far altro che abbandonare la gara. Ocon è poi riuscito a risalire fino alla sesta posizione ma i punti conquistati dalla squadra indiana potevano essere di più. In mezzo a tanto clamore s'è fatto rivedere anche Fernando Alonso, capace di conquistare il nono posto ed i primi punti mondiali per la McLaren. Risultato magro se si pensa al blasone della squadra ma che rappresenta una piccola boccata d'ossigeno in un momento in cui fra la stessa McLaren ed la Honda non scorre più buon sangue. Chissà cosa riusciranno a fare su una pista più tradizionale, come quella che il Circus della massima Formula incontrerà fra due settimane in Austria. Sicuramente vivremo un'altra vicenda della lotta al vertice Ferrari-Mercedes giunta decisamente ai ferri corti.

Pubblicato in Motori Emilia

Doppietta Mercedes nel giorno nero della Ferrari. Vettel, sfortunato al via, arriva quarto dopo una bella rimonta. Raikkonen sbaglia e arranca. 

di Matteo Landi

Dopo la pole position Hamilton era visibilmente commosso. Una zampata al termine delle qualifiche aveva consegnato all'inglese la prima posizione, battendo Vettel, in un sabato in cui Mercedes e Ferrari si erano equivalse. Per Hamilton significava la 65esima pole position della carriera, al pari del mito suo e di molti, Ayrton Senna. Epoche diverse, vetture diverse, paragoni improponibili se non a livello puramente statistico. Da una parte un pilota che ha scritto la storia, battendosi in pista con vetture non al top come Toleman e Lotus prima della lunga parentesi vincente targata McLaren, dall'altra un pilota che la storia la sta scrivendo ma che ha avuto la fortuna, e per certi versi anche il merito, di correre sempre con vetture da vertice. Comunque la si guardi Hamilton è un pilota destinato ad essere ricordato come uno dei migliori di sempre. Lo ha ribadito in gara, dominando dall'inizio alla fine. Senza esitazioni ha condotto la sua Mercedes ad una vittoria divenuta doppietta grazie al secondo posto di Bottas. Stavolta le Mercedes hanno avuto vita facile nel giorno nero della Ferrari.

Ferrari, che giornataccia! Vettel regala comunque spettacolo

Come più volte accaduto nel 2016 Verstappen ha fatto infuriare i tifosi della Rossa quando al via è letteralmente salito sopra l'ala anteriore di Vettel. Un normale contatto di gara che è bastato a guastare la domenica della casa di Maranello. Vettel, ritrovatosi ultimo dopo la sosta ai box necessaria per la sostituzione del muso, è risalito furiosamente con tanto di lotta finale al cardiopalma con le due Force India, mai così in palla quest'anno, conquistando un quarto posto che gli permette di mantere la testa della classifica del mondiale con 12 punti di vantaggio su Hamilton. Senza un problema al fondo della sua auto, conseguenza indiretta del contatto iniziale, avrebbe sicuramente raggiunto il podio ma vista come si era messa la gara dopo pochi metri il tedesco ha quasi da sorridere.

Raikkonen, torna in versione Monaco per cortesia!

Raikkonen, dopo la bella gara monegasca, ha mostrato stavolta il suo lato peggiore. Pasticcione in qualifica, quarto dopo alcune sbavature nel giro decisivo, ha fatto peggio in gara quando dopo pochi giri ha danneggiato la sua vettura mettendo in piena accelerazione due ruote sull'erba. Superato da Perez è caduto nell'oblìo, non trovando il ritmo necessario per avvicinarsi alla zona podio se non nell'ultima parte di gara, quando la sua vettura ha iniziato a fare i capricci e si è dovuto arrendere tagliando il traguardo in settima posizione. Se il quarto posto di Vettel va accolto con gioia per la grinta messa in mostra dal tedesco, in difficoltà per colpe non sue, il settimo di Raikkonen è il risultato di una prestazione che ci riconsegna il pilota abulico e svogliato già visto nel recente passato.

Sorride Ricciardo, terzo. Force India corre fra i grandi

Sul podio, insieme ai piloti Mercedes, è salito Ricciardo. L'unico pilota Red Bull al traguardo, visto l'abbandono per problemi tecnici di Verstappen, ha ben resistito alle veloci Force India ed il sorriso mostrato sul podio è più che lecito se si considerano le prestazioni messe in mostra quest'anno dalle Red Bull. Sorpresa positiva di giornata è la prestazione dei due piloti Force India: Perez ed Ocon. Per loro tuttavia la festa è rovinata da ordini di squadra impartiti a Perez e disubbediti dallo stesso, che non ha voluto farsi passare dal giovanissimo compagno di squadra, in quel momento più veloce di lui. Per qualche giro si è rivisto il Perez dei tempi McLaren, veloce ma indisciplinato, pronto a fare a ruotate con il compagno di squadra Button. Non una bella pubblicità per un pilota che aspira a correre nuovamente per un top team.

Alonso, il calvario chiamato McLaren-Honda

A proposito di top team, anzi top team decaduti, continua il periodo buio McLaren e quell'intesa con la Honda che stenta a decollare. Dopo l'avventura in Indycar, con Alonso velocissimo alla 500 miglia di Indianapolis ma costretto alla resa con il motore Honda in fumo, sorte analoga ma meno scenografica è toccata in Canada al forte pilota spagnolo, costretto alla resa a pochi km dall'arrivo quando era in zona punti. Alonso si è poi regalato un bagno di folla, salendo in tribuna tra i tifosi. La sfortuna continua a colpire il pilota McLaren ma l'esperienza americana gli ha dato nuovi spunti per ridergli in faccia.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 28 Maggio 2017 18:16

F1, Monaco: Ferrarissima!

