Giovedì, 22 Giugno 2023 06:46

“D’Annunzio, la massoneria e le barricate di Parma”: nuova pubblicazione sui fatti di Parma del 1922 In evidenza

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Di Matteo Pio Impagnatiello Pilastro di Langhirano (PR) 21 giugno 2023 - E’ uscito a ridosso delle celebrazioni ufficiali del Centenario delle Barricate di Parma il libro “D’Annunzio, la massoneria e le barricate di Parma” (Edizioni all’insegna del Veltro, € 18.00) di Franco Morini, che riporta la prefazione di Franco Cardini e la postfazione dello scrivente.

Ho accolto con piacere l’invito, rivoltomi dall’autore, a redigere delle considerazioni in merito alla vicenda storica oggetto del libro, che getta altra luce su quel che accadde nei primi giorni di agosto del 1922. L’avvenimento trattato viene elevato a manifesto ideologico dall’establishment di sinistra, locale e nazionale, dopo un’indebita appropriazione, da sbandierare all’occasione in odierne “battaglie” politiche. A fine luglio del 1922, l'Alleanza del Lavoro, unione di quelli che erano i sindacati di sinistra, proclamò lo sciopero legalitario "contro le violenze fasciste" e "l'indifferenza dello Stato verso di esse".

Dato che l’informazione venne fuori prima del dovuto, Mussolini riuscì ad opporre una resistenza anticipata. Inviò alle federazioni del Partito Nazionale Fascista (PNF) una circolare segreta: “Se a quarantotto ore dalla proclamazione dello sciopero il Governo non sarà riuscito a stroncarlo i fascisti provvederanno essi direttamente alla bisogna. I fascisti debbono, trascorso il suaccennato periodo delle quarantotto ore, e sempre che lo sciopero perduri, puntare sui capoluoghi delle rispettive Province e occuparli”.

E’ questo il contesto nazionale di allora all’interno del quale Franco Morini torna a parlare dei fatti di Parma del 1922, meglio noti come le Barricate di Parma, riportandoci nell’estate di quell’anno. Nel 1987 l’autore se ne era in parte occupato, dapprima con “Parma in camicia nera”, poi nel 1991 dando alle stampe “Squadrismo tra squadra e compasso. Dalle Barricate di Parma alla Marcia su Roma”. Da allora, sul medesimo argomento non è trapelato nulla di nuovo dalla storiografia dei vincitori. A novembre del 2022, nel Centenario delle Barricate, la città emiliana ha ospitato un convegno scientifico nazionale presso il Palazzo del Governatore, che affaccia sulla centralissima Piazza Garibaldi: due giorni, venerdì 18 e sabato 19 novembre, dedicati al tema storico. Il 19 novembre 2022 la Gazzetta di Parma riportava un resoconto del consesso, dal tono apologetico: «Quei borghi ribelli e non solo: alle origini del “caso Parma” – Barricate tra contesto locale, nazionale ed europeo». Non è emerso alcun contributo storiografico.

Si persevera nella realizzazione del progetto di una sola Storia contraddistinta da un’unica narrazione. A distanza di oltre cento anni si assiste al perpetrarsi di mistificazioni contenute in saggi spacciati per libri storici e influenzati da fonti di parte, da errori e inesattezze. Si considerino le “54 vittime di cui 41 antifascisti o a-fascisti, che vede le Barricate in città scontro finale di una battaglia che in provincia era già perduta”, citate dal rappresentante Isrec di Parma. In realtà, come riportato da Franco Morini,  risultarono cinque caduti. Sorpresi? Nient’affatto. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sono rare le voci che si sono levate per squarciare la cortina di silenzio sulla storia d’Italia, piegata troppo spesso all’ideologia di chi l’ultima guerra l’ha vinta e basata sull’esaltazione di eroi ed eroismi a senso unico. E’ necessario liberarsi dalle pesanti ingerenze politiche e dalla faziosità ideologica. E’ “la grande bugia”, come la definirebbe Giampaolo Pansa, lui che si è occupato della cosiddetta guerra di liberazione. Abbiamo ricevuto in consegna il ritratto di un pezzo importante di storia  incompleto e reticente, che l’antifascismo militante ha costruito e blindato per decenni e decenni. Ciò deve valere anche per le Barricate. Nella seconda giornata del medesimo convegno, - organizzato da Isrec, Centro studi movimenti, Università e Comune di Parma – i cui dettagli sono stati riportati in un secondo articolo dalla Gazzetta di Parma del 20 novembre 2022 (“Le Barricate, quando la storia si fa letteratura e monumento – Una narrazione tra Picelli, Bertolucci, Venditti e Victor Hugo”), sono parsi curiosi i richiami a personaggi che nulla hanno a che vedere con i fatti del 1922. Dal politico Mario Tommasini al cantautore Antonello Venditti, il racconto storico assume tratti fantasiosi, da romanzo.

