Lunedì, 20 Luglio 2015 08:59

F1: Addio Jules. In evidenza

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Nove mesi dopo il terribile incidente in Giappone ci lascia, a neanche 26 anni, Jules Bianchi. La famiglia e la Formula 1 piangono la scomparsa di una persona stupenda ed un gran pilota.

Dopo nove mesi, vissuti dalla famiglia nel dolore e nell'attesa di un risveglio che non c'è mai stato, se n'è andato il 17 luglio scorso Jules Bianchi. Nove mesi dal drammatico ed assurdo incidente accaduto durante un altrettanto assurdo Gran Premio del Giappone, corso sotto la pioggia con il timore dell'arrivo di un tifone, all'imbrunire ed interrotto anzitempo in seguito allo schianto di Jules contro un trattore che stava spostando la vettura appena incidentata da Sutil.

Un pilota quando decide di correre a trecento all'ora accetta di mettere a rischio la propria incolumità, comunque consapevole del livello di sicurezza raggiunto dalle vetture attuali, impensabile vent'anni fa. Quello che accadde quel 5 ottobre andò ben oltre il rischio che un pilota può assumersi.

Fa rabbia pensare che dopo quel giorno una lunga inchiesta promossa dalla Federazione Internazionale servì solo per scaricare ingiustamente tutte le responsabilità dell'accaduto sullo stesso pilota che adesso non c'è più.

La famiglia, gli amici, i fans ed il Circus perdono una persona stupenda ed un pilota dal talento eccelso. Sotto le insegne del Ferrari Driver Academy era al suo secondo anno di F1.

Al volante della Marussia, oggi Manor, squadra di ultimissima fascia, conquistò nel 2014 gli unici punti della sua storia con il fantastico nono posto di Monaco dopo una corsa che lo portò per una volta sulle pagine che contano dei giornali di tutto il mondo. Non potendo scendere nel dettaglio di quella che era la persona amata da tutto il paddock possiamo però ricordare quel pilota che tutti stimavano fin dalle categorie propedeutiche alla F1 e che con le sue affermazioni convinse la Ferrari a metterlo sotto l'ala protettrice della sua Academy.

Un pilota che nel 2009 vinse a mani basse il campionato europeo di F.3 battendo, fra gli altri, l'allora compagno di squadra Bottas. Fa pensare che adesso si indichi come prossimo sostituto di Kimi Raikkonen un pilota che allora fu sonoramente sconfitto da Bianchi, non vincendo neanche una gara contro le nove del francese.

Lo stesso Montezemolo rivela adesso che la Ferrari aveva pensato a Bianchi come compagno di Vettel non appena il francese avesse raggiunto la maturità necessaria per il gran passo.

Non si può dire tuttavia che la sfortuna abbia privato Jules del grande sogno. Non quando risulti evidente a tutti (tranne che alla F.I.A.) che fu la gestione quasi amatoriale dei commissari di quella maledetta gara a generare le condizioni affinchè avvenisse quel che è accaduto. Con Imola 94 la Formula 1 si rese conto che tanto doveva essere cambiato.

Sabato mattina si è svegliata stordita da una notizia che non avrebbe voluto sentire. Tutto d'un tratto Kers, Drs, la rivalità Hamilton-Rosberg che addormenta il campionato, le corse in estremo oriente e via dicendo, perdono importanza.

Se n'è andato un ragazzo. Jules ha tagliato l'ultimo traguardo terreno. Ad un passo dal sogno Ferrari. Lo immaginiamo lassù a chiacchierare con Senna ed Ascari, ognuno a dire la sua sulla Formula 1 che ha vissuto.

A noi non resta che ricordarlo sorridente, senza sottocasco, dopo aver tagliato il traguardo di quel Montecarlo. Addio Jules.
Matteo Landi

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