Uno-due delle Ferrari con Vettel davanti a Raikkonen. I due ferraristi dominano in modo principesco nel giorno della debacle Mercedes. Ora Hamilton è a -25.

di Matteo Landi

Correva il 2001, e Michael Schumacher al volante della sua Ferrari tagliava per primo il traguardo del Gp di Monaco. Un bellissimo trionfo per la squadra di Maranello che colse addirittura una doppietta grazie al secondo posto di Barrichello. Poi il Principato di Monaco divenne stregato per le Rosse, fra incidenti clamorosi, come nel 2004 quando Schumi subì la tamponata di Montoya in regime di safety car, penalità inaudite, il colpito fu sempre il tedesco campionissimo della Ferrari al quale nel 2006 annullarono la pole position conquistata sul campo ritrovandosi costretto a partire ultimo, e qualche podio dal sapore di occasione persa, vedi l'edizione 2011 con Alonso ad un passo dalla vittoria e battuto da Vettel. 16 anni dopo l'ultima vittoria la Ferrari ritrova il gradino più alto del podio proprio con quest'ultimo dopo una gara alla....Mercedes.

Ferrari, che dominio!

Un weekend completamente dominato dai piloti di Maranello, che si sono contesi prima la pole position e poi la vittoria. Sabato Raikkonen ha ritrovato quella pole che gli mancava dal Gp di Francia del 2008, domenica Vettel ha chiuso il periodo nero della Ferrari nel Principato. Al via della gara il finlandese ha mantenuto la prima posizione davanti a Vettel e fino al primo ed unico pit stop le prime due posizioni sono rimaste invariate anche se il tedesco, con l'avanzare dei giri, si faceva sempre più pressante alle spalle del miglior Kimi Raikkonen degli ultimi anni. Veloce ed affidabile ha subìto prima la strategia Ferrari, che lo ha fermato ai box prima del compagno di Scuderia, poi il ritmo forsennato di Vettel, il quale dopo la sosta ai box è scappato dai radar dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Ma occhio a parlare di gioco di squadra, per altro eventualmente legittimo: normalmente chi si ferma prima trae un vantaggio, ma Montecarlo non è una pista normale (vedi il "traffico" dei doppiati e l'asfalto decisamente "gentile" con gli pneumatici) ed in questo caso è successo esattamente il contrario. Per la gioia di Ricciardo, terzo alla fine, il quale è riuscito a beffare Bottas e Verstappen, ed appunto Vettel che ha avuto la meglio su un Raikkonen visibilmente abbacchiato a fine gara. Una vittoria avrebbe significato molto per il finlandese, a secco da Marzo 2013. Tuttavia, se Kimi continuerà ad avere questo rendimento, siamo certi che tornerà presto ad assaporare il sapore del successo. Dal canto suo Vettel non ha rubato niente ed anzi ha mostrato un rendimento perfetto in una domenica, per lui, perfetta. La Ferrari è tornata principesca!

Mercedes, che batosta!

Non hanno gioito in Mercedes. Bottas ha dato il massimo e nonostante non abbia commesso errori non è riuscito ad andare oltre la quarta piazza finale, soffrendo il passo lungo della propria monoposto parsa a disagio nelle strette stradine del cittadino monegasco. Peggio è andata ad Hamilton, solo settimo al traguardo dopo una delle sue peggiori qualifiche di sempre: impreciso, nervoso ed anche sfortunato, vedi una bandiera gialla proprio durante il suo ultimo giro veloce, poi abortito. Promosso di una posizione, 13esimo in griglia di partenza, solo grazie alla penalità inflitta al rientrante Button. Il rientrante pensionato, autore per altro di una gara decisamente negativa terminata anzitempo con il ritiro, lascerà ad Alonso una vettura con una power unit quasi fresca, viste le sostituzioni delle componenti operate dai suoi meccanici.

Alonso, niente Monaco. Per lui c'è Indianapolis

Lo spagnolo ha deciso con il coraggio del campione di affrontare la 500 miglia di Indianapolis sacrificando la presenza al Gran Premio di Monaco. Ad esser maligni potremmo dire che tutto sommato non sa quel che trova in America, ma sicuramente sa quel, poco, che lascia in Europa. Perchè la McLaren è una nave che sta affondando. Schettino o eroe dei due mondi? In ogni caso un grande in bocca al lupo a Fernando perchè servono gli attributi per disputare una delle gare più pericolose del pianeta con alle spalle solo pochi chilometri al volante della Dallara che piloterà.

Debacle Mercedes, Red Bull è la sfidante della Rossa

In concomitanza con una Mercedes che soffre ed un Hamilton vittima sì della sfortuna, ma per una volta anche di inusuale arrendevolezza, si è quindi rivista una buona Red Bull. Di questa Montecarlo Ricciardo conserverà il trofeo riservato al terzo classificato ma anche il ricordo di una gara in cui non ha mai mollato, sembrando a tratti anche capace di attaccare le due Ferrari. La safety car entrata in pista nel finale ha dato una speranza in più all'australiano ma niente ha potuto contro i due alfieri della Rossa. La Ferrari ha così finalmente rotto l'incantesimo del Principato ed adesso può veramente sognare. Vettel alla sesta vittoria in Rosso consolida la sua leadership iridata. Chi l'avrebbe mai detto pochi mesi fa? Se è un sogno non svegliatevi.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 14 Maggio 2017 19:04