La documentazione fotografica, presentata al convegno del 2022 da Stefano Campagna (realizzata da Armando Amoretti, giovane socialista che viveva nel quartiere Oltretorrente nonché collaboratore dello studio Vaghi), mostrava “le immagini più di attesa che di combattimento, in cui le strade sembrano più abitate che occupate militarmente”: a testimonianza che la battaglia tra fascisti e antifascisti tanto evocata da Guido Picelli non è mai esistita. Al pari del mito resistenziale, anche quello barricadiero viene costantemente alimentato. Non mancano i tentativi di creare personaggi eroici al femminile, nonostante l’assenza di testimonianze e tracce di donne distintesi durante le giornate delle Barricate. Nel marzo del 1923 furono ritrovati dalla polizia due documenti nella casa di Ada Nicolini, una giovane donna di 20 anni, che viveva nell’Oltretorrente e, precisamente, in via d’Azeglio. Il primo riguardava una coppia di foglietti di quaderno, su cui era scritto a matita “la squadra d’azione”.

La Gazzetta di Parma, in un approfondimento pubblicato il 20 novembre 2022, a firma di Margherita Becchetti e dedicato alla figura di Ada Nicolini, riportava così: «Presumibilmente le bozze di un testo che Ada scrisse per conto del gruppo di Arditi del popolo di Borgo Marodolo (di cui anche suo fratello Gino faceva parte) per ringraziare le persone che, nei giorni d’agosto, si erano date da fare per procurare viveri agli uomini in armi».

L’altro documento era un volantino che informava di una riunione tra alcune donne, il primo ottobre del 1922, che avevano pensato di fondare un circolo comunista femminile. Nessuna citazione di alcuna battaglia. Eppure la prosopopea antifascista tende a gonfiare ad arte il tutto per la creazione di un ulteriore mito: le donne delle Barricate. Nel 1982, furono registrate le “video-memorie” di chi partecipò o visse quei giorni.

Quarant’anni dopo, nel 2022, in occasione del Centenario delle Barricate di Parma, quelle “Memorie magnetiche” - tale è il nome del progetto - sono state digitalizzate e rese disponibili su un canale youtube per la consultazione. Ebbene, dall’ascolto delle medesime interviste si ha la conferma che in quei giorni non accadde nulla di epico, nulla di glorioso né di straordinario: non vi fu alcuna rivolta coraggiosa dell’Oltretorrente operaio contro l’aggressione squadrista. Marco Minardi, direttore e responsabile scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea per la provincia di Parma, in una intervista rilasciata il 5 agosto 2021 alla testata giornalistica on line Il Parmense, affermò che “le squadre fasciste (riversatesi su Parma) erano numerose – circa settemila uomini - e ben equipaggiate. Pochi e male armati, invece, gli Arditi del popolo”, secondo Minardi. Vi era una evidente sproporzione di forze, che rendeva impossibile qualsivoglia resistenza. Anche a tal proposito, Morini non tralascia di precisare l’effettiva forza a disposizione di Italo Balbo, con numeri ben al di sotto di quella indicata da Minardi. Su questi e altri punti controversi si apra, quindi, un dibattito scientifico che rovesci l’approccio tuttora prevalente, coincidente con la vulgata antifascista: difettano i basilari rinvii alla documentazione, l’analisi critica della pubblicistica e il confronto incrociato delle fonti. All’autore – che ben conosce la storia della sua città e del quartiere Oltretorrente, in cui abita da sempre -  va riconosciuto il merito di aver ristabilito, insieme a pochi altri storici, una certa dose di obiettività, pur muovendosi tra gli stravolgimenti dei fatti storici, operati da entrambi gli schieramenti presenti in campo: sia da parte di quella capeggiata da Balbo, sia da quella antifascista con Picelli.

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