F1, Spagna: Hamilton-Vettel la sfida si accende

Hamilton torna alla vittoria dopo un duello d'altri tempi con Vettel. La Ferrari va sul podio con Vettel, secondo ma ancora in testa al mondiale

di Matteo Landi

Spagna 2016, la Ferrari masticava amaro nonostante il podio conquistato, i suoi piloti non erano riusciti ad avere la meglio su baby Verstappen, vincitore alla sua prima gara in Red Bull dopo la debacle dei piloti Mercedes. Dodici mesi dopo la Ferrari sfiora ancora la vittoria ma le sensazioni sono completamente diverse. Come al solito le squadre hanno aprofittato della prima gara europea dell'anno per introdurre i primi importanti sviluppi alle vetture e lo stupore fra gli addetti ai lavori è stato grande quando durante le prove libere del venerdì la Mercedes ha svelato le sue carte. Così tanti aggiornamenti da farla sembrare una vettura completamente diversa e rivitalizzata dopo un inizio di stagione vissuto quasi all'ombra della Ferrari. Con questo "mostro" Hamilton è tornato alla vittoria, ma nonostante le modifiche aerodinamiche e di motore portate la squadra tedesca ha dovuto giocare di strategia per avere ragione su una Ferrari che non ha affatto sfigurato. Una strategia resa vincente anche dalla gara opaca di Bottas, il quale lontano dal ritmo dei primi, si era ritrovato in testa solo grazie al "gioco dei pit stop" ed ha dato un senso alla sua domenica rallentando drasticamente Vettel. Questi, uscito con gomme fresche dal pit stop, stava cercando di guadagnare terreno su Hamilton, ancora alle sue spalle ma con il jolly delle gomme morbide da giocare nell'ultima parte di gara. Vettel si è liberato di Bottas con un sorpasso da antologia, mettendo persino due ruote sull'erba mentre si avviava verso la staccata decisiva in piena velocità sul rettilineo principale. Una gara perfetta quella del tedesco, alla partenza ha sopravanzato Hamilton, partito in pole position, ed ha resistito caparbiamente all'inglese quando questi gli si è fatto sotto nella seconda metà gara. A Barcellona si è finalmente arrivati a quella lotta in pista tanto attesa da Hamilton, desideroso di confrontarsi ruota a ruota con un pilota, Vettel, che reputa al suo livello.

Hamiton-Vettel: la battaglia si infiamma

E che lotta! Vettel, con gomme più dure e meno prestazionali rispetto a quelle del rivale, ha respinto l'attacco di Hamilton, accompagnandolo addirittura fuori pista, ma niente ha potuto quando in pieno rettilineo l'inglese lo ha passato di potenza (e DRS). A quel punto il tedesco ha sperato in una resa delle gomme morbide di Hamilton che però non è arrivata. La Ferrari archivia così un Gran Premio di Spagna battuta, ma consapevole che i 3 secondi e mezzo che separano Vettel dalla vittoria sono in parte dovuti a particolari eventi di gara, come il "rallentamento" di Bottas ed una Virtual Safety Car che ha lievemente facilitato Hamilton, ed alla capacità di quest'ultimo di gestire le gomme, più in palla lui della sua Mercedes modificata.

Mercedes e Ferrari: entrambe a due velocità

Che la musica è cambiata rispetto allo scorso anno si nota anche dalla velocità delle due Mercedes, mai allo stesso livello. Se a Sochi Bottas era sembrato rinato, in Spagna è tornato nei panni del buon pilota che le prende sonoramente dal blasonato compagno di squadra. La gara del finlandese è poi terminata anzitempo con il motore in fumo. La musica non cambia mai per Raikkonen. Se è vero che la fortuna è cieca, nel suo caso la sfiga ci vede benissimo: fuori alla prima curva, dopo essersi ritrovato a sandwich fra Verstappen, anch'egli subito ritirato, ed il connazionale Bottas. Certo, se per una volta Kimi si qualificasse meglio....

Ricciardo, primo podio nella mediocrità Red Bull. Sauber in festa

Delle sventure dei piloti appena citati ha beneficiato Ricciardo, al primo podio dell'anno, ma il suo terzo posto è poco confortante per la Red Bull. La squadra austriaca, nonostante gli aggiornamenti portati in Catalunia, non riesce a cambiare passo e Ricciardo ha rischiato addirittura di subire l'onta del doppiaggio. Chi ha gioito come e forse più di Hamilton è la Sauber ed il suo pilota Wehrlein, addirittura ottavo all'arrivo seppur con una penalità di 5 secondi sul tempo finale. Peccato invece per Alonso: dopo un settimo posto conquistato in qualifica non è riuscito a conquistare la zona punti. Lo spagnolo potrà comunque rifarsi fra due settimane sul catino di Indianapolis, alla ricerca di una vittoria che in Formula 1 non arriverà in tempi brevi. Per farlo sacrificherà addirittura il Gran Premio di Monaco, che si correrà lo stesso giorno della 500 Miglia dell'Indiana. Chissà se riuscirà a coronare il suo sogno, ma soprattutto chissà come volgerà la battaglia fra Vettel ed Hamilton sul cittadino monegasco dopo che la sfida fra i due si è accesa di colpo.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 30 Aprile 2017 18:48

F1, Russia: Ferrari a podio ma Bottas è lo Zar

Bottas nega la doppietta alla Ferrari che si conferma al vertice. Prima vittoria del finlandese che umilia Hamilton. Vettel e Raikkonen bravi ma non basta.

di Matteo Landi

Un sabato da leoni, di quelli che alla Ferrari non capitavano da tempo, dal Gran Premio di Francia del 2008 per l'esattezza. Vettel non conquistava una pole position dal Settembre del 2015 e Raikkonen staccato di pochi millesimi dal compagno di squadra era finalmente tornato ai livelli che gli competono. Due piloti gasati da una vettura finalmente velocissima anche sul giro secco, dopo che Vettel aveva già dimostrato quanto lo fosse sulla distanza con due vittorie su tre gran premi disputati. Ma Vettel e Raikkonen non avevano ancora fatto i conti con Bottas. Il finlandese dopo un inizio di stagione in cui ha mostrato solo a tratti di valere il sedile che occupa, condito da una bella pole position ma anche da un imbarazzante testacoda in Cina, aveva l'occasione di prendersi la rivincita su una pista in cui ha sempre ben figurato nei suoi anni in Williams. E così dopo la terza posizione conquistata in qualifica, ben mezzo secondo più veloce del compagno Hamilton, Bottas ha rotto i sogni ferraristi quando allo spegnersi dei semafori è balzato addirittura in testa alla gara, beffando i piloti della squadra di Maranello. Con la Ferrari nei panni della....Mercedes 2017 vista nelle prime tre gare: veloce in qualifica ma meno incisiva in gara. Vettel ha poi compiuto un'esaltante rimonta nell'ultima parte di gara, arrivando a lottare per la vittoria, finita però nelle mani di Bottas.

Bottas, un'attesa quasi infinita

81 Gran Premi dopo il suo debutto nella massima formula il finlandese corona finalmente il suo sogno ed ora che ha la chance di correre con una vettura da vertice punta direttamente al bottino grosso, il titolo mondiale. In barba a chi lo vedeva come destinato al ruolo di gregario di Hamilton. E' ancora presto per dire se la carriera di Bottas prenderà le sembianze di quella di Rosberg, di certo il tre volte campione del mondo Hamilton inizierà a vedere il compagno di squadra sotto un altro aspetto. I 40 secondi di distacco rimediati dal vincitore bruciano ad Hamilton più del podio lasciato ai due piloti Ferrari Vettel e Raikkonen, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. E sono forse più difficili da digerire dei 13 punti di distacco che adesso separano l'inglese dal leader del mondiale Vettel.

Hamilton, e quel Bottas che sa di Rosberg

Una rondine non fa primavera e sicuramente fra due settimane in Spagna Hamilton tornerà fra i protagonisti ma il weekend russo ha messo in evidenza tutte le crepe caratteriali del forte pilota inglese, incapace di accettare la superiorità mostrata una tantum dal compagno Bottas. Continui team radio hanno animato la gara di Hamilton, parzialmente rallentato da temperature della power unit ai limiti della norma, innervosito dal distacco che progressivamente lo allontanava dai primi tre. Imparare a perdere lo consacrerà definitivamente fra i grandi di questo sport, non solo a livello statistico e prestazionale ma anche umano.

Raikkonen di nuovo sul podio. Vettel quasi perfetto

In alto è tornato Kimi Raikkonen. In gara, dopo la pole position sfiorata, ha persino conquistato il giro più veloce, vera specialità della casa se si pensa che nella classifica di tutti i tempi è secondo solo a Michael Schumacher. Gli è mancata tuttavia la costanza del compagno di squadra Vettel il quale è stato quasi perfetto per tutto il weekend. Il tedesco avrebbe probabilmente vinto se in partenza non si fosse rivelato meno incisivo di Bottas, ma forse questa domenica niente avrebbe potuto ostacolare la prima vittoria di quest'ultimo, un vero maestro del circuito di Sochi. Per la Ferrari il bicchiere è quindi mezzo pieno: la velocità mostrata in prova ed in gara è sicuramente più positiva rispetto alla sconfitta rimediata più dal pilota Bottas che dalla Mercedes.

McLaren-Honda, la crisi infinita

Chi ha veramente deluso, ancora una volta, è la McLaren. Neanche partita con Alonso, 14esima con Vandoorne. Ormai letteralmente fagocitata dalla grave crisi Honda, incapace di puntare alla zona punti, relegata a quelle posizioni che generalmente occupano team con un budget infinitamente inferiore a quello del binomio anglo-nipponico. Alonso, a secco di titoli mondiali dopo i due conquistati nel 2005 e 2006, sta bruciando gli ultimi anni di una carriera che avrebbe potuto essere più gloriosa se il suo limpido talento fosse stato accompagnato da più saggezza. Fra due domeniche i tifosi spagnoli saranno in grado di addolcirgli l'amarezza della lotta di centro classifica. Su una pista, quella di Barcellona, che siamo certi regalerà ancora spettacolo nella lotta al vertice fra Ferrari e Mercedes. 

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 16 Aprile 2017 20:56

F1, Bahrain: Buona Pasqua Ferrari!

Vettel vince davanti a Hamilton e Bottas. 2 a 1 fra Ferrari e Mercedes, è festa Rossa!

di Matteo Landi

Buona Pasqua Ferrari! Lo dice via radio Vettel al termine di un gran premio combattuto ed emozionante. Una gara in cui il pilota tedesco ha messo in mostra tutte le sue caratteristiche migliori: costanza di rendimento, velocità ed affidabilità. Talvolta gli sono mancate lo scorso anno ma adesso che sente di avere fra le mani una monoposto competitiva è tornato il Vettel cannibale dei tempi Red Bull, quello che vinceva 4 mondiali consecutivi. Ancora è presto per sapere quale sarà l'esito di questo campionato ma la Ferrari c'è. 2 vittorie su 3 gare disputate, ottenute senza sfruttare sfortune altrui. Anzi, il bottino poteva essere addirittura pieno senza l'incidente di Giovinazzi in Cina. La Mercedes imbattibile, la dominatrice dell'era ibrida, fa per la prima volta i conti con un'avversaria di pari livello. Hamilton si ricorda di essere vulnerabile e, nella fretta di recuperare, commette un errore che gli condiziona la gara ma, a conti fatti, non la vittoria.

Hamilton sbaglia. Ma avrebbe perso comunque

Accade al 13esimo giro quando tutti i piloti di testa, ad eccezione di Vettel che già aveva sostituito le sue gomme, rientrano per eseguire il loro pit stop approfittando della presenza in pista della safety car. Hamilton sa che si sarebbe dovuto accodare a Bottas e decide quindi, con malizia, di rallentare in pit lane facendo perdere tempo a Ricciardo, subito dietro al pilota inglese. I commissari si accorgono subito della mossa del tre volte campione del mondo e lo sanzionano con 5 secondi di penalità da scontare alla sua prossima sosta ai box. Hamilton, con una strategia diversa rispetto ai principali rivali, nel finale rinviene come una furia su Vettel che tuttavia taglia il traguardo con più di sei secondi di vantaggio sul pilota inglese: anche senza la penalità avrebbe comunque battuto Hamilton. Ma non sono solo i numeri a far gioire gli uomini in Rosso.

Ferrari, adesso sa come vincere. Vettel, quando è così non si batte

A Maranello hanno dimostrato di saper vincere grazie alle performance della loro vettura e ad un mix di bravura e follia, come dichiarato da Arrivabene al termine della gara. Il team manager ha lasciato intendere che la squadra di Maranello abbia in qualche modo rinunciato alla pole position a vantaggio della prestazione in gara: considerando che fra qualifica e gara sono vietati interventi sulle monoposto è ragionevole pensare che in Ferrari abbiano preparato le loro vetture privilegiando la prestazione con il pieno a bordo. Dopo la qualifica infatti, con Vettel terzo battuto non solo da Hamilton ma anche da Bottas, sembrava di essere tornati agli anni scorsi. Una prima fila tutta argento preludio di una passerella trionfale dei piloti Mercedes, con Bottas nei panni del nuovo Rosberg capace di battere Hamilton sul giro secco e di impensierirlo in gara. E Ferrari, fuoco di paglia, pronta a doversi difendere dagli attacchi dei critici. Allo start della gara Vettel ha invece immediatamente soffiato la seconda posizione ad Hamilton, mettendosi a caccia della prima Mercedes, quella di Bottas. Dopo la prestazione incolore della scorsa settimana ci si attendeva una riscossa del pilota finlandese che invece non è riuscito a prendere il largo alla partenza, facendo da tappo al compagno Hamilton che di fatto ha perso la corsa anche a causa del passo piuttosto "lento" tenuto da Bottas nella prima parte di gara. Neanche la safety car ha stavolta compremesso la gara di un Vettel che nel finale ha resistito con autorevolezza alla rimonta di Hamilton, lottando con il rivale ed il cronometro in attesa di un duello ruota a ruota che prima o poi, nel corso del campionato, avverrà. Hamilton, dopo la coltellata subita al sabato quando ha lasciato la pole position al neo arrivato Bottas e l'errore già citato commesso durante la gara, si è dimostrato tutt'altro che imbattibile. Come il campionato 2016 ha già evidenziato, non basta essere il più veloce per vincere. Lo scorso anno Rosberg ha mostrato le crepe caratteriali di un campione che adesso dovrà abbandonare tutti i suoi nervosismi se vorrà stare davanti all'Armata Rossa.

Vettel-Ferrari: l'uno trascina l'altra e viceversa

Anzi, al solo Vettel, perchè l'altro pilota Raikkonen ancora stenta a raggiungere il livello del suo compagno: in qualifica non è andato oltre la quinta posizione ed in gara è giunto quarto dopo aver a lungo duellato con Massa, quest'ultimo al volante di una Williams non certo al livello della Ferrari. Il distacco di 22 dal vincitore Vettel non può soddisfare gli uomini di Maranello che, al momento, si trovano a lottare contro le Mercedes con il solo Vettel. E' Raikkonen sottotono, o Vettel che con il suo talento riesce a portare in alto la squadra di Maranello? Una domanda che riporta la mente ai primi anni in Rosso di un certo Schumacher, che al volante di una Ferrari ben più modesta di quella attuale, riusciva in imprese inimmaginabili ai suoi compagni di squadra. Ed allora come oggi l'inno tedesco suonava prima di quello italiano di fronte a meccanici in festa, commossi in mezzo ad un tripudio di bandiere tricolori. Epoche diverse, uomini diversi, sogni simili. Riusciranno la Ferrari e Vettel a continuare questa striscia positiva? Il tempo dirà. Intanto, tanti auguri e Buona Pasqua Ferrari! 

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Domenica, 09 Aprile 2017 15:00

F1, Cina: spettacolo Vettel ma vince Hamilton

L'inglese torna alla vittoria con una gara impeccabile. Vettel combatte ed è secondo. Il Gran Premio di Cina regala spettacolo.

di Matteo Landi

Nel 2007 il Gran Premio di Cina coincise con il momento più basso della sua carriera. L'allora leader del mondiale Hamilton gettò all'ortiche il suo primo titolo, insabbiandosi mentre cercava di rientrare ai box con gomme ormai sulle tele. A circa dieci anni di distanza sulla stessa pista Hamilton regala la prima vittoria del 2017 alla Mercedes, ed il pilota britannico si riprende la vetta della classifica a pari punti con un altro grande di giornata, Sebastian Vettel. Il campionato è ancora in fase embrionale ma già si intuisce quelli che sono i valori in campo. Dopo un gran premio di Australia lineare, in cui i top team Ferrari e Mercedes si sono sfidati a viso aperto in condizioni di pista "normali", in Cina le condizioni atmosferiche hanno condizionato l'intero fine settimana ad eccezione del sabato, quando Hamilton ha nuovamente stabilito la pole position ricordando che sul giro secco il migliore è lui.

Weekend condizionato dal maltempo ma che gara!

Venerdì la nebbia ha portato la direzione gara all'annullamento della seconda sessione di prove libere e domenica i piloti hanno fatto i conti con una partenza bagnata e le incognite relative all'utilizzo di gomme intermedie poco provate nei test invernali. Ne è venuta fuori una gara emozionante, con Vettel costretto ad inseguire quando si è ritrovato dietro al compagno Raikkonen ed alle due Red Bull. Era della partita anche Bottas, fino a quando non si è girato in regime di safety car ed è sprofondato a centro classifica. In Australia il finlandese di casa Mercedes non aveva affatto sfigurato nei confronti del plurititolato Hamilton. In Oriente ha invece mostrato tutti i suoi limiti. Quei limiti che dividono un ottimo pilota da un top driver. Al di là del brutto errore, non accettabile da un pilota che guida l'astronave Mercedes, Bottas non è mai stato incisivo rimanendo sempre lontano dal ritmo del suo caposquadra. Il momento chiave della gara è avvenuto dopo pochi giri, quando è entrata in pista la safety car, necessaria per permettere la rimozione della vettura di Giovinazzi rimasta gravemente danneggiata sul rettilineo di partenza. A quel punto la direzione gara ha saggiamente deciso di far transitare tutte le vetture all'interno della pit lane, visti i numerosi detriti che invadevano la pista.

L'incidente di Giovinazzi scompagina i piani Ferrari

L'incidente del terzo pilota Ferrari ha compromesso la gara del team di Maranello che aveva saggiamente deciso di far entrare Vettel prima di tutti gli altri piloti di vertice per fargli montare pneumatici da asciutto. La scelta non ha pagato: chi gli era davanti ha potuto svolgere l'operazione di cambio gomme approfittando della scelta della direzione gara, rimanendo davanti al tedesco. Se tante volte in tempi recenti si è crocefisso, non sempre a torto, il muretto box Ferrari per scelte inadeguate, stavolta senza l'incidente di Giovinazzi Vettel si sarebbe ritrovato davanti a tutti al momento delle loro soste ai box, necessarie in quanto la pista andava ormai asciugandosi.

Vettel: secondo posto e tanta grinta

Dopo la vittoria di Melbourne un secondo posto avrebbe potuto togliere il sorriso agli uomini di Maranello ma, per come è maturato, così non è stato. Vettel, decisamente più incisivo di un abulico Raikkonen, ha mostrato gli artigli del campione con sorpassi memorabili. Uno su tutti quello su Ricciardo: i due sono arrivati persino al contatto ma Vettel, forte di una Ferrari veramente performante su pista asciutta, non si è fatto intimorire dalla difesa dell'ex compagno di squadra e lo ha passato. Già, i sorpassi. Con le nuove vetture dotate di tanto carico aerodinamico dovevano essere i grandi assenti del 2017. Vetture veloci sì, ma lo spettacolo avrebbe potuto risentirne. Ebbene, sono calati, ed in Cina nonostante un lunghissimo rettilineo e l'artifizio del DRS i piloti faticavano a prendere la scia della vettura che seguivano. Così si sono dovuti ingegnare e sono venute fuori manovre di qualità: staccate al limite, ruote fumanti, contatti e quindi spettacolo. Meno quantità, più qualità. Il momento più bello rimane comunque il duello fra Ricciardo e Vettel, il quale una volta liberatosi delle Red Bull si è gettato all'inseguimento del leader Hamilton, ormai lontano oltre 10 secondi. La Ferrari a questo punto ha mostrato la sua velocità ed il tedesco ha rosicchiato parte dello svantaggio accumulato arrivando poi al traguardo a soli 6 secondi da Hamilton. I due ora sono appaiati in testa alla classifica di un mondiale che si preannuncia veramente interessante dopo anni di dominio teutonico incontrastato.

Verstappen show, va sul podio. Haas a punti. McLaren, ma ha corso?

Dietro ai due è arrivato Verstappen. Poderosa la sua rimonta se si pensa che partiva addirittura 16esimo dopo un sabato da incubo. L'olandese ha compiuto un primo giro da urlo, passando piloti in ogni punto della pista quando questa era ancora bagnata. Negli ultimi giri si è difeso dal rimontante Ricciardo, mostrando tuttavia il lato debole della sua giovane età quando ha ripetutamente chiesto via radio l'intervento dei commissari verso Grosjean che, a suo dire, non gli facilitava il doppiaggio. In realtà Verstappen faticava a raggiungerlo ed il francese della Haas non poteva certo smaterializzarsi. A proposito della squadra americana è da rimarcare la prestazione convincente di Magnussen, il primo pilota, Grosjean a parte, a portare punti alla squadra di Kannapolis da quando questa è in Formula 1. Il danese è giunto ottavo riscattando la deludente prestazione di Melbourne. Ha continuato a deludere invece la McLaren, ancora incommentabile.

Giovinazzi, che peccato!

Fra le note negative del weekend, come detto, vi è la prestazione di Raikkonen, solo quinto, e la gara di Giovinazzi. In Cina è arrivato il suo primo grave errore. Anzi, i primi, se si considera la scontro contro il muretto del sabato. Alle prese con problematiche per lui nuove da affrontare con queste potenti monoposto, si è lasciato ingannare dall'asfalto ancora parzialmente bagnato e si è schiantato contro il muro a lato del rettilineo. Tutta esperienza per l'italiano di Martina Franca che potrà rifarsi domenica prossima in Bahrain se dovrà ancora sostituire Wehrlein. Altrimenti continuerà il suo processo di maturazione da terzo pilota Ferrari, all'inseguimento di un sogno tutto Rosso. Intanto a Maranello possono godersi l'inizio di stagione decisamente positivo di Vettel, nell'attesa che anche Raikkonen si svegli dal torpore.

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Domenica, 26 Marzo 2017 13:06

F1, Australia: F-E-R-R-A-R-I !

Risveglio dolce per i tifosi ferraristi. Vettel batte le Mercedes e trionfa al volante di una Ferrari ritrovata. A Maranello si torna a godere ed a guardare tutti dall'alto.

di Matteo Landi

Un 2016 deludente, iniziato con toni trionfalistici e promesse non mantenute. Poi un inverno difficile, le critiche verso una squadra dal nome leggendario che non sa più vincere, dubbi sulle capacità del Team Principal Maurizio Arrivabene, perplessità su una Ferrari rivoluzionata in virtù di una nuova organizzazione orizzontale senza ingegneri star, come voluta da Marchionne. Il Presidente lo scorso anno si lanciò in previsioni che poi si rivelarono tutt'altro che azzeccate. Il periodo intercorso fra l'ultima gara 2016 e la prima del 2017 è stato lungo a Maranello. Ed in silenzio. Un silenzio che si è fatto "assordante" quando nei test in preparazione della nuova stagione la Rossa viaggiava bene, eccome. Con tanto di record della pista di Barcellona. Anche un anno prima però la Ferrari non se l'era cavata affatto male nel pre-campionato. Ferrari veloce, quindi, o solo fumo negli occhi?

Alba Rossa

La risposta è arrivata decisa, come un fulmine nel sereno cielo australe. Inno cantato a squarciagola dai meccanici Ferrari, Vettel quasi commosso sul podio guarda dall'alto verso il basso i rivali d'argento battuti da una Ferrari assolutamente perfetta, almeno con Vettel. Ferrari, una bandiera che torna a sventolare fiera, bagnata dallo champagne del suo campione che ha corso in maniera assolutamente impeccabile. Dopo un buon avvio dalla seconda posizione, alle spalle del poleman Hamilton confermatosi formidabile sul giro secco, Vettel è rimasto fino al primo pit-stop costantemente entro i 2 secondi di distacco dal leader. Hamilton, in crisi con le gomme, è rientrato ai box prima del rivale rimanendo poi bloccato dietro a Verstappen, quest'ultimo al volante di una Red Bull lontana dal ritmo dei primi, e perdendo tempo prezioso nei confronti di un Vettel abile nel gestire delle gomme prossime al loro termine di utilizzo. Verstappen, tanto odiato dai tifosi ferraristi dopo i bruschi duelli dello scorso anno con i piloti di Maranello, si è questa volta trasformato in un "alleato" fondamentale. Vettel è così riuscito ad eseguire la sua unica sosta ai box ed uscire dalla pit lane davanti ad Hamilton.

Strategia giusta, vettura veloce, Vettel perfetto

La gara era ancora lunga ed il pilota Mercedes avrebbe spremuto tutto il potenziale dalla sua vettura, come spesso non ha dovuto fare nei recenti anni di dominio Mercedes, se non contro il pensionato compagno di squadra che stavolta assisteva a tutto questo dal suo divano di casa. Sarebbe riuscito Vettel a rimanere davanti al missile d'argento? Si, perchè in questo inizio di 2017 il missile s'è tinto di Rosso ed è decollato fino ad assicurarsi un margine di ben dieci secondi sul rivale. A parità di gomme, di strategia, di condizioni quindi. Dopo un inverno di silenzi, la Ferrari ha fatto parlare la pista. E che dolci parole!

Raikkonen in ombra. Bottas, niente male

Alla gioia di Vettel ha fatto da contraltare la faccia perplessa di Raikkonen, uscito sonoramente battuto dal suo compagno di squadra. Il finlandese non è mai entrato in sintonia con la pista di Melbourne, non riuscendo a rendere la monoposto adatta al suo stile di guida. A differenza di quanto mostrato nei test invernali a Barcellona, una pista completamente diversa dal cittadino australiano. Ha comunque limitato i danni arrivando quarto, dopo aver contenuto nel finale di gara la rimonta di Verstappen, e consegnando punti preziosi per la classifica costruttori. Al volante di questa Ferrari avrebbe però dovuto, e potuto, fare certamente di più. Almeno infastidire Bottas. Sembrava un debutto incolore del neo pilota Mercedes, finalmente al volante di una vettura top è parso in difficoltà ad inizio gara, quando davanti a sé ha visto il retro della Ferrari di Vettel solo per pochi giri prima che quest'ultimo gli fuggisse via a svariati secondi di distacco, poi nella seconda parte di gara ha recuperato terreno fino a tagliare il traguardo a poco più di un secondo da Hamilton. Primo esame superato quindi per il sostituto di Rosberg. Chissà che Hamilton, più avanti nella stagione, non debba preoccuparsi di nuovo della velocità di un suo compagno di squadra.

Gara contesa da due squadre, vetture velocissime, sorpassi in calo: è la nuova Formula 1

Seppur senza sorpassi, al vertice la lotta è dunque tornata elettrizzante. Una Ferrari al top che sfida sui millesimi di secondo i piloti Mercedes ha riportato la mente a quegli anni in cui la Formula 1 contava, solo in Italia, 10 milioni di telespettatori che talvolta si lamentavano della mancanza dei sorpassi ma che, al tempo stesso, rimanevano davanti al televisore. Quei tifosi che, almeno fino allo scorso anno, rimpiangevano gli anni delle sfide Ferrari-McLaren prima e del dominio Rosso poi. Come ci si attendeva l'incredibile miglioramento prestazionale delle monoposto, ottenuto con uno stravolgimento regolamentare più unico che raro, ha portato a sorpassi meno numerosi ma più di “qualità”, vetture con velocità consone alla massima espressione dell'automobilismo ed ha apparentemente azzerato la superiorità della Mercedes. Almeno per il momento questa è la sensazione. Almeno per il momento solo nei confronti della Ferrari, perchè gli altri a Melbourne sono rimasti molto lontani dalle due squadre top.

Ferrari contro Mercedes. Gli altri? Lontani

Red Bull ha subito il weekend nero di Ricciardo, contro il muro sabato e costretto a partire due giri dopo gli altri, ma anche una vettura non in grado di competere con i primi. Della McLaren, attesa al riscatto dopo due stagioni orrende, è meglio non parlarne. In Williams la nota positiva è stata la prestazione di Massa, sesto, solido, costante: gallina vecchia fa buon brodo. Perchè la nuova, il debuttante Stroll, dopo delle prove disastrose, ha mostrato grinta ma anche incostanza di rendimento prima del ritiro per problemi ai freni.

Giovinazzi: un italiano torna finalmente in Formula 1

Debutto assolutamente gradito ed inaspettato è stato quello di Antonio Giovinazzi: chiamato in Sauber sabato mattina dopo il forfait di un Wehrlein a corto di preparazione fisica, si è qualificato ottimamente 16esimo con la vettura più lenta del gruppo, appena dietro all'esperto compagno di squadra Ericsson. Antonio ha poi corso con solidità, guadagnando velocità al trascorrere dei giri e concludendo 12esimo. Bello rivedere in pista un pilota italiano, nazionalità non rappresentata nelle ultime 5 stagioni di Formula 1. Wehrlein tornerà probabilmente a guidare la sua vettura già dalla prossima gara ma Giovinazzi, dopo i successi ottenuti in GP2, ha mostrato ancora una volta di che pasta è fatto. La Ferrari dovrà tenersi stretto questo gioiello di pilota. Intanto la squadra di Maranello è tornata a frequentare i piani alti della Formula 1 e Vettel ha fugato, se mai ce ne fosse bisogno, ogni dubbio sulle sue capacità, quelle di un quattro volte campione del mondo. Ferrari, avanti così, piedi per terra e vediamo come va perchè potrebbe essere proprio un bel vedere.

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Sabato, 25 Febbraio 2017 14:30

70 sfumature di Rosso

La Ferrari accende la passione con la SF70H. La Scuderia svela la vettura che ha il compito di cancellare i brutti ricordi di un 2016 avaro di soddisfazioni in un contesto regolamentare radicalmente cambiato

di Matteo Landi

Si chiama SF70H, a ricordare i 70 anni dalla fondazione di Auto Costruzioni Ferrari. Un video introduce la nuova nata e ricorda in pochi secondi la storia della Casa di Maranello. 70 sfumature di Rosso, la tinta della passione, il colore dell'Italia che corre in Formula 1 e che tanto ha vinto, nonostante un 2016 da incubo e zero vittorie. La "H" del nome ricorda che la Ferrari è tradizione che abbraccia l'era moderna, quella della Formula Hybrid, in cui la squadra di Maranello ha fino ad ora conquistato ben poco e faticato tanto. La nuova nata dovrà essere la sterzata vincente per una squadra che negli ultimi anni ha vissuto di guerre politiche intestine e poca stabilità. Partorita dalla nuova struttura orizzontale voluta da Sergio Marchionne - il quale dopo l'addio di James Allison, ora Direttore Tecnico Mercedes, ha dichiarato che alla Ferrari non servono superstars - è il frutto di un gruppo di lavoro capitanato da Mattia Binotto e supportato dalla super consulenza di Rory Byrne, 73enne realizzatore di tutte le vetture vincenti di Michael Schumacher.

La Ferrari del cambiamento

Un aiuto necessario vista la scarsa esperienza da direttore tecnico di Binotto, da sempre impegnato nell'area motori ma solo da pochi mesi nelle nuove vesti. Una mano indispensabile viste le pesanti novità regolamentari che hanno obbligatoriamente definito l'aspetto estetico della nuova vettura: alettone posteriore più largo e basso, ala anteriore a freccia, vettura più larga, diffusore posteriore più generoso e gomme Pirelli più larghe del 25% rispetto agli pneumatici 2016. Queste le caratteristiche di tutte le vetture 2017 intorno alle quali ogni progettista ha messo del suo alla ricerca di un differenziale di competitività. Andando ad analizzare la SF70H si nota subito all'anteriore la presenza dell'S-Duct, un condotto che serve a portare aria dalla parte inferiore della vettura a quella superiore, utile ad alleviare l'alta pressione presente sotto il muso e pulire i flussi aerodinamici. Subito davanti le pance laterali il gruppo di lavoro di Maranello si è sbizzarrito con deviatori di flusso articolati che danno all'entrata delle pance un aspetto particolarmente aggressivo. Non si può non notare l'enorme pinna posta sul cofano motore, coperta da una vernice bianca che in tempi recenti non ha portato particolarmente bene alla Scuderia: la Ferrari bianco-rossa 2016 ricordava cromaticamente la vettura del 1993, due anni particolarmente avari di soddisfazioni per la casa di Maranello, conditi da zero vittorie.

 

Ferrari Team

 

Mercedes e Red Bull da battere? Tutto è possibile

Tuttavia non è la cabala a dover preoccupare Arrivabene e compagni quanto le capacità degli avversari: Mercedes è ormai un'armata quasi imbattibile e Red Bull può contare su Adrian Newey, un genio che nei momenti di grandi cambiamenti regolamentari che interessano più l'aerodinamica del veicolo che la parte propulsiva è in grado di spiazzare la concorrenza con qualche intuizione impensabile per gli altri. Vedremo se l'organizzazione orizzontale del Presidente Marchionne, molto più cauto nelle dichiazioni dopo la brutta figura rimediata lo scorso anno, sarà in grado di contrastare gli avversari. Tenendo presente anche che fra i competitors diretti della Rossa potrebbero essercene altri. Il passato insegna: il 2009, anno di grandi cambiamenti, ci consegnò una Brawn, nata dalle ceneri della Honda ed a corto di budget, al top grazie soprattutto alla geniale intuizione del "diffusore con il buco" che spiazzò la concorrenza. Guai quindi a sottovalutare. Ad esempio McLaren, rivoluzionata dopo lo storico allontanamento di Ron Dennis. O Renault, che dopo un 2016 da record negativo vuole vedere i primi frutti del suo investimento. E un occhio alla Williams, squadra che tuttavia dovrà affidarsi al debuttante Stroll ed al rientrante dalla pensione più breve della storia, Massa. Non sarà facile per la Scuderia tornare al vertice, ma come ci ricorda il nome della nuova creatura la Ferrari è una signora di 70 anni sulle spalle, si è saputa ringiovanire e come le grandi attrici ha tanta grinta per aggiudicarsi un altro Oscar. A Maranello la determinazione non manca, i prossimi test in pista e soprattutto la gara inaugurale di Melbourne, domenica 26 marzo, ci daranno i primi responsi. Vettel e Raikkonen sono chiamati ad un'altra sfida: il primo a tornare a mostrare tutte le sue qualità di campione assoluto dopo un 2016 di alti e bassi ed il secondo ad un ultimo anno di carriera (?) da raccontare un giorno ai suoi nipoti. A dargli man forte ci sarà il collaudatore, nuovo arrivato, Antonio Giovinazzi, vice campione Gp2, un italiano che ha saputo stupire gli addetti ai lavori e che adesso aspetta la sua grande chance.

Pubblicato in Motori Emilia
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